CCIAA Torino e Confindustria Canavese: andamento delle imprese e del lavoro

Sono stati presentati oggi i dati relativi all’andamento del lavoro e delle imprese elaborati da Agenzia Piemonte Lavoro, Camera di commercio di Torino e Confindustria Canavese con l’obiettivo di fornire una fotografia il più esaustiva possibile sullo stato di salute delle imprese e sull’andamento del lavoro nel territorio del Canavese.

Quest’anno la lettura complessiva dei dati assume una valenza estremamente importante in quanto fa riferimento a uno dei periodi storici più difficili che il nostro Paese abbia dovuto affrontare dal punto di vista sanitario, economico e sociale. La pandemia, che purtroppo sembra non volere ancora mollare la presa, ha lasciato ferite evidenti su tutto il territorio. Un territorio che, nonostante l’emergenza e le forti difficoltà vissute, sta comunque lottando per superare la crisi e contrastare le pesanti conseguenze economiche causate dal Coronavirus.

 

All’inizio del 2020 la diffusione del virus ha portato al blocco delle attività produttive per quasi due mesi, la nostra economia ha subito un rallentamento senza precedenti e le ricadute di tale arresto in alcuni casi sono state pesanti”, spiega Cristina Ghiringhello, direttore di Confindustria Canavese. “Le conseguenze della pandemia emergono chiaramente dalle analisi di Camera di commercio e Agenzia Piemonte Lavoro.

Sin dall’inizio dell’emergenza le nostre imprese si sono però impegnate al massimo per adattarsi a una situazione nuova e prima inimmaginabile. Alcune si sono reinventate, altre hanno fatto delle vere e proprie rivoluzioni organizzative per non rischiare di trovarsi nella condizione di chiudere o di ridurre drasticamente la propria attività.

Oggi, a distanza di oltre un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, guardando alle nostre imprese notiamo una situazione molto eterogenea: vi sono settori, come quello manifatturiero che hanno tenuto piuttosto bene, altri, come ad esempio quello dell’ICT, che hanno affrontato una trasformazione profonda dei propri modelli organizzativi (aprendo nuovi scenari ed opportunità per le imprese e i lavoratori); ci sono poi comparti che hanno risentito maggiormente degli effetti negativi dell’emergenza, come quello turistico, che in Canavese, all’inizio della pandemia, era in pieno sviluppo e che, avendo radici ancora molto giovani, potrebbe faticare più di altri ad agganciare la ripresa. In questo quadro assai variegato emergono però energie e potenzialità pronte ad essere liberate. I dati emersi dall’elaborazione della nostra ultima indagine congiunturale evidenziano, infatti, la volontà delle imprese canavesane di guardare al futuro e di voler cogliere le opportunità che questo periodo di crisi, ma anche di trasformazione, sta offrendo”.

 

“Grazie ad un importante impegno comune che mette insieme i nostri dati del Registro imprese con quelli forniti da Agenzia Piemonte Lavoro, siamo in grado di offrire una panoramica completa del tessuto imprenditoriale del Canavese e del suo andamento recente, anche in termini di occupazione e lavoro – commenta Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – Con più di 32mila imprese, questo territorio sconta nel 2020 il clima di incertezza che ha sostanzialmente paralizzato sia le chiusure di impresa sia le nuove aperture in tutto il torinese. L’anno qui si è chiuso con un tasso di crescita negativo pari a -0,79%, ora dovremo monitorare i dati del 2021, sperando in segnali di ripresa sostenuti dalle vaccinazioni e da un graduale ritorno alla normalità quotidiana”.

Federica Deyme, direttrice Agenzia Piemonte Lavoro, durante il suo intervento ha spiegato che “E’ stata avviata un’importante collaborazione tra Agenzia Piemonte Lavoro e Camera di commercio di Torino, che in concreto ha reso possibile un approfondimento sulla situazione economica del Canavese, grazie a una lettura privilegiata dei dati, realizzata attraverso l’incrocio di quelli del Registro Imprese della Camera di commercio di Torino e dell’insieme generale dei rapporti di lavoro attivati nel bacino di riferimento di Agenzia Piemonte Lavoro”. “Dal punto di vista delle iniziative messe in campo per l’attività dei Centri per l’impiego, tra le più incisive per favorire il matching della domanda e dell’offerta di lavoro, stiamo predisponendo una mappatura capillare delle imprese di tutto il Piemonte e un potenziamento delle attività di scouting e marketing per intercettare tutti i posti al momento vacanti, e fornire alle imprese che necessitano di assumere personale un servizio di preselezione mirato e gratuito dei profili professionali adatti alle loro necessità, e una consulenza sugli sgravi e gli incentivi alle assunzioni dei candidati – conclude Federica Deyme”.

Il sistema imprenditoriale

Secondo i dati della Camera di commercio di Torino, sul territorio del Canavese sono insediate 32.742 sedi d’impresa (il 14,9% del torinese), alle quali si aggiungono 7.826 unità locali. Ivrea (2.494), Chivasso (2.197), Ciriè (1.814), Leinì (1.758), Rivarolo Canavese (1.295) e Volpiano (1.202) sono i primi sei comuni per numero di imprese e su di essi è insediato il 33% delle imprese totali.

La struttura imprenditoriale è costituita, come per il dato provinciale, essenzialmente da micro imprese che rappresentano il 95,4% del totale. Per quanto riguarda i settori di attività, è predominante il commercio con il 22,8% del totale, seguito dai servizi prevalentemente orientati alle imprese (il 18,0%).

Come evidenziato per il torinese, anche qui nel 2020 il sistema imprenditoriale è in sostanziale stasi con iscrizioni e cessazioni d’impresa in netta diminuzione rispetto agli anni passati. Il tasso di crescita risulta negativo del -0,79%, a fronte di un +0,16% registrato a livello provinciale. Tutti i settori hanno subito una contrazione dello stock di imprese registrate, ad eccezione dei servizi pubblici, sociali e personali (+0,3%). Tra le ragioni di tale contrazione la diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia e un’altrettanta diffusa attesa riguardo al prodursi degli effetti previsti dai provvedimenti di ristoro messi in campo dalle istituzioni.

 

Il mercato del lavoro

Mettendo a confronto il 2019 e il 2020, a causa della crisi pandemica, si nota quanto il mercato del lavoro locale abbia subito una contrazione nell’attivazione di nuove assunzioni con una diminuzione del 6,6% dei nuovi contratti di lavoro stipulati. Diversamente il ricorso a nuove assunzioni ha interessato l’1,9% in più dei datori di lavoro nel territorio.

 

Significativo è stato nel 2020 il ricorso a contratti brevi, principalmente in somministrazione, per il settore della logistica legata all’incremento del commercio elettronico, oppure al lavoro domestico come risposta alla necessità delle famiglie in difficoltà per il lockdown. Le altre tipologie contrattuali più stabili, apprendistato e tempo indeterminato, hanno subìto una generica diminuzione (-20,0%) e così anche le forme contrattuali atipiche; le professioni qualificate nelle attività commerciali e gli operai specializzati nell’industria e nell’artigianato hanno pagato il prezzo della crisi sanitaria con una diminuzione del 16,8%, hanno tenuto le professioni relative al personale non qualificato addetto all’imballaggio e al magazzino.

 

Dall’incrocio dei dati fra Camera di commercio di Torino e Agenzia Piemonte Lavoro emerge che il sistema imprenditoriale ha ovviamente contribuito in maniera determinante nella movimentazione del mercato del lavoro locale. Nel 2020, oltre 6.260 localizzazioni di imprese situate nel Canavese, poco meno del 17% della popolazione imprenditoriale locale, ha attivato il 70,1% dei rapporti di lavoro (in totale 49.080). Rispetto al 2019, è calato sia il numero di localizzazioni coinvolte (erano il 18,2%), sia la quantità di avviamenti dichiarati (erano 52.547, il 72,2% del totale).

 

 

I Centri per l’Impiego

Dalla lettura dei numeri delle attività dei Centri per l’impiego di Chivasso, Cirié, Cuorgné e Ivrea spicca un’importante crescita delle attività erogate alle imprese: nel 2020 la crescita è pari a + 20% (2.199 attività). Sono state 337 le aziende che hanno ricevuto dei servizi dai Centri per l’impiego (+43,9%).

In contrazione i dati sui servizi alle persone, per le difficoltà logistiche create dal Covid che ha rallentato i servizi in presenza per evitare gli assembramenti, anche se i Centri per l’impiego hanno continuato a lavorare on line. L’anno scorso abbiamo registrato una diminuzione di 28.210 attività erogate alle persone (- 36,8%). Sono state comunque 10.075 le persone che hanno ricevuto un servizio, come ad esempio la richiesta di dichiarazione di disponibilità al lavoro.

 

L’Indagine Congiunturale

L’Indagine Congiunturale per il trimestre aprile-giugno 2021, in particolare, evidenzia un netto miglioramento rispetto al trimestre precedente e più in generale rispetto agli andamenti negativi dell’anno 2020. Pur presentandosi problematiche legate alla carenza e all’incremento dei prezzi di materie prime e componenti elettronici e non essendo ancora superata l’emergenza sanitaria, le Aziende canavesane in questo periodo stanno dimostrando di saper reagire alle difficoltà, con dati che per il trimestre in corso mediamente superano quelli totali del Piemonte. Si nota un miglioramento in particolare in alcuni settori (quali ad esempio l’automotive, la meccatronica e le macchine utensili) mentre altri, tra cui in primis quelli legati al turismo, agli eventi e alla ristorazione, sono purtroppo ancora in grande affanno. Il Consuntivo 2020 fa emergere una perdita di fatturato rispetto all’anno precedente per quasi metà delle imprese, ma sono meno del 20% quelle che prevedono un risultato economico negativo.

 

 

 

 

 




1185 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 in Piemonte

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica 1185 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 in Piemonte, pari al 9,6% dei 12.290 tamponi eseguiti. Gli asintomatici sono 501, pari al 42,2%.

I casi sono così ripartiti: 452 screening, 463 contatti di caso, 270 con indagine in corso; per ambito: 218 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 54 scolastico, 913 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 167.516, così suddivisi su base provinciale: 14.487 Alessandria, 7769 Asti, 5820 Biella, 22.980 Cuneo, 12.903 Novara, 89.234 Torino, 6370 Vercelli, 5503 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 929 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1521 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 388 (+3 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 4737 (+3 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 69.818. I tamponi diagnostici finora processati sono 1.558.737(+12.290 rispetto a ieri), di cui 793.519 risultati negativi.

Sono 85 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 14 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 6.239 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 936 Alessandria, 368 Asti, 286 Biella, 692 Cuneo, 549 Novara, 2841 Torino, 307 Vercelli, 194 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 66 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

I pazienti guariti sono complessivamente 86.334 (+ 3.141 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 6769 Alessandria, 4357 Asti, 2594 Biella, 10.241 Cuneo, 5616 Novara, 49.915 Torino, 3262 Vercelli, 2638 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 458 extraregione e 484 in fase di definizione.




Lettera minatoria all’assessore Icardi, la solidarietà del presidente Stefano Allasia

“A nome del Consiglio regionale desidero esprimere solidarietà e vicinanza all’assessore Luigi Icardi per la lettera minatoria ricevuta nella serata di ieri. Sono gesti inaccettabili che vanno condannati affinché venga fermata ogni forma di intimidazione nel rispetto della democrazia. Spero che si tratti di uno stupido mitomane, in una situazione di emergenza come quella attuale, sarebbe grave che qualcuno cercasse di generare panico.”




PoliTo: le indicazioni per garantire scuole sicure a settembre

Il 14 di settembre la campanella suonerà di nuovo per gli oltre 8 milioni di studenti del nostro Paese e i Dirigenti scolastici sono al lavoro per garantire una riapertura sicura.

Il Politecnico di Torino, proprio per contribuire a fornire indicazioni utili alla ripresa delle lezioni in aula, ha approfondito il Rapporto “Scuole aperte, Società protetta”, pubblicato nel mese di maggio da un gruppo di lavoro coordinato dall’Ateneo nell’ambito del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti”, che ha fornito le prime indicazioni per una ripresa di servizi e attività produttive nella Fase 2 e si è poi arricchito di approfondimenti tematici sui diversi settori della società per i quali il perdurare dell’emergenza sanitaria impone nuove regole.

Il Rapporto sulla riapertura delle scuole è stato redatto con il contributo di Città di Torino, Città Metropolitana, Regione Piemonte, Ufficio Scolastico Regionale, Ordine degli Ingegneri e di numerose associazioni e istituzioni che operano nel settore dell’educazione e della scuola.

Nella versione aggiornata del Rapporto sono stati inseriti alcuni nuovi contenuti, per rispecchiare le nuove informazioni provenienti dal Comitato Tecnico Scientifico. In particolare, sono stati valutati i layout delle aule e le indicazioni relative al distanziamento e all’utilizzo delle mascherine e, ad integrazione di quanto già descritto nelle prime versioni, sono state fatte nuove proposte operative relativamente a spunti per la formazione dei ragazzi sul corretto distanziamento.

Inoltre, il rapporto propone indicazioni relative all’organizzazione dei pasti scolastici, con diverse alternative in refettorio o in classe.

Gli approfondimenti tematici sono invece stati raccolti in tre appendici che riguardano tre ambiti specifici: Proposte operative per i Dirigenti scolastici; Nidi e scuole dell’infanzia; Percorsi estivi e autunnali per il recupero e il potenziamento.

La prima appendice pubblicata si rivolge direttamente ai Dirigenti scolastici, che saranno chiamati a garantire un rientro in sicurezza, con proposte circa le misure da adottare per l’accesso a scuola, il distanziamento (sia in aula, che nelle zone di transito), le buone pratiche di igiene e l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale, ma anche la sanificazione e il ricambio d’aria.

Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi che ciascun istituto autonomamente potrà decidere come implementare, si consiglia la strutturazione in sottogruppi di apprendimento, costanti nel tempo, e il rientro in presenza delle intere classi con priorità per le prime e le ultime di ciascun ciclo.

Dove fosse necessario organizzare dei turni, l’Appendice propone anche esempi che alternano attività in aula e in luoghi differenti dall’aula classica, come spazi esterni alla scuola e palestre.

In particolare, ai Dirigenti sono proposti metodi operativi e checklist per fotografare la situazione esistente e ipotizzare soluzioni e lay-out per i prossimi mesi.

Nella Appendice 2, dedicata a Nidi e scuole dell’infanzia, si riportano i risultati delle analisi svolte dal Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino con un gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Elena Vigliocco, relativamente ai Beta test svolti per la fascia 0-6 anni su 5 strutture edilizie che accolgono Servizi Educativi Prescolari (4 edifici per la fascia 0-3 anni e 1 per quella 3-6 anni) a Torino.

I risultati indicano che la capacità di “rientro” varia molto in base alla conformazione della struttura e dal numero di metri quadri disponibili per bambino: anche nella condizione migliore non sarà possibile accogliere la totalità dei bambini precedentemente iscritti. Per aumentare la capacità di accoglienza, sarà necessario individuare nuovi spazi e aumentare il numero degli operatori.

La proposta è quella di trattare la questione nella sua dimensione sistemica complessiva, coinvolgendo tutti gli stakeholder, in primo luogo famiglie e insegnanti.

Nella Appendice 3 si presenta il progetto “Nessuno resta indietro: percorsi estivi e autunnali per il recupero e il potenziamento”, una collaborazione tra Università d Torino e Politecnico di Torino per le fasce più deboli della popolazione scolastica.

Il progetto è attualmente in svolgimento e vede la cooperazione di un gruppo di lavoro esteso sotto il coordinamento delle professoresse Paola Ricchiardi e Angelica Arace dell’Università di Torino. Il progetto considera i grandi ostacoli emersi durante il periodo della chiusura delle scuole: carenza di formazione specifica sulle strategie efficaci di Didattica a distanza per le singole fasce d’età e di competenze tecnologiche, carenza di supporti da parte degli allievi (pc, tablet…) o di reti adeguate, possibilità differenziate nel supporto genitoriale, carenze culturali.

La proposta si concretizza nella realizzazione di percorsi a distanza di recupero e potenziamento delle competenze scolastiche essenziali per favorire la motivazione e la riuscita di alunni o studenti in difficoltà. Si va dal potenziamento delle competenze di base, allo sviluppo della curiosità nei confronti della scienza e all’acquisizione del senso ludico dell’apprendimento.

Si tratta di attività didattiche sfidanti che favoriscano la stimolazione cognitiva e lo sviluppo della motivazione per l’apprendimento, la scoperta, e l’acquisizione o il consolidamento di competenze fondamentali, con focus specifici ad esempio sulle materie STEM e sulle abilità linguistiche.

“La scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono essenziali per garantire il ritorno del Paese a una normalità ormai sempre più necessaria”, commenta il Rettore Guido Saracco, che prosegue: “Le esigenze e i diritti dei più piccoli sono stati, forse inevitabilmente, compressi nei primi mesi dell’emergenza, ma ora è il momento di ritornare in classe, per garantire a tutti il diritto all’istruzione e cercare di recuperare quelle disuguaglianze sociali tra i più giovani che l’epidemia ha senza dubbio reso ancora più evidenti”.




Bonus Piemonte, Comitato unitario Associazioni artigiane: salta il tavolo con la Regione Piemonte

L’incontro che si è svolto oggi, 27 maggio, con l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano era stato richiesto al fine di trovare una soluzione che ristabilisse la concertazione proposta e avviata dalla stessa Giunta regionale e da noi condivisa che aveva portato alla sottoscrizione del Patto della “Ripartenza del commercio e dell’artigianato” del 2 maggio.

Su sollecitazione della stessa Regione, lunedì 25 maggio, era stato fornito un elenco puntuale delle attività artigiane da inserire tra i beneficiari del Bonus: si trattava di attività di produzione e di vendita in sede fissa (botteghe, laboratori, negozi), per una
stima di 8000 imprese con circa 20 mila addetti. Tra queste abbiamo segnalato le attività riconducibili ai seguenti macrosettori: alimentare, abbigliamento e arredo casa, le attività grafiche e fotografiche e affini, il settore orafo e di gioielleria, le lenti e l’occhialeria, gli articoli per matrimonio e cerimonie, gli articoli in pelle e calzature, le tintolavanderie, i centri massaggi e la toelettatura animali.

L’elenco è stato ignorato, anche se, ci risulterebbe che, ieri sera, la maggioranza abbia presentato un emendamento che ricomprendeva i codici di attività da noi proposti, ma questa mattina, sempre a opera della maggioranza, il provvedimento è stato ritirato.

“Rileviamo con profonda delusione e amarezza che il metodo della concertazione che si era avviato con il Tavolo del 2 maggio è stato interrotto e accantonato dalla Regione”, dichiara Fabrizio Actis, presidente di CNA Piemonte.

Prendiamo atto che la Regione Piemonte ha incomprensibilmente fatto la scelta politica di escludere una fetta consistente di attività artigiane che hanno titolo ad essere supportate, privilegiando invece le imprese del commercio che operano con i loro negozi di fianco a queste imprese artigiane.

“E’ incomprensibile e lesivo per il sistema economico piemontese escludere per scelta una componente fondamentale dell’economia regionale, poiché solo una minima parte delle attività artigiane piemontesi è ricompresa nel patto del 2 maggio”, aggiunge Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte.

Nell’incontro odierno non abbiamo potuto trarre alcuna prospettiva concreta di soluzione, nessun rilancio a breve di confronto per cui riteniamo il confronto interrotto o peggio svanito.

“Siamo in attesa di atti concreti che smentiscano questi dati di fatto”, Francesca Coalova, portavoce di Casartigiani Piemonte.




Sono 31.459 (+25 rispetto a ieri) i positivi al Covid19

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 25.245 (+43 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3033 (+15) Alessandria, 1499 (+0) Asti, 822 (+1) Biella, 2334 (+7) Cuneo, 2248 (+2) Novara, 13.131 (+12) Torino, 1071 (+4) Vercelli, 944 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 163 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 967 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 0 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte. Il totale resta 4107 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 676 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 395 Cuneo, 367 Novara, 1813 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori region, ma deceduti in Piemonte.

Sono 31.459 (+25 rispetto a ieri, di cui 23 asintomatiche; le 25 si dividono in 6 Rsa, 10 screening, 7 contatti di caso, 2 con indagine in corso) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così ripartite su base provinciale: 4074 Alessandria, 1880 Asti, 1052 Biella, 2887 Cuneo, 2801 Novara, 15.922 Torino, 1337 Vercelli, 1146 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 264 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 96 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 8 (invariati rispetto a ieri), i ricoverati non in terapia intensiva 205 (-5). Le persone in isolamento domiciliare sono 927. I tamponi diagnostici finora processati sono 438.250, di cui 240.226 risultati negativi.




Al Piemonte 4 milioni di euro per le barriere architettoniche

Sarà di circa 150 mila euro il cofinanziamento regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche in edifici privati, previsto nel bilancio di previsione 2022-2024. Risorse che andranno a sommarsi a quanto arriverà da parte dello Stato, permettendo cosi al Piemonte di disporre di oltre 4 milioni di euro totali. È quanto annunciato dall’assessore alle Politiche della casa Chiara Caucino, nel corso dei lavori della seconda Commissione, presieduta dal consigliere Mauro Fava.

Oltre 2,5 milioni di euro saranno invece destinati alla alle Aslo (le Agenzie Sociali per la Locazione) per favorire la mobilità abitativa; 90 mila euro saranno destinati per politiche di sostegno e accesso alla casa per genitori separati; 7 milioni e 200 mila euro andranno per l’assegnazione di alloggi sociali, 13 milioni di euro per il recupero di immobili di edilizia residenziale fino a 50 mila euro ad alloggio e circa 100 mila euro per le nuove funzionalità dei servizi informativi di welfare abitativo.

Su quest’ultima voce si è soffermata l’assessore Caucino specificando che “è allo studio con il Csi una nuova banca dati  sulla quale, settimanalmente, possano essere caricati e aggiornati i dati sugli immobili di edilizia residenziale pubblica da mettere a disposizione non solo delle Atc e dei Comuni, ma anche di tutti i soggetti interessati. Solo in quest’ultimo anno – ha proseguito Caucino – abbiamo riqualificato 161 alloggi e recuperato 276 abitazioni di edilizia residenziale pubblica”.

In programma invece nel pomeriggio, ha riferito Caucino, una riunione con tutte le organizzazioni sindacali e sul tema emergenza sfratti e caro bollette, per mettere in campo proposte di sostegno per tutte le famiglie che si trovano oggi in particolari condizioni di precarietà.

Diverse le richieste di approfondimento da parte dei consiglieri presenti.

Valter Marin (Lega), nel  ribadire quanto  il tema casa sia oggi  sentito, ha chiesto approfondimenti sulla spesa per il sostegno all’affitto anche rispetto ai bilanci precedenti.
Silvio Magliano (Moderati), tornando a parlare di  abbattimento delle barriere architettoniche, ha richiesto di avere contezza di quanti cittadini stiano chiedendo il rimborso per lavori di adeguamento per eliminare le  barriere architettoniche nelle loro case. Marco Grimaldi (Leu) si è soffermato invece sui fondi regionali per l’edilizia popolare  e sulle  risorse a disposizione per le piccole e grandi ristrutturazioni. Il consigliere Diego Sarno (Pd) ha domandato all’assessore dettagli sulla legge che regolamentava le coabitazioni solidali rispetto a assegnazione progetti speciali e se esista o meno un cronoprogramma degli interventi previsti dalle diverse ATC . Francesca Frediani (M4o) ha chiesto che venga messa a disposizione una mappatura degli alloggi destinati all’emergenza abitativa.




Movida, De Santis (Confartigianato Torino): “Ordinanza Appendino colpisce le nostre imprese”

“Siamo consapevoli della necessità di disincentivare gli assembramenti ed invochiamo, per questo, maggiori controlli, ma non possiamo accettare che, ancora una volta, vengano penalizzate le nostre imprese con divieti che colpiscono il fatturato legato alla stagione estiva, come quello introdotto dalla recente Ordinanza della Sindaca Appendino, che vieta cibo e bevande da asporto dopo le ore 24 nelle zone della cd. movida torinese.

Un provvedimento che danneggia tutte le imprese artigiane del food che operano prevalentemente con l’asporto, in particolare gelaterie e pizzerie al taglio, che nei mesi estivi lavorano intensamente anche nelle prime ore del mattino. Per mesi questi esercizi sono riusciti a sopravvivere grazie all’asporto e al servizio delivery, e questo nuovo divieto ci pare davvero ingiusto ed eccessivo.

Ancora una volta si sceglie di far pagare il prezzo della lotta alla pandemia ad artigiani, piccoli imprenditori e ai loro lavoratori. Non bastavano i nuovi obblighi del green pass per consumare cibi e bevande all’interno dei locali, che costringono le nostre imprese a fare i vigilantes, ora le obbligano anche a chiudere alle ore 24.00 perché chi dovrebbe controllare in realtà si dimostra impotente di fronte agli eccessi della mala-movida”.

 

 




Unioncamere Piemonte: ancora in calo la produzione industriale

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 193ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.

La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2019 e ha coinvolto 1.816 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 99.637 addetti e un valore pari a circa 59,4 miliardi di euro di fatturato.

 

Il 2019 non è indubbiamente stato un anno positivo per l’industria manifatturiera piemontese. Già il 2018 aveva visto, nella seconda parte dell’anno, un rallentamento dei ritmi produttivi. Il 2019 ha confermato la tendenza al ribasso del sistema industriale regionale.

Tutti e quattro i trimestri hanno registrato, infatti, variazioni tendenziali al di sotto dello zero, seppur d’intensità non elevate. Al -0,4% del I trimestre dell’anno hanno fatto seguito le flessioni del -0,8% e -0,2% del II e del III trimestre. Il IV trimestre 2019 si è chiuso, infine, con una contrazione dello 0,4% della produzione industriale regionale.

 

Il calo produttivo medio per l’intero 2019 è stato pari a mezzo punto percentuale. Si tratta di una flessione non pesante, ma che appare particolarmente significativa se si considera che si tratta del primo dato annuo negativo dal 2013.

 

Il Vice Presidente vicario di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello commenta: “I risultati dell’ultimo trimestre 2019, e dell’anno nel suo complesso, non sono entusiasmanti. Le imprese piemontesi soffrono da tempo e purtroppo, anche a causa del Covid-19, gli effetti negativi sull’economia e sullo sviluppo dei nostri territori non potranno migliorare nel breve periodo. Dobbiamo, quindi, lavorare con maggior impegno per sostenere il nostro sistema imprenditoriale, individuando misure straordinarie di affiancamento e supporto. Saranno necessari anche interventi di sostegno al credito”.

 

Concentrando l’attenzione sugli ultimi tre mesi del 2019 emerge come quello del IV trimestre sia stato il sesto risultato trimestrale negativo consecutivo,frutto del preoccupante trend esibito a livello settoriale dai mezzi di trasporto, dal comparto dei metalli e dal tessile e abbigliamento, a livello dimensionale dalle imprese di grandi dimensioni e in termini territoriali dal Piemonte settentrionale.

Il calo della produzione industriale si associa a un andamento opposto evidenziato dal mercato interno e da quello estero. Se infatti gli ordinati interni registrano una crescita (+1,3%), quelli esteri subiscono una flessione dello 0,6%. Il fatturato totale risulta stabile (+0,2%), la componente estera evidenzia un calo pesante (-1,8%).

 

A livello settoriale si riscontra un andamento eterogeneo in termini di produzione industriale.

Il comparto alimentare, che mostrava un trend incoraggiante anche nei trimestri precedenti, prosegue nella sua fase di crescita (+3,1%). Positivi anche i dati del comparto meccanico (+4,1%) e delle industrie elettriche e elettroniche (+0,6%). Stazionaria la produzione della chimica/plastica (+0,1%) e delle industrie del legno e del mobile (-0,2%). Subiscono, invece, una flessione della produzione le industrie tessili e dell’abbigliamento (-2,5%) e le industrie dei metalli (-2,6%). Il calo più importante appartiene ancora una volta al settore dei mezzi di trasporto (-7,0 %).

 

Focalizzando l’attenzione su questo settore, attore principali della contrazione produttiva manifatturiera regionale, si rileva come la performance negativa del IV trimestre 2019 risulti il frutto di una contrazione sostenuta della produzione di autoveicoli (-9,8%) e di componentistica autoveicolare (-8,7%), mentre appare stabile il comparto dell’aerospazio (+0,1%).

L’analisi della dinamica della produzione industriale per classe di addetti evidenzia come, nel IV trimestre 2019, a fronte di una sostanziale stazionarietà produttiva evidenziata dalle micro (-0,1%) e dalle piccole imprese (-0,3%), mostrino un dato meno incoraggiante le imprese di medie (50-249 addetti) e grandi dimensioni (oltre 250 addetti) che registrano rispettivamente un calo dello 0,9% e 2,0%.

La flessione tendenziale dello 0,4% registrata mediamente a livello regionale nel corso del IV trimestre 2019 deriva da andamenti differenziati mostrati a livello territoriale.

Il Piemonte del nord ha segnato dinamiche meno incoraggianti. Biella ha subito una flessione produttiva del 4,0%, Novara dello 0,2%, Vercelli e Verbania rispettivamente dello 0,9% e 0,5%.

Il capoluogo regionale si è assestato su una variazione della produzione del -0,7% rispetto all’analogo periodo del 2018.

Il Piemonte del sud ha segnato risultati migliori. A fronte di una stabilità produttiva dell’astigiano (-0,1%), si sono registrate crescite sia ad Alessandria (+0,8%) che a Cuneo (+1,7%).




Reddito di emergenza: ultimo giorno per la presentazione delle domande

Scade il 15 ottobre, il termine per la presentazione della nuova domanda di Reddito di emergenza prevista dal decreto legge n. 194/2020 (cd. decreto agosto), che riconosce un’ulteriore singola quota del beneficio ai nuclei familiari in difficoltà a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Gli intermediari abilitati avranno poi ulteriori quindici giorni, fino al 30 ottobre, per la trasmissione delle domande presentate fino ad oggi.

La domanda può essere presentata direttamente online, accedendo al sito www.inps.it con Pin, SPID, CNS o CIE, oppure tramite i Centri di assistenza fiscale o gli enti di Patronato.