Marsiaj: “Il festival dell’economia a Torino costituisce un importante riconoscimento per la città”

“La scelta di Torino come sede per il Festival dell’Economia costituisce un importante riconoscimento per la nostra città. Torino possiede un vivissimo patrimonio di cultura economica, costantemente alimentato dai contributi delle nostre Istituzioni universitarie, degli istituti di ricerca e di tutti gli enti di livello internazionale presenti sul territorio.

Anche l’Unione Industriali farà la sua parte, mettendo a disposizione le sue competenze e l’esperienza fondata su oltre un secolo di storia. Mi pare significativo e molto bello che il tema di quest’anno – a me particolarmente caro – riguardi le forme di disuguaglianza sociale, che la pandemia ha esacerbato, e che trovano a Torino una sensibilità particolare. Per ricominciare a crescere come Paese dobbiamo ripartire dal lavoro, ponendo al centro l’individuo e una seria riflessione sul futuro che vogliamo costruire”.




Chiara Caucino: Prosegue l’impegno contro la violenza sulle donne

“È importante che la Regione sostenga e continui a sostenere il sistema piemontese di contrasto alla violenza di genere, i percorsi di autonomia delle donne e la rete dei soggetti che operano con gli uomini autori di maltrattamenti”.

Lo ha dichiarato l’assessore al Welfare Chiara Caucino rispondendo a Marco Grimaldi (Luv) in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, nel corso del dibattito sulla presentazione del Documento economico di finanza regionale (Defr), cui la Commissione ha espresso parere favorevole a maggioranza.

“Il Piemonte conta 21 centri antiviolenza e 13 case rifugio iscritte all’Albo regionale – ha aggiunto l’assessore – e le risorse per interventi contro la violenza sulle donne per il 2021, ancora in corso di assegnazione, ammontano a 1,697 milioni di euro di fondi statali, di cui 430 mila per finanziare le azioni previste nel Piano strategico nazionale e 140 mila euro di fondi regionali”.Nell’ultima seduta l’assessore aveva presentato la parte del Defr riguardante l’assistenza e i servizi sociali, per la quale la Commissione è stata chiamata a esprimere il parere e, questa mattina, ha risposto alle domande dei commissari.

Mauro Salizzoni, intervenuto per il Pd con Monica CanalisDomenico Rossi e Raffaele Gallo, ha risposto che, secondo i dati più recenti di cui dispone l’Assessorato, “i senza fissa dimora in Piemonte dovrebbero essere intorno ai 5.000” e si è detta favorevole sulla possibilità di “prevedere interventi in loro favore coinvolgendo maggiormente i medici di famiglia”.

Con Francesca Frediani (M4o) ha convenuto sull’eventualità di prevedere forme sperimentali, sull’esempio di quanto sta facendo la Lombardia, “di accogliere i senza fissa dimora con i propri animali d’affezione”.

Rispondendo a Silvio Magliano (Moderati) si è dichiarata disponibile alla possibilità di istituire un fondo per donne in difficoltà che intendano portare avanti una gravidanza.

Sarah Disabato (M5s) ha risposto – infine – che qualora dovesse venir meno il Reddito di cittadinanza “la Regione potrà eventualmente realizzare qualche intervento tampone” ma “che si tratterebbe di una questione da affrontare a carattere nazionale”.

Audizione Comitato diritti persone con mielolesione

“Una forte diminuzione dei posti letto dell’Unità spinale unipolare presso il Cto di Torino e uno svuotamento costante di competenze e di personale”. È quanto ha denunciato il Comitato interregionale per la difesa dei diritti e l’inclusione sociale delle persone con mielolesione, audite in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, alla presenza dell’assessore al Welfare Chiara Caucino.

Una situazione che, secondo quanto rilevato dalle associazioni, avrebbe compromesso negli ultimi 8-10 anni, l’efficacia dell’assistenza delle persone colpite da mielolesione. Una gestione che avrebbe depotenziato un centro che era di eccellenza. Tale situazione, prosegue la denuncia, comporta l’allungamento delle liste d’attesa e lo spostamento verso reparti di altre regioni di molti pazienti, con conseguente danno anche economico per la Regione Piemonte.

Le associazioni che compongono il Comitato sono Idea di Alessandria, Arcobaleno di Asti, L’ancora di Novara, Ido di Torino e Associazione paraplegici della Valle d’Aosta.

I posti letto dell’Unità spinale sono ridotti a 22 dopo la chiusura del secondo piano che le associazioni chiedono di riaprire. I posti di neurourologia sono due in tutto il Piemonte, mentre a Firenze sono 15 e a Milano 12.

Nel corso dell’incontro intervenuti, per porre domande, i consiglieri Valter Marin, Gianluca Gavazza (Lega), Marco Grimaldi (Luv), Silvio Magliano (Moderati) e Domenico Rossi (Pd).

 




Consiglio regionale: Dalla Commissione ok alla proroga dei voucher vacanza

Prorogati i voucher turismo, approvati il piano 2021 e le attività 2020 dell’Agenzia Piemonte Lavoro.

Questo, in sintesi, è quanto è accaduto nella seduta odierna della terza Commissione, presieduta da Claudio Leone.

L’assessore regionale Vittoria Poggio ha illustrato il Ddl 176, che “allinea i tempi di utilizzo dei voucher per favorire la domanda turistica”. Il provvedimento, visto il permanere delle difficoltà di spostamento e soggiorno a causa della pandemia, consente alla Giunta regionale di aggiornare i termini temporali di utilizzo dei voucher.
Verranno così tutelati i potenziali turisti che hanno acquistato i buoni, evitando che scadano prima del loro utilizzo.

Il provvedimento è stato approvato all’unanimità, insieme a un emendamento proposto da Monica Canalis (Pd). Nel corso dei lavori sono anche intervenuti Alberto Preioni (Lega), Alessandra Biletta (Fi) e Marco Grimaldi (Luv).

“Le politiche attuate da Agenzia Piemonte Lavoro vogliono potenziare le reti territoriali e garantire servizi più efficienti, per ridurre il gap tra domanda e offerta di lavoro”. Così si è espressa l’assessore regionale Elena Chiorino, coadiuvata dal direttore dell’agenzia, illustrando il Piano di attività approvato all’unanimità dalla Commissione.

L’agenzia – quindi – continuerà con il rafforzamento della formazione per andare incontro alle esigenze delle imprese con nuove figure professionali.

Nel corso del 2021 Agenzia Piemonte Lavoro, che coordina i 31 Centri per l’Impiego piemontesi, ha continuato a lavorare sugli elementi introdotti in periodo pandemico, come per esempio la remotizzazione dei servizi, che si sono rivelati utili per garantire minori tempi di attesa, migliore efficienza e qualità agli utenti.

Da segnalare anche il piano di potenziamento delle risorse umane dell’agenzia, che ha già portato all’inserimento di 188 persone e che realizzerà, una volta ultimato il piano, l’assunzione di ulteriori 300 unità. Già a partire dal marzo 2022 saranno contrattualizzate 134 unità con contratti di Formazione e Lavoro.




Osservatorio export delle province di Novara e Vercelli

La dinamica dell’export complessivo e manifatturiero delle province di Novara
e Vercelli globalmente considerate

Nel terzo trimestre del 2021 prosegue il recupero delle esportazioni complessive,
osservabile sia a livello provinciale che a livello nazionale: l’export delle province di Novara
e Vercelli è infatti cresciuto del +7,3% rispetto al terzo trimestre del 2020; quello italiano è
risultato in progresso del +13,6%.

Si rileva, dunque, un certo rallentamento rispetto alle performance del trimestre precedente, ma occorre considerare che il secondo trimestre del 2020 è stato il più catastrofico dell’anno e che, di conseguenza, la componente del rimbalzo nel secondo trimestre del 2021 è stata più forte. Osservando il dato relativo ai primi nove mesi dell’anno, le esportazioni complessive delle province di Novara e Vercelli
sono cresciute del +13,6% tendenziale; quelle italiane del +20,1%.

Considerando le sole esportazioni manifatturiere delle province di Novara e Vercelli, pari a
5,8 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2021, si registra un incremento del +13,4%
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; incremento trasversale a tutti i settori, con le sole eccezioni del piccolo comparto del coke e prodotti petroliferi raffinati, che flette del 20,6%; di quello più rilevante degli articoli farmaceutici e botanici, che si riduce del 2,5%; e degli articoli di abbigliamento, che si contraggono del 14,3%. All’interno dell’aggregato prodotti tessiliabbigliamentopelliaccessori (che nel complesso registra un progresso del +2,6%), l’export di prodotti tessili cresce invece del +13,5%. Quanto agli altri settori manifatturieri, le performance migliori si registrano per i mezzi di trasporto (+33,7%); i metalli di base e prodotti in metallo (+23,5%); i macchinari e apparecchi (+20,2%), con al loro interno il comparto della rubinetteria e valvolame che mette a segno un +20,6%.

Le sostanze e prodotti chimici crescono del +19,1%; i prodotti alimentari, bevande e tabacco del +16,8%; gli articoli in gomma e materie plastiche del +13,9%. Molto buona anche la crescita dell’export dei comparti più piccoli del legno, prodotti in legno, carta e stampa (+25,9%) e dei computer, apparecchi elettronici ed ottici (+15,9%); infine, gli apparecchi elettrici crescono di un più ridotto +5,4%.Per quanto riguarda la ripartizione geografica dell’export manifatturiero delle due province, nei primi nove mesi del 2021 si osserva un incremento tendenziale del +16,9% delle vendite dirette all’interno dell’Ue27 e del +8,8% verso i Paesi extraUe.

Le esportazioni di manufatti dirette verso i 27 Paesi Ue, pari a 3,35 miliardi di euro, rappresentano nei primi nove mesi del 2021 il 58,0% dell’export manifatturiero delle province di Novara e Vercelli considerate insieme; quelle dirette verso i mercati extraUe, pari a 2,43 miliardi di euro, equivalgono al 42,0% dell’export manifatturiero delle due province.


Quanto ai singoli mercati di sbocco, nei primi nove mesi del 2021 si evidenziano
performance molto buone verso tutti i principali Paesi di destinazione dell’export
manifatturiero delle province di Novara e Vercelli globalmente considerate, fatta eccezione
(come già rilevato nel precedente Osservatorio) per il Regno Unito, che flette del 1,8% ma
si conferma il quarto mercato di destinazione delle esportazioni manifatturiere delle due
province; e soprattutto per la Svizzera, che flette del 44,5% conservando, tuttavia, l’ottava posizione. Gli incrementi maggiori dell’export si registrano verso la Cina (+32,2%) che guadagna una posizione, divenendo sesta; il Belgio (+29,6%) che rimane fermo al decimo posto; i Paesi Bassi (+24,5%) che perdono una posizione divenendo settimi; e la Spagna (+20,4%) che si conferma quinta.




Guerra in Ucraina: aumento del prezzo delle materie prime agricole

Oltre al dramma umanitario, l’inizio delle ostilità in Ucraina sta anche causando un dramma dal punto di vista commerciale ed economico. Tra le conseguenze nefaste che si stanno registrando in seguito allo scoppio della guerra vi è anche il vertiginoso incremento del prezzo delle materie prime agricole.

Mais e grano tenero sono i prodotti agricoli che maggiormente dipendono dalle importazioni da Russia e Ucraina e il prezzo di queste commodities è destinato a salire ulteriormente, mentre al momento non si registrano variazioni sul grano duro, quello destinato alla produzione della pasta, il cui prezzo risente soprattutto della mancata produzione in Canada e dei rincari dei costi di produzione.

Nelle ultime ore – rilevano i tecnici della Confagricoltura di Asti – si è registrato un aumento che sfiora il 10% per il grano. Per mais e soia l’incremento è, rispettivamente, del 5% e del 4%.

Sull’andamento delle quotazioni – sottolinea il presidente di Asti Agricoltura Gabriele Baldi incide prima di tutto il blocco dell’attività nei porti dell’Ucraina. I mercati riflettono l’assoluta incertezza sui tempi e sulle modalità per la ripresa delle esportazioni di prodotti agricoli”.

Questa guerra sta generando problemi insostenibili per tutto il comparto agricolo, in modo particolare per gli allevatori, che rappresentano sicuramente la categoria maggiormente danneggiata”, afferma Enrico Masenga, coordinatore del settore tecnico della Confagricoltura di Asti. “Dall’aumento del prezzo dei cereali – alla base di tutti i mangimi animali – deriva un innalzamento dei costi di alimentazione che si attestavano già su valori elevati. Ne consegue quindi una perdita netta per ogni capo allevato e una forte difficoltà da parte delle aziende a sostenere i costi di allevamento”.

Stessa sorte anche per i produttori di cereali che non riescono a beneficiare di questi aumenti in quanto sono costretti a fare i conti con un incremento di gas e petrolio che ha fatto lievitare considerevolmente i costi di produzioni, in modo particolare per quanto riguarda i concimi.  “Il grano è aumentato del 30% (20% in più rispetto allo scorso anno con un ulteriore incremento del 10% dallo scoppio della guerra) – continua Masenga –  mentre i concimi sono aumentati del 250%: ci troviamo quindi di fronte ad un saldo totalmente negativo. Rispetto agli anni precedenti, l’aumento dei costi va ad erodere il maggiore introito ricavato dalla vendita”.

All’aumento dei costi, si aggiunge anche la tensione nei Paesi che sono i principali destinatari dei cereali prodotti in Ucraina e nella Federazione Russa”, dichiara Mariagrazia Baravalle, direttore di Asti Agricoltura. “E’ il caso dell’Egitto e della Tunisia, dove le scorte disponibili sono in grado di coprire il fabbisogno interno fino a giugno. Inoltre, sono state riviste al ribasso le previsioni relative ai raccolti di cereali in Argentina e Brasile a causa di una stagione particolarmente secca”.

Auspichiamo in tempi brevi un piano di ripresa per arginare l’impatto della crisi in atto per sostenere i redditi degli agricoltori tagliati dalla crescita dei costi di produzione, salvaguardando il potenziale produttivo del sistema agroalimentare europeo”, affermano il presidente Baldi e il direttore Baravalle. “ La riduzione della produzione avrebbe effetti particolarmente negativi sull’inflazione”.




Consiglio regionale: 4 milioni e mezzo per le aziende in crisi

Venticinque milioni e 700mila euro per le attività produttive, compreso l’artigianato, nel 2022, a cui va aggiunto il miliardo e mezzo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr): è quanto ha annunciato in Terza commissione l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano in occasione dell’esame – per l’espressione del parere consultivo – del Bilancio di previsione 2022-2024.

Lo stesso Tronzano ha poi anticipato lo stanziamento di 4 milioni e mezzo di euro per le imprese che vogliono acquisire le aziende in crisi, in maniera tale che si possano finanziare le domande che sinora erano state escluse per mancanza di fondi.

“Manteniamo tutti gli stanziamenti destinati agli artigiani rispetto al 2021, così come per l’editoria locale e per quanto riguarda i voucher per la partecipazione a eventi come ‘Restructura’ e  ‘Artigiano in Fiera’. Seppur in un bilancio difficile, pertanto, non abbiamo apportato tagli” ha spiegato l’assessore.

Per delucidazioni sono intervenuti Raffaele Gallo (Pd), Sean Sacco (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).

La commissione, presieduta da Claudio Leone, esaurito l’esame degli assessori per quanto riguarda le varie materie di competenza, ha espresso a maggioranza parere consultivo favorevole al Bilancio.




Grandinate, Confagricoltura Alessandria: gravi danni alle colture specie nel Tortonese

È la provincia di Alessandria, in particolare il Tortonese, la zona più colpita dalle grandinate che si sono abbattute nella tarda serata di sabato sul Piemonte orientale.
I tecnici di Confagricoltura in questi giorni hanno effettuato un accurato monitoraggio dei territori colpiti dal maltempo, evidenziano che i danni maggiori si registrano a Tortona e nei comuni di Sale, Viguzzolo, Sarezzano, Castellar Guidobono e ancora Montemarzino, Momperone, Brignano Frascata e Castelnuovo Scrivia.

Tra i principali comparti produttivi colpiti – precisa Confagricoltura – il pomodoro da industria, i cereali, i  frutteti, con gravissimi danni ai pescheti in particolare, le serre e i vivai, le orticole e i vigneti. Quest’ultimi hanno subito danni da grandine anche nell’Ovadese e nel Gaviese, ma in misura più limitata.
Grandinate di forte intensità anche nell’Astigiano e nel Pavese.

“La produzione cerealicola – sottolinea Paola Sacco, presidente di Confagricoltura Alessandria – è fortemente compromessa. Anche il vento forte, associato alle grandinate, ha causato l’allettamento del grano e dell’orzo prossimi alla maturazione. Danni anche al mais, ma essendo a inizio stagione si potrà ancora contare su un recupero. Danni anche alle strutture quali capannoni e serre”.




CCIAA Cuneo: Stagione vendemmiale 2022 riparte rilevazione prezzi uve da vino DOC e DOCG

Anche quest’anno l’Ente camerale rileverà i prezzi delle uve, che saranno definiti sulla base di documenti contrattuali per ciascuna tipologia di uva a denominazione.

Le imprese rappresentative della filiera saranno coinvolte dalla Camera di commercio e dalle Associazioni di categoria. È richiesta la massima collaborazione da parte delle imprese, premessa indispensabile per consentire all’ufficio Statistica di disporre di un adeguato numero di contratti su cui determinare prezzi che siano rappresentativi del reale andamento del mercato.

 

“La nostra provincia si distingue a livello nazionale e internazionale per il livello di assoluta eccellenza della produzione vitivinicola. La legge attribuisce all’Ente camerale il compito di rilevare i prezzi delle uve – sottolinea il presidente Mauro Gola – e la Camera di commercio di Cuneo lo fa coerentemente con i criteri stabiliti da Unioncamere Nazionale in modo da fornire un quadro che fotografi correttamente l’evoluzione del mercato del comparto vitivinicolo”.

 

I prezzi risultanti dai documenti contrattuali inviati all’indirizzo protocollo@cn.legalmail.camcom.it  saranno pubblicati ufficialmente sui listini camerali nel mese di novembre e poi inseriti nel paniere redatto dall’Istat, preso a riferimento da Eurostat per la determinazione delle politiche comunitarie.

 

“Invitiamo tutti gli operatori della filiera vitivinicola a collaborare con l’Ente camerale, trasmettendo tutti i documenti contrattuali riferiti alla campagna vendemmiale 2022 – sottolinea il Segretario Generale Patrizia Mellano – Partecipare alla rilevazione è per i produttori, i trasformatori e in generale per chi compravende le uve doc e docg la miglior garanzia di veder pubblicati prezzi rappresentativi di quelle che sono oggi le reali dinamiche del mercato.”




Sostegno alla pastorizia in Piemonte

Riconoscere il pubblico interesse delle attività dei pastori, dell’alpeggio e della transumanza, quali presìdi del territorio, per salvaguardare l’ambiente e il paesaggio, in particolare i territori montani e collinari. È l’obiettivo che si pone la Proposta di legge di Angelo Dago (Lega), che ha iniziato l’iter di approvazione in Terza commissione, presieduta da Claudio Leone.

Come ha spiegato Dago, l’articolo 8 dello Statuto dispone che la Regione riconosca la specificità dei territori montani e collinari con politiche di intervento a loro favore, anche nella prospettiva di contrastare lo spopolamento. Questa Pdl, che prevede l’istituzione di un tavolo regionale dedicato a queste attività agro-zootecniche, si prefigge anche di diffondere i valori culturali e ambientali di questa tipologia di allevamento.

Per delucidazioni sono intervenuti i consiglieri Carlo Riva Vercellotti (FdI) e Valter Marin (Lega). Le consultazioni dei soggetti interessati saranno aperte sino alla data del prossimo 23 novembre, mentre i relatori designati sono Dago per la Maggioranza, Monica Canalis (Pd) e Francesca Frediani (M4o) per l’Opposizione.

 

Filiera d’eccellenza della birra piemontese

In Commissione è poi stato espresso a maggioranza parere favorevole alla Pdl di Paolo Ruzzola (Fi) per valorizzare la filiera brassicola d’eccellenza piemontese.

Come è emerso nella discussione sugli otto articoli, di fronte ad un mondo sempre più globale, è cambiata la sensibilità dei consumatori che vogliono sempre maggiori garanzia per l’identificabilità immediata dei prodotti legati al proprio territorio.

Questo provvedimento – ha aggiunto Ruzzola – nasce per dare risposta alla difesa di tutto il mondo produttivo che ruota intorno alla birra: dagli operatori che coltivano materie prime come il luppolo, malto e orzo in Piemonte, ai microbirrifici che popolano e animano la vita dei nostri Comuni.

La Proposta di legge, in particolare, prevede un sostegno per la produzione della birra regionale, la promozione delle coltivazioni made in Piemonte delle materie prime legate al comparto, l’istituzione di un registro dei microbirrifici con stabilimento nel nostro territorio regionale, la possibilità di attivare uno spaccio nelle imprese agricole e un sostegno per l’innovazione dei processi produttivi degli stabilimenti.

I consiglieri Silvio Magliano (Moderati), Domenico Ravetti (Pd) e Frediani hanno espresso in generale parere favorevole ai contenuti della Pdl, che dovrà essere valutata dalla Prima commissione in merito alla norma finanziaria.

Per l’approdo in Aula, sono stati designati i relatori: Ruzzola per la Maggioranza, MaglianoRavetti e Frediani per i Gruppi di Opposizione.

 




Confagricoltura Piemonte, Allasia: “Accendiamo le luci su un 2023 ancora incerto”

Dal dopoguerra, non si ricorda un anno così difficile per l’agricoltura come il 2022 e il 2023 si aprirà con molte incertezze, complice il delicato momento geopolitico ed economico che stiamo vivendo”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia esaminando le criticità che riguardano il settore in questo particolare momento storico: dai mutamenti climatici alla food security, dall’Europa alla Politica agricola comunitaria, dalla legge di bilancio al cuneo fiscale, dal caro energia e fertilizzanti alla proroga della moratoria dei prestiti per dare liquidità alle imprese.

Il settore primario può crescere ancora, ma se non mettiamo in campo alcune misure urgenti sull’esempio di quanto hanno fatto altri governi in Europa, noi Italiani rischiamo più degli altri” ha proseguito Allasia, auspicando una frenata della spirale inflazionistica che sta mettendo a dura prova l’agricoltura piemontese.

In Piemonte, infatti, prosegue il calo delle imprese agricole, che negli ultimi cinque anni ha fatto registrare una contrazione di circa il 13%, passando dalle 46.667 unità del 2018 alle 40.866 di quest’anno. Rimane purtroppo stabile il numero dei giovani agricoltori, titolari del 14% delle aziende (n 6.041) censite in Regione, sintomo che non è applicata una politica sufficientemente favorevole all’insediamento degli Under 40. Si palesa quindi il serio rischio di interrompere un ricambio generazionale in grado di far eccellere nei prossimi anni, con innovazioni e nuove mentalità, il settore.

 

Occorre tornare a pianificare e ripensare il modello agricolo alla luce di quanto sta accadendo, attuare un piano strategico per rafforzare le filiere italiane, considerando il fatto che l’Italia riveste e dovrà rivestire ruoli sempre più importanti nei rapporti con il Bacino del Mediterraneo” ha concluso il presidente di Confagricoltura Piemonte, imprenditore del cuneese impegnato nella promozione del territorio attraverso una campagna di informazione trasparente e coerente con la storia e le tradizioni della terra.

L’export complessivo della Regione è cresciuto del 18,1% (+14,5% l’agroalimentare) nei primi 9 mesi del 2022, per un valore di circa 49.9 miliardi di euro in più: dati che posizionano il Piemonte sul quarto gradino della classifica delle Regioni italiane esportatrici.

Continuare a sostenere l’eccellenza delle nostre produzioni è una priorità: internazionalizzazione, digitalizzazione e precision farming sono i segreti per un’economia competitiva e per far prosperare l’intero territorio” ha affermato il direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana, ricordando che è necessaria una tutela delle produzioni del “#madeinpiemonte” e di tutti i settori.

In ultima battuta, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli torna a ribadire l’importanza di riportare sotto controllo la popolazione dei cinghiali selvatici, primo vettore di trasmissione della PSA (Peste Suina Africana), per evitare di affossare ulteriormente la suinicoltura regionale, comparto caratterizzato da 1.400 aziende che allevano 1,4 milioni di capi. La diffusione del virus ha spinto vari Paesi a limitare, e in alcuni casi a vietare, spesso ai fini speculativi, l’import di prodotti italiani derivati da carni suine. Stante questa situazione, l’emendamento sulle misure di contenimento della comunità di cinghiali in Italia approvato dalla commissione Bilancio della Camera è stato accolto favorevolmente dalla Confederazione. Altresì, la decisione del governo di procedere con un programma di abbattimenti la cui realizzazione sarà competenza del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, risponde alle richieste avanzate da tempo.