Confindustria Torino: Premio Industria Felix e Rapporto PMI del Piemonte

Si è svolta  a Torino la 2a edizione dell’evento riservato alle imprese più competitive di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Industria Felix: le 62 aziende più performanti e affidabili a livello finanziario Rapporto Pmi Piemonte: cala il Pil dall’1,2% allo 0,6%

Sono 62 le migliori aziende più performanti a livello gestionale e affidabili a livello finanziario di Piemonte, Liguria e Valle d’Asta. Le imprese competitive sono state premiate questa mattina nella sede dell’Unione Industriale Torino in occasione della seconda edizione di Industria Felix –

Il Piemonte, la Liguria e la Valle d’Aosta che competono, organizzata dal trimestrale nazionale di economia e finanza Industria Felix Magazine diretto da Michele Montemurro, in collaborazione con Regione Piemonte (Por Piemonte – Fse 2014/2020), Cerved, Università Luiss Guido Carli, A.C. Industria Felix, col patrocinio di Confindustria, Unione Industriale Torino, le media partnership di Ansa, Il Sole 24 Ore e con le partnership di Banca Mediolanum, Mediolanum Private Banking, Sustainable Development, Lidl Italia, FundCredit e Studio Legale Iacobbi.

 

Qui di seguito l’elenco delle 62 aziende premiate.

PIEMONTE. Alessandria: Metlac, Prisma Impianti, Star, Vezzani. Asti: Format, Gestione Ambientale Integrata dell’Astigiano, Il Panate’ di Mario Fongo & C., Valbormida, Vernay Italia. Cuneo: Beco, Golosità dal 1885, S.p.a.r., Siscom, Tomatis Lamiere, Wartsila Apss.

Novara: Brilliantrees, Procos. Torino: 2A, Blue Engineering, Cultraro Automazione Engineering, Demap, Dylog Italia, Fiat Powertrain Technologies Industrial, Fiorentini Alimentari, Gineprudue Coop di solidarietà, M.P.E., National Molding Italia, Olicom International, Sistemi, Thirdfloor. Verbano: Aldo Valsecchi, Emisfera, Mechatronyx, Zinox Laser.

Vercelli: B.R.V. Bonetti Rubinetterie Valduggia, Diasorin, Gallazzini, Officine Arfino. LIGURIA. Genova: Coop. Soc. Il Rastrello, Deref, Docks Lanterna, Everton, Lisi Arredamenti, Piam Farmaceutici, Silky, Softjam, Unistara. Imperia: Cantieri di Imperia. La Spezia: Dott. Ing. Mario Cozzani, Eurocolor 2000, La Spezia container terminal, San Lorenzo. Savona: Bombardier Transportation Italy, Coop Liguria, Infineum Italia. VALLE D’AOSTA. Aosta: Av Pluda, C.V.A., Hotel Bellevue Cogne, Industria servizi ecologici, Les Aigles, Nuova auto alpina, Valdostana impresa costruzioni.

Nel corso dell’evento, moderato dallo scrittore e capostruttura Rai Angelo Mellone, sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino, il presidente dell’UiT Dario Gallina, il presidente di Confindustria Valle d’Aosta Giancarlo Giachino, per Banca Mediolanum il senior manager dell’Investment banking Marco Gabbiani e il private banker Francesco Mecca, i ceo di Sustanaible development Michele Chieffi e di FundCredit Claudia Catalano, l’avvocato Lorenzo Iacobbi dello Studio Legale Iacobbi e Guido Romano (Cerved) e Luca Pignatelli e Giancarlo Somà (UiT).

È stato presentato, inoltre, il Rapporto Pmi Piemonte 2020 realizzato da Cerved e UiT. Il 2018 si chiude per le imprese piemontesi con risultati meno brillanti rispetto a quelli del 2017: un anno che, da molti punti di vista, può essere definito eccezionale lungo il trend di lenta ripresa iniziata dopo la crisi 2007-2008.

Tra il 2017 e il 2018, la crescita del Pil regionale è scesa dall’1,2% allo 0,6%, quella delle esportazioni (variabile cruciale per le pmi) dal +7,8% al -0,1% (in valore) e i risultati del 2018 e della prima metà del 2019 rallentano ma non modificano il percorso di graduale riallineamento alla situazione precedente la crisi, che riguarda gran parte dei parametri analizzati: demografia d’impresa, indicatori di bilancio, tempi di pagamento, profili di rischio.

In Piemonte sono state costituite 4.160 “vere” newco, il 3,1% in meno rispetto al 2018. Il dato è comunque allineato in termini assoluti alla media dell’ultimo triennio. La crescita registrata negli ultimi anni è stata favorita dall’introduzione delle Srl semplificate, che rappresentano il 39% delle nuove imprese.

Nel 2019 la dinamica piemontese è meno negativa di quella nazionale ma peggiore di quella del Nord- Ovest. Dopo il marcato calo registrato nel 2018, nel 2019 i fallimenti hanno fatto registrare un’impennata (+23%), rimanendo comunque a livelli ancora lontani dai picchi registrati durante la crisi.

Leggi il REPORT PMI PIEMONTE 2020

 




Revisione mezzi, CNA Piemonte: “Maggiore efficienza per garantire sicurezza”

CNA lancia un appello a Governo e Parlamento per costruire un efficace e moderno sistema di revisione dei veicoli in circolazione. CNA Piemonte considera questa iniziativa di interesse generale perché riguarda la sicurezza stradale e il rispetto dell’ambiente per tutti i cittadini-consumatori.

 

Il percorso di discussione con i legislatori, nato in Piemonte nel giugno del 2019, è già entrato nel dibattito nazionale grazie a una iniziativa di CNA che ora coinvolge tutta Italia, ma torna nella nostra regione per rilanciarsi e avviare una “fase 2”.

 

Infatti, si tratta di mettere mano al meccanismo delle revisioni dei veicoli in capo alle Motorizzazioni, oggi al collasso: una questione che solo in Piemonte ricade su oltre 8 mila imprese e circa 30 mila addetti.

 

“Noi continuiamo a insistere sulla richiesta di efficienza nel sistema di revisione perché lo consideriamo una garanzia per tutti. E’ uno dei modi coi quali, infatti, possiamo garantire il rispetto dei requisiti di sicurezza, silenziosità e adeguamento ai limiti ambientali di tutti i mezzi in circolazione. Siamo promotori di un’iniziativa che consideriamo di interesse generale per tutti i cittadini-consumatori”, dichiarano Francesco Circosta, presidente regionale CNA Servizi alla comunità (autoriparatori) e Silvano Fani, presidente FITA Piemonte.

 

CNA Piemonte ha raccolto l’adesione al suo appello da parte dei Parlamentari piemontesi, degli Amministratori regionali e dei vertici delle Commissioni regionali trasporti e attività produttive. Si tratta di alleggerire le incombenze degli uffici della Motorizzazione verso le aziende di autotrasporto in modo che si possa potenziare, invece, il controllo anche su tutti gli altri mezzi che circolano oggi sulle nostre strade. Nella sola provincia di Torino, sono 13 i mesi di attesa per gli autotrasportatori che devono sottoporsi alle revisioni previste dalla legge.

Una problematica che è già stata al centro di una discussione in Parlamento, ma che oggi entra in un “position paper” col relativo appello dal titolo: “Il ruolo strategico dei centri di revisione per il rafforzamento della sicurezza stradale”.

Dopo la presentazione del documento, sono partite iniziative a livello territoriale per la raccolta delle sottoscrizioni. Si attende un ordine del giorno in Consiglio Regionale che approfondirà ulteriormente la situazione piemontese.

I primi firmatari dell’appello sono stati i parlamentari con i quali CNA Piemonte ha avviato l’approfondimento della questione fin dall’estate scorsa: Davide Gariglio (PD), Elena Maccanti (Lega Nord) a nome di tutti i parlamentari piemontesi della Lega, il consigliere regionale Ivano Martinetti  (M5S) per conto anche del deputato Paolo Romano e Roberto Rosso (Forza Italia).

L’Appello nazionale, ispirato dal lavoro avviato in Piemonte, elenca una serie misure per disegnare un efficiente sistema per le revisioni periodiche dei veicoli.

In particolare è urgente il decreto per estendere le attribuzioni dei centri di controllo privati alla revisione dei mezzi pesanti, compresi i rimorchi, azzerando le lungaggini burocratiche; rendere attuativa l’autorizzazione a tutte quelle operazioni di collaudo che già oggi i centri di controllo privati sarebbero in grado di assicurare; rafforzare il ruolo di supervisione generale degli uffici della Motorizzazione; dare piena attuazione alla nuova disciplina sugli ispettori (responsabili tecnici) dei centri di controllo privati.

Nell’ambito della discussione sui centri di revisioni si è colta l’occasione per affrontare alcune delle principali criticità del settore dell’autotrasporto. Tra queste, sono state identificate come priorità la necessità di risolvere i problemi dei costi minimi di sicurezza, della concorrenza degli operatori esteri e della carenza di autisti. E’ stata avanzata, inoltre, la richiesta di una specifica audizione in commissione trasporti del Consiglio Regionale del Piemonte.




In Piemonte 7mila ragazzi hanno la patente per lo smartphone

Sono oltre 7mila gli studenti coinvolti, nell’anno scolastico 2019-2020, nel progetto “Un patentino per lo smartphone”, che promuove l’uso consapevole delle nuove tecnologie per prevenire rischi quali il cyberbullismo.

Lo ha annunciato l’assessore regionale all’Istruzione nel corso della riunione congiunta delle Commissioni Sanità e Istruzione che si è svolta questa mattina a Palazzo Lascaris nell’ambito dell’informativa sullo stato di attuazione della legge 2/2018, “Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”.

“Il progetto si rivolge alle prime delle scuole medie – ha aggiunto l’assessore – e coinvolge al momento oltre 250 docenti e circa 350 classi di un centinaio di scuole piemontesi attraverso un approccio multidisciplinare che occupa docenti, studenti e famiglie”.

Si tratta, in particolare, di percorsi formativi a carattere tecnico, normativo ed educativo rivolti agli insegnanti, cui tocca il compito di somministrarli agli allievi. Al termine del progetto, dopo una verifica delle competenze acquisite, gli alunni ricevono il patentino nell’ambito di una cerimonia pubblica.

Sono intervenuti, per richieste di spiegazioni e approfondimenti, esponenti dei gruppi Moderati, Lega, Pd e M5s.

La Commissione ha poi espresso all’unanimità parere preventivo favorevole alla proposta di delibera della Giunta in merito alla definizione della composizione, delle funzioni e delle modalità di funzionamento del Tavolo tecnico regionale su bullismo e cyberbullismo, previsto dall’articolo 6 della legge 2/2018. I componenti vi opereranno a titolo gratuito.

Si prevede che il Tavolo sia coordinato dal responsabile del Settore Politiche dell’istruzione, programmazione e monitoraggio delle strutture scolastiche della Direzione regionale Istruzione, formazione e lavoro.

Che sia composto fino a tre rappresentanti rispettivamente della Direzione regionale Istruzione, formazione e lavoro, Direzione regionale della Giunta e Direzione Coordinamento politiche e fondi europei e fino a quattro rappresentanti della Direzione regionale Sanità e welfare designati dalle proprie strutture di appartenenza.

Che rimanga in carica tre anni e il loro mandato duri fino all’approvazione della nomina dei nuovi componenti. Che possa avvalersi del supporto della Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza, del Corecom e dell’Osservatorio regionale permanente per la prevenzione dei bullismi istituito presso l’Ufficio scolastico regionale.

Il Tavolo tecnico – tra le sue varie funzioni – collaborerà nel predisporre il Piano regionale degli interventi per prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo e nel monitorarne l’attuazione; supporterà la Giunta regionale nell’individuare le linee guida per la promozione di progetti di coordinamento delle iniziative formative sull’uso consapevole della rete e dei social network; collaborerà all’elaborazione dei criteri per l’emanazione del bando annuale per il finanziamento dei progetti e individuerà percorsi per la prevenzione del disagio scolastico.




Welfare aziendale, Confindustria Asti: costituita Rete Astigiana

Il tema del welfare inteso come insieme di beni e servizi in ambito assistenziale, educativo, previdenziale, ricreativo che il datore di lavoro mette a disposizione dei propri lavoratori e relativi familiari, è un argomento di sempre maggiore interesse nell’ambito del mondo del lavoro e costituisce uno dei uno dei pilastri portanti di una politica aziendale che sappia conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del territorio di riferimento, una politica che può essere definita con il termine di Responsabilità Sociale d’Impresa.

 

Alcuni fra i principali attori del panorama economico del territorio astigiano il 20 febbraio u.s. hanno firmato presso la sede dell’Unione Industriale della provincia di Asti un protocollo di intesa volto a costituire una Rete Astigiana per il benessere dei lavoratori e dei cittadini avente l’obiettivo la promozione delle politiche di welfare aziendale e territoriale finalizzate a permettere una migliore conciliazione e condivisione del tempo di vita/lavoro, l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, lo sviluppo sostenibile dei territori, la crescita dell’occupazione con attenzione alle pari opportunità e alle politiche di inclusione, e condizioni generali di benessere per tutta la popolazione .

 

L’accordo è stato siglato dall’Unione Industriale della Provincia di Asti, dalle locali organizzazioni sindacali dei lavoratori CGIL, CISL e UIL, dalla Camera di Commercio di Asti, dal Comune di Asti, dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Asti, dalla Consigliera di parità della Provincia di Asti , dal Consorzio Co.Al.A, ed alcune delle aziende del territorio della nostra provincia.

 

L’accordo impegna i firmatari a diffondere le politiche di welfare presso imprese e lavoratori, sottolineandone i vantaggi economici e sociali; l’auspicio dei firmatari è quello di raccogliere un numero sempre maggiore di imprese intenzionate ad adottare modelli aziendali innovativi in grado di contribuire al benessere dei propri lavoratori e delle loro famiglie.

L’accordo sottoscritto si inserisce a pieno titolo in una strategia che opera in un quadro di politiche integrate, che coinvolge tutti gli attori pubblici e privati, e consiste nel coniugare politiche sociali, politiche del lavoro e sviluppo economico, puntando alla coesione sociale come driver di sviluppo territoriale;

Fra i principali obiettivi della neo-costituita Rete Astigiana per il benessere dei lavoratori e dei cittadini :

  • Costituire una rete di welfare territoriale composta dal più ampio numero di soggetti, pubblici e privati che operano nei servizi di utilità sociale, servizi di educazione ed istruzione, servizi di assistenza a familiari anziani e non autosufficienti
  • Stimolare le imprese ed i lavoratori ad usufruire di un welfare territoriale che oltre a fornire vantaggi fiscali e contributivi ai diretti interessati (Imprese e lavoratori) possano costituire un volano per lo sviluppo delle attività degli erogatori di servizi welfare del territorio

Per il raggiungimento di questi obiettivi, la Rete Astigiana per il benessere dei lavoratori e dei cittadini promuoverà la sottoscrizione di apposite convenzioni e accordi con gli enti pubblici e soggetti privati operanti sul territorio ed erogatori di servizi di welfare.

Le convenzioni così stipulate verranno diffuse presso le aziende ed i lavoratori interessati per permettere la massima diffusione dei piani di welfare.

 




Ritardi pagamenti P.A. I Comuni del Piemonte saldano le fatture a imprese in 39 giorni di media

I Comuni del Piemonte saldano le fatture alle imprese e ai professionisti, con una media di 39 giorni, fuori dai termini di legge, infatti il limite imposto dalla Direttiva Comunitaria sui pagamenti 2011/7/UE – recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2012 n.192, impone 30 giorni come termine ordinario di pagamento per tutti i settori della PA.

Analizzando la velocità di pagamento dei Comuni del Piemonte: il 47,2% pagano entro i 30 giorni, il 42,4% entro i 60 giorni, 8,3% arrivano a 90 giorni e 1,9% tocca i 180 giorni e lo 0,2% va oltre i 180 giorni.

Nel I° semestre del 2019, le Amministrazioni Locali piemontesi hanno pagato parcelle per oltre 937milioni di euro.

E’ questo ciò che emerge dall’ultima analisi sui “Tempi di pagamento dei Comuni nel I° semestre 2019”, realizzata dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese, su dati MEF dei primi 6 mesi dell’anno appena concluso.

Secondo Confartigianato Imprese, per il peso dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione verso le imprese fornitrici di beni e servizi, nel 2018 l’Italia detiene il record negativo in Europa, con una quota pari al 3% del PIL, il doppio rispetto all’1,6% della media dei Paesi UE.

La corte di giustizia Ue condanna l’Italia per i ritardi degli enti pubblici nel saldare i propri debiti, a fronte della violazione della direttiva europea del 2011.

“La velocità media dei pagamenti che abbiamo rilevato non rispetta ancora i termini della direttiva comunitaria – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – infatti sono ancora tanti gli imprenditori piemontesi che ricevono i pagamenti oltre i 30 giorni, costringendoli ad attingere da risorse proprie o, peggio, ad indebitarsi con il sistema bancario.”

Al di là del dato regionale che con 39 giorni di media, sfora di 9 giorni il termine massimo previsto per legge per i pagamenti – continua Felici la nostra proposta è chiara: è sempre più necessaria la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese fornitrici della stessa PA”.

Dall’analisi regionale emerge come paghino entro il limite di legge, mediamente, solo la Valle d’Aosta (29 giorni), Friuli-Venezia Giulia (30 giorni), Sardegna (30 giorni) e Veneto (28 giorni). All’opposto i maggiori ritardi nei pagamenti si osservano per Calabria con 56 giorni, Umbria con 48 giorni, Molise 57 giorni,  Marche 41 giorni, Sicilia 45 giorni e Campania con 50 giorni.

Tra le province, sempre a livello nazionale, solo in un quarto di queste si registrano tempi medi di pagamento dei Comuni entro il limite di legge: le più virtuose sono la Provincia Autonoma di Bolzano con 20 giorni, Sondrio 24 giorni, Sassari 24 giorni, Bergamo e Verona con 25 giorni.

Nel I° semestre del 2019 le province del Piemonte: Cuneo ha pagato 136.231 milioni in 30 giorni, Novara 69.928 milioni in 25 giorni, Vercelli 44.073 milioni in 27 giorni, Torino 482.908 milioni in 43 giorni, Biella 34.948 milioni in 40 giorni, Verbano 50.704 milioni in 35giorni, Alessandria 79.078 milioni in 52 giorni e infine Asti 39.387 milioni in 46 giorni.

In un momento di grave crisi, che sta decimando le nostre imprese – conclude Felici – è vitale che la Pubblica amministrazione paghi il dovuto entro i termini stabiliti per Legge. Le micro e PMI artigiane per poter andare avanti e sopravvivere non possono attendere oltre quel limite, anche perché a loro volta devono pagare i fornitori, gli stipendi ai dipendenti e le tasse allo Stato, rispettando rigorosamente le diverse tempistiche”.

 

 




Finpiemonte: al via la richiesta di finanziamento agevolato e contributo a fondo perduto

Dalle ore 9.00 di martedì 18 febbraio 2020, sul sito  è possibile accedere alla nuova Misura “Sostegno agli investimenti per lo sviluppo delle imprese e per l’ammodernamento e innovazione dei processi produttivi”, per richiedere un finanziamento agevolato e un contributo a fondo perduto a sostegno degli investimenti delle Micro, piccole e medie imprese (Linea A) e Grandi imprese (Linea B), con almeno un’unità locale operativa attiva o in attivazione in Piemonte.

Gli investimenti, di importo almeno pari almeno a 25.000 euro, possono riguardare l’acquisto di macchinari, hardware e softwarearredi, beni strumentali al progetto di investimento; automezzi per trasporto di cose alimentati a combustibili tradizionali o a combustibili alternativi; opere edili; brevetti, marchi, licenze, diritti d’autoresistemi e certificazioni aziendali e di prodottoacquisto e/o costruzione di immobili da destinare all’attività d’impresa (importo non superiore a totale “spese principali”); avviamento d’azienda (max 35% spese principali); scorte (max 20% spese principali); spese per servizi (max 25% spese principali); spese generali (max 5% spese principali).

Le spese possono essere:
  • retroattive, cioè sostenute dall’11/4/2019 –> domande presentate fino all’11/04/2020 (massimo 30% del totale dei costi ritenuti ammissibili);
  • retroattive, cioè sostenute entro 6 mesi dalla data di presentazione della domanda telematica (massimo 30% del totale dei costi ritenuti ammissibili) –> nuove imprese (costituite da meno di 6 mesi rispetto alla data di presentazione telematica della domanda)
  • sostenute dopo l’invio telematico della domanda –> domande presentate dal 12/04/2020

L’incentivo consiste in:

Linea A
Prestito agevolato
a copertura del 100% delle spese ritenute ammissibili (70% a tasso zero e 30% fondi bancari o fondi Confidi)

Sovvenzione a fondo perduto

  • micro imprese: 10% della quota pubblica di finanziamento;
  • piccole imprese: 8% della quota pubblica di finanziamento;
  • medie imprese: 4% della quota pubblica di finanziamento.

LINEA B
Prestito agevolato a copertura del 100% delle spese ritenute ammissibili (70% a tasso zero e 30% fondi bancari)

Iter delle domande
Le domande possono essere inviate sito , a partire dalle ore 9.00 del 18/02/2020. La procedura di presentazione delle domande è “a sportello”. Entro 5 giorni lavorativi dall’invio telematico della domanda, il file di testo della stessa, messo a disposizione dal sistema a conclusione della compilazione online, deve essere trasmesso a Finpiemonte, insieme agli allegati obbligatori, via PEC  previa apposizione, sul modulo di domanda, della firma digitale del titolare o del legale rappresentante dell’impresa.

Dal 18 febbraio al 20 aprile 2020, 
in deroga al Bando, è possibile inviare la domanda inserendo, a completamento degli allegati obbligatori previsti, la “lettera di disponibilità dell’intermediario cofinanziatore a deliberare”, anziché la delibera.

Vai alla pagina di dettaglio della Misura




A febbraio 2020 rallenta la domanda di lavoro delle imprese piemontesi

Sono circa 23.810 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per febbraio 2020, 2.100 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-8,1%). L’81% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre solo il 19% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze.

Nel 40% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 37% a gennaio 2019), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 60% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre febbraio-aprile 2020 le entrate stimate raggiungeranno le 67.420 unità, circa 9mila unità in meno rispetto a quanto previsto nello stesso periodo del 2019.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Delle 23.810 entrate previste in Piemonte nel mese di febbraio 2020 il 16% è costituito da laureati (in crescita rispetto al 18% di gennaio 2019) e il 34% da diplomati; le qualifiche professionali rappresentato il 32% mentre il 19% è riservato alla scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda la dinamica settoriale sono, ancora una volta, i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (69%, con una lieve crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), in particolare il commercio, il turismo e i servizi alle persone.

Il comparto manifatturiero, che genera il 23% della domanda di febbraio 2020, registra un calo di 1.510 unità rispetto a febbraio 2019. In diminuzione anche le entrate programmate dalle imprese delle costruzioni, che passano da 1.830 di febbraio 2019 a 1.760.

Il 21% delle entrate previste per febbraio 2020 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (20%) e analoga a quanto previsto nel febbraio 2019 a livello regionale (21%), il 31% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 37% riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei servizi e l’11% professioni non qualificate.

Il nuovo anno prosegue, inoltre, all’insegna di una più elevata difficoltà di reperimento del personale. In 30 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, a febbraio 2019 incontrava difficoltà di reperimento il 29% delle aziende. Le professioni più difficili da trovare nel periodo considerato, sono gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, le professioni specifiche nei servizi di sicurezza, vigilanza e custodia e gli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta.

 




Fondi europei, la giunta regionale dichiara l’overbooking del Fesr

E’ una sorta di “overbooking”, cioè un utilizzo di risorse superiore a quelle a disposizione, contando sul recupero degli avanzi dei fondi europei non spesi dalle altre regioni.

Lo ha annunciato parlando del Fesr il presidente della Giunta regionale  in Prima commissione, in occasione dell’esame della legge di bilancio e del Defr.

Il presidente ha spiegato che per il Fesr, il fondo più incisivo sullo sviluppo della regione, la dotazione della programmazione in corso è di 965 milioni, ma sono stati impegnati 1,103 mld di euro perché pensa di recuperare le risorse non spese da altre Regioni per i loro fondi europei.

Oltre 50 milioni sono poi frutto di rimodulazioni e andranno a sostegno del piano sulla competitività su misure in gran parte green: 10 milioni per la riduzione dell’impatto ambientale delle aziende;  12 milioni per riqualificare l’offerta turistica; 5 milioni  sui servizi al turismo.

Anche l’auto elettrica viene incentivata, attraverso il raddoppio delle risorse per i comuni che installano colonnine per la ricarica elettrica (+10 milioni); con 7 milioni vengono poi incentivati i privati a installare colonnine per la ricarica.

Altri 10 milioni andranno per l’acquisto di bus elettrici.

La rimodulazione utilizza le risorse di bandi sottoutilizzati. Per quanto riguarda la spesa già effettuata sul Fesr, nella graduatoria delle Regioni il Piemonte è a metà classifica, dentro i parametri fissati dalla Commissione europea.

Il presidente ha poi ricordato che nel Fse siamo primi in Italia, un merito già raggiunto in passato che dimostra l’efficienza della macchina regionale, ma anche di quanto il Piemonte sia una regione malata, che ha bisogno di questo fondo europeo per sostenersi.

Degli 882 milioni della dotazione sono stati impegnati 742, la spesa certificata è di 436 milioni.

Il Piemonte ha chiesto a Bruxelles la rimodulazione per recuperare risorse libere e investire tra l’altro 20 milioni per borse di studio universitarie, in modo da sgravare il capitolo di fondi propri.

A giugno il presidente prevede altri avanzi nel fondo per 18 milioni che potrebbero essere utilizzati per le borse di specializzazione in medicina. Un invito in tal senso è venuto anche dal capogruppo di Luv.

Per il Feasr, il presidente della Giunta ha parlato di una rimodulazione di 44 milioni che permette di finanziare le misure agroalimentari che per il 2020 non prevedevano fondi.

Sia il capogruppo PD che quello del M5s si sono detti disponibili ad avviare gruppi di lavoro, insieme con il presidente della Giunta, sui fondi europei e sul Fsc.

Durante la discussione sul bilancio sulle deleghe che attengono al presidente, dal M5s è venuto l’invito a stanziare maggiori risorse per i diritti civili.

Successivamente il vicepresidente della Giunta ha presentato linee guida del Dfr e tabella di bilancio sugli enti locali.




Ventisei milioni e mezzo di euro per il commercio piemontese per il triennio 2020-2022

L’obiettivo primario della Giunta è quello di creare innovazione e sostegno soprattutto per le piccole e medie attività commerciali, già messe a dura prova dalla crisi e dalla grande distribuzione.

L’assessore ha sottolineato come il commercio rivesta una forte valenza sociale per mantenere in vita i centri storici e le periferie: l’impegno è quello di dare vita ad un’azione congiunta tra pubblico e privato che preveda anche il riutilizzo delle strutture dismesse, il rilancio di quelle esistenti e un minimo consumo del suolo.

Tra le novità figurano poi l’istituzione dei Distretti urbani del commercio (Duc) e il miglioramento della rete distributiva dei carburanti nell’intento di una sempre maggiore sostenibilità. È poi stata anche annunciata la volontà di rivedere la legge regionale 28 “Disciplina, sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte” del 1999, ritenuta non più attuale.

Nello specifico dei numeri, per il Fondo unico per la competitività del commercio sono previsti 17 milioni di euro, dei quali 15 con la formula del finanziamento agevolato e i rimanenti a fondo perduto, mentre per gli esercizi di somministrazione la dotazione è di 230 mila euro annui.

Inoltre per le aree mercatali la cifra oscilla intorno al milione e mezzo annuo, mentre per quanto riguarda i Distretti urbani, per la loro istituzione sono stati messi a bilancio 500 mila euro per l’anno in corso e per il 2021, e 2 milioni per il 2022.

Sono intervenuti per chiarimenti esponenti di M5s, Pd, Luv e Moderati, mentre pieno sostegno alle linee programmatiche è stato espresso dalla Lega.

L’assessore ha quindi illustrato il Defr per l’altra sua competenza, il turismo, giudicato asse portante per lo sviluppo economico del Piemonte. Punto di forza da cui partire è la governance del sistema regionale delle diverse componenti locali: Atl, Dmo (la società regionale) e Pro loco. L’obiettivo è quello di adeguare la competitività turistica agli scenari attuali, puntando essenzialmente sulla promozione integrata delle nostre eccellenze, per attrarre più flussi di visitatori provenienti dalle altre regioni e dall’estero.

La filosofia, come ha sottolineato la rappresentante dell’Esecutivo, è quella del cosiddetto “turismo lento”, una modalità di viaggio che si è diffusa sempre di più negli ultimi anni in tutto il mondo. Si contrappone al turismo veloce, “mordi e fuggi”, rappresentato in particolare dalle dagli short break nelle grandi città.

L’idea del turismo lento prevede una valorizzazione della qualità dell’esperienza turistica e un’immersione del viaggiatore nella cultura locale del territorio, basandosi prima di tutto sul rispetto. La parte finanziaria del Turismo sarà affrontata nelle prossime riunioni di Commissione.

 




CNVV, si è svolto l’incontro “Anticipare il cambiamento: nuova sfida per la competitività delle imprese”

Riconoscere, analizzare e comprendere i cambiamenti della società prima ancora di quelli del mercato, perché li anticipano, adattandovisi più possibile con flessibilità e pragmatismo: è una delle chiavi attraverso cui le aziende possono mantenere la loro competitività senza rischiare di trovarsi impreparate di fronte a contesti operativi sempre più mutevoli e instabili.

L’incontro intitolato “Integrare la sostenibilità nel business: una nuova leva per la competitività” organizzato da Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) e The European House – Ambrosetti lunedì 17 febbraio 2020 nella delegazione Cnvv di Borgosesia ha dato molti spunti di riflessione e suggerimenti pratici, andando ben oltre le aspettative: guidati da Carlo Cici, Head of Sustainability Practice di The European House – Ambrosetti, imprenditori e manager presenti hanno compreso la necessità di trovare uno spazio, nella propria agenda, per un’analisi accurata, anche attraverso strumenti quantitativi, dei trend che stanno orientando la comunità globale come strumento prodromico per definire ogni strategia di sviluppo aziendale.

«Piuttosto che giudicare i cambiamenti, o addirittura cercare di resistere loro – ha spiegato il relatore – dobbiamo cercare di farvi fronte con lucidità. Con questo atteggiamento va inquadrato il tema della “sostenibilità”, che è a un tempo ambientale, economica e sociale e può diventare una leva decisiva per innescare nelle aziende un processo di miglioramento che tocca vari ambiti: dall’ambiente in senso stretto, alla salute e alla sicurezza sul lavoro, alla mobilità, alla logistica e ai consumi energetici, fino alla comunicazione efficace delle iniziative intraprese».

Argomento sempre più rilevante per le multinazionali e la comunità finanziaria, quello della sostenibilità deve diventare, secondo il relatore, un asse portante anche nelle strategie delle Pmi, con uno sguardo non solo all’interno della propria organizzazione ma a tutta la catena del valore e con indubitabili ricadute positive non solo a livello ambientale ma sulle pratiche di lavoro e di mercato, sui rapporti con i clienti e gli stakeholder, sulla governance e sul territorio di riferimento.

«Da un punto di vista operativo – ha aggiunto Cici – l’integrazione della sostenibilità nel business deve passare attraverso l’attivazione di un vero e proprio “decalogo”, che implica il porsi in una dimensione di trasformazione continua individuando alcuni mega-trend che interessano direttamente la propria azienda e raccogliendo gli indicatori di riferimento e le azioni intraprese dai “leader” a livello globale.

Una volta definiti gli obiettivi da perseguire e le azioni concrete da compiere si deve stimarne l’impatto in modo effettivo e misurabile, per verificare se sia davvero opportuno investire in questa direzione, e poi immaginare i cambiamenti organizzativi necessari per la realizzazione del piano. Non è una sfida da poco, ma ripensare e ridefinire strategie e processi operativi è indispensabile per anticipare il cambiamento e non essere costretti a subirlo».

Nella seconda parte dell’incontro è intervenuto Stefano Brown, Sustainability Manager di Loro Piana Spa, che dopo avere sottolineato l’importanza di una storia aziendale molto solida in termini di valori orientati a responsabilità sociale e sostenibilità, da sempre praticati in forma volontaria e pionieristica, ha illustrato le strategie del gruppo relativamente a otto tematiche: cambiamenti climatici, trasparenza, veganismo e benessere animale, gestione dei rifiuti, inquinamento da plastica, impatto ambientale delle sostanze chimiche, cura delle materie prime e circolarità.