Allasia e Piastra presidente e vicepresidente dell’Aiccre

Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale, è stato eletto presidente della Federazione piemontese dell’Aiccre ed Elena Piastra sindaco di Settimo Torinese vicepresidente, per l’appunto dell’Associazione italiana per il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa.

“Sono contento per questo nuovo incarico, ritengo sia prioritario che un maggior numero di amministrazioni faccia parte dell’Aicree. Per un’azione più incisiva ed efficace, è anche sicuramente necessario un  più attivo coinvolgimento degli organismi europei a cominciare dai nostri europarlamentari eletti.

È nostro compito dialogare con l’Unione europea, saperne cogliere tutte le opportunità che offre a favore dei nostri territori e farla percepire alle comunità locali quale realtà utile”: queste le parole del presidente dell’Assemblea legislativa subalpina, Stefano Allasia, al termine della seduta odierna del direttivo regionale, tenutasi a Palazzo Lascaris.

Nel corso della riunione si è parlato delle attività del programma 2020 e, in particolare, del ciclo di cinque incontri organizzato dall’Aiccre con l’Ires Piemonte “Europa presente. Vent’anni dopo la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. Lo scopo dell’iniziativa, che partirà con l’incontro su “Protezione della salute”, martedì 18 febbraio alla Sala conferenze di Ires a Torino, è quello di una lettura pragmatica e attuale dei diritti sanciti dalla Carta.




Torino. Piano straordinario di occupazione suolo pubblico per il rilancio della città

Questa mattina la Giunta Comunale – a seguito della grave situazione emergenziale creata dal Covid 19 che ha imposto misure restrittive che impattano sull’economia cittadina – su proposta dell’assessore al Commercio, Turismo, Attività Produttive e Sviluppo Economico Alberto Sacco, di concerto con l’assessore al Bilancio, Tributi, Personale, Servizi Demografici Sergio Rolando, ha approvato un piano straordinario di occupazione del suolo pubblico.

 

Per far fronte alla necessità che la ripresa delle attività avvenga nel modo più semplice e veloce possibile, l’Amministrazione ha quindi deciso di offrire, in via straordinaria e temporanea, in deroga alla normativa vigente, la possibilità per la maggior parte degli esercizi di ampliare la superficie destinata alla clientela, usufruendo dello spazio pubblico, in modo tale da evitare che la necessità del mantenimento delle misure di distanziamento sociale si ripercuota sul volume di affari, minando la sostenibilità economica delle aziende.

 

Con il nuovo provvedimento tutti gli operatori economici che dispongono di locali che si affacciano sulla strada e che hanno una superficie lorda complessiva inferiore a 250 metri quadrati potranno occupare davanti al loro esercizio – anche se separato dalla viabilità e rispettando le condizioni di sicurezza previste dal Codice della strada – il suolo pubblico in misura congrua e comunque non superiore a 60 metri quadrati. Il rispetto del requisito relativo alla superficie massima del locale non è richiesto per gli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande.

 

L’occupazione straordinaria del suolo pubblico sarà consentita sino al 30 novembre 2020 e gli esercenti non saranno soggetti al pagamento della COSAP.

 

Per poter ampliare la propria attività su suolo pubblico sarà sufficiente inoltrare una comunicazione tramite PEC con la quale il titolare dell’attività indicherà le finalità, l’estensione e le modalità dell’occupazione e, sotto forma di Dichiarazione Sostitutiva di atto di notorietà (rilasciata ai sensi dell’art.47 del D.P.R. 445/2000), assicurerà l’osservanza delle norme di legge, la garanzia del rispetto delle esigenze di mobilità per le persone con disabilità e la piena salvaguardia dei diritti di terzi, sollevando così la Città da ogni responsabilità.

La ricevuta della Pec sarà sufficiente per occupare il suolo pubblico. L’esercente però dovrà conservare nella sede in cui l’attività è esercitata copia della comunicazione inoltrata nonché atto scritto che attesti il nulla osta all’occupazione del suolo da parte degli esercizi e degli stabili ubicati in un diverso condominio eventualmente confinanti con l’attività.

 

Lo stesso procedimento semplificato e temporaneo potrà essere utilizzato anche dai titolari di un pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande che potranno occupare il suolo pubblico, nella stessa misura massima di 60 metri quadrati, o ampliare nella stessa misura l’occupazione del suolo pubblico oltre alle aree già concesse per allestimento di dehors. Anche in questi casi l’occupazione sarà consentita sulla base di una Comunicazione da inoltrare a mezzo PEC in analogia a quanto suindicato.

 

Il provvedimento introduce, inoltre, una disposizione tesa a semplificare il procedimento per il rilascio di concessione per nuovi dehors della tipologia D1 o D2 ai sensi del Regolamento Comunale in materia vigente prevedendo che l’istruttoria conseguente all’istanza formale di concessione di occupazione suolo pubblico, possa essere sostituita dalla presentazione, in allegato all’istanza, della dichiarazione – a firma di un professionista abilitato – che attesti la piena rispondenza del progetto (che comunque dovrà essere allegato nella sua forma grafica, a tutte, nessuna esclusa, le prescrizioni contenute nelle Norme Tecniche – Allegato A al Regolamento Comunale n. 388).

 

Inizialmente, vista la natura sperimentale della procedura, la Polizia Municipale effettuerà controlli diffidando l’operatore commerciale a sanare immediatamente eventuali irregolarità. Successivamente, gli agenti effettueranno un ulteriore sopralluogo e, nel caso permangano irregolarità, sanzioneranno gli esercenti e ne daranno comunicazione agli uffici competenti per i provvedimenti di loro competenza.

 

 

 

 




Industria della life science, il Piemonte apre una nuova fase

Il Piemonte si trova a cavallo tra due aree leader globali nelle life sciences: il bacino padano con Lombardia ed Emilia, e il Rhône-Alpes. Si viene così a creare un asse inedito che potrebbe replicare o addirittura estendere la Biovalley che già si è sviluppata tra Alsazia, Baden-Guttenberg e l’area di Basilea.

È questo uno dei temi discussi sulla base dello studio “L’industria della life science, il futuro del Piemonte?” nel corso di un evento promosso da Confindustria Piemonte, Ires Piemonte e UniCredit.

Lo studio parte dai dati globali. Nel mondo sono in fase di studio 15.000 nuovi farmaci, di cui 7.000 sono già in fase clinica. Gli investimenti stimati tra il 2019 e il 2024 sono pari a mille miliardi di dollari. Nel nostro Paese la filiera delle scienze della vita registra un valore della produzione di oltre 225 miliardi di euro, un valore aggiunto di 100 miliardi e 1,8 milioni di addetti. Il valore aggiunto totale (considerando anche l’indotto) corrisponde al 10% del PIL nazionale. Analizzando i grandi poli europei, la sola Biovalley che è oggi l’hot-spot leader in Europa, comprende 40 istituzioni scientifiche, 900 aziende (incluso il 40% delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo), 100.000 studenti e più di 11 Life Science Parks. A Lione il polo Life science and health dà lavoro 72.500 persone, il 12% di tutta l’occupazione locale, con 2.100 stabilimenti con dipendenti e 1.600 studi clinici condotti ogni anno. A Milano, solo lo Human Technopole è una realtà in grado di attrarre 1.500 ricercatori, e si sta sviluppando all’interno di una filiera della salute che ha generato nel 2018 oltre 25 miliardi di euro di valore aggiunto e un indotto di oltre 24 miliardi.

Il Piemonte può invece contare oltre un quinto delle 571 imprese censite da Assobiotec, piazzandosi al secondo posto dopo la Lombardia, mentre è leader nell’incubazione di start-up, con il 24% del totale nazionale. Il cuore pulsante di questo ecosistema è il Bioindustry Park Silvano Fumero, oggi società benefit, creato negli anni’ 90 con una governance mista pubblica (Finpiemonte, Città Metropolitana di Torino, Camera di Commercio di Torino, Confindustria Piemonte e Confindustria Canavese) e privata. Oltre 27.000 metri quadri sono adibiti a laboratori, uffici, impianti pilota.

Sono 42 i soggetti insediati tra cui 5 grandi imprese, una media, 29 piccole, 4 centri di ricerca, 2 associazioni e la Fondazione ITS Biotecnologie e Nuove Scienze della vita, per un totale di più di 600 addetti. Uno sviluppo accelerato dal Polo di innovazione BioPmed, che integra importanti punti di forza nella ricerca (4 Università, Politecnico di Torino e centri di ricerca quali Fondazione Edo ed Elvo Tempia, Centro di Biotecnologie Molecolare MBC, INRIM Istituto nazionale di ricerca metrologica, Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Valle d’Aosta), multinazionali del farmaco di importanza internazionale quali Bracco Imaging,  Merck Serono-RBM, AAA – Advanced Accelerator Applications a Novartis Company, insieme a piccole medie imprese che hanno saputo attingere a fondi di venture capital. A questa realtà consolidata, si affiancherà il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino in grado di generare ulteriori sinergie fra sanità, ricerca, didattica, imprenditoria e residenzialità. L’obiettivo è ospitare più di 500 ricercatori, costituendo un’adeguata massa critica per sostenere la competizione internazionale nella filiera della salute, e accelerare il trasferimento tecnologico.

Il Piemonte si sta muovendo nella giusta direzione, forte della sinergia fruttuosa tra pubblico e privato, tra centri di formazione e ricerca avviata nell’ultimo ventennio. Penso all’importanza che ha avuto per il Bioindustry Park la presenza tra i soci fondatori del Gruppo Bracco, una delle realtà italiane più importanti nel settore e che, insieme a Merck, è stata propulsore grazie all’investimento costante in ricerca e innovazione e a interlocutori pubblici attenti a valorizzare l’opportunità. Oggi il Bioindustry Park può essere modello per lo sviluppo di un distretto con vision internazionale e attrattivo per le molte aziende interessate a investire nel comparto. Con un occhio di riguardo, sempre, allo sviluppo della ricerca, che è alla base di ogni ideazione, e alla capacità di fare rete anche trasversale con settori diversificati” spiega Fiorella Altruda, presidente Bioindustry Park.

Confindustria Piemonte ha inserito il settore della Life Science fra i 10 obiettivi verticali, 10 settori produttivi, 10 eccellenze sui quali puntare per il futuro della nostra economia, con il Piano Industriale del Piemonte, grazie agli investimenti che saranno resi possibili attraverso le risorse del PNRR e della prossima programmazione europee. Quello di oggi è un ulteriore confronto per la messa a terra delle risorse e permettere alle nostre Imprenditrici, ai nostri Imprenditori e ai nostri concittadini di cogliere le opportunità offerte dal PNRR e dai Fondi Strutturali per una nuova visione del futuro con, al centro, il lavoro e la ricostruzione della ricchezza, non solo economica ma anche sociale e culturale” ha sottolineato Marco Gay,  presidente di Confindustria Piemonte.

La natura senza precedenti della pandemia da Covid-19 ha dimostrato ancora una volta l’importanza di investire in ricerca e nell’innovazione, in tutti i settori dell’economia e, in particolare, in Life Science, dove le aziende biotecnologiche, farmaceutiche e di dispositivi medici sono state fondamentali per contenere e risolvere la crisi sanitaria. L’innovazione è per UniCredit una priorità e oggi più che mai, deve parlare un linguaggio globale. Con UniCredit Start Lab favoriamo le connessioni tra le start-up e le controparti sia industriali che finanziarie. In Italia, negli ultimi anni, abbiamo messo in contatto le start-up più promettenti con oltre 700 aziende e 800 investitori” ha spiegato Giusy Stanziola, del Start Lab & Development Programs di UniCredit.

Tornando ai dati dello studio, oggi il settore piemontese del farmaco in senso stretto, pesa in termini di imprese attive per il 5,71% sul totale nazionale, e circa l’8,8%, comprendendo anche i dispositivi biomedicali e il 7% sul totale dei servizi. In termini di addetti vale il 4,5% per il segmento manifatturiero e il 9,4% per quello dei servizi. Per quanto attiene alla produzione dei farmaci il Piemonte vale invece l’1% in termini di occupati e fatturato, e il 2,2% dell’export, pari a quasi un miliardo nel 2021.

In Piemonte ci sono 39 aziende in questo settore, e circa tremila sono gli occupati. La crescita del fatturato è costante a ritmi del 30% negli ultimi cinque anni, e del valore aggiunto (+36%). Ancora meglio la redditività, con un costo per addetto che è passato da 57.813 euro nel 2016 a 64.9992 euro, a fronte di ricavi pro-capite per lavoratore saliti da 331.987 a 401.091 euro.

La Lombardia genera 14,4 miliardi di ricavi dalle vendite, il Piemonte è staccato ad appena 801 milioni. Il comparto delle apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche registra un export di 800 milioni, di cui il Piemonte detiene una quota del 10%. Le vendite equivalgono a 160 milioni, raddoppiate rispetto al 2016.

Lungo tutta la filiera Life Science, decisivo è infine il ruolo del capitale umano. Secondo lo studio va sviluppata la formazione del medico ricercatore, per cui in Italia manca il sostegno e il coordinamento delle piccole esperienze frammentarie in corso. Nell’ambito dei corsi di laurea in biotecnologie e medicina sono da potenziare percorsi di formazione alla ricerca, integrati con i programmi di specializzazione e di dottorato, per consentire a studenti di alto potenziale l’avvio di una carriera nel campo della ricerca. Serve poi lo sviluppo dei dottorati industriali per favorire il trasferimento tecnologico, coinvolgendo le imprese del settore Life Science. Fondamentale sarà anche avviare con il sistema privato un tavolo di confronto, e Confindustria Piemonte ha ribadito l’impegno a fornire il suo contributo come interlocutore intermedio.

 




Coronavirus, sigillato mezzo Piemonte. Contagiato anche il governatore Cirio

ci sono anche Alessandria Vercelli e Verbania ,oltre quelle di Asti e Alessandria, tra le province colpite dalle restrizioni nella versione definitiva del decreto illustrata nella notte dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

in pratica più di 1 milione e 300mila piemontesi saranno interessati dalle nuove regole che entreranno in vigore oggi.

Anche Il governatore Alberto Cirio è risultato positivo al coronavirus. Lo stesso attraverso una nota ha assicurato di stare bene e continuerà a lavorare inevitabilmente a distanza.

 

 

 




Allasia: “Regione protagonista da 50 anni. Completare autonomia”

Con la seduta di martedì 14 luglio il Consiglio regionale torna a riunirsi in presenza, nel rispetto delle norme sanitarie e sul distanziamento.

In avvio il presidente Stefano Allasia ha ricordato i 50 anni dalla prima seduta dell’Assemblea.

“Quella di ieri è stata una data importante per la vita della nostra comunità regionale. Cinquant’anni fa, nel pomeriggio del 13 luglio 1970, si riuniva per la prima volta il Consiglio regionale del Piemonte nell’aula del Consiglio Provinciale di Torino, a Palazzo delle Segreterie.

Erano da poco trascorse le 17.00 quando l’avvocato Gianni Oberto, in qualità di Consigliere più anziano d’età, dopo aver assunto la Presidenza provvisoria del Consiglio regionale, dichiarò che da quel momento la Regione Piemonte, costituita in ente autonomo, esercitava i propri poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

Si apriva una pagina nuova per la vita democratica del Piemonte e della nazione, concludendo un percorso difficile e sofferto lungo due decenni,rispettando ciò che prevedeva la Costituzione.

Si avviava così la prima legislatura regionale che impegnò l’assemblea  nella fase costituente dedicata all’elaborazione dello Statuto e alle gestione delle competenze trasferite dallo Stato.

Era la prova di un  forte e concreto impegno al servizio della comunità piemontese che affondava le sue radici nella storia di una regione tra le più importanti d’Italia, protagonista del cammino risorgimentale che portò all’unità nazionale nel 1861 con Torino prima capitale del Regno e del “secondo Risorgimento” italiano che attraverso l’antifascismo portò alla Repubblica e alla Costituzione.

Il nostro contributo all’evoluzione del concetto di regionalismo, adeguando e innovando l’articolazione istituzionale dello Stato risulta essere stato tra i più importanti e significativi nel corso di questi decenni.

In mezzo secolo è stato compiuto un lungo cammino da parte della nostra comunità regionale e l’istituzione che mi onoro di rappresentare è stata protagonista di questo percorso che ha rafforzato il legame tra i piemontesi e la Regione.
Basterebbe uno sguardo ai provvedimenti più importanti che sono stati varati in cinquant’anni per renderci conto del lavoro svolto nel corso delle undici legislature da una classe dirigente di amministratori e legislatori appartenenti alle diverse forze politiche alternatesi al governo della Regione.

Voglio ricordare che quest’anno noi celebriamo un’altra ricorrenza. Accanto al 50° anniversario della nascita dell’Ente ricordiamo i quindici dall’approvazione del nuovo Statuto.

Infatti nel 2005, durante la VII legislatura, venne ridefinito il profilo istituzionale della Regione nell’ottica dell’autonomia e della partecipazione, della devoluzione dei poteri e della sussidiarietà, innovando lo storico testo approvato nel tardo autunno del 1970.
Una doppia ricorrenza che si accompagna all’auspicio che si possa quanto prima portare a compimento l’attuazione dell’autonomia regionale, come previsto dalla stessa Costituzione, ampliandone l’orizzonte di autodeterminazione, portando effettivamente le decisioni al livello di governo più efficace, nell’ interesse del sistema istituzionale e dei cittadini”.




Unioncamere Piemonte: Previsioni occupazionali, poco meno di 24mila entrate previste ad aprile

Sono circa 23.790 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per aprile 2021, 13.780 unità in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e 1.260 unità in meno rispetto all’analogo periodo del 2019, quando l’economia non era ancora stata investita dalla pandemia da Covid-19.

Il 74,5% riguarderà lavoratori dipendenti, il 17,1% lavoratori somministrati, il 2,3% collaboratori e il 6,1% altri lavoratori non alle dipendenze. Nel 28% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 72% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre aprile-giugno 2021 le entrate stimate ammonteranno a 73.580, il 24% delle 306.000 programmate a livello nazionale.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

 

Delle 23.790 entrate previste in Piemonte nel mese di aprile 2021 il 18% è costituito da laureati, il 35% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente il 21% e il 24%.

In uno scenario in cui l’incertezza appare ancora dominante sono comunque i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (63%, 7.270 entrate in più rispetto ad aprile 2020 ma 5.520 in meno rispetto ad aprile 2019).

Il comparto manifatturiero, genera circa il 26% della domanda di aprile 2021 mentre il settore edile, grazie anche ai nuovi incentivi, segna 2.670 entrate programmate nel mese di aprile e più di 8mila per l’intero trimestre aprile giugno 2021.

Complessivamente l’industria stima 6.520 entrate in più rispetto ad aprile 2020 e si riporta a valori analoghi al 2019 (60 unità in più).

Il 23% delle entrate previste per aprile 2021 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, il 33% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, una percentuale analoga riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei servizi e l’11% profili generici.

 

A livello di area di funzionamento il peso maggiore è dato dalla produzione beni ed erogazione servizio (43%), segue l’area commerciale e vendita (19%) e quella tecnica e di progettazione (16%), la logistica si attesta all’10%, seguita dall’area amministrativa e finanziaria con il 7%. L’area direzionale, infine, pesa il 5% delle assunzioni previste

 

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 33 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, quota superiore rispetto a quella media nazionale (32 imprese su 100).

Le professioni più difficili da reperire in regione, così come a livello nazionale, a marzo 2021 sono gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (65 aziende su 100) e i Tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (64 aziende su 100).




Il G7 in Piemonte, Confagricoltura Piemonte: “Bene l’incontro organizzato in una delle Regioni più green d’Italia

L’efficacia delle future iniziative politiche passa da una rivalutazione del ruolo dell’agricoltura”. Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte in occasione dell’apertura del G7 in corso alla Reggia di Venaria, in provincia di Torino.

Il rapporto tra il settore primario, la scienza e la politica nel panorama europeo ed extra-europeo è essenziale per definire nuove strategie per far fronte al cambiamento climatico in atto, ridurre l’impoverimento dei suoli e tutelare gli ecosistemi, continuando a produrre alimenti di qualità, sostenibili economicamente e socialmente” evidenzia Allasia.

 

Confagricoltura Piemonte sottolinea da tempo l’importanza di fare rete tra i diversi soggetti coinvolti, dalle Istituzioni alla popolazione, creando occasioni di conoscenza, condivisione e partecipazione per sviluppare una gestione intelligente della natura.

 

Portiamo avanti costantemente una politica di promozione e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio, delle foreste e delle risorse naturali fondata sul rispetto e sulla custodia dei nostri territori; non siamo solo produttori, ma imprenditori legati al territorio e, in quanto tali, ottimizziamo le scelte aziendali orientandole anche verso la circolarità dei sistemi produttivi e la diversificazione delle attività, concentrandoci su quelle che saranno le parole chiave dell’Europa nei prossimi quattro anni, per continuare a fare impresa: competitività, produttività, sostenibilità ed energia” afferma il presidente di Confagricoltura Piemonte.

 

Parlando di economia circolare, è importante sottolineare che la Regione Piemonte è tra le prime in Italia per lo sviluppo del biogas, grazie alla presenza di oltre 220 impianti agricoli, che garantiscono una produzione di circa 1 TWh.

Le aziende “green” complessivamente sono 36.630 e alcune hanno sviluppato sinergie con il settore agricolo e dell’allevamento per ridurre l’impatto ambientale di alcuni processi.

Grazie ai fondi del PNRR, alcuni investimenti risultano più alla portata, ma rimangono sempre troppo numerosi gli sforzi in termini di adempimenti, pratiche onerose e modifiche dei processi produttivi, senza alcuna forma di congrua remunerazione, che gli imprenditori devono sostenere.

Un ultimo spunto di riflessione di Confagricoltura Piemonte riguarda, sempre nell’ottica del raggiungimento della neutralità carbonica, alcuni dossier di grande importanza ancora aperti e per i quali si sollecita una veloce chiusura: carbon farming (bene l’accordo raggiunto a fine febbraio tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul primo quadro volontario per la certificazione di assorbimenti di carbonio a livello dell’UE) e TEA, (tecniche di evoluzione assistita). “Occorre raggiungere quanto prima un accordo in merito al loro inquadramento nell’ordinamento dell’Unione europea per fornire agli agricoltori strumenti utili a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici con piante più tolleranti alle alte temperature e alla siccità, nonché più efficienti nell’uso delle risorse idriche e nutritive, resistenti alle malattie, e che garantiscono, allo stesso tempo, un potenziale produttivo adeguato” conclude Allasia.




Unione industriale e Cgil Cisl Uil Torino, uniti per la formazione professionale

L’Unione Industriale di Torino e le Segreterie provinciali di CGIL, CISL, UIL hanno sottoscritto un accordo territoriale per consentire l’accesso al Fondo Nuove Competenze anche alle aziende prive di rappresentanza sindacale aziendale, con unità produttive site nella Città Metropolitana di Torino.

Il Fondo, istituito dal Decreto Rilancio, prevede la possibilità per l’azienda di richiedere il finanziamento della copertura degli oneri connessi alle ore di formazione per il riallineamento delle competenze del personale, necessarie per operare nel proprio settore, con percorsi formativi fino a 250 ore.

L’accordo prevede la possibilità di modificare temporaneamente l’orario di lavoro per acquisire o rafforzare le competenze professionali, anche a favore di una maggiore occupabilità dei lavoratori e delle lavoratrici.

Massimo Richetti, Responsabile Servizio Sindacale Unione Industriale Torino, dichiara: “Si tratta di un’iniziativa che può aiutare le imprese anche ad aumentare la produttività tramite la qualificazione o riqualificazione delle risorse umane, in un contesto che sempre più richiede al mondo del lavoro di essere in grado di adattarsi ai rapidi cambiamenti ed evoluzioni che caratterizzano il mondo produttivo contemporaneo. L’Italia è collocata in una posizione sfavorevole, nel confronto con Paesi competitors, in termini di produttività del lavoro. Questa opportunità può essere di aiuto per compensare il disallineamento tra la domanda e l’offerta delle competenze e l’insufficiente ruolo che il sistema di politiche attive del lavoro ha avuto nel fornire percorsi di riqualificazione. “

Elena Petrosino – CGIL, Cristina Maccari – CISL, Teresa Cianciotta – UIL di Torino dichiarano: “La formazione è un importante strumento di tutela per imprese e lavoratori/lavoratrici, ma non esiste innovazione senza un investimento sulle persone: occorre diffondere le tecnologie e le innovazioni di processo e di prodotto, soprattutto le più avanzate, ed avere contestualmente una formazione professionale continua che permetta alle lavoratrici e ai lavoratori di aggiornare costantemente le proprie competenze. I prossimi mesi saranno cruciali, soprattutto dopo il 31 marzo, per il futuro del nostro Paese, al quale manca ancora, purtroppo, una strategia di sviluppo di lungo respiro; auspichiamo che le imprese del nostro territorio colgano l’occasione rappresentata dal fondo nuove competenze per affrontare un periodo che è ancora di grave crisi e transizione ma che, proprio per questo, deve essere utilizzato al meglio per farci trovare pronti alla ripartenza.”




Alessandria, apertura della Galleria Crenna Opera

Aperta oggi al traffico la nuova galleria della Crenna, una delle opere più importanti realizzate nell’ambito dei lavori di adeguamento delle viabilità del Terzo Valico.

Gli interventi, finanziati da RFI (società del Gruppo FS Italiane) ed  eseguiti da Cociv (Consorzio  guidato da Salini Impregilo), General Contractor per la realizzazione e la progettazione del Terzo Valico, hanno interessato la nuova galleria compresa tra i comuni di Serravalle e Gavi.

L’opera rientra nel piano di adeguamento e miglioramento dell’attuale viabilità della Strada Provinciale 161 di collegamento tra i Comuni Serravalle Scrivia e Gavi e le frazioni più montane della Val Lemme.

Contestualmente ai lavori della galleria è stata allargata  la sede stradale, da 6 a oltre 10 metri, consentendo di alleggerire il traffico di questo tratto strategico per i collegamenti provenienti dalla Val Lemme e diretti verso la rete autostradale, in entrambe le direzioni, migliorando gli standard di sicurezza della viabilità. La nuova galleria, lunga circa 200 metri, è stata concepita secondo moderne soluzioni ingegneristiche con elevatissimi standard costruttivi.

All’interno della galleria e in prossimità degli imbocchi è previsto un sistema di illuminazione permanente per una maggiore visibilità e sicurezza sia di giorno che di notte e sarà installato un sistema di rilevazione incendi che invia in automatico,  ai centri di controllo, eventuali segnali di allarme permettendo così, in caso di necessità, un rapido pronto intervento.

L’attivazione odierna permette il ripristino della regolare viabilità sulla Strada Provinciale 161 che era stata provvisoriamente deviata sulla strada comunale “Salita Crenna” per consentirne le attività realizzative.

L’opera del valore di circa 8,5 milioni di euro è stata consegnata oggi alla Provincia di Alessandria da RFI, insieme a Cociv e Italferr (società di Ingegneria del Gruppo FS Italiane) che ha effettuato la direzione lavori e l’Alta Sorveglianza,. Raggiungono così il 90 per cento, circa, gli investimenti realizzati per la viabilità all’interno della Regione Piemonte su un totale di investimenti complessivi pari a circa 100 milioni di euro.




De Santis (Confartigianato Torino) : “Il Piemonte bianco torna alla quasi normalità”

Con la zona bianca, che per il Piemonte scatterà dal 14, torniamo alla quasi normalità e alla vita-commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino-Ma vanno evitati inutili colli di bottiglia burocratici.

La certificazione verde, ad esempio (che dimostra di essere vaccinati o di essere guariti dal Covid o di essersi sottoposti a tampone con esito negativo), deve essere ottenibile al più presto visto che è condizione necessaria per partecipare a nozze, maxiconcerti (probabilmente anche per entrare in discoteca) e per far ripartire il comparto legato al wedding. La UE la attiverà dal 1 luglio, il Governo italiano vorrebbe anticiparlo al 15 giugno. È importante che ogni eventuale dubbio venga chiarito al più presto e che gli step per ottenere ed accettare il pass siano rapidi, snelli e rispettosi della privacy”.