Confagricoltura e CIA Alessandria chiedono il rinnovo del credito d’imposta  per il carburante agricolo

La grave crisi idrica che interessa le nostre campagne, l’aumento vertiginoso dei prezzi del gasolio e dei costi in genere – come i fertilizzanti – la ripresa dell’inflazione sono fattori che rischiano di innescare una fase recessiva senza precedenti, i cui costi non potranno essere assorbiti a lungo dal comparto produttivo primario. Da queste considerazioni nasce la richiesta di Confagricoltura e CIA Alessandria, associazioni agricole che insieme rappresentano la maggioranza delle imprese del settore, di incontrare il prefetto Francesco Zito affinché si faccia portavoce, presso le sedi governative, delle istanze del mondo agricolo alessandrino.

Giovedì 14 luglio è stato approvato anche dal Senato il Decreto Legge 50/22 (il cosiddetto DL Aiuti), dopo essere stato licenziato dalla Camera il 7 giugno scorso. Come Confagricoltura e CIA Alessandria temevano, nel Decreto non è stata prevista la proroga per i mesi estivi della misura che prevede la possibilità di usufruire del credito d’imposta sui carburanti destinati ai mezzi agricoli, come invece era stato possibile per il primo trimestre dell’anno. Una mancata proroga che le due  associazioni agricole reputano un fatto grave.
“Con l’acuirsi della siccità gli agricoltori sono stati costretti a intensificare gli interventi di lavorazione del terreno e di recupero dell’acqua. L’aumento del prezzo gasolio ha messo a rischio le trebbiature, i raccolti e ostacolato le irrigazioni, oggi quanto mai essenziali. E’ evidente che la crisi sempre più pesante che sta investendo il settore agricolo richieda l’estensione delle agevolazioni per tutto il 2022” spiega la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco.

La situazione di forte crisi rende indispensabile per tutte le imprese un sostegno fino alla fine della stagione, anche attraverso la proroga del credito d’imposta. Ricordiamo – dichiara la presidente di Cia Alessandria Daniela Ferrando – che il prezzo del gasolio è arrivato fino a 1,60 euro al litro, mettendo in pericolo trebbiature e raccolti, ostacolando le irrigazioni e la tenuta economica soprattutto delle aree più marginali, in un contesto globale oltremodo strozzato dalle speculazioni sui mercati”.
Confagricoltura e Cia Alessandria si augurano che la “grave disattenzione del Governo sia recuperata in altri provvedimenti, dando ascolto al grido d’allarme del settore” e, per questo, chiedono al prefetto Francesco Zito e ai parlamentari alessandrini di portare nelle sedi opportune la voce e le proposte del mondo agricolo.
Sul tavolo di confronto saranno posti anche altri temi, come la deroga ulteriore della possibilità di coltivazione nelle aree a focus ecologico (Efa) e l’incentivo alla produzione delle energie verdi tramite fotovoltaico a terra, agrivoltaico e parco agrisolare. Fondamentale è anche l’istituzione di un tavolo di concertazione con tutte le componenti della filiera agroalimentare per la gestione della difficile situazione di mercato.




CCIAA Cuneo stanzia 260 mila euro per aiutare le imprese a fronteggiare i rincari energetici

L’attuale congiuntura economica, caratterizzata da forti tensioni politiche internazionali, eccezionali rincari energetici e conseguenti aumenti nei prezzi delle materie prime, ha determinato una significativa ripresa dell’inflazione, con crescenti difficoltà finanziarie delle imprese, in particolar modo di quelle meno strutturate e capitalizzate.

La Giunta della Camera di commercio ha tempestivamente recepito la richiesta delle Associazioni di categoria e dei Confidi, esponenti di un tessuto imprenditoriale che quotidianamente deve fronteggiare rincari e incertezze economiche, individuando le risorse necessarie a finanziare un bando volto a sostenere la gestione finanziaria e la liquidità delle imprese della provincia.

“La situazione eccezionale ha reso possibile far convergere sul bando gli intenti degli esponenti di tutti i settori economici rappresentati in Giunta, individuare le necessarie risorse e approvare criteri volti a dare concretezza e attenzione alle imprese da parte dell’Ente camerale, in attesa delle misure più significative che saranno deliberate dal Governo nazionale, anche a seguito delle intese europee – afferma il Presidente Mauro Gola – Tuttavia, siamo consci che i singoli Paesi sono impotenti di fronte al caro energia ed è necessaria un’azione rapida, forte e unitaria da parte dell’Europa.”

È stata condivisa la scelta di sostenere le imprese di minori dimensioni, con fatturato 2021 sino a 500 mila euro, e tra queste le più fragili, ossia quelle che non riescono a fronteggiare l’attuale situazione con risorse proprie ma devono ricorrere al credito.
Il contributo previsto è nella misura del 2,5% sui finanziamenti pari o superiori a 10 mila euro, erogati da Istituti di credito o da Confidi nel secondo semestre 2022, contributo elevato al 3,5% nel caso di linee di finanziamento specifiche per fronteggiare i rincari energetici.
Per focalizzare al meglio i potenziali beneficiari è stata fissata nel 300% la soglia minima di incremento delle bollette del II semestre 2022 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

L’entità massima del contributo a fondo perduto non potrà superare i 2.000 euro.
L’apertura del bando è programmata per giovedì 27 ottobre alle ore 11:00. Il bando e la relativa modulistica di richiesta contributo sono disponibili sul sito camerale alla pagina https://www.cn.camcom.it/bandi




La CCIAA di Cuneo sempre più aperta alle imprese

La Camera di commercio di Cuneo ha messo al centro della propria politica gestionale la qualificazione e il miglioramento degli standard di qualità e di efficienza dei servizi per le imprese.

A partire da lunedì 2 gennaio 2023, in via sperimentale, l’orario di apertura al pubblico delle sedi di Cuneo e di Alba sarà ampliato e riorganizzato in modo da consentire all’utenza di usufruire in alcuni giorni della settimana di un orario continuato che consenta l’accesso anche durante la pausa pranzo e, nella giornata di mercoledì, di un orario prolungato che preveda l’apertura sino alle ore 17,30.

In quest’ottica abbiamo deciso di aumentare l’orario di apertura, non solo degli sportelli di front office ma dell’intera Istituzione camerale”.

La riorganizzazione avviata è frutto della volontà di reinterpretare le esigenze dell’imprenditoria locale, cercando di dare risposte adeguate e incisive alle richieste delle imprese e dei professionisti, consapevoli che l’accompagnamento alla digitalizzazione e all’utilizzo dei servizi telematici presuppone una fase iniziale di affiancamento che necessariamente deve avvenire in presenza.

”.

Il nuovo orario di apertura interesserà le sedi di Cuneo e di Alba:

Lunedì 8.30 – 15.30 orario continuato
Martedì 8.30 – 13.30
Mercoledì 8.30 – 12.30 / 14.30 – 17.30
Giovedì 8.30 – 15.30 orario continuato
Venerdì 8.30 – 12.30

Gli uffici di Mondovì e Saluzzo proseguiranno con l’attuale configurazione.

L’efficacia e il gradimento dei nuovi orari saranno monitorati nel prossimo semestre.




I giovani imprenditori di Cnvv in visita alla F.lli Francoli Spa

Visita aziendale alla F.lli Francoli Spa di Ghemme (No) per il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), che nel pomeriggio di giovedì 23 febbraio 2023 ha fatto precedere la riunione del Consiglio direttivo da un interessante itinerario fra gli storici impianti dell’omonima distilleria (che già alla fine degli anni ’80 ha fortemente puntato sulla circolarità e la sostenibilità dei processi utilizzando fonti di calore ottenute da combustibili vegetali in modo da  assicurare un bilancio neutro dell’anidride carbonica e azzerare gli sprechi) e le cantine del brand “Torraccia del Piantavigna”.

«Grazie alla sapiente guida di Roberto Francoli, che ringrazio – spiega il presidente del Gruppo Giovani di Cnvv, Marco Brugo Ceriotti – abbiamo potuto toccare con mano tutte le fasi della produzione e degustato prodotti di eccezionale valore, veri fiori all’occhiello dell’enogastronomia territoriale. Nel corso del Direttivo abbiamo, tra l’altro, definito i principali step della seconda edizione della “Startup Competition” organizzata insieme a Feel Venture, l’unico fondo di Venture Capital al mondo che da Londra investe esclusivamente in Startup italiane, che prevede una fase di preselezione nel mese di marzo e la finale a inizio maggio: alcuni componenti del nostro Gruppo faranno parte della commissione esaminatrice per la selezione delle aziende candidate, mentre altri, come già avvenuto nello scorso luglio, siederanno nella giuria finale. Per quest’anno, oltre all’edizione 2023 di “Wooooow – Centra il tuo futuro!” e ad altre iniziative in corso di definizione, organizzeremo un percorso di alta formazione manageriale in collaborazione con la Sda Bocconi».

 




L’Unione Industriali candida Torino a Capitale italiana della cultura d’Impresa 2024

L’annuncio del presidente Giorgio Marsiaj nel corso dell’odierno incontro “Scrivere l’industria: la cultura d’impresa si fa racconto” che segna il ritorno del sistema confindustriale torinese fra i partner della manifestazione editoriale

L’edizione 2023 del Salone Internazionale del Libro di Torino segna il ritorno del sistema confindustriale cittadino fra i partner della manifestazione: l’Unione Industriali Torino ha infatti voluto dare un segnale della propria attenzione alla vivacità culturale del territorio supportandone attivamente una delle sue espressioni più rappresentative e identitarie.

Una partecipazione che si sostanzia attraverso l’organizzazione, affidata al Gruppo dei Grafici, Cartai & Cartotecnici e degli Editori, dell’odierno incontro “Scrivere l’industria: la cultura d’impresa si fa racconto”, inserito all’interno del calendario degli eventi del Salone e divenuto vetrina privilegiata per l’importante annuncio effettuato, al termine del suo intervento introduttivo, dal presidente degli industriali torinesi, Giorgio Marsiaj:

“Abbiamo scelto il Salone del Libro, l’appuntamento culturale per eccellenza della nostra città, come occasione ideale per comunicare una decisione recentemente assunta dall’Unione Industriali Torino, un’idea cullata da qualche tempo che nelle ultime settimane, sulla spinta di un crescente entusiasmo, ha preso la forma di un progetto: quello della candidatura di Torino a Capitale italiana della cultura d’impresa per il 2024”.

Il capoluogo piemontese concorrerà quindi all’assegnazione del riconoscimento, istituito da Confindustria nel 2019, con l’obiettivo di valorizzare la storica vocazione produttiva dell’area e di affermare la natura profonda di una città in cui la cultura e la sua componente industriale rappresentano dei motori primari nel sistema economico e sociale. Elementi di crescita distintiva e di identità competitiva che costituiranno i pilastri di un dossier di candidatura che, come lo stesso Presidente ha spiegato, dovrà essere frutto di un lavoro corale.

Oggi compiamo il primo passo di un cammino – ha aggiunto Marsiaj – durante il quale andremo a coinvolgere tutti gli attori territoriali, per predisporre con la più ampia partecipazione possibile un documento all’altezza delle legittime ambizioni di Torino, che ha già dimostrato nel recente passato di sapersi imporre all’attenzione nazionale e internazionale quando è stata capace di giocare in squadra”.

Ed è proprio attorno al tema della cultura d’impresa che è stato incentrato l’appuntamento dell’Unione Industriali Torino allestito nella Sala Azzurra per la giornata inaugurale del Salone del Libro 2023.

Un’occasione di confronto e riflessione articolata nelle due tavole rotonde proposte al pubblico immediatamente dopo i saluti introduttivi portati, oltre che da Marsiaj, dal “padrone di casa” e presidente dell’Associazione Torino Città del Libro, Silvio Viale, da Carlo Emanuele Bona, presidente del Gruppo Grafici, Cartai & Cartotecnici e da Gianluca Pulvirenti, presidente dell’Associazione Industrie Editoriali di Torino.

Dedicato ad esplorare l’attuale scenario e le prospettive del comparto connesso al sistema editoriale e alla produzione di contenuti, al primo momento di approfondimento intitolato «L’evoluzione dell’industria del contenuto», sono intervenuti Massimo Medugno, direttore della Federazione Carta e Grafica, Simone Lattes, amministratore delegato di S. Lattes & C. Editori, e Gabriele Comuzzo, vicedirettore generale di Gedi Gruppo Editoriale.

«Cultura d’impresa: nella storia dell’industria, il racconto del Paese» era invece il titolo del successivo spazio di dibattito che ha riunito una serie di prestigiosi scrittori nelle cui opere il mondo industriale ha il ruolo di protagonista: Paolo Bricco, autore di «Adriano Olivetti. Un Italiano del Novecento», edito da Rizzoli, Gian Arturo Ferrari, autore di «Storia confidenziale dell’editoria italiana», edito da Marsilio, e da Alessandra Selmi, autrice di «Al di qua del fiume», edito da Nord.




Revisione del PNRR: apprezziamo l’accoglimento da parte del Governo del nostro progetto

CNA Piemonte valuta favorevolmente e con soddisfazione l’accoglimento da parte del Governo del progetto presentato dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato che ha calcolato che sulla base dei dati attuali grazie all’autoproduzione l’impresa può risparmiare circa 15.000 Euro sulle bollette con un andamento crescente negli anni successivi. Il progetto incentiva l’autoproduzione di energia utilizzando i tetti dei capannoni delle imprese, con uno stanziamento di 6,3 miliardi di euro destinato al sostegno delle attività produttive, in particolare delle piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura portante dell’economia italiana.

Il presidente di CNA Piemonte, Giovanni Genovesio, ha dichiarato: “Apprezziamo il riconoscimento del nostro progetto sull’autoproduzione di energia. Continueremo a lavorare per sostenere le attività produttive e promuovere interventi volti all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili.”

Il segretario regionale di CNA Piemonte, Delio Zanzottera, ha commentato: “CNA Piemonte continuerà a lavorare con il governo e gli enti locali per garantire una ripartizione equa delle risorse, che favorisca lo sviluppo economico e sociale dell’intero territorio italiano.”




Confagricoltura: Piemonte sempre più green e sostenibile ma il futuro è incerto

Durante la conferenza stampa che si è svolta questa mattina (7 novembre) nella sede di Confagricoltura Piemonte, il presidente regionale Enrico Allasia e il direttore Lella Bassignana hanno analizzato i principali comparti produttivi dell’agricoltura piemontese, partendo dalla considerazione di fondo che il cambiamento climatico è ormai una realtà con la quale occorrerà sempre più confrontarsi.

Per questa ragione è stato dato spazio a una accurata analisi dell’andamento agro-meteoclimatico esposta dal dott. Federico Spanna del Settore fitosanitario della Regione, che ha evidenziato come, ancora una volta, la stagione invernale particolarmente siccitosa con limitate precipitazioni, abbia condizionato lo sviluppo delle colture nei mesi seguenti. Solo dal mese di maggio alcune provincie del Piemonte sono state interessate da rovesci che hanno favorito la ripresa vegetativa e garantito lo sviluppo delle coltivazioni autunno – vernine, salvando quelle primaverili. L’estate è stata poi caratterizzata da valori termici molto alti, anche oltre i 40°C, che hanno avuto una influenza negativa sui processi fotosintetici e fisiologici delle piante tradottasi in minore produttività generale e frequenti attacchi da parte di fitopatogeni. Da evidenziare l’andamento disomogeneo delle produzioni anche all’interno della stessa provincia, che però non ha inciso in modo significativo sulla qualità delle produzioni, risultata alla fine buona e comunque superiore alla precedente annata, che ha costituito per molti versi un estremo negativo.

Per quanto riguarda il mercato permangono le preoccupazioni legate al calo generalizzato dei consumi, soprattutto per il vino e la frutta, dovuto anche al riaccendersi dell’inflazione degli ultimi mesi e al generale aumento dei costi per beni e servizi. A tal proposito, è intervenuto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti in collegamento da Roma: “Gli agricoltori sono imprescindibili per la tenuta ambientale, sociale ed economica del territorio: è necessario scardinare l’atteggiamento ostile di chi non conosce o riporta il sentito dire, dando l’idea che il settore primario italiano contribuisca al consumo del suolo, al depauperamento delle risorse e via dicendo. Il sistema di regole europee ci impone di produrre ma con grandi limitazioni, le stesse che però non vengono applicate ad altri Paesi del Mondo, che in maniera piuttosto aggressiva si affacciano ai mercati senza tutelare consumatori e aree rurali”.

 

La mattinata è proseguita con un focus sull’ambito zootecnico, nel quale persiste una certa preoccupazione per gli allevamenti di bovini, che risentono del calo di prezzi e consumi. La più penalizzata è la razza Piemontese, che meriterebbe un piano di valorizzazione e rilancio decisamente importante.

Sulla suinicoltura grava invece ancora il problema della Peste suina africana, una seria minaccia per gli allevamenti che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe causare il blocco delle esportazioni, l’abbattimento di suini e la contrazione delle attività di allevamento e di trasformazione.

Il settore agricolo piemontese si è dimostrato finora intelligente e resiliente, capace di adattarsi alle modifiche dettate da molteplici fattori” evidenzia Enrico Allasia, presidente della Federazione del Piemonte. “Gli imprenditori affrontano ogni giorno scelte di grande valore strategico per il futuro: diversificando le attività in azienda garantiscono la loro sopravvivenza e soprattutto la sicurezza di quanto c’è di più prezioso in Italia: prodotti genuini e di alto valore nutritivo” conclude.

Il direttore Lella Bassignana ha ulteriormente sottolineato il contributo ecosistemico dell’agricoltura in termini di contrasto al cambiamento climatico: “Ci impegneremo puntualmente per la valorizzazione delle nostre produzioni e per un’agricoltura che sia sostenibile sotto il profilo economico e ambientale”.




Nati mortalità delle imprese artigiane piemontesi

Le imprese artigiane rappresentano una parte importante del tessuto produttivo regionale e nazionale. Le quasi 115mila aziende presenti sul territorio piemontese costituiscono il 27,1% delle imprese totali della regione. La presenza artigiana risulta tradizionalmente più forte in Piemonte rispetto alla media delle altre regioni italiane: a livello nazionale, infatti, l’artigianato raccoglie solo il 21,3% delle realtà imprenditoriali.

Dall’analisi dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, emerge come nell’anno appena concluso il tessuto artigiano abbia registrato un risultato piatto in termini di nati-mortalità. Le imprese artigiane nate sul territorio piemontese nel corso del 2023 sono state 7.96324 in meno rispetto al 2022 (-0,3%). Nello stesso periodo sono 7.982 le realtà che hanno cessato la propria attività (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), 475 in più rispetto all’anno precedente (+6,3%). Il saldo tra i due flussi appare, così, negativo per 19 unità (nel 2022 il saldo era risultato positivo per 480 unità), dinamica che porta a 114.767 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine dicembre 2023 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.

La sintesi tra il tasso di natalità (pari al 6,91%) e quello di mortalità (pari al 6,93%) si traduce così in un tasso di crescita prossimo allo zero, pari a -0,02%. La dinamica registrata dal tessuto artigiano locale appare, così, peggiore sia rispetto a quella messa a segno dal sistema imprenditoriale piemontese nel suo complesso (+0,14%), sia rispetto a quella registrata dall’artigianato a livello nazionale (+0,35%).

“Il tessuto artigiano piemontese sta mostrando, negli anni, un costante assottigliamento: un andamento più marcato per le imprese più piccole e meno strutturate e quindi più fragili. Il risultato del 2023 è spento e senza slancioIl sostegno a queste realtà dovrebbe essere prioritario, attraverso politiche di agevolazione e incentivi economici che permettano loro di crescere e investire nelle proprie attività. Da sempre il sistema camerale piemontese è impegnato nella promozione e nella valorizzazione dell’artigianato piemontese, soprattutto con servizi di accompagnamento all’imprenditorialità: microcredito, sburocratizzazione e digitalizzazione” dichiara Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

Concentrando l’attenzione su un’analisi di più lungo periodo emerge come il tessuto artigiano regionale abbia subito una progressiva erosione passando dalle circa 130mila unità del 2013 alle circa 115mila attuali. Solo nel 2021, grazie alla ripresa delle attività post periodo pandemico, si era evidenziata un’inversione di tendenza, che però non ha purtroppo trovato continuità nel biennio successivo.

Il 79,6% delle realtà artigiane con sede in Piemonte è una ditta individuale, il 13,7% una società di persone, il 6,6% una società di capitale, solo lo 0,1% delle imprese sono costituite con una forma giuridica diversa dalle precedenti. La crescita nulla realizzata dal tessuto artigiano nel suo complesso nel corso del 2023 rappresenta la sintesi di dinamiche fortemente differenziate a seconda della natura giuridica: la dinamica è stata positiva per le società di capitale (+2,63%) e le altre forme (+5,19%), prossima allo zero per le ditte individuali (+0,21%), negativa, invece, per le società di persone (-2,52%).

A livello settoriale la prima realtà per numerosità si conferma, anche nel 2023, quella edile, con il 42,6% delle realtà artigiane piemontesi. Questo settore, così rilevante per il comparto, ha fornito anche in questa annualità un contributo positivo all’andamento segnato dall’artigianato in Piemonte, realizzando una crescita dello 0,92%.

Solo l’agricoltura, settore che assorbe però solo lo 0,7% delle realtà artigiane locali, chiude l’anno con un risultato migliore rispetto a quello delle costruzioni, realizzando una crescita dell’1,97%. Appare positiva anche la dinamica del commercio (+0,33%).

Gli altri servizi manifestano una crescita nulla (-0,09%), mentre sono negativi i risultati messi a segno dall’industria in senso stretto (-1,65%) e dal turismo (-2,48%).

A livello territoriale, la distribuzione delle imprese artigiane è analoga a quella del tessuto imprenditoriale nel suo complesso. Poco più di un’impresa artigiana su due ha sede, infatti, nel capoluogo regionale, cui seguono Cuneo (14,9%), Alessandria (8,9%) e Novara (7,6%). Quanto al peso esercitato dal tessuto artigiano, le realtà del Verbano C.O. (32,2%), Novara (29,9%), Vercelli (28,6%) e Biella (28,0%) registrano un’incidenza delle imprese artigiane sul totale superiore alla media regionale (27,1%).

Analizzando, infine, la dinamica esibita nel corso del 2023 dalle diverse realtà provinciali, si segnala una crescita della base imprenditoriale artigiana per Cuneo (+0,76%), Asti (+0,28%) e Torino (+0,16%). Alessandria (-0,31%), Verbania (-0,42%), Vercelli (-0,70%) e Novara (-0,79%) scontano flessioni contenute, mentre Biella registra una diminuzione più marcata (-2,48%).




Confartigianato Imprese Piemonte, CNA Piemonte e Casartigiani Piemonte: ‘Accelerare programma Transizione 5.0 e iter Legge Annuale MPMI’

Confartigianato, CNA e Casartigiani nell’audizione sul Def davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, hanno giudicato “poco condivisibile”, seppur motivata dall’incertezza sull’applicazione delle regole del nuovo Patto di stabilità europeo, la scelta del Governo di non presentare al Parlamento il quadro programmatico, in quanto è indispensabile fornire a imprese e cittadini prospettive e fiducia.

In una fase di debolezza della congiuntura economica è necessario dare impulso agli investimenti privati per mantenere le imprese sul sentiero della crescita. Sono state indicate in sede nazionale le azioni e gli interventi per consentire al Paese di crescere. Occorre accelerare il programma Transizione 5.0, che può contare su una cospicua dote di risorse per accompagnare il sistema produttivo verso le sfide della doppia transizione, digitale ed ambientale, anche grazie al sostegno ai progetti di autoproduzione energeticaDi fondamentale importanza è la realizzazione del Pnrr. Il piano sta procedendo a rilento, rispetto alla spesa di circa 80 miliardi prevista per il 2023 si è speso circa la metà. Spendere quest’anno almeno 20 dei 40 miliardi non impiegati, darebbe un impulso importante all’economia, soprattutto nell’ambito degli investimenti pubblici e delle infrastrutture”, afferma Giovanni Genovesio, Presidente di CNA Piemonte.

Per Confartigianato Imprese Piemonte, CNA Piemonte e Casartigiani Piemonte il sostegno agli investimenti richiede di rifinanziare al più presto la legge Sabatini che rischia di dover sospendere l’accoglimento delle domande. Inoltre è necessario che venga abbassata sensibilmente la soglia minima degli investimenti nella ZES Unica, oggi fissata a 200mila euro, per accelerare la spesa e consentire anche alle imprese di piccola dimensione di contribuire allo sviluppo delle economie del mezzogiorno.

Bisognerà anche adottare il piano nazionale per la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali prevista dalla direttiva Case Green di recente approvazione. Occorre un programma di medio termine, che individui obiettivi, priorità e risorse per accompagnare l’attuazione della direttiva, favorendo una ordinata qualificazione dell’offerta e della domanda.

Stiamo attendendo con trepidazione la “Legge annuale” dedicata alle mPmi, nella quale definire meglio strumenti e indirizzi programmatici dedicati a creare le condizioni di ambiente e contesto realmente favorevoli alla nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle micro, piccole e medie imprese del territorioInfine come Confederazioni dell’artigianato sottolineiamo l’importanza che l’UE riesca a imprimere un impulso positivo alla crescita tornando a pensare (come è stato fatto per Next Generation EU e SURE) a misure di sostegno e accompagnamento dell’economia che non siano fatte soltanto di regole e scadenze” ha dichiarato Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte

Gli obiettivi e le scadenze legati, ad esempio, al cosiddetto Green Deal europeo sono oggettivamente sfidanti, ma senza una politica economica e fiscale comune sarà altamente improbabile rispettarli.




Sì del Cal all’autonomia differenziata

All’unanimità il Consiglio delle Autonomie locali (Cal) ha dato parere favorevole alla proposta di delibera per il riconoscimento di un’autonomia differenziata della Regione Piemonte, in attuazione dell’articolo 116 della Costituzione: la proposta individua nuove materie su cui la Regione intende chiedere ulteriori competenze legislative e amministrative e integra con nuove funzioni quelle già oggetto di richiesta nella delibera approvata nella scorsa legislatura.

Nella seduta odierna, presieduta da Davide Crovella e alla quale è intervenuto il vicepresidente della Regione Fabio Carosso, l’assemblea, tenuto conto delle osservazioni di Anci, Anpci, Uncem, Città metropolitana e Legautonomie, ha valutato con favore le richieste contenute nel testo presentato dalla Giunta regionale di una maggiore autonomia in ambito sanitario, ambientale, scolastico così come in tema di infrastrutture, che consentirebbe un intervento diretto da parte della Regione e una maggior disponibilità di risorse.

Tra le richieste pervenute in particolare da Anpci, c’è quella di riservare attenzione alle politiche di sviluppo e promozione dei piccoli comuni di tutto il territorio, non solo delle aree montane.

Parere favorevole all’unanimità anche rispetto all’altro punto all’ordine del giorno, la proposta di legge che modifica le attuali disposizioni in tema di servizi necroscopici, introducendo la possibilità di trasportare la salma dal luogo del decesso a quello per il commiato anche in comuni di altre regioni e che il trasporto possa avvenire entro 24 ore dal decesso indipendentemente dell’accertamento di morte, ma comunque con certificazione del medico curante o convenzionato con il sistema sanitario nazionale.