Sviluppo sostenibile: un bando per le scuole medie superiori

Una competizione fra gruppi di studenti, classi o scuole per dare impulso allo sviluppo sostenibile, realizzando buone pratiche scolastiche in materia di risparmio di energia, di acqua, riduzione dei rifiuti, dei consumi e degli sprechi, collaborando al miglioramento della qualità dell’aria.

Riuniti in gruppi (stessa classe, interclasse, classi diverse) chiamati “Green Club” i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado del territorio metropolitano potranno partecipare al concorso “Ci basta un Pianeta”, prima edizione di un bando pubblico promosso dalla Città metropolitana di Torino, in collaborazione con il Museo A come Ambiente e il Politecnico di Torino – Innovation Design Lab del Dipartimento di architettura e design.

L’iniziativa nasce sulla scia dei percorsi educativi già intrapresi a partire dal 2001 dalla divisione Ambiente della Città metropolitana (e prima dalla Provincia di Torino) nell’ambito dell’educazione alla sostenibilità ambientale, come “A scuola camminando” promosso a partire dal 2006 o “Incubatori di Green Education – Il Paesaggio Vien Camminando” dal 2016.

Il concorso “Ci basta un Pianeta” persegue l’obiettivo di sensibilizzare ragazzi e famiglie, docenti, dirigenti scolastici e personale Ata a cambiare le loro abitudini rispetto al risparmio di risorse energetiche e idriche a scuola, alla riduzione della produzione di rifiuti, consumi e sprechi, alla riduzione della produzione di CO2 con spostamenti casa-scuola a piedi e in bicicletta privilegiando la mobilità sostenibile, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, consapevolezza sugli acquisti personali di abbigliamento, “moda sostenibile”, potenziamento di azioni relative a un’alimentazione sana e rispettosa dell’ambiente. Cambiamenti che si traducono in azioni e in buone pratiche scolastiche in tutti i campi per contribuire allo sviluppo di una cultura della sostenibilità nel territorio in cui l’istituito è insediato.

La scadenza del bando è prevista per il 20 aprile 2020. Si richiede alle scuole che intendono partecipare di inviare all’indirizzo labto@cittametropolitana.torino.it una mail per l‘iscrizione, entro il 12 febbraio 2020, con l’indicazione dei referenti dell’iniziativa, che consentirà di organizzare le attività di supporto previste e chiaramente indicate nel Bando stesso. Sarà in ogni caso possibile partecipare al concorso, a prescindere dall’iscrizione, senza, però, fruire delle suddette attività.

Per maggior informazioni: http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/educazione-comunicazione/bandi-educazione/ci-basta-un-pianeta >

 




Cina, Filippa (Cnvv): “Ci sono grandi spazi per esportare il nostro Made in Italy“

In Cina abbiamo margini di esportazione ancora vastissimi, soprattutto rispetto ai mercati in cui siamo oggi più presenti, come quelli di Germania, Francia, Stati Uniti, Svizzera e Regno unito, che sono anche più “maturi.

In alcuni settori come quello della rubinetteria e del valvolame, infatti, l’adeguamento tecnologico intrapreso negli ultimi decenni ha raggiunto livelli tali da aver consentito alle nostre aziende una forte riduzione dei costi, che sono ormai vicini a quelli cinesi. La qualità delle produzioni è però infinitamente maggiore e da questo punto di vista l’export del “Made in Italy” delle nostre province ha ancora grandi spazi di espansione e di sviluppo. Puntare su tecnologia, innovazione e qualità è quindi sempre più importante, in alcuni casi addirittura imprescindibile, per poter continuare a crescere e a produrre benessere per il territorio».

Lo ha detto il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, durante il suo intervento al convegno “The Silk Road, la via della seta, la via della sostenibilità”, organizzato dall’Ufficio scolastico provinciale questa mattina nell’auditoriun Bpn, a Novara.

Parlando ad alcune centinaia di studenti, Filippa ha sottolineato l’importanza del “bello e ben fatto”, che racchiude in sé tutti quei beni che rappresentano l’eccellenza italiana in termini di design, cura, qualità dei materiali e delle lavorazioni, come espressione delle peculiarità dell’Italia e della sua immagine nel mondo.

«A livello nazionale – ha sottolineato Filippa – il Piemonte rimane la quarta regione esportatrice, con oltre il 10% del totale italiano, mentre nel secondo semestre del 2019 le esportazioni complessive delle province di Novara e di Vercelli sono cresciute del 3,7% rispetto a un anno prima, a fronte del +2,7% registrato a livello nazionale. Considerando le sole esportazioni manifatturiere, nel primo semestre 2019 l’incremento delle vendite all’estero delle province di Novara e di Vercelli, che nel complesso hanno raggiunto un valore di 3,9 miliardi di euro, è stato del 3,9% tendenziale».




Confronto costruttivo e obiettivi comuni al tavolo sulla qualità dell’aria

E’ stato un incontro molto proficuo con la Regione, i Comuni, l’Arpa ed i tecnici delle varie amministrazioni. Abbiamo adottato un metodo comune di lavoro non solo sulle misure da prendere ma anche, cosa importantissima, sulla comunicazione che deve raggiungere direttamente o attraverso i mezzi di comunicazione tutti i cittadini, i quali devono sapere che cosa stiamo facendo per la loro salute, questo deve essere l’obiettivo principale del Tavolo.

E’ quando ha dichiarato Barbara Azzarà, consigliera con delega all’ambiente della Città metropolitana di Torino a margine della seduta del Tavolo di coordinamento sulla qualità dell’aria che si è svolto oggi pomeriggio in corso Inghilterra.

Sono intervenuti l’assessore all’ambiente della Regione Piemonte Matteo Marnati, il direttore generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto e i rappresentanti dell’Agenzia per la Mobilità Piemontese.

Vi hanno preso parte sindaci e amministratori di buona parte dei 33 comuni che rientrano nel protocollo dell’accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell’aria nel Bacino Padano, ovvero Alpignano, Beinasco, Borgaro, Cambiano, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Caselle, Chieri, Chivasso, Collegno, Druento, Grugliasco, Ivrea, La Loggia, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pecetto, Pianezza, Pino Torinese, Rivalta di Torino, Rivoli, San Mauro, Santena, Settimo, Torino (per il quale era presenta l’assessore Unia), Trofarello, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano.


L’incontro è stato l’occasione per un confronto diretto con l’assessore regionale Marnati e la discussione ha preso il via dopo una breve illustrazione a cura dell’Arpa sui primi dati dei rilevamenti effettuati nel corso del 2019, un totale di due milioni di dati ricavati da 25 mila campioni d’aria raccolti su tutto il territorio metropolitano.


“Il tavolo è compatto e in grado di prendere le giuste iniziative rispetto all’ambiente e alla salute della popolazione – ha aggiunto Barbara Azzarà – Stiamo ragionando sui dati e sui grafici predisposti dai tecnici, anche in vista dei prossimi importanti incontri che si svolgeranno a livello di macro regioni, lavoriamo insieme per poter dar vita a misure valide su tutto il territorio. Abbiamo iniziato anche il confronto sul tema del riscaldamento e ragionato sulle possibili soluzioni che saranno oggetto di approfondimento a partire dalla prossima seduta”.


Nel prossimo incontro, già programmato per il mese di marzo, si approfondiranno i temi legati all’evoluzione del protocollo padano per l’inverno 2020-2021, all’avvio della limitazione strutturale dei veicoli diesel euro 4 ed il conseguente adeguamento delle misure emergenziali.

Saranno approfonditi i temi legati all’applicazione del divieto di utilizzo dei generatori di calore alimentati a biomassa legnosa con prestazioni emissive inferiori a “tre stelle” e della campagna di comunicazione sulla corretta gestione degli impianti termici.

La Città metropolitana ha una propria competenza in materia di impianti termici, una questione complessa se si pensa che sono stati censiti su tutto il territorio ben 432 mila impianti. In proposito è stata avviata di recente una campagna di comunicazione destinata ai cittadini attraverso la distribuzione di opuscoli di facile consultazione, inserzioni sulle principali testate giornalistiche e apposite pagine sul web istituzionale.




Torino, a dicembre il tasso annuo d’inflazione è +0,7%

Nel mese di Dicembre 2019 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal Servizio Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 102,7 (Base Anno 2015=100) con una variazione del +0,2% rispetto al mese precedente e con una variazione del +0,6% (tasso tendenziale) rispetto al mese di Dicembre 2018.

 

Il tasso annuo d’inflazione (media anno 2019/media anno 2018) per la Città di Torino è risultato del +0,7%.

 

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano +0,1% sul mese precedente e +0,9% su Dicembre 2018. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto rilevano +0,4% rispetto al mese di Novembre 2019 e +0,3% sull’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano -0,1% sul mese precedente e +0,8% sull’anno precedente.

 

Nella tipologia di prodotto dei BENI si segnala un aumento su base congiunturale del +0,1% ed una diminuzione del -0,2% su  base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari 0,0 sul mese precedente e +0,6% sull’anno precedente,

Beni Energetici +0,3% sul mese precedente e -2,4% sull’anno precedente,

Tabacchi 0,0 sul mese precedente e +2,9% sull’anno precedente,

Altri Beni +0,1% sul mese precedente e -0,1% sull’anno precedente.

 

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra un rincaro pari al +0,3% su base congiunturale  e del +1,6% su base tendenziale. Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione +0,1% sul mese precedente e +0,9% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni +0,3% sul mese precedente e -5,6% sull’anno precedente,      Servizi Ricreativi, Culturali e per la Cura della persona +0,4% sul mese precedente e +1,6%  sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti +0,8% sul mese precedente e +1,5% sull’anno precedente,

Servizi vari +0,2% sul mese precedente e +3,2% sull’anno precedente.

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi subisce una variazione del     +0,2% rispetto al mese precedente  e del +1,0%  come valore tendenziale.

 




Allasia e Piastra presidente e vicepresidente dell’Aiccre

Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale, è stato eletto presidente della Federazione piemontese dell’Aiccre ed Elena Piastra sindaco di Settimo Torinese vicepresidente, per l’appunto dell’Associazione italiana per il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa.

“Sono contento per questo nuovo incarico, ritengo sia prioritario che un maggior numero di amministrazioni faccia parte dell’Aicree. Per un’azione più incisiva ed efficace, è anche sicuramente necessario un  più attivo coinvolgimento degli organismi europei a cominciare dai nostri europarlamentari eletti.

È nostro compito dialogare con l’Unione europea, saperne cogliere tutte le opportunità che offre a favore dei nostri territori e farla percepire alle comunità locali quale realtà utile”: queste le parole del presidente dell’Assemblea legislativa subalpina, Stefano Allasia, al termine della seduta odierna del direttivo regionale, tenutasi a Palazzo Lascaris.

Nel corso della riunione si è parlato delle attività del programma 2020 e, in particolare, del ciclo di cinque incontri organizzato dall’Aiccre con l’Ires Piemonte “Europa presente. Vent’anni dopo la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. Lo scopo dell’iniziativa, che partirà con l’incontro su “Protezione della salute”, martedì 18 febbraio alla Sala conferenze di Ires a Torino, è quello di una lettura pragmatica e attuale dei diritti sanciti dalla Carta.




A Torino al via la sperimentazione dello shuttle a guida autonoma “OLLI”

Si chiama Olli, è un minibus elettrico a guida autonoma realizzato assemblando parti stampate in 3D: un prodotto per la mobilità urbana sostenibile, innovativo dal punto di vista tecnologico, progettato ponendo particolare attenzione alle caratteristiche di accessibilità e rispettoso dell’ambiente.

Da oggi, a Torino, inizia la sua avventura (il testing su strada): un periodo di prova che durerà quattro mesi, durante i quali lo shuttle svolgerà servizio di trasporto all’interno del campus ITCILO.

Portare la sperimentazione di Olli nel capoluogo piemontese, la prima del genere in Italia, è il risultato di un lavoro sinergico internazionale svolto in collaborazione tra Città di Torino, ITCILO, Reale Mutua e Local Motors e, al contempo, l’esito di una sfida tra città europee, il challenge internazionale di Local Motors, vinta lo scorso anno da Torino (insieme ad Amsterdam) per la selezione dei migliori contesti urbani di sperimentazione dello shuttle a guida autonoma.

A partire da oggi dunque, dipendenti e ospiti del campus ONU ITCILO potranno spostarsi utilizzando Olli e, fino al prossimo maggio, il mezzo a guida autonoma potrà essere così testato in condizioni di mobilità reali e simili a quelle di una strada cittadina.

La visione legata a questa iniziativa va ben oltre la scelta di una particolare tecnologia, perché punta alla realizzazione di una progettualità condivisa con soggetti locali e internazionali per meglio affrontare il cambio di paradigma richiesto dalla mobilità del futuro.

A cominciare dall’ambiente e dal territorio, grazie anche al coinvolgimento del partner IREN, che ha da tempo ampliato la propria area di business al campo della mobilità elettrica, e che potrà quindi garantire un impatto ambientale leggero grazie alla fornitura di fonti energetiche pulite per la carica dello shuttle.

La guida autonoma implicherà un cambio radicale del modello di responsabilità e sicurezza che verosimilmente si sposterà da un conducente a un’intelligenza artificiale, aspetto questo che grazie al significativo contributo al progetto di Reale Mutua in qualità di main sponsor potrà essere oggetto di studio, sperimentazione e innovazione.

Una delle caratteristiche specifiche dello shuttle Olli è rappresentata dalle modalità di produzione delle sue componenti che presentano varie parti stampate in 3D, un aspetto rilevante per Torino poiché tema delle attività di sviluppo di nuove tecnologie svolte dal Competence Center per l’industria 4.0.

Ricerca e innovazione del progetto, attuale e in prospettiva, su temi come intelligenza artificiale, user experience, mobilità, sono potenziate dal coinvolgimento dell’Università degli studi di Torino e, in particolar modo, dal suo centro per l’innovazione transdisciplinare ICxT.

La sperimentazione Olli nel campus delle Nazioni Unite coinvolgerà anche un team di supporto alla sperimentazione composto da giovani cittadini fruitori del “reddito di cittadinanza” e studenti universitari.

A proposito di collaborazioni nell’attività di testing, lo shuttle Olli a guida autonoma è predisposto per essere accessibile anche a persone diversamente abili e, sotto questo aspetto, per verificare l’efficacia di questa funzione, sono previsti momenti di confronto con l’ufficio disability manager della Città di Torino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Qualità dell’aria: scatta il livello viola. Bloccati tutti i veicoli euro 5

Proseguono le limitazioni al traffico: dopo più di venti giorni di superamenti consecutivi scatta per la prima volta il livello di allerta viola, nei territori dei comuni di Torino, Beinasco, Borgaro Torinese, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Venaria.


A partire da domani venerdi 17 fino a lunedi 20 gennaio (giorno in cui sarà disponibile la prossima valutazione di Arpa Piemonte), sarà pertanto attivo il blocco per tutti i veicoli diesel fino alla categoria Euro 5, compresi quelli immatricolati dopo il primo gennaio 2013 e per quelli a benzina fino alla categoria Euro 1.
La fascia oraria delle limitazioni è estesa per tutti i veicoli a 13 ore consecutive, dalle 7 alle 20.

Rimane in vigore il divieto di utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo) aventi prestazioni energetiche ed emissive che non siano in grado di rispettare i valori previsti per la classe 4 stelle; l’introduzione del limite di 19°C (con tolleranza di 2°C) per le temperature medie negli edifici; il divieto di ogni tipologia di combustione all’aperto (falò rituali, barbecue e fuochi d’artificio, scopo intrattenimento, etc…); infine il divieto di spandimento dei liquami zootecnici.
Le concentrazioni di PM10 che hanno raggiunto giovedi 9 gennaio valori particolarmente elevati di 105 microgrammi al metro cubo, contro un limite di 50 microgrammi al metro cubo, nella centralina di piazza Rebaudengo, si mantengono su valori estremamente elevati ma non mostrano significativi peggioramenti.
Proseguono inoltre le limitazioni del livello arancione nei comuni di Carmagnola, Chieri, Rivalta di Torino e Vinovo.

Nelle tabelle seguente si riporta lo schema dettagliato delle limitazioni veicolari.

ATTIVE DA VENERDÌ 17 GENNAIO FINO A LUNEDÌ 20 GENNAIO LE LIMITAZIONI EMERGENZIALI DI LIVELLO 3 NEI COMUNI di Torino, Beinasco, Borgaro T.se, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, San Mauro T.se, Settimo T.se, Venaria

il livello viola, attivato dopo 20 giorni consecutivi della soglia di 50 µg/m3 di PM10, è stato definito a livello metropolitano per contenere il costante innalzarsi delle concentrazioni degli inquinanti nei periodi di perdurante stabilità atmosferica.

Tipo veicolo

Orari

Chi non circola

Persone (M1), Merci (N1, N2, N3)

0:00-24:00

  • Benzina, gpl e metano Euro 0

  • Diesel Euro 0 e Euro 1

Ciclomotori e Motocicli (L1, L2, L3, L4, L5, L6, L7)

0:00-24:00

  • Benzina Euro 0

Persone (M1), Merci (N1, N2, N3)

7:00-20:00

  • Diesel Euro 2, Euro 3

  • Diesel Euro 4, Euro 5

  • Benzina Euro 1

Limitazioni emergenziali di Livello 1 attive a partire dal 01/10/2019 dopo 4 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 µg/m³ (valide tutti i giorni, festivi compresi)

Tipo veicolo

Orari

Chi non circola

Persone (M1), Merci (N1, N2, N3)

0:00-24:00

  • Benzina, gpl e metano Euro 0

  • Diesel Euro 0 e Euro 1

Ciclomotori e Motocicli (L1, L2, L3, L4, L5, L6, L7)

0:00-24:00

  • Benzina Euro 0

Persone (M1)

8:00-19:00

  • Diesel Euro 2 e Euro 3

  • Diesel Euro 4

Merci (N1, N2, N3)

8:00-19:00

  • Diesel Euro 2 e Euro 3 nelle giornate dal lunedì al venerdì

Merci (N1, N2, N3)

8:30-14:00 e

16:00-19:00

  • Diesel Euro 2, Euro 3 nelle giornate di sabato e festivi

  • Diesel Euro 4

Tutti i dettagli sui provvedimenti di limitazione delle emissioni in atmosfera sono disponibili sul sito della Città metropolitana di Torino alla pagina:

http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/qualita-aria/blocchi-traffico




Eccellenza artigiana, al via la revisione del marchio regionale

L’Eccellenza Artigiana è il riconoscimento attribuito dalla Regione Piemonte alle imprese dell’artigianato artistico, tradizionale e tipico che operano garantendo il rispetto della tradizione e la qualità del prodotto per i settori del manifatturiero e dell’alimentare.

Nel corso degli anni hanno ottenuto questo riconoscimento 2.588 aziende artigiane (984 per il comparto alimentare e 1.582 per quello manifatturiero) .

Dopo vent’anni dalla sua attuazione, si è ritenuta necessaria e opportuna una revisione del marchio per potenziarne in particolare la conoscenza da parte dei consumatori, affinché venga sempre di più percepito come sinonimo di prodotti certificati e di qualità. Tutto questo al fine di valorizzare le singole imprese che dimostrano di possedere i requisiti di eccellenza, di fornire un servizio ai cittadini per facilitare la scelta dei migliori fornitori e di costituire un insieme di imprese che, per l’elevata qualità dei processi e dei prodotti, dia lustro al territorio piemontese attraverso il suo comparto artigiano.

 

La revisione del marchio, voluta dalla Giunta regionale, è stata illustrata questa mattina in una conferenza stampa, convocata a Torino, presso il Palazzo della Regione Piemonte, dall’assessore regionale all’Artigianato, Andrea Tronzano e dal Comitato Coordinamento Confederazioni Artigiane Piemonte.

 

Tra le novità, la durata quinquennale del marchio, finalizzata ad una continua verifica dei requisiti; il marchio diventa un riconoscimento a tutto tondo, che tiene conto non solo del “saper fare”, ma anche del “sapersi presentare”; nuovi, inoltre, i criteri di valorizzazione, che tengono conto del miglioramento della gestione d’impresa, della tradizione e del legame coi territori, della formazione continua, della sostenibilità socio-ambientale e dell’apertura verso i mercati internazionali.

 

Finalmente prende avvio la revisione dell’Eccellenza Artigiana – ha dichiarato Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – dopo anni di richieste reiterate alla Regione di rivedere criteri, ambiti e contenuti dell’Eccellenza Artigiana, con questa nuova delibera voluta dall’assessore Tronzano si creano i presupposti per una rivisitazione dell’Eccellenza Artigiana, per renderla più aggiornata ai tempi attuali e per costruire le basi per un rilancio delle attività artigiane riconosciute eccellenti attraverso nuove forme di sostegno e promozione”.

 

Questo inizio del nuovo percorso dell’Eccellenza Artigiana – ha dichiarato Fabrizio Actis, Presidente di CNA Piemonte – fortemente voluto dalla nuova Giunta della Regione Piemonte è il segnale di una nuova attenzione delle istituzioni verso il mondo delle piccole imprese ed in particolare di quelle connotate da contenuti artistici, tradizionali e innovativi, che esprimono al meglio la ricchezza e il valore delle produzioni artigiane piemontesi. Si tratta di realtà molto radicate nei territori, con un patrimonio di conoscenze e competenze uniche in Italia, che rappresentano altresì un’opportunità per i giovani da riscoprire anche in chiave occupazionale”.

 

Ringrazio per la fattiva collaborazione le associazioni di categoria – ha concluso l’assessore regionale Andrea Tronzanoche hanno lavorato per dare nuovi stimoli e nuovi imput a un settore che non a caso è una delle eccellenze in tutti i sensi del comparto produttivo piemontese. Se sapremo valorizzare al meglio tutte queste esperienze il Piemonte avrà un settore che potrà essere trainante dal punto di vista economico. La nostra versatilità e qualità deve rappresentare un punto di forza quanto mai unico e diventare un elemento di vantaggio competitivo”.

In allegato una scheda sull’Eccellenza Artigiana

Allegati

scheda_artigianato.odt
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Istat: il 36,3% dei pensionati sotto i mille euro

Nel 2018, il numero di beneficiari resta stabile a 16 milioni rispetto al 2017. Ampia la disuguaglianza di reddito tra i pensionati: al quinto con redditi pensionistici più alti va il 42,4% della spesa complessiva. Un pensionato su quattro percepisce un reddito lordo da pensione sopra i 2.000 euro.

Oltre un terzo dei pensionati vive in coppia senza figli (35,5%), poco più di un quarto da solo (27,4%). Per quasi 7 milioni e 400mila famiglie con pensionati i trasferimenti pensionistici rappresentano più dei tre quarti del reddito familiare disponibile. 

In calo i pensionati da lavoro che dichiarano di essere occupati (-21,3% rispetto al 2011). 

La spesa per pensioni è il 16,6% del Pil

Nel 2018, i pensionati sono circa 16 milioni, per un numero complessivo di trattamenti pensionistici erogati pari a poco meno di 23 milioni. La spesa totale pensionistica (inclusa la componente assistenziale) nello stesso anno raggiunge i 293 miliardi di euro (+2,2% su variazione annuale). 

Il peso relativo della spesa pensionistica sul Pil si attesta al 16,6%, valore appena più alto rispetto al 2017 (16,5%), segnando un’interruzione del trend decrescente osservato nel triennio precedente. Infatti, dopo l’aumento del rapporto tra spesa pensionistica e Pil indotto dalla forte contrazione dell’economia negli anni di crisi (con un picco del 17,0% nel 2014), l’andamento più favorevole della crescita e il dispiegamento degli effetti delle riforme sulla spesa hanno determinato una sua riduzione fino al minimo del 16,5% nel 2017 . 

Gran parte della spesa (265 miliardi, il 91% del totale) è destinata alle pensioni IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti), legate a un pregresso contributivo proprio o di un familiare, a cui si aggiungono 4,2 miliardi erogati a copertura di 716mila rendite dirette e indirette erogate per infortuni sul lavoro e malattie professionali. Le pensioni assistenziali (invalidità civile, pensione sociale e pensione di guerra) sono circa 4,4 milioni e impegnano 23,8 miliardi.

Si riduce il rapporto tra numero di pensionati IVS e occupati, che misura il carico dei pensionati sopportato da quanti partecipano attivamente al mercato del lavoro. Nel 2018 ci sono 606 pensionati da lavoro – con pensione diretta o indiretta – ogni 1.000 persone occupate, erano 683 nel 2000. Il rapporto è diminuito di quasi 6 punti nei sei anni successivi alla riforma del sistema pensionistico del 2012, mentre nei precedenti dodici anni si era ridotto di 2 punti.

Le distribuzioni territoriali delle pensioni, dei relativi beneficiari e della composizione tra categorie di prestazioni risentono sia delle differenze nei livelli e nella dinamica dell’occupazione sia della diversa struttura per età della popolazione tra regioni, mediamente più anziana nel Nord del Paese. 

Più del 50% della spesa complessiva è erogata a residenti al Nord, soprattutto come beneficiari di pensioni IVS – il resto nel Mezzogiorno (27,8%) e al Centro (21,1%).

Anche tenendo conto delle differenze territoriali nella struttura per età della popolazione, il tasso di pensionamento risulta più elevato al Nord (262 pensionati ogni 1.000 abitanti), scende nel Mezzogiorno (257) ed è in assoluto più basso al Centro (253). In media si calcolano 259 pensionati ogni 1.000 abitanti; tale valore è più alto per le donne in conseguenza della maggiore speranza di vita che aumenta la probabilità di diventare percettrici di pensione indiretta. 

L’importo medio lordo dei singoli trattamenti nel 2018 non supera i 500 euro mensili per le pensioni assistenziali e ammonta a quasi 1.469 euro per quelle di vecchiaia (17.634 euro annui). Il reddito pensionistico, ottenuto considerando che un percettore può cumulare più trattamenti, sale in media rispettivamente a 1.175 euro e a 1.800 euro mensili.

Al 20% dei redditi pensionistici più bassi poco più del 5% della spesa 

Il 36,3% dei pensionati riceve ogni mese meno di 1.000 euro lordi, il 12,2% non supera i 500 euro. Un pensionato su quattro (24,7%) si colloca, invece, nella fascia di reddito  superiore ai 2.000 euro. 

Il divario di genere è a svantaggio delle donne, più rappresentate nelle fasce di reddito fino a 1.500 euro. La concentrazione di percettori uomini, invece, è massima nella classe di reddito più alta (3.000 euro e più) dove ci sono 266 pensionati ogni 100 pensionate (Tavola 4 in allegato). 

Le donne sono la maggioranza sia come percettrici di pensioni (55,5%) sia come pensionate (52,2%), ma ricevono il 44,1% della spesa complessiva. L’importo medio delle pensioni di vecchiaia è più basso rispetto a quello degli uomini del 36,7%, quello delle pensioni di invalidità è del 33,8%. Per le pensioni di reversibilità invece le donne percepiscono 1,5 volte l’importo degli uomini.

Lo svantaggio delle donne si spiega con il differenziale salariale dovuto a carriere contributive più brevi e a una minore partecipazione  al mercato del lavoro. Le donne sono titolari del 44,3% delle pensioni di vecchiaia, del 45,8% delle invalidità previdenziali e del 26,5% delle rendite per infortunio sul lavoro. La presenza femminile è invece dominante tra le pensioni ai superstiti (86,3%), anche per una più elevata speranza di vita, e tra le pensioni assistenziali .

Complessivamente più di due terzi dei pensionati (67,2%) beneficiano di una sola prestazione, un quarto ne percepisce due, il restante 8% tre o più. Il cumulo di più pensioni riguarda soprattutto le donne: le pensionate rappresentano il 58,6% tra i titolari di due pensioni e salgono al 69,4% tra i titolari di tre o più prestazioni. In media però il reddito pensionistico delle donne è il 27,9% in meno di quello degli uomini, differenza che sale al 36,7% per l’importo delle singole pensioni. Essere titolari di più prestazioni riduce quindi lo svantaggio rispetto agli uomini. 

La distribuzione dei beneficiari secondo il reddito da pensione mostra che il 20% di quanti percepiscono i redditi pensionistici più bassi dispone del 5,2% del totale delle risorse pensionistiche mentre il quinto più ricco ne possiede otto volte di più (42,4%).

In generale, per le donne è più frequente una presenza nel segmento più povero della distribuzione dei redditi pensionistici mentre quella  degli uomini cresce all’aumentare dei quintili: una pensionata su quattro (24,7%) appartiene al quinto con pensioni di importo più basso e solo il 13,2% si colloca in quello più elevato; per gli uomini, invece, tali quote si attestano, rispettivamente, al 15,3% e al 27,4%. 

I pensionati con redditi da pensione meno elevati risiedono soprattutto nel Mezzogiorno, dove sono più diffuse le pensioni assistenziali a svantaggio di quelle da lavoro e dove il quinto di popolazione che appartiene alla fascia di reddito da pensione più basso percepisce fino a 7 mila euro lordi annui; nel Nord la soglia sale a quasi 9 mila euro. Il quinto di pensionati con redditi pensionistici più elevati percepisce al Centro e al Nord-ovest oltre 27 mila euro lordi annui, nelle Isole oltre 24 mila euro

Redditi pensionistici cresciuti molto più delle retribuzioni tra 2000 e 2018

I beneficiari dei trattamenti pensionistici di vecchiaia sono maggiormente concentrati negli ultimi due quinti (49,4%) e assorbono, complessivamente, quasi i tre quarti di questo tipo di trasferimenti (73,6%). Al contrario, quasi il 60% dei pensionati di invalidità da lavoro si colloca nei primi due quinti; inoltre, al quinto più elevato (12,6%) è destinato il 32% del reddito, quota analoga a quella che va complessivamente ai due quinti più bassi.

All’estremo opposto, i titolari di prestazioni assistenziali sono particolarmente concentrati nel primo (74%) e nel secondo quinto (24,7%) della distribuzione, riflesso della scarsa variabilità negli importi di questo tipo di prestazioni. Allo stesso modo i beneficiari di rendite corrisposte a seguito di infortunio sul lavoro (pensioni indennitarie) si collocano in grande maggioranza nel primo quinto (83,5%).

Negli ultimi anni, l’andamento dell’importo medio delle pensioni IVS ha seguito un trend crescente, frutto soprattutto del cambiamento della composizione di questa categoria di percettori: è, infatti, progressivamente aumentato il peso delle pensioni maturate nelle fasi di maggiore crescita economica – caratterizzate da una dinamica salariale favorevole – mentre è diminuito il peso dei trattamenti delle generazioni più anziane con una storia contributiva più breve e frammentata e profili salariali e contributivi mediamente più bassi. 

In termini nominali l’importo medio delle prestazioni del 2018 è aumentato del 70% rispetto a quello del 2000, con una dinamica più marcata rispetto a quella registrata dalle retribuzioni medie degli occupati dipendenti. Rispetto al 2000, infatti, le retribuzioni sono aumentate del 35% in un contesto di crisi economica che si è associata anche a provvedimenti di blocco dei rinnovi contrattuali nel settore pubblico, favorendo così l’allargamento del gap tra le due curve. 

Il progressivo raggiungimento dell’età pensionabile da parte di generazioni che possono vantare carriere lavorative più lunghe e in posizioni professionali più elevate ha favorito la redistribuzione dei redditi a vantaggio dei pensionati, contribuendo a ridurre il rischio di povertà per alcuni segmenti di famiglie più vulnerabili.

Secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro, i pensionati da lavoro che percepiscono anche un reddito da lavoro, pari a 406 mila, diminuiscono anche nel 2018 (-1,2% rispetto all’anno precedente e -21,3% dal 2011), soprattutto nelle regioni centro-meridionali. Si tratta di uomini in quasi otto casi su dieci, dei quali circa l’85% svolge un’attività lavorativa indipendente, oltre due terzi risiedono nelle regioni settentrionali mentre un terzo lavora a tempo parziale. La metà dei pensionati occupati ha al massimo la licenza media (31% per il complesso degli occupati), uno su quattro è in possesso di un diploma. Il segmento dei laureati, oltre un quinto del totale, è l’unico in aumento rispetto sia all’anno precedente sia al 2011. 

In virtù dell’aumento dei requisiti anagrafici e contributivi necessari per il pensionamento, continua a crescere anche l’età media dei pensionati che lavorano. Circa il 77% ha almeno 65 anni (53,7% nel 2011) mentre il 39,5% è over 70 (25,0% nel 2011). Tra il 2011 e il 2018 si sono invece più che dimezzati i 60-64enni. L’età media dei pensionati con redditi da lavoro supera quindi i 68 anni e mezzo (66 nel 2011), con livelli più alti per gli uomini, anche se con un differenziale in diminuzione (69 anni contro i 68 delle donne). 

Nel 2018, lavora nel settore dei servizi il 64,6% dei percettori di pensione (da lavoro) che continuano a essere occupati; di questi, meno di un terzo è impiegato nel commercio.

Il confronto con il collettivo degli occupati nel suo complesso mostra differenze significative. I pensionati che lavorano sono più spesso impiegati in agricoltura – con un’incidenza quattro volte superiore rispetto al totale degli occupati – e nel commercio (quasi una volta e mezzo superiore alla media) e risultano sovra rappresentati anche nelle attività professionali e servizi alle imprese. Nel settore istruzione e sanità e nell’industria in senso stretto, al contrario, l’incidenza è molto minore.

Oltre il 43% dei pensionati che lavorano svolge una professione qualificata (compresa nei primi tre grandi gruppi della classificazione delle professioni CP2011), una quota più alta rispetto al totale degli occupati, lo stesso si verifica per gli operai (31,0% contro 22,5%).

Considerando solo l’occupazione indipendente (85,3% dei lavoratori beneficiari di una pensione da lavoro), il 54,0% è rappresentato da lavoratori autonomi (in calo ininterrotto dal 2013), il 28,3% da liberi professionisti (in forte crescita rispetto al 2017), il 6,5% da coadiuvanti nell’azienda familiare mentre il 6,0% è formato da imprenditori, quota in diminuzione rispetto all’anno precedente. Tra l’esiguo gruppo dei dipendenti, invece, oltre la metà è operaio e circa il 30% è impiegato.




50esimo della Regione, un bando per le sponsorizzazioni

Nel 2020 ricorre il cinquantesimo anniversario dell’istituzione della Regione Piemonte e anche il quindicesimo anniversario della promulgazione e dell’entrata in vigore del nuovo Statuto della Regione Piemonte.

Per dare ulteriore valore al calendario della manifestazioni, e nell’ottica di un ampio coinvolgimento della cittadinanza, il Consiglio regionale avvia una ricerca di sponsorizzazione da parte di soggetti privati. Tali soggetti, siano aziende, enti, fondazioni o altro, accompagneranno quindi anche con il loro marchio le celebrazioni del cinquantenario della Regione Piemonte.

La sponsorizzazione potrà consistere nel versamento di una somma di denaro a sostegno delle spese di realizzazione delle iniziative, oppure nella fornitura di beni e servizi.

La proposta di sponsorizzazione potrà pervenire entro le ore 12.00 di venerdì 29 maggio 2020.

Dettagli, termini e modalità di presentazione dell’avviso pubblico sono disponibili qui