Dighe idroelettriche: consultazioni online entro il 18 marzo

Si tratta della prima forma di autonomia regionale in ambito energetico e di sviluppo di energia rinnovabile.

Così l’assessore regionale all’Energia ha presentato il Disegno di legge per l’assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico. Il provvedimento proposto dalla Giunta regionale è stato incardinato oggi dalle commissioni Terza e Quinta riunite in seduta congiunta.

Le commissioni hanno deciso di effettuare le consultazioni nella forma online, che dovranno terminare entro mercoledì 18 marzo. Il Ddl dovrà essere valutato anche dal Consiglio delle autonomie locali (Cal) per poi essere approvato entro la fine del corrente mese di marzo per non incorrere nelle procedure di infrazione.

La Regione dovrà riassegnare 67 concessioni che storicamente erano in capo allo Stato, si tratta del primo passo verso la gestione autonoma di dighe e invasi utilizzati per la produzione di energia.

Il dispositivo è composto da 23 articoli destinati a disciplinare il settore dopo il passaggio dal Demanio alle Regioni delle infrastrutture. Saranno però soltanto le concessioni superiori a 3.000 kw quelle da riassegnare con bandi di evidenza pubblica. Undici di queste sono scadute e le procedure di assegnazione dovranno partire entro il 2022, cioè a due anni dall’approvazione del Ddl passato all’esame del Consiglio regionale.

“Il meccanismo di apertura alla concorrenza a cui verrà sottoposta l’assegnazione in concessione della risorsa idrica e delle opere regionali risulta particolarmente innovativo rispetto al passato, in quanto sarà possibile inserire nei bandi specifici criteri di individuazione della migliore offerta” ha spiegato l’assessore.

Si tratta di un programma orientato in modo da ottenere miglioramenti nell’ambito della produzione di energia rinnovabile, della riqualificazione ambientale dei bacini a valle degli invasi, degli interventi di compensazione a beneficio dei territori interessati. La Regione prevede di dare risalto alla possibilità di favorire usi plurimi delle acque, ad esempio associando all’uso idroelettrico quello idropotabile e la rigenerazione dell’acqua mediante impianti di pompaggio.

 




Novara. Coronavirus, ecco cosa prevede l’ultima ordinanza del Sindaco

Nuova ordinanza del Sindaco di Novara Alessandro Canelli finalizzata a contenere la diffusione del Covid -19 per regolare l’utilizzo degli impianti sportivi comunali.

Ecco cosa prevede l’ordinanza:

“Negli impianti sportivi pubblici siti sul territorio comunale è consentito il solo svolgimento delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina nonché lo svolgimento degli allenamenti finalizzati alla partecipazione a competizioni sportive, purché gli atleti risultino iscritti alla data del 22/02/2020 a società sportive già presenti nella struttura ed a condizione che le attività si svolgano a porte chiuse con l’inibizione di qualsivoglia affluenza di pubblico, fatta salva la specifica autorizzazione a svolgere la competizione agonistica sportiva con libero accesso del pubblico di competenza delle Federazioni Sportive Nazionali”.

“Un’ordinanza, supportata dal parere sanitario dell’Asl e sentita la Prefettura di Novara, che nasce da un confronto con le società sportive (incontrate ieri sera) e alla luce di quanto emerso nella giornata di ieri – spiega il Sindaco di Novara Alessandro Canelli – quando nelle nostre strutture si è registrato un accesso consistente di atleti provenienti dalla vicina Lombardia, dove gli impianti sono rigorosamente chiusi.

Il Governo, nel decreto del Presidente del Consiglio, non ha considerato minimamente la vicinanza geografica del Piemonte e a maggior ragione del nostro territorio alla Lombardia, dove le disposizioni sono giustamente rigorose, così come non ha preso atto della mobilità continua e frequente tra le due Regioni per motivi di studio e di lavoro, ma non solo.

Da oggi fino a domenica, quindi, potranno accedere alle nostre strutture gli atleti delle società sportive già presenti nei nostri impianti, svolgendo regolarmente i propri allenamenti, senza pubblico.

Laddove ci siano disposizioni diverse da parte delle federazioni si possono svolgere attività agonistiche con libero accesso.

Chiediamo a tutti di continuare ad usare il buon senso dei giorni scorsi, quando le misure precauzionali adottate hanno dato incoraggianti risultati”.




Imprese femminili, in stallo il bilancio anagrafico nel 2019

A fine dicembre 2019 le imprese femminili con sede in Piemonte si attestavano a 96.591, in leggera diminuzione rispetto alle 97.137 di fine 2018.

Le aziende in rosa rappresentano una fetta importante del tessuto imprenditoriale regionale, raggiungendo una quota del 22,5% delle imprese complessivamente registrate in Piemonte; operano prevalentemente nei settori del commercio, dell’agricoltura e dei servizi alla persona; nell’11,0% dei casi sono guidate da straniere; e infine l’11,2% è amministrato da giovani imprenditrici: questo l’identikit delle imprese femminili in Piemonte.

Nel corso del 2019, il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha segnato la nascita di 7.026 imprese femminili, a fronte delle 7.477 che hanno, invece, cessato la propria attività (al netto delle cancellazioni d’ufficio): il saldo tra i due flussi è risultato, dunque, negativo per 451 unità, traducendosi in un tasso di crescita del -0,5%.

Sebbene il dato sia analogo a quello del sistema imprenditoriale valutato nel suo complesso (- 0,4%), l’imprenditoria femminile piemontese manifesta una maggiore vivacità, sia in termini di natalità (tasso del 7,3%, a fronte del 6,1% registrato per il totale delle imprese), che di mortalità (tasso del 7,7%, contro un 6,4%).

La dinamica mostrata dalla componente femminile del tessuto imprenditoriale piemontese appare, inoltre, in controtendenza rispetto a quanto osservato a livello complessivo nazionale (+0,6%).

“L’imprenditoria femminile riveste un ruolo fondamentale nell’economia del nostro territorio, mostrando una tenacia che sorprende da anni – commenta Ferruccio Dardanello, Vice Presidente vicario di Unioncamere Piemonte -. Il Sistema camerale dedica un’attenzione particolare alle imprenditrici, occupandosi di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria, promuovendo azioni per il miglioramento dell’accesso al credito per le imprese femminili, realizzando attività di formazione e indagini conoscitive per analizzare le dinamiche che caratterizzano il legame donna-impresa”.

Oltre un quarto delle oltre 96mila imprese guidate da donne svolge la propria attività nel commercio, seguito, a distanza ragguardevole, dalle attività dell’agricoltura, che concentrano il 13,9% delle realtà imprenditoriali, e dalle altre attività dei servizi, in cui trovano spazio le attività dei servizi alla persona, che convogliano l’11,9% delle aziende. Quote significative di imprese femminili operano, inoltre, nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (9,9%) e in quelle immobiliari (7,7%).

Valutando l’incidenza delle imprese femminili sul totale delle registrate per settore, si segnala l’importante specializzazione femminile delle altre attività dei servizi (oltre il 58,1% delle imprese è amministrato da donne), delle attività di alloggio e ristorazione e di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (in entrambi i comparti oltre tre imprese su dieci sono femminili).

Analizzando la dinamica espressa dalle imprese “in rosa” nel corso nel 2019 emerge come, a fronte di una lieve flessione complessiva, esistano rilevanti differenze settoriali.

Le imprese femminili hanno subito una consistente contrazione nel comparto agricolo (- 3,0%) e nel commercio (-2,5%). Stabili le imprese femminili del settore delle costruzioni e dell’industria manifatturiera (entrambe registrano un tasso di crescita pari a +0,1%). In crescita il dato del comparto turistico che comprende le imprese di alloggio e ristorazione (+1,2%), quello delle imprese in rosa degli altri servizi (+1,5%) e quello delle attività finanziarie e assicurative (+2,0%). Le attività immobiliari (+0,8%) registrano un tasso inferiore al punto percentuale. Le imprese femminili evidenziano, infine, i risultati più brillanti nel noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+3,9%) e nei comparti delle attività professionali scientifiche e tecniche (+3,2%).

L’analisi per forma giuridica assunta dalle imprese femminili piemontesi segnala, rispetto al sistema imprenditoriale nel suo complesso, una maggiore concentrazione di ditte individuali, che rappresentano il 66,6% delle realtà guidate da donne, a fronte di una quota del 56,4% osservata a livello complessivo regionale. Il 17,8% delle aziende “in rosa” si è costituito nella forma di società di persone (contro il 22,5% per il totale delle imprese), il 13,8% è una società di capitale (contro un 18,9% complessivo); mentre quasi 2 imprese su 10 assumono forme giuridiche diverse dalle precedenti.

Si rileva, anche per l’imprenditoria femminile piemontese, la tendenza al progressivo rafforzamento strutturale: nel 2019, infatti, la dinamica migliore spetta alle società di capitale, che registrano un tasso di crescita del 1,2%. Le società di persone scontano il risultato peggiore (-1,3%), le imprese individuali mostrano una lieve flessione (-0,4%), mentre le altre forme rivelano un tasso di sviluppo sostanzialmente piatto (-0,2%).

L’analisi territoriale rivela come la componente femminile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Alessandria (23,4%) e Verbania (23,0%). Ad Asti e Novara le imprese femminili rappresentano il 22,9% delle imprese provinciali, dato analogo si rileva per Vercelli (22,8%). L’incidenza delle imprese “in rosa” scende al 22,7% a Cuneo e al 22,4% a Torino. Biella registra la presenza relativa minore (20,7%).

Quanto alla dinamica esibita nel corso del 2019, si evidenziano variazioni seppur debolmente negative per la maggior parte delle province. I dati più critici riguardano Biella (-1,5%), Asti (-1,3%) e Cuneo (-1,3%). Stazionarietà si rileva per le imprese in rosa di Torino (+0,1%) e Verbania (+0,1%).




Torino. Coronavirus, rinviati i concorsi pubblici

Il Comune di Torino in considerazione del persistere della situazione di incertezza determinata dall’emergenza epidemiologica da “COVID-2019” ha rinviato le prove relative ai concorsi per Istruttore Amministrativo e Dirigente amministrativo, previste nel mese di marzo.

Le domande di ammissione alle prove pervenute al Comune di Torino provengono da tutta Italia.

La decisione dei rinvii è stata presa per adeguare i livelli di sicurezza e prevenzione a salvaguardia della salute pubblica definiti da direttive nazionali e regionali e, inoltre, per non precludere la possibilità di partecipare alle prove ai candidati che risiedono nella zone maggiormente interessate dall’epidemia coronavirus.

Le prove per il Concorso per la copertura di 100 posti da Istruttore Amministrativo Cat. C1 (SP 03/19), dove sono pervenute 14.455 domande, sono state rinviate al 9, 10, 11 giugno 2020 al Palazzo dello sport Gianni Asti (ex PalaRuffini) in via Viale Leonardo Bistolfi 10, Torino.

Le prove per il Concorso per la copertura di 12 posti da Dirigente-Area amministrativa (SP 04/19), dove sono pervenute 1.070 domande, sono state rinviate al 18 giugno 2020 ore 9.00 al Palazzo dello sport Gianni Asti (ex PalaRuffini) in via Viale Leonardo Bistolfi 10, Torino.

Inoltre, i colloqui per la Selezione per la copertura di 35 posti di Insegnanti Scuola materna (SP 02/19) sono rinviati a partire dal 16 marzo a Palazzo Civico.




La Prima commissione licenzia il Defr

La Prima commissione ha licenziato a maggioranza, insieme con la nota di aggiornamento, il Documento economico finanziario regionale (Defr).

Si articola in due sezioni: la prima disegna sinteticamente il contesto economico-finanziario e istituzionale di riferimento e gli obiettivi strategici della programmazione regionale in campo economico, sociale e territoriale; la seconda analizza la  situazione finanziaria della Regione.

Tutti i gruppi politici e l’assessore al bilancio hanno convenuto sulla necessità di aggiornare il documento alla luce dell’emergenza coronavirus e delle conseguenze che ha sul sistema economico-sociale piemontese.

Le opposizioni hanno chiesto aggiornamenti su diversi temi. L’assessore al bilancio ha precisato che il Piano per la competitività sarà la pietra miliare per la programmazione. Il Defr andrà in aula la prossima settimana.

Successivamente è iniziata la discussione generale sulla legge di stabilità e il bilancio 2020. Dai gruppi di minoranza è venuta la disponibilità a chiudere in tempi brevi l’iter dei due provvedimenti, data la situazione venutasi a creare con il coronavirus, purché si tengano in considerazione alcune proposte volte a reperire risorse da impegnare immediatamente nell’emergenza sanitaria, economica e sociale.

In particolare il gruppo Pd ha proposto di  spostare le risorse previste per il bollo auto sulla riduzione fiscale dell’Irap per le imprese maggiormente colpite, di avviare una grande campagna di promozione turistica quando l’emergenza sarà superata, congelando per questo le risorse previste per i piccoli comuni, da recuperare attraverso i fondi europei, e infine di ripristinare i cinque milioni per gli assegni di cura tagliati al torinese.

Il tema degli assegni di cura per Torino è stato ripreso anche dal gruppo M5s, che ha ribadito la sua disponibilità al confronto e a una rapida soluzione, parlando di un atteggiamento di responsabilità necessario di fronte alla situazione emergenziale.

Il gruppo della Lega ha registrato una volontà positiva da parte di tutti, ma ha difeso il finanziamento ai piccoli comuni perché rappresenta non solo un aiuto alle amministrazioni periferiche, ma anche una iniezione di risorse per le imprese e il tessuto economico locale. La Lega si è detta disponibile a un confronto che permetta interventi efficaci ma, di fronte alle risorse limitate della Regione, ritiene indispensabile un intervento corposo da parte del governo.

L’assessore al bilancio, dal canto suo, ha sottolineato che le risorse per affrontare l’emergenza ci sono, ma rimane disponibile a incrementarle, purché non si mettano in discussione le legittime scelte politiche della maggioranza che sono frutto di un percorso maturato nel tempo. Disponibilità  è stata anche data a istituire un tavolo di confronto sull’Irap, come chiesto dal gruppo di Luv.




Istituita una task force per la didattica online

In attesa di conoscere il DPCM ancora in aggiornamento per il contenimento della diffusione del Coronavirus, la Regione fa sapere di aver attivato da oggi una task force per eseguire un censimento delle scuole piemontesi che hanno già avviato l’attività online e per accompagnare quelle meno attrezzate nella transizione dalla didattica tradizionale a quella in rete.

L’organismo è costituito da Regione, consorzio TopIx, Miur, Csi Piemonte e della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo.

L’assessore ai Servizi Digitali fa sapere che rivolgerà domani una richiesta formale al governo per mettere subito a disposizione del Piemonte – attraverso un decreto urgente – le risorse risparmiate dalla posa della Banda Ultra Larga, somma che equivale a quasi 33 milioni.

Queste risorse – secondo l’Assessore – potrebbero essere utilizzate per le piattaforme pubbliche di formazione a distanza delle scuole medie superiori e inferiori oppure per l’attivazione dei voucher per servizi di connettività, allacciamento e pagamento dei canoni.

In accordo con l’Unità di Crisi e con l’assessorato alla Sanità, sarà inviata una richiesta a tutti i sindaci per verificare la possibilità di mettere a disposizione locali connessi alla rete dedicati agli studenti che non sono in possesso di strumenti digitali per seguire l’attività didattica. I locali dovranno essere conformi alle disposizioni di sicurezza per evitare la diffusione dei contagi da COVID-19. Il Csi Piemonte integrerà il numero verde della Regione con un servizio dedicato alle scuole.

Poter disporre di una banda larga moderna, efficiente e diffusa su tutto il territorio – aggiunge l’assessore regionale all’Istruzione – consentirebbe davvero al Piemonte di accelerare anche per quanto riguarda la scuola e l’istruzione. Situazioni di emergenza, come il coronavirus, dimostrano che l’alta velocità telematica può essere fondamentale anche per l’attività didattica, oltre che, ovviamente, per miriadi di altre applicazioni. Mi auguro che il governo accolga questa richiesta, che viene incontro alle esigenze anche di tanti territori ad oggi sostanzialmente isolati e che necessitano di una connessione veloce ed efficiente.




Coronavirus. Scuole chiuse da domani fino a metà marzo

Adesso è ufficiale, le scuole di tutta Italia saranno chiuse fino al 15 di marzo. A partire da domani. Lo ha annunciato il ministro Lucia Azzolina.

“So che è una decisione di impatto. Spero che i miei alunni tornino al più presto nelle scuole”.

Il premier Conte ha aggiunto: “Ci siamo questa mattina, tutti i ministri riuniti, per valutare un aggiornamento dell’emergenza sanitaria. Il professor Brusaferro – ha rivelato-, e il ministro Speranza, ci ha aiutato a capire qual è l’andamento della diffusione del contagio e ci ha fornito tutta una serie di valutazioni tecniche”. “E’ servito a tutti gli altri ministri per avere un aggiornamento a tutto campo”.




Coronavirus, i dati aggiornati della Protezione civile

Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.

Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 2.706 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 3.089 i casi totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono in Lombardia sono 1.497, 516 in Emilia-Romagna, 345 in Veneto, 82 in Piemonte, 80 nelle Marche, 31 in Campania, 21 in Liguria, 37 in Toscana, 27 nel Lazio, 18 in Friuli Venezia Giulia, 16 in Sicilia, 7 in Puglia e 7 in Abruzzo, 5 nella Provincia autonoma di Trento, 3 in Molise, 9 in Umbria, 1 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1 in Calabria, 2 in Sardegna e 1 in Basilicata.

Sono 276 le persone guarite. I deceduti sono 107, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.




Vinitaly, è rinvio: si farà dal 14 al 17 giugno

In considerazione della rapida evoluzione della situazione internazionale che genera evidenti difficoltà a tutte le attività fieristiche a livello continentale, Veronafiere ha deciso di riposizionare le date di Vinitaly, Enolitech e Sol&Agrifood dal 14 al 17 giugno 2020, ovvero nel periodo migliore per assicurare a espositori e visitatori il più elevato standard qualitativo del business.

Così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere in chiusura del Consiglio di amministrazione della Spa, riunitosi oggi. “Vinitaly, insieme ad OperaWine – ha proseguito il direttore generale – si terrà quindi in un contesto temporale in cui grandi eccellenze del made in Italy, quali Cosmoprof e Salone del mobile, per esempio, avranno il compito di rilanciare con forza l’attenzione dei mercati internazionali e l’immagine dell’Italia.

In questo frangente ringraziamo le aziende per la fiducia che ci stanno dimostrando”. La decisione è stata frutto di un’attenta analisi dei dati disponibili oltre che dell’ascolto delle posizioni degli stakeholder del mercato, incluse le principali associazioni di settore: Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federvini, Federdoc, Federazione vignaioli indipendenti e Alleanza delle Cooperative settore vitivinicolo.

“Lo spostamento a giugno di Vinitaly e di altre importanti manifestazioni internazionali nelle città di Milano e Bologna – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è un segnale che il made in Italy scommette su una pronta ripresa economica nei settori chiave del sistema-Paese.

Auspichiamo quindi che il nuovo calendario fieristico nazionale possa generare una rinnovata fiducia ed essere strumento con cui capitalizzare la ripartenza del nostro Paese”.

Veronafiere attiverà una task force per assistere i propri clienti in ogni ambito necessario alla riorganizzazione delle manifestazioni posticipate e in stretta collaborazione con le associazioni di riferimento predisporrà tutte le azioni di incoming necessarie a garantire la presenza di buyer e operatori professionali qualificati.

Sulle nuove date, inoltre, Confcommercio Verona e Cooperativa Albergatori veronesi hanno espresso massima disponibilità per favorire lo spostamento delle prenotazioni.

Nel 2021 Vinitaly sarà in calendario nelle sue date consuete (18-21 aprile); date che sono frutto dell’accordo con l’Union dei Grandi Cru di Bordeaux (UCGB) col quale dal 2013 c’è un accordo nato per incontrare le esigenze dei protagonisti del mondo del vino, buyer e stampa internazionale in particolare.

TUTTE LE NUOVE DATE DELLE INIZIATIVE DI VINITALY

  • 14-17 giugno 2020 – Vinitaly-Sol&Agrifood-Enolitech
  • 25 marzo 2020 – Vinitaly Design International Packaging Competition
  • 15-17 aprile 2020 -5StarWines / Wine without Walls
  • 8-12 giugno 2020 – VIA-Vinitaly Iternational Academy
  • 12-15 giugno 2020 – Vinitaly and the City
  • 13 giugno 2020 – OperaWine



Torino. On line il nuovo stradario interattivo

Il catasto metropolitano delle strade, un servizio rivolto a tutti i soggetti privati o pubblici che necessitano di reperire informazioni sulla viabilità provinciale, presente sul sito della Città metropolitana di Torino, ha una nuova veste, al passo con i più moderni strumenti web service di consultazione cartografica, come Google Maps e Bing Maps.

Con la release attuale, l’utente può interrogare lo stradario interattivo e verificare la collocazione di una strada e le progressive chilometriche o eseguire una ricerca per Comune.

Le prossime versioni, in uscita in rapida successione, consentiranno di avere informazioni sui Circoli di riferimento, sulle Zone omogenee e sui servizi responsabili della gestione della viabilità.

Nella sezione dedicata allo stradario inoltre sono possibili consultazioni cartografiche, download di immagini e file del territorio metropolitano o di porzioni di esso. Sono inoltre consultabili rappresentazioni tabellari dei dati viabili.

Obiettivo del nuovo format è la distribuzione di informazioni attinenti il patrimonio stradale della Città metropolitana di Torino.

L’Ente territoriale di area vasta infatti è da tempo impegnato nel digitalizzare i propri database, nel predisporre e distribuire un’informazione aderente alla realtà territoriale, cercando di garantire il più possibile l’aggiornamento in tempo reale delle informazioni .

Lo stradario interattivo è all’indirizzo: