Confronto tra Confartigianato Imprese Cuneo e i sindaci della Valle Tanaro

1994, 2016 ed ora 2020. Anni che richiamano a fenomeni alluvionali sempre più violenti, responsabili di danni e devastazioni del territorio e delle vallate cuneesi, una in particolare, la Valle Tanaro.

Vere e proprie bombe d’acqua che in poco più di 24 ore hanno generato ferite profonde non facilmente sanabili. Gravi problemi strutturali al sistema viario, numerosi danneggiamenti agli edifici, ma anche pesanti danni a tante piccole imprese che in quella zona mantengono vivo il tessuto economico e che ora si ritrovano a fare i conti con una difficile ricostruzione e un ancor più complesso rilancio produttivo.

Confartigianato Imprese Cuneo, proprio in virtù della sua mission che indica nella rappresentanza uno degli aspetti prioritari del suo impegno, ha voluto, seppure da remoto come lo impongono le misure di sicurezza attuali, incontrare i sindaci di quella parte della valle Tanaro per fare il punto sulla situazione attuale e sulle iniziative che si possono mettere in campo per dare un concreto sostegno alle imprese locali.

In collegamento sulla piattaforma Go to meeting la presidenza e la Giunta di Confartigianato Imprese Cuneo insieme ad alcuni dirigenti dell’Associazione, tra i quali Sergio Rizzo presidente Confartigianato – zona di Ceva e Davide Merlino rappresentante di Confartigianato in seno alla Fondazione CRC e Mauro Bernardi vice presidente di Confartigianato – zona di Cuneo e presidente ATL Cuneese.

Collegati in rappresentanza dell’Alta valle Tanaro, i sindaci di Garessio Ferruccio Fazio, di Ormea Giorgio Ferraris, di Bagnasco Giuseppe Carazzone, di Nucetto Enzo Dho e di Priola Luciano Sciandra.

Tra i temi affrontati le problematiche legate ai danni alluvionali ad imprese e viabilità, il prosieguo del progetto del traforo Armo Cantarana, e la necessità di reperire risorse per sostenere i lavori di ripristino delle strutture e per avviare un concreto rilancio economico.

Nel discorso introduttivo, il presidente di Confartigianato Imprese Cuneo Luca Crosetto ha posto l’accento sulla piena disponibilità dimostrata fin da subito dall’Associazione a sostenere le imprese di questa parte di territorio.

“Abbiamo affiancato immediatamente come partner la Fondazione Specchio dei Tempi de la Stampa nella raccolta fondi per le imprese danneggiate. – ha sottolineato – Un segnale per comunicare vicinanza e solidarietà alle nostre imprese associate e una mano tesa per fornire aiuti immediati per una ripartenza”.

La parola è poi passata al direttore di Confartigianato Imprese cuneo Joseph Meineri, il quale ha presentato in modo sintetico il tessuto economico che insiste sull’Alta Val Tanaro. “Nei cinque comuni coinvolti in questo incontro – ha illustrato – operano ben 214 aziende artigiane che sommate alle altre 410 imprese commerciali, industriali e del terziario, arrivano a 624, un dato che dimostra quanto sia vivace e attivo il mondo produttivo di questa zona”.

A seguire gli interventi dei cinque sindaci ospiti dell’incontro, i quali hanno elencato le problematiche dei loro territori.

Ferruccio Fazio (Garessio): “Un ringraziamento doveroso va all’iniziativa di Specchio dei Tempi e al vostro importante contributo. Mi piacerebbe che questa iniziativa di solidarietà proseguisse anche per dare un sostegno alla riattivazione rapida di un’operatività efficiente per le imprese. Con l’abbattimento nei prossimi giorni del ponte Odasso che ostruisce, in caso di piena, il fluire del fiume Tanaro, ci troveremo con una Garessio tagliata a metà in un punto cruciale del paese dove hanno sede molte attività artigiane e commerciali. Dovremo quindi affittare una passerella pedonale per dare loro l’opportunità di essere raggiunte, ma il costo è di circa 80 mila euro”.

Giorgio Ferraris (Ormea): “Nel nostro comune i danni maggiori si riferiscono all’ambito imprenditoriale legato al turismo. A fronte di 1500 residenti, abbiamo più di un terzo di aziende legate al mondo dell’artigianato e dei servizi in ambito turistico. L’evento alluvionale ha creato danni ingenti a sentieri, percorsi, pista ciclabile e la famosa balconata di Ormea. A questo proposito, abbiamo anche lanciato anche una raccolta fondi perché sappiamo bene che per la viabilità ordinaria prima o poi i finanziamenti si trovano, mentre quella turistica spesso viene dimenticata. C’è poi, il progetto del traforo di Armo Cantarana: ha avuto gli avvalli necessari, ma mancano i finanziamenti. Certo, per la nostra viabilità che ora, dopo lo stop del Tenda, sta registrando un incremento di passaggi di molto superiore a prima, potrebbe offrire ai viaggiatori una nuova opportunità per raggiungere più agevolmente la Liguria”.

Giuseppe Carazzone (Bagnasco): “Il nostro territorio ha bisogno di una viabilità più fluida e di una connessione più efficiente. I danni provocati dalla recente alluvione hanno messo in difficoltà alcune importanti aziende che operano nel nostro territorio. In particolare, mi riferisco alla Fassa Bortolo, che dà lavoro a 40 persone, e che per la seconda volta ha avuto lo stabilimento allagato. Uno dei simboli di Bagnasco è il suo particolare ponte medioevale che ha un unico gemello in Francia. Bisognerebbe costruire a questo ponte una nuova arcata per evitare che si ripetano questi fenomeni di allagamento, ma come sempre mancano i fondi”.

Enzo Dho (Nucetto): “Per fortuna le nostre imprese non hanno subito gravi danni. Qualche problema si è verificato al campo sportivo, mentre tre famiglie sono rimaste senza abitazione. Bisognerebbe fare leva nei confronti delle istituzioni referenti per ottenere il miglioramento della viabilità statale”.

Luciano Sciandra (Priola): “I problemi per le nostre aziende artigiane sono stati tutto sommato contenuti. Però già in passato abbiamo verificato come i risarcimenti da parte dello Stato siano troppo bassi rispetto all’entità dei danni e le lungaggini burocratiche esasperanti. Occorre un’azione comune di tutte le associazioni e dei vari comuni per sostenere in modo concreto sia le attività artigiane che il miglioramento della viabilità. Inoltre bisognerebbe che venissero individuati criteri più congrui nella distribuzione dei fondi, in modo da dare alle imprese produttive un vero valore aggiunto”.

Dopo i sindaci, l’intervento del vice presidente vicario di Confartigianato Imprese Cuneo e presidente regionale Giorgio Felici, il quale ha sottolineato come negli incontri con i vertici della Regione Piemonte si sia più volte posto l’accento sulla necessità che tutto il territorio cuneese possa usufruire di infrastrutture digitali efficienti, visto che attualmente oltre la metà della Granda ancora non accede ad una connessione veloce.

Sull’importanza di fare rete e di lavorare insieme per raggiungere risultati positivi per le imprese, le famiglie e il territorio è intervenuta la vice presidente di Confartigianato Imprese Cuneo Daniela Balestra, la quale ha sottolineato come l’Associazione con questo incontro abbia voluto dare un segnale tangibile di attenzione alle imprese della zona, non soltanto attraverso iniziative di sostegno, ma con un vero e proprio servizio di accompagnamento nel percorso di rilancio e di sviluppo.

E sul binomio artigianato e turismo si è soffermato il presidente dell’ATL Cuneese Mauro Bernardi, sottolineando il grave clima di incertezza in cui si sta muovendo il settore turistico a causa dell’emergenza sanitaria. “Nel solo periodo autunnale sono state cancellate 90 fiere ed eventi previsti a livello locale – ha detto – Un danno pesante anche per l’indotto comprendente le numerose imprese artigianali che da sempre rivestono un fondamentale ruolo di supporto alla promozione di un territorio”.

A conclusione dell’incontro, il presidente Crosetto ha proposto ai cinque sindaci di sottoscrivere un documento da inviare al Prefetto e al Presidente della Provincia nel quale si sollecita la costituzione di un gruppo di lavoro che riprenda alcune tematiche importanti per la Valle Tanaro: miglioramento della viabilità e avvio dei lavori per il traforo di Armo Cantarana, banda larga, interventi urgenti per favorire la ripresa turistica, ripristino delle strade bianche.

“Con questa iniziativa – spiega – intendiamo tutelare con forza tutte le 624 imprese che vivono e lavorano in questa parte della nostra provincia. Soltanto lavorando insieme e facendo fronte comune potremo dare alle nostre aziende un futuro di sviluppo”.




Confagricoltura Piemonte: clima ed emergenza sanitaria condizionano l’annata agraria

L’andamento dell’annata agraria che si chiude l’11 novembre analizzato in una conferenza stampa on-line di Confagricoltura Piemonte, con gli interventi di presidente e direttore regionale di Confagricoltura Enrico Allasia ed Ercole Zuccaro, dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa, del presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia, del presidente di ANBI Piemonte(l’associazione che rappresenta i consorzi irrigui e di bonifica) Vittorio Viora, del presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà, del presidente nazionale dell’UNCEM (Unione dei comuni montani) Marco Bussone e del componente della Giunta nazionale Confagricoltura Luca Brondelli di Brondello.

Confagricoltura evidenzia un andamento positivo delle produzioni vegetali, con prezzi in rialzo – ma non ancora a livelli ottimali – per i cereali. Raccolto non abbondante per la frutta, ma con produzioni di alta qualità. Ottima la vendemmia. L’emergenza Covid-19 manda in crisi il comparto zootecnico: prezzi cedenti per polli, suini, latte e per la carne di razza Piemontese. Scarso il raccolto di miele.

 

L’inverno tiepido, il più caldo degli ultimi 63 anni, con precipitazioni leggermente inferiori alla media, non ha favorito la ripresa vegetativa. Anche in primavera le temperature sono state superiori alla media e le piogge leggermente inferiori alla media. Aprile e maggio hanno fatto registrare alcune precipitazioni eccezionali. L’estate è trascorsa calda con temperature un po’ sopra la media, con precipitazioni abbondanti, alcune delle quali anche di fortissima intensità, specialmente nel mese di agosto, con venti forti e violente grandinate che in ogni caso non hanno compromesso i raccolti. L’autunno, a parte l’alluvione del 2-3 ottobre, ha finora fatto registrare temperature più o meno in media, così come le precipitazioni, con scarsi passaggi di perturbazioni atlantiche.

Per quanto riguarda l’andamento delle produzioni vegetali – chiarisce Confagricoltura – il raccolto di grano tenero è stato scarso (dal 10 al 15% in meno rispetto al 2019), con prezzi in rialzo da settembre, a livello soddisfacente. Produzioni in calo anche per l’orzo, che in alcune zone registra perdite di rese del  20-30%. Ottime qualità e produzioni abbondanti per il mais, con prezzi in rialzo. Annata difficile per il riso: le zone di produzione – spiegano i tecnici di Confagricoltura Piemonte – sono state colpite da una violenta grandinata il 24 settembre, al confine tra Pavia e Novara, e delle fortissime piogge cadute il 2 e 3 ottobre: la produzione sarà inferiore di circa il 10 – 15% rispetto l’anno scorso. Il raccolto è di buona qualità e i prezzi sono interessanti. Buona la produzione di leguminose, con prezzi incoraggianti per la soia.

Nel comparto frutticolo produzioni in calo, fino al 40% in meno rispetto al 2019, per pesche e nettarine, con qualità e prezzi soddisfacenti. Bene anche albicocche e susine, mentre per il kiwi continuano a registrarsi problemi fitosanitari agli impianti; i danni da gelo primaverile hanno ridotto la produzione. Soddisfacente la produzione di nocciole, ma con prezzi cedenti rispetto all’anno scorso. Buono il raccolto di castagne e di piccoli frutti; tiene la produzione di fragole, con la diffusione di coltivazioni fuori suolo.

Interessante la produzione orticola, con vistosi incrementi dei consumi e dei prezzi. Buona la campagna 2020 del peperone di Carmagnola, seppur con una produzione leggermente in calo rispetto all’anno scorso.

Annata eccellente, favorita dal buon clima estivo, per le coltivazioni foraggere e per i pascoli montani.

Ottima la vendemmia, con produzioni nella media e qualità eccellente, soprattutto per i vini rossi.

Sul fronte gli allevamenti zootecnici Confagricoltura evidenzia che sono aumentate le produzioni di carne avicole. Dopo l’innalzamento dei prezzi in primavera per il lockdown, a settembre il prezzo dei polli da carne era in flessione del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Buona anche la produzione di uova di galline, in aumento di quelle allevate a terra.

Per quanto riguarda i bovini da carne l’emergenza sanitaria Covid-19 ha impattato pesantemente sui consumi e sui prezzi. Con il blocco del canale della ristorazione i danni maggiori si sono registrati nel comparto degli allevamenti di razza Piemontese: i bovini sul mercato all’ingrosso hanno ridotto di circa il 40% il prezzo rispetto all’anno precedente.

In difficoltà – fa rilevare Confagricoltura – anche il mercato del latte bovino: anche in questo caso l’emergenza sanitaria ha fatto diminuire il consumo di latte fresco e i produttori hanno perso circa il 20-25% del prezzo rispetto all’anno scorso.

In crisi anche il mercato dei suini: oggi gli allevatori producono ben sotto i costi di produzione. Scarsa la produzione di miele, a causa del meteo instabile e delle conseguenti fioriture intermittenti nel periodo primaverile.

L’emergenza sanitaria ha acuito le difficoltà del settore primario, già fortemente indebolito. Le produzioni zootecniche hanno subito un calo generalizzato della domanda, in particolare per quanto riguarda carne suina e bovina e latte fresco, a causa del prolungato lockdown primaverile. Il colpo – spiegano i dirigenti di Confagricoltura Piemonte – è stato accusato pesantemente anche dal comparto vitivinicolo, che oggi fa registrare giacenze in cantina superiori al livello fisiologico e guarda con preoccupazione ai prossimi mesi, periodo tradizionale di feste che quest’anno si terranno sicuramente in forma limitata.

In questo contesto – rileva Confagricoltura – diventa indispensabile favorire la competitività delle imprese, consolidare le strutture aziendali, non trascurare gli investimenti in innovazione e sviluppo, assicurare una promozione coordinata del nostro agroalimentare in Italia e all’estero.

Per Confagricoltura la Regione e il Governo nazionale dovranno impegnarsi su questo su questi obiettivi, per dar modo alle imprese di poter ripartire con fiducia non appena le condizioni lo permetteranno. In questa situazione diventa perciò indispensabile sfruttare tutte le risorse a disposizione, a partire da quelle del programma di sviluppo rurale che continua a manifestare forti deficit per quanto riguarda la capacità di spesa: la chiusura del periodo di programmazione è fissata al 31 dicembre e anche se sarà possibile effettuare successivamente i pagamenti già impegnati, al 30 settembre erano stati erogati soltanto il 55% dei fondi a disposizione per il periodo 2014-2020. Confagricoltura Piemonte ha già manifestato alla Regione le preoccupazioni degli imprenditori agricoli, chiedendo di accelerare la conclusione delle istruttorie avviate e la liquidazione dei contributi alle aziende.

Per quanto riguarda la prossima programmazione Confagricoltura ha avanzato alla Regione una serie di proposte, che puntano al rafforzamento delle imprese e al sostegno a progetti immediatamente cantierabili, che per fortuna ci sono.

Per l’organizzazione degli imprenditori agricoli è necessario uno sforzo comune, nel quale deve prevalere il senso di responsabilità per far ripartire, proprio con l’agroalimentare, la nostra economia in modo da far crescere l’occupazione e assicurare una giusta remunerazione per gli agricoltori che operano sul territorio.

Confagricoltura rivolge inoltre un appello alle istituzioni per la difesa e la salvaguardia del territorio, evidenziando due emergenze.

La prima: sono sempre più gravi i danni provocati dai selvatici, cinghiali in particolare, alle coltivazioni agricole: la proliferazione eccessiva di questa specie va contenuta in ogni modo.

Infine l’ultima alluvione di inizio ottobre ha purtroppo confermato che il clima sta cambiando e che è necessario fronteggiare questa emergenza con un impegno concreto: bisogna assicurare un’adeguata manutenzione a fiumi e torrenti, favorire il ripristino delle reti irrigue minori, investire per la creazione di invasi. Per Confagricoltura è tempo di superare i blocchi ideologici che paralizzano gli interventi sul sistema idrogeologico per favorire una vera tutela dell’ambiente naturale e delle attività agricole che sono il vero presidio del territorio.

 

 




In Piemonte vaccinate oltre 500mila persone contro l’influenza

Sono più di cinquecentomila le persone che fino a oggi, in Piemonte, si sono vaccinate contro l’influenza stagionale: (423.269 soggetti hanno più di 65 anni e 115.971 hanno tra i 6 mesi e i 64 anni di età). Sono solo alcuni dati riferiti, oggi nell’ambito dei question time, dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi in risposta all’interrogazione del consigliere Pd Domenico Rossi, che ha chiesto chiarezza rispetto a vaccini influenzali a disposizione di cittadini a rischio e non, nonché circa le modalità di distribuzione delle dosi sul territorio.

Il Piemonte – specifica l’assessore Icardi – si è aggiudicato una fornitura pari a un milione e cento mila dosi,aumentabili del 20 per cento, decisamente superiore rispetto alle 713.000 dosi circa, somministrate durante la scorsa campagna di vaccinazione 2019.

La campagna vaccinazioni, avviata lo scorso 26 ottobre, ha previsto una prima tranche di  400 mila dosi e poi altre quattro forniture per un totale di  700 mila dosi. Di queste, 683.500 sono state consegnate già ai medici, 16.500  sono ancora presso i magazzini in attesa della distribuzione alle farmacie. A queste devono essere aggiunte circa 78.000 dosi destinate alle ASL e alle Aziende Ospedaliere per la vaccinazione di operatori sanitari, ospiti di RSA e in alcuni casi cittadini e bambini a rischio.  Non è prassi – ha specificato in conclusione l’assessore – che la Regione rifornisca le farmacie, che abitualmente invece acquistano le dosi dei vaccini per proprio conto e poi le vendono ai cittadini.  In un momento delicato come quello attuale, si è però voluto però fornire un aiuto supplementare e se ci sarà modo di implementare questo 1,5% destinato alle farmacie, come deciso dalla cabina di regia nazionale, lo faremo”.

“La risposta dell’assessore – replica il consigliere del partito democratico Domenico Rossi –  tende a rassicurare per quanto riguarda i cosiddetti soggetti a rischio per cui, con 1,1 milioni di dosi ordinate di cui 683 mila già distribuite ai medici, la somministrazione dovrebbe essere assicurata. Non si dia però nulla per scontato, perché nella situazione sanitaria in cui siamo non ci sono margini di errore: si lavori per migliorare la distribuzione e la calendarizzazione delle vaccinazioni, due aspetti su cui medici, farmacie e cittadini continuano a segnalare problemi. Diverso il discorso per chi non rientra nelle categorie a rischio: infatti, la Regione metterà a disposizione sul mercato libero, distribuendole alle farmacie, solo 16.500 fiale monodose. Una goccia nel mare. Considerato che le farmacie non riescono a trovare altre dosi sul mercato significa che, oggi, i cittadini non a rischio non sono nella condizione di vaccinarsi per l’influenza”.

Durante i question time di oggi è stata data risposta anche alle interrogazioni di Francesca Frediani (M5S) sul Livello di contagio nelle scuole della Regione Piemonte; di Raffaele Gallo (Pd) sul Piano di garanzia sanitaria per i disabili minori, con particolare riferimento a quelli affetti da ipoacusia infantile, che prescinda dall’emergenza covid-19 e assicuri loro ogni tipo di continuità terapeutica; di Marco Grimaldi (Luv) sulle problematiche relative all’area sanitaria Covid a Torino Esposizioni; di Silvio Magliano sulla tutela di tutti i pazienti affetti da gravi forme di malattie croniche durante la gestione emergenza Covid.




Si è svolto il PMI Day all’Unione industriali di Asti

Si è svolto venerdì 20 novembre il PMI Day 2020 organizzato dal Comitato Piccola Industria dell’Unione Industriale della Provincia di Asti.

Il PMI Day è la Giornata Nazionale dedicata alle Piccole e Medie Imprese, giornata in cui queste aprono le porte dei propri stabilimenti agli studenti degli istituti superiori.

Quest’anno, a differenza delle passate edizioni, considerata l’impossibilità di spostarsi sul territorio a causa del lockdown, si è deciso di svolgere l’incontro in modalità videoconferenza, dando comunque agli imprenditori la possibilità presentare le proprie aziende e far conoscere la propria realtà produttiva e i relativi processi industriali.

A questa edizione hanno partecipato dieci aziende aderenti all’Unione Industriale di Asti (BASF ITALIA SPA, C.S. COSTRUZIONI SRL, ELMEG SRL, FIDA SPA, MALABAILA & ARDUINO SPA, ROBINO & GALANDRINO SPA, TOSO SPA, TSG ITALIA SRL, VERNAY ITALIA SRL, WAY ASSAUTO SRL) che hanno “digitalmente” aperto le porte dei propri stabilimenti a circa 700 studenti degli istituti I.T.I.S. Artom di Asti e Canelli, I.P.S.I.A. Castigliano, Istituto Agrario Penna, Liceo Scientifico Vercelli, I.I.S. Pietro Andriano, I.I.S. G.A. Giobert e Istituto Ferrero di Neive.

Questa esperienza ha offerto agli studenti l’opportunità di apprezzare l’impegno e il talento che gli imprenditori quotidianamente condividono con i propri collaboratori nella realizzazione di prodotti e servizi e nell’attività di innovazione, progettazione e sperimentazione.

Molto positivo il riscontro avuto da professori e studenti che hanno apprezzato la volontà del Comitato Piccola Industria di Asti di organizzare un’esperienza come questa nonostante le limitazioni che tutti vivono quotidianamente.

Il Presidente del Comitato Piccola Industria, Eugenio Pinci, ha così commentato la buona riuscita della giornata: “l’apprezzamento da parte dei soggetti coinvolti – professori e studenti in primis – è ciò che ci rende più orgogliosi ed è stato questo il fine che ha animato il nostro spirito nel voler comunque organizzare questa giornata, consci del fatto che apprendere cosa sia un’azienda dalle parole di chi l’azienda la vive ogni giorno, è materia che difficilmente si può studiare sui banchi di scuola. Nel corso degli incontri, siamo comunque riusciti a trasmettere agli studenti le sensazioni che si provano quando si entra in uno stabilimento produttivo, così da poterli avvicinare al mondo del lavoro”. 




Contributi per 600 euro ai lavoratori in disagio economico

I lavoratori in disagio economico e senza ammortizzatori sociali hanno tempo fino al 15 gennaio 2021 per partecipare al bando della Regione Piemonte che stanzia un contributo individuale una tantum di 600 euro.

L’iniziativa è dell’Assessorato regionale al Lavoro in collaborazione con Finpiemonte, Csi e parti sociali: “Il prezzo più alto della crisi innescata dalla pandemia in corso – osserva l’assessore Elena Chiorino – lo stanno pagando i lavoratori e le lavoratrici rimasti senza reddito, senza ammortizzatori sociali e in forte disagio economico. A questa platea, che in Piemonte si stima attorno alle 16.000 persone, la Regione ha dedicato un fondo da 10 milioni che si inserisce in una più ampia strategia regionale volta a rilanciare l’occupazione e sostenere chi chiede legittimamente la dignità del lavoro”.

Possono partecipare al bando le persone senza ammortizzatori che hanno visto il rapporto di lavoro sospeso o cessato dopo il 23 febbraio 2020, non hanno percepito retribuzione da marzo a maggio 2020 a causa dell’emergenza Covid-19 e sono prive di prestazioni previdenziali o assistenziali. Tra le varie tipologie figurano i lavoratori dei fallimenti, i domestici conviventi, i lavoratori della ristorazione di imprese che da marzo a maggio 2020 hanno subito riduzione di orario, chi è stato impiegato nella fornitura di pasti preparati e nei servizi di ristorazione in self-service, i collaboratori coordinati continuativi con contratto sospeso o cessato da marzo a maggio 2020.

L’elenco completo delle tipologie di beneficiari e le informazioni specifiche sul bando sono disponibili su questo link Per facilitare la compilazione della domanda, alla pagina , nella sezione “documentazione bandi” è disponibile un tutorial che supporta nella comprensione di tutte le fasi della procedura informatica di compilazione.

 

 




Nei primi nove mesi dell’anno in calo l’export della provincia di Cuneo

Nei primi nove mesi del 2020 il valore delle esportazioni cuneesi di merci si è attestato a 5,5 miliardi di euro, dai 6,2 miliardi di euro del periodo gennaio-settembre 2019, registrando una variazione tendenziale del -10,5% che denota la sofferenza dovuta al blocco produttivo e alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, dato peraltro migliore rispetto a quello regionale (-17,6%) e nazionale (-12,5%).

“I dati Istat relativi alle esportazioni cuneesi dei primi nove mesi dell’anno evidenziano un calo dell’export dovuto alle ricadute negative della pandemia, con l’unica eccezione del comparto degli alimentari e delle bevande, che anche in questo anno complicato ha confermato l’ottimo risultato del 2019. Il quadro generale è estremamente difficile, ma non dobbiamo subire passivamente gli eventi e l’ente camerale – sottolinea il presidente Mauro Gola – in sinergia con le istituzioni competenti e gli attori territoriali, sta lavorando per rispondere al meglio alle esigenze degli imprenditori, consapevole che da questa crisi possiamo risollevarci solo insieme, puntando sull’innovazione e sulla sostenibilità, per riprendere la corsa anche sui mercati internazionali.”

Il calo registrato dalle esportazioni cuneesi nel periodo gennaio-settembre 2020 è stato il risultato di andamenti negativi omogenei nei vari settori di specializzazione.
Il comparto manifatturiero, che spiega il 94,7% dell’export cuneese, subisce un decremento dell’11,2%.
L’unico settore con segno positivo è quello degli alimentari e delle bevande che, con una quota del 37,2%, ha una variazione tendenziale positiva dello 0,9%, seguito dai prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca che registrano un -0,2%.
La filiera del legno è quella che paga le maggiori conseguenze con il -37,5%, seguita da metalli di base e prodotti in metallo (-28,2%), mezzi di trasporto (-18,4%), macchinari e apparecchi (-16,2%), articoli in gomma e materie plastiche (-13,9%), per chiudere con gli altri prodotti delle attività manifatturiere (-10,5%).

Per quanto concerne i mercati di sbocco le performance sono negative sia verso i partner dell’Unione europea 27 post Brexit (-13,2%), che assorbono il 63,5% del totale delle vendite di merci cuneesi oltre confine, sia verso i mercati extra Ue-27 post Brexit (-5,2%), che rappresentano il restante 36,5%.

Nel dettaglio dei singoli Paesi dell’Unione Europea, la Francia, sebbene si confermi il primo partner commerciale della provincia di Cuneo, generando il 19,2% delle esportazioni locali, registra una flessione degli scambi del 10,6% seguita dalla Germania, con un’incidenza del 15,9% e una flessione altrettanto significativa (-11,8%). I risultati peggiori si sono registrati con Polonia (-27,8%), Portogallo (-25,0%), Spagna (-22,5%) e Repubblica Ceca (-18,1%).

Al di fuori dei confini europei Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Canada e Russia continuano a rappresentare, nonostante le criticità, i principali mercati di sbocco delle merci della nostra provincia. In questo frangente va evidenziata la crescita delle vendite verso i mercati americano (+4,5%), canadese (+6,8%) e australiano (+6,2%) grazie all’export di vini e bevande, mentre si evidenziano cali sensibili in particolare verso il Regno Unito (-13,6%), che rappresenta il secondo mercato di sbocco del “made in Cuneo”, e la Svizzera (-4,4%).




Consiglio regionale: gruppo lavoro Covid, il primo bilancio

Il gruppo di lavoro sull’emergenza Covid19, avviato a settembre, si è riunito 12 volte con audizioni di circa 40 soggetti, rappresentanti di una trentina di entità. L’attività si è concentrata soprattutto sulla prima ondata della pandemia ma, per i mesi a venire, contiamo di analizzare anche quanto avvenuto nella seconda fase”.

Lo ha dichiarato il coordinatore del gruppo di lavoro interno alla Commissione Sanità Daniele Valle illustrando in Aula la relazione intermedia sull’attività svolta e che dovrebbe concludersi entro giugno 2021. Valle ha aggiunto: “Pur avendo cominciato dopo la prima ondata di pandemia e nonostante le difficoltà legate alla seconda ondata, ci siamo riuniti in media una volta a settimana”.

Tra gli obiettivi raggiunti, ha spiegato, “spicca la raccolta di tutte le determine e le delibere relative alla gestione dell’emergenza che, grazie al contributo della Giunta, ha consentito di ricostruire nei dettagli la catena di comando nell’emergenza”. Tra le note dolenti, “la ritrosia ad entrare in possesso dei documenti adottati dall’Unità di crisi”.

Tra gli argomenti che verranno approfonditi nei prossimi mesi, “il potenziamento dei laboratori di analisi e delle terapie intensive, i problemi legati al diffondersi della pandemia in carcere, tra gli esponenti dell’associazionismo e del trasporto di volontari e l’analisi di problemi che riguardano alcuni presidi ospedalieri”.

Il dibattito è stato aperto dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi che ha sottolineato la necessità di sollecitare l’Unità di crisi per avere quanto dovuto e sottolineando l’impegno delle task force per il rinnovamento della sanità territoriale e ospedaliera.

Per il Pd sono intervenuti i consiglieri Maurizio Marello Domenico Rossi che hanno rilevato come alcune carenze evidenziate nella prima ondata si siano ripetute nella seconda, “a cominciare da alcune situazioni verificatesi nelle Rsa, nelle tempistiche per il processamento dei tamponi e nell’intasamento degli ospedali che hanno portato a ulteriori allungamenti delle liste d’attesa”.

Marco Grimaldi (Luv) ha elencato una serie criticità ricordando che “il Piemonte è stato tra le regioni peggiori per il tracciamento, la gestione quasi ospedaliera dell’epidemia, la scarsa difesa del personale medicosanitario e il rapporto con le Rsa. La minoranza ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo nella gestione della pandemia e diverse volte vi ha dato suggerimenti che non avete accolto”.

Per la Lega Alberto Preioni ha sottolineato che “si è riusciti a curare sia i piemontesi sia i pazienti provenienti da fuori regione e, nell’emergenza, tutti coloro che avevano compiti e posizioni di vertice hanno dato il massimo. Abbiamo un sistema ospedaliero che funziona e ha strutture di grande eccellenza ma dobbiamo creare una rete di Case della salute per potenziare la medicina territoriale”.

Il presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco ha evidenziato che il Piemonte ha pagato una serie di problemi stratificatisi e accumulatisi negli anni. Ma che l’indagine conoscitiva, proposta da tutti i presidenti dei gruppi e votata all’unanimità, “non deve rappresentare un’opportunità per uno scontro tra opposizione e maggioranza. È necessaria un’analisi delle competenze dello Stato e della Regione durante l’emergenza e un’analisi storica delle politiche sanitarie degli ultimi decenni”.

Per il M5s Francesca Frediani ha sostenuto la necessità “di continuare ad approfondire la situazione nelle carceri e nelle scuole, che potrebbero riaprire a breve i battenti”.

 




In Piemonte arrivano 40 mila vaccini a settimana

Ogni settimana arrivano in Piemonte 40 mila vaccini che vengono somministrati nei 28 punti di erogazione. Si stima che il personale che dovrà essere vaccinato nella prima fase (medici, anziani Rsa, personale medico) in Piemonte sia potenzialmente di 195.441 persone”.

Lo ha dichiarato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi nel corso dell’informativa, richiesta dalle minoranze, sulla prima fase della vaccinazione svolta in Quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco.

“La seconda fase – ha anticipato– vedrà arrivare in Piemonte un migliaio tra medici e infermieri scelti tra i tremila medici e i dodicimila infermieri che la Struttura commissariale per l’emergenza assumerà per destinarli alle regioni. Per raggiungere nel più breve tempo possibile l’immunità di gregge verranno coinvolti anche i medici di base, i pediatri e i farmacisti”.

L’accantonamento di vaccini per garantire l’avvio della seconda iniezione si attesta ora, in Piemonte, sul 20% di quelli ricevuti come misura prudenziale.

“Con l’articolo 5 del Decreto legge 1 del 5 gennaio scorso – ha osservato l’assessore – è stato finalmente risolto il problema del consenso informato al vaccino da parte degli ospiti delle Rsa incapaci di manifestare la propria volontà e privi di amministratori di sostegno grazie al coinvolgimento delle direzioni sanitarie delle strutture”.

“La platea dei vaccinandi – ha aggiunto l’assessore Icardi – è stata ampliata per analogia ai sanitari, ai medici di base e alle professionalità collegate in qualche modo alle strutture ospedaliere e sanitarie anche del comparto privato”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, Carlo Riva Vercellotti (Fi), Domenico Rossi, Mauro Salizzoni, Daniele Valle (Pd), Gianluca Gavazza (Lega), Sarah Disabato (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).

Al termine della comunicazione si è svolto il dibattito generale sul Disegno di legge per i ristori alle Rsa. Relatore di maggioranza del provvedimento in Aula sarà Sara Zambaia (Lega) e di minoranza saranno Monica Canalis (Pd), Grimaldi (Luv) e Sean Sacco (M5s)




Consiglio regionale: Scuola e Covid, per ora nessuna criticità

La ripresa delle lezioni in presenza al 50%, dal 18 gennaio, finora non registra particolari criticità”. Lo ha detto L’assessore all’istruzione Elena Chiorino riferendo alla quarta e sesta commissione riunite in seduta congiunta, presieduta da Paolo Bongioanni.

L’assessore ha spiegato come il rientro sia stato preparato da numerosi incontri su tavoli territoriali che hanno coinvolto tutte le realtà locali e scolastiche interessate. È stato rafforzato il trasporto locale: “4500 corse in più alla settimana nei trasporti urbani ed extraurbani, con 55 corse di autobus aggiuntive ai collegamenti ferroviari”, ha spiegato l’assessore, per un costo settimanale di 800 mila euro.

L’assessore ha anche fornito i dati dei positivi sulla base dei tamponi effettuati per il contact tracing: tra il personale docente ci sono 372 positivi, con 472 in quarantena; tra il personale non docente i positivi sono 169, con 324 in quarantena. Gli studenti positivi sono 1763, quelli in quarantena sono 3748.

L’assessore Chiorino ha poi riferito sui primi risultati del progetto Scuola Sicura, partito il 4 gennaio per realizzare uno screening su base volontaria attraverso un tampone ogni quindici giorni al personale scolastico e ogni mese agli studenti di seconda e terza media. Il progetto costa 7 milioni di euro, i dati dal 18 al 26 gennaio riguardano il personale scolastico, con 4307 tamponi prenotati, 4194 eseguiti e 75 positivi, una percentuale dell’1,79%.

Non ci sono ancora dati sugli studenti, anche per qualche problema di comunicazione tra le scuole e le famiglie che devono esprimere l’assenso. “Stiamo preparando una lettera che dovrebbe chiarire le modalità di partecipazione e aiutarla”, ha spiegato Chiorino, che si è detta disponibile a fornire aggiornamenti continui sui dati alle due Commissioni.
Hanno posto domande all’assessore i consiglieri Daniele Valle, Domenico Rossi e Monica Canalis del Pd, Francesca Frediani del Movimento 4 ottobre, Marco Grimaldi (Luv) e Sarah Disabato (M5s). Frediani ha anche espresso preoccupazione per il livello dei contagi. Canalis ha chiesto di permettere di effettuare i tamponi sugli studenti nelle scuole, invece che negli spot previsti dalle Asl. Valle ha criticato la bassa adesione a Scuola sicura.




Dal 15 febbraio le adesioni di ultra80enni e personale scolastico e universitario

Altri due importanti traguardi per la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 della Regione Piemonte: lunedì 15 febbraio i medici di medicina generale inizieranno a raccogliere l’adesione alla vaccinazione degli assistiti con più di 80 anni e il personale docente e non docente delle scuole e delle Università potrà esprimere la volontà di farsi vaccinare.

Over80

Da lunedì 15 febbraio le persone con più di 80 anni (nati nel 1941 compresi) potranno segnalare la loro volontà di ricevere il vaccino al proprio medico di famiglia.

Ogni medico indicherà eventuali priorità sulla base del quadro clinico dell’assistito e ne registrerà l’adesione sull’apposita piattaforma regionale. L’Asl di competenza provvederà a definire gli appuntamenti e a indicare luogo, data e ora della convocazione per la vaccinazione tramite sms o mail (si può indicare anche un cellulare/e-mail di un parente o altra persona fidata).

La somministrazione delle dosi avverrà a partire dal V-Day del 21 febbraio nei 97 centri vaccinali finora individuati, aumentati rispetto ai 61 inizialmente previsti per raggiungere capillarmente tutte le zone del Piemonte. Chi non sarà in grado di spostarsi sarà vaccinato a domicilio a cura dell’Asl di appartenenza.

Personale scolastico e universitario

Sempre dal 15 febbraio il personale, docente e non docente, in servizio presso gli istituti scolastici e universitari pubblici e privati, compresi quelli di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) ed i servizi educativi privati e paritari potrà manifestare la propria volontà di aderire alla vaccinazione anti Covid-19 tramite il portale www.ilpiemontetivaccina.it Le prime inoculazioni verranno effettuate dal 19 febbraio.

In questa fase per avviare la campagna verrà usato il vaccino AstraZeneca indicato per la popolazione con meno di 55 anni. Gli over55 possono comunque manifestare la propria adesione sul portale e saranno convocati successivamente con le modalità e le tempistiche previste dal Piano nazionale.

Si precisa che nel personale non docente rientrano: assistenti amministrativi, assistenti tecnici, collaboratori scolastici, cuochi (presso convitti), direttori dei servizi generali ed amministrativi, dirigenti scolastici, guardarobieri (impiegati presso convitti) e infermieri (impiegati presso convitti).

Coloro che, invece, soffrono di particolari patologie non dovranno usare il portale per manifestare l’adesione perché saranno informati successivamente in modo specifico sulle modalità loro riservate.

Chi non ha il proprio medico di famiglia in Piemonte può comunque aderire alla campagna vaccinale, ma con delle specifiche modalità che saranno comunicate nei prossimi giorni.

Lo svolgimento delle due fasi è stato illustrato dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, dal commissario generale dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo, dal commissario dell’Area giuridico-amministrativa Antonio Rinaudo, dal consulente strategico Covid della Regione Pietro Presti e dal Capo di Gabinetto della Giunta Gian Luca Vignale.

“La tempistica è chiara e precisa, l’esercito è pronto e operativo. – ha affermato Cirio – Abbiamo potenziato i punti vaccinali per gli over80 perché abbiamo voluto andare loro incontro e farli vaccinare nel punto più vicino. Il sistema di prenotazione per gli anziani è molto facile e immediato, anche perché per loro abbiamo scelto di avvalerci dei medici di medicina generale”.

I vaccini unica arma

Per quanto riguarda l’approvvigionamento dei vaccini, il presidente ha fatto presente che “siamo sabaudi e rispettiamo le regole”, ma pure rivelato che “anche oggi abbiamo proseguito nel lavoro di ricerca autonoma sul mercato internazionale. Abbiamo dato mandato a Scr, la Società di committenza regionale, di cercare tre milioni di pezzi. E’ un mandato conoscitivo, però mette già a disposizione una indagine di mercato per individuare quali prodotti e a quale prezzo. Questi vaccini sono per le aziende, perché prima mettiamo in sicurezza i loro dipendenti, prima può essere messo in sicurezza il prodotto interno lordo del Piemonte”.