I servizi dell’Agenzia delle Entrate fruibili a distanza con modalità semplificate

Durante il periodo di emergenza sanitaria “COVID – 19” oltre ai consueti canali telematici, gli uffici dell’Agenzia delle Entrate in Piemonte garantiscono, anche a distanza, i servizi fiscali solitamente erogati presso gli Uffici.

 

Le 9 Direzioni provinciali, i 28 Uffici Territoriali e gli 8 Uffici Provinciali – Territorio dell’Agenzia delle Entrate in queste settimane sono aperti al pubblico esclusivamente per la consegna di documentazione, ma i cittadini che in questo periodo hanno bisogno dei servizi dell’Agenzia possono usufruirne da casa in modo notevolmente semplificato rispetto al solito. Ad esempio, chi ha bisogno del codice fiscale per un nuovo nato o il duplicato della tessera sanitaria, chi vuole richiedere un certificato o l’accredito di un rimborso sul conto corrente.

 

Come funziona

Il contribuente può presentare la propria richiesta anche via e-mail o PEC. È sufficiente:

– allegare la documentazione necessaria. Con la domanda, il contribuente deve autocertificare di essere in possesso dell’originale dei documenti;

– allegare una scansione della carta d’identità;

– indicare i propri riferimenti per essere ricontattato nel caso siano necessari chiarimenti o integrazioni della documentazione.

 

L’operatore dell’Agenzia delle Entrate esegue la lavorazione a distanza, in back office. L’interazione che avveniva tradizionalmente allo sportello prosegue in forma virtuale tramite i canali di contatto indicati dal contribuente.

 

Sul sito sono disponibili i recapiti degli Uffici piemontesi dell’Agenzia e i dettagli sui singoli servizi usufruibili a distanza in modalità temporaneamente semplificate:

 

 

Cosa posso fare direttamente on line su www.agenziaentrate.gov.it

In ogni caso rimangono attivi i tradizionali servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate per chi è in possesso delle relative credenziali di accesso: SPID o password e PIN dell’Agenzia.  L’elenco dei servizi telematici è nel manifesto interattivo – pdf curato dalla Direzione regionale del Piemonte.

 

 

 




A Torino nasceranno due nuovi centri per l’impiego

Gli immobili di proprietà della Città di Torino situati nelle vie Cavour 27B e Guido Reni 102 verranno dati in concessione gratuita all’Agenzia Piemonte Lavoro che coordina i Centri per l’Impiego.

Questa mattina il provvedimento è stato licenziato dalla Giunta Comunale su proposta della Vicesindaca Michela Favaro.

Attualmente i Centri per l’Impiego nel Comune di Torino sono due (via Bologna 153 per la zona Nord e via Castelgomberto 75 per la zona Sud) entrambi collocati in immobili di proprietà comunale. A questi se ne aggiungeranno altri due: uno in via Cavour angolo via Accademia Albertina e uno nella Cascina Giajone in via Guido Reni 102.

Per la Vicesindaca Michela Favaro si tratta di “una importante occasione di valorizzazione del patrimonio. Auspichiamo – aggiunge – che, in futuro, il servizio possa essere il più capillare possibile e diffuso sul territorio, coinvolgendo anche altri immobili”.

In seguito a un’attenta analisi del mercato del lavoro cittadino, l’Amministrazione comunale e l’Agenzia Piemonte Lavoro hanno condiviso la necessità di assicurare lo sviluppo di una rete di servizi pubblici per il lavoro in grado di affrontare le sfide poste da un mercato occupazionale in evoluzione e sempre più digitalizzato. Di qui l’esigenza di creare una rete tra imprese e territorio per rappresentare un punto di riferimento nell’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro per cittadini e imprese e, l’atto di questa mattina, rappresenta il primo tassello in questa direzione.

Obiettivo degli assessorati al Patrimonio e al Lavoro del Comune di Torino è infatti quello di aumentare le sedi attuali dei Centri per l’Impiego torinesi per facilitare l’intercettazione delle persone e in particolar modo di quelle prive di occupazione.

Con il potenziamento degli sportelli e la loro collocazione negli altri quadranti della città, l’Amministrazione intende ribadire la sua attenzione nei confronti del lavoro– spiega l’Assessora al Lavoro Gianna Pentenero -. L’occupazione come volano per lo sviluppo è un punto fermo del nostro agire amministrativo e da oltre un anno stiamo lavorando per ricostruire la rete dei servizi cittadini e far incontrare domanda e offerta. Un obiettivo che può essere raggiunto solo col coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, a partire dall’Agenzia Piemonte Lavoro. Solo con un’azione coordinata e plurale possiamo trovare delle ricadute positive per un ‘buon’ lavoro che rispetti i diritti e garantisca un futuro anche in settori a forte espansione”.

Le concessioni degli immobili avranno una durata trentennale dalla stipula del contratto.




CNA Piemonte: Per ristoranti perdite stimate al 60 per cento, eventi e catering hanno azzerato i ricavi

Servono misure di ristoro reali e immediate. Così CNA a livello nazionale e a livello piemontese ha sintetizzato la rotta da seguire dopo quello che è stato definito un “coprifuoco diurno”.

La chiusura anticipata nel settore della ristorazione e il blocco dello spettacolo e degli eventi sono i primi due focus che CNA Piemonte dedica alle ripercussioni sulle micro imprese artigiani degli ultimi provvedimenti di limitazione imposti dal Governo per cercare di fermare la pandemia da Covid 19.

 

RISTORAZIONE E AGROALIMENTARE

A livello regionale tutto il settore conta circa 23 mila imprese e 80 mila addetti: poco sotto il 10% del volume del comparto a livello nazionale.

Durante il primo lockdown la perdita stimata di fatturato oscillava oltre il 40% e si può immaginare che a fine estate la perdita del fatturato su base annua si sia attestato intorno al 30%. Ma con questo nuovo provvedimento la situazione si aggrava ulteriormente e l’impatto porterà quasi certamente a raggiungere e superare il 60% di ricavi in meno rispetto al 2019.

 

Se la situazione di dovesse protrarre anche sul mese di dicembre con il Natale si può solo parlare di tracollo certo.

Sul fronte delle proposte che avanza CNA a livello nazionale ci sono: l’apertura di un tavolo permanente con il governo, l’avvio di finanziamenti all’intera filiera e poi linee di credito sostanziose e realmente restituibili. Per questo occorre che i finanziamenti per importi superiori a 30mila euro passino da una restituzione in 72 mesi a 180 mesi.

Infine, chiediamo un concordato per le tasse che non potranno oggettivamente essere pagate.

 

“Per la ristorazione l’ultimo DPCM rappresenta di fatto un lockdown mascherato: la chiusura alle 18 azzera i ricavi di operatori che già avevano lamentato la fortissima riduzione del fatturato a pranzo e puntavano sulla cena per rientrare delle spese. Peraltro è una decisione che pone il mondo della ristorazione nel ruolo di untore, quando i numeri dimostrano che non si tratta della fonte di aumento dei contagi che si sta verificando nelle ultime settimane. Ma noi paghiamo il conto. I pasticceri e i cioccolatai sono gli unici a chiudere quando invece gli altri venditori di generi alimentari sono aperti. Non ci sono spiegazioni razionali”, dichiara Giovanni Genovesio, presidente regionale di CNA Agroalimentare.

I prodotti da ricorrenza: panettoni e pandori renderanno circa il 30% dell’anno scorso. “Pensare che il Natale possa salvarci è una vera illusione. Le aziende programmano la produzione e la distribuzione dei prodotti in questo periodo e credo che con questo stop, anche i giochi per dicembre siano fatti. Ecco perché ci serve il tavolo permanente, per non cadere in una gestione emotiva e schizofrenica”.

 

EVENTI

La filiera del settore degli eventi coinvolge numerose micro imprese artigiane. Sul fronte della somministrazione del cibo, quindi il catering, tutto il comparto è fermo per gli eventi aziendali, mentre tra i privati si è registrata una minima attività solo nel mese di settembre. A fine anno si parla di un calo di fatturato di circa il 90%.

Ma quando si parla di eventi, le realtà coinvolte sono davvero numerose e diversificate.

 

“Il nostro settore è praticamente fermo da inizio anno – spiega Stefania Battezzati di AMAT, produttore di strumenti musicali – perché il primo lockdown ci ha consentito di smaltire qualche ordine del 2019, ma il 2020 ha completamente fermato ogni attività. Senza feste, concerti e coi teatri chiusi, tra cultura e spettacoli, il nostro fatturato sarà inferiore del 90% rispetto a quello dell’anno scorso. Nel settore non solo non si comprano nuovi strumenti musicali, ma molti musicisti senza contratti fissi stanno vendendo i propri con la consapevolezza che non li useranno nel breve periodo. È una tragedia. Ci aspettiamo degli indennizzi visto che il settore della cultura e dello spettacolo è sempre stato escluso dai principali interventi nazionali e regionali. E ci saremmo aspettati delle sospensioni per tasse e spese di utenza, perché quei costi, come gli affitti, continuano a pesare sulle nostre spalle”.




Anche Città metropolitana di Torino avvia la sua Agenda per lo sviluppo sostenibile

In Italia tutte le 14 Città metropolitane sono impegnate nella realizzazione delle loro Agende per lo sviluppo sostenibile con il sostegno del Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare.

Dopo la Carta di Bologna per l’Ambiente, sottoscritta dai Sindaci metropolitani nel giugno 2017, si tratta di un ulteriore impegno per la territorializzazione degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’intero Paese.

Anche Città metropolitana di Torino è pronta a far partire la propria Agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile e il percorso verrà illustrato domani, giovedi 1 ottobre, durante l’evento online a cura di AsviS l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile che riunisce oltre 270 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile con l’obiettivo di far crescere nella società italiana la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile.


L’evento (che si svolgerà dalle 10 alle 18) si potrà seguire su Festivalsvilupposostenibile.ite sulla pagina Facebook dell’ASviS) con interventi e tavole rotonde di amministratori metropolitani da tutta Italia: nel pomeriggio le Città metropolitane di Bari, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Roma Capitale, Reggio Calabria, Torino eVenezia, illustrerannoi progetti delle rispettive Agende per favorire localmente la creazione di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli, grazie anche all’orientamento dei modelli di produzione e di consumo.

“La nostra agenda metropolitana per lo sviluppo sostenibile – sottolinea la consigliera di Città metropolitana di Torino delegata all’Ambiente Barbara Azzarà – nasce nel contesto della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, lo strumento operativo utilizzato dalla Regione Piemonte per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030: le Città metropolitane rappresentano quel livello intermedio che, per dimensioni ed estensione, possono ben sperimentare un coinvolgimento che tenga conto dei bisogni dei cittadini e renda concreta la ricaduta a livello locale di quanto previsto dagli ambiziosi obiettivi”.




Angelo Cappetti direttore generale dell’Unione Industriale di Torino

Dopo oltre quarant’anni di servizio, dei quali tredici come Direttore Generale dell’Unione Industriale di Torino, Giuseppe Gherzi lascia il suo incarico per quiescenza, continuando, di intesa con la presidenza, ad assicurare la sua collaborazione su alcuni progetti strategici quale, ad esempio, il Manufacturing Tecnology Competence Center.

Come segno di continuità e di apprezzamento per il lavoro svolto all’interno dell’Associazione negli ultimi sei anni, su proposta del presidente Giorgio Marsiaj, il Consiglio di Presidenza ha deliberato di affidare ad Angelo Cappetti la direzione generale dell’Unione Industriale di Torino.

Giorgio Marsiaj, a nome del Consiglio di Presidenza e di tutti gli Associati, ha ringraziato Giuseppe Gherzi per l’ottimo lavoro svolto e il grande contributo reso all’intero sistema associativo in questi anni.

Angelo Cappetti assumerà formalmente l’incarico il prossimo 1° ottobre.




UE, Coldiretti: Da grilli a vermi le novità nel piatto del 2023

Dalle larve di verme della farina minore (Alphitobius diaperinus) al grillo domestico (Acheta domesticus) congelati, essiccati e in polvere sono in arrivo sulle tavole dopo l’autorizzazione concessa dall’Unione Europea alla loro presenza in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato ma anche nei preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne e nelle minestre.

E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dei regolamenti che consentono nel 2023 l’entrata sul mercato di nuovi alimenti nell’ambito della normativa comunitaria sui novel food. Lo scorso anno – ricorda la Coldiretti – era arrivato il via libera anche alla larva gialla della farina (Tenebrio molitor) essiccata termicamente, intera o sotto forma di farina, per il consumo umano e alle cavallette (Locusta migratoria) per uso alimentare umano.

Si tratta peraltro di alimenti che hanno ricevuto l’autorizzazione dall’Efsa, l’autorità alimentare Europea che però – precisa la Coldiretti – nel suo parere scientifico ha rilevato che il consumo di questi insetti può causare reazioni allergiche nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere. Una accelerazione che non sembra interessare i consumatori europei e soprattutto gli italiani che, per la grande maggioranza, non porterebbero mai a tavola gli insetti, considerati estranei alla cultura alimentare nazionale: il 54% è infatti contrario agli insetti a tavola, mentre è indifferente il 24%, favorevole il 16% e non risponde il 6%, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe”. Una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati – sostiene la Coldiretti – e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea. Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti – continua la Coldiretti – solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari. E’ necessario pertanto – secondo la Coldiretti – garantire la trasparenza dell’informazione sia sulla natura delle farine contenute negli alimenti sia sul paese di provenienza. La commercializzazione di insetti a scopo alimentare – conclude la Coldiretti – è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food” che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi.




Regione Piemonte: Nuovo numero verde sulla pandemia

La Regione Piemonte potenzia il servizio di call center per l’emergenza Coronavirus, attivato a pochi giorni dall’inizio della pandemia: da lunedì 1° febbraio si potrà telefonare al nuovo numero verde 800.95.77.95.

Gli operatori forniranno informazioni 7 giorni su 7 dalle ore 8 alle ore 20 su tutti gli aspetti legati al Covid-19, dagli adempimenti sanitari per i rientri in Italia alle procedure per isolamento e quarantena, indicazioni per gli operatori di comunità, sedi e modalità di accesso agli hotspot per l’esecuzione dei tamponi e ubicazione degli hotspot scolastici. Sarà inoltre possibile ottenere certificati sugli esiti dei tamponi ed ottenere informazioni sulle normative e le ordinanze regionali per la gestione dell’emergenza. In una seconda fase comunicheranno anche i riferimenti necessari per la campagna vaccinale della popolazione. Nei casi di richieste più specifiche, metteranno direttamente in contatto il cittadino con l’Asl competente per territorio.

Come illustra l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi “il nuovo numero eredita e potenzia il lavoro del numero verde sanitario attivato l’anno scorso nel giro di poche ore dopo il primo manifestarsi della pandemia in Piemonte. Un servizio che nei momenti più critici ha consentito di decongestionare i numeri unici dell’emergenza, rispondendo in modo puntuale ed efficace alle richieste dei cittadini. Ringrazio tutti i volontari che a qualsiasi titolo, in questi mesi hanno contribuito a mantenerlo attivo con grande spirito di collaborazione e generosità”.

Il nuovo numero verde fa capo al Dirmei, il Dipartimento interaziendale Malattie ed Emergenze infettive della Regione Piemonte sulla base di un progetto avviato in forma sperimentale nei mesi scorsi dall’Asl Città di Torino e ora allargato a tutto il territorio.

“Il nostro obiettivo – afferma Pietro Presti, consulente strategico Covid per la Regione Piemonte – è dare risposte uniformi e tempestive alle richieste e alle domande dei piemontesi. In questa prima fase il numero verde sarà in grado di gestire 2000 telefonate al giorno sulle varie questioni legate all’emergenza Covid-19, che saranno integrate successivamente da altre 1000 chiamate quotidiane per fornire informazioni sulle prossime campagne vaccinali”.




Previsioni congiunturali CNVV 3° trimestre 2020: estate all’insegna del pessimismo per industrie Novara e Vercelli

È un’estate all’insegna del pessimismo per l’industria delle province di Novara e di Vercelli.

Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre luglio-settembre 2020 (disponibili sul sito) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che, rispetto al trimestre precedente, si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione rimane negativo, anche se con una notevole differenza tra i due territori: in quello novarese, infatti, il dato risale da -26,8 a -16,4 punti, mentre in quello vercellese cala da -29,3 a -33,3 punti, con una media regionale a -29,2 punti rispetto ai precedenti -27,3.

Pur restando in territorio negativo si inverte in entrambe le province il trend del saldo ottimisti/pessimisti riferito alle attese di nuovi ordini, che passa da -30,1 a -16,4 punti per Novara e da -38 a -29,3 punti per Vercelli, a fronte di una media piemontese stabile a -30,9 punti. Discordante, invece, il saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di ordini esteri, che nel Novarese scende da -18,6 a -19,8 punti mentre in provincia di Vercelli risale da -26,9 a -16,3 punti, a fronte di una media regionale in flessione da -24,4 a -27,6 punti.

«Siamo in una fase di grande incertezza – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – e con la possibilità che il peggio debba ancora arrivare; il fatto che, superata l’emergenza sanitaria, scelte politiche di sostegno strutturale al sistema produttivo non siano ancora chiare e definite sta mettendo serie ipoteche sul futuro del tessuto socio-economico locale. Servono tempi certi sulla liquidità, che in questa fase è indispensabile alle imprese, e una visione di lungo termine orientata a un rilancio “vero”, con forti investimenti in infrastrutture di comunicazione, materiale e digitale, scuola e università, nuove esigenze abitative, sanità, gestione delle acque e dei rifiuti, promozione del Made in Italy e valorizzazione dei territori, con le loro attrattive naturali, turistiche e culturali».

Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di nuova occupazione registra un miglioramento a Novara (-0,8 punti, rispetto ai precedenti -8,1) mentre a Vercelli peggiora, da -1,1 a -8,1 punti, in linea con il calo piemontese (da -6,7 a -12,6 punti).

La percentuale di imprese che dichiara l’intenzione di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni (Cig) raggiunge i massimi storici, con il passaggio dal 24,8% al 45,4% a Novara e dal 22,2% al 45,8% a Vercelli, mentre in Piemonte l’incremento è dal 31,9% al 50,4%. «Come avevamo già rilevato nella precedente indagine – osserva il direttore di Cnvv, Aureliano Curini – il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali sta arginando l’impatto della crisi sul mercato del lavoro, ma non essendoci alcuna prospettiva per i prossimi mesi rischiamo conseguenze devastanti anche su questo fronte, soprattutto in caso di una ripresa dell’epidemia».

Le intenzioni di effettuare investimenti significativi sono segnalate dal 23% di aziende novaresi (rispetto al precedente 23,8%) e dal 15,3% di quelle vercellesi (rispetto al 19,6% di fine marzo), con una media regionale che cala dal 18,9% al 15,5%, mentre investimenti sostitutivi sono annunciati dal 50% delle imprese novaresi e dal 39,8% di quelle con sede in provincia di Vercelli (46,7% e 42,4%, rispettivamente i dati precedenti), con una media regionale stabile al 44,4%.

Peggiora nettamente, invece, la percentuale di aziende che denuncia ritardi negli incassi: dal 29,2% al 35,9% nel Novarese e dal 28,6% al 49,5% nel Vercellese e in Valsesia, con una media regionale che sale da 37,9% a 54,5%: «si tratta di un aspetto molto preoccupante – aggiunge Filippa – che ci riporta alle rilevazioni di cinque anni fa e che temiamo possa ulteriormente peggiorare nei prossimi mesi».

I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, segnalano una forte differenza territoriale nel saldo ottimisti/pessimisti relativo alle attese di produzione del metalmeccanico (a -5,3 punti nel Novarese e a -33,3 nel Vercellese), mentre la media delle imprese intenzionate a ricorrere alla Cig sale al 52,5%.

Nel comparto della rubinetteria e del valvolame il saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione cala da -19 a -37,5 punti, mentre pur in un contesto negativo migliora (da -15,8 a -9,1) il saldo ottimisti/pessimisti riferito agli ordini esteri e cresce dal 28,6% al 45,8% l’intenzione di ricorso alla Cig. Prospettive negative anche per il chimico, con un saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione in calo da -22,2 a -30 punti, e per il tessile-abbigliamento, dove il saldo sulle attese di produzione scende a -52,9 punti dai -38,1 della precedente rilevazione e l’intenzione di ricorrere alla Cig è dichiarata dall’81,3% delle aziende.

Nell’alimentare le aspettative di produzione tornano negative per la prima volta da inizio 2019 (-6,7 punti il saldo ottimisti/pessimisti, rispetto al 5,3 del trimestre precedente), con attese di ordini positive soltanto dall’estero.




E-commerce, CCIAA Torino: una guida digitale per tutte le imprese

Da oggi è online il nuovo sito ecommerceguide.to.camcom.it, realizzato dal Punto Impresa Digitale della Camera di commercio di Torino, in collaborazione con il Laboratorio Chimico camerale, per le imprese che desiderano avvicinarsi al mondo del commercio digitale o che vogliono migliorare le proprie performance sul web.

 

Le imprese torinesi che vendono on line sono cresciute del 68% negli ultimi 5 anni e del 25% in quest’ultimo anno pandemico – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Con questo nuovo portale e con gli appuntamenti formativi che abbiamo costantemente in programma vogliamo fornire strumenti concreti alle nostre aziende che devono scegliere il digitale non solo come una risposta all’emergenza, ma come una strategia irrinunciabile di crescita”.

 

Il nuovo portale

Il sito propone una guida completamente digitale pensata per le imprese che:

 

Il sito raccoglie le indicazioni e gli approfondimenti di esperti (sotto forma di schede, presentazioni, video e podcast) utili ad aiutare qualunque tipologia di utente: dalla PMI che si affaccia timidamente al mondo del digitale al player con significativa esperienza commerciale sul web.

 

Guidato da un sistema ad alberatura di immediata interpretazione e di facile utilizzo, l’utente, rispondendo alle domande proposte e scegliendo tra gli step consigliati, troverà le indicazioni per orientarsi tra gli aspetti produttivi, legali, organizzativi e di digital marketing. Il tutto con il tutoraggio del Punto Impresa Digitale della Camera di commercio di Torino, i cui servizi gratuiti potranno essere raggiunti da qualunque pagina del sito e prenotati con un click.

 

 

La formazione

Oltre al nuovo portale, le imprese torinesi avranno a disposizione un ricco calendario di appuntamenti formativi gratuiti e on line.

 

Si parte lunedì 7 giugno 2021 con il webinar da titolo “eCommerce a portata di mano”, per proseguire tutto il mese con diversi appuntamenti su temi specifici:

  • Giovedì 10 giugno 2021

Vendite on-line sicure. Etichette corrette per elettrodomestici affidabili

Etichettatura, imballaggio, indicazioni energetiche obbligatorie per chi fabbrica e per chi vende.

 

  • Martedì 22 giugno 2021

Marketing del vino

Dagli errori più comuni alle indicazioni fondamentali per comunicare con successo su Facebook e Instagram la propria etichetta.

 

  • Martedì 29 giugno 2021

Le potenzialità dello storytelling come tecnica di marketing e di comunicazione per ottenere visibilità, interazioni online e nuove vendite.

Il programma dei seminari, in costante aggiornamento è su www.to.camcom.it/ecommerce-impresa40

 

 

E-commerce tra le imprese torinesi

Al primo trimestre 2021, le imprese torinesi attive nel commercio al dettaglio on line risultano essere 1.069. Nell’ultimo quinquennio hanno registrato un aumento del 68,6% a fronte di un andamento negativo dell’intero comparto del commercio al dettaglio che, nello stesso periodo, ha visto diminuire la consistenza del -9,8%.

Se si considera il solo periodo pandemico la variazione dello stock rispetto al primo trimestre 2020 è stata del +25%, evidenziando come la scelta di puntare sull’online abbia permesso alle attività commerciali di superare le limitazioni settoriali e di mobilità vigenti durante l’emergenza sanitaria.

Inoltre, se al mondo delle imprese attive che svolgono le vendite su internet come loro attività primaria o prevalente, si aggiungono quelle che presentano l’e-commerce come attività secondaria, il numero triplica, raggiungendo le 3.500 unità (3.561).

 

Secondo l’indagine sulle spese delle famiglie torinesi 2020, risulta che nell’ultimo anno si è acquistato on line nel 12,5% dei casi a fronte del 7,9% dell’anno precedente. Gli acquisti si riferiscono principalmente a generi non alimentari, in primis giochi, giocattoli e videogiochi (25%), arredamento (20%) e abbigliamento e calzature (19%). Ma crescono anche le spese on-line in generi alimentari: nel 6% l’e-commerce rappresenta la scelta d’acquisto preferita.

 

             




Consiglio regionale: In dirittura d’arrivo la legge di stabilità

Possibilità per le gestioni associate di sospendere fino al 30 settembre prossimo il canone demaniale per i gestori delle attività che operano sui laghi.

Allungamento di un anno dell’esenzione triennale dal bollo prevista nella passata legge di stabilità per alcune categorie di auto, ed esenzione Irap per il quarto anno per le aziende che stabilizzano le assunzioni.

Niente più tassa da 83 euro annui per i circa 800 veterinari piemontesi. Sono questi i contenuti principali della legge di stabilità 2021 di cui è cominciata la discussione oggi nel Consiglio regionale.

Un provvedimento di esclusiva natura tributaria e fiscale, per l’assessore al bilancio Andrea Tronzano, che ha respinto insieme con la maggioranza le richieste di emendamento venute dalla minoranza, a parte l’allungamento delle esenzioni già votate in Commissione su proposta di Marco Grimaldi (Luv).

“Un’occasione mancata”, secondo le opposizioni, in particolare Pd e Luv che avevano presentato emendamenti per esentare dall’Irap settori del commercio e imprese ricapitalizzate (Raffaele Gallo, Pd), o incrementare l’addizionale Irap per le imprese che dalla pandemia hanno avuto un forte incremento degli utili: commercio online, grande distribuzione, logistica, case farmaceutiche (Grimaldi).

L’assessore Tronzano ha difeso il provvedimento, respingendo le accuse di immobilismo avanzate dalle minoranze. “”Nel 2020 – ha detto Tronzano – abbiamo messo in campo azioni concrete importanti, una manovra fiscale su bollo auto e addizionale Irap, favorendo chi inquina di meno, le imprese che si insediano in Piemonte e quelle che fanno nuove assunzioni, ma anche investimenti che sono effettivamente serviti alle imprese. Sono manovre tutt’ora valide e lo saranno anche negli anni futuri”.
In aula sono intervenuti il relatore di maggioranza Davide Nicco (Fdi), quello di minoranza, insieme con Grimaldi, Diego Sarno (Pd), Maurizio Marello (Pd), Sean Sacco (M5s), Silvio Magliano (Moderati), Mario Giaccone (Lista Monviso). La discussione continuerà domani in Consiglio.

In precedenza parere favorevole sulla legge di stabilità era stato dato dal Consiglio delle autonomie locali (Cal), che ha ritenuto condivisibili le modifiche e le semplificazioni proposte, ma ha anche espresso “preoccupazione per alcune criticità relative all’impianto complessivo della manovra di bilancio regionale, in particolare per i tagli operati nei confronti degli enti locali, del trasporto pubblico e dei contributi per l’adeguamento della strumentazione urbanistica dei Comuni, nonché per la riduzione delle risorse sul welfare e sulla montagna”.

L’assemblea ha ribadito quindi la necessità di aprire un tavolo permanente per concordare con la Regione un percorso condiviso con le autonomie locali, anche alla luce dei fondi europei che saranno da investire sul territorio per lo sviluppo locale.