Pnrr, al via l’ecosistema dell’innovazione per digitalizzazione e sostenibilità nel Nord Ovest

È stata finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca la proposta, presentata dal Politecnico di Torino insieme a una rete di 24 partner pubblici e privati, “NODES-Nord Ovest Digitale E Sostenibile”, progetto selezionato nell’ambito degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che porterà 110 milioni di euro sul territorio di Piemonte, Valle d’Aosta e sulle province più occidentali della Lombardia, Como, Varese e Pavia e 15 milioni di euro per attività di ricerca e bandi a cascata a favore delle regioni del Sud del Paese. L’obiettivo è la costituzione di uno degli 11 Ecosistemi dell’Innovazione che il Ministero ha individuato al fine di supportare la crescita sostenibile e inclusiva dei territori di riferimento in quella che viene identificata come la doppia transizione (digitale ed ecologica).

 

Il progetto è stato valutato come capace di produrre un impatto considerevole in termini di territori e sistemi industriali intercettati, perché interessa una Macro-Regione nella quale sarà possibile mettere a sistema di un numero di attori consistente, che genererà la possibilità di accrescere la capacità di condivisione di competenze e di creare un network ampio e disponibile per un utilizzo da parte di più territori, rendendo il modello scalabile anche una volta che il PNRR sarà concluso. Altro punto di forza della Macro Regione è la capacità di intercettare MPMI e di attivarle su iniziative di ricerca, sviluppo, trasferimento tecnologico, formazione, generando dunque una considerevole massa critica nel raggiungere gli obiettivi misurabili proposti dall’Ecosistema e, potenzialmente, di attrarre ulteriori risorse anche a livello europeo.

 

I soggetti attuatori (che costituiranno il cosiddetto Hub a cui spetta il coordinamento gestionale) sono tutte università pubbliche: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi dell’Insubria, Università degli Studi di Pavia e Università della Valle D’Aosta, tra le quali sarà costituita una Società consortile a responsabilità limitata (Scarl). Gli stessi Atenei, unitamente all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, si potranno avvalere (in qualità di Spoke) della collaborazione di soggetti affiliati per la realizzazione delle attività di ricerca di propria competenza. In totale i soggetti che compongono l’ecosistema sono 24: 8 Atenei, 6 Poli di Innovazione, 5 Centri di ricerca di riferimento, 3 Incubatori e 1 Acceleratore, 1 Competenze Center. Del budget complessivo del progetto, poi, circa 54 milioni di euro saranno impiegati in “bandi a cascata” aperti anche a realtà imprenditoriali, moltiplicando quindi il numero di attori coinvolti e le competenze messe a sistema.

 

Infine, le Regioni di Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia hanno espresso il loro impegno a garantire e promuovere gli indirizzi strategici territoriali necessari per l’attuazione del progetto e in particolare l’emanazione di bandi finanziati a valere sui fondi strutturali europei oggetto di programmazione regionale, che potranno essere complementari e sinergici ai “bandi a cascata” previsti nella proposta di Ecosistema. Diverse aziende ed enti dei territori relativi alle aree della proposta hanno inoltre espresso il loro interesse con una lettera di endorsement per una collaborazione con “NODES”.

 

L’obiettivo ambizioso del progetto, che si concluderà in tre anni, è la creazione di filiere di ricerca e industriali in sette settori legati alla Manifattura avanzata: Industria 4.0 per la mobilità e l’aerospazio, Sostenibilità industriale e green technologies, Industria del turismo e cultura, Montagna digitale e sostenibile, Industria della Salute e silver economy, Agroindustria primaria e secondaria.

 

Il progetto si propone poi di sostenere l’innovazione su traiettorie tecnologiche a elevato potenziale per sviluppare da un lato nuovi prodotti e processi nelle PMI esistenti, stimolando processi di valorizzazione della ricerca e di trasferimento tecnologico e aumentandone la competitività anche a livello internazionale e dall’altro favorire la nascita di start-up e spin-off «Deep Tech» nei settori individuati, attraendo risorse economiche aggiuntive da fondi di Venture Capital. Per attuare questa collaborazione, si studieranno percorsi e strumenti di innovazione collaborativi tra start-up, PMI, Grandi Imprese e mondo della ricerca innovativi, scalabili e replicabili anche a PNRR concluso.

 

Infine, grande attenzione sarà posta alla formazione di talenti e all’up-skilling e re-skilling del personale impiegato con formazione avanzata e attraverso approcci didattici innovativi ed al loro inserimento nel mondo produttivo, con focus sul coinvolgimento delle donne in ambito STEM ed all’innovazione del ruolo del Dottorato di ricerca in ottica «industriale». Le grandi imprese supporteranno l’Ecosistema giocando un ruolo chiave nell’identificazione delle traiettorie di sviluppo industriale, nell’assunzione del personale a elevata qualificazione e nel sostegno all’assorbimento delle innovazioni sviluppate.

 

“La commissione di esperti esterni che ha valutato il progetto si è complimentata per l’ottima qualità della proposta, riconoscendo in particolare l’attenzione posta nell’assicurare un ampio impatto dell’iniziativa, sia in termini sociali che di aumento di competitività del territorio dal punto di vista economico, ma anche la sua sostenibilità. Il lavoro del nuovo Ecosistema NODES supporterà l’Innovazione nelle regioni coinvolte a livello nazionale, favorendo al tempo stesso l’attrazione di investimenti e collaborazioni alla scala internazionale”, dichiara Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino.

 

“Il finanziamento dell’ecosistema dell’innovazione per la digitalizzazione e la sostenibilità della macroregione del nord-ovest è la conferma della sempre crescente centralità acquisita dalle università pubbliche come driver strategico di sviluppo del Paese. NODES è un hub d’innovazione che potenzia il ruolo del territorio piemontese come portatore di un modello di relazione virtuosa e replicabile tra Atenei e tessuto produttivo, guardando a traiettorie di sviluppo plurali e diverse, benché verso l’obiettivo comune della digitalizzazione e della sostenibilità indicato dal PNRR. Questo sforzo progettuale di successo ci consente ora di lavorare uniti e ciascuno con le migliori competenze allo sviluppo di un grande potenziale d’impresa anche nei campi della salute e del benessere individuale, della cultura e del turismo, della montagna come opportunità di crescita e realizzazione, dell’agroindustria, oltreché per ridefinire il ruolo della manifattura e dell’industria in uno scenario economico fortemente rinnovato. Registriamo questo successo, quindi, con orgoglio, ma anche con piena consapevolezza dell’importanza del lavoro che ci aspetta. Come parte integrante delle politiche di attuazione del PNRR, questo ecosistema d’innovazione è una grande occasione per tutti, che ci vedrà cooperare con piena responsabilità del ruolo che ci è stato riconosciuto”, aggiunge il Rettore dell’Università degli studi di Torino, Stefano Geuna.

“Il progetto NODES è un’occasione che il sistema nord-ovest ha dimostrato di sapere interpretare e cogliere appieno, proponendo investimenti su innovazione e sostenibilità che saranno la chiave dello sviluppo socio-economico delle comunità future. Grazie ai fondi del PNRR potremo intervenire sia sulle infrastrutture tecnologiche sia, dato ancor più importante, sulla formazione delle persone che di questo processo di cambiamento devono diventare protagoniste. L’UPO, fedele alla propria strategia di sviluppo sostenibile che combacia con gli obiettivi del progetto Nord Ovest Digitale E Sostenibile, metterà al servizio di NODES il meglio delle proprie risorse umane e tecniche”, conclude il Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Gian Carlo Avanzi.

 




Alberghi, CCIAA Torino: l’ottima primavera torinese

Resi noti oggi i dati di sintesi sui principali periodi di affluenza turistica a Torino degli ultimi mesi, elaborati dall’Osservatorio alberghiero, strumento di analisi della Camera di commercio di Torino, realizzato in collaborazione con Turismo Torino e Provincia e con le associazioni di categoria del settore.

 

L’Osservatorio, a cura di Res/STR, raccoglie giornalmente i dati di vendita e pricing di diverse strutture alberghiere aggregandoli in report complessivi e confrontandoli con gli stessi dati degli anni precedenti e con i dati di alcune città di riferimento. Avviato nel 2010, oggi l’Osservatorio raccoglie le informazioni di numerose strutture torinesi, per un totale di 3.707 camere.

 

Il mese di maggio ha raggiunto valori mai registrati prima dal settore alberghiero torinese: durante tutti i ponti e le festività le tariffe di vendita e i ricavi sono in netta ripresa superando i valori del 2019; con Eurovision Song Contest gli incrementi arrivano addirittura al +80% – dichiara il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina. – Bene anche l’ultimo Salone del Libro, che supera i valori dell’edizione 2019. Non bisogna fermarsi qui: come dimostrano i dati di città come Milano e Genova la concorrenza tra destinazioni è agguerrita e occorre continuare a lavorare nella direzione intrapresa. Oltre al supporto agli eventi, come Camera di commercio proseguiamo con i progetti Visit Torino e gli spin-off Canavese e Valli di Lanzo e Valsusa, che propongono offerte ed esperienze da vivere sul territorio”.

 

Siamo estremamente soddisfatti – commenta Maurizio Vitale, Presidente di Turismo Torino e Provincia – dei risultati conseguiti in questo primo semestre del 2022; si tratta di un segnale molto positivo per la ripartenza del tessuto turistico della nostra città con importanti ricadute economiche e sociali. La vetrina dei grandi eventi, inoltre, consolida l’attrattività di Torino e provincia sia a livello domestico che internazionale”.

 

Pasqua

Nel periodo di Pasqua 2022 il tasso medio di occupazione alberghiera torinese si è attestato al 76,6%, in lieve calo rispetto al 2019, anno scelto come riferimento in quanto periodo pre pandemico. Quest’anno migliorano però nettamente (+24,3%) le tariffe medie di vendita con una media pari a circa 125 euro per camera e i ricavi, pari a 96 euro, in crescita del 19,4%.

 

Pasqua
(ven, sab, dom).
OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

2019 79,9 100,30 80,10
2022 76,6 124,70 95,60
VAR 22/19 -4,1% 24,3% 19,4%

 

Guardando ad altre città di riferimento nel 2022, si nota come Milano nel periodo pasquale si attesti ad un tasso di occupazione più basso rispetto a quello torinese (67%). Le tariffe – di norma più elevate rispetto a Torino (in media annuale Torino è sugli 88 euro a camera, mentre Milano 148 euro) – si attestano ad una media di 144 euro, ma risulta limitato il ricavo, in linea con quello torinese. Per Genova si notano, invece, ottime performance, con altissimo tasso di occupazione (94%) e sostenute tariffe di vendita, con conseguenti ottimi ricavi.

 

Pasqua OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

Milano 2022 66,9 144,30 96,60
Genova 2022 94,17 202,29 190,50

 

25 aprile

Nella giornata del 25 aprile del 2022 il tasso medio di occupazione alberghiera è stato del 66,5%, in calo rispetto al 2019. Anche in questo caso però i miglioramenti si notano decisamente sulle tariffe, in crescita del 20% e sui relativi ricavi (+9%).

 

25 aprile OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

2019 73,1 89,91 65,70
2022 66,5 107,90 71,80
VAR 22/19 -9% 20% 9,3%

 

Guardando alla stessa giornata in altre città, per Milano si ripropone la stessa dinamica di Pasqua: occupazione minore rispetto a Torino, tariffe alte, ma ricavi tutto sommato in linea. Nel ponte del 25 aprile, Genova riempie meno gli hotel rispetto a Pasqua, ma mantiene in generale ottime performance.

 

25 aprile OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

Milano 2022 53,2 136,80 72,80
Genova 2022 80,0 147,00 117,89

 

 

Eurovision Song Contest

 

L’esperienza dell’Eurovision Song Contest ha ovviamente avuto nette ripercussioni sull’andamento del settore alberghiero. Prendendo in esame il periodo dal 10 al 14 maggio 2022, si registra un’occupazione alberghiera pari all’80%, tariffe di vendita in media molto alte (195 euro) e ricavi altrettanto significativi (156 euro medi a camera).

Effettuando il confronto con il 2019 (che negli stessi giorni vedeva la presenza a Torino del Salone del Libro) si nota un’occupazione camere in lieve calo (probabilmente dovuta ad un rilascio di camere prenotate per Eurovision e all’ultimo non utilizzate), ma a differenze di prezzi e ricavi nettamente significativi: +82% di tariffe e +79% di ricavi.

 

Eurovision OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

2019 81,59% 107,24 87,49
2022 80,3% 195,2 156,6
VAR 22/19 -1,63% 82,02% 79,06%

 

Salone del Libro

 

Se l’Eurovision Song Contest rappresenta un evento unico e non confrontabile, nel caso del Salone del Libro è possibile paragonare i risultati durante le diverse edizioni. Prendendo sempre in esame quest’anno e il 2019, risultano in crescita il tasso di occupazione, ma soprattutto le tariffe medie e di conseguenza i ricavi.

 

Salone del Libro OCC

(tasso di occupazione) %

ADR

(tariffa media di vendita camera) euro

RevPAR

(ricavo medio per camera) euro

2019 81,3 109,89 89,76
2022 84,7 154,87 131,16
VAR 22/19 4,20% 40,94% 46,12%

 

Nel 2022 il tasso di occupazione più alto si è raggiunto con la notte di giovedì 19 maggio, mentre la tariffa e il ricavo più alti si attestano nella giornata di sabato 21 maggio.

 

 

Mese di maggio

Guardando al mese nel suo complesso, si evidenzia come siano stati raggiunti valori mai registrati prima sia in termini di tariffa media di vendita, non scesa mai per tutto il mese sotto i 100 euro, rispetto alla media torinese di 88 euro, con un valore medio pari a 139 euro, sia in termini di ricavi con una media pari a 106 euro a camera e oltre 87mila camere vendute nel mese.

 




La Regione rifinanzia il fondo per la montagna

Ammontano a quasi 11 milioni di euro le risorse stanziate dalla Regione Piemonte per alimentare il fondo regionale dedicato alla montagna, che ha lo scopo di valorizzarne le specificità e promuoverne lo sviluppo sociale ed economico, contribuendo così a contrastare il rischio di spopolamento e a garantire i servizi essenziali.

Per il 2022 il fondo sarà ripartito tra le Unioni Montane secondo specifici criteri: il 66%, suddiviso in base alla popolazione residente e alla superficie, verrà utilizzato come contributo per le spese di funzionamento e per l’attuazione del programma annuale, mentre il restante quota di risorse servirà a coprire la spesa del personale dipendente a cui sono state delegate funzioni regionali e a finanziare iniziative per lo sviluppo e la promozione, funzionale a una nuova fase di rilancio, a favore delle cosiddette “Terre Alte”.




Il credito cooperativo chiede norme più snelle

Chiedono una normativa europea adeguata alle loro dimensioni, in modo da poter continuare nella loro funzione di banca vicina alle comunità locali. Sono le banche di credito cooperativo, la cui federazione piemontese è stata audita oggi pomeriggio dalla prima Commissione.

Presenti i vertici della federazione – il presidente Sergio Marro, il vice Tino Cornaglia e il direttore Stefano Quadro – l’audizione è stata occasione per conoscere meglio una realtà radicata soprattutto nel cuneese e forte dei legami con il suo territorio. Le banche di credito cooperativo che hanno la sede legale in Piemonte sono 8, con 191 sportelli presenti in 119 Comuni (in 25 rappresentano l’unica presenza bancaria). Gli impieghi lordi, 7,2 miliardi di euro, sono aumentati dell’1,6% annuo contro un pesante calo, del 3.8%, registrato dall’industria bancaria. Grande spazio negli impieghi è stato dato alle famiglie e alle microimprese. “Rappresentiamo una realtà presente sul territorio, dove siamo conosciuti e conosciamo i nostri clienti”, hanno spiegato gli auditi, “siamo banche che svolgono un ruolo importante per le loro comunità e vogliono mantenerlo e rafforzarlo”.

Il problema è la normativa europea, che le equipara ai grandi istituti bancari, con conseguenti oneri pesanti da sostenere: “Chiediamo solo proporzionalità e una normativa più snella. Sarebbe importante che la Regione premesse sul Parlamento e sull’Unione europea affinchè a quel livello venga riconosciuta la categoria delle banche di credito cooperativo”.

I commissari intervenuti a nome di quasi tutti i gruppi presenti in Commissione hanno espresso sostegno alle richieste della Federazione Bcc e si sono detti disponibili ad approvare atti di indirizzo che possano aiutare una soluzione positiva a livello europeo.

In precedenza la Commissione aveva approvato a maggioranza il programma annuale di ricerca 2022 dell’Ires Piemonte.

 

 




Nuovo bando per i programmi dell’accesso

È fissato per giovedì 30 giugno il termine per la presentazione delle domande per i programmi dell’accesso relativi al terzo trimestre 2020.
I programmi dell’accesso sono uno spazio televisivo e radiofonico gratuito e autogestito, della durata massima di cinque minuti, messo a disposizione per la comunicazione di soggetti collettivi – tra cui per esempio associazioni e onlus, autonomie locali, gruppi di rilevante interesse sociale, gruppi etnici e religiosi, sindacati, movimenti politici – grazie al protocollo d’intesa fra Corecom e Centro di produzione tv Rai.

I programmi devono essere prodotti in lingua italiana e possono essere realizzati in modo autonomo o con il supporto tecnico gratuito della sede regionale della Rai.

Il procedimento di accesso alle trasmissioni radiofoniche e televisive su Rai 3 Piemonte è gestito dal Corecom, che istruisce le istanze, ne valuta l’ammissibilità e svolge, inoltre, l’attività di vigilanza sul rispetto degli impegni assunti dai soggetti ammessi e sull’esecuzione dei piani di messa in onda.
La domanda di ammissione ai programmi può essere inviata a mezzo posta certificata all’indirizzo corecom@cert.cr.piemonte.it, via fax (011 5757845), per raccomandata con avviso di ricevimento, all’indirizzo Consiglio regionale del Piemonte – Settore Corecom Piemonte  (via Alfieri 15 – 10121 Torino), oppure presentata a mano al Corecom Piemonte  (in piazza Solferino 22 a Torino, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30, telefonando preventivamente per conferma).

Il bando e la documentazione di riferimento sono pubblicati sulla pagina del Corecom e sul bollettino ufficiale regionale

 

 




Camera commercio Cuneo: In aumento del 3,7% la produzione industriale

 

 

         I trimestre 2022 in sintesi – provincia di Cuneo  
Indicatore Variazione %                        

I trim 2022/I trim 2021

Produzione industriale +3,7
Ordinativi interni +3,7
Ordinativi esteri +7,3
Fatturato +8,4
Fatturato estero +11,3
Grado di utilizzo degli impianti (%)* 72,17
*Tasso % registrato nel trimestre in analisi  

 

 

La produzione industriale in provincia di Cuneo nel I trimestre 2022 ha realizzato una variazione del +3,7% rispetto all’analogo periodo del 2021, lievemente più bassa rispetto al dato regionale (+5,2%). Risultato, quello cuneese, che mostra come le imprese del territorio abbiano saputo reagire con discreta capacità e resilienza al periodo difficile caratterizzato dall’emergenza sanitaria, dalla crescente inflazione, dall’aumento e dalla difficoltà di reperimento di energia e materie prime e dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, che ha generato pesanti ripercussioni a livello economico.

 

Il risultato emerge dalla 202ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali nei mesi di aprile e maggio 2022 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2022. La ricerca ha coinvolto 1.729 imprese industriali piemontesi, di cui 243 cuneesi che hanno complessivamente 14.416 addetti e un valore di oltre 4,4 miliardi di euro di fatturato.

 

Nel I trimestre 2022 il rilancio dell’output si associa ai risultati positivi di tutti gli indicatori congiunturali analizzati. A fronte di un fatturato totale del +8,4%, gli ordinativi interni registrano un +3,7%. Allo stesso modo, riprende la dinamica sui mercati stranieri con un fatturato estero del +11,3% accompagnato da ordinativi esteri del +7,3%. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 72,17%.

 

“Anche questo trimestre si chiude con un segno positivo malgrado le enormi difficoltà che il mondo imprenditoriale ha dovuto superaresottolinea il presidente camerale Mauro Gola – Dobbiamo vivere questo momento congiunturale estremamente difficile come un’opportunità per ridefinire le nostre politiche in materia di approvvigionamento energetico e di supply chain. Scenari energetici e geopolitici sempre più complessi richiedono risposte veloci ed efficaci sul fronte degli investimenti nella digitalizzazione, nella transizione green, nelle infrastrutture, nella formazione e nella ricerca”.

La produzione industriale in provincia di Cuneo per settori

Variazione percentuale I trimestre 2022/2021

Settori Var. %
Industrie alimentari 2,3
Industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature -1,2
Industrie metalmeccaniche +3,8
Altre industrie manifatturiere +6,3
Totale +3,7

 

Fonte: Unioncamere Piemonte – CCIAA  Cuneo, 202ª Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera piemontese

 

 

 

Nel I primo trimestre 2022, tutti i comparti mostrano segno positivo eccezion fatta per il tessile-abbigliamento-calzature che registra un -1,2%. Buona la performance delle altre industrie manifatturiere con il +6,3% seguite dalle industrie metalmeccaniche (+3,8%) e alimentari con il +2,3%.

Scendendo nel dettaglio dimensionale d’impresa emerge come in termini di output prodotto tutte le imprese abbiano riportato risultati positivi. La variazione tendenziale della produzione industriale registra +2,7% per le micro imprese (0-9 addetti); +5,5% per le piccole imprese (10-49 addetti); +2,9% per le medie imprese (50-249 addetti) e +5,4% per le realtà di maggiori dimensioni (oltre 250 addetti).

 

LE RICADUTE SULL’ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE CAUSATE DAL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO

Al campione, costituito da 243 imprese manifatturiere cuneesi, è stato chiesto di rispondere a una serie di domande relative alle ricadute sulla loro attività imprenditoriale causate dal conflitto russo/ucraino.

Il 95,5% afferma di non avere rapporti commerciali con la Russia e/o l’Ucraina; solo il 2,3% esporta in Russia e l’1,4% in Ucraina. Otto imprese su dieci sostengono infatti che la diminuzione delle esportazioni non è stata determinante.

Al contrario l’aumento dei costi di energia, materie prime e semilavorati, per buona parte del campione, risulta essere molto elevato e oscilla tra il 70 e il 90% e così la difficoltà di approvvigionamento di materie prime e semilavorati si attesta oltre il 70%. Circa la metà del campione sostiene di avere avuto difficoltà nei propri insediamenti produttivi ubicati nei Paesi coinvolti dal conflitto. Rispetto alle materie prime, i maggiori costi sostenuti e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento si registrano in particolare per acciaio, alluminio e gas naturale, ma la quasi totalità afferma di non aver ridotto la produzione negli stabilimenti attivi in Italia.

Quasi il 90% è stato portato a una revisione dei prezzi di vendita mentre il 30% ricerca mercati di approvvigionamento alternativi, a fronte di un allungamento nei tempi di consegna e di un aumento dei costi di trasporto.

 

 




Confagricoltura Piemonte sulla peste suina:  “Che cosa stiamo ancora aspettando?”

La peste suina è arrivata negli allevamenti. Nel Lazio sono stati scoperti due maiali infetti: è il primo caso di infezione in Italia che colpisce i suini domestici. “Non riusciamo a  comprendere che cosa si stia ancora aspettando – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – perché stiamo perdendo tempo prezioso, con provvedimenti a rilento, senza che venga attuata nessuna azione di depopolamento nelle aree infette, mentre al di fuori di queste l’abbattimento dei cinghiali, rispetto agli anni precedenti, è pressoché inesistente”.

Nella Repubblica Ceca, ricorda Confagricoltura Piemonte, la peste suina africana è stata eradicata in poco più di un anno e mezzo dal ritrovamento del primo cinghiale infetto; dopo tre mesi dall’inizio dell’emergenza sono stati avviati gli abbattimenti dei cinghiali con l’impiego di cacciatori e tiratori scelti delle forze dell’ordine. “Da noi – afferma Enrico Allasia – sono passati cinque mesi senza che siano adottate misure significative di contenimento della popolazione di cinghiale e la posa delle recinzioni, considerate propedeutiche per l’avvio degli abbattimenti, sono appena iniziate”.

Confagricoltura, che la settimana scorsa ha chiesto ai capigruppo a Palazzo Lascaris di promuovere la convocazione di un consiglio regionale aperto sulla peste suina, evidenzia come il Piemonte sia già oggi fortemente penalizzato dal mercato, soprattutto da quello internazionale, che preferisce evitare di acquistare prodotti suinicoli del territorio.

In Piemonte si allevano 1,4 milioni di capi suini e il comparto rappresenta poco meno del 9% del totale nazionale. “Il valore della filiera suinicola piemontese – dichiara Enrico Allasia – partendo dagli allevamenti e arrivando ai prodotti finiti, quali prosciutti, salumi e insaccati, supera i 700 milioni di euro, un patrimonio che corre il rischio di essere azzerato. Per questo chiediamo ancora una volta alle istituzioni di intervenire con urgenza avviando tutte le misure necessarie per arginare la diffusione del contagio, perché non ci sono più ragioni per temporeggiare e sperando che non sia troppo tardi”.

 

 

 

 




Lavoratori stagionali: Asti Agricoltura denuncia il problema del blocco della manodopera straniera

La situazione per le imprese agricole è diventata paradossale oltre che insostenibile. Non sono infatti stati ancora del tutto risolti i problemi informatici relativi allo sblocco delle domande presentate in seguito al Decreto flussi 2021, che aveva fissato in 42.000 le quote di lavoratori extracomunitari da ammettere in Italia per motivi di lavoro stagionale nel settore agricolo e turistico-alberghiero. Occorre agire subito per rimuovere questo blocco e permettere a questi lavoratori di raggiungere il nostro Paese”. E’ questo il segnale di allarme lanciato dalla Confagricoltura relativo al problema della manodopera straniera impiegata in agricoltura.

In prossimità della stagione estiva, e con una campagna di raccolta che si preannuncia abbondante, la preoccupazione è forte e il futuro delle produzioni e dell’intera filiera agroalimentare è nuovamente a rischio, dopo la pandemia.

In Provincia di Asti – segnala l’Area Politiche del Lavoro del Welfare della Confagricoltura di Asti – in base al Decreto flussi 2021, nel periodo che va dal 1° febbraio al 17 marzo 2022, sono state presentate 334 pratiche di assunzioni di lavoratori stagionali. Pratiche che ad oggi sono completamente ferme e le domande giacciono sospese presso gli uffici competenti proprio per il problema informatico sopra citato. A questo forte disagio va ad aggiungersene un altro legato ai lavoratori arrivati in Italia quest’anno con il nulla osta al lavoro subordinato stagionale in seguito al Decreto flussi 2020. La situazione di questi ultimi è ben più grave: essi infatti si trovano in Italia, ma a causa di intoppi legati al malfunzionamento dell’applicativo informatico utilizzato dagli sportelli unici dell’immigrazione, non possono essere convocati per la firma del contratto di soggiorno per lavoro subordinato, in seguito alla quale viene emesso il codice fiscale e accolta la richiesta di permesso di soggiorno. Pertanto le aziende agricole non possono procedere all’assunzione.

Questa situazione sta diventando sempre più critica e fortemente penalizzante per le aziende agricole, i lavoratori e tutta la filiera agroalimentare”, affermano Gabriele Baldi e Mariagrazia Baravalle, presidente e direttore della Confagricoltura di Asti. “In un contesto lavorativo come quello agricolo, legato ai cicli della natura e ad un andamento climatico sempre più bizzarro, le istituzioni dovrebbero essere al servizio delle imprese adattandosi alle necessità e alle problematiche del settore. Invece stiamo assistendo al processo completamente inverso”. “Occorre dunque intervenire urgentemente – concludono i vertici dell’Organizzazione agricola astigiana – per sbloccare le pratiche relative al Decreto Flussi 2021. Altrettanto urgente è programmare il prossimo decreto, per il 2022, tenendo in considerazione che le richieste dei datori di lavoro nel 2021, peraltro ancora fermo, sono state più del doppio delle quote messe a disposizione”.




Cal, sì a riordino farmacie e regole per tatuatori

Il Consiglio delle autonomie locali ha espresso due pareri favorevoli: l’Ufficio di presidenza ha deliberato a maggioranza sul regolamento della legge che riordina il settore delle farmacie, per consentire ai comuni una migliore distribuzione sul territorio delle stesse; l’assemblea plenaria ha poi deliberato all’unanimità sulla Pdl 187, per il riconoscimento delle attività di tatuaggio e dermopigmentazione, con lo scopo prioritario di tutelare la salute dei clienti che intendono tatuarsi.

Con la proposta di nuovo regolamentazione del settore farmaceutico si vuole facilitare il trasferimento delle farmacie, nell’ambito dello stesso comune, pur senza aumentarne il numero, senza particolari appesantimenti burocratici. In base all’evoluzione giurisprudenziale questa competenza viene trasferita dalla Regione ai comuni. Nella motivazione si ritiene necessario l’approfondimento sulla legittimità del potere di regolamentazione della Regione e si condiziona il parere all’accoglimento, nel regolamento stesso, della possibilità per i piccoli comuni di gestione associata di queste procedure.

Per la Pdl 187, che è stata illustrata dalla prima firmataria, è stato inserito nella motivazione il suggerimento di ulteriori approfondimenti in merito alla formazione degli operatori ed alla tutela della salute per evitare profili di incostituzionalità riguardanti le competenze regionali.




Unione industriali Torino, Marsiaj: “Voto del Parlamento Europeo un durissimo colpo per il settore automotive”

“Un durissimo colpo per il settore automotive: il voto del Parlamento Europeo che mette al bando i motori termici dal 2035 ribadisce un’impostazione ideologica a favore dell’elettrico e pone in serio rischio la filiera dell’auto italiana e continentale.

Una scelta, quella dei parlamentari europei, che non prende in considerazione un comparto produttivo fondamentale e strategico per le economie europee e che mette in serio pericolo – come evidenzia Anfia e come ribadiamo da tempo – 70 mila posti di lavoro.
Il doveroso e condivisibile rispetto per l’ambiente non può e non deve compromettere il futuro dell’automotive: la totale e troppo affrettata eliminazione dei motori endotermici, anche con carburanti alternativi, è un modo preconcetto di affrontare la questione, come ha recentemente ribadito anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.
Ci uniamo all’appello del comparto affinché gli altri Organismi comunitari che devono ancora esprimersi si rendano conto che non è questa la strada della ragionevolezza”.