Confartigianato Cuneo e FabLab Cunei hanno donato un Albero di Natale in legno al Rondò dei Talenti

È alto cinque metri, ha il colore chiaro della betulla ed è creato esclusivamente con legno della valle Stura. È l’albero di Natale che Confartigianato Imprese Cuneo ha donato, lo scorso 2 dicembre, al Rondò dei Talenti, il polo educativo realizzato dalla Fondazione CRC. Progettata dal presidente del FabLab di Confartigianato Imprese Cuneo Gabriele Druetta, la scultura interpreta la tradizione in chiave moderna diventando testimone dell’intera filiera del legno. Al principio mani sapienti di artigiani hanno provveduto all’abbattimento, alla prima lavorazione e alla segagione della materia prima che poi è stata trasformata ed assemblata nel manufatto grazie al lavoro artigianale di imprese esclusivamente locali.

Queste le imprese partner dell’iniziativa: Italo Goletto, abbattimento piante (Rittana); Segheria Parchettificio Romano Corrado, prima lavorazione legno (Roccasparvera); Giorgis snc, fresatura legno (Peveragno); FCS Srl Carpenterie Metalliche, struttura (Moretta); Castelmar snc, luci (Cuneo); Play ADV, grafiche (Centallo).

L’Albero di Natale è inoltre stato addobbato con palline colorate dai bambini che frequentano i laboratori del FabLab presso il Rondò dei Talenti.

«Abbiamo pensato ad un dono artigianale che fosse simbolo delle festività. – spiega Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – L’albero di Natale, considerato fin dall’antichità simbolo della vita, della pace e della speranza, in questo frangente diventa significativo messaggio di profonda spiritualità e coesione sociale, che intendiamo rivolgere soprattutto ai giovani. Un messaggio che parte dalla laboriosità delle imprese artigiane del nostro territorio e si intreccia con le progettualità innovative del nostro FabLab per approdare nel Rondò dei Talenti, collettore virtuoso di idee e di iniziative formative per le nuove generazioni».

«L’artistico albero di Natale donato da Confartigianato Cuneo, a cui va il ringraziamento e la gratitudine della Fondazione CRC, porterà al Rondò dei Talenti l’atmosfera delle imminenti festività, diventando ulteriore motivo per esplorare questo luogo nel cuore di Cuneo e scoprire il fitto programma di iniziative proposte per tutti le età. Un regalo davvero unico che conferma la vocazione del Rondò quale spazio aperto alla contaminazione e alla collaborazione con tutte le realtà e gli attori della comunità provinciale» – aggiunge Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC.

L’albero donato riproduce “in grande” una serie di alberelli che Confartigianato Imprese Cuneo distribuirà nei prossimi giorni agli esercizi commerciali di Piazza Europa e dintorni, nell’ambito della terza edizione di “Rendi il Tuo Regalo di Natale un Pezzo Unico”. L’iniziativa, lanciata da Confartigianato Imprese Cuneo, in collaborazione con l’associazione We Cuneo e il sostegno di Fondazione CRC, accompagnerà anche quest’anno lo shopping natalizio cuneese, offrendo ai più piccoli una importante novità. Ogni alberello sarà dotato di una buca delle lettere dove i bambini potranno indirizzare le missive a Babbo Natale. Per ogni letterina gli esercenti rilasceranno un apposito buono omaggio da usarsi in tutto il circuito dell’iniziativa.




CNA Giovani Imprenditori: “Il Piemonte e l’Italia tornino a essere alleati dei giovani che vogliono fare impresa” 

“Il Piemonte e l’Italia ritornino a essere alleati dei giovani, dell’impresa e dei giovani che vogliono fare impresa”. È questo l’appello del presidente di CNA Piemonte Giovani Imprenditori, l’imprenditore biellese Andrea Valentini.

I numeri, infatti, non sono dalla parte degli under 35 che decidono di creare la propria azienda. Ai giovani sta passando la voglia di fare impresa, il Covid ha dato il colpo di grazia, ma se vogliamo garantire un futuro all’Italia e al Piemonte occorre invertire la tendenza. Lo dice uno degli ultimi rapporti di Unioncamere Infocamere aggiornato alla fine del 2020, quindi al termine del primo periodo pandemico.

In 10 anni sono mancate all’appello quasi 156mila imprese giovanili, con un calo del -22,4%. Il risultato è che a fine 2020 si contano circa 541 mila imprese giovanili iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di commercio contro le 697mila presenti nel 2011. E se prima un’impresa su 10 era under 35 ora il peso dei giovani sul tessuto imprenditoriale è sceso all’8,9%. È quanto emerge dall’indagine Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle imprese, secondo cui la crisi pandemica ha certamente contribuito a frenare la voglia di fare impresa dei giovani, che tradizionalmente incide per quasi un terzo sulle nuove iscrizioni. Solo nel 2020 si sono perse 18.900 nuove imprese giovanili rispetto al 2019, con una perdita del 18,0% contro il -16,9% delle altre imprese.

“Come CNA siamo molto attenti alla nascita delle nuove imprese giovanili perché oltre il 90%, come confermano anche i dati, sono delle microimprese. E in tutte le province piemontesi, un imprenditore su dieci è un giovane o una giovane. Siamo pronti ad affiancare i giovani imprenditori e le giovani imprenditrici nel loro percorso, ma abbiamo bisogno che enti e istituzioni regionali considerino le associazioni di categoria interlocutori per la creazione di tavoli e politiche di sostegno”, spiega Valentini. La presenza degli assessori regionali Andrea Marnati e Andrea Tronzano alla finale del premio Cambiamenti, oltre alle attività successive con il tavolo per le startup sono primi passi verso un percorso di concertazione.

“Altro discorso importante è la mortalità delle nostre imprese – aggiunge Valentini -. Sappiamo che in questi tempi che spingono sull’innovazione e sulla digitalizzazione, le imprese dei giovani e le startup possono diventare risorse non solo per il mercato, ma anche per le partnership con imprese consolidate che devono innovare processi e prodotti. Perdere per strade idee, competenze e voglia di fare impresa, potrebbe compromettere anche tutto il tessuto imprenditoriale esistente anche nel medio e lungo periodo”.

Lo “spopolamento” dell’imprenditoria giovanile  dell’ultimo  decennio  ha  colpito  maggiormente  i  settori  tradizionali delle costruzioni, del commercio e dell’industria manifatturiera, sia in valore assoluto che relativo. Nel primo, in dieci anni si è praticamente dimezzato lo stock delle imprese edili under 35 esistenti alla fine del 2011, passate da 135mila a poco più di 65mila unità alla fine del 2020 (69mila imprese in meno, pari ad una riduzione nel decennio del 51,8%). Nel commercio, la riduzione è stata di circa 50mila unità (-25,5%) e nelle attività manifatturiere di poco più di 17mila (-36,8%). Consistenti, in termini relativi, anche le riduzioni fatte registrare dai comparti delle attività immobiliari (-31,2%) e del trasporto e magazzinaggio (-24,9%). Ad espandersi (+3mila imprese nell’intero periodo, +14% in termini relativi) è stato il solo comparto dei servizi alle imprese.

 

Tab. 1 – Imprese giovanili per regione

Valori assoluti e percentuali al 31 dicembre degli anni 2011 e 2020

 

Imprese registrate
Valori assoluti Variazioni %
Regione 31.12.2020 31.12.2011 Var. assoluta

2020-2011

Var. %

2020/2011

Var. % media

annua

ABRUZZO 12.668 17.838 -5.170 -29,0% -2,9%
BASILICATA 5.946 7.447 -1.501 -20,2% -2,0%
CALABRIA 22.691 30.117 -7.426 -24,7% -2,5%
CAMPANIA 73.421 83.002 -9.581 -11,5% -1,2%
EMILIA ROMAGNA 31.299 43.870 -12.571 -28,7% -2,9%
FRIULI-VENEZIA GIULIA 7.042 9.162 -2.120 -23,1% -2,3%
LAZIO 56.078 63.997 -7.919 -12,4% -1,2%
LIGURIA 12.724 16.059 -3.335 -20,8% -2,1%
LOMBARDIA 74.763 95.790 -21.027 -22,0% -2,2%
MARCHE 12.201 18.458 -6.257 -33,9% -3,4%
MOLISE 3.360 4.512 -1.152 -25,5% -2,6%
PIEMONTE 37.875 51.716 -13.841 -26,8% -2,7%
PUGLIA 39.851 53.866 -14.015 -26,0% -2,6%
SARDEGNA 15.114 20.021 -4.907 -24,5% -2,5%
SICILIA 53.049 68.952 -15.903 -23,1% -2,3%
TOSCANA 31.049 44.711 -13.662 -30,6% -3,1%
TRENTINO – ALTO ADIGE 9.478 9.594 -116 -1,2% -0,1%
UMBRIA 7.301 10.149 -2.848 -28,1% -2,8%
VALLE D’AOSTA 1.063 1.338 -275 -20,6% -2,1%
VENETO 34.186 46.827 -12.641 -27,0% -2,7%
ITALIA 541.159 697.426 -156.267 -22,4% -2,2%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere, Movimprese

 

 

Tab. 2 – Imprese giovanili per classi di addetti (*)

Valori assoluti e percentuali al 31 dicembre degli anni 2011 e2020

 

 

Classe di Addetti

Imprese

registrate

% classe

sul totale

31.12.2020 31.12.2011 31.12.2020 31.12.2011
Fino a 5 addetti 355.414 484.160 93,1% 94,0%
6-9 addetti 15.427 18.512 4,0% 3,6%
10-49 10.408 11.516 2,7% 2,2%
50-249 521 656 0,1% 0,1%
oltre 250 39 24 0,0% 0,0%
Totale 381.809 514.868 100,0% 100,0%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere, Movimprese-INPS

(*) Il numero degli addetti è aggiornato al 30 settembre di ogni anno

 

Tab. 3 – Imprese giovanili per natura giuridica

Valori assoluti e percentuali al 31 dicembre degli anni 2011 e2020

Imprese registrate
Natura giuridica 31.12.2020 31.12.2011 Var. assoluta

2020-2011

Var. %

2020/2011

IMPRESA INDIVIDUALE 379.857 510.470 -130.613 -25,6%
SRL 64.028 80.223 -16.195 -20,2%
SRL CON UNICO SOCIO 3.123 12.917 -9.794 -75,8%
SRL SEMPLIFICATA (*) 54.481 0 54.481
SOCIETA’ IN ACCOMANDITA SEMPLICE 13.514 35.777 -22.263 -62,2%
SOCIETA’ IN NOME COLLETTIVO 12.615 38.502 -25.887 -67,2%
ALTRE FORME 13.541 19.537 -5.996 -30,7%
TOTALE 541.159 697.426 -156.267 -22,4%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere,Movimprese

(*) Forma giuridica introdotta successivamente al 2011.

 

 

Tab. 4 – Imprese giovanili per natura giuridica

Valori assoluti e percentuali al 31 dicembre degli anni 2011 e2020

Settore Imprese giovanili % giovanili sul totale (2020) Var. assoluta 2020-2011 Var. % 2020/2011
A Agricoltura, silvicoltura pesca 56.305 7,7% -5.298 -8,6%
B Estrazione di minerali da cave e miniere 54 1,3% -58 -51,8%
C Attività manifatturiere 29.505 5,4% -17.198 -36,8%
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz… 449 3,4% 28 6,7%
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d… 611 5,2% -60 -8,9%
F Costruzioni 65.044 7,8% -69.878 -51,8%
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut… 143.769 9,6% -49.252 -25,5%
H Trasporto e magazzinaggio 10.629 6,4% -3.529 -24,9%
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 58.797 12,7% 515 0,9%
J Servizi di informazione e comunicazione 12.246 8,7% -2.032 -14,2%
K Attività finanziarie e assicurative 14.068 10,9% -1.465 -9,4%
L Attività immobiliari 9.748 3,3% -4.421 -31,2%
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 17.907 8,0% -463 -2,5%
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp… 25.523 12,1% 3.132 14,0%
O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale… 1 0,7% 1 0,0%
P Istruzione 2.001 6,2% 6 0,3%
Q Sanità e assistenza sociale 2.857 6,3% -272 -8,7%
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver… 7.620 9,6% -1.177 -13,4%
S Altre attività di servizi 34.446 13,9% -1.852 -5,1%
T Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro p… 3 8,6% 3 0,0%
U Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 0 0,0% 0 0,0%
X Imprese non classificate 49.576 12,3% -2.997 -5,7%
TOTALE SETTORI 541.159 8,9% -156.267 -22,4%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere,Movimprese

 

Tab. 5 – Imprese giovanili per provincia

Imprese registrate e % sul totale imprese in provincia al 31 dicembre 2020 e 2011

Provincia Imprese

giovanili

% giovanili

sul totale

(2020)

% giovanili

sul totale

(2011)

Provincia Imprese

giovanili

% giovanili

sul totale

(2020)

% giovanili

sul totale

(2011)

AGRIGENTO 4.965 12,2% 15,1% MESSINA 6.873 10,9% 13,7%
ALESSANDRIA 2.996 7,2% 9,7% MILANO 27.412 7,3% 8,1%
ANCONA 3.205 7,2% 10,4% MODENA 5.058 7,0% 8,9%
AOSTA 1.063 8,7% 9,6% MONZA E BRIANZA 5.957 8,0% 10,1%
AREZZO 2.801 7,5% 10,7% NAPOLI 37.634 12,3% 14,7%
ASCOLI PICENO 1.768 7,2% 10,1% NOVARA 2.695 9,2% 12,2%
ASTI 1.972 8,5% 10,2% NUORO 3.620 12,0% 14,1%
AVELLINO 4.935 11,1% 13,9% ORISTANO 1.190 8,3% 12,2%
BARI 14.853 10,1% 13,9% PADOVA 6.619 6,9% 9,0%
BELLUNO 1.199 7,9% 9,3% PALERMO 11.922 12,1% 15,3%
BENEVENTO 3.859 10,9% 13,5% PARMA 3.183 7,0% 9,3%
BERGAMO 8.058 8,6% 11,6% PAVIA 3.907 8,4% 11,5%
BIELLA 1.162 6,7% 9,8% PERUGIA 5.377 7,4% 10,4%
BOLOGNA 6.549 6,9% 8,5% PESARO E URBINO 2.491 6,4% 9,9%
BOLZANO 4.787 8,0% 8,1% PESCARA 3.386 9,1% 11,6%
BRESCIA 10.063 8,6% 11,7% PIACENZA 1.998 6,9% 9,6%
BRINDISI 3.804 10,1% 13,7% PISA 3.368 7,7% 11,3%
CAGLIARI 5.484 7,8% 11,2% PISTOIA 2.551 7,8% 11,4%
CALTANISSETTA 2.719 10,7% 15,6% PORDENONE 1.727 6,7% 8,2%
CAMPOBASSO 2.360 9,1% 12,2% POTENZA 3.741 9,7% 11,9%
CASERTA 12.586 13,0% 17,0% PRATO 3.030 9,1% 14,1%
CATANIA 11.970 11,5% 15,6% RAGUSA 3.983 10,7% 14,7%
CATANZARO 4.228 12,3% 16,6% RAVENNA 2.431 6,3% 8,7%
CHIETI 3.339 7,4% 10,7% REGGIO CALABRIA 6.745 12,6% 17,5%
COMO 3.794 7,9% 10,8% REGGIO EMILIA 4.411 8,2% 11,3%
COSENZA 7.400 10,8% 15,5% RIETI 1.621 10,4% 12,5%
CREMONA 2.450 8,5% 12,0% RIMINI 2.686 6,8% 9,1%
CROTONE 2.441 13,5% 18,0% ROMA 40.212 8,1% 9,7%
CUNEO 5.880 8,9% 10,5% ROVIGO 1.987 7,5% 10,7%
ENNA 1.894 12,6% 19,1% SALERNO 14.407 12,0% 14,5%
FERMO 1.521 7,4% 10,4% SASSARI 4.820 8,7% 11,4%
FERRARA 2.473 7,2% 9,5% SAVONA 2.425 8,2% 10,3%
FIRENZE 7.969 7,4% 9,9% SIENA 2.036 7,2% 9,9%
FOGGIA 7.700 10,6% 13,4% SIRACUSA 3.881 9,9% 13,5%
FORLI’ – CESENA 2.510 6,0% 8,7% SONDRIO 1.314 9,1% 10,8%
FROSINONE 5.072 10,4% 14,1% TARANTO 4.911 9,7% 12,5%
GENOVA 6.301 7,4% 8,8% TERAMO 3.067 8,5% 12,2%
GORIZIA 743 7,5% 9,1% TERNI 1.924 8,8% 10,9%
GROSSETO 2.031 7,0% 9,2% TORINO 20.820 9,5% 11,5%
IMPERIA 2.166 8,4% 10,3% TRAPANI 4.842 10,2% 13,1%
ISERNIA 1.000 10,7% 14,2% TRENTO 4.691 9,3% 9,4%
L’AQUILA 2.876 9,6% 13,1% TREVISO 5.909 6,8% 8,4%
LA SPEZIA 1.832 8,8% 10,7% TRIESTE 1.227 7,6% 8,0%
LATINA 5.974 10,4% 12,7% UDINE 3.345 6,8% 8,4%
LECCE 8.583 11,5% 15,7% VARESE 5.493 8,2% 10,6%
LECCO 2.174 8,5% 10,8% VENEZIA 5.528 7,2% 8,8%
LIVORNO 2.506 7,6% 10,2% VERBANIA 1.015 8,0% 10,7%
LODI 1.421 8,6% 12,5% VERCELLI 1.335 8,4% 11,9%
LUCCA 3.144 7,4% 10,8% VERONA 7.441 7,7% 10,4%
MACERATA 3.216 8,5% 11,1% VIBO VALENTIA 1.877 13,6% 17,5%
MANTOVA 2.720 7,0% 10,4% VICENZA 5.503 6,8% 9,1%
MASSA CARRARA 1.613 7,2% 11,0% VITERBO 3.199 8,4% 11,6%
MATERA 2.205 10,0% 12,4% ITALIA 541.159 8,9% 11,4%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere, Movimprese

 

Ma di fronte al Covid i giovani imprenditori si mostrano più resilienti e sembrano guardare al futuro con maggiore positività rispetto agli altri colleghi. Secondo un’indagine del Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne sull’impatto della pandemia sull’attività 2020 dell’imprenditoria giovanile, il 43% dichiara di non avere avuto perdite di fatturato contro il 36% delle altre imprese.

E chi ha perso terreno ha maggiori aspettative di recupero. Il 68% delle imprese under 35 manifatturiere prevede infatti un ritorno ai livelli produttivi del pre-covid entro il 2022, contro il 60% delle altre imprese. Una percentuale che sale al 75% per gli imprenditori giovani che hanno investito in industria 4.0.  A conferma che il digitale è un potente acceleratore di competitività. Più in particolare in questo decennio le imprese giovanili sono calate di 16 punti in più rispetto alla riduzione della popolazione giovanile tra i 18 e i 34 anni (-22,4% contro – 8%). A fronte di questa forbice il rapporto tra imprese giovanili e popolazione giovanile ha perso mediamente un punto per ogni anno passando dal 61,5‰ del 2011 al 51,9‰ del 2020.

Mentre negli anni pre Covid, uno dei maggiori problemi per l’imprenditoria giovanile era la sopravvivenza delle imprese, secondo i dati raccolti dal 2011 al 2018, quando riescono a superare la fase di avvio, i giovani “under 35” sono più resistenti rispetto agli altri imprenditori. Inoltre, un’impresa giovanile su 3 chiude i battenti nei primi 5 anni di vita e di queste quasi la metà non supera il biennio. Il risultato è che in otto anni si sono perse 122mila imprese “under 35”, portando a quota 575mila l’esercito delle iniziative imprenditoriali guidate da giovani.




Confartigianato Cuneo e FabLab Cuneo: Al via “FabLab Kids”,
 laboratori tecnologici per bambini

Torna il Fablab Kids, il laboratorio tecnologico organizzato da Confartigianato Cuneo e FabLab Cuneo, in collaborazione con il Movimento Giovani Imprenditori e il Movimento Donne Impresa di Confartigianato Cuneo.

Laboratori per imparare a pensare e sperimentare in maniera collaborativa e a ragionare in modo sistematico, comprendendo i rapporti di causa effetto e sviluppando il pensiero logico.

Questo lo “spirito” dell’iniziativa progettata e realizzata da FabLab Cuneo, il laboratorio di fabbricazione digitale “incubato” dalla Confartigianato e facente parte della più ampia rete mondiale dei FabLab, aderente al circuito ufficiale della prestigiosa Università MIT di Boston.

«Negli ultimi anni – spiega Alessandro Marcon, referente di FabLab Cuneo – stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’educazione scientifica e dello storytelling educativo.

Per identificarla viene spesso usato l’acronimo inglese STEAM (Science, Technology, Engineering, Art e Math).

Le attività di “FabLab Kids” potranno consistere nel semplice assemblaggio ma anche nella progettazione e realizzazione di un piccolo oggetto. I bambini, come piccoli artigiani, possono immaginare e al tempo stesso vedere realizzati oggetti altamente personalizzati oppure di crearne di nuovi attraverso la tecnologia digitale. Possono così seguire per intero il percorso che conduce l’idea a trasformarsi in un manufatto».

I laboratori, pensati per bambini e ragazzi dai 9 ai 14 anni, si svolgeranno con moduli mensili di 4 appuntamenti da 2 ore ciascuno, il giovedì pomeriggio, presso i locali del Ping di Cuneo (Via Carlo Pascal, 7 – Cuneo).

Ci sarà un gruppo dedicato alle scuole elementari (ore 15:00 – 17:00) e uno per i ragazzi delle medie (ore 17:30 – 19:30).

Argomenti trattati: circuiti elettronici, paper circuits, saldatura a stagno, disegno con plotter e taglio, stampa 3d, microbit e programmazione, ….

Questi i costi. Costo Mensile (4 Lezioni) 65 €. Costo Trimestrale (12 Lezioni) da ottobre a dicembre 175 €. Costo Semestrale (24 Lezioni) da ottobre a marzo 300€. È previsto uno sconto di 10 € in caso di due fratelli iscritti.

Tutti i materiali e le attrezzature necessarie per le attività verranno fornite dall’organizzazione.

Le attività si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative e dei protocolli anti-Covid19 vigenti.




Amministrazione di sostegno, i dati del 2023 in un convegno in Città metropolitana

A vent’anni dall’approvazione della legge 6 del 2004, che ha introdotto nel nostro ordinamento l’amministrazione di sostegno, la Città metropolitana di Torino ha organizzato oggi, in collaborazione con la Scuola superiore della magistratura, una giornata di studio con la partecipazione dell’Università di Torino, dell’Ordine degli avvocati e del Consiglio notarile, e con il patrocinio della Città di Torino e della Regione Piemonte. 

La legge 6 del 2004 ha la finalità di tutelare le persone prive in tutto o in parte di autonomia nelle funzioni della vita quotidiana mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente, e l’obiettivo dell’incontro era quello di mettere al centro dell’attenzione l’amministrazione di sostegno per valutarne luci e ombre, per comprendere cosa ha funzionato e cosa può essere migliorato in questa forma di protezione che la legge ha affiancato ai più rigidi istituti tradizionali (interdizione e inabilitazione)  nella tutela delle persone fragili. 

Chi non ce la fa, chi è fragile nella nostra società deve avere a sua disposizione istituzioni pubbliche per incarnare il principio costituzionale dell’uguaglianza e della difesa dei più deboli non in senso burocratico, ma in senso concreto e reale” ha detto la consigliera metropolitana con la delega alle politiche sociali Valentina Cera in apertura dei lavori. “La Città metropolitana è un primo approdo che svolge la presa in carico in senso umano e non lascia indietro nessuno, svolgendo un importante ruolo di coordinamento grazie all’Ufficio di pubblica tutela”.


Tra gli altri saluti istituzionali quelli di Jacopo Rosatelli, assessore al welfare della Città di Torino, di Monica Mastrandrea, magistrato della Scuola Superiore della Magistratura, e di Edoardo Barelli Innocenti, presidente della Corte d’Appello di Torino, oltre ai rappresentanti dell’Università di Torino, dell’Ordine degli Avvocati e del Consiglio Notarile.


I numeri delle amministrazioni di sostegno nel territorio metropolitano di Torino sono un trend in aumento: i dati del 2023 registrano circa 1300 aperture di amministrazioni di sostegno a fronte di 300 procedure per interdizione, quindi una massima espansione rispetto alla misura più invasiva e totalizzante della tutela, a cui non si ricorre se non sussistono i presupposti dell’incapacità totale.
Gli interventi hanno messo in evidenza luci e ombre di una legge che si è rivelata uno strumento elastico e agile per dare tutela a chi lo necessità in modo gratuito, piuttosto rapido e senza eccessivi carichi burocratici, ma che è stata segnalata diverse volte dalla Corte europea dei diritti umani e da altri organismi giuridici: come ha spiegato Joëlle Long dell’Università di Torino il problema principale è la difficoltà, anche da parte del giudice tutelare, di prestare adeguato ascolto diretto del beneficiario quando si tratta di incidere su scelte personali delicate, in particolare l’inserimento in una struttura.

I responsabili dell’Ufficio di pubblica tutela della Città metropolitana hanno illustrato i dati delle consulenze offerte agli amministratori di sostegno nel corso del 2023: oltre 3800, svolte tra la sede di corso Inghilterra, il Tribunale di Torino, quello di Ivrea e il Tribunale per i Minorenni.

 




UNCEM E ANFOV siglano un accordo per supporto a diffusione innovazione digitale nella PA

È stato rinnovato l’accordo tra UNCEM e ANFoV (l’Associazione nazionale con sede a Torino, che riunisce i soggetti imprenditoriali ed istituzionali le cui peculiarità d’innovazione tecnologica convergono per la diffusione della cultura del rinnovamento), che dal 2018 vede il sodalizio tra queste due realtà impegnato con grandi risultati nel supporto e nello sviluppo della cultura del rinnovamento dei servizi nei piccoli Comuni.

Decine di eventi formativi, online e in presenza, supporto nello sviluppo dei piani di digitalizzazione, abbattimento delle difficoltà legate alle comunicazioni e alle reti veloci, la diffusione della cultura dell’innovazione e della conoscenza approfondita della opportunità del PNRR e del piano NGEU, sono solo alcune delle attività che hanno caratterizzato l’attività sinergica di UNCEM E ANFoV in questi anni.

Con il nuovo accordo, che sigla la collaborazione tra UNCEM e ANFoV fino alla fine del 2026, verranno messe in campo nuove strategie per ampliare ulteriormente il ventaglio di servizi messi a disposizione dei comuni, che potranno sfruttare le esperienze degli anni passati e le opportunità che derivano dal know how delle aziende private d’eccellenza associate ANFoV, per rilanciare la crescita digitale e di servizi della pubblica amministrazione a tutto vantaggio di cittadini, imprese e territori.
Nell’accordo si punterà, ad esempio, a controllare l’effettiva efficacia dei piani di digitalizzazione dei vari operatori di telecomunicazioni per coprire l’intero territorio, anche in quelle realtà più periferiche o su terreni montani fino a oggi ancora in gap di servizi di comunicazione. A favorire il supporto alle partnership pubblico-privato finalizzate alla realizzazione di servizi in grado di mantenere un elevato livello di valorizzazione delle risorse territoriali, per incentivare il ripopolamento dei comuni più piccoli; si punterà sulla diffusione di una maggiore cultura e consapevolezza delle potenzialità della rete 5G, favorendo la conoscenza delle sue caratteristiche e dei servizi da essa abilitati; si incentiverà la transizione verso il nuovo digitale terrestre, concorrendo all’eliminazione delle zone non coperte dai segnali televisivi; si lavorerà sulla diffusione dell’utilizzo della telemedicina e delle nuove opportunità di gestione delle questioni sanitarie grazie alle tecnologie di comunicazione ad alta velocità che possono raggiungere i comuni e le realtà territoriali periferiche, rurali e montane. Il tutto per sostenere la diffusone delle best practice in tema d’innovazione nell’amministrazione pubblica e di trasformazione intelligente del territorio. Le azioni messe in campo saranno di formazione in presenza e online, di disseminazione culturale e accompagnamento strategico per supportare l’utilizzo più approfondito di tutte le tecnologie oggi a disposizione favorendo il ripopolamento dei territori e abbattere il gap che in alcuni casi separa i comuni più piccoli da quelli più attrezzati.
“La collaborazione con ANFOV permette ai Comuni e a tutti gli Enti locali di interagire con il sistema dell’innovazione e aggiornare processi di lavoro e strumenti interni alla pubblica amministrazione e per le comunità. Serve un complessivo aggiornamento che le imprese possono offrire. Le risorse economiche da investire ci sono. E vanno utilizzate bene in una logica sovracomunale. L’accordo finora ha permesso di fare formazione, di dare opportunità, di stare nel futuro. Proseguiamo un cammino con le imprese, con una interazione virtuosa che ANFOV permette”, evidenzia il Presidente Uncem Marco Bussone.
Il Presidente di ANFoV, Umberto De Julio e il Segretario Generale di ANFoV, Antonello Angeleri, hanno detto: “Con questo nuovo accordo arriveremo a nove anni di collaborazione con UNCEM, un periodo che ci ha permesso di progredire nell’abbattimento del digital divide e nella tessitura di una nuova rete di conoscenze nell’ottica di favorire il ripopolamento dei territori più periferici. Siamo estremante orgogliosi del lavoro svolto e della fiducia che chi ha concesso e ci dimostra ancora UNCEM, che riconosce l’impegno della nostra associazione e delle aziende nostre associate nella diffusione della cultura dell’innovazione. ANFoV dallo scorso anno è anche sede hub di riferimento per il Nord Italia del Progetto europeo EDIH4DT per la “Trasformazione Digitale Sicura di PA e Imprese”, ciò darà alla collaborazione con UNCEM un asset strategico in più da mettere a disposizione dei comuni e delle pubbliche amministrazioni. Siamo certi che le nuove iniziative che stiamo realizzando con UNCEM, e che presto sveleremo, potranno rappresentare un nuovo punto di riferimento nazionale nel supporto alle pubbliche amministrazioni, per uno sviluppo dei territori che si traduca in maggiori servizi fruibili in modo semplice ed efficace da cittadini e imprese”.



Vaccini, test sierologici per verificarne l’efficacia

Test sierologici per verificare l’efficacia dei vaccini. Vengono eseguiti sul personale sanitario, ma anche i cittadini possono farli a tariffe contenute. Lo hanno spiegato i direttori generali della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle, del San Luigi di Orbassano, Claudio Baccon e del Mauriziano Maurizio Dall’Acqua, in un’audizione del gruppo di lavoro sulla gestione dell’emergenza sanitaria, presieduto da Daniele Valle.

A Domenico Rossi (Pd), che ha chiesto se le aziende sanitarie abbiano previsto test sierologici sul personale sanitario vaccinato, i direttori di Città della Salute e Mauriziano hanno appunto risposto affermativamente: “sono in corso degli studi per verificare la risposta immunologica al vaccino e capire se e quando sarà necessario sottoporsi a richiamo. Per i cittadini al momento il test può essere eseguito solo a pagamento, ma le aziende applicano tariffe basse per consentire a tutti di poter accedere alla prestazione”.

Sono stati anche elencati una serie di dati riferiti alle tre ondate. Nei presidi di Città della Salute, nella prima sono stati aperti progressivamente 17 reparti Covid con circa 200 posti letto, 19 nella seconda, 18 nella terza, con un tasso di occupazione che è andato dall’85 al 99 per cento.

Al San Luigi di Orbassano nella prima fase il 50 per cento dei posti letto è stato riconvertito in Covid e quelli in terapia intensiva sono passati in due settimane dagli 8 a regime a 24; il picco di posti letto occupati è stato di 250 su 380 complessivi nel mese di novembre. Situazione analoga al Mauriziano, dove nella prima fase l’intero blocco operatorio è stato trasformato in rianimazione e si è arrivati al 60 per cento di posti letto occupati da pazienti Covid.

“Nella prima ondata abbiamo dovuto affrontare molti problemi legati all’eccezionalità dell’evento sul piano logistico e organizzativo – hanno spiegato – a partire dall’individuazione di percorsi separati per pazienti Covid e non, la conversione di reparti ordinari in reparti Covid, la carenza di personale e di dispositivi di protezione individuale all’interno delle strutture”.

“Le ondate successive ci hanno trovati più preparati, grazie ad interventi strutturali e percorsi consolidati, procedure di sicurezza e Dpi, ma sono continuati i problemi nella gestione dei flussi dei pazienti. È stato inoltre possibile ridurre in misura inferiore l’attività chirurgica ordinaria. Il forte arresto dell’attività di screening fa invece prevedere un aumento dei casi di patologie oncologiche nel prossimo futuro”.

Alessandro Stecco (Lega), ha domandato se l’istituzione del Dirmei abbia avuto un ruolo dirimente nella   rimodulazione delle attività cliniche e delle reti assistenziali. I direttori hanno espresso un giudizio ampiamente positivo, per il lavoro di raccordo fatto tra le aziende sanitarie e la funzione di guida nella riconversione dei posti letto.

Su richiesta del presidente Valle, gli auditi hanno poi fatto il punto sull’avanzamento dei cantieri previsti dal piano Arcuri per aumentare i posti letto dei presidi ospedalieri.




Dalla Regione un contributo di 2000 euro ad ogni maestro di sci del Piemonte

La Regione Piemonte erogherà un contributo ai maestri di sci, come bonus per compensare i mancati incassi dei 15 giorni delle vacanze natalizie, che per molti di loro vogliono dire anche il 50% del fatturato annuale”: lo ha annunciato il presidente Alberto Cirio ai rappresentanti delle scuole di sci che questa mattina hanno manifestato davanti al Palazzo della Regione per testimoniare le difficoltà che la mancata partenza della stagione invernale, a causa delle misure di contenimento del Covid, sta provocando a un settore che rappresenta in Piemonte il primo prodotto turistico e una industria che dà lavoro a migliaia di persone.

Sono 3000 in Piemonte in maestri di sci iscritti all’albo. La misura della Regione prevede un bonus fino a 2000 euro per i circa 1500 impegnati nella professione a tempo pieno, ma anche un ristoro per chi la esercita in modo saltuario. Nei prossimi giorni verrà definita con la categoria il meccanismo tecnico di attribuzione, in modo da garantire la massima equità al provvedimento.

Il bonus per i maestri di sci è una delle misure del Bonus Montagna predisposto dalla Regione Piemonte a sostegno di tutto il comparto invernale e del suo indotto, che verrà presentato la prossima settimana.

“Lo sci non è solo sport, hobby e divertimento, è anche un mestiere dietro il quale ci sono tante famiglie, tanti posti di lavoro, attività di ristorazione e turistiche che non possono essere dimenticate – sottolineano il presidente Cirio e il vicepresidente Fabio Carosso con delega alla Montagna -. Se da una parte incalziamo il Governo perché i ristori devono essere certi e immediati, dall’altra abbiamo voluto fare la nostra parte. Abbiamo pronta una misura a sostegno di tutto il comparto che coinvolge i nostri maestri di sci e gli impianti, ma anche migliaia di attività economiche che sono la vita delle nostre montagne. Inoltre, c’è l’impegno di continuare a lavorare sulla possibilità di trovare una modalità in sicurezza per avere da gennaio piste e impianti operativi, perchè stiamo parlando del primo prodotto turistico del Piemonte”.

L’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio aggiunge che “i maestri di sci hanno giustamente richiamato l’attenzione di tutti su un problema vero e reale. La loro attività, con le chiusure imposte, sono fortemente compromesse. In questo periodo dell’anno si basa la metà del fatturato del loro anno. Per questo come Regione abbiamo deciso di sostenerle fortemente con un contributo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca: “Le montagne sono le spiagge del Piemonte. Il comparto invernale, con i suoi sport e il suo turismo, sono uno snodo strategico indispensabile per l’economia del nostro territorio. Per questo chiediamo che il Governo si impegni attivamente per garantire le migliaia di posti di lavoro che gli ruotano intorno”.

“La montagna da sempre è una parte importante dell’economia piemontese – aggiunge l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano -, pensiamo anche a tutte le botteghe artigiane e ai mille e più saperi e tradizioni che albergano nelle nostre vallate e che sono un patrimonio che va tutelato e tramandato”.




Nati-mortalità imprese, Unioncamere: in Piemonte oltre 2600 aperture in più

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel periodo aprile-giugno 2021 si registri un’accelerazione delle aperture di nuove attività grazie alla ripresa del clima di fiducia dopo il periodo più nero della pandemia. Si torna quasi, in tema di natalità imprenditoriale, ai ritmi pre-covid, anche se è ancora presto per parlare di un consolidato stato di normalità.

Le nuove realtà imprenditoriali iscrittesi in Piemonte nel II trimestre 2021 ammontano a 6.637 unità a fronte di 3.527 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio). Il saldo appare quindi positivo per circa 3.110 unità.

 

“Questo secondo trimestre dell’anno ci restituisce un Piemonte che ha di nuovo la possibilità di intraprendere e di dimostrare tutte le proprie potenzialità imprenditoriali. Il tasso di crescita registrato è positivo per tutte le province e in linea con quello nazionale: buono il risultato delle costruzioni, sostenuto da politiche nazionali ad hoc. Ora ci aspettiamo molto dai risultati che porterà il Piano nazionale di ripresa e resilianza: le misure dedicate in tema di incentivi, crediti d’imposta e investimenti potranno permettere alle imprese già costituite di traghettarsi verso il post-pandemia e a quelle appena nate di avere la forza per crescere” commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine giugno 2021 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 428.622 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,73%, migliore rispetto a quanto registrato in pre-pandemia nel II trimestre del 2019 (+0,40%) e analogo al risultato medio nazionale del trimestre in esame (+0,74%).

Il ritorno a una dinamica delle aperture più in linea con il periodo pre-pandemico appare più marcato guardando ad alcune delle forme giuridiche assunte dalle neo-imprese.

A conferma di un trend ormai consolidato, infatti, il bilancio del tessuto imprenditoriale appare particolarmente positivo per le imprese costituite in forma di società di capitale, che hanno registrato nel II trimestre 2021 un tasso di crescita del +1,15%. Aumentano in misura superiore alla media regionale anche le ditte individuali (+0,87%). In crescita dello 0,51% le altre forme e stabili le società di persone (-0,03%).

 

Valutando i tassi annuali di variazione percentuale dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come tutti i comparti mostrino tendenze espansive nel periodo aprile-giugno 2021. La performance migliore appartiene alle costruzioni (+1,26%), seguite dagli altri servizi (+0,96%) e dal commercio (+0,81%). Il turismo segna un tasso del +0,62%, mentre Industria in senso stretto (+0,35%) e agricoltura (+0,28%) evidenziano dinamiche meno intense.

 

A livello territoriale si rilevano risultati positivi per tutte le province. Torino (+0,93%) e Novara (+0,86%) mostrano le performance migliori, superando la media regionale. Verbania, Biella e Cuneo segnano tassi di crescita attorno al mezzo punto percentuale, Alessandria e Asti registrano entrambe un +0,40%, mentre Cuneo si ferma al +0,36%.




Confartigianato Cuneo: È il pane fresco artigianale
 a rendere virtuosa la filiera del grano

Il pane, prodotto principe delle tavole italiane e non solo, rappresenta uno degli alimenti più ricchi di significati, di funzioni e di valenze culturali. Il suo ruolo così profondo e completo nella nostra tradizione lo rende ambasciatore di qualità e di sapere, messaggero di pace e fratellanza.

Una vera e propria eccellenza che richiede l’utilizzo di altrettanto eccellenti tecniche di panificazione da parte di esperti artigiani. E nel pane la qualità non soltanto si vede, ma soprattutto si sente nel sapore, nella fragranza e nella conservazione.

«Per produrre del buon pane fresco è certamente essenziale l’impiego di materie prime di alto livello qualitativo, – sottolinea Vincenzo Pallonetto, rappresentante territoriale dei panificatori di Confartigianato Imprese Cuneo – ma ad essere determinante è il lavoro del panificatore. La sua esperienza e la sua capacità nel gestire i tempi e i modi di lievitazione, rendono il prodotto finale un alimento completo, sano e digeribile, quale deve essere il pane di qualità».

Ed è proprio il pane in questi giorni ad essere finito al centro di una querelle sollevata dal mondo agricolo su una ventilata speculazione che riguarderebbe il suo prezzo al consumatore. Secondo i cerealicoltori il valore del frumento nel percorso della filiera produttiva aumenterebbe di ben 15 volte durante la trasformazione da grano a pagnotta. Un incremento che è stato valutato però senza fare i conti con i dovuti “distinguo” tra chi produce, chi macina, chi trasforma e vende.

«Nel passaggio tra l’agricoltore e il mugnaio – spiega Pallonetto – i prezzi da grano a farina subiscono già degli aumenti consistenti. D’altra parte, se si vuole puntare sulla qualità e contrastare l’importazione selvaggia di materie prime estere, sicuramente non salubri come quelle locali, è importante affidarsi a fornitori garantiti e rintracciabili. Ci sono poi i costi relativi alla produzione del pane fresco, dagli ingredienti, alla gestione dell’attività, al personale fino ai balzelli fiscali. E infine, c’è la qualità del prodotto: un pane che nasce ogni giorno con materie prime controllate e con l’impegno e la passione della migliore tradizione artigianale porta sulle nostre tavole genuinità e salute».

Un percorso di filiera che diventa “virtuoso” proprio grazie al prodotto finale: quel pane fresco che nasce ogni giorno dalle mani dell’artigiano panificatore.
«Il nostro è un territorio ricco di eccellenze – dichiara Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – apprezzate e riconosciute nel mondo. In ogni prodotto c’è un po’ della nostra storia, ci sono saperi antichi, tradizione, genialità e la capacità di traghettare i nostri valori verso la modernità.

Valori che dobbiamo salvaguardare divenendo noi stessi custodi e artefici di quella qualità che ci contraddistingue. A tal proposito, la nostra Associazione ha avviato già da tempo il progetto dei “Creatori di Eccellenza”, una community virtuosa che raggruppa gli artigiani di valore del territorio cuneese, dando loro sostegno attraverso un ampio panel di iniziative promozionali, dalla partecipazione agli eventi territoriali di maggior rilievo, alla presenza nelle pubblicazioni editoriali dedicate agli anni tematici, fino ad un fattivo affiancamento nel migliorare la loro visibilità sui social e sul nuovo portale di shopping on-line “Scelgo Artigiano”. Ben vengano quindi nel mondo agricolo gli accordi di filiera per sostenere la produzione locale delle materie prime, che potrà essere ulteriormente rafforzata grazie alla nostra tradizione artigianale. Fare il pane è una delle arti più antiche e con i suoi prodotti freschi di qualità rende giusto merito all’impegno e alla capacità dei nostri artigiani panificatori».




Fase 2: ecco cosa cambia dal 4 maggio

Nella fase sarà ancora più importante mantenere le distanze di sicurezza.” ha dichiarato il Presidente Conte, sottolineando come sia importante che la distanza sociale sia mantenuta anche in ambito familiare.

Oltre alla distanza sociale sarà importante, in questa seconda fase, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Proprio su questo fronte, il Presidente ha annunciato la firma da parte del Commissario Arcuri dell’ordinanza che fissa ad un massimo di 0,50 € il prezzo delle cosiddette mascherine chirurgiche.

Il Presidente ha quindi illustrato le novità introdotte dal nuovo Dpcm per il contenimento del contagio da Covid-19 e che avranno valenza dal 4 maggio e per le successive due settimane.

Per quanto riguarda gli spostamenti, questi saranno possibili all’interno di una stessa Regione per motivi di lavoro, di salute, necessità o visita ai parenti; gli spostamenti fuori Regione saranno invece consentiti per motivi di lavoro, di salute, di urgenza e per il rientro presso propria abitazione.

Obbligatorio l’utilizzo delle mascherine sui mezzi pubblici.

Sarà consentito l’accesso ai parchi pubblici rispettando la distanza e regolando gli ingressi alle aree gioco per bambini, fermo restando la possibilità da parte dei Sindaci di precludere l’ingresso qualora non sia possibile far rispettare le norme di sicurezza.

Per quanto riguarda le cerimonie religiose, saranno consentiti i funerali, cui potranno partecipare i parenti di primo e secondo grado per un massimo 15 persone. Inoltre, già nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza.

Previste regole più stringenti per chi ha febbre sopra i 37.5 gradi e sintomatologie respiratoria: obbligo di restare a casa e avvertire il proprio medico.

Per quanto riguarda le attività di ristorazione, oltre alla consegna a domicilio, sarà consentito il ritiro del pasto da consumare a casa o in ufficio.

A partire dal 4 maggio potranno quindi riprendere le attività manifatturiere, di costruzioni, di intermediazione immobiliare e il commercio all’ingrosso. Per queste categorie, già a partire dal 27 aprile sarà possibile procedere con tutte quelle operazioni propedeutiche alla riapertura come la sanificazione degli ambienti e per la sicurezza dei lavoratori .

Per consentire una graduale ripresa delle attività sportive, a partire dal 4 maggio saranno consentite le sessioni di allenamento a porte chiuse degli atleti di sport individuali.

Per quanto riguarda il sostegno a famiglie, lavoratori e imprese, il Presidente ha ricordato che tra gennaio e marzo l’INPS ha accolto 109.000 domande in più di reddito e pensione di cittadinanza, 78.000 domande per il bonus baby-sitting e 273.000 per quanto riguarda i congedi straordinari per le famiglie.

Inoltre al momento sono stati liquidati quasi 3,5 mln di richieste per il bonus da €600 per autonomi, professionisti, co.co.co, agricoli e lavoratori dello spettacolo, per un totale di 11 milioni di domande calcolando anche quelle per la cassa integrazione.

“Alcuni attendono ancora. Ci sono dei ritardi e di questi ritardi mi scuso personalmente”, ha sottolineato il Presidente Conte che ha poi annunciato che il Governo sta lavorando ad un nuovo decreto che metterà in campo ulteriori 55 miliardi.