I giovani di Confagricoltura del Nord Italia ospiti di Cella Grande sul lago di Viverone

Innovazione, sostenibilità e transizione energetica, con un focus sulle nuove opportunità rappresentate  da agrisolare e biometano: questi i temi che che sono stati alla base dell’InterNord Anga – Associazione nazionale dei giovani agricoltori, che si è concluso oggi sul lago di Viverone (Biella), nell’azienda vitivinicola Cella Grande.

La riunione dei presidenti provinciali delle sezioni giovanili di Confagricoltura, che ha avuto anche un momento formativo con la visita all’impianto di produzione di energia rinnovabile da biogas della famiglia Bagnod a Piverone (Torino), ha consentito  ai giovani di confrontarsi sui principali temi di attualità e di scambiarsi esperienze imprenditoriali e progetti di innovazione.

L’associazione nazionale dei giovani agricoltori di Confagricoltura è aperta agli imprenditori agricoli e a coloro che vogliono approfondire la conoscenza del settore primario. Tra le iniziative dell’Anga c’è AGRINET Young,  che rientra nel più ampio “Agrinet. Network for the dissemination of CAP contents about sustainable agriculture based on innovation”, progetto sostenuto dalla Commissione Europea nell’ambito della Politica Agricola Comunitaria e promosso dal Gruppo di Comunicazione Icaro, insieme ai Giovani di Confagricoltura – Anga. Il progetto  ha l’obiettivo di diffondere l’informazione sui temi dell’agricoltura sostenibile, della sana alimentazione, del corretto uso delle risorse naturali, dell’innovazione tecnologica e della lotta ai cambiamenti climatici.

 

 




Stop all’export di vini e liquori verso la Russia

Il testo definitivo in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della UE potrebbe salvare, sul filo di lana, una parte significativa delle esportazioni di vini italiani sul mercato della Federazione Russa, precisa Confagricoltura.

Per colpire i “prodotti di lusso”, inclusi i vini, è stata fissata una soglia pari a 300 euro a unità, che può essere riferita, nel caso specifico, alla singola bottiglia o alla cassa.
Sotto il profilo procedurale, la bozza di provvedimento redatta dalla Commissione è stata discussa in sede tecnica e successivamente approvata dal COREPER, il Comitato dei Rappresentanti Permanenti degli Stati membri presso la UE.

Il via libera finale è intervenuto nella mattinata di oggi con procedura scritta. La pubblicazione del provvedimento del Consiglio è attesa per la giornata di domani 16 marzo.




Lotta alla siccità: in Piemonte progetti per 1,7 miliardi

La siccità ha già prodotto danni in Piemonte stimati intorno ai 50 milioni. Lo ha detto Maurizio Marello (Pd), esponendo l’interrogazione “Siccità ed agricoltura in Piemonte, quali provvedimenti la Regione intende mettere in atto per fronteggiare la situazione?”, nell’ambito dei question time, cui ha risposto l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati. Esiste un parco progetti contro la siccità di circa 1,7 miliardi, ha sottolineato l’assessore.

“Oltre alle riunioni del tavolo regionale per l’irrigazione e la bonifica – ha replicato Marnati –  abbiamo attivato una forma di confronto periodico dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del fiume Po, allo scopo di definire la situazione della disponibilità idrica della regione. Compreso questo, sarà possibile per i consorzi di irrigazione e bonifica richiedere una deroga temporanea per il rilascio del deflusso ecologico in alveo. Per quel che riguarda i danni alle produzioni – aggiunge – preciso che i danni sono ricompresi tra quelli assicurabili con le polizze agevolate previste dal piano nazionale di gestione dei rischi in agricoltura. L’assessorato ha inoltre individuato un parco progetti per il settore irriguo per un valore complessivo di oltre un miliardo di euro a cui si aggiungono alcuni interventi di costruzione di nuovi invasi per un valore di quasi 700 milioni”.

“Dalle prima stime effettuate, e senza contare che la mancanza di piogge sta caratterizzando anche il mese di marzo – ha sottolineato il consigliere Pd Marello –  si ipotizzano per il Piemonte almeno 50 milioni di danni. Le organizzazioni agricole evidenziano la necessità di interventi di carattere strutturale che sono resi necessari dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua”.

L’inverno 2021-2022 in Piemonte risulta essere sia il 3° più caldo degli ultimi 65 anni, sia il 3° più secco con un deficit percentuale medio di circa il 70% rispetto alla norma climatica 1991-2020. È il quinto periodo secco più lungo registrato in Piemonte negli ultimi 65 anni. Da inizio 2022 manca all’appello già l’85% medio delle piogge e nevicate attese in questa stagione.

Nel rispondere alle question  in programma , l’assessore Marnati ha poi specificato che, su impulso del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, è stata attivata “ l’Unità di crisi per le imprese”  e una mail dedicata export.crisiucraina@esteri.it  , con l’obiettivo di mitigare la contrazione delle attività sui mercati e preservare la competitività dell’export.

Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni di  Francesca Frediani (M4o) Partecipazione di una delegazione della Regione Piemonte a Expo Dubai 2020; di Domenico Ravetti (Pd) sui  costi per la realizzazione e la manutenzione della maxi-recinzione anti Peste Suina Africana (Psa); di Alberto Avetta (Pd) su Tutela dell’export piemontese. La Regione come intende agire?; di Silvio Magliano (Moderati ) su Luce e gas, quanto mi costi: questa Giunta è disposta a fare la sua parte per contrastare l’impennata delle bollette?; di Marco Grimaldi (Luv) su attuazione delle Linee di indirizzo ministeriali a garanzia del principio di autodeterminazione delle donne.




35 cantieri di lavoro per 156 disoccupati over58

Sono 156 i lavoratori disoccupati di età superiore a 58 anni che saranno impiegati nei 35 progetti che rientrano nella graduatoria del bando per i cantieri di lavoro emesso nello scorso autunno dalla Regione Piemonte per coloro che hanno maturato un’anzianità contributiva non sufficiente per il pensionamento.

“Un provvedimento che volutamente va nella direzione opposta all’assistenzialismo del reddito di cittadinanza e finalizzato ad un’occupazione che possa tutelare soprattutto la dignità del lavoro – precisa l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione professionale Elena Chiorino – La misura interviene per salvaguardare i più fragili, ai quali saranno affidati interventi come la manutenzione di aree pubbliche o servizi di pubblica utilità. Oltre ad una retribuzione, gli assunti vedranno pagati dalla Regione i contributi all’Inps per raggiungere la pensione dalla Regione e avranno la possibilità di partecipare a corsi di formazione dedicati”.

I cantieristi riceveranno un’indennità e, in alcuni casi, ulteriori compensazioni a discrezione e a carico dell’ente per cui lavorano, oltre al versamento dei contributi Inps. Per il bando 2021-2022 la Regione ha messo a disposizione 1 milione di euro, che servirà a coprire i costi dell’indennità di cantiere, versata direttamente dall’Inps al lavoratore e la spesa degli oneri previdenziali. A carico dell’ente attuatore restano i costi per la sicurezza e le assicurazioni. La selezione dei candidati sarà effettuata direttamente dai Comuni e la graduatoria sarà redatta soprattutto sulla base dell’anzianità di contribuzione. I candidati dovranno presentare l’estratto conto certificativo rilasciato da Inps, mentre gli enti, a propria discrezione, potranno introdurre altri elementi di priorità (es. Isee o residenza) o prevedere eventuali prove di idoneità per attività specifiche.

I cantieristi riceveranno anche buoni pasto e, in alcuni casi, il rimborso delle spese di viaggio sui mezzi pubblici per raggiungere il luogo di lavoro. Il cantiere avrà la durata di un anno con un impegno settimanale di 20/25 o 30 ore, a seconda del progetto approvato e il cantierista percepirà, a seconda del monte ore previsto dal progetto, un’indennità giornaliera dai 20,10 ai 30,15 euro lordi.

 

 




Consiglio regionale, Irpef: in Commissione l’adeguamento alla legge nazionale

L’assessore regionale al bilancio Andrea Tronzano ha illustrato in prima Commissione – presidente Carlo Riva Vercellotti – le variazioni dell’Irpef conseguenti alla riforma nazionale degli scaglioni. La legge di bilancio 2022 prevede che le modifiche vengano recepite dalle Regioni entro il 31 marzo prossimo.

Gli scaglioni passano da 5 a 4. La giunta regionale ha deciso di mantenere la stessa addizionale Irpef, ma l’adeguamento alla legge nazionale porterà a un calo della tassazione per lo scaglione sotto i 50 mila euro, con un risparmio di circa 16 euro al mese, nonché un aumento nella fascia sopra i 50 mila, fino a 55 mila, di circa 20 euro al mese. Complessivamente le casse regionali dovrebbero godere di un saldo positivo di circa 4,3 milioni di euro.

La norma nazionale dà alle Regioni la possibilità di decidere autonomamente sulle detrazioni a favore di alcune categorie di cittadini. “Nonostante la novità dell’assegno unico, abbiamo deciso di mantenere le detrazioni per alcuni”, ha spiegato Tronzano. “Riguarderanno le famiglie con più di tre figli, che godranno di una detrazione di 100 euro a figlio, e quelle con figli portatori di handicap fisici o psichici. Per loro la detrazione sarà di 250 euro a figlio. Le detrazioni si sommeranno all’assegno unico”.

L’attività emendativa del testo è stata rinviata alla prossima riunione della Commissione. Relatori del provvedimento saranno per ora Matteo Gagliasso (Lega), per la maggioranza, e Silvio Magliano (Moderati), Marco Grimaldi (Luv), Maurizio Marello (Pd), Sean Sacco (M5s) per la minoranza.

Prime determinazioni invece per il Ddl sulla legge di stabilità regionale 2022. Gli effetti più significativi riguardano il bollo auto per i mezzi a noleggio, che vengono equiparati a quelli a leasing, finora più basso, e la semplificazione delle procedure per la sospensione del bollo auto, di cui godono le società di rivendita di autovetture.

Relatore di maggioranza sarà Federico Perugini. Le consultazioni online si svolgeranno fino al prossimo 1 aprile.

Tronzano ha delineato nei suoi elementi principali la manovra prevista nel maxiemendamento e negli altri emendamenti di Giunta sul bilancio di previsione 22-24. Verrà illustrata in modo più approfondito dai singoli assessori nelle Commissioni competenti a partire da questa settimana.

Nella seduta odierna sono intervenuti anche i consiglieri Raffaele Gallo, Maurizio Marello e Monica Canalis (Pd), Sean Sacco e Sarah Disabato (M5s), Marco Grimaldi (Luv) e Giorgio Bertola (M4o).




FITA-CNA Piemonte: Il Governo aiuti l’autotrasporto o saremo costretti a fermarci 

Il Governo è lento e noi rischiamo seriamente di fermarci. Il mondo dell’autotrasporto piemontese è sull’orlo della chiusura. I carburanti hanno raggiunto cifre record da non consentire alle imprese di muovere i mezzi senza andare in perdita.

Una situazione che deriva dalla crisi internazionale ma, probabilmente, anche da sacche di speculazione senza scrupoli.

Le compagnie petrolifere tagliano le forniture di oltre il 50% e, a catena, tutti gli utenti finali stanno subendo conseguenti e allarmanti ripercussioni.

“L’aumento dei costi colpisce non soltanto gli autotrasportatori che stanno iniziando ad avere difficoltà nella programmazione dei loro servizi, ma anche interi settori dell’economia che rischiano così di spegnersi ulteriormente. Le imprese di autotrasporto chiedono al Governo un maggiore, immediato ed incisivo sforzo per contenere le difficoltà e contribuire a rassicurare gli operatori del settore.

Il Governo deve attuare immediatamente misure emergenziali e straordinarie anche per evitare che iniziative spontanee si attuino in autonomia in alcune zone del Paese. Ma per scongiurare tutto ciò abbiamo bisogno di risposte immediate, concrete e precise. La FITA-CNA propone, oltre all’introduzione di un credito di imposta che compensi l’incremento del costo del carburante, di rendere effettivamente obbligatoria la norma sui costi minimi di sicurezza unitamente all’introduzione di importanti risorse che permettano alle imprese di non continuare a lavorare in perdita anche attuando deroghe a norme europee” spiega il responsabile regionale di FITA-CNA Piemonte Costantino Spataro.




Russia, Avetta (Pd): Servono misure a tutela dell’export piemontese”

Il consigliere regionale Alberto Avetta (Pd) lancia l’allarme: “Il caso del blocco dell’acquisto dell’Erbaluce di Caluso non sarà un episodio isolato. Sanzioni sacrosante, ma si adottino azioni specifiche a sostegno delle imprese direttamente danneggiate dal conflitto in Ucraina”.

Presentato a Palazzo Lascaris un Question Time.

«Cosa intende fare la Regione Piemonte per tutelare le imprese dell’export piemontese il cui fatturato è fortemente e direttamente penalizzato dagli effetti della guerra in Ucraina e per aprire nuovi mercati internazionali ai nostri prodotti? Si devono mettere in campo, nel breve e nel medio periodo, misure ed azioni specifiche, non solo ristori diretti alle imprese danneggiate, ma politiche mirate ad agevolare l’espansione del mercato piemontese verso altri Paesi.

Le nostre imprese, soprattutto quelle della filiera enograstronomica e dei settori produttivi con consolidate relazioni commerciali con la Russia, stanno già facendo i conti con gli effetti dell’aumento dei costi di energia e materia prime, e ora si aggiungono le ripercussioni delle sanzioni e della chiusura delle frontiere. Emblematico il caso delle 20 mila bottiglie del vino bianco canavesano “Erbaluce di Caluso” destinate ai centri commerciali ed ai ristoranti di Mosca, il cui acquisto sarebbe stato annullato. Un episodio che temiamo non rimarrà isolato». Il consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd) ha presentato a Palazzo Lascaris un Question Time sull’argomento, lanciando l’allarme sulle conseguenze del conflitto in Ucraina sull’export piemontese e sollecitando alla Regione Piemonte azioni di tutela.

«Le sanzioni alla Russia sono sacrosante. Ma non possiamo farne pagare il ‘prezzo’ alle nostre imprese il cui calo di fatturato legato alle esportazioni verso la Russia si aggiungerà ai maggiori costi delle materie prime e dell’energia. Come sta già avvenendo per l’approvvigionamento energetico nazionale, sarà necessario ripensare in modo strutturale le relazioni commerciali tra il Piemonte e i mercati internazionali. La Regione Piemonte può e deve mettere in campo misure specifiche».

 




Unione Industriali Torino entra in Assocaaf

L’Unione Industriali Torino entra nella compagine societaria di Assocaaf. Parallelamente Assocaaf ha acquisito le quote dell’Associazione torinese di Unioncaf, il CAF costituito dall’Unione Industriali Torino per l’offerta dei servizi di assistenza fiscale alle aziende e ai loro dipendenti sul territorio torinese e – più in generale – in Piemonte.

Assocaaf, realtà di origine lombarda ma con un’importante presenza sul territorio nazionale, è il più grande CAF costituito dalle Associazioni territoriali e di categoria di Confindustria e da oltre mille imprese nazionali e multinazionali, tra le più rappresentative del panorama industriale italiano. Gestisce i servizi fiscali ai dipendenti di oltre 3mila aziende ed è all’avanguardia per qualità e molteplicità di servizi erogati alla persona.

L’operazione societaria permette di valorizzare i punti di forza dei due CAF e di offrire anche sul territorio piemontese l’ampia gamma di servizi di Assocaaf, con le tecnologie più all’avanguardia. Unioncaf, oltre alla compilazione della dichiarazione dei redditi, può ora proporre l’assistenza e la consulenza in ambiti fiscali e previdenziali, ai quali possono accedere i dipendenti delle aziende e tutti i cittadini del territorio, sia presso lo sportello di Unioncaf in via Bellini 3/h a Torino (telefono: 011-5626271), sia digitalmente
Con l’entrata di Unioncaf nel gruppo Assocaaf si consolida l’asse Torino-Milano di sinergia e opportunità.




Il comparto calzaturiero italiano in ripresa nel 2021

Il comparto calzaturiero italiano in ripresa nel 2021. L’anno scorso infatti ha registrato un incremento del fatturato nazionale pari al +18,7% sul 2020, attestandosi a 12,7 miliardi di euro. Un valore però ancora inferiore all’epoca pre-covid (-11% rispetto al 2019).

È la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, diffusa alla fiera Micam, in corso a Fiera Milano Rho,  su un settore dove le griffe trainano l’export, con le aziende che viaggiano a velocità differente (solo una su tre ha recuperato i livelli ante pandemia) e su cui c’è l’ombra gettata dallo scenario geopolitico in continua evoluzione in Ucraina.

In Piemonte nel 2021 il numero di imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) secondo i dati di Infocamere-Movimprese, ha registrato un saldo negativo di -7 unità (industria + artigianato), accompagnato da un calo di -23 addetti nella forza lavoro. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS nel 2021 per le imprese piemontesi della filiera pelle, sebbene si registri una flessione del -52,7% rispetto al 2020, sono rimaste su livelli eccezionalmente elevati: sono state infatti autorizzate 394mila ore, quasi 6 volte quelle del 2019 (+496%). Sul fronte dell’export, attestatosi a 375,1 milioni di euro, si registra una crescita del +21,3% in valore rispetto all’anno precedente, tra calzature e componentistica (con un +19,3% sui livelli pre-pandemia del 2019). Le prime 5 destinazioni dell’export piemontese nel 2021 sono risultate: Francia (+27,5%), Germania (+23,7%), Spagna (+25,7%), USA (+48,7%) e Cina (+68,7%); assieme coprono il 61% dell’export regionale. Tutte hanno già superato i livelli 2019.

Russia (16,5 milioni di euro, +1,4% sul 2020) e Ucraina (0,8 milioni, -4,1%) sono risultate il 7° e il 31° mercato per gli operatori piemontesi nel 2021, con una quota complessiva del 4,6% sul totale export della regione.

Sull’andamento nazionale è intervenuto il Presidente di Assocalzaturifici, Siro Badon: “L’accelerazione dell’export nel quarto trimestre ha permesso al calzaturiero di archiviare il 2021 mantenendo gli incrementi a doppia cifra che avevano caratterizzato la prima metà dell’anno. Dopo il crollo del 2020, anno in cui è stato duramente penalizzato dal lockdown e dalle restrizioni durante le due ondate pandemiche, il settore è ripartito, con un fisiologico rimbalzo nel secondo trimestre cui è seguito un recupero con intensità più contenuta. Tutte le principali variabili mostrano incrementi non trascurabili in valore, compresi tra il +15 e il +20% (spesa delle famiglie italiane +15,6%, produzione ed export attorno al +17%; fatturato +18,7%).
Ma la ripresa è a macchia di leopardo e spesso ancora insufficiente nel ritmo, tanto che gran parte delle imprese non ha ancora raggiunto i ricavi 2019 antecedenti l’emergenza sanitaria. Se i grandi gruppi internazionali del lusso hanno ripreso a correre, trainando le vendite estere settoriali, tra le aziende piccole e medie molte non ce l’hanno fatta a superare lo shock della crisi e numerose sono le imprese tuttora in difficoltà, come mostra il ricorso agli ammortizzatori sociali rimasto su livelli eccezionali (benché in calo rispetto al 2020).
Inoltre, pesa l’incognita dell’operazione militare della Russia in Ucraina con rischi per l’impatto commerciale sull’interscambio delle nostre aziende con questi Paesi, che sono tra i prioritari, con una clientela che risponde ad una domanda di beni di lusso e di fascia alta. Due mercati verso cui l’Italia ha esportato complessivamente nel corso del 2021 calzature per circa 317 milioni di euro e che stavano lentamente riavvicinandosi (con un +9,3% complessivo sul 2020) ai livelli pre-Covid (nel 2019 l’export verso i due paesi valeva 346,4 milioni di euro)”.

Nel dettaglio, l’export italiano ha raggiunto in valore (10,3 miliardi di euro a consuntivo) il secondo miglior risultato di sempre, anche al netto dell’inflazione. Bene, in particolare, le prime due destinazioni, ovvero Svizzera (+16,2% in valore sul 2020, nei primi 11 mesi) e Francia (+24%), tradizionalmente legate al terzismo; ma anche USA (+42%) e Cina (+37,5%) che ha già abbondantemente superato i livelli 2019.

Tra i primi 20 mercati di sbocco, solo 3 hanno registrato nel 2021 un segno negativo: Regno Unito, Giappone e Corea del Sud (che ha così interrotto la forte e costante crescita degli anni precedenti). Infine si guarda con preoccupazione alla crisi russo Ucraina che inevitabilmente frenerà la ripresa appena descritta data l’importanza strategica dei due mercati per la calzatura italiana.

Risale l’attivo del saldo commerciale (+22% da gennaio a novembre), atteso a poco meno di 5,2 miliardi nei 12 mesi.

Sul fronte interno, invece, gli acquisti delle famiglie (pur in crescita del +15,6% in valore, con un +12,1% in volume) restano ancora al di sotto dell’11,1% rispetto alla situazione già largamente insoddisfacente di due anni addietro. L’analisi per merceologia evidenzia incrementi attorno al +16% in spesa sul 2020 per le calzature classiche per uomo e del +18% per quelle per donna; entrambe le voci, duramente colpite nel 2020 dal venir meno di molte occasioni d’uso, restano però al di sotto di circa il -20% rispetto al pre-crisi; +14% per le scarpe da bambino; +16,3% per le sportive e le sneakers (con un gap del -4% sul 2019). Aumento contenuto, infine, per la pantofoleria (+6%), ma sufficiente ad appianare il divario con la situazione pre-Covid (+0,3%), visto il diffuso utilizzo durante la permanenza forzata nelle case nel 2020 e quindi la minor flessione negli acquisti subìta.

Permane inoltre in forte sofferenza lo shopping legato al turismo straniero, sempre molto penalizzato.

Dal punto di vista occupazionale, nel 2021 si contano in Italia 3.981 calzaturifici attivi, con un saldo negativo di -171 unità rispetto a dicembre 2020 (-4,1%). La forza lavoro settoriale è scesa a 70.586 addetti, -1.296 sul 2020 (-1,8%). Considerando anche i produttori di componentistica, i saldi precedenti salgono a -312 aziende e -2.067 addetti rispetto al 2020, tra industria e artigianato. Il numero di imprese attive cala in tutte le regioni. Con riferimento agli addetti, Campania e Puglia risultano le uniche in controtendenza (+95 e +148 unità). Nelle Marche e in Toscana le riduzioni più elevate in termini assoluti sia nelle imprese attive (-114 e -65 unità rispettivamente) che nel numero di addetti (-1.269 e -624).

Infine, dopo il picco del 2020 raggiunto a seguito dell’interruzione delle attività lavorative durante il lockdown (83 milioni di ore), nel 2021 le autorizzazioni rilasciate da INPS per la filiera pelle sono scese a 68,2 milioni (-17,8%), restando però su livelli più di 8 volte superiori a quelli del 2019 (+722%), a testimonianza di uno scenario ancora decisamente complesso in cui l’aumento dei prezzi delle materie prime (che ha caratterizzato tutto il 2021) e quello dei costi energetici erodono i margini delle imprese, mettendo a rischio la ripartenza stessa del settore.



Ucraina, Confagricoltura Alessandria: bene l’informativa di Patuanelli

Il presidente di Confagricoltura Alessandria e componente della Giunta nazionale, Luca Brondelli di Brondello, esprime apprezzamento per l’informativa del ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, al Consiglio dei Ministri, con le misure richieste a livello nazionale ed europeo per affrontare i danni di medio periodo scatenati dal conflitto in Ucraina.

Restano da stabilire, a Bruxelles, gli interventi più urgenti per contrastare l’emergenza attuale. Confagricoltura, a riguardo, ritiene che sia necessario un allentamento dei vincoli esistenti sull’estensione di alcune coltivazioni, in primis quelle cerealicole.
“Un intervento europeo in questa direzione – afferma Brondelli – permetterebbe di incrementare in tempi brevi il potenziale produttivo nazionale già dei prossimi raccolti, per i quali le semine sono previste a breve”.

In questo periodo è emersa con chiarezza la necessità di ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime destinate al settore primario.
“Dare maggiore respiro a colture fondamentali, come quelle cerealicole e dei semi oleosi, indispensabili anche per zootecnia, – conclude il Presidente di Confagricoltura Alessandria – va proprio in questo senso: ridare all’Italia maggiore capacità produttiva e autosufficienza alimentare”.