Confagricoltura: “Giuste le sanzioni al Myanmar, serve anche sospensione agevolazioni sulle importazioni di riso”

Il Consiglio affari esteri dell’Unione europea che si è riunito oggi (lunedì 22 marzo) ha annunciato l’applicazione di sanzioni nei confronti del Myanmar per le ripetute violazioni dei diritti umani ai cittadini birmani che hanno intrapreso manifestazioni in seguito al colpo di Stato del 1 febbraio.

Per Confagricoltura si tratta di una decisione “necessaria e assolutamente giustificata”.

L’Unione europea – si legge in una nota di Confagricoltura – continuerà ad esaminare tutte le possibili opzioni per inasprire le sanzioni. Va anche considerata, ad avviso di Confagricoltura, la rapida sospensione delle agevolazioni tariffarie sulle importazioni da Myanmar, quale Paese meno avanzato, destinate alla UE.

Confagricoltura ricorda che, relativamente al settore agroalimentare, le importazioni di riso Japonica, in assenza di dazi doganali, sono passate da 31.500 tonnellate nel 2018 a 158.700 alla fine dello scorso anno.

La situazione in Myanmar – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia –  non è meno grave di quella che ha portato alla decisione di sospendere per violazione dei diritti umani le concessioni tariffarie a favore della Cambogia: i vantaggi delle concessioni commerciali della UE non arrivano fino ai produttori di riso. Si concentrano su pochi operatori commerciali, tra cui rientrano alcune strutture vicine o controllate dalle forze armate del Paese birmano e solo una quota molto limitata delle esportazioni verso gli Stati membri dell’Unione è gestita da società private del Myanmar”.

Nelle settimane scorse l’Ente Risi aveva chiesto ufficialmente al Ministero degli Esteri di adottare azioni che, oltre a contrastare gli effetti del colpo di Stato, agissero a tutela della risicoltura italiana ed europea rispetto all’aumento dell’export di riso Japonica dal Myanmar verso la Ue.

Il 18 gennaio 2019 il regolamento di esecuzione (UE) n. 2019/67 aveva già reintrodotto il dazio all’importazione di riso di tipo Indica dalla Cambogia e dal Myanmar. Attualmente l’export della varietà Japonica è esente da dazi comunitari. L’Italia è il primo produttore in Europa di riso Japonica e l’aumento della concorrenza asiatica ha fatto scendere a livelli molto bassi il prezzo del riso “Made in Italy”.

In un mondo globalizzato il rispetto di regole comuni è fondamentale per assicurare un regime di concorrenza leale”, dichiara Allasia. “Il Myanmar, che ha costi di produzione assai inferiori a quelli europei,  non è rispettoso dei diritti umani: per questo ci auguriamo che vengano introdotti con urgenza i dazi alle importazioni di riso Japonica”, conclude Allasia.

 

 




Il Consiglio regionale supporta i Campionati europei di canoa slalom

Per il nostro territorio questa competizione di altissimo livello sportivo, dopo la pausa imposta dall’emergenza Covid, rappresenta quella ripartenza tanto attesa da cui si attendono anche ricadute per gli operatori economici del territorio, oltre che un’iniezione di fiducia e ottimismo.

È il motivo per cui il Consiglio regionale ha voluto sostenere i Campionati europei assoluti di canoa slalom che rappresentano una vera eccellenza nel panorama sportivo a livello internazionale. Come Assemblea legislativa, attraverso i nostri Stati generali della prevenzione e del benessere, poniamo grande attenzione a tutte quelle attività che contribuiscono a diffondere una cultura consapevole della salute, attraverso la promozione dei valori dello sport e dei corretti stili di vita”.

Così afferma Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale, alla vigilia dei Campionati europei assoluti di canoa slalom che si terranno da domani 6 maggio fino al 9 maggio allo stadio della canoa di Ivrea.

Si tratta di una manifestazione dell’European Canoe Federation, rappresentata in Italia dalla Federazione Italiana Canoa Kayak (FICK) che fa capo al Coni. Un evento sportivo di grande rilievo, atteso da tutto il mondo canoistico internazionale in quanto sede di selezione olimpica: durante le competizioni saranno assegnate 54 medaglie e selezionati i nominativi che andranno a comporre le squadre europee in gara quest’estate a Tokyo 2020.

La canoa slalom è una disciplina che si pratica in acque mosse. Lo scopo è percorrere nel minor tempo possibile e senza incorrere in penalità, un percorso  tra le rapide, costellato di porte.

In ottemperanza alle regole anti pandemia previste per le grandi manifestazioni sportive, l’evento si svolgerà a porte chiuse, senza la presenza di spettatori. Pubblico e appassionati potranno seguire le gare in diretta streaming su Canoe Europe (giovedì e venerdì), mentre le semifinali di sabato e domenica saranno trasmesse dalle 10 alle 12.30 in diretta su Rai Web e le finali dalle 14 alle 15.30 in diretta su Rai Sport HD.

 

 

 




La Regione rifinanzia il fondo per la montagna

Ammontano a quasi 11 milioni di euro le risorse stanziate dalla Regione Piemonte per alimentare il fondo regionale dedicato alla montagna, che ha lo scopo di valorizzarne le specificità e promuoverne lo sviluppo sociale ed economico, contribuendo così a contrastare il rischio di spopolamento e a garantire i servizi essenziali.

Per il 2022 il fondo sarà ripartito tra le Unioni Montane secondo specifici criteri: il 66%, suddiviso in base alla popolazione residente e alla superficie, verrà utilizzato come contributo per le spese di funzionamento e per l’attuazione del programma annuale, mentre il restante quota di risorse servirà a coprire la spesa del personale dipendente a cui sono state delegate funzioni regionali e a finanziare iniziative per lo sviluppo e la promozione, funzionale a una nuova fase di rilancio, a favore delle cosiddette “Terre Alte”.




Agenzia Entrate: le nuove risposte ai quesiti di operatori, professionisti e associazioni

L’acquisto di mascherine per la protezione individuale dà diritto allo sconto del 19% in dichiarazione se si tratta di dispositivi medici con marcatura CE. Lo scontrino o la fattura di acquisto devono indicare il soggetto che sostiene la spesa e la conformità del dispositivo. Inoltre, basta l’estratto conto o la ricevuta per aver diritto allo sconto fiscale sulle donazioni dirette alla Protezione civile su uno dei conti correnti dedicati all’emergenza epidemiologica COVID-19.

Sono solo alcune delle precisazioni contenute nella circolare n. 11/E firmata oggi dal Direttore Ernesto Maria Ruffini, che fornisce ulteriori chiarimenti interpretativi sull’applicazione delle misure fiscali previste dal Dl n. 18/2020 (Dl Cura Italia) e dal Dl n. 23/2020 (Dl Liquidità) a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

I quesiti a cui l’Agenzia ha fornito risposta sono stati inviati dalle associazioni di categoria, da professionisti e contribuenti e dalle Direzioni Regionali, e spaziano dalla sospensione dei termini per gli adempimenti fiscali e i procedimenti amministrativi agli effetti degli atti in scadenza sino al bonus ai lavoratori dipendenti.

Mascherine: sì alla detrazione, ma attenzione a quelle non conformi – Le spese sostenute per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, come le mascherine, possono essere detratte nell’ambito delle spese sanitarie della dichiarazione dei redditi (nella misura del 19% della parte che eccede i 129,11 euro), ma occorre verificare che nello scontrino o nella fattura siano indicati il soggetto che sostiene la spesa e la conformità del dispositivo. Per farlo si può controllare che nello scontrino o nella fattura di acquisto del dispositivo sia riportato il codice AD “spese relative all’acquisto o affitto di dispositivi medici con marcatura CE”.

In mancanza di questo, è necessario conservare la documentazione dalla quale risulti la marcatura CE per i dispositivi compresi nella «Banca dati dei dispositivi medici» pubblicato sul sito del Ministero della Salute, mentre per quelli non compresi nell’elenco dovrà essere conservata anche l’attestazione di conformità alla normativa europea.

Erogazioni liberali alla protezione civile – Le erogazioni liberali in denaro al Dipartimento della Protezione Civile per l’emergenza Covid-19 devono essere effettuate tramite versamento bancario o postale, nonché tramite carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari. La detrazione non spetta, quindi, per le erogazionieffettuate in contanti.

Per poter usufruire della relativa detrazione è sufficiente che dalle ricevute del versamento bancario o postale o dall’estratto conto della società che gestisce la carta di credito, la carta di debito o la carta prepagata risulti che il versamento sia stato effettuato su uno dei conti correnti dedicati all’emergenza epidemiologica COVID-19.

Per quanto riguarda, invece, le erogazioni in denaro al Dipartimento della Protezione Civile, per il tramite piattaforme di crowdfunding (nonché quelle eseguite per il tramite degli enti di cui all’articolo 27 della legge n. 133 del 1999) i contribuenti devono essere in possesso anche della ricevuta del versamento o della ricevuta attestate l’operazione effettuata su piattaforme dalla quale emerga che la donazione è stata versata sui conti correnti bancari dedicati all’emergenza COVID-19.

Le sospensioni varate per adempimenti e procedimenti– La circolare chiarisce come agiscono le sospensioni previste dai due decreti su alcuni obblighi fiscali. Per esempio, viene chiarito che sono spostati al 30 giugno 2020 i termini per la presentazione della dichiarazione annuale Iva, del modello TR, della comunicazione della liquidazione periodica IVA (LIPE) del primo trimestre 2020 e dell’ ”esterometro” del primo trimestre 2020.

Si sposta dal 31 maggio al 30 giugno anche la denuncia annuale da parte degli assicuratori dell’ammontare complessivo dei premi ed accessori incassati, ai fini del calcolo dell’imposta sulle assicurazioni.

Sempre rinvio della scadenza al 30 giugno sia per il controllo periodico del repertorio dei notai che per la dichiarazione di banche e altri enti ai fini dell’imposta sui finanziamenti (articolo 20 DPR n. 601/1973), anche nel caso in cui la dichiarazione stessa sia presentata da un soggetto estero tramite il proprio rappresentante fiscale in Italia. Sospeso infine l’obbligo di denuncia di eventi successivi alla registrazione di un atto (articolo 19 DPR n. 131/1986).

Sì agli accordi di conciliazione a distanza – La circolare conferma che non solo è possibile, ma è opportuno concludere accordi di conciliazione a distanza fuori udienza durante il periodo emergenziale, in modo da evitare contatti fisici e spostamenti e tutelare così la salute di dipendenti e cittadini.

In merito possono essere utilizzate le indicazioni sulla gestione a distanza del procedimento di accertamento con adesione già fornite nella circolare n. 6/E del 23 marzo 2020. Il deposito dell’accordo conciliativo, che può essere effettuato da ciascuna delle parti non oltre l’ultima udienza di trattazione in camera di consiglio o in pubblica udienza, del giudizio di primo o di secondo grado, deve essere effettuato tramite S.I.Gi.T. (Sistema informativo della Giustizia Tributaria).

La sospensione dei termini nei procedimenti di adesione – Nel caso di istanze di accertamento con adesione presentate a seguito della notifica di un avviso di accertamento si applica la sospensione per l’impugnazione dal 9 marzo al 15 aprile prevista dall’articolo 83 del Dl Cura Italia, poi estesa fino all’11 maggio dal Dl Liquidità. A questa sospensione, precisa la circolare, si sommano la sospensione di 90 giorni prevista nel procedimento di adesione e la sospensione del periodo feriale nel caso in cui il termine del ricorso ricadesse tra il 1° e il 31 agosto. Quindi, ad esempio, per un avviso di accertamento notificato il 21 gennaio scorso,

il termine per la conclusione dell’adesione o per la presentazione del ricorso scadrà il 22 settembre 2020.

Gli adempimenti connessi ai misuratori fiscali – Sospesi fino al 30 giugno anche gli adempimenti connessi verificazioni periodiche dei misuratori fiscali la cui scadenza cada dall’8 marzo al 31 maggio.

La circolare specifica anche che nel periodo dell’emergenza i controlli di conformità per i nuovi misuratori e registratori telematici che dovrebbero effettuare gli Uffici Territorio delle Direzioni Provinciali potranno essere eseguiti e autocertificati dalle aziende produttrici, con invio dell’autocertificazione via Pec alla Direzione Centrale Tecnologie e Innovazione dell’Agenzia delle entrate.

Inoltre, le richieste di rinnovo delle abilitazioni dei fabbricanti e dei laboratori abilitati alle verificazioni periodiche, in scadenza nel periodo compreso tra il 31 gennaio e il 31 luglio 2020, potranno essere inviate entro i 90 giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza. Fino allo stesso termine resteranno infine valide le autorizzazioni di idoneità delle biglietterie automatizzate e di approvazione dei modelli di misuratori fiscali adattati e di registratori telematici, rilasciate dagli Uffici dell’Agenzia delle entrate, in scadenza tra il 31 gennaio e il 31 luglio 2020.

Altri chiarimenti – La circolare fornisce anche diversi chiarimenti in merito al riconoscimento del bonus ai lavoratori dipendenti che hanno lavorato presso la propria sede nel mese di marzo, in particolare riguardo alle modalità di calcolo del limite reddituale di 40mila euro.

Emergenza Coronavirus, tutte le info nell’area dedicata – Le indicazioni, i chiarimenti e le precisazioni dell’Agenzia sulle misure introdotte dai decreti “Cura Italia” e “Liquidità” sono disponibili all’interno dell’area tematica del sito delle Entrate “Emergenza Coronavirus”, in costante aggiornamento.




Le persone positive al covid19 sono 59.618 (+2458 )

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 32.092 così suddivisi su base provinciale:Alessandria 3749, Asti 1737, Biella 1030, Cuneo 3313, Novara 2977, Torino 16.458, Vercelli 1508, Vco 1102, extraregione 218

Sono 13 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4286 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 700 Alessandria, 261 Asti, 223 Biella, 412 Cuneo, 402 Novara, 1882 Torino, 231 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 42 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 59.618 (+ 2458 rispetto a ieri) di cui 1171 (48%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: per il motivo del tampone 750 screening, 771 contatti di caso, 937 con indagine in corso; per l’ambito: 183 Rsa/Strutture socio-assistenziali, 295 scolastico, 1980 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5930 Alessandria, 3030 Asti, 1938 Biella, 7345 Cuneo, 4968 Novara, 31.305 Torino, 2362 Vercelli, 1702 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 430 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 608 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 121 (+19 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2016 (+167 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 21.103

I tamponi diagnostici finora processati sono 968. 047 (+12.547 rispetto a ieri), di cui 525.680 risultati negativi.




Esportazioni novaresi: vendite all’estero in discesa del -15,4% nel primo semestre 2020

Diminuiscono le esportazioni novaresi nei primi sei mesi dell’anno: tra gennaio e giugno le vendite all’estero dei prodotti made in Novara si sono assestate su 2,2 miliardi di euro, registrando un calo del -15,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. In flessione anche il risultato nazionale, con una variazione dell’export italiano pari al -15,4%, e quello regionale che vede le esportazioni piemontesi ridursi del -21,2%.

Sul fronte dell’import, il Novarese registra una diminuzione del -16,1%, attestandosi, in termini di valore delle merci, ad 1,2 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale si mantiene positivo e pari a 969 milioni di euro, ma in diminuzione del -17,2% rispetto al primo semestre 2019.

«I dati relativi ai primi tre mesi dell’anno avevano già preannunciato una diminuzione delle esportazioni, che considerando l’intero semestre appaiono fortemente ridimensionate a causa dell’impatto dell’emergenza sanitaria e della chiusura degli stabilimenti – commenta Cristina D’Ercole, segretario generale della Camera di Commercio di Novara – Si tratta di una situazione generalizzata, con flessioni a due cifre per tutte le province piemontesi, rispetto alle quali Novara ha manifestato un calo significativo, ma meno intenso di altri territori, ponendosi al terzo posto nella classifica decrescente regionale.

L’apertura e la presenza sui mercati esteri sono fondamentali per la nostra economia, ancor più in questa fase complessa: per questo gli interventi a favore dell’internazionalizzazione d’impresa, tra cui le certificazioni per l’estero, l’assistenza legale specialistica e la formazione, rientrano tra quelli sostenuti dalla Camera di Commercio con il bando NOVARA RESTART, per cui è possibile inviare la propria candidatura fino al 15 ottobre».

Il risultato novarese risente del calo delle vendite oltre confine dei prodotti manifatturieri, che rappresentano la quasi totalità delle esportazioni provinciali, con risultati in controtendenza per alimentari, prodotti medici e farmaceutici.
Analizzando l’export delle principali attività economiche si riscontra una flessione significativa, pari al -14,5%, per macchinari e apparecchiature (in cui risultano inclusi rubinetteria e valvolame), che si confermano comunque il comparto più rilevante, con un’incidenza del 27,6% sull’export provinciale.

Negativo anche il risultato delle sostanze e prodotti chimici (-16,8% su base annua), che si trovano al secondo posto nella classifica provinciale delle vendite all’estero, con un’incidenza del 16,7%.
Crescono, invece, i prodotti alimentari, bevande e tabacco, che mettono a segno un +4,9%, sfiorando un’incidenza del 12% e attestandosi al terzo posto nella classifica provinciale delle vendite all’estero, posizione condivisa con il tessile-abbigliamento, comparto che registra, tuttavia, un calo del -19,1%.

In netto calo appare il comparto della gomma-plastica, con una variazione che supera il -25%, mentre continua la crescita di quello dei medicinali e preparati farmaceutici che, spinto dall’emergenza sanitaria, mantiene il sesto posto nella classifica dell’export provinciale, con un sostanziale raddoppio delle vendite (+99,8%).

Per quanto riguarda i mercati di sbocco, l’Unione Europea si conferma la principale destinazione delle merci novaresi, con una quota pari al 60,8% dell’export. La performance dei mercati comunitari appare negativa e leggermente meno intensa della media provinciale, registrando un calo delle esportazioni del -11,4%.

Guardando ai singoli Paesi si riscontra una diminuzione generalizzata delle esportazioni verso i principali mercati, salvo poche eccezioni. In particolare calano del -11,2% le vendite dirette in Germania, primo mercato dell’export novarese, e del -7,7% quelle rivolte alla Francia, secondo mercato di riferimento. Aumentano, invece, del +12,2% le vendite in Polonia, crescita quasi interamente riconducibile ai prodotti alimentari, mentre si registra un calo a due cifre per la Spagna (-19,2%), con una flessione più contenuta per il Belgio e una sostanziale stabilità per i Paesi Bassi.

In merito alle vendite verso i Paesi extra-UE si registra, a livello complessivo, un netto calo, superiore alla media provinciale e pari al -20,9%. Ad incidere sono soprattutto le diminuzioni dell’export con destinazione U.S.A. (-36,7%), che risentono del crollo della componente aerospazio, Svizzera (-23,1%) e Regno Unito (-21,9%), mentre aumentano del +10% quelle verso il mercato cinese, sostenute, in particolare, dalla crescita di detergenti e prodotti chimici di base.




Marco Gay designato presidente dell’unione industriali di Torino

Questo pomeriggio il Consiglio Generale di Unione Industriali Torino ha designato Marco Gay alla carica di presidente dell’associazione confindustriale al termine del mandato di Giorgio Marsiaj. La votazione è avvenuta sulla base delle indicazioni emerse dalla relazione della Commissione di designazione, composta da Gianfranco Carbonato, Dario Gallina e Licia Mattioli, saggi incaricati delle consultazioni preliminari in qualità di ultimi tre past president dell’Associazione.

Sono onorato ed emozionato di questo primo importante passo verso la Presidenza dell’Unione Industriali di Torino, per noi ‘l’Unione’. Ringrazio i tre saggi, Licia Mattioli, Gianfranco Carbonato, Dario Gallina per il prezioso lavoro svolto, le colleghe ed i colleghi per la fiducia che mi hanno dimostrato, e il Presidente Giorgio Marsiaj per quanto ha fatto e farà” ha detto Marco Gay, Presidente esecutivo di Zest e Presidente di Confindustria Piemonte, parlando al Consiglio Generale. “Ci aspettano sfide importanti, economiche e sociali. Sono certo che le imprese torinesi saranno un motore di crescita, sviluppo e benessere, ed un acceleratore di opportunità, in grado di continuare a competere e di creare ed attrarre nuove eccellenze industriali e tecnologiche – ha aggiunto – siamo un punto fermo nell’affrontare i cambiamenti, perché Torino è un melting pot di industria e saperi in grado di attirare talenti, che vogliono competere ogni giorno a livello nazionale ed internazionale”. “Il mio principale impegno – ha proseguito Gay – sarà coinvolgere in questo progetto, insieme ad una squadra forte e capace, i nostri associati. Insieme lavoreremo per costruire un impatto positivo e concreto dentro e fuori Confindustria, perché l’industria torinese è un patrimonio di ingegno, innovazione e conoscenza che da sempre si mette al servizio del Paese. La passione, il coraggio, la visione, la concretezza e la serietà guidano ogni giorno la nostra vita imprenditoriale e con lo stesso spirito ho presentato la mia candidatura alla presidenza della nostra associazione con l’auspicio, che questo viaggio che abbiamo davanti ci porti ad essere non solo attori ma protagonisti di quello che saremo nel prossimo futuro”.

Quello odierno rappresenta il primo passo nel percorso di rinnovo dei vertici associativi, a cui seguirà un’ulteriore riunione del Consiglio Generale nella giornata del prossimo 25 giugno, nel corso della quale il presidente incaricato presenterà e sottoporrà al voto la sua squadra di presidenza. Successivamente, come da Statuto, spetterà poi all’Assemblea Generale riunita in forma privata il prossimo 15 luglio, l’elezione di Marco Gay a presidente dell’Unione Industriali Torino per il quadriennio 2024-2028 e dei vicepresidenti.

Nel chiudere la propria esperienza, Giorgio Marsiaj ha voluto tracciare un breve bilancio di questi anni: “Concludo il mio mandato con la soddisfazione di aver servito senza riserve il sistema imprenditoriale cittadino in una delle fasi più delicate della storia economica recente del Paese, che ha messo a dura prova la resilienza delle nostre aziende. Unione Industriali Torino è stata al loro fianco sempre e insieme abbiamo attraversato un guado insidioso. Ma ne siamo venuti fuori con determinazione, affrontando le sfide dei grandi mutamenti globali in corso con la consapevolezza di avere le carte in regola per consolidare il ruolo di Torino come polo manifatturiero e tecnologico leader in Europa. Lascio una Unione Industriali Torino solida, autorevole e cresciuta nel numero di associati, grazie anche a una struttura di primordine, a cui va la mia gratitudine per il prezioso lavoro svolto al mio fianco. Un’associazione rimodernata sia dal punto di vista organizzativo, sia per i servizi offerti, vicina ai temi della contemporaneità e capace di rappresentare un interlocutore di riferimento per le istituzioni. Il tutto coronato dalla conquista del titolo di Capitale della Cultura d’Impresa 2024 che ha rianimato l’orgoglio dell’imprenditoria torinese. È ora un piacere passare il testimone a Marco Gay, imprenditore attento e sensibile alle esigenze del mondo produttivo come della società, che saprà imprimere ulteriore slancio al percorso avviato”.




In Piemonte servirebbero 300mila mascherine alla settimana per il sociosanitario

È di circa 300mila alla settimana il numero di mascherine necessario per il comparto sociosanitario piemontese e, al momento, ne abbiamo distribuite circa 50mila. Da lunedì, grazie a nuove acquisizioni, sarà possibile ricominciare i rifornimenti. La situazione è difficile e in continua evoluzione”.

Lo ha dichiarato l’assessore regionale al Welfare Chiara Caucino nel corso della seduta odierna della quarta Commissione, presieduta dal presidente Alessandro Stecco.

L’incontro è stata l’occasione per fare il punto su una situazione che al momento appare assai complessa.

Ivano Martinetti, intervenuto per il M5s con i consiglieri Francesca FredianiSarah Disabato e Giorgio Bertola, l’assessore ha assicurato di aver chiesto alla Giunta regionale “di prevedere strumenti di comunicazione per permettere ai ricoverati di parlare con i propri cari in modo continuativo, soprattutto negli ultimi istanti di vita, in quanto accanto alla sanità è necessario salvaguardare l’umanità”.

Carlo Riva Vercellotti (Fi) l’assessore ha assicurato che è in corso “un confronto continuo con cooperative, enti assistenziali e direttori delle strutture per lavorare il più possibile in sinergia”, mentre sussistono criticità rispetto al personale delle Rsa “che ha portato a sostituzioni per non interrompere i servizi e renderli il più possibile omogenei su tutto il territorio”.

Domenico Rossi, intervenuto per il Pd con i consiglieri Raffaele Gallo, Daniele ValleMonica Canalis, l’assessore ha sottolineato che “sarebbe quanto mai necessario un protocollo regionale per l’effettuazione dei tamponi nelle Rsa” e ha specificato che, comunque, “tutti i direttori delle Asl hanno gli strumenti per procedere e agire”.

L’assessore ha condiviso l’opportunità, evidenziata da Gianluca Gavazza (Lega) e Marco Grimaldi (Luv), di dotare di pulsossimetri i pazienti che presentano sintomi da Covid che potrebbero essere monitorati a distanza consentendo di liberare posti negli ospedali.

“È anche indispensabile – ha aggiunto Grimaldi – cominciare a fare i tamponi agli operatori e al personale medico più volte annunciato e non sottovalutare realtà potenzialmente a rischio come i dormitori.

Davide Nicco (Fdi) ha denunciato che alcune Rsa con casi conclamati di Coronavirus si trovano in situazioni decisamente critiche e ha avanzato perplessità sui meccanismi di approvvigionamento e di segnalazione di dispositivi per la sicurezza all’Unità di crisi.

Silvio Magliano (Moderati), che ha segnalato la possibilità, contenuta nel decreto “Cura Italia” di prevedere per i Comuni la possibilità di rendere a livello individuale servizi inizialmente previsti per gruppi, l’assessore ha risposto che alcuni sono già stati rimodulati e che l’Assessorato preparerà a breve una circolare in materia.




Imprese prudenti per il primo trimestre 2024, ma non si parla di recessione

Sono indicatori che confermano un peggioramento del clima di fiducia dell’industria piemontese nelle previsioni per il primo trimestre del 2024, andamento peraltro già anticipato dalle analisi dei precedenti trimestri, quelli che emergono dall’indagine effettuata nel mese di dicembre da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, raccogliendo le valutazioni di circa 1.000 realtà manifatturiere e dei servizi.

Tuttavia, il dato complessivo rappresenta la sintesi di andamenti assai diversi, se non addirittura opposti, fra il comparto manifatturiero e quello dei servizi. Nella manifattura le previsioni risultano decisamente negative per produzione, ordini, export e redditività, in deciso rallentamento rispetto a settembre. Nell’ambito dei servizi il clima di aspettative appare invece molto diverso, con indicatori ancora in zona espansiva e più robusti rispetto alla scorsa rilevazione.

Come già evidenziato nei mesi scorsi, la sostanziale tenuta degli indicatori a consuntivo esclude una vera e propria svolta recessiva, almeno nel breve termine.

Il tasso di utilizzo degli impianti e delle risorse rimane elevato sia nella manifattura sia nei servizi. Non aumentano i ritardi negli incassi e si presenta stabile il carnet ordini. Rallentano leggermente gli investimenti, lungo un trend cedente in atto da inizio anno. Per quanto riguarda l’occupazione, il dato aggregato non varia in misura rilevante rispetto a settembre, ma riflette un peggioramento della manifattura e un rafforzamento dei servizi.

A livello settoriale, nell’industria quasi tutti i settori esprimono valutazioni negative.  Il clima di aspettativa è particolarmente sfavorevole nei comparti tessile-abbigliamento, cartario-grafico, edilizia e manifatture varie (gioielli, giocattoli ecc.). Rallentano anche la metalmeccanica (soprattutto i macchinari) e l’alimentare (per il quale però il primo trimestre si caratterizza tipicamente per stagionalità negative). In crescita automotive, impiantisti, chimica, gomma-plastica, legno.

Per quanto riguarda il terziario, in tutti i comparti i saldi sono positivi e in rafforzamento rispetto a settembre; spiccano in particolare ICT, logistica e servizi alla persona. Fa eccezione, come già nei mesi scorsi, il comparto del commercio e turismo.

Torna ad ampliarsi la forbice dimensionale. Le imprese con oltre 50 dipendenti hanno attese positive; tra le più piccole prevalgono invece previsioni negative.

Torino si conferma al di sopra della media regionale

Anche a dicembre le indicazioni delle imprese torinesi risultano decisamente più favorevoli rispetto a quelle dell’intero campione piemontese. Come a livello regionale, si osserva nella manifattura un forte raffreddamento del clima di fiducia, in gran parte compensato dal miglioramento dei servizi.

A differenza di quello piemontese, a livello aggregato il saldo sulla produzione rimane ben al di sopra del livello di equilibrio tra attese di aumento e riduzione. Lo stesso vale per le previsioni sugli ordini, negative per il Piemonte e positive per Torino. Nella manifattura, invece, entrambi gli indicatori scendono al di sotto di quota zero dopo undici trimestri.

Nella manifattura aumenta lievemente il ricorso alla cassa integrazione, che resta comunque su livelli contenuti. Varia di poco il tasso di utilizzo delle risorse (vicino al pieno utilizzo). Sostanzialmente stabile la propensione a investire: poco meno di un quarto delle imprese ha programmi di investimento di un certo rilievo. Circa un terzo delle imprese ha ordini garantiti per oltre 6 mesi. Migliora la redditività, soprattutto nel terziario, contrariamente a quanto osservato a livello regionale. Il più favorevole dato torinese è spiegato dal maggior peso dei settori con aspettative più positive, come ad esempio l’automotive.

Commenti sulle previsioni del primo trimestre 2024

Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali Torino

«Le indicazioni delle nostre imprese vanno interpretate alla luce del marcato rallentamento dell’economia italiana ed europea nella seconda parte dell’anno. È di questi giorni il dato sulla crescita zero del Pil dell’area euro e del nostro paese nel terzo trimestre; analoga tendenza riguarderà gli ultimi mesi del 2023 e con ogni probabilità almeno i primi tre mesi del 2024. D’altra parte, è una buona notizia il raffreddamento dell’inflazione, che potrebbe consentire alla BCE di anticipare ad aprile-maggio la svolta espansiva della politica monetaria, ridando ossigeno alle imprese e al sistema economico. Ci troviamo dunque in una fase di transizione e attesa, in cui è più che mai importante non perdere di vista i fondamentali sul buono stato di salute della nostra industria, e soprattutto del terziario, che ci viene confermato dalla tenuta di tutti gli indicatori a consuntivo: tasso di utilizzo delle risorse, ritardi nei pagamenti, CIG e occupazione, tempi di pagamento».

Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte

«La percezione delle imprese piemontesi per il primo trimestre 2024 segue le tendenze dell’ultima parte di quest’anno. L’aumento consistente e repentino dei tassi di interesse è un elemento che sta determinando evidentemente la riduzione degli investimenti, condizionando le aspettative per l’export, specie verso quei Paesi che sono grandi partner storici della nostra regione, e nelle cui filiere produttive le nostre aziende sono saldamente presenti ed attive. I dati sottolineano due punti importanti: la twin transition diventa centrale per lo sviluppo industriale del nostro territorio e il binomio prodotto-servizio deve diventare centrale per portare valore aggiunto sulle produzioni e buona occupazione. Auspichiamo che il lento rientro dell’inflazione porti ad una progressiva normalizzazione dei tassi e degli investimenti. A livello nazionale, è quindi più che mai urgente avviare un piano di politica industriale incardinato anche alla rimodulazione del PNRR attraverso le risorse del Repower EU destinate al piano Industria 5.0. Infine, per le imprese piemontesi è imprescindibile puntare sui giovani e sulle competenze per continuare a crescere nelle filiere, conquistare nuovi mercati e attrarre nuovi investimenti e insediamenti industriali».

Sintesi dei dati per Torino

Per il primo trimestre 2024 il 25,2% delle aziende prevede un aumento della produzione, contro il 15,7% che si attende una diminuzione: il saldo, pari a +9,4%, cala di 4 punti percentuali rispetto alla rilevazione di settembre ed è di quasi 11 punti superiore al saldo del Piemonte nel suo complesso (-1,5%). Trend analogo per gli ordinativi, con un saldo del 9,8% praticamente stabile rispetto alla scorsa rilevazione. L’unico dato negativo è quello delle esportazioni, in calo di oltre 1,8 punti rispetto a settembre. Tengono gli investimenti: sono il 22% le aziende con programmi di spesa di un certo impegno, una quota analoga alla media piemontese. Aumenta il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’8,0% delle imprese, in aumento di 2,3 punti percentuali rispetto a settembre. Varia poco il tasso di utilizzo di impianti e risorse (80%), che resta sui valori medi di lungo periodo.

Sembra chiudersi, nella provincia di Torino, la tradizionale forbice tra imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti) e imprese di minori dimensioni (sotto i 50 addetti), con attese sulla produzione rispettivamente pari a +11,9% e +8,6%, per il prossimo trimestre.

Dettaglio: i principali risultati dell’indagine piemontese

Per il primo trimestre del 2024, le attese sulla produzione delle circa 1.000 imprese piemontesi registrano una battuta di arresto, in linea con il trend già iniziato nella seconda parte del 2023: il 16,3% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 19,4% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a -1,5% (era +2,3% a settembre). Rallentano le attese sugli ordini, con un saldo del -2,4% in calo di 2 punti percentuali rispetto a settembre.

Positivo, invece, il dato sull’occupazione, con il 16,3% delle rispondenti che ne prevede un aumento, il 7,7% che ne prevede la riduzione e un saldo ottimisti-pessimisti pari a +8,6% (era 11,2% la scorsa rilevazione).

Frenano ulteriormente le aspettative sull’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a -8,4%, probabilmente a causa del protrarsi dell’incertezza e al rallentamento dell’economia globale. Cala leggermente ma resta buono il livello degli investimenti, che interessano oggi il 22,4% delle rispondenti (era il 25,2% a settembre). Aumenta il ricorso alla cassa integrazione, che interessa ora il10,8% delle imprese. Varia poco il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (78%). Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), più ottimiste sui livelli produttivi (saldo +6,5%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo nuovamente negativo, dopo molti trimestri di crescita (-4,7%).

A livello territoriale, si osservano attese positive solo per Torino e Cuneo, anche se per quest’ultima sono decisamente più caute (rispettivamente (+9,4% e 0,8%). Tutte le altre province registrano saldi negativi: Biella -22,0%, Vercelli -12,9%, Novara -4,1%, Verbania -3,4%, Asti -3,2%, Alessandria -1,1%.

Nel manifatturiero, si registra un ulteriore raffreddamento delle attese, rispetto a settembre, con saldi che passano da -1,3% a -10,1% per la produzione. Ancora negativo il saldo sugli ordinativi che passa da -5,6% a -12,6%.

Positive, per contro, le attese sull’occupazione, con saldo pari a +2,6%, da +8,7% di settembre. Peggiora ancora il saldo dell’export, che passa da -9,2% a -11,2%.

Perdono qualche punto gli investimenti, che interessano il 22,9% delle aziende, in calo rispetto al 25,6% di settembre. Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (76%), mentre torna a salire il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 15% delle imprese.

A livello settoriale, il calo più consistente interessa tessile-abbigliamento (-31,5%), cartario-grafico (-21,1%), edilizia (-13,0%) e manifatture varie (-12,7%).

Più contenuto il rallentamento per metalmeccanica (-7,7%), soprattutto macchinari (-16,9%), e alimentare (-4,3%). Migliorano, invece, le attese nei comparti impiantisti (+9,5%), legno (+8,3%), chimica (+5,9%), gomma-plastica (+5,4%) e automotive (+2,8%).

Nei servizi il clima di fiducia resta stabilmente positivo rispetto a settembre. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari a +18,3% (era 11,2% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +21,2% (da +12,1%), quello sull’occupazione è pari +22,3% (era 17,2%). Gli investimenti rallentano (21,1%), azzerato il ricorso alla CIG (0,7%), alto il tasso di utilizzo delle risorse (84%).

A livello settoriale, le attese delle aziende del terziario sono positive in quasi tutti i comparti, con saldi pari a +29,5% per l’ICT, +27,0% per gli altri servizi, +24,0% per i trasporti, +16,7% per le utility, +15,2% per i servizi alle imprese. Unica eccezione, il commercio e turismo, che registra un saldo negativo (-6,7%).FOCUS: il settore Alimentare

Nella rilevazione di dicembre è stato condotto un approfondimento sul settore Alimentare. Secondo i dati Istat 2021, in Piemonte le 3.739 aziende del comparto danno lavoro a 38.582 persone e nella sola area del Torinese si contano 1.505 realtà con 12.892 addetti impiegati.

Negli ultimi dieci anni la quantità di imprese piemontesi e torinesi ha visto una flessione (rispettivamente -12,0% e -8,7%). Per contro, a fronte di una diminuzione regionale degli addetti (-1,4%), a livello provinciale si registra un aumento del 4,8%.

Il settore alimentare piemontese è costituito all’84% da microimprese (con un massimo di 9 dipendenti), per il 13,9% da piccole imprese (da 10 a 49 addetti), per il 2,0% da medie (da 50 a 250 addetti) e per lo 0,3% da grandi (oltre i 250 addetti).

Il comparto nel 2022 ha esportato beni per circa 8 miliardi di euro (il 15,3% del totale italiano del settore), con un incremento del 13,3% rispetto al 2021, e oltre la metà di tali esportazioni viene inviata in paesi UE, soprattutto Francia e Germania.

Le previsioni delle nostre aziende alimentari per il primo trimestre 2024 sono in linea con quelle del manifatturiero piemontese: registrano, cioè, saldi ottimisti pessimisti in discesa rispetto alle attese per il quarto trimestre 2023, benché il calo per l’alimentare risulti meno marcato.

Il 15,7% delle imprese alimentari piemontesi prevede un aumento della produzione, contro il 20% che si aspetta una diminuzione (saldo -4,3%). Stabili gli ordini totali con un saldo ottimisti pessimisti uguale a zero. Il 12,9% delle aziende pronostica un aumento dell’occupazione, a fronte del 10% che si attende una diminuzione (saldo 2,9%). Ancora positivo l’export, con un saldo pari al +1,6%.

Il ricorso alla cassa integrazione, aumentato durante il periodo pandemico, è tornato a livelli storicamente bassi (2,9%) e comunque decisamente inferiori alla media piemontese. Il tasso di utilizzo delle risorse resta su livelli assai elevati (73%). Il 36% degli intervistati ha programmi di investimento di un certo rilievo, percentuale ben superiore alla media del manifatturiero regionale. Il carnet ordini del comparto alimentare è composto dal 25,0% delle aziende che ha visibilità di un mese, il 39,7% per 1-3 mesi, il 22,1% che ha ordini per 3-6 mesi e il 13,2% per oltre 6 mesi.

Commento all’approfondimento sul settore Alimentare

Simona Radicci, presidente Gruppo Alimentari Unione Industriali Torino:

«L’industria alimentare italiana riveste un ruolo da protagonista non soltanto nell’ambito della composita filiera nazionale del food, ma rappresenta un pilastro dell’intero sistema manifatturiero del Paese in termini di fatturato, numero di imprese, addetti e valore delle esportazioni. Come evidenziato nella recente indagine Federalimentare-Censis, le industrie del settore negli ultimi dieci anni hanno registrato complessivamente un incremento di fatturato del 24,7% in termini reali, aumentando l’occupazione del 12,2% e il valore delle esportazioni in termini reali del 60,3%.

Si tratta di patrimonio identitario che porta il vessillo del Made in Italy nel mondo e a cui il territorio torinese fornisce un contributo prezioso. Le nostre realtà sono diretta espressione della tradizione cittadina nel comparto, forte di marchi storici e rinomati sia di grandi gruppi industriali, sia di piccole e medie imprese prestigiose, a cui si affiancano numerose altre aziende di qualità operanti in tutti i campi, dal dolciario al conserviero, dal vitivinicolo al lattiero-caseario, dalle bevande alle carni ecc.

Un’articolazione di realtà il cui mercato, al di là degli andamenti stagionali e seppur messo alla prova in questi ultimi anni da fenomeni recessivi, appare meno vulnerabile e rispetto ad altri comparti industriali. Inoltre, le nostre aziende sostengono lo sviluppo dell’economia locale, oltre che con la produzione diretta di generi alimentari, anche originando un indotto importante, costituito da un’ampia serie di imprese fornitrici di prodotti, macchinari e servizi connessi, destinati a confezionamento, conservazione, trasporto e stoccaggio, distribuzione».




Anche Confagricoltura Asti presente alla Festa del “Grazie”

Tribune dello Stadio “Bosia” di Asti gremite, pur nel rispetto del distanziamento, sabato scorso 19 settembre per dire grazie a tutti coloro che hanno dato un contributo per uscire dall’emergenza Covid.

Grande manifestazione, voluta dall’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Asti Mariangela Cotto insieme all’Associazione degli Alpini e all’associazione Dono del Volo guidata da Giorgio Calabrese, durante la quale si sono succeduti numerosi interventi e toccanti testimonianze, tra cui quelle del commissario dell’ASL Giovanni Messori Ioli e del primario del reparto Malattie Infettive dell’Ospedale di Asti Francesco De Rosa.

Nella seconda parte della manifestazione il Vescovo di Asti, Monsignor Marco Pastraro, ha officiato una funzione in cui, al momento dell’offertorio, sono stati portati all’altare alcuni cesti colmi di doni della terra da parte delle associazioni agricole, anch’esse operanti a vario modo nel periodo del lock-down.

Per Confagricoltura Asti era presente il direttore Mariagrazia Baravalle che commenta così la giornata: “Mi sono commossa più volte oggi, la solidarietà e l’impegno sociale di tutto il territorio astigiano hanno ricevuto il giusto riconoscimento ed è risuonata a gran voce la speranza perché tutto si risolva per il meglio nei prossimi mesi, in primis per la sicurezza dei cittadini e, come diretta conseguenza, per le attività economiche”.