Crolla l’artigianato, in Piemonte 662mln persi in un solo mese

Almeno 7 miliardi di euro. A tanto ammonta la stima della perdita di fatturato che a livello nazionale le imprese artigiane subiranno in questo mese di chiusura a causa del Coronavirus (dal 12 marzo al 13 aprile 2020). A fare i conti è stato l’Ufficio studi della CGIA.

I comparti più colpiti sono anche quelli più rappresentativi di tutto il settore: le costruzioni, ad esempio, vedranno una flessione del fatturato di 3,2 miliardi (edili, dipintori, finitori di edifici, etc.) la manifattura di 2,8 miliardi (metalmeccanici, legno, chimica, plastica, tessile-abbigliamento, calzature, etc.) e i servizi alla persona di 650

1 milioni di euro (acconciatori, estetiste, calzolai, etc.) .

“L’artigianato rischia di estinguersi, o quasi, in particolar modo nelle piccole città e nei paesi di periferia, molte attività – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – a fronte dell’azzeramento degli incassi, degli affitti insostenibili e di una pressione fiscale eccessiva, non reggeranno il colpo e saranno costrette a chiudere. Se la situazione non migliorerà entro la fine del prossimo mese di maggio, è verosimile che entro quest’anno il numero complessivo delle aziende artigiane scenderà di almeno 300 mila unità: vale a dire

1 La stima della perdita di fatturato è stata costruita a partire dal fatturato di ciascun settore ATECO, calcolando la perdita di fatturato sulla base dei giorni di chiusura di ciascuna attività a partire dal 12 marzo fino al 13 aprile 2020 che il 25 per cento delle imprese artigiane presenti in Italia chiuderà i battenti”.

Una situazione, quella che sta vivendo l’artigianato in queste settimane, molto difficile che si sovrappone ad un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Tra il 2009 e il 2019, infatti, le aziende artigiane che hanno chiuso definitivamente sono state poco meno di 180 mila (per la precisione 178.664), pari al -12,2 per cento. Se nel 2009 lo stock era pari a 1.465.949, al 31 dicembre dell’anno scorso il numero è sceso a 1.287.285. La regione che ha subito la flessione più elevata è stata la Sardegna (-19 per cento).

“Quasi il 60 per cento della contrazione delle imprese artigiane registrata in questi ultimi 10 anni – fa notare il segretario Renato Mason – riguarda attività legate al comparto casa. Edili, lattonieri, posatori, dipintori, elettricisti, idraulici, etc. hanno vissuto anni difficili e molti sono stati costretti a gettare la spugna. La crisi del settore e la caduta verticale dei consumi delle famiglie sono stati letali. Certo, molte altre professioni artigiane, soprattutto legate al mondo del design, del web, della comunicazione, si stanno imponendo. Purtroppo, le profonde trasformazioni in atto e la drammatica crisi che vivremo nei prossimi mesi cancelleranno molti mestieri che hanno caratterizzato la storia dell’artigianato e la vita di molti quartieri e città”.

Vecchi mestieri in via di estinzione

A fronte delle difficoltà che certamente si intensificheranno nei prossimi mesi, la CGIA ha elencato 25 vecchi mestieri artigiani che, già in forte agonia, rischiano di scomparire definitivamente dalle nostre città e dai paesi di campagna, o professioni che sono in via di estinzione a causa delle profonde trasformazioni tecnologiche in atto. Essi sono:

          • Arrotino (molatore o affilatore di lame);
          • Barbiere (addetto al taglio dei capelli su uomo e alla rasatura della barba);
          • Calzolaio (riparatore di suole, tacchi, borse e cinture);
          • Casaro (addetto alla lavorazione, preparazione e conservazione dei latticini);
          • Canestraio (produttore di canestri, ceste, panieri, etc.)
          • Castrino (figura artigianale tipica del mondo mezzadrile con il compito di castrare gli animali;
          • Ceraio (produttore di torce, lumini e candele con l’uso della cera);
          • Cocciaio (produttore di piatti, ciotole e vasi);
          • Cordaio (fabbricante di corde, funi e spaghi);
          • Corniciaio;
          • Fotografo;
          • Guantaio (produttore e riparatore di guanti);
          • Legatore (rilegatore di libri);
          • Norcino (addetto alla macellazione del maiale e alla lavorazione delle carni);
          • Materassaio (colui che confeziona o rinnova materassi, trapunte, cuscini, etc.);
          • Mugnaio (macinatore di grano e granaglie);
          • Maniscalco (addetto alla ferratura dei cavalli, degli asini e dei muli);
          • Ombrellaio (riparatore/rattoppatore di ombrelli rotti);
          • Ricamatrice (decoratrice del tessuto con motivi ornamentali);  Sarto/a (colui o colei che confeziona abiti maschili o femminili);
          • Selciatore (addetto alla posa in opera di cubetti di porfido);
          • Sellaio (produttore di selle per animali);
          • Scopettaio (produttore di spazzole e scope);
          • Scalpellino (colui che sgrossa e lavora la pietra o il marmo con lo scalpello);
          • Seggiolaio (produttore o riparatore di seggiole impagliate).

Il COVID 19 ha costretto alla chiusura 6 artigiani su 10. Tornando alle chiusure imposte dalla legge in queste ultime 2 settimane a causa del COVID 19, sono 752.897 le imprese artigiane che sono state costrette a sospendere l’attività (pari al 58,5 per cento del totale); il conto sale a 799.462 se si considerano anche le attività per le quali è prevista la possibilità di fare solo somministrazione per asporto. A livello regionale si sono registrate punte del 65,6 per cento in Toscana, del 63,9 per cento in Valle d’Aosta e del 61,1 per cento in Umbria. Le realtà meno interessate dalla chiusura sono state la Basilicata (52,9 per cento), la Calabria (52,5 per cento) e infine la Sicilia (48,9 per cento).

Al Sud gli artigiani sono sempre meno

A livello territoriale è il Mezzogiorno la macro area dove la caduta è stata maggiore. Tra il 2009 e il 2019 in Sardegna la diminuzione del numero di imprese artigiane attive è stata del 19 per cento (-8.092). Seguono l’Abruzzo con una contrazione del 18,8 per cento (-6.788),

l’Umbria, che comunque è riconducibile alla ripartizione geografica del Centro, con – 16,2 per cento (-3.945), il Molise con il 16,1 per cento (-1.230) e la Sicilia con il -15,9 per cento, che ha perso 13.486 attività.

La stima della perdita del fatturato è stata costruita a partire dal fatturato di ciascun settore ATECO, calcolando la perdita di fatturato sulla base dei giorni di chiusura di ciascuna attività a partire dal 12 marzo 2020 e sino al 13 aprile 2020.

Si fa presente che:

– nelle stime sono stati utilizzati dei criteri prudenziali applicando, laddove le informazioni non erano disponibili per specifico comparto ATECO, il minimo dei valori tra i codici ATECO simili a quella attività;

– le perdite di fatturato stimate riguardano solamente le attività artigiane chiuse e quindi non tengono conto degli effetti/contrazioni subiti dalle attività aperte fino al 13 aprile 2020 (è palese che anche queste attività aperte subiranno infatti dei cali).

Pertanto le stime di perdita di fatturato artigiano (pari a 7,3 miliardi di euro) sono da intendersi di minima; ad esempio, ipotizzando che le attività aperte abbiano subito un calo del 30% nel mese di riferimento, la perdita di fatturato artigiano in Italia sfiorerebbe i 10 miliardi di euro.

Le imprese più colpite sono state ovviamente le categorie artigiane più rilevanti ovvero le costruzioni (3,2 miliardi di euro), la manifattura (2,8 miliardi di euro) e i servizi alla persona (650 milioni di euro).




COVID-19, Confagricoltura Piemonte : “Situazione grave e risposte inadeguate”

Servono in fretta interventi straordinari per il sostegno dei redditi, la gestione dei mercati e la liquidità delle imprese. Da Bruxelles arrivano risposte deludenti. Il commercio internazionale è fermo e  la recessione economica taglierà la domanda interna.

Il comparto vino, dopo un 2019 eccellente sul fronte dell’export è fortemente preoccupato per la prossima vendemmia

“Siamo preoccupati per le risposte che arrivano dall’Europa. Oggi l’agricoltura ha bisogno di interventi straordinari per il sostegno dei redditi, la gestione dei mercati, la liquidità delle imprese. Invece di fornire risposte eccezionali il Commissario europeo all’Agricoltura ha invitato gli Stati membri a procedere in ordine sparso, con gli aiuti a carico dei bilanci nazionali sotto pressione, o attingendo a fondi europei già assegnati all’agricoltura”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, manifesta tutto il suo disappunto per la scarsa incisività delle proposte dell’esecutivo di Bruxelles nel fronteggiare la crisi che sta vivendo la nostra agricoltura alle prese con l’emergenza COVID-19.

Il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti evidenzia che quella del Commissario europeo “è una visione limitata, priva di qualsiasi orizzonte. La crisi è profonda e non sarà di breve durata. E’ indispensabile mettere a punto un piano di accompagnamento dell’agricoltura almeno fino alla fine di quest’anno. La recessione economica taglierà la domanda interna e, secondo le recenti stime del WTO (Organizzazione mondiale del commercio), il commercio internazionale farà registrare nel 2020 una contrazione in volume di oltre il 10% nella migliore delle ipotesi. Va ricordato, al riguardo, che la UE è il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari”.

Le ripercussioni che si avranno sull’economia agroalimentare piemontese saranno significative. “L’anno scorso la nostra regione ha fatto segnare un ulteriore aumento dell’export agroalimentare – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – con un fatturato di circa 6 miliardi di euro: l’esportazione di vini ha fatto segnare un aumento delle vendite a doppia cifra. Oggi il comparto vitivinicolo è in sofferenza e occorrono risposte rapide, anche perché tra pochi mesi ci sarà la vendemmia: se non si interviene subito con risposte adeguate si rischia il tracollo”.

 




Si rafforza la collaborazione tra il Politecnico e l’Inail Piemonte

È stato firmato questa mattina il protocollo tra il Politecnico di Torino e la Direzione regionale Inail Piemonte la cui sigla, prevista per i primi di marzo, era stata rinviata per l’emergenza Coronavirus.

Nel frattempo, le parti hanno continuato a collaborare con altri autorevoli partner al Progetto guidato dal Politecnico “Imprese aperte, lavoratori protetti”, per consentire un rientro controllato ma pronto sui luoghi di lavoro e di aggregazione sociale per la fase 2 post lockdown da COVID.

Con la firma del documento le parti non solo consolidano la collaborazione già avviata ma sanciscono anche il loro impegno a realizzare insieme nuove attività per sviluppare ulteriormente, in un’ottica innovativa, progetti di prevenzione.

Il protocollo consiste in un accordo-quadro di durata triennale e prevede che Politecnico e Inail Piemonte, individuati gli ambiti di intervento, stipulino specifiche convenzioni (accordi attuativi) attraverso cui avviare progetti mirati per realizzare buone pratiche e soluzioni tecnologiche, scambiare informazioni, condividere prodotti informativi, avendo cura di divulgare i risultati di queste attività attraverso conferenze, seminari e workshop diretti a studenti, professionisti, aziende e operatori di settore.

Apposite iniziative potranno essere dedicate a migliorare la conoscenza dei rischi nello svolgimento delle attività lavorative, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese.

Uno dei punti più qualificanti dell’accordo quadro riguarda infine l’attenzione dedicata alla crescita tecnico-professionale del personale e all’attività formativa e informativa degli studenti del Politecnico, per la diffusione tra gli allievi dell’Ateneo delle conoscenze e delle logiche sottese alle tutele lavorative e della cultura della prevenzione, anche attraverso l’elaborazione di tesi di laurea, l’organizzazione di visite e stage didattici e/o lo svolgimento di esercitazioni. All’attività formativa universitaria potrà inoltre affiancarsi quella post-universitaria con l’attivazione di corsi di Dottorato di ricerca e di Master universitari.

Il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco commenta: “In un momento nel quale la sicurezza degli ambienti di lavoro assume dimensioni nuove e del tutto inattese, riteniamo che solo una stretta collaborazione tra tutti i soggetti in campo, a partire dai lavoratori e arrivando ai datori di lavoro, ai responsabili della sicurezza, ai soggetti cui compete la prevenzione e la vigilanza e a quelli che si occupano della ricerca, possa rendere fabbriche e uffici realmente protetti.

Grazie all’accordo con Inail Piemonte, con cui la collaborazione è già attiva da anni in numerosi settori, potremo garantire un ulteriore supporto alle imprese, in rapporto a un mondo del lavoro che sta evolvendo velocemente nelle professionalità richieste, nei modi di esprimerle e nelle problematiche di sicurezza sottese”.

Aggiunge il Direttore regionale Inail, Giovanni Asaro “In questi ultimi venti anni all’Inail sono stati attribuiti nuovi compiti che hanno consentito l’evoluzione del ruolo dell’Istituto da soggetto erogatore di prestazioni assicurative a soggetto attivo di protezione sociale, per tutelare i lavoratori non solo dopo il verificarsi di infortuni e malattie professionali, ma anche e soprattutto a partire dalla prevenzione di questi ultimi. Essenziale in quest’ottica è la diffusione capillare di una buona informazione e formazione, le sole che possono consentire, ora più che mai, di lavorare in sicurezza.

Per questa ragione – prosegue Asaro – l’Istituto ha sempre ritenuto fondamentale l’attivazione di accordi di collaborazione in ambito territoriale con gli Atenei, tra cui il Politecnico di Torino, eccellenza accademica di livello internazionale e polo di conoscenze tecniche di altissimo livello. Con la firma di questo protocollo potremo unire gli ambiti delle rispettive competenze ed esperienze per contribuire alla diffusione della cultura della prevenzione, con iniziative e soluzioni progettuali innovative, utili sia alle aziende che ai lavoratori, e alla disseminazione delle tematiche relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso la progettazione condivisa di attività formative di livello sia universitario, rivolte agli studenti del Politecnico, che post universitario, ad esempio attraverso corsi di Dottorato di ricerca e di Master”.

 

 

 

 




I° maggio, il video di Confartigianato Cuneo
 per dire:
“Il Lavoro è Dignità e Futuro”

“Il Lavoro è Dignità e Futuro”. Così si conclude il video che Confartigianato Cuneo ha lanciato in occasione del 1° maggio, Festa del Lavoro e dei Lavoratori, per raccontare la voglia di ripartenza degli imprenditori, duramente colpiti dalle problematiche conseguenti all’emergenza Corona Virus.

«Confartigianato Imprese Cuneo – spiega Luca Crosetto, presidente provinciale dell’Associazione – in questa giornata di festa vuole essere a fianco di imprenditori e lavoratori con un messaggio di speranza e di ottimismo. #PerUnaNuovaRipresa è la voce di quel Valore Artigiano, orgoglio del nostro Paese, con il quale costruire insieme un domani migliore».

Nel video, disponibile all’indirizzo cuneo.confartigianato.it/PerUnaNuovaRipresa e subito diventato virale sui canali social della Confartigianato, 23 artigiani di svariati settori e di tutta la provincia raccontano “perché” vogliono tornare a lavorare. E, con il loro lavorare, tornare a produrre ricchezza e generare occupazione sul nostro territorio.

Questi i “protagonisti” del filmato: Enrico Molineri, edile di Ceva; Enrico Frea, acconciatore di Cornegliano d’Alba; Ida Micca, acconciatrice di Cuneo; Eugenio “Poldo” Manzone, cuoco del ristorante “Il Portichetto” di Caraglio; Cinzia e Sandra Ricci e Massimo Coccalotto, del ristorante “Il Borgo” di Ormea; Bruno Cingolani del ristorante “Dulcis Vitis” di Alba; Giovanna Chionetti, pasticcera e gelataia di Villanova Mondovì; Annalisa Comino, estetista di Dogliani; Elisa Reviglio, tipografa a Racconigi; Marco Iannaccone, falegname di Bra; Paolo Campigotto, meccatronico di Bra; Bruna Besso Pianetto, sarta e stilista di Saluzzo; Luca Cirillo, fabbro di Robilante; Simona Marengo Martini, pasticcera a Clavesana; Nadir Giordano, videomaker di Peveragno; Gabriele Mainero, pasticcere a Villafalletto; Maria Teresa Rosso, estetista a Savigliano; Daniela De Conti, terzo settore sportivo a Savigliano; Riccardo Lavezzo, videomaker di Alba (contitolare, con il fratello Alberto, dell’azienda “Lavezzo Studios” che ha realizzato il filmato); Luca Vender, serigrafia e realizzazione magliette personalizzate a Fossano; Gigi Scaglia, allestimenti audio-video in eventi di Alba; Eraldo Abbate, autonoleggiatore ad Alba; Matteo Mancini, creazione e




Regione Piemonte: 10 milioni alle pmi per acquisire servizi specialistici

Tra gli strumenti che la Regione Piemonte mette in campo a favore del sistema produttivo per affrontare l’emergenza Coronavirus si inserisce lo stanziamento di 10 milioni di euro per le imprese che intendono acquisire servizi specialistici e qualificati per la ricerca e innovazione da infrastrutture di ricerca pubbliche e private.

“Con questo importante intervento – precisa l’assessore alla Ricerca e Innovazione, Matteo Marnati – vogliamo aiutare le imprese a sostenere le spese necessarie per migliorare e testare i propri prodotti, principalmente in ambito sanitario, per contrastare il contagio del virus ma anche in altri settori. Un altro passo avanti per far ripartire il Piemonte”.

Due le linee di sostegno:

  • 1 milione sulla linea “Emergenza Covid-19”, che prevede un contributo a fondo perduto da 1.500 euro a 10.000 euro a copertura del 100% dei costi sostenuti per la dichiarazione di conformità di dispositivi medici di protezione individuale (quali mascherine e camici da laboratorio) e per la produzione dei tamponi per i test di positività;
  • 9 milioni per l’acquisizione di servizi qualificati e specialistici di supporto alla ricerca, sviluppo e innovazione, finalizzati ad accrescere il grado di innovazione tecnologico delle pmi, grazie a un finanziamento a fondo perduto da un minimo di 20.000 euro a un massimo di 200.000 euro a copertura massima del 70% delle spese ammissibili.



Confartigianato Cuneo in prima linea con una raccolta fondi per le piccole imprese della Granda

La parola d’ordine è azione, immediata, rapida, efficace. Proprio dalla terra sabauda, spesso definita dei “bogia nen” per la sua pacatezza decisionale, parte un’iniziativa che fa dell’agire in tempi brevi il suo stigma principale, con l’obiettivo di portare nelle casse delle piccole imprese del territorio, prosciugate dall’inattività forzata, una liquidità istantanea, in grado di dare ossigeno alla loro sopravvivenza.

L’idea vede come soggetti promotori Confartigianato Imprese Cuneo, con le sue diecimila imprese associate, il Gruppo di opinione “Imprese che resistono”, fondato dall’imprenditore di Villafalletto Luca Peotta, che conta in Italia oltre tremila followers e la Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi con al suo attivo innumerevoli opere benefiche e raccolte fondi.

Intitolato “La Granda che riparte”, il progetto si prefigge di raccogliere nel giro di 15 giorni una somma di almeno 300/400 mila euro da destinare alle piccole imprese della Granda che si trovano in particolare difficoltà. La sua efficacia sta proprio nella celerità: due settimane di raccolta fondi, una settimana per la valutazione delle domande da parte di un’apposita commissione e subito la messa a punto del sistema erogativo.

Entro la prima decade di giugno le imprese cuneesi in situazione economica “fragile” che avranno partecipato all’apposito bando, consultabile dal 23 maggio p.v. sulle pagine de la Stampa e sul sito Internet www.specchiodeitempi.org, potranno vedere accreditato sul loro conto una somma di denaro, naturalmente a fondo perduto.

La raccolta parte con un “bottino” iniziale già consistente: centomila euro messi a disposizione dalla Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi, a cui Confartigianato Cuneo aggiunge quarantamila euro e altrettanti li offre la Banca Alpi Marittime, e diecimila euro arrivano dall’Associazione “Imprese che resistono”.

«Il nostro territorio basa la sua economia prevalentemente sulle piccole e micro imprese – spiega Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – che rappresentano oltre il 95% dell’intera Granda che produce. Sono proprio loro, le piccolissime aziende artigiane e commerciali ad essere le più colpite dall’emergenza del coronavirus. E a loro è andato il nostro pensiero e quello di Luca Peotta, con il quale ci siamo confrontati.

Di lì è partito il progetto, con il supporto di un ente terzo di notevole esperienza in iniziative di solidarietà, qual è la Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi, e il contributo di un primo istituto bancario, la Banca Alpi Marittime, al quale sono sicuro se ne affiancheranno presto molti altri. Abbiamo scelto una via veloce, senza vincoli troppi burocratici, che possa traghettare al più presto un po’ di denaro verso chi è più in difficoltà e magari non ha ancora ottenuto alcun sussidio».

Le imprese potranno aderire al bando nella settimana dal 23 maggio al 1° giugno. Una commissione di esperti valuterà tutte le domande ricevute e procederà nell’arco di pochi giorni alla ripartizione dei fondi raccolti.

«C’è bisogno di dare nuova vita al territorio – aggiunge il presidente Crosetto – e le nostre piccole imprese rappresentano il vero motore di una concreta ripartenza. In questo momento necessitano di un sostegno economico, che rappresenta non soltanto un aiuto materiale, ma anche psicologico.

Con la nostra iniziativa vogliamo veicolare un forte messaggio di speranza: questa raccolta fondi, ideata da Confartigianato Cuneo insieme ad Imprese che resistono, nasce dagli imprenditori per gli imprenditori e si propone di coinvolgere nel sostegno economico delle piccole imprese tutto il territorio e la sua comunità in uno grande sforzo corale per mantenere viva la nostra terra e traghettarla verso un futuro di ripresa».

Chiunque voglia essere parte di questa iniziativa potrà effettuare la sua donazione con tre diverse modalità: tramite carta di credito sul sito , oppure con un bonifico sul conto intestato a Specchio dei Tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino (IBAN: IT67 L0306909 6061 00000117 200, Banca Intesasanpaolo, con causale: «Bando Imprese Cuneo»), o infine sul conto corrente postale 1035683943, intestato a Specchio dei Tempi.




Confindustria Torino e ordine ingegneri, protocollo d’intesa per gestione cantieri

L’Associazione Imprese di Impianti Tecnologici dell’Unione Industriale di Torino (AIT) e l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa con l’obiettivo di collaborare sul tema della sicurezza nei cantieri, alla luce dell’emergenza Covid19.

Tale accordo avrà il compito di semplificare il dialogo tra imprese e professionisti, con particolare riferimento ai rapporti tra i soggetti coinvolti nella gestione dei cantieri in opera.

Il settore delle costruzioni edili e impiantistiche, infatti, è uno di quelli maggiormente toccati dalla complessità delle norme di sicurezza, nella fase di riapertura dopo il lockdown. Il Presidente di AIT, Carlo Antonio Gandini, sottolinea le difficoltà affrontate dalle imprese per far fronte ai maggiori costi derivanti dall’applicazione dei protocolli di sicurezza in cantiere: “Dalle stime effettuate presso i cantieri delle nostre associate, sono scaturiti numeri molto significativi, che abbiamo condiviso con l’amministrazione regionale e che sono stati utili a fornire una base oggettiva a quanto previsto nella deliberazione cosiddetta Riapri Cantieri“.

“I costi aggiuntivi” – prosegue Gandini – “nell’ordine del 12%, riguardano la revisione delle misure del piano di sicurezza del cantiere, l’incremento delle spese generali per l’appaltatore e l’incremento dell’importo contrattuale, a ristoro della perdita di produttività correlata all’applicazione di misure anti Covid”. Conclude: “Problematiche come questo aggravio di spese, unitamente alla necessità di bilanciare standard di sicurezza, qualitativi e sostenibilità economica, ci hanno portati a istituire questo nuovo strumento di dialogo con l’Ordine degli Ingegneri, nostri abituali interlocutori. Confidiamo che possa aiutarci a fornire risposte adeguate nell’immediato, mantenendo un canale privilegiato di collaborazione in futuro”.

Oltre all’adozione di linee guida comuni per la gestione delle problematiche condivise, il Protocollo prevede l’istituzione di un Tavolo di Lavoro permanente – composto da consulenti e funzionari dell’Unione Industriale e da referenti indicati dall’Ordine – che avrà il compito di rispondere a esigenze e difficoltà operative riscontrate sui cantieri, sia nella fase di allestimento che nell’esecuzione delle opere, al fine di individuare possibili soluzioni attraverso momenti di formazione e informazione rivolti a imprese, professionisti e stakeholder.

Questa prima diretta collaborazione tra l’Ordine e l’Associazione di Imprese di Impianti Tecnologici potrà, inoltre, contribuire alla definizione di soluzioni a nuove e non banali problematiche relative alla gestione di alcuni impianti: la questione della climatizzazione di ambienti, ad esempio, per cui le esigenze di tutela della salute imporranno di rinunciare a parte del ricircolo di aria. In molti casi è poi particolarmente complesso il bilanciamento tra la necessità di non penalizzare i consumi e la garanzia di mantenere standard elevati di sicurezza, con attenzione ai costi correlati.

 

“L’accordo stipulato tra l’Ordine e l’Associazione è l’espressione di una volontà condivisa volta alla promozione della cultura della sicurezza a 360 gradi”, afferma Alessio Toneguzzo, Presidente degli Ingegneri torinesi.

“Con questa firma ci assumiamo l’impegno di mettere a disposizione competenze, esperienza e capitale relazionale per un ambizioso obiettivo comune: condividere soluzioni per gestire situazioni complesse come, ad esempio, le misure anti-contagio COVID-19 nei cantieri e in altri luoghi di lavoro”, precisa il Presidente.

 




San Giovanni 2020 “Al cubo”: Torino, Genova e Firenze unite in una unica piazza virtuale

Il prossimo 24 giugno i festeggiamenti di San Giovanni, a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria Covid-19, non saranno organizzati in modo tradizionale, come nelle passate edizioni, bensì come un vero e proprio palinsesto TV e digitale su scala nazionale.

Le celebrazioni dedicate al patrono, infatti, si triplicano coinvolgendo tre tra le più belle città d’Italia: Torino, Genova e Firenze.

Nel rispetto del distanziamento sociale e del divieto di assembramento, gli spettacoli saranno fruibili attraverso TV e web e grazie a una piattaforma dedicata per coprire capillarmente tutte le iniziative delle città.

San Giovanni al cubo potrà contare anche sulla media partnership con la RAI.
L’evento vedrà per la prima volta insieme, in un’unica piazza virtuale, le tre città unite dallo stesso santo protettore e rappresentate dai loro personaggi culturali, musicali e istituzionali.

I cardini di San Giovanni ‘al cubo’ saranno festa, cultura e innovazione. La regia è affidata una firma eccellente a livello nazionale, Duccio Forzano, già autore di programmi e spettacoli di assoluto valore. A lui spetterà rendere armonico il ricco programma che toccherà alcuni tra i luoghi più iconici delle tre città. A Torino la Mole Antonelliana – sede del Museo Nazionale del Cinema e luogo di riferimento della manifestazione ‘Torino Città del Cinema 2020’ – e il Lingotto; a Genova i Palazzi dei Rolli – già patrimonio UNESCO – e il teatro Carlo Felice e a Firenze il Palazzo Vecchio – Salone dei Cinquecento – e l’Abbazia di San Miniato.

“Nonostante gli ostacoli legati alle particolari contingenze, abbiamo voluto condividere gli sforzi per disegnare un modo nuovo di celebrare il Santo Patrono – dichiarano la Sindaca di Torino, Chiara Appendino e l’Assessore all’Innovazione, Marco Pironti –. Abbiamo voluto trasformare i limiti indotti da questa emergenza in opportunità per valorizzare il patrimonio culturale e artistico torinese, facendo leva sulla vocazione innovativa che caratterizza da anni la nostra città. Siamo convinti che andare oltre la fisicità dei luoghi simbolo, cambiando prospettive e modalità di partecipazione, amplierà l’identità culturale e il senso di appartenenza dei cittadini.”

“Genova negli ultimi anni si è ritrovata spesso in piazza a festeggiare eventi di diversa origine e natura – affermano Marco Bucci, Sindaco e Barbara Grosso, Assessore alla Cultura -. A San Giovanni non potremo celebrare le nostre ricorrenze in maniera tradizionale ma unirsi a Torino e Firenze con in progetto multimediale darà un nuovo valore ad una giornata importante. Sarà un modo di mostrarci pubblicamente al Paese intero grazie anche alla collaborazione con la Rai. Un momento di grande livello che ci auguriamo possa essere ripetuto già il prossimo anno con il coinvolgimento delle persone nelle piazze. Un ringraziamento sincero ai sindaci e assessori di Torino e Firenze per aver collaborato con noi a questo progetto innovativo!”

“Una bella occasione per festeggiare San Giovanni unendo le nostre tre città nel segno della ripartenza e della rinascita – dicono il Sindaco di Firenze Dario Nardella e gli assessori alla Cultura Tommaso Sacchi e al Turismo Cecilia Del Re -. Un modo per rinnovare la tradizione attraverso l’innovazione, superando gli ostacoli legati alla pandemia e le sue limitazioni sociali, ma anche per vivere eventi live di assoluto valore attraverso i nuovi canali digitali. Un viaggio tra i simboli di Firenze e le sue evoluzioni per rilanciare una stagione duramente colpita, ma che può e deve riportare tradizioni e cultura al centro della vita cittadina”.

La festa sarà un grande spettacolo che si trasformerà in un abbraccio virtuale ‘al cubo’, mettendo insieme i contenuti artistici delle tre città che si potranno seguire attraverso un unico collegamento via streaming nel rispetto delle misure di sicurezza anti Covid-19.
Il programma completo sarà presentato nei prossimi giorni in una conferenza stampa dedicata.




Torino. Creazione d’impresa, un protocollo con la città di Rivoli

Favorire una politica per l’occupazione attraverso il rafforzamento delle capacità imprenditoriali e la nascita di nuove imprese e attività di lavoro autonomo e sostenere le piccole attività produttive del territorio in questa particolare situazione causata dalla pandemia: sono questi in sintesi gli obiettivi che hanno portato la Città metropolitana di Torino e la Città di Rivoli a sottoscrivere un protocollo d’intesa a favore della creazione d’impresa.
La Città metropolitana annovera fra le proprie funzioni fondamentali la promozione ed il coordinamento dello sviluppo economico e sociale; in coerenza con il proprio Statuto opera per la creazione, l’insediamento e la crescita delle imprese e delle attività produttive.
In particolare il Programma Mip – Mettersi in proprio, rappresenta da 25 anni il principale strumento attivato dall’Ente per il sostegno alla creazione d’impresa sul territorio: è costituito da un insieme articolato di azioni volte a diffondere la cultura imprenditoriale, a stimolare la nascita di idee d’impresa e valutarne la fattibilità, favorendo la creazione e lo sviluppo di nuove attività di successo.
La conferma della validità è stata anche certificata dall’interesse della Regione Piemonte che lo ha inserito e finanziato nell’ambito dei Programmi Operativi Regionali (POR) Piemonte del Fondo Sociale Europeo.
“Oltre al percorso del MIP, la Città Metropolitana promuove e gestisce la misura di agevolazione “Mip al Top” finanziata a livello nazionale dal Bando per la Riqualificazione urbana e la Sicurezza delle periferie, il cosiddetto Bando Periferie” ricorda il consigliere metropolitano delegato allo sviluppo Dimitri De Vita che sottolinea con favore l’impegno diretto del nostro Ente per la Città di Rivoli, che insieme ad altri Comuni della Zona Ovest di Torino da tempo favorisce lo sviluppo economico locale anche con iniziative proprie.
Ribadendo la necessità di predisporre interventi e servizi che favoriscano l’integrazione e il rafforzamento del sistema delle imprese locali, il Comune di Rivoli nell’ottica della semplificazione ha istituito il “Servizio Imprese“.
Ora con la sottoscrizione del protocollo tra Città metropolitana e Rivoli, comincerà un percorso di sensibilizzazione attraverso seminari informativi e di primo orientamento per gli aspiranti imprenditori e lavoratori autonomi, valorizzando in particolare l’esperienza maturata attraverso il Programma Mip – Mettersi in proprio che fra i suoi diversi servizi propone agli utenti un percorso di accompagnamento totalmente gratuito alla creazione d’impresa e al lavoro autonomo che si conclude con la redazione del business plan secondo le regole e le procedure previste dal MIP.
Il protocollo, che sarà sottoscritto dal consigliere metropolitano Dimitri De Vita e dal sindaco di Rivoli Andrea Tagaioli, è valido per un triennio fino a tutto il 2022.




Consiglio regionale: si valuta lo stop al distanziamento su bus e treni

Si lavora per lo stop al distanziamento sui bus e treni, se i passeggeri indossano la mascherina. È questa la richiesta che il Piemonte intende fare al Governo, ribadita oggi dall’assessore regionale Marco Gabusi rispondendo all’interrogazione di Domenico Rossi (Pd) sulla gestione del trasporto pubblico locale in Piemonte in vista del ritorno alla normalità post Coronavirus a partire dal ritorno delle ferie estive.

“Il tavolo predisposto è al lavoro per cercare di capire che cosa potrà accadere a settembre e in autunno. La speranza è che si decida di togliere l’obbligo di distanziamento anche sui bus e treni, così come fatto con i ristoranti dove sono stati ridotti i metri di distanza per i clienti. Naturalmente tutto dipenderà dall’andamento dei contagi. Rispetto allo scorso 4 maggio, siamo in una fase diversa: la metropolitana di Torino è al 45% di passeggeri, la ferrovia al 35-40%. Abbiamo già chiesto al Governo di eliminare il distanziamento a bordo perché pensiamo bastino le mascherine” ha detto Gabusi.

Per elaborare il piano di ritorno alla normalità di settembre, legato alle ripartenze del mondo scolastico e industriale, la Regione e l’Agenzia della mobilità piemontese hanno inviato in questi giorni una prima tranche di questionari ad aziende, associazioni di categorie e istituti scolastici.

L’obiettivo, come ha concluso l’esponente della Giunta, è elaborare un sistema di trasporto che risponda  alle esigenze degli enti ed utenti. A tal scopo sono anche stati aperti tavoli interdisciplinari.

 

Nel corso delle interrogazioni e interpellanze è stata fornita risposta anche agli atti ispettivi dei consiglieri Sean Sacco (M5s) sui servizi di Amag Mobilità nell’Alessandrino; e Alberto Avetta (Pd) sui disagi sulla linea ferroviaria Torino-Ivrea-Aosta, sulla crisi occupazionale alla LivaNova di Saluggia (Vc), sulla riattivazione dei tirocini e sul Piano Bul per ottenere la massima copertura della banda ultralarga.