Daniele Casetta eletto presidente della Zona di Alba di Confartigianato

Nel corso dell’assemblea l’Associazione ha anche illustrato alle imprese albesi 
strumenti e opportunità per affrontare il post Covid-19

Intervenuta l’amministrazione comunale albese
che ha presentato i progetti per sostenere economia e territorio

Daniele Casetta, classe 1980, fabbro di Montà, e il nuovo presidente della Zona di Alba di Confartigianato Cuneo. Lo ha eletto l’Assemblea degli Associati riunitasi, ovviamente secondo tutte le prescrizioni dei vigenti protocolli di sicurezza, lo scorso 25 giugno presso la sala “Beppe Fenoglio” di Alba.

Casetta, succede a Domenico Visca, presidente di Zona per tre mandati, dimessosi per incompatibilità con la recente nomina a consigliere della Fondazione CRC. Visca affiancherà Casetta quale vicepresidente di Zona.

Il vicepresidente vicario sarà Claudio Piazza, anche presidente ANCoS (Associazione Nazionale Comunità Sociali e Sportive) Cuneo e rappresentante provinciale, regionale e nazionale degli Installatori GPL/Metano.

«Ringrazio i colleghi per la fiducia accordatami – commenta il neo presidente Casetta, che nell’ambito del sistema Confartigianato riveste anche il ruolo di vicepresidente nazionale del Movimento Giovani Imprenditori – e mi impegno ad affrontare con dedizione questo ruolo, importate collettore tra le esigenze e le problematiche delle imprese del territorio».
«In questi anni – commenta il presidente uscente Visca – si è riusciti a fare molto, grazie all’impegno dei dirigenti artigiani, che costituiscono componente fondamentale ed essenziale della nostra Associazione.

Ringrazio quindi colleghi e personale della struttura Confartigianato per il grande supporto ricevuto e confermo il mio impegno nel nuovo incarico che, su designazione dell’Associazione, andrò a rivestire nella Fondazione CRC».
Durante la serata Confartigianato Cuneo ha presentato anche strumenti e opportunità per affrontare il post Covid-19.

Grazie agli interventi di Joseph Meineri, direttore generale, e Diego Mozzali, vicedirettore e responsabile area fiscale, si sono illustrati i recenti provvedimenti governativi e gli strumenti messi a disposizione dalla Confartigianato Cuneo.

Giorgio Felici, presidente regionale e vicepresidente territoriale vicario Confartigianato Cuneo, ha spiegato il grande impegno che in questi mesi l’associazione ha profuso per ottenere dei risultati in favore del comparto, grazie al dialogo costante, soprattutto a livello piemontese, con la Regione Piemonte.

«Importante – ha commentato Felici – l’intervento del sistema bilaterale piemontese che, grazie ai contributi EBAP, ha permesso e sta permettendo a tante imprese di resistere. Continueremo con costanza e impegno a mettere in campo tutte le misure possibili per permettere al tessuto economico dell’artigianato e delle PMI di riprendersi e tornare a lavorare».

All’incontro hanno preso parte anche Bruno Ferrero e Emanuele Bolla, rispettivamente Assessore alla Programmazione e Bilancio e Assessore al Turismo del Comune di Alba, che hanno illustrato i progetti dell’amministrazione comunale per sostenere imprese, cittadini e territorio.

Intervenuta all’incontro, inoltre, Daniela Minetti, presidente Confartigianato Cuneo Onlus, che, nel descrivere le attività dell’organizzazione benefica nata in seno a Confartigianato Cuneo, ha ricordato come sia possibile supportarla destinando il 5 per mille in sede di dichiarazione dei redditi inserendo nella apposita casella del Mod. UNICO, o Mod. 730 o nel Mod. CUD il codice fiscale 96077150041.

Nelle conclusioni, Daniela Balestra, vicepresidente territoriale Confartigianato Cuneo, ha ricordato «il grande impegno dell’Associazione che in questi mesi di emergenza si è confermata partner di riferimento per le imprese, fornendo assistenza e informazioni costanti. Grande il lavoro della struttura che, o fisicamente nei 18 uffici sul territorio provinciale o in modalità di telelavoro, ha assicurato continuità nel supporto alle aziende. Importante l’impegno dei tanti dirigenti del sistema che hanno continuato ad operare ai vari livelli per rappresentare le istanze del comparto.

Questa situazione emergenziale si è verificata proprio in occasione del 75° anniversario di fondazione della nostra Associazione: con lo stesso spirito dei fondatori di Confartigianato Cuneo intendiamo guardare con fiducia e speranza al futuro, sempre al fianco delle nostre imprese, interpreti e sostenitori del “Valore Artigiano”».




Sono 31.429 (+6 rispetto a ieri) le persone positive al Covid

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 25.136 (+ 25 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3011 (+8) Alessandria, 1499 (+10) Asti, 821 (+0) Biella, 2327 (+0) Cuneo, 2244 (+0) Novara, 13.065 (+7) Torino, 1065 (+0) Vercelli, 943 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 161 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 981 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 2 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4104 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 676 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 395 Cuneo, 366 Novara, 1811 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 31.429 (+6 rispetto a ieri, tutti asintomatiche, 3 da screening, e 3 in Rsa) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4070 Alessandria, 1879 Asti, 1051 Biella, 2878 Cuneo, 2798 Novara, 15.915 Torino, 1329 Vercelli, 1143 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 263 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 103 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 9 (invariati rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 210 (-16 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 989. I tamponi diagnostici finora processati sono 431.761 , di cui 236.760 risultati negativi.




Nuova ordinanza: ok alla consultazione di giornali e al gioco con le carte

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha firmato una ordinanza che reintroduce, a partire dall’11 luglio, la possibilità di consultazione di giornali e quotidiani all’interno di bar ed esercizi pubblici. Si potrà riprendere anche a giocare a carte nei circoli ricreativi.

L’ordinanza è stata emanata alla luce dei pareri favorevoli del Settore Prevenzione dell’Assessorato regionale alla Sanità e degli esperti dei gruppi di lavoro tecnico-scientifici che ne hanno valutato la compatibilità con l’attuale situazione epidemiologica, che anche nell’ultimo Report 8 della Fase 2 trasmesso dal Ministero della Salute indica in Piemonte un basso livello di rischio e zero allerte.

Tutte le attività andranno svolte nel rispetto delle apposite Linee guida approvate dalla Giunta regionale.

In particolare, per giocare a carte sarà obbligatorio indossare la mascherina, igienizzare frequentemente le mani e le superfici utilizzate, rispettando il distanziamento fisico di almeno un metro tra i giocatori delle stesso tavolo e tra tavoli adiacenti. Auspicabile, anche se non obbligatorio, l’utilizzo dei guanti monouso.

Per la lettura dei giornali si affida al gestore del locale l’obbligo di assicurare prima e dopo la manipolazione della copia la sanificazione delle mani degli utenti, che dovranno indossare obbligatoriamente la mascherina. Al gestore viene anche raccomandato di mettere a disposizione più copie della medesima testata e di rimuoverle a fine giornata.

 




Lutto Lavazza, il cordoglio del presidente Stefano Allasia

 Esprimo a nome del Consiglio regionale del Piemonte, il mio cordoglio alla famiglia Lavazza per la perdita della signora Maria Teresa, vedova di Emilio, già presidente della storica azienda del caffè.

Lavazza è uno dei marchi globali che hanno portato il nome del Piemonte e di Torino nel mondo e si è sempre distinta – ancora recentemente con il moderno progetto della Nuvola – per la sua creatività, qualità e innovazione.

Desidero anche ricordare il grande impegno personale della signora Maria Teresa nell’Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale, fondamentale per la ricerca scientifica sull’uso delle cellule staminali per la cura di malattie degenerative.




Situazione ambientale nel Chivassese: la Città metropolitana scrive a Regione Piemonte

La situazione ambientale in atto da ormai troppo tempo nell’area del Chivassese preoccupa gli amministratori di Città metropolitana di Torino che si sono fatti interpreti del senso diffuso di insicurezza ed allarme della popolazione in una lettera inviata all’assessore all’ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati.

Il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la consigliera metropolitana delegata all’ambiente Barbara Azzarà hanno mandato a Marnati un documento predisposto dai tecnici della Città metropolitana di Torino che illustra nel dettaglio la concentrazione di discariche, impianti di trattamento e produzione di biometano, cave ed alcune altre attività in regime di autorizzazione integrata ambientale (AIA).

Tutto insediato da tempo in una stessa e limitata realtà territoriale.

“Siamo certi che la Regione Piemonte è a conoscenza della situazione – scrivono tra l’altro Marocco e Barbara Azzarà – ma come amministratori della Città metropolitana di Torino sentiamo il dovere di segnalare la necessità di un esame maggiormente approfondito per poter prevenire allarmi o criticità ambientali. Le chiediamo, assessore Marnati, di valutare il documento insieme alla possibilità di un colloquio che ci consenta di illustrarLe direttamente le nostre posizioni”.

 




Decreto rilancio: la PA non ha pagato 11 miliardi di debiti ai fornitori

Anche quando le risorse economiche sono accessibili ad un costo molto contenuto, la Pubblica Amministrazione (PA) non paga i propri fornitori. La denuncia è sollevata dalla CGIA di Mestre che torna ad occuparsi di un tema che sta molto a cuore a centinaia e centinaia di migliaia di imprese che lavorano per lo Stato.

Cosa è successo nelle ultime settimane ? Tramite la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), il decreto Rilancio ha messo a disposizione delle Aziende Sanitarie Locali (ASL), delle Regioni e degli enti locali 12 miliardi di euro per liquidare i debiti commerciali maturati prima della fine del 2019. Entro lo scorso 7 luglio, termine entro il quale le articolazioni periferiche della PA dovevano presentare la richiesta di denaro alla CDP, sembra che, secondo alcune indiscrezioni riportate dalla stampa specializzata, sia stato richiesto solo un miliardo.

La conferma di questo clamoroso flop emerge dalla lettura delle bozze del decreto Agosto: all’art. 55 il Governo ha riaperto i termini per la presentazione della domanda alla CDP. Pertanto, ASL, Regioni ed enti locali potranno chiedere l’anticipazione di liquidità per pagare i creditori tra il 21 settembre e il 9 ottobre prossimi.

 

 Altro che indignarsi per i 600 euro: è più immorale non pagare 11 miliardi di debiti

“In questi giorni tutta l’opinione pubblica è indignata per i 600 euro di bonus incassati da parlamentari e consiglieri regionali – denuncia il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – ma, a nostro avviso, è decisamente più immorale che moltissime ASL, Regioni e Comuni non abbiano pagato 11 miliardi di euro ai propri creditori, sebbene la CDP abbia messo a disposizione un prestito trentennale ad un tasso dell’1,22 per cento.

Per risolvere l’eccessivo stock di debito commerciale accumulato dalla PA c’è solo una cosa da fare: bisogna consentire la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti dell’Amministrazione verso le imprese e le passività fiscali e contributive in capo a queste ultime. Grazie a questo automatismo potremmo risolvere questa cattiva abitudine in tempi ragionevolmente brevi, salvaguardando il futuro di tantissime imprese”.

Stando al trend in atto in questi ultimi anni, i ritardi dei pagamenti penalizzerebbero soprattutto le Pmi.

“Dalla segnalazione riportata dalla Corte dei Conti 1 – afferma il segretario Renato Mason – si starebbe consolidando una tendenza in atto da alcuni anni che vede le Amministrazioni pubbliche saldare con puntualità le fatture di importo maggiore e ritardare intenzionalmente la liquidazione di quelle di dimensione meno elevate. Una modalità operativa che, ovviamente, penalizzerebbe le piccole imprese che, generalmente, lavorano in appalti o forniture di importi nettamente inferiori a quelli “riservati” alle attività produttive di dimensione superiore. Senza liquidità molte Pmi non hanno futuro e, paradossalmente, rischiano di chiudere per troppi crediti inesigibili”.

Nel 2° trimestre di quest’anno 8 ministeri su 13 hanno pagato in forte ritardo. Gli altri non hanno aggiornato i dati

A dimostrazione della difficoltà in cui versano le aziende che lavorano con la PA, segnaliamo i tempi di pagamento dei ministeri italiani. Nel secondo trimestre di quest’anno 8 su 13 hanno pagato in ritardo i propri fornitori. Gli altri 5 non hanno ancora aggiornato l’indice di tempestività dei pagamenti che misura i giorni di ritardo o di anticipo in cui vengono saldati i fornitori rispetto alle scadenze previste dal contratto . La situazione più difficile è in capo alle attività economiche che hanno lavorato per il ministero dell’Interno: tra aprile e giugno sono state liquidate mediamente con 62 giorni di ritardo .

Seguono le aziende che hanno instaurato un rapporto commerciale con il ministero delle Politiche Agricole (61 giorni di ritardo) e quelle con il ministero dell’Ambiente (+53 giorni). Forti ritardi nei pagamenti hanno registrato anche il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (+ 49 giorni), i Beni Culturali (+30 giorni), la Difesa (+16 giorni), l’Economia e Finanze (+14 giorni) e lo Sviluppo Economico (+12,5 giorni).

Contravvenendo alle disposizioni di legge, cinque ministeri (Lavoro, Esteri, Giustizia, Salute e Istruzione) non hanno ancora aggiornato i dati del secondo trimestre. Quelli della Giustizia e della Salute, non come tutte le altre Amministrazioni pubbliche, oltre all’ Indice di Tempestività nei Pagamenti (calcolato ai sensi dell’art. 9 del D.P.C.M. del 22 settembre 2014) hanno l’obbligo di pubblicare sul proprio sito anche il numero dei creditori e l’ammontare complessivo dei debiti (art. 33 comma 1 del D.Lgs n. 33/2013 così come modificato dall’art. 29 del D.Lgs. 97/2016) maturati ogni trimestre e alla fine di ciascun anno per le seguenti voci di spesa: somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali.

Dal 2013, a seguito del recepimento nel nostro ordinamento della normativa europea contro i ritardi di pagamento (Direttiva UE/2011/7), i tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra enti pubblici italiani e aziende private non possono superare di norma i 30 giorni (60 per alcune tipologie di forniture, in particolare quelle sanitarie) hanno addirittura ancora reso disponibili gli indici di tempestività del primo trimestre del 2020 .

Secondo le stime della Banca d’Italia i debiti della nostra PA ammontano a 53 miliardi

Secondo gli ultimi dati disponibili riportati nella “Relazione annuale 2018”, presentata il 31 maggio 2019 dalla Banca d’Italia, l’ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra PA sarebbe pari a circa 53 miliardi di euro, metà dei quali ascrivibili ai ritardi di pagamento .

L’utilizzo del condizionale è d’obbligo, visto che il periodico monitoraggio condotto dai ricercatori di via Nazionale si basa su indagini campionarie condotte sulle imprese e dalle segnalazioni di vigilanza da cui emergono dei risultati che, secondo gli stessi estensori delle stime, sono caratterizzati da un elevato grado di incertezza . Tuttavia, di una cosa siamo certi: le statistiche di Bruxelles ci dicono che, nonostante gli sforzi fatti in questi ultimi anni, la nostra PA è comunque tra le peggiori pagatrici d’Europa.

 

 

 

 




Sono 32.989 (+ 66 rispetto a ieri) le persone positive al Covid19

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.858 (+12 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3369 (+0) Alessandria, 1607 (+1) Asti, 848 (+0) Biella, 2557 (+1) Cuneo, 2.401 (+1) Novara, 13.766 (+3) Torino, 1142 (+5) Vercelli, 986 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 182 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 463 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I decessi sono 4147. Un decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, nessuno oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è quindi di 4147 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 399 Cuneo, 373 Novara, 1835 Torino, 223 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

La situazione dei contagi. Sono 32.989 (+ 66 rispetto a ieri, di cui 54 asintomatici. Dei 66 casi, 32 screening, 28 contatti di caso, 6 con indagine in corso. I casi importati sono 22 su 66), i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4179 Alessandria, 1919 Asti, 1079 Biella, 3123 Cuneo, 3019 Novara, 16.452 Torino, 1565 Vercelli, 1185 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 286 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 182 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 7 (come ieri ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 90 (- 2 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 1424. I tamponi diagnostici finora processati sono 597.168, di cui 333.808 risultati negativi.

26.834 pazienti guariti e 469 in via di guarigione. L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.834 (+14 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3362 (+0)




Candioli Pharma insignita del Premio “Italia Best Managed Company 2020” di Deloitte

Candioli Pharma ha ottenuto il prestigioso riconoscimento assegnato da Deloitte BMC Awards ”Italia Best Managed Company 2020”, a seguito di accurata analisi da parte di una giuria indipendente delle performance aziendali e di fattori critici di successo che misurano strategie, competenze, impegno verso le persone, cultura aziendale, internazionalizzazione, Corporate Social Responsibility e innovazione.

L’edizione di quest’anno ha incluso nell’analisi anche la capacità di risposta all’emergenza causata dalla pandemia da Covid19.

Candioli Pharma fa dell’eccellenza e della qualità le sue peculiarità nello sviluppo e nella formulazione di prodotti innovativi nel settore veterinario, ed è presente da un secolo con un brand iconico nel settore farmaceutico: il MOM (sviluppato per la pediculosi dell’uomo).

“Siamo estremamente orgogliosi di aver ricevuto questo importante riconoscimento, che premia gli sforzi profusi e le energie investite da molti anni per offrire soluzioni innovative, all’avanguardia e rispondenti alle necessità del mercato e dei consumatori” – spiega Luca Cravero Candioli, direttore generale di Candioli Pharma.

“In particolare, ci siamo distinti per aver sviluppato prodotti innovativi che ci hanno permesso di acquisire quote di mercato molto importanti in Italia e di iniziare un percorso di internazionalizzazione che ci vede ora presenti in oltre 50 Paesi in tutti i continenti, e in UK con la nostra prima filiale estera, la Vetark Products Ltd.

Siamo oggi l’unica azienda italiana del nostro settore presente in modo massivo all’estero e una delle poche europee. Il motivo è semplice: qualità dei prodotti, valorizzazione del Made in Italy e un team aziendale eccezionale. L’ottenimento del prezioso riconoscimento Best Managed Company Award di Deloitte è merito soprattutto delle persone che lavorano in azienda” conclude Luca Cravero Candioli.

 

PROFILO CANDIOLI PHARMA
Candioli Pharma è stata fondata nel 1882 dal dott. Attilio Candioli, nel laboratorio della farmacia di proprietà della famiglia. In quasi 140 anni di storia, nel perseguire l’eccellenza tramite la ricerca e sviluppo di prodotti e formulazioni per il mercato veterinario (con linee di prodotto dedicate a migliorare la qualità della vita degli animali da compagnia, cani, gatti, cavalli, uccelli e animali esotici), Candioli Pharma è divenuta un’azienda moderna e all’avanguardia. Ampliando nel tempo le sue aree di interesse, ha proposto soluzioni altamente innovative nel mercato veterinario e referenze iconiche con i prodotti della linea MOM, antiparassitari per trattamenti umani, divenendo leader di mercato nei segmenti specifici.

Il nuovo millennio ha visto l’orientamento verso nuovi dinamici mercati esteri, esplorando opportunità di business soprattutto in America, Asia e buona parte dell’Europa. Candioli pharma è diventata, perciò, una realtà internazionale in poco tempo, approdando nel 2018 anche nel mercato UK, grazie all’acquisizione dell’azienda leader nel segmento prodotti per animali esotici, Vetark Products Ltd.

Dalla casa madre, invece, situata a Beinasco (TO), parte la rete di informazione scientifica del farmaco più capillare e completa a livello nazionale. I team, che ogni giorno visitano più di 7.000 ambulatori su tutto il territorio italiano, si dividono in due squadre, ognuna delle quali ha nel suo listino una precisa competenza terapeutica. In questo modo, Candioli pharma garantisce un supporto commerciale, tecnico e scientifico ad ampio raggio, offrendo al target veterinario un catalogo di prodotti e un servizio di consulenza di alto livello.

 




Tpl, verso un servizio pagato a consumo

Pagare i mezzi pubblici con il cosiddetto sistema “pay per use”, soltanto quando si utilizza il servizio, rappresenta una delle linee di indirizzo strategico annunciate dall’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture durante l’illustrazione del Defr, Documento di economia e finanza regionale 2021-2023 in seconda Commissione.

Con l’emergere di una nuova flessibilità della domanda dovuta anche allo smart working che determinerà un possibile calo degli abbonamenti tradizionali, l’assessorato intende facilitare l’entrata in vigore di un sistema “pay per use”, legato al pagamento solo in caso di effettivo utilizzo del servizio, accelerando contemporaneamente il progetto “Mass” ovvero “mobility as a service”, che integra tutte le forme di trasporto in un ecosistema digitale all’interno del quale l’utente potrà trovare i servizi di trasporto pubblico disponibili e utilizzabili.

A fronte delle innegabili difficoltà legate al Coronavirus soprattutto a causa della riduzione dell’utenza (ad oggi il calo è del 50% rispetto a un anno fa) è stata espressa la volontà di assicurare un servizio di trasporto pubblico regionale sostenibile sia in termini di efficienza tecnica sia economica, impegnandosi a proseguire gli investimenti strutturali strategici ma assicurando al contempo un’adeguata copertura del servizio su tutto il territorio regionale.

Pilastri importanti di questo approccio saranno da una parte l’incremento dell’operatività del servizio ferroviario metropolitano, che andrà a regime nel 2021 in parallelo con l’avanzamento di alcune opere prioritarie come il collegamento in galleria della linea veloce diretta Torino Porta Nuova- Torino Porta Susa e il completamento delle linee SFM3 e SFM5, e dall’altra la definizione di una prospettiva nuova per il servizio ferroviario regionale, con contratti decennali che consentano di pianificare adeguati investimenti, in particolare per la sostituzione del materiale rotabile e per il miglioramento infrastrutturale, ad esempio delle tratte a velocità ridotta soprattutto nei collegamenti fra i capoluoghi di provincia e Torino.

Per quanto riguarda la logistica, anche in risposta alle domande di un consigliere del Pd, è stata spiegata l’intenzione di promuovere le condizioni per l’ampliamento da parte del governo nazionale delle aree interessate dalle zone logistiche semplificate (zls), mentre la presenza della Regione nella compagine della Fondazione Slala ha l’obiettivo di accelerare l’attuazione della zona logistica semplificata di porto e retro porto di Genova all’interno del quale rientra il progetto di riutilizzo dello scalo merci di Alessandria, sul quale Slala ha già presentato uno studio.

Si intende inoltre proseguire la politica di sollecitazione al completamento delle grandi opere infrastrutturali quali il collegamento ferroviario Torino-Lione e il Terzo Valico dei Giovi, mentre in tema di viabilità e infrastrutture stradali nel prossimo esercizio finanziario si sosterrà la progettazione di almeno una parte delle 30 opere individuate a seguito di consultazioni con gli enti locali, per arrivare a una tempestiva realizzazione di infrastrutture giudicate importanti dai territori ma non sostenibili economicamente per i bilanci di Province e Comuni.

L’assessore ha infine risposto ad alcune domande di consiglieri del gruppo M5S sull’attuazione del trasporto intermodale e sulle criticità delle tariffazioni del trasporto pubblico per gli studenti e del gruppo Pd sullo stato dei lavori della Pedemontana e dell’autostrada Asti-Cuneo.




Alluvione in Piemonte, pesanti danni per l’agricoltura

Fortunatamente il peggio dovrebbe essere passato: le previsioni indicano ancora qualche pioggia debole sul Piemonte per domani pomeriggio, ma senza gravi rischi.

In queste ore è in corso il conto dei danni per l’ultima ondata di maltempo, che tra ieri sera (venerdì) e questa mattina ha flagellato la nostra regione con una violenza inaudita.

Ponti crollati – quello che collega Romagnano a Gattinara è letteralmente collassato – paesi, campi e strade allagati, frane in montagna e in collina. La Protezione Civile della Regione segnala l’allerta per le dighe Ceppi Morelli (Verbano Cusio Ossola), Sessera (Biella) e Gurzia (Torino). In preallerta quelle di Piastra (Cuneo), San Nicolao (Biella), Rinasco (Vercelli) Melezet e Vistrorio (Torino). Purtroppo si segnalano anche dispersi: nel primo pomeriggio sono già 11.

Eccezionale l’entità delle precipitazioni: nelle ultime 24 ore la stazione meteo di Sambughetto (Verbania) ha registrato 630 mm di pioggia, quella di Limone Piemonte (CN) 580 mm, superando così il record storico di pioggia sull’intera regione dal 1958.

Tra le zone più colpite il Cuneese e la Valsesia. Esondati il Tanaro, il Sesia e, in mattinata, anche la Dora Baltea a Ivrea e Banchette, allagando abitazioni e attività produttive.

 

I danni all’agricoltura

Il nostro primo pensiero va alle famiglie dei dispersi, con la speranza che vengano ritrovati sani e salvi. Il bilancio per l’agricoltura è pesante e anche questa volta – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontee dimostra in modo inequivocabile che, aldilà del cambiamento climatico in atto, occorre investire in modo deciso sulla prevenzione, per evitare che si ripetano fenomeni di questo genere”.

In tutta la regione – rilevano i tecnici di Confagricoltura Piemonte – si segnalano prati e campi allagati, con i danni più significativi per la soia, in buona parte ancora da trebbiare, il mais e soprattutto il riso, in pieno periodo di raccolta. Danni per i vigneti e frutteti anche in collina, a causa di frane e smottamenti.

Nel Cuneese i problemi principali si segnalano in Alta Val Tanaro, con gravissimi danni a Garessio, mentre ad Alba si è in apprensione perché il livello del Tanaro continua a salire.

Nell’Astigiano il Tanaro è già esondato nei campi più bassi nella zona di Castello d’Annone allagando seminativi e orti, mentre si è ancora in attesa della piena.

Nel Casalese, a Terranova, è esondata la Sesia, sommergendo le risaie in pieno periodo di trebbiatura. La popolazione è stata evacuata e la piena continua a salire.

Nel Basso Novarese si registra l’esondazione del torrente Arbogna, affluente dell’Agogna, a Garbagna Novarese.

Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara-VCO riferisce di come ci sia moltissima acqua nelle risaie prossime alla raccolta, con danni ancora da valutare.  “Le risaie – dichiara Paola Battioli – hanno svolto una funzione essenziale per limitare il disastro, contenendo ciò  che poteva essere un danno molto più grave per i centri abitati”.

A Granozzo con Monticello è esondato il torrente Agogna, allagando la strada provinciale 6 e le risaie.

Nei prossimi giorni, quando l’acqua si sarà ritirata si potranno valutare i danni, che al momento si prospettano comunque importanti – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemontesoprattutto nella nostra regione, dove il territorio è particolarmente fragile. Servono programmi di manutenzione dei corsi d’acqua per mettere in sicurezza intere aree, prevenendo dissesti idrogeologici che ogni anno causano vittime e danni ingenti alle imprese e all’agricoltura”.