Innovazione e impatto del car sharing: città europee a confronto

Oggi la Città di Brema (Germania) ospita il meeting finale del progetto STARS, un progetto di ricerca di 30 mesi sulla sharing mobility finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Horizon 2020 e coordinato dal professor Marco Diana del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino.

Il progetto nasce dall’esigenza di capire, a fronte dei benefici potenziali dei servizi di car sharing, resi possibili dalle recenti applicazioni tecnologiche nel settore dei trasporti, quali sono i loro impatti reali sulla riduzione della congestione e sull’impronta ambientale, allo scopo di elaborare strumenti utili ai decisori locali e ai pianificatori per adottare le migliori politiche di incentivazione e soluzioni per le diverse aree metropolitane europee.

Nei mesi che sono trascorsi dall’avvio del progetto il consorzio, composto dal Politecnico di Torino come capofila e da altri otto partner rappresentativi del mondo accademico, dell’automotive (GM Global Propulsion Systems – Torino Srl), delle pubbliche amministrazioni e delle associazioni dei provider dei servizi di car sharing in cinque Paesi europei, ha prodotto una fotografia di questi servizi in Europa, analizzandone i diversi modelli organizzativi e di business e l’impatto sull’industria automobilistica, ha studiato come i comportamenti e le preferenze individuali incidono sui diversi modelli, per poi sviluppare degli scenari che prendano in considerazione anche la co-modalità, ad esempio con i servizi di trasporto pubblico. 

Con la conferenza di oggi STARS vuole tracciare i principali risultati raggiunti e allargare la sua visione, grazie alla condivisione con esperienze e approcci al car sharing diversi, provenienti dall’Asia, dal nord America e dalla madrepatria del car sharing: la Svizzera.

Le discussioni e i dibattiti daranno ai partecipanti spunti utili per massimizzare i benefici del car sharing in termini ambientali e sociali, ma anche in termini di opportunità per diversi settori industriali: automotive, operatori di sistemi di trasporto pubblico, servizi di sharing mobility, gestori di flotte aziendali, sviluppatori di piattaforme digitali, settore immobiliare.

Crediamo che capire, sulla base delle peculiarità del contesto locale, quali sono i modelli di mobilità condivisa più adatti da applicare in una determinata area urbana e quali politiche possono essere messe in atto per favorire il massimo beneficio per la collettività sia molto importante nell’ottica di promuovere centri urbani più vivibili dal punto di vista del traffico e della qualità dell’aria, tema che in questo periodo dell’anno si impone all’attenzione pubblica”, afferma Marco Diana.

A Brema vengono presentati, tra gli altri, due casi studio italiani: Torino e Milano. Grazie alla collaborazione con la società SWG, il Politecnico di Torino ha raccolto e analizzato circa 1.500 questionari somministrati a utenti e non utenti dei servizi di car sharing (circa un terzo residenti a Torino e due terzi a Milano).

L’identikit che ne deriva è quello di un utente generalmente vocato alla multimodalità, abituato ad utilizzare altre forme di mobilità condivisa, come il bike sharing”, spiega l’ingegner Andrea Chicco, che ha curato l’analisi dei dati e che presenterà oggi i risultati. “Un aspetto interessante che è emerso dall’indagine è che l’utilizzo del car sharing spinge anche ad un maggior utilizzo del trasporto pubblico locale, soprattutto laddove l’infrastruttura di quest’ultimo è estesa e capillare”. 

Politiche che sappiano quindi migliorare l’efficienza e incentivare contemporaneamente il servizio pubblico e il servizio di car sharing possono dimostrarsi vincenti per città come quelle analizzate, sia in termini di migliore servizio pubblico ma anche di contenimento delle emissioni di inquinanti e gas climalteranti.

Invece nel campione analizzato, da quanto riportano i ricercatori, gli effetti sul numero di auto di proprietà è osservabile ma molto contenuto, a differenza di quanto avviene in altri Paesi partner del progetto, come la Germania.

È tuttavia da specificare che i modelli di car sharing sono diversi, con una netta prevalenza in Italia dei servizi cosiddetti “free floating” (ovvero senza una stazione fissa e quindi più adatti per tragitti di sola andata) mentre nel Nord Europa questi si affiancano ad altre soluzioni consentendo di attrarre tipologie di utenti diverse e quindi incrementare le ricadute positive.

Anche quest’ultimo punto potrebbe spingere a delle riflessioni sui modelli operativi e di business da favorire. Riflessioni che potranno essere stimolate e guidate dal risultato finale del progetto, ovvero un toolkit, cioè una “cassetta degli attrezzi” per i policy maker che sono responsabili delle politiche della mobilità soprattutto nelle grandi aree urbane, e che sarà disponibile dopo il mese di maggio. 




L’Epa riabilita il glifosate. Confagricoltura: “Investire in ricerca”

Confagricoltura Piemonte interviene sul recente pronunciamento dell’EpaUnited States Environmental Protection Agency.

L’agenzia ha concluso che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni”.

È questo il verdetto emesso dall’Epa, a proposito del glifosate, un erbicida – informa Confagricoltura – che è utilizzato da numerose imprese agricole e che da anni è al centro di diatribe mediatiche e giudiziarie a proposito di una presunta cancerogenicità della sostanza.

Nell’agosto dell’anno scorso l’Epa aveva già sottolineato come procurare allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza attiva sarebbe stato “in contraddizione con la valutazione scientifica dell’agenzia” e sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”.

La valutazione è stata condivisa, negli anni, dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), dalla Bfr (l’Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca) e più recentemente dalle autorità canadesi per la salute (Health Canada).

La valutazione dell’Epa statunitense – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiaconferma quanto sostenuto da tempo, sulla base della scienza e non del pregiudizio, da Confagricoltura: riteniamo importante continuare a utilizzare questa sostanza non solo dal punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché il gligosate è utilizzato particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa, apportando benefici importanti all’ambiente, a partire dalla diminuzione di emissioni di anidride carbonica-.

Questa vicenda – sostiene il presidente di Confagricoltura Piemonte – ci invita ad analizzare le questioni tenendo nella massima considerazione i pareri espressi dalla comunità scientifica internazionale, puntando a produzioni agricole sostenibili e di qualità, continuando a credere e a investire nella ricerca”.

È stata proprio la ricerca – ricorda Confagricoltura – la protagonista assoluta in agricoltura. Grazie alla ricerca la produttività è cresciuta con l’aumento della popolazione mondiale: dagli anni ’60 gli abitanti del pianeta sono passati da poco più di 3 miliardi a 7 miliardi e in parallelo la produzione cerealicola è cresciuta da circa 900 a quasi 2.400 milioni di tonnellate.

Nello stesso periodo la produzione di cereali è aumentata il 50% cento più velocemente
della popolazione mondiale, soprattutto con incrementi delle rese unitarie. “Nei prossimi
anni – sostiene Allasia – dovremo continuare a puntare sulla ricerca, perché avremo
bisogno di maggiore produzione agricola e dovremo gestire in maniera sostenibile le
risorse naturali dell’ecosistema”.

 




Regione Piemonte: per lo sport un incremento di 10 milioni

Nel 2020 la Regione destinerà allo sport 10 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno: lo ha annunciato in sesta Commissione l’assessore regionale competente, illustrando il Documento di economia e finanza regionale (Defr) e il Bilancio di previsione finanziario 2020-2022.

Le risorse saranno implementate attraverso variazioni sostanziali al bilancio contentute nel maxi emendamento che verrà presentato dalla Giunta: le proposte riguardano nello specifico la promozione di eventi turistici sportivi internazionali (+2,5 milioni nel 2020), i contributi per la conservazione degli impianti olimpici di innevamento programmato e di risalita trasferiti dalla Regione agli enti locali (+500mila euro), i contributi ad enti e società per la promozione della pratica sportiva (+1 milione), gli interventi per garantire la sicurezza delle aree sciabili (+6 milioni), i contributi a favore di federazioni, enti di promozione sportiva, associazioni e società sportive a  sostegno degli sport della pallapugno e della palla tamburello (+200 mila euro).

Sono intervenuti per chiarimenti consiglieri M5s, Pd e Fi.

L’assessore ha poi illustrato il disegno di legge sulla promozione e l’impiantistica sportiva, il cui testo è stato sviluppato in accordo con il Coni, le Federazioni sportive e il Comitato italiano paralimpico (Cip) e che ha tra i suoi obiettivi quello di garantire a tutte le realtà che promuovono la pratica sportiva la possibilità di partecipare ai bandi regionali.

La legge prevede, inoltre, la tutela degli sport tradizionali come la pallapugno e la pallatamburello, l’istituzione della Settimana regionale dello sport e del benessere e della Piemonte Sport Commission, un’agenzia strutturata sul modello di Film Commission, per promuovere il Piemonte come destinazione di turismo sportivo e che si attivi per reperire le risorse necessarie all’organizzazione degli eventi.

La Commissione ha deciso le consultazioni on-line con termine il 6 marzo e ha nominato relatori.

In congiunta con la quinta Commissione del Consiglio comunale di Torino si è poi svolta una seduta di approfondimento sulla situazione della Cavallerizza Reale, alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura e dell’assessore comunale all’Urbanistica, nel corso della quale è stata ribadita la volontà della Regione di favorire il recupero dell’area con i fondi dello sviluppo regionale, a fronte di un progetto complessivo di riqualificazione.




Alta formazione: Cnvv, Upo e Foraz presentano la prima sessione dei corsi “Elective”

Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Università del Piemonte Orientale (Upo) e Foraz, il consorzio interaziendale di formazione professionale che fa capo a Cnvv, hanno presentato la prima sessione di un nuovo ciclo di incontri di alta formazione dedicato a imprenditori e manager delle aziende del territorio.

«A pochi giorni dall’avvio del corso su Budget e sistema di Reporting economico-finanziario, che ha ottenuto un riscontro decisamente superiore alle previsioni – spiega il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – abbiamo deciso di proporre alle nostre imprese la possibilità di partecipare al ciclo di corsi “Elective” organizzati dal Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa nell’ambito della Laurea magistrale in Management e Finanza e in Amministrazione, Controllo e Professione, durante i quali esperti del mondo dell’industria e delle professioni illustrano i temi e i trend più attuali e più all’avanguardia in vari ambiti operativi. Per la prima sessione sono stati individuati quattro percorsi, tutti caratterizzati da un’impostazione fortemente pragmatica».

Nella terza settimana di febbraio 2020 prenderanno il via i corsi “Excel, VBA and Access”, a cura di Fabio De Luca, Gianluca Fusai e Giuseppe Rossi, e “Amministrazione del personale”, a cura di Virginia Miazzo, mentre da metà marzo a metà aprile è in programma il corso “Valutare l’invalutabile: sistemi innovativi di valutazione del personale nelle aziende: modelli e casi pratici”, a cura di Antonio Barge e Silvio Savoia. Chiuderà la prima sessione di proposte formative il corso “Fintech”, a cura di Raffaele Zenti, in programma nel mese di maggio. Tutte le lezioni si terranno nella sede dell’Upo di via Perrone 18, a Novara. Ogni corso prevede il rilascio di un attestato di partecipazione. Le adesioni dovranno pervenire richiedendo l’apposita scheda a: foraz@foraz.it




CCIAA Torino. Fino al 27 febbraio il progetto Marca a Madrid

I prodotti di design della collezione torinese MARCA sono presentati in questi giorni presso la prestigiosa sede del Matadero Madrid. L’esposizione s’inserisce nel quadro dell’invito che la Città di Torino ha ricevuto dal Madrid Design Festival, in qualità di città ospite d’onore.

Il progetto MARCA è promosso e sostenuto dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con il Centro Estero per l’Internazionalizzazione ed è ideato e curato da Barbara Brondi & Marco Rainò.

La Città di Torino – prima World Design Capital nel 2008 e dal 2014 Creative City UNESCO per il Design – lieta dell’invito ricevuto dal Madrid Design Festival, prende parte all’edizione 2020 di questo importante evento internazionale in qualità di città ospite d’onore. Partecipando al Madrid Design Festival la città intende raccontare, anche grazie alla collaborazione dell’Ambasciata d’Italia a Madrid, la sua marcata attitudine a promuovere innovative attività di progetto e la sua vocazione all’ideazione e sviluppo di processi di ‘design thinking’ fortemente distintivi.

Al Madrid Design Festival la città si presenta con un programma d’eccezione: con la mostra dei manufatti d’alta qualità compresi nella collezione promossa dal progetto MARCA e con due conferenze corali (presso il COAM, il 13 e il 15 febbraio) a cui prenderanno parte alcuni dei protagonisti del design torinese.

MARCA è una collezione di oggetti d’uso quotidiano frutto del connubio tra i designer selezionati e aziende manifatturiere localizzate in provincia di Torino. MARCA esprime le eccellenze del territorio torinese attivando una collaborazione virtuosa tra istituzioni, designer e aziende con il fine di valorizzare le capacità creative dei designer e le consolidate conoscenze tecniche dei produttori.

MARCA prende le mosse dalla considerazione che gli oggetti possono raccontare una storia, esprimere un pensiero e rivelare la creatività e l’arte di “saper fare” di chi li progetta e li realizza, doti che non mancano al tessuto imprenditoriale torinese e che meritano di essere conosciute in Italia e all’estero.

Gli oggetti compresi nel catalogo MARCA, sono ideati in modo da poter essere facilmente assemblati dall’utente finale. La fabbricazione di tutti i componenti è gestita dal produttore, ma l’oggetto nella sua configurazione conclusiva è composto dall’acquirente, che combina le parti di un vero e proprio “kit” con l’ausilio di istruzioni grafiche utili a guidarlo nelle distinte fasi del montaggio.

L’opera di assemblaggio è sempre caratterizzata da un’alta possibilità di interpretazione dell’utente, garantendo un’ampia gamma di combinazioni tra i vari pezzi che compongono ciascun oggetto ed una certa “unicità” del prodotto finito.

Il progetto MARCA è promosso e sostenuto dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con il Centro Estero per l’Internazionalizzazione ed è ideato e curato da Barbara Brondi & Marco Rainò.

 




Ebano apre a Torino. Robiglio: sarà il nostro hub per il mercato europeo.

“Torino sarà il nostro hub per il mercato europeo. Puntiamo sulle forti competenze presenti nel territorio e sul suo ruolo naturale di luogo di contaminazione tra Italia e Francia.”

Spiega così l’apertura della sede del Gruppo Ebano a Torino il fondatore e Presidente della Piccola Industria di Confindustria Carlo Robiglio.

La holding apre a palazzo Graneri della Roccia in Via Bogino 9, sede anche del Circolo dei Lettori, sia un ufficio di rappresentanza e commerciale che una seconda sede operativa di BTREES, l’agenzia di comunicazione e marketing digitale del gruppo.

Il Gruppo ha aumentato da poche settimane ad un milione di euro il capitale sociale di CEF Publishing e l’ha trasformata in SPA e a fine estate, aveva rilevato le quote di minoranza di CEF Publishing, diventandone proprietaria al 100%.

“Torino ha un grande potenziale, un tessuto imprenditoriale fatto di migliaia di imprese di grande livello per posizionamento nei mercati internazionali e qualità dei prodotti, e grandissimi talenti formati in università d’eccellenza come quelle piemontesi.”

Sono i numeri a rappresentare la costante crescita del Gruppo Ebano: circa 18 milioni di fatturato nel 2018 ed una crescita negli ultimi 6 anni dell’800%, 8 società controllate, 15 partnership produttive, più di 250 dipendenti e collaboratori, una clientela media annuale che ormai supera le seimila unità per il solo business della formazione a distanza ed un piano di crescita per linee interne ed esterne con investimenti nel solo 2018 di 700 mila euro.

L’azienda è stata premiata da Deloitte a maggio a Milano nella sede di Borsa Italiana con il Premio “Deloitte Best Managed Companies” (BMC): il riconoscimento rivolto alle aziende che si sono distinte per strategia, competenze, impegno verso le persone e performance, promosso da Deloitte in collaborazione con ALTIS Università Cattolica, Confindustria e ELITE, il progetto del London Stock Exchange Group che supporta lo sviluppo e la crescita delle imprese ad alto potenziale.

Il Gruppo Ebano, tramite Cef Publishing, è anche in Elite, il programma internazionale nato in Borsa Italiana nel 2012 in collaborazione con Confindustria e dedicato alle aziende più ambiziose, con un modello di business solido ed una chiara strategia di crescita. Il Gruppo è fortemente impegnato nel sociale e nella sostenibilità.

La politica aziendale di Ebano, volta a perseguire alti standard in termini di sostenibilità e impatto sociale, ha permesso, attraverso la partecipata Cef Publishing, di ottenere la Certificazione b Corp®, rilasciata dalla B Corporation, l’ente non-profit americano.




Confagricoltura Piemonte: per il riso nuovi pericoli da Vietnam e Cambogia

Il nuovo accordo commerciale tra Ue e Vietnam, che prevede l’importazione a dazio zero sul mercato europeo di 80 mila tonnellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico e l’esclusione del riso dal ripristino dei dazi sulle importazioni dalla Cambogia rischiano di creare gravi problemi alla nostra risicoltura”.

Giovanni Perinotti, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella e responsabile nazionale del comparto riso di Confagricoltura, prende posizione sulle decisioni comunitarie degli ultimi giorni che “non danno seguito alle richieste formulate in modo compatto, senza distinzioni, dal governo italiano, dalle regioni più interessate alla risicoltura e dalle organizzazioni agricole”.

Sull’argomento ha preso posizione ufficialmente Confagricoltura a livello nazionale. “La lista stilata dalla Commissione non include il riso –sottolinea il presidente confederale Massimiliano Giansantie l’esclusione è stata motivata con la clausola di salvaguardia già in vigore che, però, si applica solo alle importazioni di riso Indica lavorato dalla Cambogia. E’ inaccettabile fare riferimento a questioni di carattere economico, quando è in discussione il mancato rispetto dei diritti umani e del lavoro”.

L’Italia – ricorda Confagricoltura – è il principale produttore di riso in Europa: su un’area di 220.000 ettari operano 4mila aziende agricole che raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione UE, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.

 




Inaugurazione ToNite,  progetto europeo per valorizzazione aree intorno alla Dora

Venerdì 14 febbraio presso la scuola Holden – piazza Borgo Dora, 49 a partire dalle ore 18 –    si terrà l’evento di inaugurazione del progetto europeo ToNite.

“La prima di mille notti” sarà l’evento inaugurale, il cui titolo richiama la raccolta di favole mediorientali de “Le mille e una notte”.  Obiettivo di ToNite è quello di rafforzare l’elemento della notte, e nel contempo, essere un’occasione di coinvolgimento della comunità locali attive nelle aree intorno alla Dora, poiché proprio su questo fiume insistono varie realtà pubbliche e private, circoli, commercianti, associazioni, l’Università con il suo Campus, un ambiente con delle potenzialità polifunzionali e una sua mobilità e percorribilità dedicata.

ToNite è il progetto con cui la Città di Torino ha vinto la call sul tema “Urban security” del programma europeo Urban Innovative Actions, come capofila di un partenariato composto da Fondazione Torino Wireless, Engineering Ingegneria informatica, Experientia, SocialFare, EFUS, Espereal Technologies e ANCI.

Le politiche inclusive per promuovere la cura del territorio e la sua valorizzazione sono la base valoriale che ha accompagnato la Città di Torino nelle due progettazioni UIA, quella di Co-City e dei Patti di Collaborazione per i Beni Comuni, ormai al termine, e quella del progetto ToNite che apre una stagione nuova di collaborazione che mette al centro gli abitanti e le abitanti del territorio.

L’approccio scelto dalla Città di Torino, premiato dalla Commissione Europea, pone al centro le comunità locali e le potenzialità del territorio, in un’ottica d’innovazione sociale e riqualificazione urbana

ToNite analizzerà i fenomeni sociali urbani i quali verranno affrontati attraverso politiche inclusive per promuovere la cura del territorio e la sua valorizzazione. Il progetto triennale si concentrerà nelle aree lungo il fiume Dora, prevede azioni di ricerca, analisi, valutazione e attività di animazione e co-design finalizzate a definire interventi sugli spazi pubblici e a supportare, attraverso un sostegno tecnico e finanziario, l’attivazione di nuovi servizi di prossimità rivolti principalmente alle ore notturne. Sarà il racconto sul ruolo della Dora, dell’immaginario di un fiume, da Parco Dora alla Colletta, nonché le storie dei ponti che la attraversano.

Sulla Dora insistono varie realtà pubbliche e private, circoli, commercianti, associazioni, l’Università con il suo Campus, un ambiente con delle potenzialità polifunzionali e una sua mobilità e percorribilità dedicata.

“Il progetto ToNite – spiega Marco Giusta, Assessore ai Diritti e alle Periferie –

ha un valore essenziale, quello della partecipazione e del co-design. Sussidiarietà, è una delle parole che sta al centro: ogni soggetto, comitato, associazione, comunità è riconosciuto e coinvolto, ognuno con la propria peculiarità e competenza ad interagire con il processo. Questo progetto racconta e coinvolge diverse singolarità, il ruolo della Città è saperle far lavorare in sinergia. Le politiche inclusive per promuovere la cura del territorio e la sua valorizzazione sono la base valoriale che ha accompagnato la Città di Torino nelle due progettazioni UIA, quella di Co-City e dei Patti di Collaborazione per i Beni Comuni, ormai al termine, e quella del progetto ToNite che apre una stagione nuova di collaborazione che mette al centro gli abitanti e le abitanti del territorio”.

L’Assessore all’Innovazione e Smart City, Marco Pironti dichiara: “Riconosco nel progetto ToNite molti ingredienti chiave dell’innovazione, come ad esempio il focus sulle comunità, che rappresentano gli attori principali dei processi di innovazione dal basso verso l’alto; l’impatto sociale dell’innovazione, ovvero la capacità di creare valore con un senso di responsabilità per chi vive e lavora nel territorio; la progettazione collaborativa, ovvero la sinergia tra vari punti di interesse a favorire una innovazione aperta, che contamini in positivo la città intera. Credo che ToNite rappresenti una grande opportunità per la Città di Torino di raccontare l’innovazione che nasce dall’azione positiva urbana, e dalla sicurezza di voler coinvolgere ogni quartiere e ogni comunità nel percorso”.

“ToNite è una nuova opportunità di sviluppo e di trasformazione di un pezzo di città finora posto in ombra, ma che conserva grandi possibilità di crescita – sottolinea l’assessore all’Ambiente, Alberto Unia -. Come è avvenuto per CoCity, ToNite si offre come terreno di confronto aperto ai cittadini, che partecipano alle scelte come protagonisti del cambiamento. Come hanno dimostrato le altre esperienze di riqualificazione dei nostri quartieri, questo approccio è il più efficace per ottenere un effetto duraturo del cambiamento, perché produce senso di appartenenza e di corresponsabilità nella cura e nel rispetto del territorio, in quanto bene comune da preservare”.

“La Circoscrizione 7 – evidenzia il Presidente Luca Deri – è felice di collaborare con ToNite.  All’interno di questa iniziativa progettuale si possono creare ottime sinergie con quanto noi stiamo facendo. Abbiamo avviato un percorso ideativo ed organizzativo, al fine di avere una visione complessiva. È quindi nato e si è formalizzato un Coordinamento Allargato che vede come protagoniste le diverse forme di rappresentanza con anche il mondo dell’Università e del Politecnico. Si è avviata una dialettica costruttiva, nel merito del Piano di Sviluppo Locale Condiviso, ancora aperto e modificabile. Si tratta di poli che possono entrare trasversalmente in sinergia con le possibili future azioni ed i contenuti del Progetto ToNite”.

Le risorse assegnate al progetto superano i 4,5 milioni di euro di cui 1,5 milioni di euro verranno destinati ad interventi fisici sul Lungo Dora, mentre 1 milione di euro verrà destinato a supportare l’attivazione di progetti e servizi sul territorio.




Contributi a fondo perduto per l’acquisizione di aziende in crisi o impianti produttivi chiusi

La misura “Interventi integrati per l’acquisizione di aziende in crisi, di impianti produttivi chiusi o a rischio chiusura” della Regione Piemonte intende contrastare processi di deindustrializzazione, al fine di recuperare i siti industriali dismessi o a rischio di dismissione e favorire il miglioramento e/o il recupero dei livelli occupazionali.

Il bando incentiva, attraverso un contributo a fondo perduto, l’acquisizione di un’azienda in crisi, di un ramo d’azienda, oppure di un impianto, uno stabilimento produttivo o di un centro di ricerca localizzati in Piemonte già chiusi o che, se non fossero acquisiti, chiuderebbero per cessazione dell’attività.

Per “Azienda in crisi” si intende un’imprese che hanno formalmente avviato una procedura di licenziamento collettivo o di cassa integrazione straordinaria per crisi, oppure una procedura concorsuale.

L’ammontare delle risorse disponibili è suddiviso in base a 2 tipologie di intervento:
– 2.529.104,83 € per progetti relativi ad investimenti;
– 871.850,17 € per i progetti relativi all’occupazione.

Beneficiari del Bando Regione Piemonte

Il bando sostiene micro, piccole, medie e grandi imprese italiane o estere, localizzate in Piemonte (o che si impegneranno a localizzarsi in Piemonte al momento dell’erogazione del contributo), nell’acquisizione di imprese in crisi.

Le imprese beneficiarie devono essere iscritte al Registro Imprese, o ad analogo Registro del paese di provenienza, non essere in difficoltà e appartenere alle Categorie Ateco ammesse all’agevolazione.

Tipologia di investimento ammesso al bando per l’acquisizione di aziende in crisi

L’incentivo finanzia i progetti di investimento iniziale, finalizzati a rilevare
– aziende localizzate in Piemonte in situazione di crisi conclamata, con i relativi impianti e stabilimenti produttivi ed i connessi attivi materiali ed immateriali;
– impianti, stabilimenti produttivi o centri di ricerca localizzati in Piemonte, a rischio di definitiva chiusura o già chiusi per cessazione dell’attività o dell’impresa;
– rami d’azienda o singoli lotti funzionali di uno stesso impianto/stabilimento produttivo o di un centro di ricerca localizzati in Piemonte da parte di diverse realtà imprenditoriali.
Sono ammessi anche progetti di intervento che prevedano l’affitto di aziende o rami d’azienda finalizzati alla successiva acquisizione a titolo definitivo.
La durata dei progetti è di 24 mesi dalla data di sottoscrizione dell’atto di adesione.
Le spese ammesse riguardano 2 tipologie di intervento:
– Investimenti:
a) acquisto e/o ristrutturazione di immobili;
b) acquisto del suolo aziendale, sue sistemazioni (escluse le bonifiche) e relative spese di progettazione;
c) opere murarie e assimilate;
d) infrastrutture specifiche aziendali;
e) macchinari e impianti (anche revamping), attrezzature;
f) attivi immateriali;
e) due diligence (fino ad un importo massimo di 100.000 €).
Le voci di spese a), b), c) non possono superare il 70% del totale dei costi. L’investimento minimo deve essere pari ad almeno 1.500.000 €.
– Occupazione
a) acquisizione di contratti in corso;
b) nuove assunzioni (escluso apprendistato e lavoro intermittente).

Agevolazione prevista dal Bando Piemonte

1) Investimenti (contributo massimo di 2.000.000 €)
Il bando prevede un contributo a fondo perduto, di intensità diversificata in base alla zona di intervento e alla tipologia di impresa:
– Tutto il territorio regionale: dal 10% al 20% dell’equivalente sovvenzione lordo (ESL agevolazione al lordo delle tasse);
– Aree 107.3 c: dal 20% al 30% dell’ESL.
2) Occupazione
La misura mette a disposizione un contributo a fondo perduto pari ad un massimo di 6.300 € per ogni assunzione, fino ad un ammontare totale massimo di 400.000 €.

Scadenza del Bando per l’acquisizione di aziende in crisi

Lo sportello per la presentazione delle domande rimarrà aperto fino al 30 dicembre 2020.




Alle politiche energetiche 2,5 milioni di euro

Quasi due milioni e mezzo di euro destinati alle politiche energetiche regionali per il 2020: lo ha annunciato in Terza commissione l’assessore all’Ambiente, Energia e Innovazione, illustrando il Documento di economia e finanza regionale (Defr) e il Bilancio di previsione finanziario 2020-2022.

L’assessore ha spiegato che la cifra messa a bilancio per le sue competenze dirette, è di quasi un milione e quattrocentomila euro, provenienti per la maggior parte da fondi europei e statali. L’altro milione e 100mila euro è di competenza dell’assessorato ai Trasporti. Anche gli anni 2021 e 2022 saranno coperti più o meno dalle stesse cifre.

L’obiettivo da raggiungere è quello di avere sempre più energia proveniente da fonti rinnovabili eliminando i combustibili fossili, ha chiarito l’assessore. Sarà quindi necessario un ammodernamento delle strutture e infrastrutture energetiche attraverso non solo nuove tecnologie, ma tramite la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici sulle aree degradate e abbandonate, senza utilizzare nuovo suolo.

Si pensa anche alla costruzione di nuovi invasi nelle montagne, per tutelare l’acqua e per produrre nuova energia pulita.

Tra i principali scopi che la Regione si è prefissata, ha concluso il rappresentante dell’esecutivo, ci sono poi quelli di ridurre maggiormente i consumi e di promuovere la green economy su tutto il territorio piemontese.

Lo scorso dicembre la Giunta ha approvato il nuovo Piano energetico regionale (Pear), che dovrà ora essere esaminato e votato dal Consiglio regionale.