Neve e ambiente, CCIAA Cuneo: Si va verso modelli più sostenibili

Presentati i primi risultati del progetto europeo Alpimed Clima da cui si partirà per rispondere alle sfide che attendono l’area transfrontaliera tra Italia e Francia

Un risultato che non è un punto di arrivo, ma di partenza. Anzi, di ripartenza, per riprendere slancio dopo due anni resi complicati dall’emergenza sanitaria prima e dal caro energia poi.

È quanto è emerso nel corso dell’evento, tenutosi presso la Camera di Commercio di Cuneo, del progetto europeo Alpimed Clima, promosso insieme agli altri partner italiani e francesi e alle stazioni sciistiche del territorio.

L’incontro si è aperto con i saluti del presidente della Camera di Commercio di Cuneo, Mauro Gola, che ha sottolineato la volontà di “portare avanti un discorso integrato anche con la parte francese, perché oggi è il momento di essere ancora più sostenibili”.

Loïc Gargari, project manager della Métropole Nice Côte d’Azur, capofila del progetto Alpimed Clima e del Piter Alpimed ha parlato dell’impegno profuso per “migliorare l’utilizzo delle risorse energetiche e idriche. Siamo giunti a risultati che sono condivisi e che possono essere da stimolo per ulteriori azioni in tale direzione”.

A chiudere la parte istituzionale è stato Roberto Gosso, presidente di Cuneo Neve, il quale ha ravvisato la necessità per le stazioni sciistiche di “diventare sempre più green, obiettivo perseguito anche attraverso un innovativo progetto di dematerializzazione degli abbonamenti, che permette una riduzione dei tempi e dei rifiuti prodotti”.

 

 

La Camera di Commercio di Cuneo, per voce di Marilena Luchino, referente del progetto, ha illustrato gli obiettivi e il partenariato di Alpimed Clima, il progetto che coinvolge un totale di 89 comuni – 27 della provincia di Cuneo (delle valli Gesso, Vermenagna e Pesio), 24 della provincia di Imperia e 38 del Dipartimento Alpes Maritimes e che fa parte di Piter Alpimed, attraverso cui si punta ad arrivare alla definizione di una carta climatica transfrontaliera, per facilitare la realizzazione di strumenti di pianificazione territoriale che permettano di replicare le buona pratiche ambientali già attivate in altre parti dell’area.

Con l’intervento di Alessandro Casasso, docente di Ingegneria dell’ambiente del Politecnico di Torino, soggetto attuatore dell’Ente camerale, si è entrati nel vivo dei risultati della ricerca sull’impronta di carbonio delle stazioni sciistiche. “Spesso sui media compaiono titoli allarmanti che sottolineano come lo sci alpino sia uno sport poco sostenibile, in particolar modo a causa del ricorso all’innevamento tecnico, la cosiddetta ‘neve artificiale’. Siamo partiti da questo assunto domandandoci se fosse davvero così. Siamo arrivati a stimare l’emissione di gas serra legato all’attività di un comprensorio sciistico, per ricavare la quantità di anidride carbonica media giornaliera prodotta da ogni sciatore. Un’operazione utile perché permette di paragonare l’attività sciistica ad altre attività umane”, ha spiegato Casasso.

Il dato emerso è che un giornaliero sugli sci produce una quantità di anidride carbonica che va da 3 a 12 kilogrammi, l’equivalente di quanta se ne determina percorrendo da 25 a 100 chilometri in auto.
Oltre alla parametrazione del consumo energico prodotto, la ricerca permette di capire come si possa intervenire per migliorare la situazione.

“Tre sono le macro voci più significative – ha proseguito Casasso -: gli impianti di risalita, l’innevamento programmato e la battitura delle piste. La prima è quella che incide di più a livello di dispendio energetico (dallo skilift, meno dispendioso, passando poi alla seggiovia e alla cabinovia). Per ridurlo si può intervenire regolando la velocità degli impianti, adeguando la portata in base all’affluenza degli sciatori. È quello su cui hanno lavorato i colleghi francesi, riducendo i Kilowattora consumati del 15 per cento nell’arco di qualche anno. Un altro modo per ridurre le emissioni di gas serra consiste nell’introduzione di sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili: il fotovoltaico, per esempio, si adatta bene agli impianti di risalita”.

 

 

Per quanto riguarda l’innevamento programmato, il docente del Politecnico di Torino commenta: “È una voce abbastanza minima nel fabbisogno energetico di una stazione, se paragonata agli impianti di risalita, perché l’ordine di grandezza
delle potenze impegnate è simile, ma il suo utilizzo nel corso di una stagione è molto più ridotto in termini di ore.

La battitura delle piste richiede mezzi di grandissima potenza che hanno consumi decisamente importanti. Il consumo energetico dipende dalla pendenza delle piste, dalle precipitazioni nevose, ma è determinata anche dall’esperienza dell’operatore che manovra il mezzo. Circa il 75 per cento di anidride carbonica prodotta è legata a impianti di risalita e innevamento, mentre la restante parte alla battitura delle piste, ma è la percentuale su cui è più difficile incidere positivamente”

Andrea Lingua, docente di Ingegneria dell’ambiente del Politecnico di Torino spiega: “Abbiamo provato ad affrontare due questioni: la prima ha permesso di arrivare a un monitoraggio dell’altezza della neve nel tempo attraverso dei droni, per ottimizzare il consumo energetico dei gatti della neve. Il secondo aspetto è legato a una interazione in tempo reale con questi mezzi, per permettere loro di conoscere l’altezza del manto nevoso su cui stanno operando con delle tecniche che non siano costose e dalla precisione elevata”.

Sempre di efficientamento, ma da un altro punto di vista, ha parlato Mauro Danna, responsabile Innovazione di Confindustria Cuneo. L’efficientamento in questione passa attraverso il processo di digitalizzazione che, grazie a Cuneo Neve, riguarda 17 stazioni e 92 impianti di risalita della provincia di Cuneo ed è racchiuso in due applicazioni.
“Con Cuneo Neve Pass abbiamo avviato una sperimentazione che è partita da quello che già c’era prima, una card fisica letta alle casse mediante sistemi Pos, facendola diventare una app. Già a partire dalla stagione invernale 2021-2022 i soci degli oltre 35 sci club che aderiscono a questa iniziativa hanno avuto la possibilità di scaricare l’app, riconosciuta da tutto il circuito Cuneo Neve e accedere alle scontistiche che ogni stazione singolarmente prevede”.

“Grazie anche alla Camera di Commercio di Cuneo si è provveduto a dotare tutte le 47 casse delle 17 stazioni di un tablet che legge queste applicazioni dal telefonino – aggiunge Danna –; il bello di questa soluzione è che si tratta di una piattaforma studiata tenendo conto delle realtà esistente, ma aperta: in futuro potremo caricare altri tipi di servizi, permettendo, per esempio, di utilizzarla per la visita dei musei o dei siti d’interesse del territorio.

 

“Il secondo progetto operativo è Cuneo Neve Store, un portale che consente di effettuare l’acquisto online per tutte le stazioni sciistiche cuneesi, anche quelle piccole, sinora non attrezzate per offrire tale servizio che velocizza la pratica e va incontro alle esigenze degli utenti”.

Sempre nell’ambito del progetto Alpimed Clima sono stati predisposti una guida e un video per illustrare l’impatto delle stazioni sciistiche sull’effetto serra e nei prossimi giorni partirà un corso di Energy Management gratuito.
La parte finale dell’incontro è stata incentrata su Isola 2000, con l’illustrazione delle iniziative intraprese per migliorare l’efficientamento energetico nella località sciistica d’Oltralpe. Una testimonianza che da una parte ha messo in evidenza la tanta strada ancora da fare, ma dall’altra ha reso evidente come sia possibile agire concretamente per opporsi all’impatto dei cambiamenti climatici.

A concludere l’appuntamento sono state le testimonianze delle stazioni di Limone Piemonte e Prato Nevoso, coinvolte direttamente nello studio portato avanti dal Politecnico di Torino. Entrambi gli intervenuti hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto e soddisfazione per le prospettive di intervento che i risultati della ricerca lasciano aperti.




Nasce l’Osservatorio Permanente sul Lavoro di Ripartiamo Insieme per il Pinerolese

Sulla scia del positivo lavoro svolto da Consorzio CPE, CGIL CISL UIL che, con il Patto per il Lavoro del 2019 avevano dato vita al Tavolo prevenzione crisi occupazionali con il risultato di ridare il lavoro a una cinquantina  persone in esubero, riassorbendole in aziende del territorio, Ripartiamo Insieme (CPE, CGIL, CISL, UIL)  con Agenzia Piemonte Lavoro, Comune di Pinerolo, Unione Montana del Pinerolese, Unione Montana Valli Chisone e Germanasca e i Comuni del Territorio Pinerolese, oltre a ulteriori soggetti territoriali interessati alla costruzione del network ha promosso l’istituzione dell’Osservatorio Permanente sul Lavoro di Ripartiamo Insieme al fine di avviare  ed ad agevolare una proficua collaborazione con le Agenzie accreditate alla formazione e al lavoro presenti sul territorio, le agenzie per il lavoro, i Consorzi Socio-Assistenziali e le associazioni del tessuto sociale che operano sul territorio (Diaconia Valdese – Caritas), al fine di coordinare e costruire percorsi di formazione professionale e socializzare informazioni circa i fabbisogni occupazionali delle realtà imprenditoriali del territorio, volte a facilitare il reingresso nel mercato del lavoro delle persone uscite o a rischio di esclusione.

 

L’Osservatorio Permanente, con la governance di Agenzia Piemonte Lavoro tramite il Centro per l’impiego di Pinerolo, serve ad identificare le criticità provenienti dal sistema lavoro e dal sistema imprese, e coinvolgere attivamente tutti gli attori del territorio.

 

Si individueranno inoltre dei percorsi di partenariato pubblico-privati per l’attuazione di progetti, tenuto conto del manifesto Ripartiamo Insieme e della rete costituita dal tavolo Welfare Occupazionale, mentre da parte dei Comuni sottoscrittori, si valuterà l’uso di risorse proprie che, insieme a quelle Nazionali e Regionali, siano convogliate e messe a disposizione nella definizione di percorsi di inserimento volti a rinforzare l’occupazione sul territorio pinerolese.

 

L’obiettivo dell’Osservatorio è di agevolare, all’interno del network territoriale, l’incontro tra domanda e offerta occupazionale, anche attraverso il coinvolgimento delle aziende per la creazione di specifici percorsi formativi, in grado di rispondere ai bisogni professionali espressi.

A ciò si aggiungerà un monitoraggio periodico sui risultati occupazionali in esito ai diversi percorsi che saranno concordati dai soggetti della rete, in modo da utilizzare efficacemente le risorse impiegate.

 

“Con l’istituzione dell’Osservatorio Permanente sul Lavoro di Ripartiamo Insieme affermano i Promotori, Consorzio CPE CGIL CISL UIL – “si intende coinvolgere attivamente tutto il tessuto produttivo e sociale del Territorio Pinerolese, con l’intento di sostenere e creare condizioni per un lavoro stabile, dignitoso e duraturo alle persone coinvolte in processi riorganizzativi aziendali o alla ricerca di occupazione.”

 




Unione Industriali Torino e Inail Piemonte insieme per la sicurezza sul lavoro

Un accordo per sostenere le imprese nel realizzare iniziative con finalità di prevenzione e fornire così risposte integrate e di qualità ai bisogni di salute e sicurezza dei lavoratori, anche nella fase di ripresa che dovrà essere trainata dal Pnrr: è questo il contenuto del protocollo firmato oggi dall’Unione Industriali Torino e dall’Inail Piemonte.

L’intesa consolida la collaborazione tra l’Unione Industriali Torino e l’Inail Piemonte, rendendola strutturata e stabile al fine di contribuire alla riduzione del fenomeno infortunistico e tecnopatico.

Nell’arco dei tre anni di durata del protocollo è prevista la conclusione di specifici accordi attuativi per sviluppare iniziative a sostegno della prevenzione coinvolgendo se necessario altri soggetti istituzionali, a partire dalle istituzioni scolastiche del territorio. Tre gli ambiti su cui si concentreranno le attività: comunicazione e promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare attraverso l’organizzazione congiunta di eventi e seminari a carattere divulgativo; progettazione di programmi di informazione e formazione rivolti a tutti i ruoli aziendali; realizzazione di progetti a livello territoriale, intesi a sviluppare una rete di diffusione delle conoscenze tecnico-scientifiche collegate al sistema di prevenzione infortuni, da attuare anche attraverso la promozione di interventi mirati per supportare le aziende che vogliono condividere sperimentazioni di soluzioni ad alto valore tecnologico.

Il Direttore dell’Unione Industriali Torino, Angelo Cappetti, commenta: “La sicurezza sul lavoro è una priorità per le nostre imprese e per l’Associazione, che da sempre è molto attiva nello sviluppare iniziative di formazione e informazione capillare su questo tema cruciale. Il rafforzamento – continua Cappetti – della collaborazione e delle sinergie con l’Inail Piemonte è fondamentale per migliorare ulteriormente il supporto che offriamo alle nostre aziende associate. Grazie al protocollo appena firmato, infatti, potremo accelerare ancora di più nell’approfondimento e nella divulgazione della cultura della prevenzione e della sicurezza sia nelle fabbriche, sia negli uffici. L’accordo, inoltre, testimonia l’importanza che enti pubblici e privati cooperino sempre più strettamente per il bene della nostra comunità”.

Aggiunge il Direttore regionale Inail, Giovanni Asaro “In questo periodo di difficoltà causata dalla pandemia e dall’inattesa crisi internazionale, ma in costanza della realizzazione del PNRR, la sicurezza sul lavoro è un obiettivo ancora più urgente per le imprese: il protocollo firmato oggi potrà consentire di realizzare numerose iniziative di supporto e di formazione per imprenditori e lavoratori dando subito risposte concrete in termini di prevenzione di infortuni e malattie professionali. In particolare – prosegue Asaro – attraverso l’associazione datoriale si cercherà di realizzare un canale privilegiato per le imprese del territorio, per garantire loro un ulteriore contributo il cui valore aggiunto è rappresentato dalle specifiche competenze e dalle risorse professionali, tecniche e strumentali dell’Istituto e dell’Unione Industriali Torino, essenziale per realizzare interventi innovativi possibilmente replicabili in realtà aziendali analoghe, con ricadute importanti in termini di numero di soggetti coinvolti.”




Al via l’edizione 2022 di Automotoretrò

Si svolgerà dal 28 aprile al 1 maggio l’edizione 2022 di Automotoretrò presso il centro fieristico Lingotto Fiere a Torino. La manifestazione, giunta alla sua 39esima edizione, è diventata negli anni un importante appuntamento per tutti gli appassionati dei veicoli d’epoca.

I contenuti dell’evento sono stati presentati oggi a Torino durante la conferenza stampa che si è svolta in Consiglio regionale.

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte ha sottolineato come  Automotoretrò sia diventato un importante punto di riferimento per tutti i collezionisti in Italia e del resto d’ Europa. I numeri documentano il grande successo che riscuote questa manifestazione ormai da quasi quattro decenni. Dopo la pausa di un anno a causa della pandemia, questa edizione segna la ripartenza  tanto attesa per l’intero comparto fieristico, settore duramente colpito nell’ultimo biennio. Per questo abbiamo voluto dare un nostro segnale di vicinanza, ad un’iniziativa che ha fatto di Torino la capitale del motorismo storico. Come Piemonte, in questo mandato, siamo stati la prima regione in Italia ad  approvare una legge che ha come obiettivo quello di  valorizzare il patrimonio storico culturale rappresentato dalle auto d’epoca. Un settore che porta anche attraverso raduni e manifestazioni un notevole contributo turistico al territorio.

Il consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha affermato che è di queste settimane la notizia che la Torino sarà il polo dell’auto elettrica, mantenendo quel DNA che la contraddistingue da oltre un secolo. In qualche modo anche il Consiglio regionale del Piemonte è legato allo storico marchio automobilistico, infatti proprio qui a Palazzo Lascaris, sede dell’assemblea regionale, l’11 luglio 1899 si è tenuta  la prima storica “Adunanza” del Consiglio di amministrazione della FIAT.

Il vicepresidente della Giunta regionale ha evidenziato come gli appassionati del settore potranno ritornare ad ammirare i gioielli del passato, bolidi da gara, supercar e motociclette spesso ideate, disegnate e prodotte in quel Piemonte da sempre culla dell’automotive e che intende mantenere un ruolo fondamentale anche negli sviluppi futuri di un settore trainante della nostra economia.

Gli organizzatore dell’evento Beppe ed Alberto Gianoglio, dopo aver l’illustrato nel dettaglio la manifestazione hanno ricordato che dopo lo stop causato dalla pandemia, è ritornato un appuntamento che da quarant’anni è nel cuore di tutti gli appassionati. Il gran numero di espositori che anche per questa edizione hanno deciso di partecipare  dimostra, ancora una volta, la fiducia che ripongono in noi e nel pubblico.

Sono poi intervenuti  Alberto Scuro, presidente Automotoclub Storico Italiano e Barbara Aguzzi, Direttore Automobile Club Torino che  hanno  evidenziato  come Torino si confermi capitale mondiale del motorismo storico grazie ad Automotoretrò, appuntamento sempre più riconosciuto e apprezzato a livello internazionale.

Per la prima volta all’interno della manifestazione ci sarà anche uno spazio interamente dedicato all’arte con la mostra “Rivoluzioni” curata dal giornalista e critico d’arte Luca Beatrice, dove si potranno ripercorrere i cambiamenti storici, economici e sociali del secolo scorso attraverso veicoli iconici al tempo stesso protagonisti e spettatori delle grandi rivoluzioni.

All’interno della Fiera, Automotoracing affiancherà, per il 12° anno consecutivo, la storica manifestazione occupando l’intero padiglione Oval con stand di preparazione racing e tuning e un settore dedicato all’elettrico.

Tutte le informazioni sulla manifestazione e le modalità di partecipazione sono reperibili sul sito

La presente comunicazione è mancante di virgolettati e nomi secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in tema di par condicio nei periodi pre elettorali e referendari.




PNRR, il Governo approva e finanzia i 45 interventi presentati da Città Metropolitana di Torino

Grande soddisfazione in Città metropolitana di Torino per il decreto del Ministro dell’interno di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze – in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – che ha assegnato le risorse ai soggetti attuatori dei piani urbani presentati sulla missione 5 del PNRR dedicata a inclusione e coesione sociale.

Il decreto riporta l’elenco definitivo dei 31 piani urbani integrati (PUI) tra cui quelli presentati dalla Città metropolitana di Torino, che sono stati interamente e pienamente ammessi a finanziamento.

Oltre al piano da 113 milioni di euro riservato alla rete delle biblioteche comunali di Torino, è stato approvato quello di ambito metropolitano per complessivi 120 milioni di euro costruito direttamente da Città metropolitana attraverso un complesso processo di programmazione negoziata che ha 45 enti articolati in 5 ambiti territoriali: Carmagnola (7 Comuni per 16 milioni)  Grugliasco (18 Comuni per 57 milioni)  Ivrea (8 Comuni per 18 milioni e mezzo) Pinerolo (8 Comuni per 19 milioni) e la Valle di Susa (4 Comuni per 10 milioni)

il termine per l’aggiudicazione dei lavori è stato fissato per tutti i Soggetti Attuatori nella data del 30 luglio 2023 mentre il termine finale, entro il quale dovrà essere trasmesso il certificato di regolare esecuzione  ovvero il certificato di collaudo rilasciato per i lavori dal direttore dei lavori, sarà il 30 giugno 2026, in linea con il termine di conclusione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

I progetti di Città metropolitana sono rivolti ad una popolazione di un milione e 200mila cittadini del territorio che potranno fruire di servizi a livello locale a carattere sociale, individuati per ricostruire un incontro intergenerazionale e interculturale, per realizzare servizi e spazi nuovi o riqualificarne di esistenti in termini di accessibilità e di sostenibilità. Come previsto nel Decreto Ministeriale, le progettualità selezionate dalle Città Metropolitane si riferiscono esclusivamente ad interventi di valore non inferiore a 50 milioni di euro,riguardano investimenti volti al miglioramento di ampie aree urbane degradate, per la rigenerazione e la rivitalizzazione economica, con particolare attenzione alla creazione di nuovi servizi alla persona e alla riqualificazione delle infrastrutture, permettendo la trasformazione di territori vulnerabili in città intelligenti e sostenibili

Nei prossimi giorni la Città metropolitana di Torino insedierà il tavolo di coordinamento dei 45 soggetti attuatori degli interventi ammessi a finanziamento.

I comuni metropolitani sedi dei 45 interventi

  • Ambito Carmagnola: Cambiano, Carignano, Carmagnola, Osasio, Pino Torinese, Trofarello, Villastellone
  • Ambito Pinerolo: Pinerolo, Villar Perosa, Piscina, Scalenghe, Villafranca Piemonte, Torre Pellice, Roletto, Usseglio
  • Ambito Ivrea: Castellamonte, Cuorgnè, Borgiallo, Feletto, Ivrea, Banchette, Strambino-San Giorgio Canavese, Rivarolo Canavese
  • Ambito Grugliasco: Alpignano, Grugliasco, Chieri, Moncalieri, Druento, Collegno, Rivoli, Pianezza, Vinovo, Venaria Reale, Chivasso, Rosta, Leinì, Settimo Torinese, Nichelino, Borgaro Torinese, Rivalta, Beinasco
  • Ambito Valle di Susa: Avigliana, Bussoleno, Giaveno, Exilles.



Confagricoltura: in Piemonte quest’anno si coltiveranno 13.000 ettari di seminativi

Quest’anno in Piemonte si potranno seminare 13.000 ettari  di superfici a seminativo in più rispetto all’anno scorso. È la conseguenza della decisione adottata da Bruxelles che, per fronteggiare la riduzione degli approvvigionamenti di alimenti e mangimi causata dalla guerra in Ucraina, ha concesso una deroga per quanto riguarda l’utilizzo delle dei terreni “a riposo” e delle aree di interesse ecologico (Aree EFA – Ecological Focus Area).

Le aziende agricole – chiarisce in una nota Confagricoltura Piemonte –  per poter ottenere gli aiuti comunitari, devono lasciare a riposo il 10% delle superfici a seminativo: quest’anno l’obbligo potrà essere derogato. Inoltre si potrà seminare, per esempio, anche sulle superfici agroforestali realizzate con i contributi del Programma di Sviluppo Rurale, lungo le zone periferiche delle foreste e nelle cosiddette “fasce tampone” lungo i corsi d’acqua.

“Le superfici per le quali è stata concessa la deroga – dichiara Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemonte – interessano circa 3.900 ettari in provincia di Alessandria, oltre 2.400 ettari in provincia di Asti, circa 2.200 ettari in provincia di Cuneo e altrettanti in provincia di Torino, oltre 2.000 ettari equamente ripartiti tra Vercelli e Novara”.

Nonostante le autorizzazioni europee, la produzione di mais, il principale alimento utilizzato per l’alimentazione dei bovini e degli avicoli (galline, polli da carne, tacchini e faraone) aumenterà di poco, in quanto gli agricoltori non destineranno tutte le superfici aggiuntive alla coltivazione di questo cereale. “I  fattori che limitano la coltivazione del mais in quest’annata – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  sono la carenza di acqua per l’irrigazione e il forte aumento dei concimi azotati: le previsioni dell’Arpa, nonostante le precipitazioni dei giorni scorsi abbiano comunque portato sollievo alle colture, sono di una siccità considerata severa e, per alcuni territori, addirittura estrema. Sono venute a mancare le precipitazioni invernali, soprattutto quelle nevose, che costituiscono tradizionalmente un’ottima riserva idrica per tutta la campagna agraria. Se non si registreranno condizioni straordinarie, nei mesi di giugno, luglio e agosto le coltivazioni potrebbero andare incontro a importanti stress idrici e il mais, in quel periodo, ha un grande  fabbisogno di acqua che sarà difficile soddisfare. Inoltre – aggiunge Allasia -il mais è una coltivazione che richiede importanti apporti di concimi azotati, che nell’arco di un anno sono aumentati del 270% e oggi sono molto difficili da reperire”.

Tutto questo fa sì che gli agricoltori riservino la coltivazione del mais alle aree più fresche e che comunque potranno essere, almeno parzialmente, irrigate. Nei terreni più permeabili e nelle zone collinari molti agricoltori si stanno indirizzando verso la soia, più resistente alla siccità e che non richiede concimazioni azotate, in quanto sulle radici della pianta si instaurano dei batteri in grado di catturare l’azoto atmosferico. Un’altra coltivazione che sostituirà parzialmente il mais è il girasole, pianta rustica, in grado di resistere meglio alla siccità.

Secondo le previsioni di Assosementi, l’organizzazione di categoria che a livello nazionale rappresenta l’industria sementiera, per il mais è attesa una contrazione del 5%, rispetto ai complessivi 960.000 ettari dell’anno precedente. “In Piemonte, come nel resto d’Italia, da un decennio si sta registrando una contrazione significativa delle superfici condotte a mais: nel 2012 – commenta Enrico Allasia – la superficie coltivata era di circa 195.000 ettari, mentre l’anno scorso ne sono stati seminati soltanto 132.000”.

Confagricoltura sottolinea la necessità di intervenire al più presto con la costruzione di invasi per contrastare la siccità. In molti periodi dell’anno si verificano precipitazioni in eccesso; con la costruzione di invasi le acque meteoriche potrebbero essere conservate nei bacini di accumulo e rilasciate secondo la necessità.

 

 




Il meeting dei professionisti del turismo a Torino dà il benvenuto all’Eurovision Song Contest

“È Vento di Turismo”, per il secondo anno consecutivo, il 9 maggio 2022, a Torino, sarà l’occasione per mettere allo stesso tavolo tutti gli operatori della filiera, partendo da chi si occupa a vario titolo di ospitalità – dal bed and breakfast all’hotel – e ristorazione, ma senza dimenticare quei settori come la moda, il benessere, il destination wedding, l’editoria e l’agroalimentare che danno un contributo fondamentale per l’attrattività turistica del territorio, proprio mentre a Torino si sta mettendo in moto la macchina organizzativa dell’Eurovision Song Contest, secondo grande evento turistico accolto in città dopo le Atp Finals, che chiude idealmente il drammatico periodo pandemico che ha falcidiato l’intero settore.

A fine 2021 sono 15.624 le imprese del turismo, in lieve decrescita rispetto allo stock del 2020 (-0,4%). I due comparti che compongono il settore, vedono andamenti differenti: se da un lato i servizi di alloggio rimangono sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente (878 imprese; -0,1%), dall’altro calano le attività della somministrazione (14.746 imprese; -0,4%). A determinare il rallentamento del settore sono stati i bar che passano da 6.109 unità del 2020 a 5.930 del 2021 (-2.9%; il 38% del totale delle imprese), confermando la tendenza di progressiva decrescita che ormai da anni sta interessando la categoria. Analizzando l’andamento dell’ultimo decennio, quello del 2021 è il calo più sostenuto dal 2012. Nonostante tutto, però, crescono i ristoranti (+1.6%; il 37.7% del settore) ed esplodono i take away (+3 %; il 10.7%), settore – quest’ultimo – che già nel 2020 registrava un andamento positivo, ma più contenuto (+0.3%). Tra le attività dei servizi di alloggio è calato il numero degli alberghi (487, -1.4%), mentre è comunque proseguita la crescita di bed & breakfast e affittacamere – passati da 270 a 273 (+1.1%). (Fonte Camera di commercio di Torino).

“Il meeting E’Vento di Turismo rappresenta un momento importante di riflessione per un settore che ha patito fortemente il periodo pandemico, ma che oggi ha tutte le carte in regola per ripartire e posizionarsi con successo nella competizione tra destinazioni internazionali. Intanto, nel weekend di Pasqua, secondo il nostro Osservatorio alberghiero, 96 camere su 100 sono state occupate, con una tariffa media di 135 euro a notte” – commenta Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino.

L’evento è ideato e organizzato dal direttore di notiziefoto.it Antonio Chiarenza: “Il progetto E’ Vento di turismo spaziando tra nuove forme di turismo, ospitalità e ristorazione intende richiamare l’attenzione sull’area metropolitana che deve sempre più integrarsi con il successo innegabile del capoluogo piemontese; infatti sotto la Mole il turista è ormai di casa”. Il meeting è sostenuto dalla Camera di commercio, realizzato in collaborazione con CNA Torino e patrocinato tra gli altri dalla Regione Piemonte, Città di Torino e Città metropolitana di Torino. Parteciperanno, tra gli altri, i rappresentanti di Turismo Torino, Federalberghi, Confesercenti, Aiav, Torino Fashion Week, Retesette Piemonte, la delegazione piemontese dell’enciclopedia Treccani e Culturalway.

“Finalmente Torino torna ad ospitare grandi eventi, dalle Atp Finals agli Eurovision Song Contest che hanno importanti ricadute sulla promozione e sulla crescita del territorio – dichiara Filippo Provenzano, Segretario della CNA Torino, che quest’anno ospiterà la seconda edizione del Congresso E’Vento di Turismo presso la propria sede direzionale in via Millio 26, a Torino, coinvolgendo anche il responsabile nazionale di CNA Turismo e Commercio, Cristiano Tomei. “Perché tali ricadute siano sfruttate in pieno è fondamentale la collaborazione tra mondo del turismo e commercio e agroalimentare ma anche artigianato di servizio. L’obiettivo del congresso è proprio favorire la collaborazione e la conoscenza reciproca tra tutti gli operatori e professionisti della filiera. Il turismo riguarda tutti, una grande opportunità ma anche una grande responsabilità: dobbiamo operare per arricchire l’offerta complessiva torinese”.

Il meeting sarà articolato in due momenti principali. A partire dalle ore 9, il congresso vero e proprio con un ricco panel di relatori al termine del quale è prevista la consegna, intorno alle ore 12, del premio #impresecheresistono ad dieci imprenditori delle filiere del commercio e della somministrazione, del destination wedding, della ristorazione, dell’accoglienza, dell’acconciatura, del benessere, della moda selezionati da un’apposita giuria; oltre al riconoscimento ad otto Ambasciatori del Piemonte ad alcune personalità di spicco che si sono distinte negli anni per la promozione dell’immagine della regione.

Dopo la pausa pranzo a base di prodotti tipici piemontesi, a cura di CNA Agroalimentare, i lavori riprenderanno nel pomeriggio dalle ore 14 alle 17 con un ciclo di incontri B2b, finalizzati a far conoscere tra loro gli imprenditori partecipanti al meeting e favorire la nascita di nuove collaborazioni, attraverso la formula collaudata del “Tre minuti per…” lo speed date ideato da CNA Torino nel 2008. La moda e il wedding, con la loro ricca filiera, composta tra l’altro dalle imprese del settore alimentare di qualità e dei servizi alla persona, sono la new entry di questa seconda edizione di “È Vento di Turismo”. In questo senso, fondamentale negli ultimi sette anni è stato l’impegno della Torino Fashion Week che è tra gli enti patrocinanti. Accanto alla moda, il wedding è un altro settore importante per la promozione turistica di Torino e del Piemonte e il meeting sarà l’occasione per la presentazione di un disegno di legge regionale in dirittura d’arrivo che prevede anche l’istituzione di un marchio per la promozione nazionale e internazionale del settore

 




Ucraina, 178 minori ospitati in Piemonte

In Piemonte attualmente risultano presenti 178 minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina.
Lo ha spiegato l’assessore all’Infanzia in risposta all’interrogazione del Partito Democratico per avere notizie sulla gestione dell’emergenza accoglienza profughi, in particolar modo minori e vittime di tratta.

La Regione – ha proseguito – in raccordo con le autorità competenti e con il Consolato onorario di Ucraina a Torino, ha posto la massima attenzione sulla necessità di seguire un percorso operativo adeguato alla massima tutela dei minori soli, attento ai loro bisogni e con il preciso intento di impedire il verificarsi di situazioni criminali di abuso nei loro confronti.

È stato inoltre previsto l’inserimento in piccole/medie strutture comunitarie che seguono regole e procedure che rispettano i principi e gli orientamenti stabiliti dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dei Bambini del 1989.

Sono stati anche allertati i partner del progetto “L’Anello Forte 3 – Rete Anti-tratta del Piemonte e della Valle d’Aosta”, di cui il Piemonte è capofila, sul possibile incremento del fenomeno di sfruttamento sessuale a danno di donne provenienti dall’Ucraina.

Nel corso delle sessione è stata fornita risposta a due atti ispettivi del gruppo Movimento 4 ottobre e del gruppo Moderati.




FameLab torna a Torino: selezione di nuovi talenti della divulgazione scientifica

Ideato nel 2005 dal Cheltenham Science Festival, FameLab è a pieno titolo un talent show di comunicazione della scienza, in cui giovani appartenenti al mondo scientifico si mettono in gioco per soli tre minuti. FameLab ha toccato in questi anni 40 paesi in tutto il mondo e dal 2012 si svolge in Italia, introdotto e curato da Psiquadro, l’impresa sociale impegnata da vent’anni nella realizzazione di nuovi format per la comunicazione della scienza.

L’edizione torinese, coordinata dall’Università degli Studi di Torino, è organizzata in collaborazione con Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Associazione Apriticielo – Infini.to, Associazione CentroScienza Onlus e Osservatorio Val D’Aosta.

Per la selezione torinese, l’11 maggio aspiranti divulgatrici e divulgatori si sfideranno al Cubo Teatro in via Giorgio Pallavicino 35 a Torino, con una prima preselezione mattutina con inizio alle 10.30 ed una selezione finale pomeridiana a partire dalle ore 15. A giudicare i talk una giuria costituita da ex FameLabbers e da esperti ed esperte di diversi settori scientifici. In soli tre minuti, senza l’ausilio di slides o filmati, ma con la possibilità di usare oggetti di scena, candidati e candidate dovranno riuscire ad impressionare la giuria, guadagnandosi il primo o il secondo posto.

Come Torino, altre città italiane saranno impegnate nel mese di maggio nelle giornate di selezione locale: Ancona, Brescia, Camerino, Catania, Genova, Milano e Trieste.
I primi due classificati di ogni selezione locale avranno la possibilità di frequentare una masterclass nazionale a Perugia nel mese di giugno, in preparazione della finale nazionale, che si terrà a settembre in occasione della Notte Europea della Ricerca. Chi vincerà la finale nazionale di FameLab Italia 2022 parteciperà infine alla competizione FameLab International prevista in autunno.

Tre i requisiti per potersi candidare: appartenere al mondo scientifico, medico o ingegneristico come studentesse/studenti, ricercatrici/ricercatori, assegniste/assegnisti di ricerca o collaboratrici/collaboratori presso istituzioni di ricerca pubbliche o private; essere nate/nati tra il primo gennaio 1982 ed il 31 dicembre 2000; non aver raggiunto in edizioni precedenti di FameLab italiane o estere la fase finale, ossia la masterclass o la finale nazionale.
Per la selezione locale è necessario preparare due diverse presentazioni da tre minuti: una per la preselezione e una, diversa dalla prima, nel caso in cui il concorrente venga selezionato per la fase finale.

Le iscrizioni per la selezione locale torinese chiuderanno l’8 maggio.
Per candidarsi occorre completare il modulo on line su

 

 

 




Occupazione e sviluppi sociali in Europa, divario retributivo di genere tra i giovani

In occasione dell’Anno europeo dei giovani 2022 la Commissione ha pubblicato oggi l’ultima edizione della rassegna trimestrale sull’occupazione e gli sviluppi sociali in Europa che include un approfondimento tematico specifico sul divario retributivo di genere tra i giovani lavoratori.

Queste rassegne trimestrali danno una panoramica dei recenti sviluppi sociali e del mercato del lavoro nell’UE, con analisi tematiche specifiche.

Dall’ultima edizione emerge che sul mercato del lavoro dell’UE le giovani donne (di età compresa tra i 25 e i 29 anni) subiscono a inizio carriera un divario retributivo di genere non corretto del 7,2 %, percentuale pari a circa la metà del divario retributivo di tutti i lavoratori, il che indica ancora maggiori disparità retributive tra i lavoratori più anziani. D’altro canto la rassegna rileva anche che le differenze retributive tra giovani lavoratori e lavoratrici sono difficili da spiegare sulla base dei dati disponibili e che la situazione varia molto da paese a paese.

Vi sono poi differenze nelle caratteristiche dei lavoratori che determinano importanti divari retributivi, pur operando in direzioni diverse: i giovani lavoratori tendono a guadagnare di più perché lavorano in attività economiche più remunerate ma le giovani lavoratrici tendono a percepire salari più alti in quanto più istruite.

L’eliminazione del divario retributivo di genere è indicata come priorità nella strategia per la parità di genere 2020-2025 della Commissione. Sempre in questo senso la Commissione ha presentato una proposta di direttiva sulla parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro attraverso la trasparenza delle retribuzioni e meccanismi esecutivi.

La proposta è attualmente oggetto di discussione al Parlamento europeo e al Consiglio.