Appello di Confindustria Piemonte: scegliete il territorio, scegliete i nostri prodotti

Viviamo un momento particolarmente delicato. Oggi, a causa dell’emergenza Coronavirus, molti trasformatori e allevatori (in particolare della filiera del latte e della carne) lo fanno in perdita, senza alcun guadagno.

Molti forse vorrebbero poter far leva sugli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione, per sopravvivere. Ma non possono farlo. E perché? Perché hanno un grande senso di responsabilità e del dovere che li obbliga a rimboccarsi le maniche e a continuare a lavorare, questo per dare un futuro a tutta la filiera del nostro agroalimentare, fiore all’occhiello nel mondo.

Agricoltori, trasformatori, distributori: nelle ultime settimane ci siamo riscoperti anelli indispensabili che lavorano concatenati per mandare avanti un comparto che non ha eguali. I consumi sono crollati e tutti i componenti della filiera stanno lavorando in perdita, operando con estrema difficoltà per poter continuare ad assicurare ai consumatori i loro prodotti.

Rivolgo quindi un appello a tutti i consumatori: in questo momento di grave crisi per l’emergenza in atto, scegliete il territorio, scegliete i nostri prodottiAiutate e sostenete la filiera agroalimentare locale preferendo i prodotti delle nostre aziende, per darci la possibilità di andare avanti tutti insieme. Noi continueremo a garantirvi cibi sani, genuini.

Siamo consapevoli di custodire le più preziose eccellenze food & wineche fanno grande il patrimonio agroalimentare della tradizione italiana e noi, per primi, vogliamo salvaguardarle continuando a lavorare. Nonostante tutto, noi ci siamo. Per voi. Insieme ce la faremo.

Franco Biraghi

Presidente Commissione regionale Agroindustria di Confindustria Piemonte




“La guerra accelera una crisi già in corso”. Il presidente di Cnvv lancia l’allarme

«Chi pensa che la produzione industriale stia rallentando per colpa della guerra sbaglia: la guerra è solo un acceleratore drammatico, con costi di vite umane inimmaginabili, di una controtendenza in corso da tempo. Senza interventi immediati – avverte il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa – le imprese vanno verso la paralisi».

«Quello che ci preoccupa – prosegue Filippa – è la mancata percezione, da parte di molti, della nuova crisi economica che potremmo dover affrontare tra qualche mese: aumento delle aziende in cassa integrazione, attività dell’indotto quasi completamente ferme, meno redditi disponibili; l’incremento delle spese fisse legate ai maggiori costi energetici comporterà anche una riduzione dei consumi e una minore propensione a spendere da parte delle famiglie».
«Fin dall’autunno scorso – spiega il presidente di Cnvv – Confindustria segnalava il rallentamento delle attività economiche dopo il rimbalzo post-pandemia, sollecitando provvedimenti necessari per sostenere la produzione nel lungo periodo, perché solo con una crescita costante e duratura si potrà far fronte all’enorme debito pubblico del nostro Paese. Ora rischiamo di andare incontro a una recessione accompagnata da inflazione, che è quanto di peggio ci possa capitare senza interventi strutturali.
Le nostre aziende sono ostaggio di strozzature nella fornitura di materie prime, con rincari generalizzati e fuori controllo, e di prezzi energetici alle stelle. Non è bello ricordare che nel maggio 2020, quando Confindustria chiese al Governo di allora quale fosse il nuovo piano energetico la risposta fu che “non ne avevamo bisogno”… Le imprese, in modo particolare quelle energivore, stanno ora rallentando o bloccando la produzione, con gravi ripercussioni su tutte le filiere».

«Come Confindustria – conclude Filippa – chiediamo misure strutturali in ambito energetico, come un tetto al prezzo del gas, meglio se a livello Europeo, che rispecchi il costo all’origine e sia frutto di contratti a medio/lungo termine anziché della speculazione, che comporta grande volatilità anche in una sola giornata, e un prezzo dell’elettricità che non sia fissato in base all’impianto meno performante. Molte nostre imprese stanno subendo la concorrenza da altri Paesi che hanno costi dell’energia decisamente inferiori, e non parlo solo degli Stati Uniti o dell’Oriente ma anche della Francia.

Per quanto riguarda il carburante, invece, ricordo che in nessun altro Paese europeo accise e Iva sono pari al 123% del costo finale. Per dare un segnale positivo al nostro sistema produttivo si dovrebbe potenziare “Industria 4.0”, aumentare il credito di imposta per ricerca e sviluppo e ridurre il cuneo fiscale; serve anche un riordino della tassazione, con l’abolizione dell’Irap e un’Ires fissa al 15%, con un’addizionale del 9% per chi preferisce distribuire gli utili rispetto a chi li reinveste in azienda. Ricordo che durante la pandemia il sistema produttivo ha letteralmente “sostenuto” il nostro Paese, raggiungendo nel 2021 livelli record di export. Anche negli ultimi mesi siamo riusciti a non trasferire sui consumatori il notevole aumento dei costi che abbiamo dovuto sopportare, ma non possiamo più continuare così…».



Vaccini anti Covid, Confartigianato Cuneo pronta all’avvio di hub vaccinali per le aziende

Nelle nostre imprese il rischio contagi sta purtroppo frenando la ripartenza. Spesso dipendenti e lavoratori sono costretti alla quarantena perché c’è un positivo in famiglia, generando intoppi e ritardi sulla produzione aziendale.

C’è necessità di procedere rapidamente alla diffusione dei vaccini, destinando hub vaccinali anche per le imprese. A tal proposito, come Associazione stiamo ragionando per trovare dei punti vaccinali ad hoc e stiamo valutando con la nostra società di servizi Medart il reperimento di personale sanitario per le visite mediche e la somministrazione delle dosi di vaccino. Avremmo però bisogno di ragionare su tempistiche certe». Questo in sintesi l’intervento del presidente di Confartigianato imprese Cuneo Luca Crosetto durante un talk show realizzato dal quotidiano on line Targatocn, sul tema dell’allargamento delle vaccinazioni alle imprese e ai loro dipendenti e familiari.

Presenti al dibattito, oltre al presidente Crosetto, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, il direttore generale di Confartigianato Imprese Cuneo Joseph Meineri e il responsabile Prevenzione della Regione Piemonte Bartolomeo Griglio.

«La potenza di fuoco della vaccinazione in Piemonte sarebbe pronta, – ha spiegato l’assessore regionale Icardi – a rallentare il sistema al momento è la carenza delle dosi di vaccino. Contiamo entro fine maggio, con l’ok del commissario straordinario Figliuolo, di implementare i quantitativi e dare avvio quindi alle vaccinazioni anche a livello aziendale».
Sui dettagli operativi di una eventuale distribuzione dei vaccini all’interno delle imprese, ha parlato il responsabile della Prevenzione regionale Griglio.

«La vaccinazione diretta in azienda sarà in quelle con numero di lavoratori sufficientemente ampio e con medico competente e ambulatorio già presenti all’interno, in modo da favorire sia il sistema sanitario, sia l’impresa. Nelle piccole e medie imprese l’opportunità sarà fornita dalle associazioni di categoria, che potranno utilizzare gli hub già predisposti per i lavoratori di tutte le imprese che aderiscono; l’autorità pubblica avrà il compito di fornire le dosi e il personale sanitario».

«Delle nostre 9000 imprese associate – ha sottolineato ancora il direttore di Confartigianato Cuneo Meineri – oltre un 30% ha manifestato la volontà di mettersi a disposizione per le vaccinazioni. La maggior parte delle aziende inoltre, riconosce l’affidabilità degli hub della sanità piemontese ed è disponibile a collaborare nei modi e tempi necessari per tutelare al meglio i dipendenti. E’ un tema molto sentito, sul quale è importante collaborare in modo efficace».




Contro il parassita del riso arrivano 197mila euro

Via libera a contributi per 197mila euro finalizzati alla lotta al parassita del riso: la terza Commissione (presidente Claudio Leone) ha espresso parere preventivo favorevole all’unanimità all’atto deliberativo della Giunta regionale per la concessione nel 2020 di contributi a favore delle aziende agricole per le perdite di produzione e per i costi aggiuntivi sostenuti a seguito di interventi di controllo di infestazioni parassitarie da nematode gallligeno del riso.

Questo parassita è soprattutto diffuso nel Sudest asiatico, in Sud Africa, Nord America e America Latina, mentre in precedenza non era mai stato segnalato in Europa.

“Tenuto conto della gravità dei danni provocati dal nematode, della sua possibile diffusione e del pericolo che esso rappresenta per l’economia risicola piemontese – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa – il Settore Fitosanitario e servizi tecnico scientifici, in collaborazione con l’Ente nazionale risi, ha tempestivamente attivato interventi di monitoraggio, eradicazione e contrasto alla diffusione di questo parassita”.

In Piemonte, è soprattutto nei Comuni di Buronzo (Vc), Mottalciata (Bi) e Gifflenga (Bi) dove sono stati riscontrati i principali focolai dell’infestazione.

Per il 2020 la Regione ha stanziato, come detto, la cifra di 197mila euro. Il principale sistema di lotta al parassita è la continua e prolungata sommersione delle risaie, con il divieto di coltivazione del riso per il tempo necessario all’eradicazione del nematode. I contributi – a seguito dei sopralluoghi del Settore fitosanitario regionale – vanno a coprire parte dei costi sostenuti dalle aziende per tale sommersione, per la gestione delle risaie così trattate e per la perdita di reddito derivante dalle mancate coltivazioni.

L’infestazione può provocare danni ingenti alle coltivazioni di riso: nel Sudest asiatico, per esempio, si riportano perdite comprese tra il 20 e l’80% del raccolto, a seconda del tipo di coltivazione, delle condizioni ambientali e della tipologia del suolo.

Nel dibattito, Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha sollecitato una maggiore velocità nei tempi di gestione delle pratiche e ha chiesto il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati per chiedere al Governo nazionale di definire il livello di tolleranza.

Sarah Disabato (M5s) ha chiesto informazioni sulle ricerche sinora effettuate nei Paesi d’origine del parassita, e sulla mappa delle aziende piemontesi coinvolte.

Sean Sacco (M5s) si è soffermato sulle modalità di semina del riso e sui sistemi di irrigazione.

Federico Perugini (Lega) ha richiamato le modalità di controllo per l’erogazione dei contributi.




Confartigianato Torino: Dino De Santis confermato Presidente

Dino De Santis è stato confermato, per acclamazione, alla Presidenza di Confartigianato Torino, associazione di categoria che rappresenta circa 3.500 aziende artigiane della città e dell’area metropolitana. È questo l’esito dei lavori assembleari, che si sono svolti alla presenza del consiglio direttivo. Sono stati nominati anche i due vicepresidenti: Giuseppe Falcocchio e Claudio Rizzolo.

 

Dino De Santis, ringraziando per la fiducia, si è soffermato sugli aspetti più preoccupanti che le micro e piccole imprese artigiane sono chiamate a fronteggiare, ovvero la quarta ondata pandemica con rischio di nuove restrizioni e l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime. Ha inoltre rimarcato il ruolo fondamentale delle associazioni di categoria nella ridefinizione delle politiche finalizzate alla ripresa, nel Paese come nella città di Torino, dove Confartigianato Torino auspica un confronto continuo ed una costruttiva collaborazione con il nuovo Sindaco e la sua Giunta.

 

Dino De Santis  ha sottolineato come il nostro territorio, con le sue micro, piccole e medie imprese, esprime una qualità manifatturiera di alto livello che va sostenuta, anche attraverso le risorse del Pnrr, che devono ricadere anche sulle piccole imprese, che costituiscono oltre il 92% dell’ossatura economica del Paese. Il Presidente ha, inoltre, lanciato un appello al Comune e alla Regione affinchè vengano creati degli strumenti che possano permettere alle micro e piccole imprese di accedere alle risorse per sviluppare gli investimenti sulla ricerca e sull’innovazione.

De Santis ha, infine, rimarcato che le micro e piccole imprese non possono aspettare che la cinghia di trasmissione dell’industria crei opportunità per le imprese che lavorano nell’indotto.

 

 




A luglio 2020 crolla la domanda di lavoro delle imprese piemontesi

Sono circa 14.540 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per luglio 2020, 13.750 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-48,6%).

L’80% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre solo il 20% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze. Nel 26% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 32% a luglio 2019), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 74% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre luglio-settembre 2020 le entrate stimate raggiungeranno le 32.670 unità, circa 40mila unità in meno rispetto a quanto previsto nello stesso periodo del 2019.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Delle 14.540 entrate previste in Piemonte nel mese di luglio 2020 il 14% è costituito da laureati (in diminuzione rispetto al 15% di luglio 2019) e il 36% da diplomati; le qualifiche professionali rappresentano il 24% mentre il 27% è riservato alla scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda la dinamica settoriale sono, ancora una volta, i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (74,8%, dato in crescita rispetto al 70% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente), in particolare i servizi alle imprese e alle persone. Il comparto manifatturiero, che genera il 20% della domanda di luglio 2020, registra un calo di 3.870 unità rispetto a luglio 2019. In diminuzione anche le entrate programmate dalle imprese delle costruzioni, che passano da 1.570 di luglio 2019 a 700.

 

Il 18,1% delle entrate previste per febbraio 2020 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (15%) e lievemente inferiore rispetto a quanto previsto nel luglio 2019 a livello regionale (21%), il 24,4% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 42,2% riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei sevizi e l’15,3% professioni non qualificate.

 

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 28 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Le professioni più difficili da reperire in regione a luglio 2020 sono gli specialisti in scienze informatiche fisiche e chimiche, gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici e le professioni specifiche nei servizi di sicurezza, vigilanza e custodia.

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Defr: gli obiettivi per sport, giovani e cooperazione internazionale

Misure e obiettivi in materia di sport, politiche giovanili e cooperazione internazionale contenute nel Documento di economia e finanza (Defr) 2021-2023 sono state illustrate in Sesta, presieduta da Paolo Bongioanni, dagli assessori Fabrizio Ricca e Maurizio Marrone.

In tema di sport, Ricca ha spiegato che la Regione si muove su tre direttrici: la promozione dell’attività sportiva a tutti i livelli, l’impiantistica – anche utilizzando i fondi europei – e l’attrazione di grandi eventi grazie alla creazione della ‘Sport Commission’ prevista dalla legge sullo sport recentemente approvata dal Consiglio, che dovrà occuparsi di pianificarli e reperire le risorse.
Gli obiettivi sono da una parte aumentare la possibilità e l’opportunità di accesso per tutti alla pratica sportiva, dall’altra appunto attrarre eventi in grado d’incrementare il turismo sportivo e accrescere l’immagine del Piemonte. Ma anche migliorare e potenziare le infrastrutture, in particolare quelle legate ad eventi di rilevanza nazionale e internazionale e diffondere la conoscenza della storia e delle tradizioni sportive del nostro territorio.

Rispetto alle politiche giovanili, Ricca ha sottolineato come la condizione giovanile risenta delle criticità del contesto socio-economico, amplificate dalla pandemia in atto: tra le misure previste dal Defr, l’integrazione di fondi regionali e statali mediante accordi bilaterali, la destinazione di risorse per interventi territoriali rivolti ai giovani e lo sviluppo del portale Piemonte Giovani. Uno dei risultati attesi sarà l’istituzione del registro delle associazioni giovanili, condizione necessaria per ottenere contributi, finanziamenti e ogni altro incentivo regionale.

Marrone ha riferito che in tema di cooperazione internazionale il Defr si articola su due ambiti: i programmi di Cooperazione territoriale europea (Cte) e la cooperazione internazionale in senso stretto, regolata dalla legge 125 e rispetto alla quale la Regione intende rafforzare i progetti portati avanti nel corso delle precedenti legislature.
Si intende offrire possibili risposte alle problematiche connesse alla globalizzazione, con particolare riferimento a flussi migratori, cambiamento climatico, competizione produttiva, consumo consapevole e valorizzazione dei prodotti locali, regolazione dei conflitti.
Le aree geografiche di intervento individuate sono l’Africa sub sahariana, i Balcani e il Mediterraneo. In vista dell’approvazione delle linee triennali, si sta valutando di allargare l’attenzione anche ad aree geografiche toccate da sconvolgimenti più recenti, dal Nord Africa al Medio Oriente.
L’assessore ha anche informato i commissari che una delibera di Giunta ha sbloccato il bando destinato alle amministrazioni locali per la cooperazione internazionale, prevedendo un allargamento dei partner coinvolti, per una cifra complessiva di circa 350 mila euro, di cui 200 mila di risorse regionali e una compartecipazione importante di Compagnia di San Paolo.

Sarah Disabato (M5s) ha chiesto all’assessore Ricca se è stata valutata l’ipotesi di introdurre dei voucher per le attività sportive da destinare alle famiglie quando l’emergenza Covid 19 sarà rientrata ed ha chiesto attenzione alla promozione non solo di grandi eventi ma anche di quelli diffusi sul territorio.

Monica Canalis (Pd) ha chiesto all’assessore Marrone maggiori delucidazioni sull’ipotesi di interventi di cooperazione in nuove aree. Marrone ha risposto che si tratterà di interventi graduali per salvaguardare la progettualità consolidata e ha auspicato che venga riattivato il Comitato di solidarietà del Consiglio regionale.

Al termine della seduta la Commissione ha espresso a maggioranza parere consultivo favorevole al documento rispetto alle materie trattate.




Festa dell’uva e del vino di Carema

Da venerdì 22 a domenica 24 settembre torna la Festa dell’Uva e del Vino di Caremache promuove l’immagine della vitivinicoltura eroica del CanaveseLa settantunesima edizione dell’evento, organizzato dal Comune in collaborazione con le associazioni locali e con la Cantina produttori Nebbiolo di Carema, è patrocinata dalla Città metropolitana di Torino ed inizia venerdì 22 alle 18 con la partenza dalla sede della Cantina produttori Nebbiolo di Carema della seconda edizione della “Run in the Vineyard”, una gara podistica su strada su di un percorso collinare, valida per il campionato canavesano della UISP. Al termine della corsa i podisti potranno rifocillarsi nel corso della Cena della Paella nell’area sportiva, prenotabile entro il 20 settembre chiamando i numeri telefonici 320-9092744 o 335-8006082.

Sabato 23 alle 9 negli spazi all’aperto del centro sportivo comunale inizierà il conferimento dei campioni delle uve, in coincidenza con l’insediamento della commissione di esperti. Nella serata prefestiva a partire dalle 19 è in programma la diciassettesima edizione dell’evento “Andar per cantine antiche”, una passeggiata serale con cena itinerante, durante la quale è possibili visitare 15 cantine storiche, degustare le migliori etichette del Carema Doc e assaporare in 5 punti di ristoro i piatti forti della tradizione piemontese: antipasti, agnolotti, cotechino e patate, formaggi e dolce. All’inizio del percorso, in piazza Panteis, ogni partecipante può acquistare il ticket vini, che costa 10 euro per 5 degustazioni, mentre il ticket cibo costa 18 euro.

La mattinata di domenica 24 si apre alle 11 nella chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo, con la Messa solenne e la benedizione dei frutti della terra. Dopo il Pranzo del Viticoltore nel padiglione dell’area sportiva di via Torino, il pomeriggio è dedicato al concerto della banda musicale e della Minibanda di Carema e all’assegnazione del premio “Grappolo d’Oro”Per il Pranzo del Viticoltore è necessaria la prenotazione entro il 22 settembre ai numeri telefonici 320-9092744 o 335-8006082. La sala museale della casaforte Gran Masun è visitabile domenica 24 dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18.




Allasia: “Le pietre d’inciampo ridanno nome alle vittime del nazifascismo”

In occasione del Giorno della Memoria, il presidente del Consiglio Stefano Allasia ha partecipato questa mattina alla celebrazione istituzionale in Sala Rossa, e il vicepresidente Mauro Salizzoni alla commemorazione al Cimitero Monumentale.

Alle 15, saranno insieme davanti all’ex caserma dei Vigili del Fuoco in corso Regina Margherita per la posa degli Stolpersteine dedicati a Francesco Aime e Giovanni Bricco, due vigili del fuoco che aderirono alla Resistenza.

“Le pietre d’inciampo ci restituiscono la storia personale, ridanno nome a chi ne fu privato per via dell’applicazione dell’ideologia nazifascista, ricostruiscono la storia dei luoghi dove risiedevano, lavoravano o vennero arrestati. Oggi il compito di custodire e tramandare la memoria, attraverso un ponte con le nuove generazioni,  diventa determinante per evitare il rischio di nuove tragedie. Da parte delle istituzioni serve coraggio e determinazione, affinché la memoria diventi per tutti la bussola che orienta le nostre scelte ogni giorno”, spiega Allasia.

Per Salizzoni “mai come oggi abbiamo l’urgenza di non dimenticare ciò che è stato, di ‘commemorare’ ovvero condividere una comune Memoria. Lo dimostrano i recenti raid digitali antisemiti, la propaganda fascista e nazista fatta di gesti, parole e simboli che credevano appartenere al passato, il negazionismo basato sull’ignoranza che crede che Mussolini abbia fatto cose buone e che la Shoah sia un’invenzione. Lo dimostrano le donne, uomini e bambini in fuga tra i boschi dei Balcani, cacciati indietro a bastonate. Contro i fascismi di ieri e di oggi, contro l’intolleranza e il razzismo, siamo tutti chiamati ad un forte impegno culturale, educativo ed istituzionale.

Il Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino, grazie al sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale, e in collaborazione con la Comunità Ebraica di Torino, l’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) – sezione Torino e il Goethe Institut Turin, per il settimo anno porta a Torino gli Stolpersteine di Gunter Demnig, un progetto europeo ideato e realizzato dall’artista tedesco per ricordare le singole vittime della deportazione nazista e fascista.
Quest’anno, per la prima volta dal 2015, Demnig non è presente a causa delle limitazioni legate alla pandemia. In tutto saranno otto le pietre che verranno posate nella giornata di mercoledì.




Nati mortalità delle imprese artigiane piemontesi

Le imprese artigiane rappresentano una parte importante del tessuto produttivo regionale e nazionale. Le quasi 115mila aziende presenti sul territorio piemontese costituiscono il 27,1% delle imprese totali della regione. La presenza artigiana risulta tradizionalmente più forte in Piemonte rispetto alla media delle altre regioni italiane: a livello nazionale, infatti, l’artigianato raccoglie solo il 21,3% delle realtà imprenditoriali.

Dall’analisi dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, emerge come nell’anno appena concluso il tessuto artigiano abbia registrato un risultato piatto in termini di nati-mortalità. Le imprese artigiane nate sul territorio piemontese nel corso del 2023 sono state 7.96324 in meno rispetto al 2022 (-0,3%). Nello stesso periodo sono 7.982 le realtà che hanno cessato la propria attività (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), 475 in più rispetto all’anno precedente (+6,3%). Il saldo tra i due flussi appare, così, negativo per 19 unità (nel 2022 il saldo era risultato positivo per 480 unità), dinamica che porta a 114.767 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine dicembre 2023 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.

La sintesi tra il tasso di natalità (pari al 6,91%) e quello di mortalità (pari al 6,93%) si traduce così in un tasso di crescita prossimo allo zero, pari a -0,02%. La dinamica registrata dal tessuto artigiano locale appare, così, peggiore sia rispetto a quella messa a segno dal sistema imprenditoriale piemontese nel suo complesso (+0,14%), sia rispetto a quella registrata dall’artigianato a livello nazionale (+0,35%).

“Il tessuto artigiano piemontese sta mostrando, negli anni, un costante assottigliamento: un andamento più marcato per le imprese più piccole e meno strutturate e quindi più fragili. Il risultato del 2023 è spento e senza slancioIl sostegno a queste realtà dovrebbe essere prioritario, attraverso politiche di agevolazione e incentivi economici che permettano loro di crescere e investire nelle proprie attività. Da sempre il sistema camerale piemontese è impegnato nella promozione e nella valorizzazione dell’artigianato piemontese, soprattutto con servizi di accompagnamento all’imprenditorialità: microcredito, sburocratizzazione e digitalizzazione” dichiara Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

Concentrando l’attenzione su un’analisi di più lungo periodo emerge come il tessuto artigiano regionale abbia subito una progressiva erosione passando dalle circa 130mila unità del 2013 alle circa 115mila attuali. Solo nel 2021, grazie alla ripresa delle attività post periodo pandemico, si era evidenziata un’inversione di tendenza, che però non ha purtroppo trovato continuità nel biennio successivo.

Il 79,6% delle realtà artigiane con sede in Piemonte è una ditta individuale, il 13,7% una società di persone, il 6,6% una società di capitale, solo lo 0,1% delle imprese sono costituite con una forma giuridica diversa dalle precedenti. La crescita nulla realizzata dal tessuto artigiano nel suo complesso nel corso del 2023 rappresenta la sintesi di dinamiche fortemente differenziate a seconda della natura giuridica: la dinamica è stata positiva per le società di capitale (+2,63%) e le altre forme (+5,19%), prossima allo zero per le ditte individuali (+0,21%), negativa, invece, per le società di persone (-2,52%).

A livello settoriale la prima realtà per numerosità si conferma, anche nel 2023, quella edile, con il 42,6% delle realtà artigiane piemontesi. Questo settore, così rilevante per il comparto, ha fornito anche in questa annualità un contributo positivo all’andamento segnato dall’artigianato in Piemonte, realizzando una crescita dello 0,92%.

Solo l’agricoltura, settore che assorbe però solo lo 0,7% delle realtà artigiane locali, chiude l’anno con un risultato migliore rispetto a quello delle costruzioni, realizzando una crescita dell’1,97%. Appare positiva anche la dinamica del commercio (+0,33%).

Gli altri servizi manifestano una crescita nulla (-0,09%), mentre sono negativi i risultati messi a segno dall’industria in senso stretto (-1,65%) e dal turismo (-2,48%).

A livello territoriale, la distribuzione delle imprese artigiane è analoga a quella del tessuto imprenditoriale nel suo complesso. Poco più di un’impresa artigiana su due ha sede, infatti, nel capoluogo regionale, cui seguono Cuneo (14,9%), Alessandria (8,9%) e Novara (7,6%). Quanto al peso esercitato dal tessuto artigiano, le realtà del Verbano C.O. (32,2%), Novara (29,9%), Vercelli (28,6%) e Biella (28,0%) registrano un’incidenza delle imprese artigiane sul totale superiore alla media regionale (27,1%).

Analizzando, infine, la dinamica esibita nel corso del 2023 dalle diverse realtà provinciali, si segnala una crescita della base imprenditoriale artigiana per Cuneo (+0,76%), Asti (+0,28%) e Torino (+0,16%). Alessandria (-0,31%), Verbania (-0,42%), Vercelli (-0,70%) e Novara (-0,79%) scontano flessioni contenute, mentre Biella registra una diminuzione più marcata (-2,48%).