Torino: 1,5 mln di Euro per la manutenzione del Palazzo del Ghiaccio

Questa mattina la Giunta Comunale ha approvato, su proposta degli assessori Finardi e Iaria, la delibera relativa agli interventi di manutenzione straordinaria alle piste 1 e 2 del Palazzo del Ghiaccio di corso Tazzoli.

Con una comunicazione del 30 maggio 2019 la Fondazione 20 marzo 2006 ha individuato il quarto stralcio del piano complessivo degli interventi, suddiviso per Comuni, dando contestuale avvio all’iter dei procedimenti elencati nel medesimo tra i quali sono inseriti quelli delle due piste dell’impianto di via Sanremo 67, per una copertura finanziaria totale di 1.500.000,00 euro.

Alla pista 1 sarà rifatto l’impianto di raffreddamento tramite la sostituzione della CO2, mentre alla pista 2 saranno impermeabilizzati i torrini ascensori del piano terra.

Con una nota del 19 novembre 2019 la Fondazione ha autorizzato la SCR Piemonte a procedere alla progettazione e alla realizzazione delle opere. Considerati i tempi di necessari alla realizzazione del progetto e allo svolgimento della procedura di gara per l’affidamento degli progettazione e esecuzione delle opere si presume che i lavori saranno eseguiti dall’estate 2021 a quella del 2022.




Crisi d’impresa, Robiglio: “Sempre più difficile l’attività imprenditoriale nel nostro Paese”

Siamo abbastanza preoccupati per il perdurare di una mentalità “anti-impresa” come quella che ispira le più recenti normative sulle crisi d’impresa e che rende sempre più difficile l’attività imprenditoriale nel nostro Paese.

Lo ha detto il presidente della Piccola Industria di Confindustria, Carlo Robiglio, concludendo i lavori del convegno “La responsabilità penale delle società e degli enti (D.Lgs. 231/01): stato dell’arte della giurisprudenza e nuovi reati”, svoltosi nel pomeriggio del 18 febbraio 2020 a Novara.

«Il rispetto delle leggi e l’etica d’impresa – ha osservato – fanno parte da sempre della storia di valori e degli impegni concreti di Confindustria.

Si pensi, ad esempio, al “rating di legalità”, strumento fortemente voluto da Confindustria, che permette alle aziende virtuose di farsi riconoscere dai propri stakeholder assicurando premialità nelle misure di sostegno e nell’accesso al credito e che è stato finora ottenuto da oltre 7.500 imprese, di cui oltre il 90% Pmi, o al “Manifesto per l’etica d’impresa” che Rossana Revello, alla guida del nostro Gruppo tecnico per la Responsabilità d’Impresa, sta presentando con un roadshow in tutta Italia.

Sono davvero tante le aziende che hanno scelto da che parte stare e si impegnano per il rispetto delle leggi, all’interno di un modello di governance che deve essere sempre più permeato da una cultura manageriale per creare valore condiviso.

È doveroso ricordarlo, come è doveroso tenere conto di questo impegno e considerare, al netto della rilevanza dei reati previsti dal D.lgs. 231, quella che deve essere, attraverso un coordinamento normativo adeguato, una necessaria proporzionalità della risposta sanzionatoria».

 

Organizzato da Confindustria Novara Vercelli Valsesia in collaborazione con Confindustria, Ordine degli Avvocati di Novara e Aodv 231-Associazione dei Componenti l’Organismo di Vigilanza, l’incontro ha avuto come relatori Umberto Caldarera, avvocato in Novara e componente del Consiglio direttivo dell’Associazione dei componenti degli Organismi di Vigilanza, che ha analizzato le nuove fattispecie di reato e le ricadute sul “Modello organizzativo 231”, Antonio Matonti, avvocato e direttore dell’area Affari legislativi di Confindustria, che ha illustrato l’evoluzione delle linee-guida elaborate da Confindustria per l’applicazione nelle imprese dei modelli di organizzazione e controllo in osservanza a quanto previsto dal D.Lgs. 231/01, e il sostituto procuratore della Repubblica di Torino, Ciro Santoriello, che ha trattato alcuni casi di applicazione del D.Lgs. 231 nella giurisprudenza.

 

 




Fondamentale tutela salute, ma ora si pensi alla ripartenza della nostra economia

“Fondamentale tutelare la salute della popolazione, ma ora si pensi alla ripartenza della nostra economia”, così il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli nel commentare l’atteso ritorno alla normalità nella nostra regione dopo l’emergenza Coronavirus.

“Sono stati giorni molto complicati che hanno inciso fortemente sul tessuto economico, in tutti i comparti, dalla produzione al turismo, dalla cultura al settore artigiano e la conta dei danni in termini di perdite di fatturato, calo degli ordini, sospensione o persino annullamento di eventi, business e non, rischia di esasperare una situazione già segnata da tassi di crescita inferiori al resto del Nord.

Ora occorre ripartire, certo con senso di responsabilità e rispetto delle indicazioni sanitarie, ma concentrando gli sforzi per recuperare il terreno perduto e sostenendo i comparti maggiormente penalizzati.

Ringraziamo la Regione Piemonte per gli interventi annunciati – moratoria sui mutui e stanziamento di 1 milione di euro – mentre attendiamo di conoscere le misure di sostegno alle imprese che il Governo sta mettendo a punto.

Il Piemonte non rientra nelle zone rosse, ma le forti interconnessioni con il sistema produttivo delle regioni più coinvolte così come gli impatti subiti per il rallentamento a livello mondiale richiedono provvedimenti straordinari. Siamo comunque fiduciosi nella capacità di ripresa del nostro territorio”.




Novara. Coronavirus, ecco cosa prevede l’ultima ordinanza del Sindaco

Nuova ordinanza del Sindaco di Novara Alessandro Canelli finalizzata a contenere la diffusione del Covid -19 per regolare l’utilizzo degli impianti sportivi comunali.

Ecco cosa prevede l’ordinanza:

“Negli impianti sportivi pubblici siti sul territorio comunale è consentito il solo svolgimento delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina nonché lo svolgimento degli allenamenti finalizzati alla partecipazione a competizioni sportive, purché gli atleti risultino iscritti alla data del 22/02/2020 a società sportive già presenti nella struttura ed a condizione che le attività si svolgano a porte chiuse con l’inibizione di qualsivoglia affluenza di pubblico, fatta salva la specifica autorizzazione a svolgere la competizione agonistica sportiva con libero accesso del pubblico di competenza delle Federazioni Sportive Nazionali”.

“Un’ordinanza, supportata dal parere sanitario dell’Asl e sentita la Prefettura di Novara, che nasce da un confronto con le società sportive (incontrate ieri sera) e alla luce di quanto emerso nella giornata di ieri – spiega il Sindaco di Novara Alessandro Canelli – quando nelle nostre strutture si è registrato un accesso consistente di atleti provenienti dalla vicina Lombardia, dove gli impianti sono rigorosamente chiusi.

Il Governo, nel decreto del Presidente del Consiglio, non ha considerato minimamente la vicinanza geografica del Piemonte e a maggior ragione del nostro territorio alla Lombardia, dove le disposizioni sono giustamente rigorose, così come non ha preso atto della mobilità continua e frequente tra le due Regioni per motivi di studio e di lavoro, ma non solo.

Da oggi fino a domenica, quindi, potranno accedere alle nostre strutture gli atleti delle società sportive già presenti nei nostri impianti, svolgendo regolarmente i propri allenamenti, senza pubblico.

Laddove ci siano disposizioni diverse da parte delle federazioni si possono svolgere attività agonistiche con libero accesso.

Chiediamo a tutti di continuare ad usare il buon senso dei giorni scorsi, quando le misure precauzionali adottate hanno dato incoraggianti risultati”.




Coronavirus, il governo estende la restrizioni a tutto il territorio Nazionale

Il Presidente del consiglio Giuseppe Conte ha appena annunciato l’estensione delle più stringenti misure di restrizioni a tutto il territorio Nazionale.

Uniformità pertanto in tutta Italia delle misure varate nella notte tra sabato e domenica per la Lombardia e per 14 Province.

Sul territorio Nazionale ci si potrà muovere solo per «comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità» o «motivi di salute.

Misure drastiche pertanto per mettere in sicurezza l’intero Paese e tentare di fermare la corsa del Coronavirus.

Chiunque per spostarsi da un Comune all’altro dovrà avere una giustificazione e presentare una autocertificazione per il controllo.

Appello a tutte le forze produttive a lavorare da casa.

 

 

 




Torino avvia agevolazioni per il mondo no-profit

La Città di Torino è attraversata da centinaia di realtà, associazioni ed enti no profit che svolgono un lavoro quotidiano nel sociale, nella cultura, nello sport, nell’aggregazione.

In questo momento di grande difficoltà deve essere prioritario riuscire a dare loro gli strumenti per poter sopravvivere alla necessaria chiusura concedendo agevolazioni immediate.

 

Per questo oggi la Giunta Comunale, su proposta di Marco Giusta, Assessore alle Politiche Giovanili, Alberto Iaria, Assessore al Patrimonio, Francesca Leon, Assessora alla Cultura, Sonia Schellino, Assessora al Welfare e Roberto Finardi, Assessore allo Sport, ha approvato una delibera che attua una prima concreta  azione a favore di Associazioni e di Enti no-profit concessionari di beni di proprietà della Città di Torino, accordando, viste le circostanze eccezionali del momento, la possibilità di chiedere dilazioni di pagamento sui canoni concessori da corrispondere alla Città.

Sono pertanto autorizzati gli uffici, in caso di documentate difficoltà nella corresponsione di corrispettivi di concessione di immobili di proprietà comunale destinati all’associazionismo e più in generale alla realtà del no-profit, a definire modalità di dilazione, senza ulteriori oneri, che dovranno comunque garantire il pagamento dell’intero dovuto entro l’esercizio corrente.

 

“È responsabilità della politica raccogliere esigenze, ascoltare il territorio, ma anche dal particolare ricavare un quadro generale. Per questa ragione a seguito di confronti con gli spazi culturali della città e dopo aver raccolto le necessità che i mondi della cultura, dello sport e del sociale hanno in questo specifico momento, abbiamo deciso di rispondere con urgenza applicando una possibilità di agevolazione a tutto il mondo no-profit della città” dichiara Marco Giusta, Assessore alle Politiche Giovanili della Città di Torino, “Con due delibere oggi la giunta ha deciso di autorizzare gli uffici competenti, centrali e circoscrizionali, a definire con i soggetti concessionari di spazi di proprietà comunale dilazioni dei canoni senza ulteriori spese; inoltre, abbiamo istituito con l’Assessora alla Cultura Francesca Leon un Tavolo di confronto Giovani e Produzione culturale”.

 

Le due delibere approvate oggi rappresentano un aiuto concreto e rapido per venire incontro alle esigenze di chi opera per garantire le attività culturali di base della nostra città. L’Amministrazione cittadina è in ascolto e pronta a farsi carico delle richieste dell’indotto culturale per superare insieme questa emergenza” Francesca Leon, Assessora alla Cultura Città di Torino

 

La Città di Torino ha un’anima creativa, costituita non solo dalle grandi istituzioni culturali e dai grandi eventi, ma anche da una proposta culturale più giovane e fortemente votata alla prossimità ai cittadini e cittadine e a nuovi modelli di rigenerazione urbana. La capacità della Città di pensare e produrre cultura è cambiata, dialoga anche con spazi e realtà “minori”, sostenendone la creatività, l’imprenditorialità e condividendone la progettualità, come per esempio, ma non solo, nel caso dei Centri del Protagonismo Giovanile, di spazi musicali storici come Spazio211, Hiroshima, Blah Blah, Jazz Club, e molti altri che rendono vivo il tessuto artistico e culturale cittadino.

 

Proprio per riconoscere questa energia cittadina l’anno scorso la Città di Torino e in particolar modo Marco Giusta e Francesca Leon, hanno lanciato il progetto Torino Creativa, che ha riunito enti ed istituzioni del territorio per costituire una cabina di regia che possa rispondere fattivamente alle istanze provenienti da un confronto continuo sui temi della creatività, dell’arte, del design, dell’imprenditoria giovanile e culturale. Proprio in questi giorni i canali social di Torino Creativa saranno cassa di risonanza di tutte le iniziative culturali che stanno emergendo in città, attraverso le dirette su Instagram, Facebook, o altre attività che gli spazi di produzione culturale e i/le singole artiste/i stanno costruendo.

 

Spinti dalla necessità di affrontare una sfida come quella attuale, Marco Giusta e Francesca Leon oggi hanno istituito il tavolo consultivo “Giovani e Produzione Culturale”, per favorire comunicazione, confronto e progettualità tra i soggetti aderenti.

 

Parliamo di produzione culturale perché spesso questo mondo non viene correttamente rappresentato. Professioni con tipologie contrattuali atipiche, molto spesso con partita iva, contratti a tempo determinato, a chiamata , a progetto, sono la norma nel mondo dello spettacolo e culturale, due settori sempre più attivi in Italia e centrali a Torino a seguito della sua riconversione.

E’ molto difficile da parte della Città stimare quante siano le perdite fino a qui avute, quali le conseguenze, quante persone avranno bisogno di aiuto e soprattutto quale sarà il sostegno più indicato, ma questa situazione offre alla Città stessa la possibilità di confrontarsi per elaborare proposte da portare ai tavoli di concertazione regionali e nazionali sul valore delle nuove professioni e l’esigenza di avere ammortizzatori sociali in grado di garantirne la sopravvivenza.

 

Il tavolo sarà costituito dai rappresentanti e dalle rappresentanti designati dalle organizzazioni che avranno fatto richiesta di aderirvi e che potranno mandare richiesta presso l’Area Giovani della Città di Torino, ad esso possono aderire gli enti profit e no profit che gestiscono uno spazio con attività culturali, aggregative ed artistiche con particolare attenzione alle realtà giovanili.

 




Coronavirus, il presidente Mattarella chiama Cirio

Nel pomeriggio di ieri – comunica il presidente Alberto Cirio – ho ricevuto una chiamata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha voluto testimoniarmi la sua vicinanza per la mia guarigione e rivolgere un pensiero a tutte le donne e gli uomini piemontesi per come stanno affrontando questa emergenza così grande.

Il presidente ha sottolineato quanto sia importante in questo momento per tutti noi restare uniti. E io lo ringrazio di cuore. Il Piemonte vuole molto bene al nostro presidente, come gliene voglio io. Ho voluto dirgli che per noi è molto importante sentire la sua voce, sentiamo oggi più che mai il bisogno delle sue parole e di un messaggio di speranza per il nostro Paese”.

Sono 29 i decessi di persone positive al test del Coronavirus comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 1 in provincia di Torino, 3 nel Biellese, 17 nell’Alessandrino, 2 nel Vercellese, 3 nel Novarese e 2 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 residente fuori regione ma deceduto in Piemonte.

Il totale è ora di 403 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 110 ad Alessandria, 13 ad Asti, 38 a Biella, 24 a Cuneo, 57 a Novara, 105 a Torino, 22 a Vercelli, 27 nel Verbano-Cusio-Ossola, 7 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.




Sicurezza lavoratori Covid19, un progetto promosso dal Politecnico di Torino

Il tema della ripartenza delle attività produttive nella attuale emergenza COVID19 è sempre più all’ordine del giorno dell’agenda politica e dei media: un aspetto che presenta elementi di grande complessità proprio per l’eccezionalità della situazione che si troveranno a fronteggiare sia gli imprenditori che gli stessi lavoratori.

La riapertura dovrà basarsi infatti su misure condivise tra lavoratori e imprese, che tutelino da una parte la piena sicurezza dei lavoratori nei termini di rischio di contrarre il virus nel loro posto di lavoro e nei necessari spostamenti dalle loro case a fabbriche e uffici, e dall’altra garantiscano agli imprenditori la fattibilità e sostenibilità economica di tali misure.

 

Il Politecnico di Torino ha dato il via, insieme ad esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca, anche indicati dalle parti sociali e dal sistema delle imprese, ad un progetto che possa fornire un quadro di riferimento scientifico e tecnologico volto a minimizzare le probabilità di contagio tra persone che non presentano sintomi, così da consentire un rientro controllato ma pronto sui luoghi di lavoro e di aggregazione sociale, non appena i dati epidemiologici lo consentiranno.

 

“Siamo convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia tanto imprescindibile quanto una rapida riapertura delle attività economiche del Paese”, spiega il Rettore Guido Saracco: “La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane, se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese”.

Proprio in quest’ultima prospettiva, le linee guida e prassi definite dovranno abbinare alla garanzia del conseguimento di un efficace controllo dei rischi di contagio, la praticabilità tecnica ed economica in tempi rapidi a qualsiasi stadio delle filiere produttive, dalle piccole alle grandi imprese.

L’obiettivo del progetto è, nel concreto, di delineare le indicazioni contenute nel Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro – sottoscritto dal Primo Ministro e dai Ministri competenti in materia in data 14 marzo 2020 – in prassi e metodologie applicative che possano favorire una rapida implementazione nei contesti di riferimento. Si parla quindi di luoghi di lavoro non aperti al pubblico (aziende manifatturiere, magazzini), teatri e altri luoghi di aggregazione sociale con biglietto nominativo ed esercizi commerciali, aeroporti, cinematografi e altri luoghi ad accesso libero o comunque non completamente tracciato.

La necessità di impostare rigorosamente tali procedure è data alla prospettiva temporale nella quale sarà necessario applicarle, che dipenderà dalla durata dell’emergenza sanitaria e che oggi alcuni esperti prevedono non sarà inferiore a un anno (cioè il tempo minimo necessario per la disponibilità di un eventuale vaccino).

Sono quindi al lavoro cinque gruppi operativi, composti da docenti e personale del Politecnico e degli altri Atenei piemontesi, insieme a decine di soggetti qualificati pubblici e privati che hanno voluto aderire all’iniziativa, con il compito di predisporre analisi e proporre strumenti e procedure in altrettanti campi di interesse: valutazione e mitigazione del rischio di contagio nei mezzi di trasporto e nei luoghi lavorativi; definizione di politiche di welfare e di gestione della privacy dei lavoratori, che per le caratteristiche del virus COVID19 dovranno con ogni probabilità essere trattati diversamente in base alla loro età e stato di salute; definizione di adeguati protocolli e strumenti di informazione e formazione dei lavoratori, ad ogni livello (operai, quadri, manager, ecc.); definizione di adeguate misure di supporto economico e logistico alle imprese per il loro adeguamento alle prescrizioni per il contenimento del rischio di contagio; convalida della resilienza delle misure, prescrizioni e protocolli definiti dai tavoli di lavoro sopra citati, nella loro applicazione rispetto ad alcune aziende esemplari di diversi settori produttivi, merceologici, commerciali selezionate anche in modo da coprire dimensioni di organico variabili da piccole a grandi imprese.

L’obiettivo è di fornire in tempi molto brevi, entro 10 giorni, un rapporto che possa supportare i decisori politici e l’Istituto Superiore di Sanità, insieme all’analisi del quadro epidemiologico aggiornato, nella definizione di strumenti tecnologici e scientifici per accelerare la ripartenza del nostro sistema economico produttivo nel suo complesso: “In questo momento di grande difficoltà, ci siamo messi, con le altre università del territorio ,a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, che il nostro Ateneo ha contribuito storicamente a far crescere e a innovare, perché siamo convinti che la ripartenza debba essere progettata al più presto e nella piena sicurezza deli lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili”, conclude il Rettore Guido Saracco.

 




Proroga fino al 3 maggio delle misure più restrittive

Il presidente Alberto Cirio comunica che firmerà nelle prossime ore l’ordinanza con la quale la Regione Piemonte prosegue con la linea del rigore per il contenimento del Coronavirus: tutte le regole in vigore in questo momento saranno prorogate fino al 3 maggio e pertanto restano chiuse anche le librerie, le cartolibrerie e i negozi di abbigliamento per l’infanzia.

Resta salva, però, la possibilità di vendita con consegna a domicilio per tutte le diverse categorie merceologiche.

“So che per tutti è un grande sforzo continuare a mantenere e rispettare la linea del rigore, ma è l’unico modo per non vanificare i sacrifici fatti finora“, ha commentato Cirio.




Parte la Fase2 per costruire la sanità di territorio

Analizzare e certificare le carenze strutturali che l’emergenza Coronavirus ha messo in luce sul sistema sanitario piemontese e da lì ripartire con una programmazione che sappia costruire la sanità di territorio è l’obiettivo che la Regione ha deciso di assegnare a figure autorevoli del mondo istituzionale, medico e scientifico.

Il gruppo di lavoro, formalizzato con una delibera di Giunta approvata il 20 aprile, è presieduto da Ferruccio Fazio, oggi sindaco di Garessio, medico nucleare, da maggio a dicembre 2009 viceministro della Salute che gestì l’emergenza provocata dalla cosiddetta influenza suina coordinando l’Unità di Crisi nazionale incaricata di affrontare la pandemia, dal dicembre 2009 al novembre 2011 ministro della Salute.

Al suo fianco Giovanni Di Perri, responsabile delle Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Pietro Presti, coordinatore straordinario per il Coronavirus dell’Asl di Vercelli ed esperto in management strategico, innovazione nel settore sanitario e scienze della vita, e Massimiliano Sciretti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Torino. Partecipa ai lavori anche Alessandro Stecco, neuroradiologo e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale.

Nel dettaglio, al gruppo viene affidato il compito di formulare delle proposte per il miglioramento dell’assistenza territoriale, analizzandone il contesto attuale alla luce delle crescenti criticità cumulatesi negli ultimi anni, ma anche mettendo a confronto l’esperienza piemontese con quella di altre Regioni italiane.

Il risultato da ottenere è la costruzione di una strategia per la futura programmazione sanitaria che rivolga particolare attenzione alla medicina di territorio e al corretto rapporto tra assistenza ospedaliera e territoriale. Durante la sua attività si interfaccerà con i rappresentanti di tutte le categorie di riferimento sia in ambito accademico che sanitario.

Nel ringraziare tutti gli esperti del gruppo, a cominciare da Ferruccio Fazio, per la grande disponibilità a mettere le proprie competenze a servizio della Regione e del territorio, il presidente Alberto Cirio vuole mettere in chiaro che “accanto a una Fase2 per l’economia al Piemonte serve anche una Fase2 per la sanità.

Dobbiamo fare un’analisi accurata delle carenze strutturali: oggi che le ferite sono ancora aperte siamo in grado di capire dove il sistema necessita di maggiori interventi, e da lì ripartiremo per costruire una reale medicina di territorio. Parlo di costruire e non di ricostruire, perché la grande carenza in questa pandemia è stata la rete organizzativa di medicina territoriale. Dobbiamo progettare il ritorno alla regolare attività delle nostre strutture ospedaliere, ma ancor di più elaborare un programma per costruire un reale rapporto ospedale-territorio”.

L’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, rileva che “insieme predisporremo un programma non solo di medio e lungo periodo, ma anche immediato, per essere pronti ad affrontare l’evolversi di questa pandemia e una nuova emergenza se dovesse ricapitare a breve. Le criticità strutturali che il sistema ha mostrato nella sua organizzazione territoriale e l’esperienza maturata, in questo momento di enorme emergenza, saranno la base su cui costruire il futuro della sanità piemontese”.

Come ha voluto precisare Fazio, “si vuole verificare l’attuale funzionalità delle sanità territoriale piemontese, identificare le cause di eventuali criticità e trovare i correttivi da attuare, ridisegnando una mappa efficiente ospedale-territorio. Ciò al fine di avere una risposta tempestiva della medicina territoriale sia nel breve periodo, nel caso in cui dopo l’estate la pandemia si ripresentasse, affrontandola in modo puntuale e intercettando i nuovi casi più alla periferia, sia nel lungo periodo usando la medicina territoriale per gestire al meglio le malattie croniche».

L’isediamento del gruppo di lavoro avverrà domani pomeriggio, alla presenza del presidente Cirio e dell’assessore Icardi. Tra i primi incontri in programma quelli con il Comitato tecnico-scientifico dell’Unità di Crisi della Regione e con la Commissione Sanità del Consiglio regionale.