Inps: da oggi le domande dei 600 euro in favore di professionisti e lavoratori autonomi

Da oggi, 1° aprile, sarà possibile inoltrare online le domande per ottenere l’indennità di 600 euro prevista dal decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 (Decreto Cura Italia) per i professionisti e i lavoratori autonomi.

Si ribadisce che non si tratta di un click day. Le domande potranno essere inviate anche nei giorni successivi al 1° aprile, collegandosi al sito e cliccando sul banner dedicato che compare sulla Home page.

L’Inps fornisce le istruzioni sui requisiti richiesti per ottenere l’indennità e sulla modalità di richiesta con la circolare n. 49/2020, pubblicata oggi sul sito.

L’indennità non concorre alla formazione del reddito ed è prevista in favore di:

  • liberi professionisti titolari di partita iva attiva al 23 febbraio, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie;
  • lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa attivo al 23 febbraio, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie;
  • lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’AGO, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie (sono compresi anche gli iscritti alla gestione autonomi commercianti oltre che alla previdenza integrativa obbligatoria presso l’Enasarco);
  • lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020, che non siano titolari di pensione diretta e non abbiano rapporti di lavoro al 17 marzo 2020;
  • lavoratori del settore agricolo purché abbiano svolto nel 2019 almeno 50 giornate di effettivo lavoro agricolo e non siano titolari di pensione diretta;
  • lavoratori dello spettacolo non titolari di trattamento pensionistico diretto, con almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 allo stesso Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, corrispondenti a un reddito non superiore a 50.000 euro.

Per il periodo in cui si percepisce l’indennità non è riconosciuto l’accredito di contribuzione figurativa, né il diritto all’assegno per il nucleo familiare.

La domanda per ottenere il Bonus potrà essere presentata a partire dal 1° aprile 2020 esclusivamente per via telematica, avvalendosi di una delle seguenti modalità:

  • collegandosi con il sito dell’Istituto e utilizzando l’apposito servizio, cliccando sul banner dedicato presente sulla Home page. Per questa prestazione è previsto l’utilizzo del PIN semplificato. La domanda di Bonus può essere fatta anche con SPID, CIE, CNS;
  • tramite il Contact center integrato, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante);
  • tramite i Patronati, utilizzando i servizi offerti gratuitamente dagli stessi



#Iorestoacasa, Allasia: “Solo così possiamo sconfiggere questa pandemia”

#IORESTOACASA. L’emergenza non è finita, purtroppo. La maggior parte dei piemontesi ha tenuto comportamenti di grande rispetto per le regole sanitarie legate al contagio Covid-19 ma non è assolutamente il momento di abbassare la guardia.

E per dare un ulteriore segnale di cautela e attenzione, oggi il messaggio a tutti i cittadini è anche visibile in piazza Castello, sede della Regione Piemonte. Un messaggio chiaro e inequivocabile che Giunta e Consiglio regionale hanno voluto rimarcare con uno striscione di sei metri, sulla facciata del Palazzo istituzionale.

Inoltre, un totem con tre messaggi, per giovani, anziani e cittadinanza tutta, su quanto sia importante essere responsabili in questo momento di emergenza, è stato posizionato davanti Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte.

“Con queste campagne vogliamo sensibilizzare chi vive in Piemonte a compiere quei gesti di buonsenso che possono fare la differenza – sottolinea Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale – Stare a casa non deve essere considerata una restrizione, ma un’azione concreta per vincere una battaglia che richiede necessariamente la collaborazione da parte di ognuno di noi. Solo se continuiamo ad agire tutti insieme con responsabilità, possiamo finalmente sconfiggere questa pandemia”.

“ #Iorestoacasa” è l’invito che la  Giunta e i Consiglieri regionali fanno a tutti i piemontesi. Sarà una Pasqua diversa per tutti noi. Pasqua e pasquetta a casa questo è l’appello che vi facciamo – dichiara il vicepresidente della Regione Fabio Carosso– Rispettiamo le ordinanze, siamo responsabili.Solo così riusciremo a far ripartire al più presto  il nostro Piemonte e a ritornare  al nostro lavoro e alle nostre abitudini”.

 

 




Coronavirus, 21.144 le persone positive, guarite 2.625

Il numero di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 2.625 (185 in più di ieri): 233 (+40) in provincia di Alessandria, 98 (+7) in provincia di Asti, 104 (+4) in provincia di Biella, 275 (+15) in provincia di Cuneo, 219 (+3) in provincia di Novara, 1.359 (+66) in provincia di Torino, 139 (+10) in provincia di Vercelli, 158 (+35) nel Verbano-Cusio-Ossola, 40 (+5)  provenienti da altre regioni. Altri 1.672 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 77 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi, di cui 23 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale complessivo è ora di 2.379 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 466 ad Alessandria, 119 ad Asti, 147 a Biella, 175 a Cuneo, 220 a Novara, 991 a Torino, 136 a Vercelli, 99 nel Verbano-Cusio-Ossola, 26 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

I contagi sono 21.144 (+563 rispetto a ieri), le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 2.802 in provincia di Alessandria, 1.113 in provincia di Asti, 783 in provincia di Biella, 2.056 in provincia di Cuneo, 1.987 in provincia di Novara, 10.157 in provincia di Torino, 976 in provincia di Vercelli, 936 nel Verbano-Cusio-Ossola, 217 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 117 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.




Finanziamenti e sospensione mutui, Confartigianato Cuneo: “Meno burocrazia e tempi rapidi”

Da troppo tempo ormai le piccole e medie imprese del nostro territorio stanno vivendo senza certezze sul futuro. Contestualmente all’inizio dell’emergenza sanitaria per molte di loro si sono bloccati i flussi di pagamenti ed è venuta a mancare la liquidità necessaria ad onorare le spese di prima necessità.

C’è bisogno di agire in tempi rapidi per evitare che alla pandemia si aggiunga un default economico. Le misure prese dal Governo sono una boccata d’ossigeno, ma devono uscire dagli enunciati e divenire rapidamente azioni concrete. Il mondo delle PMI è allo stremo, non può più aspettare».

Queste le parole di Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, l’Associazione che in questi giorni con i suoi professionisti sta assistendo le PMI cuneesi a districarsi tra i mille rivoli delle normative per accedere ai finanziamenti previsti.

E ancora una volta ad essere un ostacolo alla sopravvivenza imprenditoriale è la burocrazia, che allunga inevitabilmente i tempi e i modi operativi. Anche in un momento di emergenza epocale, com’è quello che stiamo vivendo, gli imprenditori per accedere al finanziamento fino a 25 mila euro, previsto nel Decreto “Liquidità” a garanzia statale, si ritrovano a doversi confrontare con alcuni vincoli burocratici delle banche che relegano la loro necessità di liquidità immediata, in ranghi temporali più lenti.
Questa volta quindi alla buona volontà del Governo di accelerare sembra porre un freno proprio il mondo bancario.

“Senza uno scudo penale alle banche non sarà automatico concedere prestiti alle imprese, anche se garantiti dallo Stato – hanno spiegato dall’ABI (Associazione Banche Italiane) – Ci sono le norme penali sull’antiriciclaggio ma anche le norme fallimentari che costituiscono ostacoli pesanti all’attività degli istituti di credito”.

Insomma, le Banche in queste operazioni non si sentono sufficientemente tutelate e chiedono che si eviti il ribaltamento di responsabilità su di loro nel caso in cui le misure offerte alle imprese non sortissero gli effetti sperati e le aziende cadessero in stato di insolvenza con possibili conseguenze di procedure fallimentari.

«Probabilmente la misura governativa a causa della fretta presenta qualche lacuna normativa. – sottolinea Crosetto – Ben vengano quindi le osservazioni, ma una volta valutate ed eventualmente inserite, sarebbe opportuno si procedesse spediti verso i risultati concreti. Le imprese sono senza carburante per i loro motori. Abbiamo bisogno che l’economia riparta subito, in caso contrario ne andrà del futuro del nostro Paese. La concorrenza estera si è già fatta sentire in modo pesante, non possiamo più rimanere fermi o perderemo quote di mercato irrecuperabili».

C’è poi altro aspetto poco chiaro, questa volta nel precedente Decreto ministeriale “Cura Italia” riguardante la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa. Nel documento si evidenzia che la misura è consentita ai lavoratori autonomi, ai liberi professionisti e ai titolari di ditte individuali artigiane che dichiarino di aver registrato nel trimestre successivo al 21 febbraio 2020, un calo del proprio fatturato medio giornaliero nel suddetto periodo superiore al 33% del fatturato medio giornaliero dell’ultimo trimestre 2019.

Non viene fatta menzione però della possibilità di accesso anche per i soci d’azienda, i quali dovrebbero invece essere equiparati ai titolari. Un’altra lacuna normativa pendente sull’attività bancaria, che in questo caso si ritrova ad operare a propria discrezionalità nei confronti della clientela.

«All’interno di Confartigianato Cuneo – aggiunge ancora Crosetto – è attiva una vera e propria task force di esperti in materia creditizia, in grado di supportare le imprese nei percorsi utili all’ottenimento delle agevolazioni previste dai recenti decreti. I rapporti consolidati tra la nostra Associazione e le banche del territorio fanno sì che ogni criticità o cavillo normativo possa essere superato attraverso un proficuo confronto tra le parti. Invitiamo quindi tutte le imprese in difficoltà a prendere contatti con i nostri uffici per richiedere consulenze ed approfondimenti in merito».




Bonus Piemonte, Confartigianato Torino: “L’unico vero incentivo è la rapida riapertura in sicurezza”

Bene il bonus Piemonte, ma il primo incentivo per le imprese è la rapida riapertura delle loro attività. Non c’è incentivo economico che valga la rapida ripresa dell’attività imprenditoriale con tutta la sicurezza possibile.

 

Con queste parole Dino de Santis, Presidente di Confartigianato Torino commenta il bonus di 2.500 a fondo perduto erogato dalla Regione Piemonte, destinato al settore benessere.

 

“Ci aspettiamo, inoltre, – continua De Santis – l’estensione del bonus anche ad altre categorie produttive colpite dal lockdown o dalla mancanza di commesse e dal conseguente calo o azzeramento del fatturato”.

 

Abbiamo stimato in 131 milioni di euro i mancati ricavi relativi ai mesi di marzo, aprile e maggio per le imprese del benessere del Piemonte derivanti dal lockdown del settore.

 

E’una situazione estremamente difficile per le 10.943 imprese artigiane piemontesi del benessere che contano 20.527 addetti.

 

“La riapertura del settore del benessere e dei servizi alla persona solo dal 1° giugno, è incomprensibile e inaccettabile. In Torino e Piemonte, acconciatori, estetisti e operatori della pedicure e manicure   – commenta Giuseppe Falcocchio, responsabile del settore benessere di Confartigianato Torino – sono sull’orlo del fallimento e non potranno sostenere un altro mese di serrata”.

 

“Questi nostri artigiani sono stati i primi a essere stati bloccati dalle misure contro il contagio da coronavirus – continua Falcocchio – hanno rigorosamente tenuto abbassate le serrande, continuando a pagare dipendenti e fornitori, saldando affitti e bollette”.

 

In questi 2 mesi, Confartigianato Benessere ha elaborato e presentato al Governo proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività, osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione.

 

“Suggerimenti molto pesanti e fortemente penalizzanti per le possibilità di ricavo delle imprese – sottolinea De Santis – ma sottoscritte dal settore pur di ripartire. Per tutta risposta, il Governo non ha dato alcuna risposta”.

 

Per Confartigianato, tutto questo è stato inutile e si chiede cosa la categoria potrebbe fare in più dal 1° giugno in termini di sicurezza, con l’aggiunta di costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio.

 

“La situazione per il settore è pesantissima e sono tante le attività che rischiano di non avere la forza per riaprire o che purtroppo dovranno lasciare a casa il personale – denuncia De Santis – siamo stati responsabili e lo saremo sempre ma tutto questo è ingiusto e non possiamo permetterlo”. “La prospettiva di un altro mese di fermo obbligato non possiamo accettarla passivamente, tantomeno in silenzio – conclude De Santis – nei giorni scorsi abbiamo inviato una lettera ai parlamentari piemontesi per manifestare al Governo il malessere del settore, rendendoci disponibili per formulare azioni e iniziative che possano sbloccare la situazione”.

 

“La situazione per il settore è pesantissima e sono tante le attività che rischiano di non avere la forza per riaprire o che purtroppo dovranno lasciare a casa il personale – afferma De Santis – tutto questo è ingiusto e non possiamo permetterlo”.

 

Questi motivi portano Confartigianato a ritenere che non sia ulteriormente rinviabile la riapertura dei saloni di acconciatori e dei centri estetici, subordinata all’applicazione di misure di carattere organizzativo ed igienico sanitarie che l’Associazione ha già provveduto ad inviare ai ministeri competenti, e che sono aggiuntive, rispetto a quelle già stringenti che gli operatori sono chiamati a mettere in atto in ragione delle normative di settore.

“Le misure che abbiamo proposto per il contrasto e la diffusione del Covid-19– sottolinea De Santis– consentono di operare in sicurezza tutelando la salute dei clienti, dei dipendenti e degli stessi imprenditori. Va ripristinato rapidamente il circolo dell’economia, avendo tutti attenzione a un diverso modo con cui si lavorerà e ci si muoverà”.

Ed ecco le misure proposte da Confartigianato per la riapertura dei saloni.

Proposte di carattere organizzativo: svolgimento delle attività esclusivamente su appuntamento (telefonico, tramite app o mail), presenza di un solo cliente per volta in area reception, spogliatoi, servizi igienici; permanenza dei clienti all’interno dei locali limitatamente al tempo strettamente; indispensabile all’erogazione del servizio/trattamento; adozione – per le imprese maggiormente strutturate – di orari di apertura flessibili con turnazione dei dipendenti.

Limitatamente ai saloni di acconciatura che – contrariamente ai centri estetici – normalmente non dispongono di spazi chiusi nell’ambito dei quali circoscrivere la presenza ad un solo cliente per operatore: delimitazione degli spazi con applicazione sul pavimento di scotch di colore ben visibile; utilizzo di postazioni distanziate sia nella zona del lavaggio che nelle zone trattamenti; distribuzione della clientela tra gli addetti in modo tale che ciascun operatore abbia in carico un massimo di due clienti contemporaneamente qualora uno dei due sia in fase di attesa tecnica (tempo di posa del colore).

Proposte di carattere igienico-sanitario: utilizzo mascherina e guanti; igienizzazione delle postazioni di lavoro dopo ogni trattamento/servizio; disinfezione dei servizi igienici dopo ogni utilizzo; utilizzo, ove possibile, di materiali monouso e lavaggio a temperatura adeguata e con prodotti igienizzanti dei materiali in tessuto; posizionamento di soluzioni disinfettanti all’ingresso e in corrispondenza di tutte le postazioni lavoro, a disposizione di operatori e clientela.

Misure aggiuntive per i centri estetici: utilizzo di soprascarpe monouso; utilizzo di camici monouso o lavaggio giornaliero degli indumenti ad alta temperatura con prodotti igienizzanti; accurata detersione dei lettini con ipoclorito di sodio-candeggina o alcool denaturato, ed arieggiamento della cabina dopo ogni trattamento.

 




Al via il nuovo bando di Invitalia a rimborso delle spese nella lotta al COVID-19

Invitalia, Agenzia nazionale per lo sviluppo del Ministero dell’Economia, ha varato un bando destinato alle imprese, al fine di ottenere il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale utilizzati per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID19.

BENEFICIARI
Tutte le imprese attive, regolarmente costituite e iscritte al Registro delle imprese, con sede principale o secondaria in Italia e che non si trovino in liquidazione volontaria o in procedure concorsuali con finalità liquidatoria. Non sono ammissibili i lavoratori autonomi.

SPESE AMMISSIBILI
Spese sostenute, fatturate e pagate a partire dal 17/03/2020, di importo minimo pari a 500 euro (IVA esclusa) che riguardano l’acquisto di:

  1. mascherine filtranti, chirurgiche, FFP1,FFP2 e FFP3;
  2. guanti in lattice, in vinile e in nitrile;
  3. dispositivi per protezione oculare;
  4. indumenti di protezione (tute e/o camici);
  5. calzari e/o sovrascarpe;
  6. cuffie e/o copricapi;
  7. dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea;
  8. detergenti e soluzioni disinfettanti/antisettici.

CONTRIBUTO
100% delle spese ammissibili sostenute, nel limite di 500 euro per ogni addetto e, comunque, fino ad un massimo di 150.000 euro ad impresa. I rimborsi sono concessi entro il limite delle risorse finanziarie disponibili per l’intervento pari a 50 milioni di euro (fondi Inail, art 43.1 DL Cura Italia del 17 marzo 2020).




DL Rilancio, Filippa (Cnvv): Si dovrebbe chiamarlo DL “elemosina”

Più che “rilancio” si dovrebbe chiamarlo DL “elemosina”. Sono mesi che sentiamo parlare di miliardi come fossero noccioline. Provate a chiedere a qualche imprenditore che conoscete, a qualche barista, a qualche ristoratore, albergatore o negoziante ormai chiuso da oltre due mesi se ha ricevuto un solo euro; alcuni, pochi, hanno avuto dalle banche un prestito che dovranno restituire.Le imprese di tutti i settori vogliono continuare a lavorare e a produrre ricchezza e benessere, ma hanno bisogno di una visione di lungo termine che favorisca concretamente lo sviluppo attraverso forti investimenti e una reale semplificazione normativa».

Il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, commenta con queste parole il Decreto Legge n. 34/2020 da poco pubblicato in Gazzetta ufficiale.

«È bene ricordare – spiega – che l’Italia ha una grande capacità industriale e turistica e che non dobbiamo distruggere quanto costruito in tanti anni. Se, infatti, escludiamo gli interessi il bilancio primario dell’Italia dal 1995 al 2018 è stato in attivo di 724 miliardi, ma nello stesso periodo abbiamo pagato interessi sul debito pubblico per 1.862 miliardi. Uno dei problemi del nostro Paese è quindi il “danno reputazionale”: ci è costato, negli ultimi 10 anni, oltre 250 miliardi in più di interessi passivi rispetto al tasso che avremmo pagato se fosse stato uguale a quello tedesco o francese. Il nostro Paese ha quindi tutti gli strumenti per poter continuare a essere competitivo, ma a industria, artigianato, turismo e commercio servono misure strutturali, non soluzioni temporanee».

«Soltanto per fare due esempi – prosegue Filippa – è necessario che il bonus per le ristrutturazioni in edilizia sia utilizzabile da subito, per evitare che l’iter burocratico troppo complesso ne ritardi l’attuazione di molti mesi, vanificando la capacità di avviare subito investimenti. Non dovrebbe più succedere, poi, quanto accaduto con il bando di Invitalia sul contributo alle aziende per i dispositivi anti-Covid: chi è riuscito a inviare la domanda nei primi 60 secondi riceverà il rimborso, gli altri no. Uno stato civile eroga i contributi a chi li merita, non a chi si prenota prima…».

«Adesso – conclude il presidente di Cnvv – dobbiamo iniziare a pensare a un rilancio “vero”, che tenga presente le nuove esigenze, mettendo al centro l’uomo e che passa da forti investimenti in infrastrutture di comunicazione, materiale e digitale, scuole, università, nuove esigenze abitative, sanità, gestione delle acque e dei rifiuti. Serve un programma su più anni e che sia pianificato in modo serio, non con il sistema degli appalti al ribasso e con una burocrazia che frena ogni iniziativa orientata allo sviluppo. Il rilancio di cui abbiamo bisogno, infine, deve promuovere sempre più il Made in Italy, che ha ancora un’ottima immagine nel mondo e che dobbiamo continuare a potenziare con la qualità dei nostri prodotti. La Regione Piemonte ha attivato una lodevole iniziativa che dovrebbe portare contributi alle attività commerciali in tempi che spero brevi. Usciamo però dalla retorica dell’“andrà tutto bene”, perché se continuiamo così andrà tutto male, nella direzione di una decrescita che rischia di essere davvero infelice».




Festa della Repubblica, ecco il programma in Piemonte

In occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, Giunta e Consiglio regionale, Prefettura, Comune di Torino, Città metropolitana, Ufficio scolastico regionale e i tre Atenei Piemontesi (Università degli studi di Torino, Politecnico e Università del Piemonte Orientale) hanno scelto di organizzare e condividere una serie di iniziative sotto il cappello di un’unica frase “Io Ci Credo Perché”, per ribadire come i valori della Repubblica e della Costituzione possano accomunare istituzioni e cittadini.

Il Consiglio e la Giunta regionale, per meglio rappresentare gli aspetti più importanti del  vivere civile e dello stare assieme, per ricordare le migliori energie messe in campo nei momenti di difficoltà, l’unità e la coesione nazionale, hanno deciso che a celebrare la giornata del 2 giugno fossero proprio le persone comuni attraverso le loro parole e le loro riflessioni.

Due sono i video realizzati per l’occasione e che saranno pubblicati in contemporanea, su tutti i siti istituzionali e dei soggetti partner della giornata, alle 12 e alle 14 del 2 giugno: il cortometraggio “IoCICredoPerchè”, 25 interviste in cui insegnanti, studenti, volontari, medici, rappresentanti delle forze dell’ordine, casalinghe, pensionati, vigili del fuoco e liberi professionisti raccontano perché credono nella Repubblica e nei valori che essa racchiude.

“Vignettisti e bambini raccontano la Costituzione” è invece il titolo del secondo video in cui grandi firme del fumetto e dell’illustrazione come Dino Aloi, Massimiliano Frezzato, Gianni Audisio, Gianni Chiostri,  Lido Contemori e Milko Dalla Battista, affiancano i bambini dei Consigli Comunali dei Ragazzi del Piemonte, nel commento agli articoli della Costituzione che più toccano da vicino la loro vita (scuola, famiglia, salute, paesaggio, lavoro, cultura). Tutte le opere inedite realizzate per l’occasione dagli artisti,  saranno donate al Consiglio regionale,  per essere poi esposte e rese visibili al pubblico a Palazzo Lascaris.

“Mai come in questo momento della nostra vita abbiamo avuto la possibilità di capire quanto siano preziosi e non scontati i valori fondanti della nostra Democrazia, come la Libertà – sottolinea Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte – Valori per cui altri Italiani prima di noi hanno donato la propria vita. Mai come oggi sappiamo di essere fortunati a vivere in un Paese che è una Repubblica. E mai come oggi il 2 Giugno è un giorno attuale da celebrare con unità. Perché solo insieme potremo ripartire davvero”.

“Io ci credo perché la nostra Carta costituzione non è solo insieme di regole giuridiche, ma anche l’insieme di regole di vita senza tempo e senza età – dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale del Piemonte –  Sono trascorsi 74 anni dalla proclamazione della Repubblica, in quel 2 giugno il popolo italiano, in tutte le sue componenti: uomini, donne, benestanti e nullatenenti, furono chiamati ad esprimere la propria scelta, quale segnale di partecipazione civile, di responsabilizzazione e di coinvolgimento per determinare il destino del Paese. Quel giorno per la prima volta i cittadini diventarono protagonisti del loro futuro”.

 

Programma Festa Repubblica




Esportazioni piemontesi nei primi tre mesi del 2019: crollo del 5,8%

Nel I trimestre del 2020 il valore delle esportazioni piemontesi di merci è stato pari a 10,8 miliardi di euro, evidenziando un calo del 5,8% rispetto al dato del I trimestre 2019. Nello stesso periodo, il valore delle importazioni di merci è diminuito del 4,9%, attestandosi a quota 7,7 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale si è confermato positivo per 3,1 miliardi di euro, in diminuzione rispetto ai 3,3 miliardi di euro del I trimestre 2019.

La dinamica delle esportazioni, nel primo trimestre 2020, è stata pesantemente condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto sull’export mondiale e italiano nel mese di marzo. La flessione manifestata dalle esportazioni piemontesi è risulta, tuttavia, più pesante rispetto a quanto avvenuto a livello complessivo nazionale, realtà per la quale il valore dell’export ha segnato un calo dell’1,9% rispetto al periodo gennaio-marzo 2019.

“L’emergenza da Covid-19 sta iniziando purtroppo a colpire duramente le nostre imprese. In questo primo trimestre, interessato solo in parte dal lockdown, il trend della nostra regione è peggiore di quello italiano e delle altre regioni nostre competitor quali Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Le nostre vendite oltre confine non possono essere lasciate in balìa di un mercato disorientato e confuso: il nostro made in Italy e il nostro made in Piemonte devono essere subito sostenute con politiche urgenti a favore dell’internazionalizzazione.

Il lavoro svolto in questi anni per valorizzare i tanti settori che ci caratterizzano non può essere disperso, ma deve essere essere ulteriormente riconosciuto investendo in risorse economiche e progetti innovativi e ad alto contenuto tecnologico. Come Camere di commercio del Piemonte faremo come sempre la nostra parte, individuando misure a supporto delle imprese, soprattutto in tema di sostegno al credito e liquidità aziendale” ha commentato Gian Paolo Coscia, Presidente di Unioncamere Piemonte.

Nei primi tre mesi del 2020 l’export export ha mostrato un calo su base annua superiore alla media nazionale per il Nord-est (-2,5%) e il Nord-ovest (-2,2%) e meno ampio per il Centro (- 1,5%), mentre il Mezzogiorno ha segnato un lieve aumento delle vendite (+1,1%), sintesi del calo del -1,3% per il Sud e della crescita del +7,5% per le Isole.

La flessione tendenziale dell’export ha interessato tutte le principali regioni italiane esportatrici: nel periodo gennaio-marzo 2020, il calo delle vendite da Lombardia, Emilia- Romagna, Veneto e Piemonte ha contribuito per 2,2 punti percentuali alla flessione su base annua dell’export nazionale.

Analogamente a quanto avvenuto nel 2019, anche nei primi tre mesi del 2020 tra le principali regioni esportatrici italiane il Piemonte è stata quella che ha manifestato la dinamica più debole. L’export della Lombardia è diminuito del 3,0%, il Veneto ha registrato una flessione del 3,2%, più lieve è stata la diminuzione delle vendite oltre confine dell’Emilia Romagna (-2,4%).

Nonostante la performance critica il Piemonte si è confermato la quarta regione esportatrice, con una quota del 9,6% delle esportazioni complessive italiane, incidenza in netto ribasso rispetto al 10,0% segnato nello stesso periodo dell’anno precedente.

Nel I trimestre del 2020 tutti i comparti di specializzazione delle esportazioni regionali, ad eccezione di quello alimentare, hanno evidenziato performance fortemente negative.

La meccanica, diventato primo settore per le esportazioni regionali al posto dei mezzi di trasporto, ha subito un calo delle vendite oltre confine del 10,6%. L’Automotive ha segnato un battuta d’arresto ancora più evidente: le esportazioni sono diminuite del 12,7%. Un calo a doppia cifra ha riguardato anche il comparto dei metalli (-14,7%). Il tessile ha ridotto le esportazioni del 7,6%, mentre un calo meno intenso ha caratterizzato la gomma plastica (-4,6%) e la chimica (-0,7%).

L’industria alimentare e delle bevande, in netta controtendenza, ha mostrato una crescita delle vendite all’estero dell’11,3%.

Nell’analisi dei mercati di sbocco va evidenziato come, a partire dal mese di febbraio 2020, la Gran Bretagna sia uscita dall’Unione europea. Nonostante sia previsto ancora un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2020, già a partire dal I trimestre del 2020 i dati delle esportazioni verso la gran Bretagna risultano inseriti nell’area extra Ue-27.

Nel periodo gennaio-marzo 2020 il bacino dell’Ue 27 ha attratto il 56,8% dell’export regionale mentre il 43,2% si è diretto verso mercati extra-Ue 27.

Complessivamente le esportazioni verso i mercati comunitari sono diminuite del 4,0% rispetto allo stesso trimestre del 2019.

I più importanti mercati dell’area per le merci piemontesi si confermano quello francese e quello tedesco, con quote rispettivamente pari a 14,5% e 13,9%.

La Francia ha evidenziato una flessione del 4,0%, peggiore è stato l’andamento delle vendite nel mercato tedesco, calate dell’8,2%. La diminuzione delle esportazioni verso la Spagna è risultata ancora più intensa, raggiungendo la doppia cifra (-10,2%). Cali compresi tra il 2% e il 6% hanno, infine, riguardato gli altri principali partner comunitari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue 28 hanno registrato una flessione di intensità doppia (-8,0%) rispetto a quella evidenziata per l’area comunitaria.

Al calo del 13,7% delle vendite verso gli USA segue la flessione dell’11,7 registrata verso la Gran Bretagna. Molto pesante la battuta d’arresto sul mercato svizzero (-26,5%) e su quello cinese (-19,7%). In crescita solo Turchia e Corea del sud.

A livello territoriale tutte le provincie evidenziano dinamiche negative. La realtà che mostra il calo più intenso è Alessandria (-19,6%), penalizzata dalla performance del settore orafo, seguita da Biella (-9,4%). Verbania (-0,4%), invece, risulta il territorio meno colpito dal crollo delle vendite oltre confine nel trimestre in esame.




Tavolo di coordinamento imprese & cultura: le proposte per il rilancio del settore

Studiare una piattaforma condivisa di digitalizzazione delle esperienze museali a cui affiancare un marketing territoriale, il lancio di una nuova immagine di Torino e la creazione di network strategici tra enti pubblici, privati e strutture ricettive.

Sono le proposte emerse durante l’ultimo incontro del Tavolo di Coordinamento Imprese & Cultura, promosso dal Gruppo Se.T.I. (Servizi e Terziario Innovativo) dell’Unione Industriale, che vede la presenza di oltre sessanta partecipanti. Il Tavolo, che raggruppa tutte le istituzioni culturali della Città, si è riunito per la prima volta dopo i mesi del lockdown che ha lasciato in ginocchio le attività culturali e turistiche torinesi.

Il comparto culturale, motore di crescita economia e sociale, è uno dei più colpiti dalla crisi causata dalla diffusione del Covid- 19, con un deficit di incassi e fatturato di quasi il 70% a livello nazionale.

Il Presidente SETI, Giovanni Fracasso, introducendo la riunione, ha affermato: “non possiamo permetterci di diventare una città senza eventi di rilevanza e istituzioni culturali di prima fascia. Il substrato culturale che ci caratterizza è fondamentale per il futuro di Torino, per i suoi abitanti, e anche per il sistema delle imprese.

Di più, lo è per il nostro Paese nel complesso: perché se una città si spegne, è un danno per tutta la nazione. In primo luogo, quindi, il Governo deve adottare delle misure per la sopravvivenza del mondo culturale e turistico italiano.

Ed è proprio a completamento di ciò, che iniziative di collaborazione e confronto come il nostro Tavolo diventano strategiche. Ora più che mai è fondamentale mettere insieme le energie di tutti, condividendo proposte e best practice – perché tra noi ci sono vere e proprie eccellenze in questo senso – per rendere gli enti del nostro settore culturale il più possibile solidi e autonomi nel lungo periodo. Penso, a questo proposito, anche a progetti condivisi che facciano economia di scala e consentano di avere nuove fonti di ricavo, aumentando la sostenibilità collettiva”.

Per il rilancio del settore serve programmare alcune strategie a medio e lungo termine, come la realizzazione di una piattaforma digitale per la realizzazione di visite virtuali – anche a pagamento. Inoltre, per attrarre nuovi visitatori e al contempo rilanciare l’immagine di Torino, è necessario razionalizzare i canali comunicativi e attuare una politica di incoming in grado di mettere a sistema le collaborazioni tra pubblico e privato, puntando su nuove connessioni.

“Nei mesi in cui l’emergenza ha chiuso l’Italia – ha spiegato Dario Gallina, Presidente dell’Unione Industriale di Torino – è emerso con forza un rinnovato bisogno di cultura, antidoto in grado di attenuare la paura nei momenti estremi, di sopperire all’impossibilità dell’incontro regalando benessere. Abbiamo assistito alla creazione di modalità digitali, inedite e bellissime, di fruizione culturale e artistica: molte di queste eccellenze siedono intorno al nostro Tavolo. E allora, oggi più che mai, questo luogo di riflessione, questo sodalizio tra istituzioni culturali e imprese diventa fondamentale. È il momento di rimboccarsi le maniche e tratteggiare un percorso per ripartire, facendo fronte comune, mettendo insieme proposte ed energie”.

Durante l’incontro, gli Enti hanno anche chiesto maggiore chiarezza su aperture e modalità e hanno ribadito la centralità del Teatro Regio per il tessuto culturale e la necessità per l’intero comparto di fare squadra per superare l’attuale emergenza e rilanciare Torino.