Il Gattinara di Travaglini accoglie a Vercelli “La Stampa è con voi”

“La Stampa è con voi”, l’evento itinerante organizzato dal quotidiano piemontese, ha fatto tappa a Vercelli, nel pomeriggio di giovedì 16 marzo.

Sul palco del Teatro Civico della città piemontese, il direttore de Il Gusto Luca Ferrua,  ha colloquiato con una delle donne del vino più conosciute nel panorama internazionale del settore, Cinzia Travaglini, titolare dell’Azienda Travaglini Giancarlo di Gattinara.

Dal 1920 ci impegniamo a raccontare non solo il vino Gattinara, ma anche la bellezza di un territorio unico, ai piedi del Monte Rosa, caratterizzato da un microclima particolare: mite in inverno perché protetto dalla catena delle Alpi e fresco in estate per gli oltre 280 metri di dislivello” – afferma l’erede di Giancarlo Travaglini, che dal padre aveva ereditato l’azienda e si è dedicata all’allevamento dei vitigni Nebbiolo, su un particolare terreno vulcanico, con una produzione di “Gattinara” esportato in 42 Paesi.

A margine dell’intervista è intervenuta Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte ribadendo il fatto che è necessario mettere la questione femminile agricola in cima alle agende nazionali. “La componente femminile è sempre più importante in agricoltura e fondamentale per le società di tutto il mondo” afferma il direttore. “L’apporto delle donne sarà strategico per il futuro del mondo e del Paese perché sarà il fattore D a dare la spinta alla ripresa e al progresso” ha poi concluso, auspicando una rapida presa di posizione anche a livello europeo per incentivi sempre più mirati all’imprenditoria in rosa.




Presentato il rapporto Oti Piemonte 2022 – In 10 anni nuove infrastrutture per 23 miliardi

Il 2022 è stato un anno di transizione per le infrastrutture piemontesi. Hanno pesato i rincari delle materie prime e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento. È quanto emerge dal Rapporto 2022 dell’Osservatorio Oti di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, realizzato in collaborazione con la Regione Piemonte, che è stato presentato presso la sede di Confindustria Novara Vercelli Valsesia.

“Le opere più importanti sono ripartite. Parliamo della Pedemontana Biellese, dell’avanzamento della Tav e della Asti-Cuneo, ma anche di opere di rango inferiore. Dal Governo stiamo avendo un ottimo supporto e il dialogo è continuo e costante.  Da un punto di vista delle infrastrutture siamo in momento favorevole per la nostra regione, con una ricaduta positiva soprattutto per il lavoro e la viabilità” spiega Marco Gabusi, assessore ai Traporti e Infrastrutture della Regione Piemonte.

Il rapporto 2022 è stato esteso da 50 a 72 infrastrutture monitorate, aggiungendo 22 opere ritenute fondamentali dalle imprese piemontesi. Tra queste 6 sono finanziate dal Pnrr per 321,84 milioni, che si aggiungono alle altre 15 opere finanziate dal Pnrr già oggetto dei rapporti Oti degli anni passati. Tra le opere aggiunte, anche il Traforo del Monte Bianco perché da settembre sarà oggetto di piano di riqualificazione che determinerà la chiusura per quattro mesi l’anno fino al 2040. Pur riguardando in senso stretto la Valle d’Aosta, questo intervento viene monitorato poiché avrà inevitabilmente un impatto anche sulle infrastrutture piemontesi di collegamento tra Italia e Francia.

Il valore complessivo delle opere che dovrebbero essere concluse entro il 2032 ammonta a oltre 23 miliardi, pari a quasi due punti di Pil regionale per i prossimi dieci anni. Insieme alle proposte contenute nel piano industriale che abbiamo condiviso con la Regione nel 2021. Competenze e innovazione, accompagnate da infrastrutture materiali e immateriali finalmente al passo con i tempi, sono le condizioni indispensabili per rafforzare il percorso di crescita che questo territorio ha avviato subito dopo il lockdown. Diventa quindi necessario accelerare le procedure per reperire i 10 miliardi che al momento non sono ancora stati erogati su queste opere essenziali per il Piemonte” commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.

“Dobbiamo ripartire da una nuova idea di territorio: un luogo di flussi e connessioni fatto di turisti, studenti, investitori, imprese e famiglie. In quest’ottica, puntando su digitalizzazione, nascita e rigenerazione d’impresa, sostenibilità ecologica, logistica e infrastrutture si potrà davvero contribuire allo sviluppo del territorio piemontese. Oti, in quest’ottica, ci permette di rafforzare il coordinamento degli interventi, aumentando l’efficienza del sistema. Dobbiamo realizzare ancora molte opere per dare impulso alle economie delle singole province: rilanciare gli investimenti vuol dire dare nuove chance di benessere alle nostre imprese e alle nostre famiglie” commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

Complessivamente delle 72 opere monitorate nel 2022: 23 risultano in linea con il programma, 20 hanno subito un ritardo nell’ultimo anno, 9 sono in grave ritardo, 17 sono ancora allo stadio di proposta e 3 sono infine concluse. Entro quest’anno l’Osservatorio Oti stima che saranno ultimati quattro cantieri: il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus; la seconda canna del tunnel del colle di Tenda; il potenziamento dell’interporto Domo 2 di Beura-Cardezza nel Verbano-Cusio-Ossola; la riapertura del collegamento tra il passante ferroviario del capoluogo e la linea Torino-Ceres. Sempre relativamente al 2023 a queste si aggiunge l’avvio dei lavori di adeguamento della linea ferroviaria tra Bussoleno ed Avigliana, che fanno parte dei lavori della parte italiana della Torino-Lione, per cui sarà lanciato un bando di avvio lavori sempre quest’anno. Entro il 2026, quando dovranno essere spesi tutti i 4,05 miliardi di euro destinati alle 16 infrastrutture piemontesi dal Pnrr. Nel 2030 se ne aggiungeranno altre otto, mentre nel 2032 verrà tagliato il nastro per quattro opere, portando il totale in dieci anni a 33 infrastrutture ultimate.

Quasi un terzo degli interventi che saranno ultimati entro dieci anni, riguardano il corridoio Mediterraneo che comprende: completamento della Torino-Lione ferroviaria; ripavimentazione della A4 Torino-Milano; il potenziamento del nodo ferroviario di Novara e della linea Acqui Terme-Ovada-Genova; il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus. Tre interventi ricadono sul corridoio Reno-Alpi con la conclusione nel 2025 del Terzo Valico, le bretelle ferroviarie merci sul nodo di Novara e il quadruplicamento della Tortona-Voghera. Ben sei opere insisteranno sui valichi alpini, due riguarderanno il sistema aeroportuale, dieci insisteranno sui nodi urbani, e infine nel 2026 si stima il completamento del piano per la Banda Ultralarga, che riguarda il sistema delle connessioni immateriali.

“Dopo i divieti introdotti dal dl 11/2023 sugli interventi legati ai bonus edilizi che potrebbero trasformarsi in un notevole rischio economico per migliaia di imprese, lo sblocco di opere infrastrutturali strategiche per il territorio, che nei prossimi dieci anni saranno numerose, rappresenta una boccata di ossigeno per il comparto edile e non solo. Le infrastrutture, oltre all’importante ruolo anticiclico per il settore delle costruzioni, rivestono un ruolo sociale con ricadute significative sull’economia regionale in termini occupazionali. Proprio in questa fase, è determinante dare attuazione agli investimenti del PNRR, senza che quest’ultimo venga rimesso in discussione, mettendo i Comuni – soprattutto quelli piccoli – e gli Enti appaltanti in condizione di acquisire liquidità per attuarne gli interventi che prevedono anticipazioni di cassa. Occorre inoltre intervenire sul caro materiali e sul caro energia con l’anticipazione alle stazioni appaltanti di una parte dei fondi richiesti nel 2022 e non ancora erogati” commenta la presidente di Ance Piemonte, Paola Malabaila.

Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, che ha voluto ospitare la presentazione del Rapporto di Oti Piemonte per dibattere e portare all’attenzione dell’opinione pubblica che il Piemonte, è al centro dei traffici europei, e in particolare i territori nel novarese vercellese e biellese che in pochi anni grazie alla realizzazione di alcune nuove infrastrutture vedranno un’accelerazione della loro competitività anche internazionale.




Torino. Riapertura bando per acquisto nuove bancarelle settore ortofrutta

La Giunta Comunale, su proposta dell’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – per dare continuità al percorso intrapreso negli scorsi anni e rallentato dalla crisi economica – ha approvato la sottoscrizione di una nuova Convenzione tra la Città e il Comitato ‘Progetto Porta Palazzo – The Gate’ per permettere la realizzazione di un nuovo look espositivo del settore ortofrutta.

 

Tra le molteplici azioni intraprese, infatti, l’Amministrazione comunale aveva previsto la sostituzione delle attrezzature ormai obsolete e inadatte al ricovero nell’immobile dei Bastioni a causa del loro ingombro e del loro peso e, insieme alla Camera di commercio di Torino, aveva deciso di supportare i circa 160 operatori del settore ortofrutta offrendo loro la possibilità, attraverso la partecipazione a un bando,  di usufruire di un incentivo finanziario a fondo perduto – pari all’80% della spesa sostenuta e per un ammontare massimo di 2000 euro – per il rinnovo delle proprie bancarelle di vendita.

La pandemia ha però inciso pesantemente sull’economia globale oltre a comportare un significativo aumento dei costi di produzione, un rincaro delle materie prime e un’estrema difficoltà del loro reperimento, fattori questi che hanno determinato tempi di consegna lunghissimi e costi di   acquisto dei manufatti più che raddoppiati.

Gli operatori del mercato non sono così riusciti ad acquistare i banchi espositivi a un prezzo adeguato, pur avendo aderito all’iniziativa in misura consistente con la presentazione di 73 domande di partecipazione all’Avviso Pubblico.

A oggi, però, il trend di rincari ha subito un’inversione di tendenza e questa situazione ha indotto la Città, in accordo con la Camera di Commercio, a proseguire il rapporto di collaborazione con The Gate per la pubblicazione di un nuovo bando accessibile a tutti gli operatori in modo che coloro che avevano già presentato istanza possano confermarla con una comunicazione formale e, contemporaneamente, possa essere riaperta la possibilità all’adesione degli operatori ortofrutticoli rimanenti.




Bando generale per assegnazione alloggi edilizia sociale

Mercoledì 15 marzo sarà disponibile sul sito della Città di Torino il nuovo bando generale per l’assegnazione di alloggi di edilizia sociale.

Le domande potranno essere presentate dallo stesso giorno e fino al 31 maggio 2023.

I requisiti necessari per partecipare al bando sono: il possesso di un ISEE non superiore a 23.623,13 euro; la residenza anagrafica o la prestazione di attività lavorativa da almeno 5 anni nella territorio regionale, con almeno 3 anni anche non continuativi a Torino, oppure essere iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero (AIRE).

L’elenco provvisorio dei partecipanti, stilato sulla base di quanto dichiarato dai richiedenti nella domanda, sarà pubblicato il 12 settembre 2023, gli interessati potranno presentare ricorso per opposizione fino 10 ottobre 2023. Il 15 gennaio 2024 sarà pubblicato l’elenco con il punteggio definitivo.

La domanda di partecipazione si potrà presentare:

nella sede della Divisione E.R.P. in via Orvieto 1/20/A, dal lunedì al giovedì dalle ore 8:30 alle 15:30 e il venerdì dalle ore 8:30 alle 12:00, previa prenotazione telefonica al numero 011 011 24300 (chiamando dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle 12:00);

on-line sul portale dei servizi TorinoFacile se in possesso dell’identità digitale SPID, CIE (carta di identità elettronica) o TS-CNS (Tessera Sanitaria-Carta Nazionale);

con PEC all’indirizzo edilizia.residenzialepubblica.casa@cert.comune.torino.it;

per posta con raccomandata AR all’indirizzo: Città di Torino – Divisione E.R.P.- Ufficio Bando generale – via Orvieto 1/20/A, 10149 Torino.

Per informazioni è possibile contattare il numero unico 011 011 24300 dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle 12:00

I bandi di assegnazione delle case popolari sono indetti dalla Città in relazione alla disponibilità degli appartamenti e alla presenza dei richiedenti nelle graduatorie. Nell’ultima edizione, dicembre 2017, sono state presentate 6.791 domande. La Città può contare, secondo un trend oramai consolidato, su una disponibilità di circa 400 alloggi di edilizia sociale all’anno, di cui almeno il 50% riservato al bando generale.

Gli alloggi sono assegnati dall’Amministrazione Comunale sulla base delle graduatorie del bando generale e dell’emergenza abitativa con modalità stabilite dal Regolamento delle procedure di assegnazione e nel rispetto delle aliquote fissate dalla Giunta Regionale.

La verifica delle domande sarà effettuata dagli uffici comunali che le trasmetteranno alla Commissione regionale per la predisposizione della graduatoria provvisoria e definitiva. Al fine di garantire la riservatezza dei dati personali negli elenchi pubblicati, le domande saranno identificate esclusivamente con un codice univoco comunicato a ciascun partecipante con una mail all’indirizzo che il richiedente avrà indicato nel modello di domanda.

La presenza in graduatoria, con punteggio pari o superiore al minimo, non dà diritto all’assegnazione che è condizionata alla reale disponibilità di alloggi di edilizia sociale idonei, per dimensioni, al nucleo familiare in base ai parametri “di adeguatezza” definiti dalla legge e senza barriere architettoniche in caso di persona/e con disabilità.

La graduatoria definitiva é valida fino a quando non sarà sostituita da una nuova.

Torino, 13 marzo 2023 (15.00)

Comunicato 101/23




In Italia e Piemonte pochi terapisti occupazionali

La presenza di terapisti occupazionali in Europa è dieci volte superiore a quella italiana. Si tratta di 39 professionisti ogni 100.000 abitanti. In Italia è pari a 3,9: il Piemonte, che ne conta 174, ne ha 4,1 ogni 100.000 abitanti, sempre notevolmente al di sotto degli standard europei. Il dato è emerso nel corso dell’audizione della Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, con i rappresentanti delle Associazioni parkinsoniane e con il presidente della Commissione d’Albo Terapisti occupazionali dell’Ordine di Torino, Asti, Alessandria e Aosta svolta su richiesta di Diego Sarno (Pd).

Alessio Ferrari, terapista occupazionale, ha sottolineato come il proprio lavoro consista “nell’intervenire di fronte a un infortunio, una malattia, una disabilità per sviluppare, mantenere, incrementare o recuperare le azioni ritenute importanti per la vita quotidiana. Un impegno che non di rado significa la presa in carico non solo del malato ma del suo nucleo famigliare”.

“Dei 174 terapisti occupazionali che operano in Piemonte – ha spiegato il presidente della Commissione d’Albo Dario Ellena – 95 operano su Torino, Alessandria e Asti e sono esterni alle Asl; 46, di cui 1 interno alle Asl, su Vercelli e Biella; 21, di cui 5 interni alle Asl, su Novara e il Vco e 12, di cui 1 interno alle Asl, su Cuneo”.

“Quello che chiediamo alla Regione – ha continuato – è di prestare attenzione alla nostra figura professionale per garantire un servizio qualitativamente migliore alla popolazione che ne ha bisogno”.

Il presidente Stecco ha osservato, a questo proposito, che “forse c’è un problema a monte, dal momento che non sono previsti, per il prossimo anno, corsi di laurea attivi per terapisti occupazionali in Piemonte. Le Università italiane non paiono puntare sull’attivazione di corsi di laurea specifici o dedicati, che sono solo 7 in tutta Italia”.

Massimiliano Iachini dell’Associazione italiana giovani parkinsoniani e Bruna Detachetis dell’Associazione I tremolini hanno illustrato le difficoltà cui va incontro chi è colpito dal Parkinson, “una delle malattie meno conosciute al mondo e che, a differenza di quanto si creda, non colpisce solo le persone adulte ma anche i giovani, che non di rado tendono a nasconderla per paura dello stigma”.

“Movimento, attività fisica e occasioni di socializzazione sono ‘ricette’ per combattere la malattia – ha sottolineato Iachini – e i rieducatori e i terapisti occupazionali sono fondamentale per contribuire a preservare e conservare le capacità di svolgere una vita il più possibile autonoma”.

“È fondamentale lavorare in rete – ha aggiunto Detachetis – auspichiamo che, anche grazie ai fondi del Pnrr, i collegamenti tra specialisti, medici di base e gli altri servizi a disposizione dei malati sul territorio possano diventare sempre più dinamici”.

Sono intervenuti, per richiesta di chiarimenti, Silvio Magliano (Moderati), SarnoMonica Canalis (Pd) e lo stesso presidente Stecco.




Innovazione e sostenibilità in agricoltura: un esempio pratico di viticoltura canavesana

La Cantina Cieck di San Giorgio Canavese è stata sede di un importante convegno tecnico organizzato da Confagricoltura Torino nel pomeriggio del 9 marzo. L’incontro ha riscosso grandissimo interesse radunando più di 60 persone – molti i viticoltori e i soci delle cantine cooperative del territorio – desiderose di essere aggiornate sulle tematiche relative all’innovazione e la sostenibilità. Due ambiti di argomenti articolati che, di questi tempi, con il mutamento climatico in atto, possono anche fornire soluzioni per smorzare alcuni degli effetti deleteri. L’incontro era anche l’occasione per presentare “l’invenzione di Remo” ossia una forma di allevamento della vite brevettata da Remo Falconieri che insieme alla figlia Lia e a Domenico Caretto ha fatto gli onori di casa.

Insieme a Gianpiero GerbiRemo ha svolto una presentazione a 4 mani del “doppio filare Modello Cieck” di cui sono stati illustrati i vantaggi rispetto alle tradizionali forme di allevamento utilizzate in zona. In pratica, una doppia spalliera che, in estrema sintesi, permette una produzione quantitativamente più importante e la riduzione dell’accumulo di umidità sotto chioma. Sono in corso sperimentazioni per verificare anche i vantaggi che possono essere rilevati sull’aspetto prettamente enologico e che sembrano riguardare molti parametri presi in considerazione tra cui tenore zuccherino delle uve, alcol e acidità totale.

Le relazioni di carattere ambientale e vitivinicolo generale sono state svolte da Federico Spanna, agrometeorologo del Settore Fitosanitario e Servizi Tecnico Scientifici della Regione Piemonte, Massimo Pinna, agronomo, presidente AIAB Piemonte e Giovanni Bosio, entomologo del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte. I due primi interventi portavano una serie rilevante di dati sulla variazione delle temperature (innalzamento termico) e la distribuzione e intensità delle piogge negli ultimi 25 anni in provincia di Torino. In agricoltura vanno distinti i fenomeni e gli effetti nel lungo e nel medio-breve periodo. L’irregolarità nelle precipitazioni e l’innalzamento delle temperature portano irregolarità nello sviluppo fenologico delle piante, squilibri nei processi produttivi e riproduttivi nonché mutamenti nell’equilibrio suolo – pianta – patogeno.

Le temperature continueranno a innalzarsi e nel 2020 sono state di 1,25°C sopra la media dell’era preindustriale, il che significa che siamo sull’orlo del limite di 1,5°C fissato dalle potenze mondiali nell’accordo di Parigi.

Se le anomalie termiche possono provocare notevoli alterazioni delle fasi fenologiche della vite vi sono però delle tecniche di mitigazione degli effetti deleteri del clima che possono diventare opportunità da cogliere da parte del viticoltore: evoluzione delle tecniche di coltivazione, cambiamenti delle forme di allevamento, scelta di portinnesti diversi, potatura, nuove tecniche di cantina ma anche utilizzo di induttori di resistenza o elicitori. Questi ultimi sono la frontiera dei nuovi trattamenti fitosanitari alternativi all’uso di pesticidi. L’obiettivo è quello di stimolare le naturali difese della pianta

Se gli interventi di Spanna e Pinna lasciavano trasparire qualche spiraglio di ottimismo, Giovanni Bosio illustrava la situazione dell’infestazione da Popillia japonica, la sua diffusione, sottolineando l’assenza attuale di rimedi reali per lottare contro tale insetto il cui adulto è da temere anche per la sua polifagia. La situazione della lotta è ancora più difficile per il settore biologico.

Nel corso del convegno, un collegamento web da Roma, ha permesso l’inserimento di due rilevanti interventi da Confagricoltura nazionale e precisamente dal direttore dell’Area economica, Vincenzo Lenucci e dalla responsabile del Settore vitivinicolo, Palma Esposito. Entrambi hanno messo in evidenza quanto siano indispensabili momenti di incontro, divulgazione e concertazione come quello odierno.

Chiudeva gli interventi Gabriele Busso, vice-direttore di Confagricoltura Torino, con un breve richiamo alle misure agroambientali del PSR 2023/27Maria Luisa Cerale, direttore di Confagricoltura Torino, ringraziava tutti i partecipanti e i relatori, invitandoli a un brindisi finale con i vini della cantina Cieck e le specialità salate e dolci della pasticceria Bonfante di Chivasso proposti con la partecipazione degli allievi dell’IIS Ubertini di Caluso coordinati dal docente Sergio Bertolotti.

Il convegno è stato moderato da Alessandro Felis, agronomo e giornalista, direttore responsabile di Cronache dell’Agricoltura.




Emergenza idrica, le azioni del Piemonte

“La risorsa idrica in Piemonte”, questo è il titolo della due giorni (1 e 2 marzo) che la Regione Piemonte ha voluto dedicare al tema dell’acqua. Nel corso della prima giornata, il convegno, che si è svolto a Torino, ha puntato i riflettori sulla gestione idrica in agricoltura.
Aprendo i lavori, il presidente della Regione Alberto Cirio ha sostenuto che “l’emergenza idrica è un problema serio ma ci sono gli strumenti per affrontarla. L’agricoltore, che in Piemonte finora non si è mai dovuto preoccupare dell’acqua, ora dovrà occuparsene, ma non sarà lasciato solo. Oggi la situazione rispetto al passato si è invertita e dobbiamo imparare come gestire la scarsità idrica da chi ha già affrontato il problema”.
Anche l’intervento di Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) ha evidenziato come il Piemonte stia subendo un cambiamento climatico più netto rispetto a quanto avviene mediamente nel mondo. Guardando i dati degli ultimi 60 anni si registra infatti un aumento di quasi 2,5 gradi delle temperature massime e di circa 1,5 gradi delle minime, a fronte dell’aumento medio di circa 1 grado fatto registrare a livello globale.
Di qui l’assoluta necessità ribadita dai partecipanti di imparare ad usare meglio la risorsa acqua. Anche attraverso la cooperazione, come insegna Israele, il cui ambasciatore in Italia Alon Bar, in collegamento da Roma, ha riferito che Israele, situato in una regione con scarse risorse idriche naturali, ridotte precipitazioni e temperature elevate, in 75 anni di storia ha accumulato molte conoscenze e sviluppato numerose soluzioni all’avanguardia per la gestione della risorsa idrica, dal riciclo della acque reflue (90%) per fini agricoli e industriali, alla gestione delle perdite idriche, dalla dissalazione all’estrazione dell’acqua dall’aria. “Desideriamo condividerle con voi e con il resto del mondo – ha concluso l’ambasciatore – perché riteniamo che l’acqua possa e debba essere un tema di cooperazione, bilaterale, regionale e internazionale”
L’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa ha poi concluso la prima giornata affermando che c’è condivisione sul percorso da avviare per ottenere risultati nel medio-lungo termine, incoraggiando l’uso delle tecnologie e cercando di mantenere un principio di rispetto tra la disponibilità e il fabbisogno.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente ed i progetti della Regione per la gestione dell’acqua sono stati affrontati nella sessione del 2 marzo con l’intervento dell’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.
Gli effetti dei cambiamenti climatici – ha sottolineato – sono in atto da tempo ma quelli ‘veri’ li abbiamo visti in modo più marcato nel 2022. Non possiamo più basarci solo sull’apporto che può dare la natura, occorre prepararci. Due sono sostanzialmente le strategie da mettere in atto: tutelare la risorsa evitando gli sprechi e stoccare l’acqua quando c’è. Grossi invasi sì ma anche tutte le altre infrastrutture che ci permetteranno di sostenere questi obiettivi”.
Marnati ha poi citato i quattro punti fondamentali delineati dalla Regione per la transizione ecologica: attuare la transizione dell’economia, da lineare a circolare; raggiungere la neutralità climatica nel 2050 con emissioni nette pari a zero; attuare la transizione energetica, dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili e la transizione verso città e comunità sostenibili che puntino al benessere dei cittadini.
Il Fondo europeo di sviluppo regionale, per la prima volta – ha concluso Marnati – contiene due misure, una dedicata ai cambiamenti climatici e prevenzione rischio che poggia su una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro, e l’altra, da 72 milioni di euro, dedicata alla preservazione della natura e allo sviluppo, e al completamento, di infrastrutture verdi. Per quanto riguarda il settore delle acque sul fronte della riqualificazione fluviale sono già stati investiti 12 milioni di euro per 56 interventi mentre 3 milioni di euro sono stanziati sul bando 2023”.

 




Cuneo. Nel 2022 crescita in doppia cifra per le imprese straniere

Il numero di imprese straniere iscritte a fine 2022 presso il Registro imprese della Camera di commercio di Cuneo è di 4.561 unità, guidate per il 24,7% da donne e per il 20,7% da giovani. Tuttavia, a dispetto di una numerosità in costante aumento all’interno del sistema economico cuneese, occupano un peso inferiore (7,0%) rispetto alla media piemontese (11,8%).

Le imprese straniere in provincia di Cuneo e in Piemonte

Anno 2022

Imprese straniere registrate

% sul totale delle imprese

Tasso di crescita

Cuneo

4.561

7,0%

+10,2%

Piemonte

50.258

11,8%

+5,0%

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Cuneo su dati Infocamere

“Aumenta la voglia di fare impresa tra gli stranieri che vivono in provincia di Cuneo – sottolinea il presidente Mauro Gola – I numeri raccontano una crescita a due cifre, trainata dal settore edile, molto più marcata rispetto a quella fatta segnare a livello regionale e nazionale. Da qualche anno i trend sono consolidati e testimoniano l’aumento del numero delle società di capitale tra le imprese straniere, a riprova di una loro maggiore strutturazione rispetto al passato.”

La componente straniera del tessuto imprenditoriale locale continua a mostrare una vivacità superiore rispetto al complesso totale delle imprese cuneesi; nel corso del 2022, a fronte della nascita di 751 attività, si sono registrate 318 cessazioni (valutate al netto di quelle d’ufficio) con un saldo positivo di 433 unità. Il tasso di crescita raggiunto è del +10,2%, in controtendenza rispetto a quello della totalità del tessuto imprenditoriale (-0,2%). Esaminando l’andamento dei tassi di crescita degli ultimi cinque anni si evidenzia come alla dinamica negativa della totalità delle imprese della Granda, fatta eccezione per il 2021, si sia contrapposta la performance di segno “più” delle imprese straniere. L’analisi dei flussi sottolinea un evidente dinamismo sia sul fronte della natalità (+17,7 %) che della mortalità (+7,5%) in entrambi i casi più elevati dei rispettivi indici calcolati per l’intero universo delle imprese cuneesi (+5,1% e +5,3%).

Anche per il 2022 il settore in cui le aziende straniere sono maggiormente presenti si conferma essere quello delle costruzioni, con 1.557 attività registrate. I bonus governativi hanno favorito il comparto edile, la cui variazione di stock risulta essere molto positiva (+17,0%). Le attività commerciali accolgono meno di un quarto delle aziende a conduzione straniera, con un andamento positivo (+3,4%). Quanto alla dinamica esibita dagli altri principali settori di specializzazione, assistiamo all’espansione della base imprenditoriale nelle attività manifatturiere (+8,7%), nell’agricoltura (+6,1%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (+4,5%).

I principali settori di attività economica delle imprese straniere

registrate in provincia di Cuneo

Anno 2022

Settore

Imprese straniere registrate al 31/12/2022

% imprese straniere sul totale delle registrate

% sul totale imprese straniere

Tassi di var. % annuale stock

Costruzioni

1.557

17,5%

34,1%

+17,0%

Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli

826

7,3%

18,1%

+3,4%

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione

418

10,6%

9,2%

+4,5%

Agricoltura, silvicoltura pesca

384

2,1%

8,4%

+6,1%

Attività manifatturiere

334

6,2%

7,3%

+8,7%

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Cuneo su dati Infocamere

L’analisi per forma giuridica segnala una maggiore incidenza di ditte individuali nelle realtà guidate da stranieri rispetto al tessuto imprenditoriale provinciale valutato nel suo complesso (rispettivamente il 78,0% rispetto al 61,2% del totale imprese). Le società di capitale si attestano all’11,3%, mentre le società di persone sono l’8,3% delle aziende a prevalente conduzione straniera, quote che salgono rispettivamente al 14,4% e al 22,1% nella media generale. Simile per i due aggregati è la rilevanza residuale delle altre forme, il cui peso si attesta rispettivamente al 2,4% e al 2,3%.

              Imprese straniere         Imprese totali

            al 31 dicembre 2022     al 31 dicembre 2022

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Cuneo su dati Infocamere

Esaminando i dati relativi alla natimortalità della componente straniera in base alla forma giuridica emerge una tendenza al progressivo rafforzamento strutturale: le società di capitale chiudono l’anno con il tasso di crescita più elevato (+18,9%), frutto di una buona natalità (+20,8%) e di una mortalità molto contenuta (+1,9%). Le imprese individuali evidenziano un tasso di natalità del +18,7% e una mortalità del +8,7% con un indice di crescita del 10,0%. Seguono le società di persone (+4,5%) e le altre forme (+1,8%).

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Cuneo su dati Infocamere

Cuneo, 2 marzo 2023




Confagricoltura Piemonte: “La Consulta  per la Promozione del Territorio sia veicolo di tutela”

Confagricoltura Piemonte esprime soddisfazione per la nascita della Consulta per la promozione del territorio delle Aree protette del Po piemontese.

Non siamo stupiti che l’Ente Parco riconosca il ruolo trainante delle Associazioni di categoria e delle realtà economiche, per la promozione del territorio e che con esse cerchi una proficua collaborazione” afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte.

 

Sicuramente come Confagricoltura daremo un contributo fattivo affinché questo organismo svolga un ruolo attivo nelle politiche di sostenibilità sociale, economica e ambientale del territorio” prosegue il direttore Lella Bassignana.

 

La Consulta sarà chiamata a esprimersi con pareri sul regolamento delle aree protette, per valorizzare e salvaguardare l’interesse economico e turistico di ampie zone caratterizzate da un ecosistema unico e tutelato dall’Unesco: il Delta del Po’ è infatti identificato all’interno del MAB – “Men and the Biosphere”, un programma scientifico intergovernativo riservato alle Riserve di Biosfera, essendo la più grande zona umida d’Italia, senza confini, costantemente ridisegnata dal lento lavorìo delle acque del fiume, in cui la natura esprime un’enorme ricchezza in termini di biodiversità.

 

Per Confagricoltura, la rappresentanza è assicurata da Edoardo Canepa per la provincia di Alessandria e Jacopo Ferraris per la provincia di Vercelli e di Biella.




CNA Piemonte: incontro tra la Direzione Nazionale CNA e il Ministro delle imprese e del made in Italy

La direzione nazionale di CNA ha incontrato questa mattina il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

All’incontro hanno partecipato anche il Presidente di CNA Piemonte Bruno Scanferla e il Segretario Regionale Delio Zanzottera, oltre ai componenti piemontesi della Direzione Nazionale.

Il Presidente nazionale di CNA Dario Costantini ha riportato l’attenzione sul recente caos sul Superbonus scatenato dallo stop improvviso alla cessione del credito e allo sconto in fattura: “Siamo certi che potremo contare anche sul suo prezioso contributo per dare, in tempi brevissimi, risposta alle 40mila imprese che sono al limite della sofferenza e della sopportazione per gli oltre otto miliardi di crediti incagliati”.

Il Ministro ha parlato della centralità delle micro e piccole imprese nell’economia italiana.

“Fino a poco tempo fa una dimensione aziendale ridotta era vista come un limite, oggi invece è una qualità importante: la tenacia degli imprenditori italiani ha dato vita a una imprenditoria capace di adattarsi anche ai cambiamenti più difficili da prevedere. Artigiani e Pmi sono elementi di forza della nostra economia, soprattutto in questa fase di deglobalizzazione. Per questo abbiamo creato il ministero delle imprese e del Made in Italy”, ha dichiarato Urso, che continua “Abbiamo collegato alla legge finanziaria sul Made in Italy, un disegno di legge che presenteremo in Parlamento ad aprile, quando sarà terminata l’indagine conoscitiva della commissione Attività produttive della Camera. Lo stesso governo sta portando avanti un confronto con le Regioni e gli attori coinvolti e la misura riguarderà la lotta alla concorrenza sleale, alla contraffazione, all’italian sounding, ma valorizzerà anche il prodotto italiano come tale”.

Risulta evidente che i dossier di competenza del Ministero delle imprese e del Made in Italy impattino fortemente sulle micro e piccole imprese.

La Confederazione ha dato piena disponibilità a lavorare in modo congiunto, fiera del fatto di essere  interlocutore privilegiata: l’incontro di oggi è il primo di diversi incontri utili a approfondire temi connessi alla piccola impresa e alla crescita del Sistema Paese.