Al via “Fields”, il più grande progetto formativo europeo per l’agroalimentare

L’Italia si è aggiudicata il coordinamento di “Fields”, l’agenda e la strategia formativa degli agricoltori europei in materia di digitale, bioeconomia e sostenibilità.

Il progetto, coordinato da Confagricoltura e dall’Università di Torino, conta 30 partner di 12 Paesi europei. La prima plenaria si è svolta oggi a Torino presso la l’aula magna Cavallerizza reale dell’ateneo torinese.

“Fields” – ha spiegato Daniele Rossi, delegato di Confagricoltura e presidente della Ricerca ed Innovazione del Copa Cogeca a Bruxelles – è un erasmus plus da 4 milioni di euro dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei in materia di sostenibilità, bioeconomia circolare e digitalizzazione.

Per affrontare le sfide del futuro e restare competitivi – ha osservato il prof. Remigio Berruto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino – si deve innovare con maggiore coraggio nelle competenze imprenditoriali, nei contenuti e nei metodi formativi in tutta Europa. In questo senso l’impegno per una progettazione formativa innovativa, a livello europeo.

“Fields” si occuperà della definizione delle nuove competenze richieste all’ imprenditoria agroalimentare europea per restare competitiva ed affrontare le sfide del futuro globale, dal climate change alla circolarità, dalla nutrizione personale alla gestione delle risorse naturali.

Verrà elaborato un database delle principali 90 Agenzie educative, un profilo curriculare delle 10 nuove occupazioni prioritarie in Europa, 4 moduli formativi  completi in 7 differenti lingue; verranno quindi preparati 102 docenti formatori, coinvolte 140 organizzazioni professionali e la piattaforma formativa sarà indirizzata a 20 mila utenti.

Quello che viene posto in essere – ha concluso Confagricoltura – è un grande impegno europeo che punta sulla condivisione di una strategia e di un’agenda europea per i prossimi sette anni di programmazione 2021–2027, nell’ottica del quadro politico europeo Food 2030 e del suo piano d’azione.




800 posti in cantieri di lavoro per over58 e detenuti

Sono complessivamente oltre 800 i piemontesi che potranno accedere ai 230 cantieri di lavoroche i Comuni attiveranno a vantaggio di disoccupati con oltre 58 anni oppure di persone sottoposte a regime di restrizione della libertà personale in quanto destinatari dei 6,2 milioni di euro stanziati da un bando emesso dalla Regione.

“Con queste due misure – rileva l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino – si dà una grossa mano ai Comuni che hanno sempre più bisogno di personale e si viene incontro alle esigenze di determinate categorie di persone.

In primo luogo, offriamo la possibilità a chi ha necessità di accumulare contributi pensionistici di poterlo fare percependo anche un reddito, con la dignità che soltanto il lavoro, e non certo l’assistenzialismo pauperista, può garantire.

Allo stesso tempo, veniamo incontro alla impellente necessità dei Comuni, specie di quelli più piccoli, di aumentare il personale, troppo spesso carente o addirittura assente per mancanza di fondi per poterlo assumere.

Molto importante anche la misura che riguarda i detenuti, che potranno riabilitarsi agli occhi della società attraverso i lavori di pubblica utilità aiutando, anche in questo caso, gli enti locali che ne hanno bisogno. La Regione considera il lavoro una priorità assoluta. Mi auguro, per il futuro, di avere la possibilità di rafforzare ed estendere misure di questo tipo”.

Cantieri per over58

I fondi consentiranno la realizzazione di opere di pubblica utilità gestite da Comuni, Unioni di Comuni o altre forme associative e organismi di diritto pubblico con sede in Piemonte.

Saranno utilizzati nel proprio Comune di residenza, per un anno prorogabili al massimo fino a 18 mesi, 761 disoccupati non ancora pensionati, non inserite in altri cantieri di lavoro e che non percepiscono alcun ammortizzatore sociale.

I progetti approvati sono 206, così suddivisi per ambiti territoriali: Città metropolitana di Torino 98 progetti e 415 cantieristi, Biella-Novara-Vercelli-VCO 47 progetti e 152 cantieristi, Alessandria-Asti 41 progetti e 130 cantieristi, Cuneo 20 progetti e 64 cantieristi. Ogni persona percepirà dall’Inps un’indennità lorda giornaliera di 29,70 euro per un massimo di 30 ore di lavoro a settimana. I Comuni dovranno sostenere le spese per la sicurezza nel luogo di lavoro, le coperture assicurative e i costi degli oneri previdenziali, che saranno poi rimborsati dalla Regione.

Cantieri per detenuti

Ammontano a 448.000 euro i fondi destinati a 26 progetti presentati da Comuni e Unioni di comuni piemontesi per realizzare cantieri di lavoro rivolti a 72 persone sottoposte a regime di restrizione della libertà. Gli enti locali titolari di progetto devono mettersi in contatto con l’autorità giudiziaria, che selezionerà i candidati da ammettere, detenuti o persone che stanno scontando la pena all’esterno del carcere.

Nel dettaglio, sono i cantieri saranno attivati a Torino, Borgiallo, Ivrea, Druento, Novara, Cossato, Vercelli, Verbania, Mezzana Mortigliengo, Casalino, Mongrando, Asigliano Vercellese, Villadeati, Asti, Casale Monferrato, Unione Terre del Tartufo, Mondovì, Saluzzo, Costigliole Saluzzo, Busca, Fossano, Centallo, Guarene, Sommariva del Bosco, Manta e Cuneo.

Cosa faranno i cantieristi

Le persone prescelte saranno chiamate ad intervenire negli ambiti ambientale (attività forestali e vivaistiche, di rimboschimento, di sistemazione montana, di tutela degli assetti idrogeologici; valorizzazione del patrimonio pubblico urbano, extraurbano e rurale, compresa la manutenzione straordinaria), dei beni culturali e artistici (attività di salvaguardia, promozione, riordino o recupero di beni librari, archivistici, artistici di interesse storico e culturale), del turismo (presso uffici o sportelli di promozione e informazione turistica, attività di allestimento e custodia di mostre relative a prodotti del territorio organizzate da enti locali), dei servizi di utilità pubblica o sociale (accudimento delle persone




Convegno: “Telemedicina e innovazione in medicina nella sanità regionale”

Le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalla teletrasmissione di dati medici sono al centro del convegno “Telemedicina e innovazione in medicina nella Sanità regionale”, che si svolge giovedì 6 febbraio a partire dalle ore 9 nell’Aula di Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15, a Torino.

All’evento – promosso dal Consiglio regionale del Piemonte, curato dall’Associazione Sanità del Piemonte Orientale (Aspo) e patrocinato dalla Federazione interregionale degli ingegneri del Piemonte e della Valle d’Aosta (Fiopa), dall’Università del Piemonte Orientale (Upo), dal Politecnico e dall’Ordine degli ingegneri di Torino – interviene un gran numero di professionisti e di “addetti ai lavori” provenienti dall’Italia e dall’estero.

Dopo i saluti istituzionali dei presidenti del Consiglio e della Giunta regionale Stefano Allasia e Alberto Cirio e del presidente e dei vicepresidenti della Commissione consiliare Sanità Alessandro Stecco, Andrea Cane e Domenico Rossi, si susseguono quattro tavole rotonde dedicate rispettivamente alle applicazioni specialistiche e alle buone pratiche, alla telemedicina di territorio, all’adeguamento dei Sistemi sociosanitari nazionale e regionale per le sfide della Sanità digitale e alle risorse necessarie all’innovazione tecnologica e di processo. Non mancheranno focus sul confronto tecnologico di applicazioni nelle varie specialità, sulla loro implementazione nella medicina territoriale, sulla governance della sanità digitale e sull’ingegneria applicata alla medicina robotica.

L’evoluzione della telemedicina – è ormai accertato – permette nuove possibilità per l’erogazione delle prestazioni sociosanitarie e per l’interazione tra le diverse figure professionali e comporta importanti risparmi.

 




Blocchi traffico: situazione invariata fino al 6 febbraio

Permane il livello di semaforo arancione nel capoluogo e negli 11 comuni della prima cintura: Torino, Beinasco, Borgaro, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, San Mauro, Settimo e Venaria, per i quali i livelli di inquinamento continuano ad essere sopra i valori soglia.

Livello verde invece nei territori di Caselle, Chivasso, Leinì, Mappano, Pianezza, Volpiano, Carmagnola, Rivalta di Torino, Vinovo, Chieri e Ivrea.

Il forte vento previsto dalla serata di oggi dovrebbe ridurre le concentrazioni degli inquinanti nei prossimi giorni.

Il quadro sarà aggiornato giovedi 6 febbraio e se le misure confermeranno le previsioni, potrebbe tornare ad accendersi il semaforo verde.

Per il primo gruppo di comuni vengono dunque mantenute le limitazioni per i veicoli diesel fino a euro 4 come illustrato nella tabella:

Limitazioni emergenziali di Livello 1 attive a partire dal 01/10/2019 dopo 4 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 µg/m³ (valide tutti i giorni, festivi compresi)
Tipo veicolo Orari Chi non circola
Persone (M1), Merci (N1, N2, N3) 0:00-24:00
  • Benzina, gpl e metano Euro 0

  • Diesel Euro 0 e Euro 1

Ciclomotori e Motocicli (L1, L2, L3, L4, L5, L6, L7) 0:00-24:00
  • Benzina Euro 0

Persone (M1) 8:00-19:00
  • Diesel Euro 2 e Euro 3

  • Diesel Euro 4

Merci (N1, N2, N3) 8:00-19:00
  • Diesel Euro 2 e Euro 3 nelle giornate dal lunedì al venerdì

Merci (N1, N2, N3) 8:30-14:00 e

16:00-19:00

  • Diesel Euro 2, Euro 3 nelle giornate di sabato e festivi

  • Diesel Euro 4




Cassa depositi e prestiti: “Ok al piano per Città della Salute di Novara”

L’esito della consultazione di mercato condotta da Cassa depositi e prestiti per conto della Giunta regionale definisce in linea di massima “soddisfacenti” le ipotesi contenute nel Piano economico finanziario 2016 per finanziare la Città della Salute e della Scienza di Novara.

Lo ha annunciato questa mattina in quarta Commissione, presieduta dal vicepresidente Andrea Cane, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi.

“Si tratta – ha spiegato l’assessore – del primo atto di valutazione della Cassa depositi e prestiti, necessario per l’approvazione del disegno di legge 62, ‘Norme relative al finanziamento della Città della Salute di Novara’, che dovrebbe approdare domani all’attenzione dell’Aula.

Tutti i parametri sono stati giudicati rispondenti alla media di mercato e questo ci fa pensare di aver agito con la diligenza del buon padre di famiglia. Se riusciremo, come suggerito, ad abbassare il numero di rate da 26 a 20 o 18 per la Regione potrebbe esserci un risparmio sugli interessi di circa 100 milioni di euro”.

Domenico Rossi (Pd), ha domandato che cosa succederebbe se, abbassando il numero delle rate e aumentandone l’importo, l’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute di Novara non riuscisse a effettuare tutti i pagamenti. L’assessore ha risposto che “si tratta comunque di fondi della Regione, cui toccherebbe comunque coprire eventuali disavanzi”.

Sean Sacco (M5s), che ha dichiarato che se si fosse aspettato ancora qualche mese la Regione avrebbe forse potuto risparmiare di più inserendo la Città della Salute e della Scienza di Novara nella nuova programmazione di finanziamenti Inail, l’assessore ha assicurato che “la Regione ricorrerà senza dubbio ai finanziamenti Inail per contribuire a migliorare il patrimonio edilizio della Sanità piemontese”.

All’inizio della seduta Icardi aveva svolto una comunicazione, su richiesta del consigliere Rossi (Pd), sulla carenza di medici specialisti in Piemonte.

A tal proposito l’assessore ha dichiarato che la carenza più forte in Piemonte riguarda gli anestesisti. Tre sono i canali attraverso cui la Regione sta operando per risolvere la situazione: sfruttare le possibilità offerte dalla prossima Legge “mille proroghe”, che consentirà di assumere gli specializzandi già a partire dal terzo anno e di tenere i medici in servizio fino a settant’anni, indipendentemente dall’anzianità lavorativa.

In più, si prevede un intervento strutturale che consenta d’impiegare medici provenienti dalle strutture private che prevedano contratti meno onerosi per il pubblico rispetto alle chiamate “a gettone” e un ulteriore aumento delle borse di studio per gli specializzandi.




Banda ultra larga, entro il 2022 collegati 1000 Comuni

Un team di tecnici della Regione Piemonte e Open Fiber hanno assunto l’impegno di collaborare più a stretto contatto al piano per la posa della banda ultra larga.

La decisione di affidare a un gruppo specifico il monitoraggio della realizzazione delle infrastrutture è stata presa a Roma durante un incontro tra l’assessore regionale all’Innovazione Matteo Marnati e l’amministratore delegato di Open Fiber, Elisabetta Ripa.

Secondo il nuovo cronoprogramma entro il 2022 saranno completati i lavori in 1000 Comuni Piemontesi.

«Abbiamo messo in campo con Open Fiber un team misto per recuperare il tempo perduto e fare in modo di realizzare questo progetto infrastrutturale di rete per le telecomunicazioni che è il più importante dal dopoguerra a oggi. Il ruolo della Regione sarà di agevolare e superare le lungaggini autorizzative – ha spiegato l’assessore all’Innovazione, Matteo Marnati – Vogliamo accelerare. Abbiamo condiviso un piano operativo per ultimare la posa in molti Comuni».

Open Fiber è il concessionario per conto della Stato per la messa in posa delle infrastrutture della Banda Ultra Larga. Prenderanno il via a partire da febbraio una serie di incontri con sindaci e amministratori locali del Piemonte per aggiornare le prospettive di messa in posa delle opere.




Piani di welfare aziendale: il bando per le imprese aperto fino al 27 febbraio 2020

È stato ufficialmente prorogato al 27 febbraio 2020 alle ore 12 il termine per la presentazione delle domande del BANDO PROGETTAZIONE WELFARE AZIENDALEdella Regione Piemonte, di cui Unioncamere Piemonte si occupa della comunicazione istituzionale e animazione insieme con Anci Piemonte.

La Misura finanzia progetti di singole aziende o di reti di aziende che implementino servizi di welfare destinati ai propri dipendenti ed, eventualmente, estesi anche a collaboratori e cittadini.

Qui tutti i dettagli per partecipare al bando regionale per le imprese.

ll welfare aziendale è l’insieme delle attività, servizi, beni, opere e valori che un’organizzazione può attivare per migliorare il benessere dei lavoratori, per la conciliazione dei tempi lavoro/famiglia e la tutela della genitorialità, per accrescere il potere d’acquisto, per stimolare una mobilità più sostenibile, per promuovere attività di prevenzione della salute, etc.

Le ricadute territoriali di un efficace sistema di welfare tendono a favorire l’occupazione e a migliorarne la qualità per le lavoratrici e i lavoratori, nonché a stimolare un miglioramento del benessere della popolazione.

La Regione Piemonte, nell’ambito della più ampia strategia regionale per l’innovazione sociale, WE.CA.RE, ha implementato tre misure complementari per contribuire a sviluppare il sistema di welfare piemontese attraverso il coinvolgimento, con diverse modalità, del tessuto imprenditoriale locale.




Nati-mortalità delle imprese piemontesi: -1517 aziende nel 2019

La performance peggiore viene registrata dalle imprese dell’agricoltura e del commercio In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel 2019 siano nate 25.972 aziende in Piemonte, a fronte delle 24.156 nuove iscrizioni registrate nel corso del 2018.

Al netto delle 27.489 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio, in leggero aumento rispetto alle 26.136 del 2018), il saldo appare negativo per 1.517 unità.

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2019 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 428.457 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,35%, lievemente migliore rispetto al dato registrato nel 2018 (-0,45%), e ancora in controtendenza rispetto alla mediaitaliana (+0,44%) del 2019.

Tra le regioni, la crescita più sensibile in termini assoluti si registra, ancora una volta, nel Lazio (con 9.206 imprese in più rispetto al 2018, corrispondenti a un tasso di crescita dell’1,4%, il migliore tra le regioni), seguito da Campania (5.746) e Lombardia (+5.073). Sul fronte opposto, oltre al Piemonte (-1.517), sono Emilia-Romagna (-1.431) e Marche (-909) le regioni che hanno fatto segnare le contrazioni più apprezzabili nel numero di imprese registrate mentre, in termini percentuali, a segnare maggiormente il passo è stato il Friuli Venezia Giulia (-0,7%).

“Il tasso di crescita delle imprese piemontesi è ancora negativo, e soprattutto in controtendenza rispetto al dato italiano: nel 2019 abbiamo perso oltre 1.500 imprese. L’ossatura del sistema produttivo regionale continua, infatti, ad essere costituita soprattutto da aziende di piccole e medie dimensioni, pur ospitando anche realtà più grandi: sicuramente la frammentazione produttiva non ha aiutato le imprese del territorio a resistere al meglio alle prolungate difficoltà.

Le Camere di commercio, in sinergia con gli altri attori istituzionali, continueranno a offrire tutti gli strumenti necessari per porre fine a questo trend, grazie a servizi di accompagnamento all’imprenditorialità, match tra domanda e offerta lavorativa e know how innovativo” commenta Vincenzo Ilotte, Presidente Unioncamere Piemonte. Non emergono novità di rilievo analizzando la natimortalità delle imprese per classe di natura giuridica.

A conferma di un trend ormai consolidato, infatti, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo quasi esclusivamente per merito delle imprese costituite in forma di società di capitale, che hanno registrato nel 2019 un tasso di crescita del +2,58%. Continuano a ridursi, invece, le società di persone (-2,19%) e le ditte individuali (-0,56%), stabile invece l’aggregato delle altre forme (-0,04%).

alutando i tassi annuali di variazione percentuale dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come, anche nel 2019, gli altri servizi abbiano sperimentato la performance migliore (+1,44%), seguiti dal comparto del turismo (+0,51%). Negativo l’andamento segnato da tutti gli altri comparti. In particolare l’agricoltura (-1,76%) e il commercio (-1,60%) registrano le contrazioni più elevate. L’industria in senso stretto evidenzia un tasso di variazione del -1,19%; meno intenso il calo delle costruzioni (-0,38%)

Le imprese artigiane nel 2019 Concentrando l’attenzione sull’aggregato costituito dalle imprese artigiane emerge come, anche nel 2019, queste realtà costituiscano una fetta importante del tessuto produttivo regionale e nazionale. Le oltre 115mila aziende artigiane presenti sul territorio piemontese rappresentano circa il 27% delle imprese totali della regione. La presenza artigiana risulta più forte nel nostro territorio rispetto alla media delle altre regioni italiane.

A livello nazionale, infatti, l’artigianato raccoglie il 21,3% delle realtà imprenditoriali. L’anno appena concluso è stato ancora critico per questa parte del sistema imprenditoriale locale che ha registrato un tasso di crescita del -0,51%, risultato lievemente peggiore rispetto a quello del tessuto imprenditoriale preso nel complesso, ma in miglioramento se confrontato con la performance evidenziata dalle aziende artigiane nel 2018 (-1,12%).




Approvati i programmi operativi per il settore ortofrutta

Con determinazione dirigenziale del Settore valorizzazione del sistema agroalimentare e tutela della qualità, l’Assessorato all’Agricoltura, cibo, caccia e pesca della Regione Piemonte ha approvato i programmi operativi delle nove organizzazioni dei produttori ortofrutticoli.

Per il corrente anno, la spesa ammessa è di circa 19 milioni di euro, mentre l’aiuto complessivo si attesta sui 10 milioni di euro. Attualmente le organizzazioni di mercato dei produttori ortofrutticoli rappresentano 3 mila produttori ortofrutticoli operanti in Piemonte su oltre 16 mila ettari su di una superficie di 55.830 ettari coltivati.

“I fondi che verranno messi a disposizione potranno essere utilizzati per la pianificazione delle produzioni, per la stima ed il monitoraggio del consumi, per il miglioramento della qualità dei prodotti freschi e trasformati nonché per l’incremento del loro valore commerciale – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, che aggiunge: “Inoltre, sarà possibile finanziare azioni finalizzate alla promozione dei prodotti freschi e trasformati come anche l’attuazione di specifici programmi volti al rispetto dell’ambiente a cui si aggiunge l’importante aspetto della prevenzione e la gestione delle crisi di settore”.

In specifico gli interventi dei produttori piemontesi si concentreranno su alcune azioni concrete:

  • messa a dimora di nuovi impianti frutticoli a carattere pluriennale;
  • miglioramento degli impianti ci conservazione e di confezionamento nei magazzini;
  • attuazione di tecniche di coltivazione per il miglioramento della qualità dei prodotti (potatura e dirado manuale);
  • attuazione di tecniche di coltivazione rispettose dell’ambiente (utilizzo di tecniche di confusione e utilizzo di insetti utili);
  • ritiri dal mercato con destinazione prevalente alla distribuzione gratuita;
  • personale per l’assistenza tecnica in magazzino (tecnici per la conservazione e per l’applicazione di sistemi di qualità) e per migliorare la commercializzazione dei prodotti (tecnici di marketing).



La Regione rottama i vecchi automezzi per la raccolta rifiuti in 53 Comuni piemontesi

Nuovi mezzi ecologi per la raccolta dei rifiuti in 53 Comuni piemontesi: 19 fanno parte del consorzio chierese (dove risiedono circa 124.000 abitanti) e dove saranno acquistati 95 automezzi  a metano, gpl benzina e gasolio di categoria euro 6 che sostituiranno quelli vecchi e inquinanti.

A questi si aggiungeranno quelli acquistati in 33 Comuni nel Novese e Tortonese dove sarà anche completato il passaggio dalla raccolta stradale al porta a porta per circa 66.000 utenze e dove entro il 2021 arriverà anche il sistema di tariffazione puntuale.

«Con i contratti tra Regione e Consorzi approvati nell’ultima riunione di Giunta – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – mettiamo sul piatto 1,8 milioni di euro per aiutare gli enti che svolgono il servizio di raccolta rifiuti ad aumentare la percentuale di differenziata raggiungendo centinaia di edifici con contenitori separati, ma anche di aumentare il numero di utenze raggiunte dalla tariffazione puntuale e infine di rottamare i mezzi inquinanti destinati alle operazioni di raccolta, migliorando così la qualità dell’aria».

L’accordo tra Regione e consorzi comprende, infine, anche il Comune di Bagnolo dove 5000 utenze saranno raggiunte dal porta a porta. In tutto sono quindi 53 i comuni piemontesi che incrementeranno la raccolta differenziata, e rottameranno i mezzi inquinanti.

Per realizzare l’accordo di programma del Novese e Tortonese la Regione ha impegnato 776.568 euro. Per quello di Bagnolo è previsto un esborso di 238.880 euro, mentre per quanto riguarda il consorzio chierese l’investimento regionale ammonta a 856.837 euro.

 

I COMUNI DEL CHIERESE

I Comuni del Consorzio chierese coinvolti sono 19: Andezeno, Arignano, Baldissero T.se, Cambiano, Carmagnola, Chieri, Isolabella, Marentino, Mombello, Moncucco T.se, Montaldo T.se, Moriondo T.se, Pavarolo, Pecetto T.se, Pino T.se, Poirino, Pralormo, Riva presso Chieri, Santena.

I COMUNI DEL NOVESE E TORTONESE

I comuni coinvolti del Novese e Tortonese sono 33: Alluvioni Piovera, Alzano Scrivia, Basaluzzo, Capriata d’Orba, Carbonara Scrivia, Carezzano, Carrosio, Cassano Spinola, Castellar Guidobono, Castellazzo Bormida, Castelnuovo Scrivia, Fraconalto, Francavilla Bisio, Fresonara, Gavi, Guazzora, Isola Sant’Antonio, Molino dei Torti, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, Pontecurone, Pozzolo Formigaro, Predosa, Sale, Serravalle Scrivia, Spineto Scrivia, Sardigliano, Tassarolo, Tortona, Viguzzolo, Villaromagnano e Voltaggio.

Il servizio di raccolta domiciliare è stato avviato nel 2019 per 15 comuni dell’area (26.370 abitanti serviti), ed ora sarà avviato nei Comuni di Novi Ligure, Tortona, Spineto Scrivia e Gavi (60.446 abitanti) entro il 1 aprile 2020 consentendo un miglioramento della percentuale di raccolta differenziata, ma anche della qualità del materiale raccolto ed una riduzione della produzione pro capite di rifiuto indifferenziato che – a partire dal 2021 – si dovrà attestare ad un valore non superiore a 159 kg/ab all’anno secondo gli obiettivi del Piano regionale per il 2020. Negli stessi comuni è prevista l’adozione della tariffazione puntuale corrispettivo dall’anno 2021.

LA TARIFFA PUNTUALE

La raccolta è effettuata mediante contenitori individuali assegnati a ciascuna utenza, dotati di codici identificativi associati in maniera univoca all’utenza assegnataria e, per quanto riguarda i contenitori destinati alla raccolta del rifiuto indifferenziato residuale, anche di transponder passivi a bassa frequenza (tecnologia RFID) in grado di registrare i singoli svuotamenti al fine di applicare la TARI puntuale.