Violenza donne, Rosso: determinante per contrastarla lavorare con le giovani generazioni

È determinante lavorare con le scuole e le giovani generazioni per contrastare la violenza sulle donne”. Così l’assessore ai Diritti civili, Roberto Rosso, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, intervenendo all’Ecomuseo di Torino per la presentazione della mostra “Politica e carità. Donne dell’Ottocento, la doppia anima delle donne nel secolo del cambiamento” e dell’esposizione dei lavori delle studentesse del Primo liceo.

“La Regione Piemonte in collaborazione con le scuole – aggiunge – ha attuato dei piani formativi mirati rivolti, sia agli insegnanti in ottica di prevenzione per il riconoscimento dei segnali e delle richieste di aiuto, sia verso gli studenti per la diffusione della cultura di parità e del rispetto di genere.

Il 31,5% delle donne tra 16 e i 70 anni, quasi 7 milioni di italiane, è stata vittima di violenza. Ogni giorno in Italia 88 donne subiscono un atto di violenza, una ogni quarto d’ora. Nell’82% dei casi chi compie l’aggressione conosce la sua vittima, ha le chiavi di casa o gli si apre la porta.

I dati dell’ultimo rapporto della Polizia di Stato sulla violenza di genere mostrano “uno scenario agghiacciante in cui l’unico dato consolante è la maggior consapevolezza del delitto subito: sale infatti la propensione e la fiducia nel denunciare, forse anche per effetto del Codice Rosso, entrato in vigore ad agosto, che inasprisce le sanzioni per chi commette questo reato e si accelerano le indagini obbligando i Pm ad ascoltare le vittime entro tre giorni”.

Un capitolo significativo nell’opera di contrasto a un fenomeno ancora così diffuso si realizza “promuovendo tra i giovani una cultura basata sulla parità di genere e mettendo in luce i fattori socioculturali, tra cui i modelli di genere maschili e femminili, ancora molto stereotipati, e rendendo nota la presenta di reti di supporto”.




Le imprese presenti nei piccoli comuni generano più PIL

Le fabbriche, gli uffici, i negozi e le botteghe presenti nei piccoli Comuni con meno di 20 mila abitanti producono il 38 per cento del Pil generato da tutto il comparto economico privato presente nel Paese (industria e servizi); un’incidenza superiore a quella ascrivibile alle attività situate nelle grandi città (35 per cento del Pil), ovvero quelle con più di 100 mila abitanti.

E’ questo il principale risultato emerso da una elaborazione realizzata dall’Ufficio studi della CGIA per conto di ASMEL, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, che rappresenta oltre 2.800 Comuni in tutt’Italia.

“A differenza delle grandi città – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – i piccoli Comuni hanno pochi mezzi a disposizione e tanti problemi di dimensione sovracomunale da affrontare. La forte concentrazione delle attività produttive nelle realtà territoriali minori impone a questi Sindaci risposte importanti su temi come la tutela dell’ambiente, la sicurezza stradale, la mobilità, l’adeguatezza delle infrastrutture viarie e la necessità di avere un trasporto pubblico locale efficiente. Sono criticità che richiedono un approccio pianificatorio su larga scala che, spesso, non si può attivare a causa delle poche risorse umane e finanziarie a disposizione”.

Dei 750 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto da tutte le aziende private presenti nel Paese (pari a poco meno della metà del Pil nazionale), 286,6 miliardi sono generati nelle piccole Amministrazioni comunali e 261,2 miliardi nelle grandi. Nei medi Comuni (quelli tra i 20 e i 100 mila abitanti), il valore aggiunto ammonta a 202,2 miliardi (il 27 per cento del totale del Pil in capo al settore industriale).

“I Comuni con meno di 20 mila abitanti – segnala il segretario Renato Mason – sono importanti non solo perché ospitano tantissime imprese private e generano tanto Pil, ma anche perché costituiscono il 93 per cento del totale delle amministrazioni comunali presenti nel Paese, ci abita il 46 per cento di tutta la popolazione nazionale e ci lavora il 41 per cento degli addetti italiani presenti nelle aziende private. Assieme ai Comuni di media dimensione sono i principali soggetti economico/ istituzionali che la politica romana dovrebbe guardare con maggiore attenzione”.

Disaggregando il valore aggiunto totale prodotto dalle imprese private nelle due branche che lo compongono, industria e servizi, emerge la grandissima vocazione manifatturiera dei Comuni con meno di 20 mila abitanti. In questi piccoli enti locali risultano insediate il 54 per cento delle unità operanti nel settore dell’industria (pari a 533.410 imprese) il 56 per cento degli addetti (poco più di 2.944.200 lavoratori) e addirittura il 52 per cento del valore aggiunto (163,9 miliardi di euro).

“Come era facilmente prevedibile – dichiara Daniele Nicolai ricercatore dell’Ufficio studi – il settore dei servizi  è concentrato in particolar modo nelle grandi realtà urbane: nelle città con più di 100 mila abitanti, infatti, scorgiamo il 32 per cento delle unità locali di questo settore, il 37 per cento degli addetti e il 45 per cento del valore aggiunto”. I piccoli Comuni con meno di 20 mila abitanti, tuttavia, si ritagliano anche nei servizi un ruolo per nulla marginale, rappresentando il 38 per cento delle imprese (1.370.462 unità), il 33 per cento degli addetti (3.585.139 addetti) e il 28 per cento del valore aggiunto (122,7 miliardi di euro) (vedi Tab. 3).

Nel Triveneto vince l’alleanza piccoli Comuni e piccola impresa
Se non consideriamo la Valle d’Aosta, il Molise e la Basilicata – che sono le uniche regioni italiane che non hanno Amministrazioni comunali con più di 100 mila abitanti – è il Triveneto l’area geografica del Paese dove nei piccoli Comuni si concentra il più alto numero di imprese, di addetti e anche di valore aggiunto.

Nei Comuni con meno di 20 mila abitanti, il Trentino Alto Adige guida la graduatoria con una incidenza pari al 64 per cento del totale delle unità locali dell’industria e dei servizi presenti nella regione. Seguono il Friuli Venezia Giulia con il 62 per cento, la Calabria con il 61 per cento e il Veneto con il 56 per cento.

Per quanto concerne gli addetti, invece, sempre nelle piccole amministrazioni locali con meno di 20 mila abitanti svettano il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige, entrambi con una incidenza del 63 per cento. Seguono il Veneto con il 57 per cento, e la Calabria con il 55 per cento .

In merito al valore aggiunto, infine, è ancora una volta il Friuli Venezia Giulia a registrare l’incidenza più alta nei territori caratterizzati dalla presenza dei piccoli Comuni (64 per cento). Tallonano la regione più nordestina del Paese il Trentino Alto Adige (58 per cento), il Veneto (57 per cento) e l’Abruzzo (51 per cento).

 




Confermato il patto per l’innovazione nell’agricoltura

Con Uncem, Agrion ha condiviso alcuni progetti che abbiamo e che possiamo mettere a sistema – spiega il Presidente Agrion, Giacomo Ballari – Pensiamo a iniziative sul tema dello sviluppo dell agricoltura di montagna, attraverso una rete di soggetti che insieme possano fornire una serie di strumenti e supporti in grado di sostenere lo sviluppo e la competitività dell’economia delle aree interne e di montagna attraverso l’innovazione, la ricerca applicata  e la sperimentazione in campo.

Un valido e importante supporto per  lavorare al fianco dei Comuni montani, delle loro Unioni e di tuti i soggetti che intendono investire nello sviluppo di queste aree fornendo buone prassi e progetti utili per rinnovare e rafforzare le filiere tradizionali ed eventualmente valorizzarne di nuove. Stiamo definendo alcune progettualità da presentare alla Regione. Il tema del digitale, della condivisione di dati e contenuti può essere un aspetto facilitante per offrire supporti ai Comuni delle aree montane.

Si conferma e si rafforza il patto tra Agrion e Uncem. Ricerca, innovazione, coinvolgimento degli Enti locali sono i pilastri del lavoro insieeme. L’accordo di collaborazione era stato sancito un anno fa in un protocollo d’intesa firmato dal Centro con sede a Manta e l’Associazione di Comuni.

“Con Agrion abbiamo fatto riflessioni rispetto alla PAC e al PSR – aggiunge il Presidente Nazionale Uncem, Marco Bussone – I Comuni montani hanno sempre più bisogno di supporto e di iniziative innovative che possano aiutare a invertire la tendenza di spopolamento e abbandono di alcuni territori. Il tema delle piattaforme e di progetti e sperimentazioni per rilanciare l’agricoltura di montagna possono essere contenuti utili, anche per le giovani generazioni. Con Agrion lavoriamo a un documento comune da sottoporre alla Regione per poter condividere le linee guida e le priorità che vorremmo seguire da qui ai prossimi mesi in questo contesto”




Maltempo, Confagricoltura: urgente un piano di prevenzione e manutenzione del territorio

Frane, smottamenti, allagamenti. L’incubo alluvione è tornato al Nord. Le sedi territoriali di Confagricoltura sono in contatto costante con le strutture per intervenire a sostegno delle aziende che stanno subendo danni enormi per le esondazioni e il dissesto idrogeologico diffuso.

In Piemonte la situazione è grave e si temono ulteriori peggioramenti: molte zone in provincia di Alessandria sono sommerse dalle esondazioni del Bormida; nel capoluogo il Tanaro è uscito e la vera piena del fiume non è ancora del tutto arrivata.

Nell’Astigiano soffrono i comuni a Sud: a Canelli, la capitale dell’Asti Spumante, è massima allerta per il Belbo, che cresce di 10 centimetri all’ora. Ma è tutta la Valle Belbo a temere quanto già vissuto nel novembre del ’94.

A Torino il Po è in piena e ha sommerso la zona dei Murazzi; nel Canavese, al confine con la Valle d’Aosta, l’elenco delle frane e degli smottamenti per lo straripamento dei rii è lunghissimo.

Confagricoltura evidenzia che in tutte le zone in cui sono stati seminati grano e orzo si è perso tutto e prima di poter riseminare, e quindi entrare nuovamente nel terreno per lavorarlo, occorrerà attendere la fine dell’inverno.

L’orticoltura conta danni al 100% per le verdure in campo, in particolare nelle province di Alessandria e Torino: cavoli, cavolfiori, spinaci, cardi sono completamente persi. Totalmente allagati i vivai, in particolare di pioppi, nelle due province e in quella di Cuneo.

In Valle d’Aosta numerose borgate sono totalmente isolate per la neve e le frane, con conseguenze anche per gli allevamenti: impossibile distribuire il latte delle stalle e altrettanto difficoltoso portare rifornimenti per il bestiame.

In Liguria un vero e proprio evento alluvionale ha colpito le province di Genova e Savona, con smottamenti, mareggiate e allagamenti. Le situazioni peggiori nell’entroterra si registrano nella Val Bormida al confine con il Piemonte.
Sulle zone costiere, per ciò che concerne l’agricoltura, intere coltivazioni e serre sono sott’acqua.

In Lombardia si attende la piena del Po e numerose aziende agricole in prossimità del fiume sono state evacuate. Il livello dei laghi alpini è altissimo e sono pertanto state aperte alcune dighe per far defluire l’acqua.

In Emilia Romagna è ancora allerta: la scorsa settimana alcuni argini non hanno tenuto, con allagamenti nelle aziende e anche nelle case. Perse le semine di frumento e le orticole. Si attende la piena del Po da domani.

“L’emergenza maltempo – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – evidenzia ancora una volta la fragilità di tutto il territorio nazionale e la necessità di intervenire non più con misure tampone, ma con piani prioritari per le popolazioni, oltre che per le aziende. Occorre rivedere i programmi di manutenzione dei corsi d’acqua per mettere in sicurezza intere aree, prevenendo ulteriori dissesti idrogeologici che causano purtroppo vittime e danni di milioni alle imprese e all’agricoltura italiana”.




Maltempo in Piemonte: situazione in miglioramento. Rimane l’allerta arancione per il rischio valanghe

Il bollettino divulgato dal Centro funzionale di Arpa segnala la fine dell’allerta rossa sul Piemonte.

Per le prossime 24 ore, Arpa ha emesso un’ allerta arancione per rischio valanghe in tutti i settori alpini piemontesi, per la possibilità di distacchi di grandi valanghe spontanee che potranno interessare la viabilità.

Permane l’allerta gialla per rischio idrogeologico in tutta la regione, legata agli elevati livelli idrometrici dei fiumi piemontesi.

Le previsioni meteorologiche prevedono l’allontanamento della depressione che ha interessato la regione nel fine settimana e che ha causato le forti precipitazioni e la conseguente rimonta dell’alta pressione da ovest, con condizioni più stabili sul Piemonte.




“Formazione è sviluppo”: Fondimpresa, le opportunità da conoscere

Al Circolo dei Lettori si è svolto l’incontro promosso da O.B.R. Piemonte per fare il punto sulla formazione rivolta adaziende e lavoratori e per guardare alle prospettive del prossimo futuro

Il Circolo dei Lettori ha ospitato oggi l’incontro sul tema “Formazione È Sviluppo: le opportunità di Fondimpresa per aziende e lavoratori”, promosso da O.B.R. Piemonte. È stata l’occasione per approfondireil ruolo della formazione attraverso strumenti che gli scenari imprenditoriali richiederanno nel prossimo futuro, masono stati analizzati anche i vantaggi che le aziende possono riscontrare nell’immediato.

Il presidente di O.B.R., Paolo Balistreri, ha dichiarato: «Fondimpresa è in costante crescita e nel periodo 2004-2019 ha registrato l’adesione di 201.539 aziende e 4.681.175 lavoratori (datiInps dello scorso 30 giugno).

In Piemonte le aziende aderenti sono 15.044 e i lavoratori 470.002, pari al 10% del totale, dato significativo in un tessuto industriale come il nostro. Si tratta di uno strumento fondamentale per favorire la crescita della competitività delle imprese e delle competenze dei lavoratori attraverso la formazione.

Nel corso di quest’anno abbiamo affrontato questo argomento contattando 3.516 aziende piemontesi, sensibilizzandole all’utilizzo delle risorse. Nel prossimo futuro c’è una convenzione triennale, fino al 2022, con Fondimpresa e un evento incentrato sui risultati del nostro lavoro di monitoraggio valutativo dei piani formativi realizzati in Piemonte nel corso del 2018».

Quello della formazione è uno strumento organizzativo che presenta potenzialità e limiti: il tema è stato affrontato da Lorenzo Tesio, dottore di ricerca in Psicologia sociale e dello sviluppo all’Università degli studi di Torino, assieme altrainer consultantMarco Rigamonti.

Industria 4.0 comporta un’evoluzione che non riguarda solo la tecnologia ma anche e soprattutto le persone: Ermanno Rondi, responsabile del Gruppo Tecnico Confindustria e amministratore delegato del Gruppo Incas, ha approfonditoi nuovi orizzonti del sapere in relazione al contesto economico e imprenditoriale.

Giuseppe Gattino, a.d. di Vega International Tools, e Mauro Clara, responsabile talent di Ferrero Italia, hanno riferito le rispettive storie a proposito di formazione coni risvolti pratici sulle attività delle Pmi e delle grandi aziende. Raffaele Saccà, direttore Area Conto Formazione e Articolazioni Territoriali per Fondimpresa, ha inoltre illustrato le opportunità a disposizione delle aziende.

Alberto Artioli, vicepresidente O.B.R. ha concluso i lavori: «Arrivano segnali incoraggianti–ha dichiarato -,siamo passati da una percentuale del 4% di adulti interessati alla formazione al dato attuale che è salito all’8,5%.

È un passo avanti per Europa 2020, ma è chiaro che c’è ancora molto da fare. C’è oggettivamente un problema di formazione nel nostro Paese, di cui dobbiamo tenere conto in un quadro generale orientato all’internazionalizzazione, all’innovazione, al necessario dialogo con le agenzie formative.

Il nostro impegno sul territorio ha un ruolo molto importante, per esempio nell’assistenza sui bandi, per rafforzare il sistema di rete e per la promozione della cultura della formazione presso i lavoratori come elemento strategico di sviluppo del lavoro e della contrattazione tra le parti»




Nasce la “Piemonte Outdoor Commission” il nuovo motore di sviluppo per il turismo attivo

Nasce “Piemonte Outdoor Commission”, una nuova piattaforma che mappa il turismo attivo e gli sport all’aria aperta in Piemonte per favorire lo scambio di idee e progetti tra i vari attori pubblicie privati del settore turistico piemontese,sviluppare un’offerta specifica da promuovere in modo coordinato ed efficace in Italia e all’estero e puntare al rilancio delle aree montane marginali.

Il progetto, promosso e finanziato da Unioncamere Piemonte con il sostegno di Regione Piemonte e il coordinamento di VisitPiemonte -DMO Piemonte, la società in house della Regione Piemonte e di Unioncamereche si occupa della valorizzazione turistica e agroalimentare del territorio, verrà presentato ufficialmente venerdì 22 novembre alle ore 10 al Circolo Canottieri Esperia di Torino.

Perché puntare su questo settore?

Nel 2018 il settore dell’Outdoor in Italia ha fatturato 4,9 miliardi di euro, con una previsione di crescita dell’1,3% nel 2019; oltre 68 milioni le presenze turistiche, con stima a +2,3% per l’anno in corso.

Il Piemonte, con una stima del +9,8%, è la regione italiana con il maggiore indice di crescita nel 2019 (fonte: Osservatorio delTurismo Outdoor-Agenzia JFC). Tra gli stranieri, nel 2019 primeggiano i tedeschi (19%), seguiti dai francesi (10%) e dagli olandesi (9%). E, in termini d’attività praticate, circa la metà dei vacanzieri attivi in Italia pratica cicloturismo, con una spesa media giornaliera di 77 euro escluso viaggio e alloggio.

Due gli obiettividi questo progetto: da un lato, rendere più facilmente fruibili, su una piattaforma online unica, ai visitatorie ai turisti la molteplicità di esperienze outdoorche si possono vivere in Piemonte e che oggi risultano molto frammentateper tipologia di attività e area territoriale.

Si tratta, quindi, di un raccordo necessario persviluppare un’offerta specifica da promuovere in modo coordinato.Dall’altro, l’Outdoor rappresenta una leva per il rilancio di aree più marginali e a rischio di spopolamento e dove, attraverso la creazione di circuiti turistici a tema supportati da un’attività di formazione imprenditoriale realizzata con l’Università di Torino, si vuole stimolare la creazione di micro-imprese locali che si inseriscano e sostengano la filiera necessaria per il turismo outdoor (noleggi, ricambi, guide turistiche, ristorazione, accoglienza, artigianato).

Una prima sperimentazione è in corso in particolare per due aree interne,Valli di Lanzo in provincia di Torino e Val Borbera in provincia di Alessandria. In altri termini, l’idea è che unturismo “sostenibile” sia tale se crea opportunità economiche allargate sul territorio, consentendo di mantenere e valorizzare le identità culturali e le comunità locali.

Il progetto, che si svilupperà su tre anni, nel corso del 2019 ha visto la costituzione di una cabina di regiamista con tutte le ATL piemontesi e le singole Camere di commercio, cabina che ha lavorato per mappare la situazione esistente. Nella fase successiva, l’Outdoor Commission coinvolgerà anche gli altri attori della filiera (associazioni, consorzi, ecc) per arrivare alla definizione di proposte turistiche condivise.

“Le Camere di commercio da sempre hanno supportato il turismo come motore di sviluppo economico del territorio ed ora, con la riforma, lo possono fare con ancora maggiore autorevolezza essendo stata inserita la materia negli scopi istituzionali.

Oltre a tutti i servizi volti a migliorare la competitività delle singole imprese turistiche (digitalizzazione,innovazione, competenze), con il progetto Piemonte Outdoor Commission abbiamo voluto fare un’azione di sistema regionale, per connettere i vari attrattori turistici e presentare l’offerta outdoor regionale in ottica unitaria e coordinata.

L’obiettivo è quello di diventare protagonisti nell’offerta di turismo outdoor, un turismo in crescita e che potrebbeulteriormente accelerare grazie alle nuove sensibilità del turismo slow ed ecosostenibile” commentail Presidente della Camera di commercio di Biella e Vercelli, Alessandro Ciccioni.

Alta montagna, laghi, colline, paesaggi variegati e percorsi perogni gusto e livello,il Piemontesi avvale di scenari unici per lo sviluppodi un turismo fatto di escursioni a piedi e in bici e di un approccio esperienziale alla natura, particolarmente adattialle pratiche predilette dai turisti outdoor:età media 44 anni,con un aumento di under 30 e over 60, appassionati dibicicletta, di discipline slow legate alle camminatee altrekking, di sport d’acquacomehydrospeed e rafting, di arrampicata.

“Il progetto Piemonte OutdoorCommission nasce dalla consapevolezza, sostenuta dai dati statistici, che il prodotto Outdoornella sua particolare declinazione di “turismo slow”sia in costante crescita sia sul mercato nazionale che sui nostri mercati esteri di riferimento-spiega l’Amministratore Unicodi VisitPiemonte, Mariagrazia Pellerino- La nostra regione offre una varietà di prodotti turistici fuori dai percorsi consueti: attività open –air rivolte non solo agli sportivi ma anche atutti coloro che ricercano nel territorio svago e vacanza in una logica di sostenibilità tra natura, arte, storia, enogastronomia ed esperienze insolite”.

Il gruppo di lavoro misto pubblico-privato dellaOutdoorCommission coinvolgerà-oltre a VisitPiemonte(capofila), Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte Assessorati alla Montagna, Turismo, Sport -le Camere di commercio piemontesi, le Agenzie Turistiche Locali, i Consorzi Turistici e i GAL, le Associazioni dicategoria.

La cabina di regia lavorerà sulla mappatura dell’offerta outdooresistente e sull’analisi dei rischie delleopportunità; lo sviluppo di proposte integratedi esperienze da promuovere tramite strumenti digitali e comunicazione;la definizione un piano di comunicazione;il lancio delle offerte su mercati prioritariin Italia e all’estero, lo stimolo di progetti d’impresa locali attraverso seminaridi formazione e laboratori d’imprenditorialità montana; il monitoraggio e la misurazione dei risultati. Un lavoro puntuale che si affiancaa quello in corso su scala interregionale e transfrontaliera per il PITEM MITO, il Pianointegrato di sviluppo del turismooutdoornell’ambito del programma europeo di cooperazione Francia-Italia Alcotra 2014–2020.

Anche qui,l’obiettivo di creare una strategia turistica senza confinisi affianca ad un progetto incentrato sulla sostenibilità ambientaledella fruizione dei territori, da realizzarsi attraverso un modello condiviso di governance, il coinvolgimento degli attori localiattraverso scambi di buone pratiche, valorizzazionee sviluppo delle competenze degli operatorie lavorando, laddove necessario, sul miglioramento del sistema dell’accoglienza e sulla creazione di servizi.

La presentazione di venerdì 22, arricchita da interventie approfondimenti, sarà moderata da Davide Cassani, Commissario Tecnico della nazionale italiana maschile élite di ciclismo su strada.




Le problematiche dell’agricoltura piemontese all’attenzione della ministra Bellanova

Durante l’incontro della Commissione politiche agricole con la ministra Bellanova che si è svolto ieri a Roma, l’assessore regionale all’agricoltura, cibo, caccia e pesca Marco Protopapa, ha portato all’attenzione del Governo, una serie di problematiche che affliggono il settore agricolo piemontese.

“Tra i vari problemi che ho prospettato alla ministra Bellanova, vi è in primo luogo quello del contenimento degli ungulati che stiamo già affrontando a livello regionale con il coinvolgimento delle province e delle prefetture.

In condivisione con gli altri colleghi delle varie Regioni abbiamo sottolineato l’attuale stato di emergenza che richiede una immediata risoluzione anche attraverso una modifica della legge nazionale.

Analogamente, ho portato all’attenzione della ministra quello del contenimento dei cormorani che stanno provocando problemi in varie località del Piemonte.

In tema fitosanitario, preso atto di un primo sostegno economico per affrontare il problema della cimice asiatica, abbiamo appreso che a partire dalla prossima primavera si potrebbero concretizzare i primi lanci della vespa samurai, specie antagonista ritenuta utile per un importante riduzione dell’insetto dannoso.

Con particolare decisione ho portato all’attenzione delle autorità di Governo, il tema delle quote latte dove ho chiesto un nuovo decreto per la sospensione per quanto riguarda le cartelle pendenti ed allo stesso tempo l’attivazione di provvedimenti amministrativi per affrontare tale problematica in un modo strutturalmente adeguato e definitivo anche con la Commissione Europea.

Vi è poi il tema della sostenibilità delle produzioni agricole, dove molte volte i costi di produzione non sono coperti dai ricavi. Su questo particolare aspetto ho chiesto alla ministra Bellanova di portare ad approvazione l’emendamento per mantenere ed ampliare le agevolazioni per quanto riguarda il gasolio agricolo.

Si è parlato della crisi del comparto del miele dove è quantomai necessario affrontare tale problematica con un adeguato supporto alle aziende apistiche duramente colpite quest’anno con interventi che aiutino il ripopolamento dei nuclei.

A livello nazionale si è segnalata la necessità di procedere alla messa in atto dei decreti attuativi per il settore vitivinicolo, mentre ritengo quantomai necessario la creazione di un tavolo di confronto con il ministero dell’ambiente per le problematiche ambientali che riguardano direttamente l’agricoltura, in particolare in tema di abbruciamenti e lo spandimento di reflui da produzioni zootecniche. Temi molto sentiti da gran parte dei nostri agricoltori che richiedono anche semplici estensioni dei periodi.

Sicuramente, di queste e di altre problematiche, se ne ritornerà a parlare sabato prossimo, il 23 novembre, con la ministra Teresa Bellanova che sarà presente ai convegni sull’agricoltura piemontese organizzati a Torino e Asti”.




Pronte le linee guida 2020 dell’Osservatorio Usura

L’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura estorsione e sovraindebitamento ha individuato le linee guida del Piano di attività 2020, che dovrà essere approvato dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Piemonte.Hanno presieduto la riunione i delegati dall’Udp Giorgio Bertola e Gianluca Gavazza.

In quest’occasione la rappresentante della Fondazione Don Mario Operti ha presentato la candidatura della Fondazione a far parte dell’Osservatorio. Anche perché, ha ricordato, già diversi progetti sono stati portati avanti con l’Osservatorio: ad esempio quelli sulla formazione di coloro che si occupano di persone fragili in difficoltà finanziarie.

“Sono soddisfatto dalle attività svolte fino ad ora da questo organismo consultivo – ha dichiarato Bertola – come la formazione agli operatori che presidiano gli sportelli d’ascolto sul territorio, le conferenze sull’educazione finanziaria e il concorso rivolto alle scuole piemontesi, per citare alcuni interventi svolti. Le proposte emerse oggi per il 2020 mi rendono ulteriormente orgoglioso, prevedo un anno intenso, con attività che metteranno un seme di speranza concreto per contribuire ad estirpare questi drammatici fenomeni sociali”.

“Oggi da politico, ma anche da imprenditore – ha spiegato Gavazza -, vorrei dare il mio contributo per aiutare l’Osservatorio ad individuare le migliori iniziative a sostegno delle persone, ma soprattutto delle piccole e medie imprese che potrebbero ritrovarsi in difficoltà. Ritengo inoltre fondamentale un intervento nelle scuole dove i nostri ragazzi crescono e meglio possono recepire i problemi derivanti dall’usura, dal sovraindebitamento e dal gioco d’azzardo”.

 




Stop al bollo per tre anni e sgravi Irap per le imprese

Ridurre la pressione fiscale verso i cittadini e le aziende piemontesi: è l’obiettivo della Giunta regionale che nella Legge di Stabilità 2020 ha introdotto due misure specifiche   che riguardano il bollo auto e l’Irap per le imprese.
Il documento approvato riguarda le disposizioni per la formazione del bilancio annuale di previsione 2020 e verrà sottoposto all’esame del Consiglio regionale.
«È la prima volta che in Regione viene usato uno strumento come la Legge di Stabilità – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio –. Unascelta che abbiamo fatto per programmare meglio la gestione delle risorse in un quadro di chiarezza politica, definendo le linee guida per la redazione del bilancio».
Due le novità principali che la Giunta introdurrà a partire dal 2020.
Tutti i possessori di un veicolo Euro 0,1,2 che acquisteranno un’auto Euro 6 (sotto i 100 kW) potranno beneficiare dell’esenzione sul bollo per tre anni. Alla misura potranno accedere oltre 500 mila cittadini piemontesi.
In Piemonte sono circa 223 mila i veicoli in classe Euro 0 (7,6%), 58 mila gli Euro 1 (2%) e 237 mila gli Euro 2 (8,1%): circa il 18% del totale dei veicoli circolanti sul territorio regionale. L’introito fiscale complessivo derivante dal bollo è di circa 450 milioni di euro all’anno. 165 euro è il valore medio pagato dai piemontesi per la tassa.
La seconda misura riguarda la riduzione dell’Irap, per cinque anni, per le imprese di nuova costituzione in Piemonte o che trasferiscono un insediamento produttivo sul territorio regionale, o per quelle che assumono o stabilizzano il personale.
Lo sgravio introdotto è dello 0,92%, che corrisponde fino a 1/3 del valore dell’aliquota (attestata oggi in media al 3,9%).
In particolare per le imprese che trasferiranno in Piemonte la propria attività produttiva l’agevolazione si tradurrà in un risparmio complessivo medio, nei cinque anni, di 6 mila euro per quelle con meno di 50 addetti, oltre 30 mila euro per le aziende da 50 a 250 dipendenti e quasi 100 mila euro per quelle con oltre 250 addetti.
Per le nuove imprese,invece,lo sgravio medio complessivo sarà di 1800 euro per quelle  con meno di 50 dipendenti, oltre 90 mila euro da 50 a 250 e 150 mila euro per quelle sopra i 250 addetti.
Sgravio sull’Irap fino a 40 mila euro anche per le aziende che fanno nuove assunzioni o stabilizzano contratti di lavoro, passando da tempo determinato, apprendistato, garanzia giovani e alternanza scuola-lavoro a un contratto a tempo indeterminato.
Un’altra misura introdotta dalla Legge di Stabilità riguarda i danni provocati dalla fauna selvatica e prevede lo stanziamento di 6 milioni di euro per garantire i risarcimenti alle aziende agricole.
«Questo è uno dei tagli di tasse più impattante realizzato in Piemonte negli ultimi 10 anni – sottolinea il presidente Cirio –. Abbiamo iniziato dal bollo anche per incentivare dal punto di vista ambientale il rinnovo del parco auto circolante che, nel nostro territorio, è più alto della media nazionale. Parliamo di uno sgravio fiscale che potenzialmente raggiunge quasi 520 mila cittadini piemontesi. La seconda misura invece ha un obiettivo duplice: attrarre nuove imprese e dare una ricaduta positiva sull’occupazione, attraverso una agevolazione fiscale sull’Irap per chi sceglierà la nostra regione per insediare un’attività produttiva e per chi assumerà nuovi lavoratori o li stabilizzerà. Abbiamo anche voluto prevedere un intervento specifico per risarcire gli imprenditori agricoli su una delle principali emergenze che riguarda i danni causati della faunaselvatica. Questo è solo l’inizio, il nostro obiettivo è continuare a ridurre la pressione fiscale per tutti i cittadini e le imprese del Piemonte».