In crescita il numero di imprese straniere in Piemonte

Al 31 dicembre 2022, le imprese straniere registrate in Italia hanno raggiunto le 647.797 unità, il 10,8% delle imprese complessivamente censite presso i Registri delle Camere di commercio localizzate sul territorio nazionale. Le aziende guidate da stranieri costituiscono una quota ancora limitata dell’intero tessuto imprenditoriale, ma risultano in costante aumento.

A livello geografico, emerge come la Liguria nel 2022 appaia la realtà con la maggiore incidenza di aziende straniere sul totale delle imprese registrate nel territorio regionale (15,2%), seguita dalla Toscana (15,1%), dall’Emilia Romagna (13,5%), dal Lazio (13,2%), dal Friuli Venezia Giulia e dalla Lombardia (entrambe con il 13,1%).

Il Piemonte si trova in settima posizione, con un’incidenza delle imprese straniere sulle 425.873 imprese aventi sede in regione pari all’11,8%, dato in crescita rispetto all’11,4% del 2021.

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come, al 31 dicembre dell’anno appena concluso, le imprese straniere registrate in Piemonte ammontassero a 50.258, circa 1.582 in più rispetto al 2021 e oltre 12mila in più rispetto allo stesso periodo del 2011.

La componente straniera delle aziende ha contribuito in misura significativa alla tenuta del tessuto imprenditoriale piemontese. Anche nel 2022 le imprese straniere hanno evidenziato una vivacità superiore a quella delle imprese regionali nel loro complesso, grazie a un numero di iscrizioni nettamente superiore alle cessazioni.

A fronte della nascita di 5.473 imprese straniere, si sono registrate, infatti, solo 3.042 cessazioni (valutate al netto delle cessazioni d’ufficio), per un saldo positivo pari a 2.431 unità e un tasso di crescita del +5,0%, decisamente superiore rispetto a quanto evidenziato nel 2022 dal tessuto imprenditoriale piemontese complessivo (+0,25%).

“Le imprese gestite da persone di origine straniera rappresentano una realtà sempre più consolidata nel nostro Paese e nella nostra regione, una realtà che di anno in anno ha la capacità di rafforzarsi e strutturarsi. Stiamo parlando di oltre 50mila attività, che hanno ripreso a registrare tassi di crescita consistenti anche in una fase così difficile com’è quella che stiamo attraversando in questi ultimi anni. Una dinamica che – ipotizziamo – continuerà a crescere e che permetterà ai nostri territori di trovare nuova linfa per un’imprenditorialità dinamica. Queste imprese, però, vanno aiutate a rafforzarsi e a integrarsi pienamente nel tessuto produttivo e sociale piemontese e italiano” commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

Il settore in cui le imprese straniere risultano maggiormente presenti in valore assoluto è, anche nel 2022, quello delle costruzioni. Il comparto edile, che ha vissuto una situazione particolarmente favorevole negli ultimi anni grazie agli incentivi, ha segnato per la componente straniera un forte incremento, registrando un tasso di crescita del +7,7%.

Tra gli altri principali settori di specializzazione delle imprese straniere troviamo il commercio, che assorbe un quarto delle imprese estere presenti in regione e segna un tasso di crescita nel 2022 pari al +1,3%. Gli altri servizi registrano un incremento del +5,6%, il turismo cresce del 4,0% e le attività manifatturiere del 4,2%.

Le imprese straniere assumono, nell’80,6% dei casi, la forma di imprese individuali, nell’11,2% si costituiscono come società di capitale e nell’7,2% si strutturano come società di persone; solo l’1,0% assume altre forme. Confrontando le imprese straniere con quelle totali, si evidenzia per le prime una maggior predilezione per la forma della ditta individuali e un peso decisamente inferiore per le forme della società di persone e della società di capitale.

Analizzando i dati relativi alla natimortalità di queste imprese in base alla forma giuridica, emerge come le società di capitale registrino il tasso di natalità più alto (+13,3%), a fronte di un tasso di mortalità decisamente più contenuto (+1,8%): ne consegue un tasso di crescita decisamente positivo (+11,5%). Anche le imprese individuali evidenziano un elevato tasso di natalità (11,6%) parzialmente controbilanciato da un sostenuto tasso di mortalità (7,1%): il tasso di crescita appare quindi più ridotto (+4,5%). Le società di persone manifestano un minor dinamismo, registrando più bassi livelli di natalità (+5,7%) e di mortalità (3,5%), ne risulta un tasso di crescita più ridotto (+2,2%). Le altre forme, infine, segnano un tasso di crescita sostanzialmente nullo (-0,2%).

Le imprese straniere presenti a fine 2022 sul territorio piemontese sono per lo più di origine extra-europea (72%), mentre solo il 28% ha origine comunitaria.

Analizzando l’imprenditoria straniera in base al territorio d’insediamento emerge come, anche nel 2022, circa 6 imprese straniere su 10 di quelle registrate in Piemonte trovino la propria sede legale in provincia di Torino; seguono i territori di Alessandria e Cuneo, con quote pari rispettivamente a 9,3% e 9,1%.

Le realtà provinciali in cui le imprese guidate da immigrati rivestono un’importanza maggiore sul relativo tessuto imprenditoriale sono quelle di Torino (13,9%) e Novara (12,1%); Cuneo (7,0%) e Biella (6,5%) sono, al contrario, quelle in cui la presenza di stranieri alla guida delle imprese del territorio è inferiore.

In termini di dinamica i tassi di crescita più elevati appartengono a Cuneo (+10,2%) e a Vercelli (+6,1%). Un ritmo di crescita in linea con quello medio regionale viene registrato da Novara (+5,6%), Asti (+5,5%) e Alessandria (+5,3%). Torino registra un tasso di crescita del (+4,2%). I tassi di crescita meno elevati, infine, risultano quelli di Biella (+3,3%) e Verbania (+0,8%).




I giovani imprenditori di Cnvv in visita alla F.lli Francoli Spa

Visita aziendale alla F.lli Francoli Spa di Ghemme (No) per il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), che nel pomeriggio di giovedì 23 febbraio 2023 ha fatto precedere la riunione del Consiglio direttivo da un interessante itinerario fra gli storici impianti dell’omonima distilleria (che già alla fine degli anni ’80 ha fortemente puntato sulla circolarità e la sostenibilità dei processi utilizzando fonti di calore ottenute da combustibili vegetali in modo da  assicurare un bilancio neutro dell’anidride carbonica e azzerare gli sprechi) e le cantine del brand “Torraccia del Piantavigna”.

«Grazie alla sapiente guida di Roberto Francoli, che ringrazio – spiega il presidente del Gruppo Giovani di Cnvv, Marco Brugo Ceriotti – abbiamo potuto toccare con mano tutte le fasi della produzione e degustato prodotti di eccezionale valore, veri fiori all’occhiello dell’enogastronomia territoriale. Nel corso del Direttivo abbiamo, tra l’altro, definito i principali step della seconda edizione della “Startup Competition” organizzata insieme a Feel Venture, l’unico fondo di Venture Capital al mondo che da Londra investe esclusivamente in Startup italiane, che prevede una fase di preselezione nel mese di marzo e la finale a inizio maggio: alcuni componenti del nostro Gruppo faranno parte della commissione esaminatrice per la selezione delle aziende candidate, mentre altri, come già avvenuto nello scorso luglio, siederanno nella giuria finale. Per quest’anno, oltre all’edizione 2023 di “Wooooow – Centra il tuo futuro!” e ad altre iniziative in corso di definizione, organizzeremo un percorso di alta formazione manageriale in collaborazione con la Sda Bocconi».

 




Dalla ‘Fiera in Campo”, i Giovani di Confagricoltura – Anga chiedono un progetto per il futuro dell’agricoltura  

Dopo questi tre anni in cui la fiera dei nostri giovani non c’è stata a causa della pandemia, ci troviamo di fronte uno scenario radicalmente mutato. Noi imprenditori, però, pur tra innegabili difficoltà, non possiamo rimanere immobili aspettando il corso degli eventi”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti alla tavola rotonda “Il riso italiano tra siccità e importazioni”, che ha inaugurato stamani a Vercelli la 44esima edizione della ‘Fiera in campo’, la più importante manifestazione europea dedicata al comparto.

Presenti all’evento anche il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il vicepresidente del Senato Gianmarco Centinaio, l’onorevole Fabrizio Comba, l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa e il presidente dell’Ente Risi, Paolo Carrà.

 

L’Italia è il primo Paese europeo per superfici coltivate e produzione di riso. Siamo gli unici produttori mondiali di Vialone Nano, Arborio e Carnaroli, pur coltivando diverse varietà. La siccità ha però colpito duramente il comparto: lo scorso anno 26 mila ettari sono andati persi di cui 3 mila nel Novarese” dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte intervenuto alla tavola rotonda organizzata dai giovani imprenditori di ANGA Vercelli – Biella, coordinati dal presidente Giacomo Mezza.

La nuova stagione si presenta ancora più ardua. Confagricoltura porterà la questione sul tavolo del Consiglio e della Commissione Ue, perché la carenza idrica sta colpendo altri Stati membri” ha aggiunto Giansanti.

 

Occorre impegnarsi per restituire alla nostra risicoltura l’attenzione che merita – afferma il direttore Lella Bassignana, difendendo la terra in cui è nata e vive tutt’ora – Penso ad un piano d’azione su più fronti per far contrastare le emergenze, qualsiasi esse saranno, in modo da garantire futuro e lavoro alle prossime generazioni, continuando a preservare un territorio eccezionale per le sue caratteristiche uniche”.




Nel 2022 in Piemonte hanno aperto i battenti 7.316 nuove imprese

Sono 38.215 le imprese giovanili registrate al 31 dicembre 2022 in Piemonte e rappresentano circa il 9% delle aziende complessivamente registrate nella regione e il 32% delle nuove attività. Nel 24,0% dei casi sono guidate da stranieri e il 26,8% è amministrato da giovani imprenditrici.

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, nel 2022, a fronte della nascita di 7.316 imprese giovanili, ne sonocessate 3.200 (al netto delle cancellazioni d’ufficio). Il saldo è risultato, dunque, positivo per 4.116 unità. Senza l’apporto delle aziende guidate da imprenditori under 35, lo stock delle imprese complessivamente registrate in Piemonte avrebbe manifestato una perdita pari a oltre 3.039 realtà.

“La buona dinamica delle imprese under 35 e il loro apporto fondamentale alla nostra economia – rappresentano infatti il 32% di tutte le nuove attività – ci confermano la necessità di sostenere i giovani con iniziative dedicate, per metterli nelle condizioni di dare continuità al tessuto imprenditoriale del nostro territorio. Sostenere le competenze e la creatività di giovani che vogliono avviare nuove attività deve essere un obiettivo comune: da qui arriverà nuova linfa e nuova energia per l’intero sistema economico” commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

A livello nazionale, emerge come il Mezzogiorno evidenzi tradizionalmente una concentrazione di imprese giovanili superiore a quella delle altre aree. La Campania risulta la realtà con la maggiore incidenza di aziende guidate da imprenditori under 35 sul totale delle imprese registrate nel territorio regionale (11,3%), seguita dalla Calabria (11,0%), dalla Sicilia (10,1%) e dalla Puglia (9,9%). Il Piemonte si trova al settimo posto, con un peso delle imprese giovanili sul totale delle imprese regionali pari al 9,0%.

Il tessuto imprenditoriale piemontese, così come quello nazionale è affetto dal cosiddetto “nanismo imprenditoriale”, essendo costituito in maggioranza da micro, piccole e medie imprese. Questo fenomeno è ancora più vero per le imprese giovanili, per le quali si registra un’incidenza elevatissima di micro imprese: nel 98,3% dei casi le aziende guidate da under 35 hanno, infatti, meno di 10 addetti.

L’analisi per settori evidenzia come il primo comparto per le imprese giovanili sia quello delle altre attività di servizi (32,1%), seguito dal commercio (23,6%) e dalle costruzioni (15,3%). Poco meno di un’impresa su dieci si dedica all’agricoltura (9,7%), il 9,2% al turismo mentre solo il 5,7% è industriale.

Confrontando la realtà settoriale delle imprese giovanili con quella del tessuto imprenditoriale regionale complessivo, si evidenzia, per le aziende guidate dagli imprenditori under 35, una maggiore specializzazione nel turismo e nel commercio e un minor interesse per agricoltura e industria in senso stretto.

Dall’analisi del tessuto imprenditoriale giovanile piemontese per classe di natura giuridica, si osserva come il 79,9% circa delle imprese guidate da under 35 assuma la forma di ditta individuale, il 7,3% sia una società di persone, mentre il 12,1% (in crescita costante negli ultimi anni) sia strutturata come società di capitale. Le altre forme giuridiche, in cui trovano spazio le cooperative, pesano lo 0,7%.

Confrontando le imprese giovanili con quelle totali, si evidenzia per le prime una maggiore propensione alla forma di ditta individuale e un peso decisamente inferiore per le società di persone e di capitale.

  

L’analisi territoriale rivela come l’imprenditoria giovanile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Torino (9,6%) e Cuneo (9,1%), mentre risulti meno diffusa ad Alessandria (7,2%) e a Biella (7,0%).

Analizzando i flussi di iscrizioni e cessazioni delle imprese giovanili a livello provinciale, i saldi risultano positivi per tutte le realtà territoriali, mentre analizzando le imprese al netto di quelle under 35, i saldi risultano negativi per tutte le province. L’analisi dei flussi consente, quindi, di evidenziare come l’imprenditorialità under 35 contribuisca sempre positivamente alla crescita del sistema imprenditoriale locale.

 




Stop del Governo a sconto in fattura e cessione crediti

Incredulità, sgomento e timore per il futuro, queste le prime reazioni da parte del comparto del settore Costruzioni di fronte alla repentina decisione del Governo di chiudere la porta alle agevolazioni riguardanti l’edilizia. Con il Decreto-legge firmato ieri sera (giovedì 16 febbraio) e subito in vigore da oggi (venerdì 17 febbraio), è infatti operativo il blocco delle cessioni di crediti d’imposta per tutte le tipologie di bonus edilizi, compreso il Superbonus. In particolare, il Decreto stabilisce lo stop per bonus ristrutturazione e bonus facciate e per il 110% d’ora in avanti. Per il pregresso sul superbonus 90% si salvano sia lo sconto in fattura che la cessione crediti, ma a condizione che siano state presentate Cila antecedenti alla data di entrata in vigore della nuova normativa. 

«Un fulmine a ciel sereno – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – che mette a rischio la tenuta dell’intero sistema economico. Le imprese da un giorno all’altro, già con il problema dei crediti incagliati, si ritrovano ora a non poter proseguire nella loro pianificazione progettuale, con orizzonti futuri sempre più critici. Senza contare il contraccolpo inevitabile, causato dal blocco, che verrà generato dal mancato rispetto della nuova direttiva europea “Case Verdi”, la quale prevede che gli edifici residenziali raggiungano una prestazione energetica di Classe E entro il 2030. Sappiamo bene quanto il nostro Paese sia indietro su questo fronte, con oltre il 76% degli immobili di classe inferiore a quella indicata dall’Europa».

Inoltre, il nuovo Decreto introduce anche il divieto, per le pubbliche amministrazioni, di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento, una possibilità che di fatto era già stata ipotizzata da parte di alcune Regioni.

«Che la situazione, con crediti incagliati per 110 miliardi, dovesse essere rivista – continua Crosetto – era nell’aria, ma si sperava in una soluzione che risolvesse l’impasse, non certo che bloccasse l’intero meccanismo. Questa decisione fulminea del Governo ci lascia sbigottiti soprattutto per il modus operandi. Sarebbe stato opportuno prima di chiudere definitivamente la porta agli incentivi consultarci insieme a tutte le altre Associazioni di categoria, per definire insieme le strategie da adottare. A posteriori, lunedì è previsto un incontro a Palazzo Chigi, ma certamente il clima sarà molto più teso ed inasprito rispetto a come sarebbe risultato in una riunione preliminare all’emanazione del Decreto».




CNA Piemonte: ‘Intere filiere a rischio estinzione dall’oggi al domani’

Delio Zanzottera, Segretario Regionale di CNA Piemonte: “Non è bastato tutto ciò che è successo in questi lunghi anni a mettere in ginocchio imprese e cittadini. Troppo forti, troppo resilienti, ci voleva il colpo di grazia. 

In pochi giorni è stato tutto buttato al vento, tra decisioni dell’Europa sul futuro della filiera dell’auto e quelle scellerate sul comparto dell’edilizia, gli stessi governi che hanno erogato bonus, sostenuto nuove politiche di lavoro, spinto l’innovazione e aiutato la transizione Green, inventato progetti per favorire l’inserimento di nuova forza lavoro, formare occupati e imprenditori e riconvertire intere filiere hanno deciso che è tutto finito dall’oggi al domani.

Miliardi spesi in misure pubbliche che hanno sostenuto investimenti di cittadini e imprese per permettere un nuovo slancio dell’economia completamente vaporizzati

Ripartire da capo? No grazie, non è più sostenibile.
Ci hanno parlato di valorizzazione dei corpi intermedi, del ruolo della rappresentanza: questo per noi significa concertare, non subire ed essere informati a posteriori, magari da un articolo di giornale. Non funziona così, perché così si muore in una lunga agonia. 

Se si lotta si lotta insieme, si decide insieme, si discute insieme e insieme si trovano soluzioni’




Confagricoltura Piemonte, Angelo Duro e il ruolo del contadino: “Comicità a dir poco sgradevole”

Siamo stupiti che un giovane e laureato utilizzi un termine ormai desueto come “contadino” per definire una professione all’avanguardia e di uno dei settori trainanti l’economia del Paese, che ha lavorato e garantito la sopravvivenza a tutta la popolazione italiana durante il lockdown”.

Lo ha detto Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte a margine delle affermazioni di Angelo Duro, il comico che sul palco dell’Ariston, durante la scorsa serata del Festival di Sanremo 2023, ha cercato di intrattenere il pubblico con alcune considerazioni fuori dai classici schemi televisivi.

Si tratta di una comicità sgradevole, fuori luogo e con messaggi fuorvianti lanciati a un pubblico che non conosce la realtà moderna dell’agricoltura italiana, stimata in tutto il Mondo per il proprio “Made in”, basata sull’innovazione, l’interdisciplinarietà e il coinvolgimento sociale” continua Allasia.

Dati ISTAT, dimostrano che in Italia quasi la metà dei giovani agricoltori ha un diploma di scuola media superiore e il 19,4% ha una laurea, non esclusivamente di tipo agrario anzi, sono molti i giovani che apportano in agricoltura competenze di discipline diverse. Quelli che oggi vengono indicati come “contadini” sono imprenditori agricoli resilienti, in grado di reinventare stili di vita, modi di produrre e scambiare beni, di organizzare servizi e altre attività di cura per persone, comunità e territori, rielaborando elementi della cultura rurale e della tradizione.

Abbiamo giovani donne e uomini impegnati in prima linea nello sviluppo di un’agricoltura multifunzionale con agriturismi, agriasili, fattorie didattiche e molto altro ancora – sottolinea Lella Bassignana direttore di Confagricoltura Piemonte – la cui ricaduta sull’ambiente e sulla collettività ha notevole valore. L’agricoltore, da semplice produttore di derrate alimentari, è diventato un creatore di servizi e un generatore di valore per il territorio rurale. Non accettiamo in alcun modo pertanto delle morali come quelle andate in onda su un palco di spessore come quello di Sanremo”.

Rammentiamo che le aziende agricole condotte da under 40 in Italia sono 104.886, il 9,3% del totale e coltivano il 16% della Superficie Agricola Utilizzabile nazionale.

 




Innovation block: in centro città il quartiere delle imprese del futuro

Digitale, servizi innovativi, tecnologie di ultima generazione, imprenditorialità, impatto sociale, eventi e manifestazioni, tanti elementi tutti riuniti in un’unica casa, articolata in più ambienti e per questo più spaziosa e moderna, grazie all’ingente investimento previsto dalla Camera di commercio di Torino (oltre 25 milioni) per il rilancio delle proprie sedi.

Si chiama innovation block e diventerà l’area di sperimentazione innovativa messa a disposizione dalla Camera di commercio per tutte le imprese torinesi e la comunità cittadina e regionale, grazie alla fortunata contiguità – praticamente in un unico isolato intorno a piazzale Valdo Fusi – di tutti gli edifici storici oggetto dell’importante investimento.

Un raggruppamento non solo di spazi e di sedi, ma soprattutto di idee e servizi sempre più innovativi e digitali pensati per tutte le imprese e i cittadini – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio Torino. – Questo l’obiettivo dell’importante investimento che l’ente camerale, confermando la sua missione di motore di sviluppo del territorio, mette in campo per realizzare nei prossimi anni un vero e proprio quartiere dell’innovazione e dell’impatto sociale, in un’area collocata strategicamente al centro della città e totalmente riprogettata a servizio di tutti”.

Gli edifici, oggetto di un complesso intervento di riqualificazione e rigenerazione, avranno molteplici funzioni: dai servizi per l’imprenditoria e imprenditorialità sociale alle attività di attrazione e aggregazione di pmi, dai progetti di sviluppo del digitale più innovativo all’organizzazione di grandi eventi e congressi per la città. Il tutto possibile anche grazie alla forte collaborazione con le altre istituzioni coinvolte nel processo di rilancio del nostro territorio, in primis Città di Torino e Regione Piemonte, in un lavoro congiunto sui temi dell’innovazione, dell’inclusione, del turismo, delle competenze e della digitalizzazione.

Secondo il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo: “L’innovazione tecnologica sta cambiando la qualità del nostro vivere quotidiano e questo passa da principi fondamentali, come il trasferimento di conoscenza e l’applicazione di nuovi materiali e allestimenti. Accogliamo quindi con favore l’investimento realizzato dalla Camera di commercio perché in linea con la strategia della Città che punta alla riqualificazione degli edifici esistenti, adattandoli alle nuove esigenze ambientali e di sostenibilità, arricchendoli inoltre con nuove soluzioni digitali utili per i cittadini e le imprese. Piazzale Valdo Fusi potrà così diventare la prima e la più tecnologica parte delle città. Le ricadute saranno dirette sui servizi offerti e si apriranno nuove opportunità di semplificazione”.

Torino e il Piemonte continuano a investire sul proprio sviluppo urbano e produttivo forti di un dna che unisce proprio storia e innovazione – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano -. L’Innovation Block rappresenta poi un altro tassello strategico sulla mappa della Torino che si trasforma, perché affianca ai progetti della Città dell’Aerospazio e del Manufacturing Technology and Competence Center un terzo polo dedicato alle imprese e all’eccellenza della ricerca, in questo caso nel cuore del centro storico della città”.




Consiglio regionale, legge di riordino, via alla discussione

Novantuno articoli e oltre mille emendamenti presentati dalle opposizioni: questi i numeri salienti dei lavori sulla “Legge annuale di riordino dell’ordinamento regionale anno 2022”, aperti oggi in Consiglio regionale.

L’assessore Andrea Tronzano ha illustrato il provvedimento, un disegno di legge che, “nell’ambito dell’attività di razionalizzazione e coordinamento dell’ordinamento, interviene per modificare alcune leggi regionali contenenti specifiche discipline di settore al fine di aggiornarle e attualizzarle, anche per renderle più coerenti con il riparto delle competenze Stato – Regioni” ed evitare contenziosi.

I settori su cui il Ddl interviene sono diversi: agricoltura e caccia, attività estrattive, edilizia sociale e movimenti migratori, foreste, governo del territorio, elettromagnetismo, trasporti, pari opportunità, usi civici, commercio, sanità, impegni istituzionali.

Sono intervenuti molti consiglieri di quasi tutti i gruppi opposizione, manifestando contrarietà al provvedimento, specie per quanto riguarda alcune questioni relative alla caccia, al gioco legale e alle attività estrattive.

L’Aula, i cui lavori proseguono nel pomeriggio, è convocata anche domani con lo stesso ordine del giorno




Energia: -24% bolletta elettrica per le piccole imprese nel I trimestre 2023

Dopo i picchi registrati nei mesi autunnali le bollette per l’energia elettrica delle micro e piccole imprese segneranno un -24% nei primi tre mesi del 2023 rispetto all’ultimo trimestre 2022. Buone notizie anche sul fronte del gas naturale, con una diminuzione stimata del -27%, nel mese di gennaio 2023 rispetto a dicembre dello scorso anno, per un profilo medio di piccola impresa.

E’ quanto emerge dal monitoraggio dei costi dei servizi pubblici locali sostenuti dalle micro e piccole imprese operato da Unioncamere, BMTI (Borsa merci telematica italiana) e Tagliacarne, con il supporto di REF Ricerche, calcolato sulla base dell’ultimo aggiornamento comunicato da Arera del prezzo della materia prima in regime di maggior tutela.

Entrando nel dettaglio dei costi dell’energia elettrica a carico delle micro e piccole imprese, la riduzione nel primo trimestre del 2023 rispetto al IV trimestre 2022 è accentuata per tutti i profili di impresa analizzati, con punte vicine al -25% per ristoranti e B&B. Ciò nonostante le bollette rimangono mediamente più alte di circa il +15% rispetto ai valori di spesa del I trimestre 2022, e oltre il doppio della media dell’anno 2021 (+100%). Le bollette elettriche rimangono comunque decisamente più elevate rispetto al periodo pre-pandemia, nonostante gli interventi di riduzione degli oneri generali.

Forte decrescita anche per le bollette del gas naturale pari, in media, al -27% gennaio 2023 su dicembre 2022, con variazioni massime del -27,7% per il profilo del ristorante. E risulta in calo anche il confronto tendenziale con gennaio 2022: -34% per la media dei sei profili monitorati. La spesa per la bolletta rimane comunque elevata rispetto al 2021 (+29%). La forte decrescita nel prezzo della materia prima è dovuta anzitutto al calo degli indici di prezzo all’ingrosso del gas naturale negli ultimi mesi dell’anno rispetto al III trimestre 2022. Come per l’energia elettrica, anche le bollette del gas naturale rimangono decisamente più elevate rispetto al periodo precedente la pandemia.

La revisione al ribasso è favorita dalla diminuzione dei prezzi all’ingrosso, con un PUN (Prezzo Unico Nazionale) per l’energia elettrica e un PSV (Punto di Scambio Virtuale) per il gas naturale che si sono pressoché dimezzati negli ultimi mesi dell’anno rispetto al precedente trimestre estivo (-48% e -51%, rispettivamente). Le ragioni di questo decremento sono da ricercarsi nel livello particolarmente elevato degli stoccaggi di gas, nel decremento della domanda (-9,5% rispetto al 2021) favorito dalle temperature miti e nella proroga delle misure già adottate nei precedenti mesi (in particolare sugli oneri). Permane tuttavia il rischio di ulteriori rincari, principalmente legati all’andamento del conflitto sul suolo ucraino.