PSA, Confagricoltura Piemonte: in due anni, provvedimenti sottodimensionati

La filiera suinicola piemontese e nazionale si trova in una situazione per certi versi simile all’emergenza sanitaria, con le dovute proporzioni, generata dalla pandemia di Covid-19, delle cui conseguenze siamo purtroppo tutti a conoscenza” riferisce il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia dopo aver esaminato la nuova possibile estensione delle zone di restrizione, atte a circoscrivere una malattia virale, la Peste Suina Africana, che nonostante non si trasmetta all’uomo, sta avendo numerose e nefaste conseguenze sull’intera economia zootecnica e non solo.

 

Confagricoltura ha stimato in oltre 20milioni di euro al mese le perdite dirette per la filiera suinicola nazionale, ma in realtà sono in crescita se si considera il possibile allargamento delle aree del Piemonte (in cui si contano al 30 giugno scorso 1.164 allevamenti suinicoli) nelle quali è stato riscontrato un focolaio: ad esempio, nella zona 1, sarebbero coinvolti 40 allevamenti per un totale di circa 44.600 capi che passerebbero con la nuova delimitazione territoriali in cui non è possibile movimentare gli animali, a 71 e coinvolgerebbero circa 100.000 capi.

La nuova ordinanza contro la diffusione della Psa, con regole valide per Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna in vigore fino al 30 settembre 2024, prevede l’abbattimento dei suini domestici contagiati, norme di prevenzione e innalzamento dei livelli di biosicurezza, quarantena nelle province di Lodi, Pavia e alcune attigue del Piemonte.

La nostra regione, secondo l’ultimo rapporto di ISMEA, è al secondo posto (16%) per consistenza di suini dopo la Lombardia, dove viene allevata circa la metà del patrimonio nazionale di maiali, con produzioni di elevata qualità, quasi interamente destinate al circuito delle DOP ” precisa Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte registrando dal vivo le preoccupazioni degli allevatori. “In mancanza di adeguati ristori, a breve molte aziende saranno costrette a chiudere i battenti. L’epidemia, infatti, avanza e porta con sé numerose questioni da risolvere: dai costi per lo smaltimento degli animali fermi in allevamento, alla necessità di estendere la cassa integrazione ai lavoratori delle aziende colpite dalla crisi, alla mancanza di reflui necessari al funzionamento degli impianti a biogas e molto altro” rimarca Bassignana.

 

Se gli imprenditori agricoli devono continuamente migliorare gli standard di prevenzione contro tutti i contagi, anche la popolazione deve fare la sua parte: Confagricoltura Piemonte invita a smaltire gli avanzi del cibo nell’umido, considerando l’ipotesi che alcuni carni potrebbero venire dai Paesi dell’Est, dove ci sono migliaia di focolari di Psa tra cinghiali e suini allevati, ed essere contagiate: se quello che avanza finisce nella spazzatura, dove spesso vanno a grufolare i cinghiali, si contribuisce a diffondere la malattia.

 

Il settore chiede con forza una svolta nel depopolamento degli ungulati, principali vettori del virus, e che si adotti ogni misura utile a ristorare dei danni diretti e indiretti di tutte le aziende che oggi risiedono all’interno delle aree coinvolte.




Sì al Ddl 5: 25 milioni restano in Piemonte

Approvato dal Consiglio regionale, all’unanimità dei votanti (l’opposizione non ha partecipato al voto), il Ddl numero 5 “Disposizioni in materia di assolvimento degli obblighi di finanza pubblica”. Ha presieduto la prima seduta della nuova legislatura Davide Nicco, alla presenza dell’assessore al Bilancio Andrea Tronzano.

Come ha spiegato nella sua relazione di maggioranza Debora Biglia (Fi), “si tratta del recepimento di un decreto legge nazionale del 9 agosto”. L’anno precedente, infatti, il governo aveva stabilito che le regioni a statuto ordinario partecipassero alla copertura del disavanzo statale e la quota del Piemonte era di 25 milioni di euro. Quest’anno, invece, Roma ha deciso che le regioni a loro volta in disavanzo possano decidere di trattenere tale somma e “iscriverla in un fondo nella parte corrente del primo esercizio del bilancio di previsione 2024-2026”. “Tale operazione – ha chiarito Biglia – necessita dell’approvazione del Ddl che stiamo mettendo ai voti”.

Fabio Isnardi (Pd), relatore di minoranza, ha argomentato che “si potrebbe chiedere un intervento dei nostri parlamentari per trovare altri metodi, magari più antipatici, per recuperare i soldi. Come quello di far pagare le tasse a chi non ha l’abitudine di pagarle: non chiedere aiuto alle Regioni, anche perché un piano di rientro ce l’abbiamo e sta funzionando”.




Il sistema industriale italiano protagonista internazionale nella Big Science

Il sistema industriale italiano sta emergendo con un ruolo di rilievo nell’ambito della “Big Science”, un settore che comprende grandi progetti scientifici e tecnologici internazionali. Un protagonismo che si esprime in modo evidente attraverso l’aggiudicazione da parte di numerose imprese nazionali di rilevanti commesse con i principali centri di ricerca scientifica europei, impegnati in sperimentazioni d’avanguardia su più fronti.

Un esempio significativo è rappresentato dal coinvolgimento delle nostre aziende nello sviluppo dei progetti dedicati alla fusione nucleare, che promettono di rivoluzionare la produzione elettrica puntando su una delle soluzioni più promettenti per ottenere energia pulita e sostenibile. In particolare, diverse realtà stanno contribuendo alla realizzazione di ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) attraverso la fornitura di componenti tecnologiche avanzate. Analogamente, il know-how produttivo italiano contribuisce all’attività condotta in altri campi della Big Science, a partire da quelli legati alla fisica delle particelle e all’astronomia: è il caso, ad esempio, delle collaborazioni in atto con il CERN di Ginevra per la realizzazione di strumentazioni destinate ad esperimenti di fisica delle alte energie.

Si tratta di partnership che non solo rafforzano la posizione dell’Italia nel panorama scientifico internazionale, ma che al contempo contribuiscono allo sviluppo tecnologico e industriale del Paese, anche grazie alla significativa presenza, al fianco dei grandi player industriali nazionali, delle nostre PMI. Forti di flessibilità e capacità di innovazione, nonché di specializzazioni di nicchia, queste ultime sono spesso in grado di offrire competenze originali e approcci innovativi al lavoro condotto dai gruppi di ricerca, rivelandosi spesso fondamentali per il successo dei grandi progetti scientifici.

L’odierno incontro “Big Science Italia – Il sistema industriale italiano protagonista internazionale nella big science”, anticipazione per il Nord-Ovest del Big Science Business Forum – BSBF 2024 in programma a Trieste dall’1 al 4 ottobre, si propone di mettere sotto i riflettori proprio alcune delle eccellenze imprenditoriali impegnate in questa sfida. Una tappa di avvicinamento all’evento del mese prossimo, con cui Confindustria, Unione Industriali Torino, Confindustria Piemonte, Confindustria Friuli Venezia Giulia e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia propongono una sostanziosa anticipazione di BSBF 2024, attraverso le testimonianze di grandi aziende italiane in prima linea negli investimenti scientifici e di PMI del territorio selezionate dai più prestigiosi laboratori di ricerca al mondo per partecipare a rilevanti progetti scientifici.

Due le tavole rotonde in programma, entrambe alla presenza di Paolo Acunzo di ENEA, direttore di BSBF 2024, con un primo confronto sui casi di successo italiani nella Big Science fra Dario Galbiati, Sales Manager progetti Fusione nucleare di Ansaldo Nucleare, Gianni Grasso, Chief Tecnology Office di ASG Superconductor, Diego Ruaro, Sales Manager di De Pretto Industrie, Roberto Defant, Business Development manager di OCEM Power Electronics, e Pierpaolo Bianchino, Business Development Manager di SIMIC. A seguire, un approfondimento sulle prospettive del sistema industriale nazionale nella Big Science con Giorgio Biginelli, Amministratore Delegato di Delta-Ti, Filippo Dal Ben, New Business Development Manager di Dal Ben, Piero Grillo, Amministratore Delegato di Fincantieri SI e Cristiano Montrucchio, Head of Design Organization di Leonardo – Aircraft Division. Affidato invece al Delegato Energia Confindustria, Aurelio Regina, un focus intitolato “Il valore di una filiera industriale italiana nello sviluppo dell’energia nucleare”, con la testimonianza di Stefano Buono, CEO e founder di newcleo.

Ad aprire l’incontro, i saluti introduttivi di Marco Gay, presidente di Unione Industriali Torino, Pierluigi Zamò, presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia, dell’assessore alle attività produttive della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, e del presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, qui in veste di presidente di BSBF 2024, oltre a un videomessaggio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Conclusioni affidate a Francesco De Santis, vicepresidente per la ricerca e lo sviluppo di Confindustria.

Che cos’è il Big Science Business Forum 2024

La terza edizione del Big Science Business Forum (BSBF2024), che succede alle precedenti edizioni tenutesi a Copenaghen e Granada, si terrà nella città di Trieste dall’1 al 4 ottobre 2024, presso il Generali Convention Center, in Porto Vecchio. L’evento, focalizzato su ricerca e business, riunisce le principali infrastrutture scientifiche presenti in Europa e le aziende internazionali leader dei settori industriali di alta tecnologia e innovazione che collaborano con esse, ma anche le piccole e medie imprese ad alto contenuto tecnologico. Obiettivo del BSBF 2024 è, infatti, ampliare le prospettive future per la creazione di un mercato europeo della Big Science che vale circa 10 miliardi di euro ogni anno. Fondi gestiti tramite bandi pubblici e gare di appalto internazionali direttamente dalle Big Science Organizations (BSOs) secondo regole e procedure specifiche che, proprio durante la quattro giorni, i partecipanti avranno modo di approfondire.  Ricordiamo che i settori di ricerca che coinvolgono le organizzazioni internazionali della Big Science (BSOs) e quelle affiliate (ABSOs) vanno dalla fusione nucleare agli osservatori e telescopi spaziali; dagli acceleratori di particelle alle infrastrutture laser fino alla ricerca nello spazio.

Da chi è promosso

Il BSBF 2024, è promosso, infatti, dalle dieci principali Big Science Organisations europee (BSOs) quali CERN, ESA, ESO, ESS, ESRF, European XFEL, FAIR, F4E, ILL e SKAO, con il supporto di PERIIA, la rete paneuropea di ILO – Industry Liaison Officers nazionali, ed è ospitato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con ILO Network Italia, composto da rappresentanti di CNR, ENEA, INAF e INFN, di Area Science Park di Trieste, di PromoTurismo FVG. La candidatura italiana per ospitare l’edizione 2024 del BSBF ha avuto il supporto del  Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; del Ministero delle Imprese e del Made in Italy; del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero dell’Università e della Ricerca. Oltre che del Comune di Trieste, dell’Università degli Studi di Trieste, della Camera di Commercio Venezia Giulia Gorizia Trieste e della Central European Initiative.

I numeri

È prevista la partecipazione di almeno 1.000 delegati provenienti da 500 organizzazioni che troveranno all’interno dello spazio fieristico triestino, 150 stand, con 14 padiglioni nazionali (National Pavilion). Insieme all’Italia altri 19 Paesi presenti: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Cina, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Regno Unito e Irlanda del Nord, Slovenia.

Il programma del BSBF 2024

Il forum aprirà il primo ottobre con le registrazioni e gli eventi collaterali promossi da enti internazionali  e Istituzioni esterne al BSBF e chiuderà il 4 ottobre con le visite ai centri di ricerca presenti nel territorio tra Italia e Slovenia. Il programma comprende a partire dal 2 ottobre: 6 sessioni plenarie che vedranno come protagonisti istituzioni, mondo della scienza e rappresentanti delle 10 Big Science Organisations e dell’industria nazionale e internazionale; 16 sessioni parallele che approfondiranno gli aspetti tecnici e i metodi per aumentare il coinvolgimento delle industrie nel mondo della Big Science, a partire da quelle provenienti dall’Europa Centro Orientale, anche incentivando numerosi incontri B2B. Parteciperanno oltre 80 speakers, provenienti da tutta Europa e la prenotazione per le visite presso alcuni centri di ricerca, è già aperta.

Come partecipare

Le iscrizioni per partecipare all’evento sono aperte, previa registrazione sulla pagina del sito dedicata. Per ulteriori informazioni è sempre consultabile il sito ufficiale del BSBF Trieste 2024 www.bsbf2024.org ed è possibile scaricare l’apposita app (IOS e Android).




Lavoro, 30640 le assunzioni previste dalle imprese piemontesi per giugno

Sono circa 30.640 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per giugno 2024, valore che sale a 81.280 se si considera l’intero trimestre giugno-agosto 2024.

Il trend appare positivo sia a livello mensile (+420 entrate rispetto a giugno 2023, per una variazione tendenziale del +1,4%), sia su base trimestrale (+1.040 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). A livello complessivo nazionale si registra una sostanziale stabilità rispetto a giugno 2023 (-0,3%) e un leggero incremento sul corrispondente trimestre (+0,6%).

Le entrate in Piemonte a giugno 2024 rappresentano il 21,2% delle 144.900 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 5,4% del totale di quelle nazionali (566mila circa).

Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 15 aprile-3 maggio 2024.

Il 56,9% delle assunzioni programmate per il mese di giugno riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 19,7% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 23,4% grandi aziende (250 dipendenti e oltre).

Il 78,4% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente (valore in crescita di circa due punti rispetto a maggio 2024), il 16,8% lavoratori somministrati (dato stabile), l’1,2% collaboratori e il 3,6% altri lavoratori non alle dipendenze.

La domanda di lavoro anche a giugno 2024 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 60% delle entrate programmate (in crescita di tre punti rispetto al mese precedente), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 27% dei casi (in calo di un punto su maggio 2024). L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 7% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota residuale del 6% del totale complessivo regionale.

Delle 30.640 entrate previste in Piemonte nel mese di giugno 2024 il 14% è costituito da laureati (in diminuzione di un punto rispetto a maggio 2024), il 28% da diplomati (in calo di 2 punti sul mese precedente), le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 38% e il 18%.

Considerando i dati del trimestre giugno-agosto 2024 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 54.060 entrateil 66,5% del totale (440 unità in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 27.230 entrate, generando il 33,5% della domanda totale e segnando un aumento di circa 590 unità rispetto al periodo giugno-agosto 2023.

Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 81.280 entrate previste nel trimestre giugno-agosto 2024 è il turismo (servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici), con 11.950 ingressi (14,7% del totale), seguito dal commercio, con 11.160 entrate e una quota del 13,7% del totale e dai servizi alle persone, per cui le imprese intervistate presumono di dover effettuare 11.030 assunzioni (il 13,6%).

All’interno del comparto industriale si distinguono il settore edile, con 7.090 entrate previste nel periodo in esame, e le industrie meccaniche ed elettroniche, con 5.700 assunzioni nel trimestre e una quota del 7,0% del totale.

Il 28% delle entrate previste a giugno 2024 in Piemonte sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 19% a dirigenti, specialisti e tecnici. Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 29% delle entrate e solo il 9% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici costituiranno il 15% delle assunzioni del mese.

Più di un’assunzione su tre (35,1%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 20% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

Per il 63,2% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 21,6% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 12,6% coordinerà altre persone.

Il 43% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio (in aumento di un punto rispetto al mese precedente), il 20% nelle aree commerciali e della vendita, il 16% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà l’11% circa delle assunzioni programmate per il mese di giugno 2024, l’area amministrativa e quella direzionale genereranno entrambe una quota pari al 5%.

Si conferma elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro: a giugno sono difficili da reperire il 50,8% dei profili professionali ricercati, quota di poco superiore rispetto a un anno prima e in aumento di un punto rispetto a maggio 2024. L’incidenza delle posizioni lavorative che rischiano di restare scoperte in Piemonte è, inoltre, più elevata rispetto alla media nazionale (47,6%).

Le difficoltà di reperimento sono legate in primo luogo alla mancanza di candidati (33,6%, in diminuzione rispetto a giugno 2023), cui segue l’inadeguata preparazione degli stessi (11,8%, quota in crescita rispetto ad un anno fa).

Le professioni più difficili da reperire in Piemonte nel mese di giugno 2024

 

Entrate previste

di cui difficoltà di reperimento

Operai specializzati e addetti alle rifiniture nelle costruzioni

1.090

85,5

Meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili

840

78,1

Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica

480

76,2

Fabbri, ferrai, costruttori di utensili

440

73,1

Operai specializzati installazione/manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche

710

71,4

Tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi

360

71,3

Tecnici della salute

820

70,2

Totale

30.640

50,8

Fonte: Unioncamere – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior

Tra le figure più difficili da trovare, con una difficoltà di reperimento in tutti i casi superiore al 70%, si individuano professioni per lo più legate al mondo manifatturiero e delle costruzioni.

 

Al primo posto si collocano gli Operai specializzati e addetti alle rifiniture nelle costruzioni (l’85,5% delle circa 1.090 entrate programmate è di difficile reperimento), seguono con circa 840 entrate previste e una difficoltà nel reperirle del 78,1% i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili. Nel mese di giugno 2024 vengono ricercati circa 480 fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica e non vengono trovati nel 76,2% dei casi.

Tra le altre figure che le imprese non riescono a trovare sul mercato del lavoro si annoverano anche fabbri ferrai costruttori di utensili (73,1%)operai specializzati installazione/manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (71,4%)tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (71,3%) e tecnici della salute (70,2%).

Nel dettaglio dei titoli di studio, la ricerca di personale laureato sarà difficoltosa per una quota superiore a quella media regionale (51,2%); tra gli indirizzi che presentano le criticità maggiori si individuano quello sanitario e paramedico (77,0%), chimico-farmaceutico (76,9%), scienze matematiche, fisiche e informatiche (72,0%) e ingegneria civile ed architettura (68,3%).

Le imprese lamentano elevata difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 72,7%, in crescita rispetto al dato di maggio, quando il 66,5% delle figure richieste rischiava di rimanere scoperto).

livello secondario si riscontrano nel complesso problematicità (50,6%) nel reperimento di candidati lievemente inferiori alla media regionale. Vi sono, tuttavia, indirizzi che segnalano un mismatch tra domanda e offerta di lavoro particolarmente elevato, quali elettronica ed elettrotecnica (74,4%)produzione e manutenzione industriale e artigianale (72,0%) e meccanica, meccatronica ed energia (71,1%).

Per quanto riguarda, infine, la qualifica di formazione o diploma professionale (la difficoltà di reperimento media del titolo di studio è del 51,6%), i problemi maggiori si segnalano per gli indirizzi elettrico (71,3%), riparazione di veicoli a motore (65,1%) e meccanico (64,5%).




Confartigianato Cuneo, incontro: Quale futuro per le imprese?

Le aziende artigiane e le PMI costituiscono parte integrante e fondamentale del sistema economico della Città di Cuneo. A loro è affidata la vitalità, anche sotto l’aspetto comunitario, dei quartieri.

In questo contesto Confartigianato Cuneo, l’organizzazione di riferimento del settore in provincia e sul territorio, organizza un incontro, libero e aperto a tutti gli imprenditori, per dialogare con l’Amministrazione comunale sui temi e sulle sfide future che riguardano da vicino il comparto produttivo e il collegato tessuto sociale.

L’incontro si svolgerà venerdì 21 giugno 2024, alle ore 21.00, presso “Relais Cuba 1949” (Piazza Europa, 14 – Cuneo).

Interverranno, oltre a Valerio Romana, presidente Confartigianato Cuneo – Zona di Cuneo, Patrizia Manassero, Sindaca del Comune di Cuneo, Luca Serale, Vicesindaco, con delega ai Comparti produttivi e Luca Pellegrino, Assessore Mobilità, Città Accessibile, Piste ciclabili, Presidio del territorio e decoro urbano, Quartieri e Frazioni.




Marco Gay designato presidente dell’unione industriali di Torino

Questo pomeriggio il Consiglio Generale di Unione Industriali Torino ha designato Marco Gay alla carica di presidente dell’associazione confindustriale al termine del mandato di Giorgio Marsiaj. La votazione è avvenuta sulla base delle indicazioni emerse dalla relazione della Commissione di designazione, composta da Gianfranco Carbonato, Dario Gallina e Licia Mattioli, saggi incaricati delle consultazioni preliminari in qualità di ultimi tre past president dell’Associazione.

Sono onorato ed emozionato di questo primo importante passo verso la Presidenza dell’Unione Industriali di Torino, per noi ‘l’Unione’. Ringrazio i tre saggi, Licia Mattioli, Gianfranco Carbonato, Dario Gallina per il prezioso lavoro svolto, le colleghe ed i colleghi per la fiducia che mi hanno dimostrato, e il Presidente Giorgio Marsiaj per quanto ha fatto e farà” ha detto Marco Gay, Presidente esecutivo di Zest e Presidente di Confindustria Piemonte, parlando al Consiglio Generale. “Ci aspettano sfide importanti, economiche e sociali. Sono certo che le imprese torinesi saranno un motore di crescita, sviluppo e benessere, ed un acceleratore di opportunità, in grado di continuare a competere e di creare ed attrarre nuove eccellenze industriali e tecnologiche – ha aggiunto – siamo un punto fermo nell’affrontare i cambiamenti, perché Torino è un melting pot di industria e saperi in grado di attirare talenti, che vogliono competere ogni giorno a livello nazionale ed internazionale”. “Il mio principale impegno – ha proseguito Gay – sarà coinvolgere in questo progetto, insieme ad una squadra forte e capace, i nostri associati. Insieme lavoreremo per costruire un impatto positivo e concreto dentro e fuori Confindustria, perché l’industria torinese è un patrimonio di ingegno, innovazione e conoscenza che da sempre si mette al servizio del Paese. La passione, il coraggio, la visione, la concretezza e la serietà guidano ogni giorno la nostra vita imprenditoriale e con lo stesso spirito ho presentato la mia candidatura alla presidenza della nostra associazione con l’auspicio, che questo viaggio che abbiamo davanti ci porti ad essere non solo attori ma protagonisti di quello che saremo nel prossimo futuro”.

Quello odierno rappresenta il primo passo nel percorso di rinnovo dei vertici associativi, a cui seguirà un’ulteriore riunione del Consiglio Generale nella giornata del prossimo 25 giugno, nel corso della quale il presidente incaricato presenterà e sottoporrà al voto la sua squadra di presidenza. Successivamente, come da Statuto, spetterà poi all’Assemblea Generale riunita in forma privata il prossimo 15 luglio, l’elezione di Marco Gay a presidente dell’Unione Industriali Torino per il quadriennio 2024-2028 e dei vicepresidenti.

Nel chiudere la propria esperienza, Giorgio Marsiaj ha voluto tracciare un breve bilancio di questi anni: “Concludo il mio mandato con la soddisfazione di aver servito senza riserve il sistema imprenditoriale cittadino in una delle fasi più delicate della storia economica recente del Paese, che ha messo a dura prova la resilienza delle nostre aziende. Unione Industriali Torino è stata al loro fianco sempre e insieme abbiamo attraversato un guado insidioso. Ma ne siamo venuti fuori con determinazione, affrontando le sfide dei grandi mutamenti globali in corso con la consapevolezza di avere le carte in regola per consolidare il ruolo di Torino come polo manifatturiero e tecnologico leader in Europa. Lascio una Unione Industriali Torino solida, autorevole e cresciuta nel numero di associati, grazie anche a una struttura di primordine, a cui va la mia gratitudine per il prezioso lavoro svolto al mio fianco. Un’associazione rimodernata sia dal punto di vista organizzativo, sia per i servizi offerti, vicina ai temi della contemporaneità e capace di rappresentare un interlocutore di riferimento per le istituzioni. Il tutto coronato dalla conquista del titolo di Capitale della Cultura d’Impresa 2024 che ha rianimato l’orgoglio dell’imprenditoria torinese. È ora un piacere passare il testimone a Marco Gay, imprenditore attento e sensibile alle esigenze del mondo produttivo come della società, che saprà imprimere ulteriore slancio al percorso avviato”.




CNA Piemonte: bene il ribasso della BCE, ma è solo un primo passo

La Banca Centrale Europea ha deciso di tagliare i tassi d’interesse di 25 punti base.

Il tasso sui rifinanziamenti principali scende quindi da 4,50% a 4,25%, quello sui depositi dal 4% al 3,75%, e quello sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50%.

E’ il primo taglio dopo il ciclo di rialzi cominciato a luglio 2022

 Delio Zanzottera, Segretario Regionale di CNA Piemonte commenta così: “Accogliamo con favore la decisione della Banca Centrale Europea di abbassare finalmente i tassi d’interesse. È un primo passo nella direzione giusta, ma è necessario proseguire su questa strada per portare i livelli dei tassi di interesse ai valori pre pandemia.

In questo momento il problema maggiore che il nostro territorio si trova ad affrontare non è più l’inflazione, ma il rischio di una perdurante stagnazione economica, come dimostra il calo in valore e in volume dei consumi registrato dall’Istat proprio oggi.

CNA Piemonte auspica che il sistema creditizio si adegui immediatamente alle decisioni prese della Bce evitando di mettere in ulteriore difficoltà artigiani, micro e piccole imprese già in forte sofferenza”.




Istat: Le competenze professionali nel mercato del lavoro italiano

L’Istat diffonde i principali risultati del modulo ad hoc sulle competenze professionali inserito nella Rilevazione sulle forze di lavoro condotta nel corso del 2022. Il modulo è stato compilato dalle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni, occupate o non occupate da meno di due anni, alle quali è stato chiesto di indicare il tempo dedicato a una serie di attività facendo riferimento alla situazione abituale nel lavoro principale.

Si tratta, in particolare, di informazioni sulla quantità di tempo dedicato all’utilizzo di strumentazione digitale, alla lettura di documentazione tecnica o all’effettuazione di calcoli complessi, ad attività fisiche impegnative o che richiedono destrezza e precisione, alle relazioni comunicative e formative e ad alcuni aspetti che caratterizzano la modalità di conduzione del lavoro, quali il grado di autonomia, la ripetitività dei compiti e il rigore nelle procedure lavorative.

La misura del tempo dedicato allo svolgimento di una determinata attività è stata utilizzata come proxy di una specifica skill. La capacità di svolgere alcune attività è stata quindi osservata nella prospettiva dell’output, ovvero ciò che realmente viene praticato nell’esercizio del proprio lavoro.

Prospetto 1. le competenze professionAli DEGLI OCCUPATI per grado Di utilizzo.  Anno 2022.
Valori percentuali.

TIPOLOGIA DI SKILL(a)

Alto

Basso

Assente

Non sa

Totale

TECNOLOGICHE

Utilizzo strumenti digitali (digitali)

37,1

27,9

32,9

2,1

100,0

COGNITIVE

Lettura documentazione tecnica (lettura)

13,8

49,2

34,2

2,8

100,0

Esecuzione calcoli complessi (calcolo)

10,0

34,4

53,0

2,7

100,0

FISICO-MOTORIE

Utilizzo della forza fisica (forza)

37,4

26,2

34,3

2,2

100,0

Uso preciso delle dita (destrezza)

23,2

22,1

52,1

2,6

100,0

RELAZIONALI

Comunicazione interna (com. interna)

36,1

49,1

12,0

2,9

100,0

Comunicazione esterna (com. esterna)

28,6

44,6

24,0

2,9

100,0

Consulenza, formazione (formazione)

17,4

35,9

43,6

3,1

100,0

AUTONOMIA

Autonomia nella sequenza dei compiti (aut. ordine)

44,7

39,0

13,4

2,9

100,0

Autonomia nella definizione dei contenuti (aut. contenuti)

38,8

42,1

16,1

3,0

100,0

GESTIONE

Esecuzione compiti ripetitivi (ripetitività)

44,2

44,8

8,2

2,8

100,0

Rispetto di procedure rigorose (procedure)

42,5

36,5

17,7

3,2

100,0

(a) Tra parentesi sono indicati i nomi sintetici delle competenze utilizzati nel seguito.

Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro, 2022.

Le competenze considerate nel modulo sono state organizzate per aree o ambiti tematici; ad esempio, le competenze di lettura e calcolo rientrano nell’area più generale delle abilità cognitive, intese come processi attraverso cui un individuo registra, mantiene, recupera e usa informazioni. Similmente, la forza fisica e la destrezza rientrano nell’area delle abilità fisico-motorie (Prospetto 1).

L’illustrazione si concentra principalmente sui risultati riferiti agli occupati e fa riferimento alle aree di abilità, iniziando dalle competenze tecnologiche, cognitive e fisico-motorie e proseguendo poi con le competenze relazionali e, infine, con le modalità di svolgimento del lavoro nelle tre dimensioni dell’autonomia, della ripetitività e del rispetto di procedure fortemente standardizzate. L’analisi prende in esame sia le caratteristiche socio-demografiche del lavoratore (età, sesso, titolo di studio, cittadinanza) sia la professione svolta, utilizzando la classificazione delle professioni (CP2011) a livello di grande gruppo e scendendo a livello di gruppo nei casi di particolare interesse.

Il paragrafo finale è dedicato agli ex-occupati, che hanno smesso di lavorare da meno di due anni, e mette in luce le differenze con gli occupati.

Quasi i due terzi degli occupati utilizza digital skill

Nel modulo ad hoc le competenze tecnologiche vengono rilevate tramite il tempo impiegato nell’uso di strumenti digitali. Le digital skill fanno riferimento all’insieme delle abilità tecnologiche che consentono di individuare, utilizzare, condividere e creare contenuti mediante tecnologie informatiche e Internet, potendo spaziare dalle competenze di base – come l’uso del computer – a quelle più specifiche ed evolute, come la scrittura di codici o lo sviluppo di sistemi software per l’intelligenza artificiale.

Il 37,1% degli occupati svolge attività che richiedono l’utilizzo di apparecchiature digitali per almeno la metà del tempo di lavoro (nella media dei paesi Ue la percentuale è del 41,2%), mentre il 32,9% non utilizza mai tali apparecchiature (27,5 in media europea).

Le percentuali più basse di utilizzo delle digital skill si riscontrano tra gli stranieri (7,8%) e le persone meno istruite (9,1%). A utilizzare maggiormente la strumentazione digitale per svolgere l’attività lavorativa sono gli occupati di 30-44 anni, mentre nella classe 15-29 anni si registra la percentuale più alta di coloro che non utilizzano affatto questa competenza (36,5%). Nel complesso degli occupati la percentuale di donne che utilizzano strumentazione digitale per almeno metà del tempo di lavoro è decisamente più alta rispetto a quella degli uomini (42,1 e 33,4%, rispettivamente).

L’uso massiccio della strumentazione digitale – sia per operazioni basilari (come ad esempio spedire email, occuparsi dei canali social e della comunicazione) sia per attività più complesse basate sull’utilizzo di software o applicativi gestionali – caratterizza in particolar modo l’attività degli impiegati (Figura 1), che nell’80,9% dei casi dedicano almeno la metà del tempo lavorativo ad attività di tipo digitale, soprattutto se addetti alle funzioni di segreteria, ai movimenti di denaro o all’assistenza clienti. Tra gli impiegati le quote più elevate si riscontrano tra le donne (88,5%) e i laureati (89,1%) e un elevato utilizzo di competenze digitali si riscontra anche tra coloro che svolgono professioni intellettuali e scientifiche o tecniche: per entrambi, circa i due terzi dichiarano di utilizzare per la maggior parte della giornata lavorativa pc, tablet e smartphone. Tra le professioni intellettuali e scientifiche, la quota di quanti dedicano almeno la metà del tempo lavorativo ad attività di tipo digitale, è elevata per gli uomini (74,2%) e per i laureati (67,4%), sfiorando il 90% per gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali, per gli ingegneri e gli architetti. Tra le professioni tecniche, la quota supera l’80% per coloro che lavorano nell’organizzazione, nell’amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali.

L’utilizzo delle digital skill è abbastanza diffuso anche tra i legislatori, imprenditori e l’alta dirigenza, che in oltre la metà dei casi le utilizzano per almeno la metà del tempo di lavoro: la percentuale sfiora il 60% tra le donne e arriva al 77,6% tra chi possiede un titolo di studio terziario. Scendendo nel dettaglio, tuttavia, i comportamenti sono diversi tra i gruppi professionali: i corpi legislativi, i dirigenti dell’amministrazione pubblica così come gli imprenditori, gli amministratori e i direttori di grandi aziende ricorrono frequentemente alle digital skill in oltre il 75% dei casi, quota che tra gli imprenditori e i responsabili di piccole aziende scende al di sotto del 40%. Peraltro, il 13,8% di questi ultimi dichiara di non usare mai le tecnologie digitali nello svolgimento del proprio lavoro. Similmente un uso raro o nullo caratterizza gli operai specializzati o semi-specializzati, gli artigiani, gli agricoltori, i conduttori di mezzi o macchinari e coloro che svolgono professioni non qualificate; oltre il 90% dichiara, infatti, di usare poco o mai pc, tablet e smartphone nello svolgimento del proprio lavoro.




CNA Piemonte: produzione industriale in Piemonte: preoccupante battuta d’arresto

Sono stati presentati oggi i dati della 210ª ‘Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera’ realizzata in collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali.

La flessione della produzione industriale (-0,4%) è stata accompagnata da un andamento ancora lievemente positivo sia degli ordinativi interni (+0,6%) che degli ordinativi provenienti dal mercato estero (+0,4%).

I mezzi di trasporto (-0,2%) e il legno e il mobile (-0,1%) hanno conseguito una variazione della produzione industriale pressoché nulla rispetto all’analogo periodo del 2023. Il comparto alimentare, con una variazione tendenziale della produzione del -0,4%, ha segnato un risultato in linea con quello medio regionale. Le imprese dell’elettricità ed elettronica e quelle dei metalli hanno registrato entrambe una contrazione della produzione dello 0,9%, mentre la meccanica (-1,1%) ha subìto un calo di poco superiore al punto percentuale. La performance più preoccupante riguarda le aziende del tessile e abbigliamento la cui produzione è diminuita del 6,8% rispetto al I trimestre 2023.

Giovanni Genovesio, Presidente di CNA Piemonte dichiara: “La lettura di questi dati ci preoccupa, perché ancora una volta constatiamo un rallentamento della produzione industriale che in parte è dovuta dall’incertezza del contesto economico internazionale, ma che segnala le crescenti difficoltà che artigiani e micro imprenditori stanno attraversando anche a causa della burocrazia soffocante e dalla mancanza di politiche attive nei confronti di accesso al credito, ricambio generazionale e fabbisogno formativo”.

 

Delio Zanzottera, Segretario Regionale di CNA Piemonte: “CNA Piemonte chiede da tempo misure a sostegno delle micro e piccole imprese che hanno registrato ancora una volta un calo(-0,2%), mentre le realtà di piccole dimensioni (10-59 addetti) hanno evidenziato ancora un debole incremento della produzione (+0,8%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Auspichiamo che il prossimo governo regionale metta in atto rapidamente azioni mirate alla ripresa, al sostegno ed allo sviluppo dei settori produttivi piemontesi già fortemente segnati dall’andamento negativo e dalle previsioni al ribasso dettate dalla crisi del settore manifatturiero legato al comparto dell’automotive”. 




Ragazze in tandem alla cieca Un viaggio attraverso l’Italia per promuovere l’inclusione

“La vita è come andare in bicicletta. Per restare in equilibrio devi muoverti”.

Le parole di Albert Einstein bene si adattano a Italia in tandem… alla cieca, l’iniziativa del progetto Ragazze in tandem creato dalla giovane non vedente Giusi Parisi con alcune amiche vedenti e non vedenti.
Storie metropolitane, in questa puntata, racconta di Giusi e del suo viaggio che la sta portando a percorrere in tandem tutta la Penisola da Reggio Calabria, da cui è partita il 25 aprile, fino a Milano, dove il suo arrivo è previsto per il 4 giugno.
La puntata è pubblicata sul canale youtube di Città metropolitana di Torino al link https://youtu.be/cYJexzoSpvI
41 tappe totali in sella al tandem, una bici molto speciale, con 2 sellini e 4 pedali, perfetta per condividere l’esperienza con il proprio partner o con gli amici, ma anche e soprattutto uno strumento di inclusione. Il tandem è infatti l’unico mezzo di trasporto che permette anche a persone con disabilità di dare un contributo attivo nello spostamento e nel frattempo percepire tutto ciò che sta intorno o sotto le ruote.
“Siamo felici – racconta Giusi Parisi all’arrivo al Lingotto di Torino – di questa esperienza. Attraversando l’Italia in tandem stiamo incontrando associazioni, volontari, cittadini che ci esprimono vicinanza e solidarietà e questo ci motiva per pensare già all’edizione 2025 ed altre competizioni”.
“È un’esperienza entusiasmante – aggiunge Chiara Ozino, compagna di avventura di Giusi – ma anche impegnativa. Non siamo interessate a record e chilometri, ma agli incontri che abbiamo ad ogni tappa. Dobbiamo contagiare la società con un messaggio chiaro che va verso l’inclusione eliminando qualunque forma di discriminazione”.
Soroptimist International d’Italiain linea con il progetto nazionale “Donne e Sport” è a fianco delle Ragazze in tandem così come spiega Erica Varese Baulino, presidente Soroptimist Club di Torino: “L’associazione che presiedo afferma i concetti di emancipazione, parità di genere e inclusione anche nella pratica sportiva a ogni livello. Tutti concetti che Giusi e Chiara rappresentano al meglio. Insieme ad altre associazioni sosteniamo con convinzione l’iniziativa Italia in tandem…alla cieca”.
Alla tappa torinese hanno contribuito attivamente anche la Fiab Torino Bici & Dintorni, la Polisportiva UICI Torino, l’Associazione KJ+ NH Hotel Lingotto Torino