Servizio Civile Universale: per lavorare presso Patronato Enapa Confagricoltura Asti

C’è tempo fino al 10 febbraio per candidarsi come volontari del Servizio Civile Universale presso le sedi territoriali del Patronato Enapa di Confagricoltura. “Si tratta di un’ottima occasione di formazione, di crescita individuale e professionale destinata ai giovani tra i 18 e i 29 anni non compiuti, che intendano fare un’esperienza per impegnarsi nell’assistenza e tutela in favore dei lavoratori, dei pensionati e di tutti i cittadini presenti sul territorio dello Stato“, afferma Mariagrazia Baravalle, direttore della Confagricoltura di Asti.

Il Patronato Enapa ha messo a disposizione 240 posti in tutta Italia, con una parte riservata ai giovani con difficoltà economiche, distribuiti in 100 sedi territoriali, di cui ben 55 sono sedi provinciali. Ogni progetto avrà una durata di dodici mesi, con un impegno giornaliero di cinque ore, per un totale di 25 ore settimanali e verrà retribuito con un contributo mensile di € 444,30.

Per chi vuole mettersi al servizio della comunità civile, lo può fare prestando servizio nei 6 progetti del Patronato Enapa della Confagricoltura di Asti, così suddivisi:

 

– 2 progetti presso la sede centrale di Asti (Via Monti, 8)

– 2 progetti presso l’ufficio zona di Nizza Monferrato (Piazza Garibaldi, 51)

– 2 progetti presso l’ufficio zona di San Damiano (Corso Roma, 28).

 

Grazie a questo bando i giovani volontari avranno l’opportunità di maturare un’esperienza di lavoro negli ambiti dell’assistenza e tutela dei diritti dei cittadini (anziani, immigrati, disoccupati, persone con handicap) e dell’educazione e informazione sui diritti sociali, grazie ai progetti di servizio civile.

 

Per presentare la propria candidatura è possibile trovare tutte le informazioni di dettaglio al seguente link: https://confagriasti.it/servizio-civile-universale-modalita-di-presentazione-delle-domande/




Cnvv: Con l’ingresso dell’IIS “Lombardi” di Vercelli cresce rete scuole per innovazione

Si amplia il numero di scuole appartenenti alla “Rete per l’innovazione, lo sviluppo, la sperimentazione tecnologico/economica e le sinergie territoriali”, costituita su iniziativa di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) a fine settembre 2022. Venerdì 3 febbraio 2023, infatti, ne è entrato a far parte anche l’Istituto di istruzione superiore “Lombardi” di Vercelli, che si aggiunge all’Istituto tecnico “Omar” di Novara (ente capofila), all’Istituto tecnico “Da Vinci” di Borgomanero (No) e all’Istituto di istruzione superiore “Lancia” di Borgosesia (Vc), condividendo le iniziative delle reti nazionali delle scuole della Meccatronica, delle scuole con indirizzo “Industria e artigianato per il Made in Italy”, delle scuole tecniche e professionali con indirizzi “Manutenzione e assistenza tecnica” e di quelle del settore Tessile, abbigliamento e moda.
L’accordo di rete ha l’obiettivo di accrescere le sinergie per sviluppare percorsi di apprendimento finalizzati, anche attraverso i contributi delle industrie del territorio, all’innovazione, allo sviluppo, e alla sperimentazione tecnologica, soprattutto per quanto riguarda gli ambiti della meccatronica, della robotica e dell’automazione. Per avvicinare il mondo della scuola e quello del lavoro verranno introdotti nuovi percorsi formativi, anche con esperti aziendali, in aula e nelle imprese, sulle competenze richieste dall’innovazione tecnologica, anche in relazione ai fabbisogni del tessuto produttivo, e verranno avviate collaborazioni con altri attori istituzionali, anche per favorire gli inserimenti lavorativi e le attività di Pcto.
«Con questo accordo – dichiara la dirigente del “Lombardi”, Antonella Aliberti – si potenzia l’offerta formativa dei nostri istituti, Iti “Faccio” e Ipia “Lombardi”, e si accrescono le sinergie con il mondo delle imprese per far corrispondere le competenze formative alle esigenze del sistema produttivo. Scuole e aziende devono essere sempre più in sintonia tra loro, anche per potenziare e migliorare gli studi tecnici e professionali. Sono molto soddisfatta di poter collaborare con le aziende del territorio in un percorso che auspico sempre più approfondito e proficuo».
«Con l’ingresso di un nuovo istituto – aggiunge Francesco Ticozzi, dirigente dell’”Omar” – è stato fatto un ulteriore passo in avanti per l’incremento della rete, non solo numericamente ma con l’intenzione di attivare progetti comuni. Ora ci impegneremo per avviare iniziative condivise, lavorando per obiettivi in modo da dare concretezza ai contenuti dell’accordo. Anche grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr è nostra intenzione realizzare iniziative da svolgere in tutte le scuole aderenti, per far crescere le competenze di chi vi studia».
«Per il mondo delle imprese – conclude Riccardo Cavanna, presidente della Cavanna Spa e vicepresidente di Cnvv con delega a capitale umano e formazione professionale – è fondamentale che le scuole collaborino tra loro e con le realtà del territorio e siamo sempre disponibili a favorire iniziative comuni tra gli istituti. Auspico che anche le aziende collaborino sempre più con le scuole, contribuendo a migliorarne le strutture e dando opportunità operative a studenti e studentesse, ad esempio attraverso percorsi di progettazione condivisa e periodi di apprendistato. Oltre al potenziamento della rete è infatti fondamentale sviluppare iniziative concrete».

 




Confartigianato Cuneo prosegue gli incontri con i sindaci cuneesi a sei mesi dalla loro elezione.

Continuando nel percorso avviato nelle scorse settimane, Confartigianato Imprese Cuneo ha incontrato gli altri tre sindaci eletti nella tornata dell’autunno scorso: Roberta Robbione sindaca di Borgo San Dalmazzo, Luca Robaldo sindaco di Mondovì nonché presidente della Provincia, Patrizia Manassero sindaca di Cuneo. I tre primi cittadini hanno accettato di onorare la promessa con la quale avevano concluso il loro incontro elettorale con l’Associazione: in caso di elezione, programmare un incontro a distanza di sei mesi con i vertici associativi per fare il punto sulle iniziative avviate e sulle problematiche del territorio, con un occhio di riguardo rivolto al mondo produttivo.

All’appuntamento, svoltosi nella sede provinciale di Confartigianato, erano presenti il presidente di Confartigianato Imprese Cuneo Luca Crosetto accompagnato dai presidenti zonali di Borgo San Dalmazzo Katia Manassero, di Mondovì Davide Sciandra e di Cuneo Valerio Romana.

«Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti. – ha dichiarato il presidente Crosetto – I sindaci si sono dimostrati molto collaborativi nel confronto, dichiarando la loro piena disponibilità a rafforzare le sinergie già esistenti con la nostra realtà per favorire crescita e sviluppo del territorio e delle sue attività imprenditoriali. L’incontro ha offerto anche l’opportunità di fare il punto sul work in progress dell’attività comunale, andando a verificare lo stato dell’arte di alcune iniziative orientate ad un fattivo sostegno a comunità ed imprese in un frangente ancora piuttosto turbolento».

I sindaci sono stati sollecitati con alcune domande a spiegare la loro posizione sui diversi problemi cittadini attraverso un’intervista realizzata e programmata in streaming dal quotidiano on line Targatocn.

Tra i temi sottoposti, il caro energia e carburante che sta mettendo in ginocchio cittadini ed imprese e la conseguente necessità di un intervento di calmierazione dei tributi comunali, l’impegno a guardare a nuove iniziative sostenibili come le nascenti comunità energetiche, la rivitalizzazione della vita culturale e turistica dei due territori anche attraverso una maggiore valorizzazione della collaborazione con Confartigianato Cuneo, ed infine un giudizio personale sull’esperienza di primo cittadino.

Per ognuno poi, sono stati affrontate problematiche più specifiche: per Borgo San Dalmazzo la questione tuttora in pieno dibattito riguardante la realizzazione del biodigestore, per il quale sono previsti finanziamenti dal PNRR di 13 milioni di euro, per Mondovì l’installazione dei cartelli luminosi riferiti all’applicazione delle nuove normative antismog che stanno creando gravi difficoltà alle imprese artigiane, per Cuneo i progetti di sostegno all’economia locale attraverso il Distretto Urbano del Commercio, l’immagine di Cuneo come capitale della cultura, della gastronomia di qualità e punto di riferimento dei territori montani e l’intensificazione dello scambio economico –culturale con la vicina Francia.




Cuneo. Nati mortalità delle imprese, in sofferenza agricoltura e commercio

Per il sistema imprenditoriale della provincia di Cuneo il 2022 si chiude restituendo leggeri segnali di sofferenza.

Nel periodo gennaio-dicembre 2022 la Camera di commercio di Cuneo riporta la nascita di 3.347 nuove iniziative imprenditoriali, 157 in meno (-4,5%) rispetto all’anno precedente, e 3.478 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), 238 in più                  (+7,3%) rispetto al 2021.

Queste dinamiche hanno consegnato un saldo negativo a fine anno di 131 unità, corrispondente a un tasso di crescita del -0,20% (+0,40% nel 2021 e -0,61% nel 2020).

Lo stock di imprese a fine dicembre 2022 è pari a 65.531 sedi, mentre sono 80.842 le localizzazioni (comprensive di unità locali; erano 81.049 a fine 2021).

pastedGraphic.png

(*) valutate al netto delle cessazioni d’ufficio

Fonte: elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati InfoCamere

“Nel corso del 2022 la demografia d’impresa cuneese mostra lievi segnali di rallentamento, dopo l’incremento del numero delle aziende nel 2021 – afferma il presidente Mauro Gola -. Si consolidano i trend di crescita delle società di capitali e di calo delle ditte individuali; il tessuto imprenditoriale viene trainato da costruzioni, turismo e servizi. Frenano agricoltura e commercio. Stabile l’industria”.

Il tasso di crescita della provincia di Cuneo (-0,20%) risulta in controtendenza rispetto a quello regionale (+0,25%) e nazionale (+0,79%). 

Tasso di crescita per area territoriale

  Anno 2022

pastedGraphic_1.pngche ris

Fonte: elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati InfoCamere

L’analisi dei dati dal punto di vista della forma organizzativa delle imprese conferma in parte il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale provinciale. A evidenziare una sostenuta espansione sono infatti, anche nel 2022, le società di capitale che, con un peso del 14,4% sul totale delle aziende cuneesi, registrano un tasso di crescita del +4,04% seguite dalle altre forme (in cui confluiscono cooperative e consorzi) con un +0,07%. Negativa invece la performance delle restanti forme giuridiche. Il risultato meno confortante è riportato dalla ditte individuali (-0,92%) che costituiscono il 61,2% delle imprese provinciali, seguite dalle società di persone (-0,82%).

Imprese registrate per forma giuridica       Tasso di crescita per forma giuridica

     Al 31 dicembre 2022                     Anno 2022

pastedGraphic_2.png

Fonte: elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati InfoCamere

Tra i settori di attività la dinamica più incoraggiante viene registrata dalle costruzioni (+2,16%), trainate dai bonus edilizia, seguite dal turismo (+1,29%) complice un autunno che ha visto numeri incoraggianti soprattutto per l’area alpina e per tutto il comparto legato all’outdoor, dagli altri servizi (+1,20%) e dall’industria in senso stretto (+0,02%).

Negativi i trend esibiti dagli altri comparti provinciali. A pagare le maggiori conseguenze è l’agricoltura (-2,20%) che rappresenta il 27,9% delle imprese della Granda, seguita dal commercio (-1,43%).

 Imprese registrate per settore   Tasso di variazione % annuale

Al 31 dicembre 2022     dello stock per settore

Anno 2022

pastedGraphic_3.png

Fonte: elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati InfoCamere




Confagricoltura di Asti dona un importante contributo al centro di ascolto di Asti “L’Orecchio di Venere”

1000 euro: è questo l’ammontare del ricavato raggiunto dalla Confagricoltura di Asti in occasione della distribuzione delle clementine antiviolenza (più di 3 quintali, di cui buona parte offerta dalla cooperativa COAB di Corigliano-Rossano).

Lo scorso 25 e 26 novembre infatti Asti Agricoltura, in collaborazione con il Soroptimist di Asti, era impegnata in centro città, sotto i portici di Piazza Alfieri, nella distribuzione delle clementine, simbolo della lotta contro ogni violenza di genere.

Le clementine sono state scelte nel maggio del 2013 quale simbolo della lotta contro la piaga del femminicidio e delle tante forme di violenza subite dalle donne, in seguito all’atroce uccisione di Fabiana Luzzi, giovane studentessa di Corigliano Calabro, massacrata dall’ex fidanzato.

Il ricavato dell’iniziativa locale è stato interamente devoluto a “L’Orecchio di Venere”, il centro antiviolenza di Asti, facente parte della Croce Rossa, che offre accoglienza e sostegno a donne vittime di qualsiasi tipo di violenza.

Nella giornata di ieri, presso la sede di Asti Agricoltura, il direttore Mariagrazia Baravallee la presidente della Consulta Femminile Maria Pia Lottini, hanno consegnato l’importo di 1000 euro alla presidente de “L’Orecchio di Venere” Elisa Chechile, presente insieme a due volontarie, la quale ha raccontato con soddisfazione: “Questa somma verrà utilizzata per operazioni di “piccolo portafoglio”, ovvero attività svolte all’interno del territorio rivolte a donne in difficoltà per le quali è necessaria una disponibilità immediata di risorse economiche”.

Siamo felici e onorati di aver dato il nostro contributo a questa iniziativa e ci riteniamo molto soddisfatti della risposta ottenuta da parte dei cittadini astigiani e non solo, visto che erano giorni di mercatini e fiere con un notevole afflusso di turisti”, afferma il direttore di Asti Agricoltura Mariagrazia Baravalle. “Da diversi anni Confagricoltura si batte al fianco delle donne contro qualsiasi tipo di violenza. E’ necessario tuttavia un intervento più incisivo da parte delle istituzioni affinché questa piaga venga completamente e radicalmente eliminata”.

Si tratta di un tema che va affrontato tutti i giorni per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica, fornendo al tempo stesso il giusto sostegno a tutte le donne che ogni giorno sono vittime di qualunque tipo di sopruso”, conclude la presidente della Consulta Femminile di Asti Agricoltura Maria Pia Lottini.




Lavoro: nel 2022 cresce la richiesta di laureati. Ma quasi uno su due è introvabile

Continua a crescere nel 2022 la domanda di personale laureato da parte delle imprese ma quasi in un caso su due la ricerca risulta particolarmente difficile. Come mostra il Bollettino annuale 2022 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, lo scorso anno la domanda di laureati ha superato le 780mila unità, arrivando a rappresentare il 15,1% del totale dei contratti che le imprese intendevano stipulare, in aumento di 1,4  punti percentuali rispetto al 2021. Il 47% di questi profili, però, risulta difficile da trovare, richiedendo alle imprese una ricerca che può impegnare anche 4-5 mesi. La difficoltà di trovare laureati da parte delle imprese è persino superiore al già elevato dato medio riferito a tutte le entrate programmate. Infatti, a fronte di una crescita significativa delle entrate previste nel 2022 (5,2 milioni, in aumento dell’11,6% rispetto al 2021 e del 12,2% rispetto all’anno prima della pandemia), il mismatch ha superato la quota del 40% delle entrate complessive, oltre 8 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno e 14 punti percentuali in più rispetto al 2019.

In termini assoluti, questo si traduce in quasi due milioni di assunzioni nel 2022 per le quali le imprese hanno riscontrato difficoltà, circa 600mila in più rispetto all’anno scorso, ma quasi il doppio (1milione) di quanto evidenziato prima della pandemia.

Il mancato incontro tra domanda e offerta è una delle grandi strozzature del mercato del lavoro italiano”, sottolinea il presidente di UnioncamereAndrea Prete. “Anche per questo abbiamo lanciato nei mesi scorsi la piattaforma excelsiorienta, con l’obiettivo di aiutare gli studenti a conoscere ed orientarsi meglio nel mondo del lavoro, in modo da scegliere il percorso di studi più adeguato alle proprie attitudini e alle esigenze delle imprese”.

La domanda dei titoli di studio

Lo “zoccolo duro” dell’occupazione nel settore privato è rimasto comunque quello dei diplomati: 1,5 milioni quelli ricercati durante lo scorso anno, il 29,7%, in calo di quasi 2 punti percentuali rispetto al 2021, quando la loro richiesta ha raggiunto il 32,5%. In questo caso, la difficoltà di reperimento si attesta al 40%. In leggera flessione la ricerca da parte delle imprese di diplomati Its, che nel 2022 ha sfiorato comunque le 52mila unità (1%), con una difficoltà di reperimento che supera la metà delle entrate: 56%.

Un ragionamento specifico riguarda la domanda di qualifiche professionali e di profili per i quali non è richiesto alcun titolo di studio. Sono infatti numerosi i casi in cui le imprese hanno dichiarato di ricercare profili che abbiano frequentato la sola scuola dell’obbligo, in quanto non riuscivano a trovare la qualifica professionale specifica e con un bagaglio di esperienze adeguato. Per questa ragione, Excelsior distingue la domanda “esplicita” di qualifiche professionali (nel 2022 pari a oltre 1 milione di ingressi, il 19,4% del totale, con una difficoltà di reperimento pari al 48%) dalla domanda potenziale. Quest’ultima sfiora il milione e 900mila unità, arriva a rappresentare il 36% delle entrate programmate e registra il 43% di difficoltà di reperimento.

Analogamente, è pari al 36% la quota delle entrate esplicite programmate senza l’indicazione di un titolo di studio, ma scende al 19% nel caso in cui si consideri la domanda “potenziale” relativa alle qualifiche professionali.

Tra i titoli di studio i più difficili da reperire sono stati nel 2022 i laureati in indirizzo sanitario paramedico (con una difficoltà di reperimento del 65%), i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione (61%) e quelli in scienze matematiche, fisiche e informatiche (60%), i diplomati in elettronica ed elettrotecnica (60%) e quelli in meccanica, meccatronica ed energia (56%), i qualificati con indirizzo elettrico (57%).

I titoli di studio più richiesti

Nel 2022, l’indirizzo economico si attesta saldamente in cima alla classifica tra le lauree maggiormente ricercate dalle imprese: quasi 207mila le entrate previste lo scorso anno. Al secondo posto l’indirizzo insegnamento e formazione con 116mila ingressi previsti quindi l’indirizzo sanitario e paramedico (oltre 76mila), l’indirizzo di ingegneria civile ed architettura (57mila) e l’indirizzo di scienze matematiche, fisiche e informatiche (54mila).

Tra i diplomi, spicca quello con indirizzo amministrativo, finanza e marketing (quasi 440mila), quello in turismo, enogastronomia e ospitalità (226mila) e quello in meccanica, meccatronica, ed energia (153mila). A seguire, l’indirizzo socio-sanitario (125mila) e trasporti e logistica (108mila).

Tra le qualifiche professionali, infine, ai primi posti per numero di entrate programmate nel 2022 si attesta l’indirizzo ristorazione (256mila), l’indirizzo meccanico (164mila), quello edile (77mila), quello in trasformazione agroalimentare (70mila) e quello relativo ai servizi di vendita (58mila).

               

pastedGraphic.png




Gas&Energy, contesto di mercato e strumenti di copertura

Nemmeno l’eventuale cessazione del conflitto in Ucraina potrà garantire un ritorno ai valori di un anno fa di energia e gas, secondo le ultime analisi. Il 2023 si apre quindi in uno scenario articolato, dove le rinnovabili hanno sempre più un ruolo nevralgico. Se n’è discusso oggi a Torino nel corso di “Gas & energy, contesto di mercato e strumenti di copertura” organizzato da Confindustria Piemonte, Confindustria Valle d’Aosta e UniCredit.

Nel 2022 l’extra costo per gas ed energia in Piemonte ha superato i 5 miliardi. In termini assoluti si tratta di quasi il 4% del Pil regionale, che nonostante le difficoltà è comunque tornato ai livelli pre-Covid, superando i 140 miliardi. Il Governo è intervenuto in manovra di bilancio destinando 21 dei 30 miliardi proprio a questo capitolo di spesa ma da aprile questi fondi non saranno più disponibili. È ormai indispensabile agire con interventi strutturali per il medio e lungo termine” ha commentato il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay.

A livello europeo la presidente della commissione Ursula von der Leyen ha promesso un piano per la transizione ecologica dal forte impatto, parlando al World Economic Forum di Davos. L’auspicio è che si avvicini ai tre interventi appena varati dagli Stati Uniti, che muoveranno centinaia di miliardi di dollari tra sgravi e spese con l’obiettivo di ridurre l’inflazione, offrendo sostegno all’energia pulita e alla manifattura. Perché solo con una crescita organica del Pil, possiamo guardare con serenità a questo anno e anche al completamento dei progetti previsti dal Pnrr entro il 2026” ha aggiunto la vicepresidente di Confindustria Valle d’Aosta, Lisanna Mancuso.

Al centro del dibattito i fondamentali che stanno guidando l’andamento dei prezzi, partendo da un’analisi a livello regionale del crescente impatto delle rinnovabili. Il Piemonte produce già oggi più energia di quella che consuma, e oltre la metà di quanto immesso deriva da idroelettrico (36,5%) e fotovoltaico (16,3%), stando ai dati del Rapporto statistico sull’energia regionale del 2020. La Valle d’Aosta a fronte di consumo netto 966 GWh ha invece un numero limitato di risorse da cui attingere per le rinnovabili: 3,19 GWh idroelettrico, 4,50 GWh dall’eolico, 27 GWh dal solare e 7,59 GWh dal biogas, stando ai dati del bilancio energetico 2019.

Da allora però lo scenario sia per il Piemonte che per la Valle d’Aosta si è ulteriormente evoluto. Basti dire che secondo il Gestore dei servizi energetici (Gse) nei primi nove mesi del 2022 in Piemonte sono stati installati 8.677 nuovi impianti fotovoltaici (+142% rispetto allo stesso periodo del 2021) con una potenza di 133,9 MW (+169%) per una produzione lorda di 1.835 GWh (+14% sul 2021). In Valle d’Aosta si registrano invece 268 nuove installazioni (+139%) per una potenza di 1,8 MW (+148%). Tutto questo con un utilizzo di 1.027,9 ettari, ovvero poco più di 10 chilometri quadrati sui 25.387 della superficie piemontese, e in Valle d’Aosta il dato è di appena 2,6 ettari, pari a 5 campi da calcio. Dati che rientrano nella media nazionale, dove circa il 65% degli impianti non è a terra.

Questo quadro promettente, che riflette anche un andamento nazionale irreversibile con il 31% dell’energia prodotta in Italia a dicembre che deriva da fonti rinnovabili, non si riflette per ora nel Prezzo unico nazionale (Pun) che a dicembre è tornato a salire a 295 euro per MWh, in aumento del 5% sullo stesso mese del 2021 e del 31% rispetto a novembre, con un picco massimo nel 2022 di 584 euro per MWh ad agosto. Pesa il costo del gas, che impatta sulla restante parte della produzione dell’energia, che è di origine termica.

UniCredit ha costituito un team di specialisti per aiutare le aziende maggiormente esposte ai costi delle materie prime. L’obiettivo è sviluppare nel mondo delle imprese le competenze necessarie per definire una strategia di lungo periodo nella gestione del rischio legato alle oscillazioni dei prezzi delle commodity. Una strategia che, ovviamente, può essere attuata con appositi strumenti di copertura, messi a disposizione dal mercato. “Di fronte a un mercato che ha posto sfide senza precedenti al nostro tessuto produttivo – spiega Paola Garibotti, regional manager nord ovest di UniCreditabbiamo prestato particolare attenzione alla crescita di una cultura d’impresa su queste tematiche partecipando a numerosi incontri con le associazioni di categoria a livello locale per aiutare le imprese a sviluppare la necessaria consapevolezza rispetto al modificato contesto macroeconomico e geopolitico e rispetto agli strumenti offerti dal mercato”. Partendo dalle analisi della banca, Pauline Watine, CTS Specialist di UniCredit Commercial Banking Italy e Marco Montermini, head of corporate business Nord Ovest UniCredit, hanno analizzato gli strumenti di copertura dei costi energetici a sostegno delle imprese, quelli messi in piedi dal Governo e di quelli previsti dall’Unione Europea.

 




“Coltiviamo agricoltura sociale”: tra i premiati un’azienda piemontese di Cuneo

A Palazzo della Valle a Roma, si è conclusa la premiazione dei vincitori della settima edizione del bando “Coltiviamo Agricoltura Sociale”, realizzato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation, in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata.

 

Un’iniziativa fortemente voluta da Confagricoltura e che dimostra come l’agricoltura sia anche capace di intraprendere strade innovative, di riscatto sociale e di welfare per le fasce più fragili della popolazione, oltre ad essere il settore primario.

Senza perdere la propria dimensione economica e imprenditoriale, le aziende che praticano agricoltura sociale sottolineano la dimensione etica d’impresa. Un’intuizione che continua a dare i suoi frutti e un esempio di sostenibilità da imitare” afferma il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia che ancora una volta può fregiarsi di avere in Regione un’azienda virtuosa: è il caso dell’Azienda Agricola La Fattoria di Bubu e Mini di Bene Vagienna in provincia di Cuneo, premiata quest’oggi.

 

Il progetto Fili d’Erba comporta uno spazio dove, oltre a quelle agricole, si svolgono anche attività rivolte a bambini e ragazzi con problemi psico-sociali, disabilità, o provenienti da famiglie difficili. È stato infatti realizzato un ambiente rigenerativo per far rifiorire e crescere, attraverso la natura e la cura di piante e animali, proprio questi bambini e ragazzi fragili. All’interno dei 4500 mq della fattoria è stato realizzato un giardino sensoriale con erbe officinali e aromatiche, all’interno del quale iniziare percorsi guidati di conoscenza. In un laghetto su due livelli, su uno dei quali l’acqua ai bambini arriva alle ginocchia si allevano colorate carpe COI e i bambini possono prenderle e dar loro da mangiare. Tutti i percorsi sono studiati in forma tondeggiante, per essere quanto di più lontano, anche visivamente, dalle corsie di ospedale. Uno spazio è dedicato ai porcellini d’India e si allevano galline Nostrane di Morozzo. Tutto è attentamente studiato per infondere maggiore sicurezza, conoscenza oltre a possibile inserimento lavorativo nella produzione di cosmetici naturali.

 

Ad aggiudicarsi l’edizione 2022 di “Coltiviamo agricoltura sociale” con 40.000 euro e una borsa di studio ciascuno per il “Master di Agricoltura Sociale” presso l’Università di Roma Tor Vergata, sono stati altri due progetti:

Parco Archeologico di Pompei, storia di una rinascita – azienda agricola Di Landro Francesco (Napoli – Salerno)

– L’Orto Terapeutico di Lu – Azienda Agricola Mirai (Cagliari).

Il premio speciale di 20.000 euro, inserito a favore delle cooperative sociali che si occupano della gestione e riqualificazione del verde pubblico, è andato a “Giardino in Movimento” – Cooperativa Sociale Agricola Pane e Signore, di Genova.




Nuovo look per la CCIAA Cuneo, partono i lavoro di riqualificazione

Dopo l’approvazione del piano regolatore della città, datato 1912, il sogno, cullato per anni, di una nuova sede mosse i primi passi verso la realizzazione quando dal Ministero dell’Economia nazionale arrivò l’autorizzazione a procedere. Si individuò l’area in una superficie all’angolo tra le vie Emanuele Filiberto e Antonio Toselli, in posizione strategica, confinante con il terreno prescelto per la costruzione del palazzo della Banca d’Italia, previsto sullo spazio lungo la direttrice di corso Nizza, già occupato dalle tre palazzine della banca Cassin – Beltrami – Beltrandi. Quasi cento anni fa, il 5 agosto del 1923, il Consiglio camerale deliberò la costruzione della nuova sede ipotizzando una spesa valutata in 664.000 lire. Il progettista, il geom. Camia di Dogliani, consigliere camerale, regalò il progetto alla Camera di commercio e il 19 marzo del 1925 venne posta e benedetta la prima pietra dell’edificio neoclassico che seppe resistere all’imperante moda razionalista dell’epoca. L’edificio venne inaugurato nel 1926. Da allora, nel corso di quasi cento anni, decine di migliaia di imprese hanno frequentato le sale, percorso le scale, attraversato i corridoi di quella che è diventata la loro casa e nell’edificio di Via Emanuele Filiberto hanno dato il via alla loro attività professionale.

Dopo quasi cento anni di storia il palazzo della Camera di commercio necessita di un’opera di restyling in modo da presentarsi all’appuntamento del centenario, nel 2026, in ottima forma, pronta a soddisfare le nuove esigenze delle imprese, principali beneficiarie di questo progetto di ammodernamento.

Abbiamo deciso di investire in modo significativo sul nostro importante patrimonio immobiliare rispettandone le caratteristiche architettoniche, coniugandole con l’attivazione delle più avanzate tecnologie – afferma il Presidente Mauro GolaIl nostro palazzo è vicino ai cento anni di età e necessita di un adeguato intervento di restauro e riqualificazione tale da renderlo sempre più performante e pronto ad accogliere le esigenze del personale e delle imprese. La realizzazione del Salone del Futuro, prevista per l’inizio dell’estate, sarà la prima di una lunga serie di opere che in modo organico cambierà in positivo il volto della storica sede di Via Emanuele Filiberto, rendendola più innovativa, digitale e sostenibile.”

Il programma da realizzare nell’arco di un biennio, prevede una serie articolata e omogenea di interventi volti a dare un look moderno, innovativo e funzionale alla sede, pur conservandone e rispettandone le caratteristiche architettoniche che ne fanno uno degli immobili pubblici di maggior pregio presenti in città. I temi dell’efficientamento energetico e della sostenibilità, che hanno guidato negli anni scorsi sia la ristrutturazione del Palazzo di Tetto Sottile sia il passaggio al teleriscaldamento saranno centrali per tutti gli interventi previsti.

Tutti i locali destinati agli incontri pubblici saranno arredati e allestiti in modo moderno e funzionale in modo da farli diventare sempre più smart e adatti alle nuove esigenze di connettività, accelerate dalla pandemia.

Si parte in questi giorni con i lavori edili relativi agli uffici destinati al front-office che diventeranno il “Salone del Futuro”. Il locale sarà totalmente ripensato e progettato per declinare e accogliere le nuove esigenze della Camera di commercio in termini sia edilizi sia tecnologici, col preciso obiettivo di avvicinare l’operatore all’utente, creando spazi di accoglienza moderni e funzionali, aumentando le condizioni di benessere all’interno dell’edificio sia per il pubblico fruitore dei servizi che per i dipendenti. L’ufficio sarà completamente rinnovato e innovato, diventerà più luminoso e confortevole e garantirà la fruizione di spazi interni ospitali e innovativi, in linea con i parametri di confort ambientale e le nuove esigenze di innovazione tecnologica.

La progettazione e la direzione dei lavori del “Salone del Futuro” sono state affidate all’Arch. Flavio Bruna di Cuneo, il progetto e la Direzione Operativa degli Impianti all’Ing. Guido Vacchino dello Studio Mcm Ingegneria di Grugliasco, l’impresa che si è aggiudicata i lavori assegnati con procedura negoziata è la Giuggia Costruzioni srl di Villanova Mondovì. L’importo dei lavori è di 413.040,55 euro + Iva a cui vanno aggiunti oneri per la sicurezza pari a 7.434,62 euro + Iva.




UE, Coldiretti: Da grilli a vermi le novità nel piatto del 2023

Dalle larve di verme della farina minore (Alphitobius diaperinus) al grillo domestico (Acheta domesticus) congelati, essiccati e in polvere sono in arrivo sulle tavole dopo l’autorizzazione concessa dall’Unione Europea alla loro presenza in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato ma anche nei preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne e nelle minestre.

E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dei regolamenti che consentono nel 2023 l’entrata sul mercato di nuovi alimenti nell’ambito della normativa comunitaria sui novel food. Lo scorso anno – ricorda la Coldiretti – era arrivato il via libera anche alla larva gialla della farina (Tenebrio molitor) essiccata termicamente, intera o sotto forma di farina, per il consumo umano e alle cavallette (Locusta migratoria) per uso alimentare umano.

Si tratta peraltro di alimenti che hanno ricevuto l’autorizzazione dall’Efsa, l’autorità alimentare Europea che però – precisa la Coldiretti – nel suo parere scientifico ha rilevato che il consumo di questi insetti può causare reazioni allergiche nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere. Una accelerazione che non sembra interessare i consumatori europei e soprattutto gli italiani che, per la grande maggioranza, non porterebbero mai a tavola gli insetti, considerati estranei alla cultura alimentare nazionale: il 54% è infatti contrario agli insetti a tavola, mentre è indifferente il 24%, favorevole il 16% e non risponde il 6%, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe”. Una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati – sostiene la Coldiretti – e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea. Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti – continua la Coldiretti – solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari. E’ necessario pertanto – secondo la Coldiretti – garantire la trasparenza dell’informazione sia sulla natura delle farine contenute negli alimenti sia sul paese di provenienza. La commercializzazione di insetti a scopo alimentare – conclude la Coldiretti – è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food” che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi.