Peste Suina: Confagricoltura sollecita ordinanze immediatamente esecutive per l’abbattimento dei cinghiali

Continuano i monitoraggi delle carcasse di cinghiali per verificare l’eventuale diffusione di peste suina africana: al 16 febbraio i casi positivi erano 39, di cui 20 per ritrovamenti in Piemonte e 19 in Liguria.

Stiamo seguendo con attenzione e preoccupazione la vicenda – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteperché nella nostra regione si allevano poco meno di 1,4 milioni di suini, dei quali la metà in provincia di Cuneo. Stiamo collaborando con le istituzioni, anche nell’azione di monitoraggio sui fondi coltivati dagli agricoltori nostri associati; ribadiamo la necessità di interventi urgenti, mantenendo alta la guardia”.

Per Confagricoltura è fondamentale contenere la diffusione dell’epidemia, arrivare al più presto alla nomina del commissario interregionale – già individuato nella persona di Angelo Ferrari, direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – ristorare con tempestività le aziende all’interno della zona infetta, le quali stanno subendo danni per il mantenimento dei suini che non possono ancora essere avviati alla macellazione.

“Apprezziamo l’impegno della Regione – aggiunge Allasia – che tramite l’assessorato alla Sanità ha chiesto al Governo di concedere agli allevatori un’indennità pari al 100% del valore di mercato per l’abbattimento degli animali sani recettivi, com’è già avvenuto con l’influenza aviaria relativamente agli allevamenti a rischio in relazione alla loro ubicazione”.

Confagricoltura ieri è tornata a sollecitare all’assessorato regionale all’Agricoltura ad adottare con urgenza il piano di eradicazione della peste suina. “Per quanto riguarda la realizzazione della recinzione con reti metalliche intorno alla zona infetta abbiamo invitato l’assessorato, qualora quest’opera fosse ritenuta necessaria, a farsi parte attiva nelle sedi competenti affinché vengano avviati al più presto i lavori. Riteniamo che la realizzazione dell’iniziativa, onerosa dal punto di vista finanziario – sostiene Enrico Allasia –  non debba intaccare le risorse stanziate per incrementare il livello di biosicurezza degli allevamenti”.

Confagricoltura chiede che per tutte le attività funzionali al contenimento dell’infezione “Venga adottato un approccio caratterizzato da procedure di tipo straordinario, in grado di superare i vincoli di coordinamento e normativi e soprattutto di accelerare in modo significativo le tempistiche dell’ordinaria gestione, non compatibili con l’esigenza di immediata operatività richiesta dalla situazione emergenziale in atto”.

Confagricoltura ritiene necessario un intervento coordinato, a partire dalle Province e dalla Città metropolitana, che devono fornire un apporto fondamentale all’elaborazione e alla gestione del piano.

Sul fronte del contenimento dei cinghiali – conclude Allasia – occorre far ricorso a iniziative utili a garantire una rapida e sostanziale contrazione della popolazione di questi selvatici, tramite l’adozione di ordinanze immediatamente esecutive: siamo in emergenza sanitaria ed è necessario avviare azioni immediate che prevedano piani di abbattimento straordinari degli ungulati e tutte le misure precauzionali idonee a far sì che l’epidemia rimanga confinata e possa quindi essere eradicata al più presto”.

 




Consiglio regionale: Assegnate le deleghe del nuovo Ufficio di presidenza

Dopo il rinnovo delle cariche dell’8 febbraio, nell’ultima seduta dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale sono state assegnate le deleghe a ciascun componente, come previsto dall’art. 9 del regolamento.

L’organo di governo dell’Assemblea entra così nella piena funzionalità per la seconda parte di legislatura.

“La ripartizione delle deleghe all’interno del nuovo Ufficio di presidenza tiene conto sia del lavoro svolto dal precedente Udp sia delle competenze e dei temi che ogni componente segue da tempo con particolare attenzione. Ci auguriamo così di svolgere un lavoro collaborativo e proficuo, valorizzando l’attività delle varie articolazioni dell’Assemblea legislativa, sempre al servizio di tutti i cittadini del

L’Ufficio di presidenza viene eletto all’interno del Consiglio regionale e comprende anche rappresentanti dell’opposizione, viene rinnovato alla scadenza di metà mandato.

 

Componenti

Presidente Stefano Allasia
Vicepresidente Daniele Valle
Vicepresidente Francesco Graglia
Consigliere segretario Ivano Martinetti
Consigliere segretario Gianluca Gavazza
Consigliere segretario Michele Mosca

 




Gli artigiani si raccontano agli studenti. Progetto della zona borgarina di Confartigianato

Far capire ai ragazzi come “nasce” un prodotto artigianale e, soprattutto, cosa significa essere imprenditori e artigiani.

Questo lo spirito con cui il Consiglio direttivo della zona borgarina di Confartigianato Cuneo ha organizzato, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Statale “Ing. S. Grandis” di Borgo San Dalmazzo, il progetto “Materie Prime”.

Un’iniziativa volta a far conoscere ai giovani studenti delle classi prime medie (circa 120 i ragazzi coinvolti nelle cinque sezioni dell’Istituto) sia alcuni materiali da cui nascono i manufatti artigianali, sia alcune realtà imprenditoriali locali.

In questa prima fase del progetto sono state coinvolte la falegnameria “Romano Geom. Corrado” (Roccasparvera), la Europlast srl (Borgo San Dalmazzo) e la Servizi di Fotocomposizione Finotello Snc (Borgo San Dalmazzo).

Nei giorni scorsi i titolari delle ditte – Cristina Romano, Fulvio Bertone e Ugo Finotello – sono intervenuti nelle classi dell’istituto borgarino apportando “dal vivo” la loro testimonianza imprenditoriale. Inoltre, attraverso il supporto di un breve filmato, realizzato nelle rispettive aziende, hanno permesso agli studenti di conoscere meglio le fasi delle lavorazioni e il ciclo produttivo.

«Voglio ringraziare – commenta la presidente della Zona di Borgo San Dalmazzo di Confartigianato Cuneo Katia Manassero, che insieme al presidente provinciale Luca Crosetto ha partecipato all’incontro conclusivo di questa prima sessione – l’Istituto comprensivo per aver accolto con positività l’organizzazione di questa bella iniziativa: dalla dirigente scolastica Luciana Ortu, alla referente del progetto Sabina Franco, alla professoressa di “materia tecnologica” Monica Silvestro.

Un ringraziamento particolare anche all’assessore comunale ai Servizi scolastici Anna Bodino, che ha avvalorato l’incontro con la sua presenza, anche con riferimento al supporto che come sistema Confartigianato, attraverso ANCoS e Fab.Lab., stiamo dando all’amministrazione comunale nell’ambito del bando “Giovani in contatto” della Fondazione CRC con il Progetto “Una rete di idee”. Dopo gli incontri con gli studenti, secondo step dell’iniziativa sarà la visita al nostro museo “Terra di Artigiani”, presso la sede provinciale cuneese, spazio multimediale dove i ragazzi potranno approfondire maggiormente i temi dell’artigianato e del territorio cuneese».




Qualità aria, Confagricoltura Piemonte: “Faremo la nostra parte”

La Regione Piemonte sta definendo le modifiche al Piano stralcio per la qualità dell’aria, che si inseriscono nel quadro dei provvedimenti per il controllo dell’inquinamento atmosferico da mettere in atto a partire dal 2023, riguardanti tutti i comparti produttivi e i trasporti.

“A marzo del 2019– spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – il Consiglio regionale ha approvato il Piano Regionale di Qualità dell’Aria (PRQA), che prevede un orizzonte temporale di rientro nei limiti emissivi al 2030, anno in cui si intende raggiungere, attraverso l’attuazione di misure mirate alla riduzione degli inquinanti, un valore di emissione di ammonica da parte dell’agricoltura pari a circa 32.000 tonnellate all’anno”.

In base ai dati tecnici dell’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) – chiarisce Confagricoltura – la gestione dei reflui zootecnici emette circa 32.000 tonnellate annue di ammoniaca, mentre l’utilizzo di fertilizzanti circa 6.000 tonnellate annue. Per il raggiungimento degli obiettivi emissivi al 2030 la Regione ha individuato una serie di misure riferite al settore agricolo, che prevedono, tra l’altro, l’apporto di matrici organiche in sostituzione della concimazione minerale, l’adozione di tecniche agronomiche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera,  la limitazione della combustione dei residui colturali del riso in campo.

“Il Piano – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  prevede misure temporanee e strutturali che impattano pesantemente sullo svolgimento delle attività agricole, condizionando le attività produttive e gravando di ulteriori costi le imprese”.

A livello tecnico Confagricoltura ha messo a punto una serie di osservazioni e suggerimenti affinché, rispettando l’impostazione e la sostanza del provvedimento, si possa definire una normativa che salvaguardi la tutela dell’ambiente senza mettere a repentaglio la possibilità di produrre e, di conseguenza, la sostenibilità economica dell’attività agricola.

Confagricoltura sottolinea come occorra innanzitutto effettuare una riflessione di fondo sullo stato attuale del comparto zootecnico piemontese, che sta attraversando un periodo di difficoltà per motivi economici (aumento dei costi per l’alimentazione degli animali e per l’energia), sanitari (rischio di diffusione della peste suina) e di mercato (contrazione dei prezzi e forte concorrenza dei prodotti esteri).

“La propensione agli investimenti e la fiducia nel futuro degli allevatori – sottolinea il responsabile dell’area ambiente di Confagricoltura Piemonte Marco Boggetti – sono piuttosto basse. Pur tenendo conto dei vincoli legislativi e normativi esistenti, imporre obblighi crescenti e onerosi dal punto di vista finanziario che richiedono la sostituzione in tempi ravvicinati, inferiori a qualsiasi periodo di ammortamento, di dispositivi e attrezzature per l’allevamento,  potrebbe causare la chiusura di numerose stalle, con un danno per l’economia piemontese nel suo complesso, o alimentare una certa propensione alla trascuratezza delle prescrizioni e degli impegni formali, che produrrebbero il mancato raggiungimento degli obiettivi del Piano e un danno per l’ambiente”.

Per Confagricoltura è perciò necessario favorire un percorso di adeguamento aderente alla realtà del comparto zootecnico e strettamente integrato tra l’introduzione di nuove tecniche, attrezzature e modifiche strutturali e le corrispondenti misure di sostegno e accompagnamento alle aziende.

“Siamo consapevoli dell’indifferibilità delle azioni da mettere in atto e disponibili come mondo agricolo a fornire il nostro contributo per il miglioramento della qualità dell’aria – conclude Enrico Allasia – e per questo invitiamo la Regione Piemonte a impegnarsi per contenere gli oneri e le limitazioni a carico dell’agricoltura, coordinando gli interventi con le altre regioni del bacino padano, anche al fine di omogeneizzare gli interventi da adottare”.




Opportunità all’estero per le aziende piemontesi, bando Piemonte Home Design

Il design made in Italy in Cina e Russia sempre più aperto anche alle piccole e medie imprese: a partire da questo trend nasce l’idea di Piemonte Home Design, il progetto di promozione del sistema casa piemontese che ha l’obiettivo di creare un brand territoriale competitivo sui grandi mercati internazionali. Piemonte Home Design chiama a raccolta dal 15 febbraio 2022 (fino al 15 marzo) le aziende regionali che si occupano di design ed arredamento e che desiderano sviluppare o consolidare la propria presenza sui mercati esteri.

 

Novità assoluta nel settore, questo percorso di business development lanciato nel 2020 ha come focus l’ideazione di modelli abitativi che includano le produzioni piemontesi, da proporre in blocco ai promotori immobiliari internazionali per presentare il Piemonte come una realtà competitiva e solida in un settore che ha grandi potenzialità.

 

La “casa Piemontese”, progettata e curata dal gruppo di ricerca China Room del Politecnico di Torino, comprende al momento prodotti di 40 imprese strutturati in moduli aggregabili sulla base delle esigenze degli abitanti e dei contesti geografici di riferimento. Ma c’è spazio per aggiungere soluzioni e proposte dalle nuove aziende che si candideranno al progetto: sono diversi infatti i trend su cui questa casa “plug-in” può essere modulata, dalle abitazioni condivise alle mini-case di villeggiatura, dai moderni loft per i giovani professionisti fino alle ristrutturazioni del lusso nei centri storici delle grandi città.

 

Offriamo opportunità gratuite di crescita all’estero per le nostre imprese del settore arredo e design, proponendo incontri con operatori di mercati in forte crescita, come Cina e Russia, da sempre attratti dal Made in Italy – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Lo facciamo con una formula innovativa che presenta ai buyer moduli abitativi completi interamente realizzati in Piemonte, personalizzabili poi in base al gusto e alla cultura dei diversi paesi”.

 

Tra i trend del settore ci sono infatti molti elementi che accomunano l’expertise piemontese con le richieste internazionali: uno tra tutti la sostenibilità e il risparmio energetico, con l’utilizzo di materiali naturali e a basso impatto ambientale, ma anche il ritorno alla campagna e alla montagna, accomunati da un design che mette al primo posto il comfort, la natura e il leisure.

 

“Il nostro Ateneo ha stretti rapporti con la Cina, sia per quanto riguarda lo scambio di studenti, che in modo sempre più significativo, per le relazioni con il mondo accademico e imprenditoriale del Paese asiatico”, commenta il Rettore del Politecnico Guido Saracco. “Questo progetto ci permette di mettere al servizio della crescita delle imprese del territorio da un lato le nostre competenze nel settore del design e dell’architettura e, dall’altro, la nostra conoscenza del mercato cinese”

 

 

Il mercato

Nel 2020, nonostante la flessione del mercato dovuta al Covid, il valore del mercato globale dei prodotti del sistema casa ammontava a circa 514 miliardi di euro e il Made in Italy continua ad essere un elemento fortemente attrattivo soprattutto sui mercati internazionali.

In particolare, i mercati di Cina e Russia hanno raggiunto un valore rispettivamente di 90,9 e 8,4 miliardi di euro, con una previsione di crescita a 120 miliardi entro il 2025 per la Cina e un tasso di crescita medio annuo del 3,4 % per la Russia. Per questo motivo il progetto si concentrerà in una prima fase soprattutto su questi due paesi e sui paesi dell’area ASEAN (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam).

 

All’interno del primo bando di partecipazione, concluso a gennaio 2021, sono state coinvolte oltre 40 aziende piemontesi dei settori del design, dell’arredo e delle finiture per la casa: durante il 2021 sono state portate a termine diverse azioni come il ciclo di 12 webinar di formazione organizzati per le aziende sui temi import/export, mercati immobiliari russo e cinese, un evento di networking presso la mostra China Goes Urban al MAO Museo d’Arte orientale di Torino, la costruzione di un repertorio di progetti di abitare cinese e diffusione alla aziende con booklet dedicato (release in marzo 2022), un’attività di ricerca con la scuola IED che ha dato adito a circa 15 soluzioni abitative tarate sul mercato cinese e russo e la progettazione di un modello innovativo di abitare a cura del Politecnico di Torino basato sul concetto della personalizzazione dei prodotti di massa che ha impegnato 2 Professori del Politecnico, 1 ricercatore a tempo pieno, 2 dottorandi, oltre 10 studenti delle lauree triennali e magistrali.

 

I prodotti offerti dalle aziende selezionate, verranno valutati sulla base delle specifiche di mercato dei Paesi target e delle affinità culturali tra l’Italia e quest’ultimi e potranno essere suggeriti sviluppi di prodotto necessari per poter affrontare con maggior successo i mercati esteri di riferimento.

La partecipazione al progetto, gratuita, è riservata alle sole aziende piemontesi operanti nel comparto design e complementi d’arredo

Per l’edizione 2022 del progetto, le imprese interessate ad aderire all’iniziativa dovranno presentare la propria candidatura dal 15 febbraio 2022 attraverso la compilazione del modulo on-line, disponibile alla pagina

 

 

CHI SONO I PARTNER

Il progetto promosso dalla Camera di commercio di Torino e dal Politecnico di Torino prevede una formula di promozione del comparto locale fortemente innovativa realizzabile attraverso il coinvolgimento di numerosi partner, istituzionali e non. Il centro di ricerca del Politecnico di Torino specializzato in architettura e urbanizzazione cinese China Room, la Camera di Commercio Italo-Russa, lo studio di visualizzazione architettonica e branding immobiliare Calibro Zero, lo studio di architettura Gianmarco Cavagnino e la società commerciale russa Arcos Interior, partner che hanno maturato, a diverso titolo, esperienze specifiche sui Paesi target.

Il progetto accompagnerà le imprese in un percorso di formazione dall’analisi di mercato alla comunicazione, dagli aspetti commerciali a quelli relazionali, dagli aspetti certificativi a quelli culturali.

 

COME FUNZIONA – Si parte dalla creazione di un brand territoriale, capace di rappresentare sui mercati esteri le peculiarità del territorio piemontese. Al centro c’è il tema della cura, che nasce dal territorio per arrivare agli ambiti personali (cura delle relazioni sociali) e a quelli produttivi (attenzione maniacale a forme e funzionalità).

Affrontando il tema del racconto del territorio Piemonte Home Design si pone i seguenti obiettivi: posizionare le aziende sui mercati esteri attraverso un’attenta analisi delle potenzialità del prodotto, sviluppare una strategia commerciale che promuova il territorio piemontese, sviluppare modelli abitativi che includano le produzioni piemontesi, promuovere i prodotti piemontesi presso i developer stranieri.

La promozione delle eccellenze del territorio avverrà in modo integrato, attraverso l’ideazione di soluzioni abitative che raccolgano in modo sinergico e coerente le produzioni regionali, verificandone l’efficacia sui Paesi di riferimento. Ciò permetterà di presentare a developer esteri strumenti che li supportino nella loro attività di vendita, aiutandoli a ridurre le tempistiche abituali.

 

 




CNA Giovani Imprenditori: “Il Piemonte e l’Italia tornino a essere alleati dei giovani che vogliono fare impresa” 

“Il Piemonte e l’Italia ritornino a essere alleati dei giovani, dell’impresa e dei giovani che vogliono fare impresa”. È questo l’appello del presidente di CNA Piemonte Giovani Imprenditori, l’imprenditore biellese Andrea Valentini.

I numeri, infatti, non sono dalla parte degli under 35 che decidono di creare la propria azienda. Ai giovani sta passando la voglia di fare impresa, il Covid ha dato il colpo di grazia, ma se vogliamo garantire un futuro all’Italia e al Piemonte occorre invertire la tendenza. Lo dice uno degli ultimi rapporti di Unioncamere Infocamere aggiornato alla fine del 2020, quindi al termine del primo periodo pandemico.

In 10 anni sono mancate all’appello quasi 156mila imprese giovanili, con un calo del -22,4%. Il risultato è che a fine 2020 si contano circa 541 mila imprese giovanili iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di commercio contro le 697mila presenti nel 2011. E se prima un’impresa su 10 era under 35 ora il peso dei giovani sul tessuto imprenditoriale è sceso all’8,9%. È quanto emerge dall’indagine Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle imprese, secondo cui la crisi pandemica ha certamente contribuito a frenare la voglia di fare impresa dei giovani, che tradizionalmente incide per quasi un terzo sulle nuove iscrizioni. Solo nel 2020 si sono perse 18.900 nuove imprese giovanili rispetto al 2019, con una perdita del 18,0% contro il -16,9% delle altre imprese.

“Come CNA siamo molto attenti alla nascita delle nuove imprese giovanili perché oltre il 90%, come confermano anche i dati, sono delle microimprese. E in tutte le province piemontesi, un imprenditore su dieci è un giovane o una giovane. Siamo pronti ad affiancare i giovani imprenditori e le giovani imprenditrici nel loro percorso, ma abbiamo bisogno che enti e istituzioni regionali considerino le associazioni di categoria interlocutori per la creazione di tavoli e politiche di sostegno”, spiega Valentini. La presenza degli assessori regionali Andrea Marnati e Andrea Tronzano alla finale del premio Cambiamenti, oltre alle attività successive con il tavolo per le startup sono primi passi verso un percorso di concertazione.

“Altro discorso importante è la mortalità delle nostre imprese – aggiunge Valentini -. Sappiamo che in questi tempi che spingono sull’innovazione e sulla digitalizzazione, le imprese dei giovani e le startup possono diventare risorse non solo per il mercato, ma anche per le partnership con imprese consolidate che devono innovare processi e prodotti. Perdere per strade idee, competenze e voglia di fare impresa, potrebbe compromettere anche tutto il tessuto imprenditoriale esistente anche nel medio e lungo periodo”.

Lo “spopolamento” dell’imprenditoria giovanile  dell’ultimo  decennio  ha  colpito  maggiormente  i  settori  tradizionali delle costruzioni, del commercio e dell’industria manifatturiera, sia in valore assoluto che relativo. Nel primo, in dieci anni si è praticamente dimezzato lo stock delle imprese edili under 35 esistenti alla fine del 2011, passate da 135mila a poco più di 65mila unità alla fine del 2020 (69mila imprese in meno, pari ad una riduzione nel decennio del 51,8%). Nel commercio, la riduzione è stata di circa 50mila unità (-25,5%) e nelle attività manifatturiere di poco più di 17mila (-36,8%). Consistenti, in termini relativi, anche le riduzioni fatte registrare dai comparti delle attività immobiliari (-31,2%) e del trasporto e magazzinaggio (-24,9%). Ad espandersi (+3mila imprese nell’intero periodo, +14% in termini relativi) è stato il solo comparto dei servizi alle imprese.

 

Tab. 1 – Imprese giovanili per regione

Valori assoluti e percentuali al 31 dicembre degli anni 2011 e 2020

 

Imprese registrate
Valori assoluti Variazioni %
Regione 31.12.2020 31.12.2011 Var. assoluta

2020-2011

Var. %

2020/2011

Var. % media

annua

ABRUZZO 12.668 17.838 -5.170 -29,0% -2,9%
BASILICATA 5.946 7.447 -1.501 -20,2% -2,0%
CALABRIA 22.691 30.117 -7.426 -24,7% -2,5%
CAMPANIA 73.421 83.002 -9.581 -11,5% -1,2%
EMILIA ROMAGNA 31.299 43.870 -12.571 -28,7% -2,9%
FRIULI-VENEZIA GIULIA 7.042 9.162 -2.120 -23,1% -2,3%
LAZIO 56.078 63.997 -7.919 -12,4% -1,2%
LIGURIA 12.724 16.059 -3.335 -20,8% -2,1%
LOMBARDIA 74.763 95.790 -21.027 -22,0% -2,2%
MARCHE 12.201 18.458 -6.257 -33,9% -3,4%
MOLISE 3.360 4.512 -1.152 -25,5% -2,6%
PIEMONTE 37.875 51.716 -13.841 -26,8% -2,7%
PUGLIA 39.851 53.866 -14.015 -26,0% -2,6%
SARDEGNA 15.114 20.021 -4.907 -24,5% -2,5%
SICILIA 53.049 68.952 -15.903 -23,1% -2,3%
TOSCANA 31.049 44.711 -13.662 -30,6% -3,1%
TRENTINO – ALTO ADIGE 9.478 9.594 -116 -1,2% -0,1%
UMBRIA 7.301 10.149 -2.848 -28,1% -2,8%
VALLE D’AOSTA 1.063 1.338 -275 -20,6% -2,1%
VENETO 34.186 46.827 -12.641 -27,0% -2,7%
ITALIA 541.159 697.426 -156.267 -22,4% -2,2%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere, Movimprese

 

 

Tab. 2 – Imprese giovanili per classi di addetti (*)

Valori assoluti e percentuali al 31 dicembre degli anni 2011 e2020

 

 

Classe di Addetti

Imprese

registrate

% classe

sul totale

31.12.2020 31.12.2011 31.12.2020 31.12.2011
Fino a 5 addetti 355.414 484.160 93,1% 94,0%
6-9 addetti 15.427 18.512 4,0% 3,6%
10-49 10.408 11.516 2,7% 2,2%
50-249 521 656 0,1% 0,1%
oltre 250 39 24 0,0% 0,0%
Totale 381.809 514.868 100,0% 100,0%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere, Movimprese-INPS

(*) Il numero degli addetti è aggiornato al 30 settembre di ogni anno

 

Tab. 3 – Imprese giovanili per natura giuridica

Valori assoluti e percentuali al 31 dicembre degli anni 2011 e2020

Imprese registrate
Natura giuridica 31.12.2020 31.12.2011 Var. assoluta

2020-2011

Var. %

2020/2011

IMPRESA INDIVIDUALE 379.857 510.470 -130.613 -25,6%
SRL 64.028 80.223 -16.195 -20,2%
SRL CON UNICO SOCIO 3.123 12.917 -9.794 -75,8%
SRL SEMPLIFICATA (*) 54.481 0 54.481
SOCIETA’ IN ACCOMANDITA SEMPLICE 13.514 35.777 -22.263 -62,2%
SOCIETA’ IN NOME COLLETTIVO 12.615 38.502 -25.887 -67,2%
ALTRE FORME 13.541 19.537 -5.996 -30,7%
TOTALE 541.159 697.426 -156.267 -22,4%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere,Movimprese

(*) Forma giuridica introdotta successivamente al 2011.

 

 

Tab. 4 – Imprese giovanili per natura giuridica

Valori assoluti e percentuali al 31 dicembre degli anni 2011 e2020

Settore Imprese giovanili % giovanili sul totale (2020) Var. assoluta 2020-2011 Var. % 2020/2011
A Agricoltura, silvicoltura pesca 56.305 7,7% -5.298 -8,6%
B Estrazione di minerali da cave e miniere 54 1,3% -58 -51,8%
C Attività manifatturiere 29.505 5,4% -17.198 -36,8%
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz… 449 3,4% 28 6,7%
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d… 611 5,2% -60 -8,9%
F Costruzioni 65.044 7,8% -69.878 -51,8%
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut… 143.769 9,6% -49.252 -25,5%
H Trasporto e magazzinaggio 10.629 6,4% -3.529 -24,9%
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 58.797 12,7% 515 0,9%
J Servizi di informazione e comunicazione 12.246 8,7% -2.032 -14,2%
K Attività finanziarie e assicurative 14.068 10,9% -1.465 -9,4%
L Attività immobiliari 9.748 3,3% -4.421 -31,2%
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 17.907 8,0% -463 -2,5%
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp… 25.523 12,1% 3.132 14,0%
O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale… 1 0,7% 1 0,0%
P Istruzione 2.001 6,2% 6 0,3%
Q Sanità e assistenza sociale 2.857 6,3% -272 -8,7%
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver… 7.620 9,6% -1.177 -13,4%
S Altre attività di servizi 34.446 13,9% -1.852 -5,1%
T Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro p… 3 8,6% 3 0,0%
U Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 0 0,0% 0 0,0%
X Imprese non classificate 49.576 12,3% -2.997 -5,7%
TOTALE SETTORI 541.159 8,9% -156.267 -22,4%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere,Movimprese

 

Tab. 5 – Imprese giovanili per provincia

Imprese registrate e % sul totale imprese in provincia al 31 dicembre 2020 e 2011

Provincia Imprese

giovanili

% giovanili

sul totale

(2020)

% giovanili

sul totale

(2011)

Provincia Imprese

giovanili

% giovanili

sul totale

(2020)

% giovanili

sul totale

(2011)

AGRIGENTO 4.965 12,2% 15,1% MESSINA 6.873 10,9% 13,7%
ALESSANDRIA 2.996 7,2% 9,7% MILANO 27.412 7,3% 8,1%
ANCONA 3.205 7,2% 10,4% MODENA 5.058 7,0% 8,9%
AOSTA 1.063 8,7% 9,6% MONZA E BRIANZA 5.957 8,0% 10,1%
AREZZO 2.801 7,5% 10,7% NAPOLI 37.634 12,3% 14,7%
ASCOLI PICENO 1.768 7,2% 10,1% NOVARA 2.695 9,2% 12,2%
ASTI 1.972 8,5% 10,2% NUORO 3.620 12,0% 14,1%
AVELLINO 4.935 11,1% 13,9% ORISTANO 1.190 8,3% 12,2%
BARI 14.853 10,1% 13,9% PADOVA 6.619 6,9% 9,0%
BELLUNO 1.199 7,9% 9,3% PALERMO 11.922 12,1% 15,3%
BENEVENTO 3.859 10,9% 13,5% PARMA 3.183 7,0% 9,3%
BERGAMO 8.058 8,6% 11,6% PAVIA 3.907 8,4% 11,5%
BIELLA 1.162 6,7% 9,8% PERUGIA 5.377 7,4% 10,4%
BOLOGNA 6.549 6,9% 8,5% PESARO E URBINO 2.491 6,4% 9,9%
BOLZANO 4.787 8,0% 8,1% PESCARA 3.386 9,1% 11,6%
BRESCIA 10.063 8,6% 11,7% PIACENZA 1.998 6,9% 9,6%
BRINDISI 3.804 10,1% 13,7% PISA 3.368 7,7% 11,3%
CAGLIARI 5.484 7,8% 11,2% PISTOIA 2.551 7,8% 11,4%
CALTANISSETTA 2.719 10,7% 15,6% PORDENONE 1.727 6,7% 8,2%
CAMPOBASSO 2.360 9,1% 12,2% POTENZA 3.741 9,7% 11,9%
CASERTA 12.586 13,0% 17,0% PRATO 3.030 9,1% 14,1%
CATANIA 11.970 11,5% 15,6% RAGUSA 3.983 10,7% 14,7%
CATANZARO 4.228 12,3% 16,6% RAVENNA 2.431 6,3% 8,7%
CHIETI 3.339 7,4% 10,7% REGGIO CALABRIA 6.745 12,6% 17,5%
COMO 3.794 7,9% 10,8% REGGIO EMILIA 4.411 8,2% 11,3%
COSENZA 7.400 10,8% 15,5% RIETI 1.621 10,4% 12,5%
CREMONA 2.450 8,5% 12,0% RIMINI 2.686 6,8% 9,1%
CROTONE 2.441 13,5% 18,0% ROMA 40.212 8,1% 9,7%
CUNEO 5.880 8,9% 10,5% ROVIGO 1.987 7,5% 10,7%
ENNA 1.894 12,6% 19,1% SALERNO 14.407 12,0% 14,5%
FERMO 1.521 7,4% 10,4% SASSARI 4.820 8,7% 11,4%
FERRARA 2.473 7,2% 9,5% SAVONA 2.425 8,2% 10,3%
FIRENZE 7.969 7,4% 9,9% SIENA 2.036 7,2% 9,9%
FOGGIA 7.700 10,6% 13,4% SIRACUSA 3.881 9,9% 13,5%
FORLI’ – CESENA 2.510 6,0% 8,7% SONDRIO 1.314 9,1% 10,8%
FROSINONE 5.072 10,4% 14,1% TARANTO 4.911 9,7% 12,5%
GENOVA 6.301 7,4% 8,8% TERAMO 3.067 8,5% 12,2%
GORIZIA 743 7,5% 9,1% TERNI 1.924 8,8% 10,9%
GROSSETO 2.031 7,0% 9,2% TORINO 20.820 9,5% 11,5%
IMPERIA 2.166 8,4% 10,3% TRAPANI 4.842 10,2% 13,1%
ISERNIA 1.000 10,7% 14,2% TRENTO 4.691 9,3% 9,4%
L’AQUILA 2.876 9,6% 13,1% TREVISO 5.909 6,8% 8,4%
LA SPEZIA 1.832 8,8% 10,7% TRIESTE 1.227 7,6% 8,0%
LATINA 5.974 10,4% 12,7% UDINE 3.345 6,8% 8,4%
LECCE 8.583 11,5% 15,7% VARESE 5.493 8,2% 10,6%
LECCO 2.174 8,5% 10,8% VENEZIA 5.528 7,2% 8,8%
LIVORNO 2.506 7,6% 10,2% VERBANIA 1.015 8,0% 10,7%
LODI 1.421 8,6% 12,5% VERCELLI 1.335 8,4% 11,9%
LUCCA 3.144 7,4% 10,8% VERONA 7.441 7,7% 10,4%
MACERATA 3.216 8,5% 11,1% VIBO VALENTIA 1.877 13,6% 17,5%
MANTOVA 2.720 7,0% 10,4% VICENZA 5.503 6,8% 9,1%
MASSA CARRARA 1.613 7,2% 11,0% VITERBO 3.199 8,4% 11,6%
MATERA 2.205 10,0% 12,4% ITALIA 541.159 8,9% 11,4%

Fonte: InfoCamere-Unioncamere, Movimprese

 

Ma di fronte al Covid i giovani imprenditori si mostrano più resilienti e sembrano guardare al futuro con maggiore positività rispetto agli altri colleghi. Secondo un’indagine del Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne sull’impatto della pandemia sull’attività 2020 dell’imprenditoria giovanile, il 43% dichiara di non avere avuto perdite di fatturato contro il 36% delle altre imprese.

E chi ha perso terreno ha maggiori aspettative di recupero. Il 68% delle imprese under 35 manifatturiere prevede infatti un ritorno ai livelli produttivi del pre-covid entro il 2022, contro il 60% delle altre imprese. Una percentuale che sale al 75% per gli imprenditori giovani che hanno investito in industria 4.0.  A conferma che il digitale è un potente acceleratore di competitività. Più in particolare in questo decennio le imprese giovanili sono calate di 16 punti in più rispetto alla riduzione della popolazione giovanile tra i 18 e i 34 anni (-22,4% contro – 8%). A fronte di questa forbice il rapporto tra imprese giovanili e popolazione giovanile ha perso mediamente un punto per ogni anno passando dal 61,5‰ del 2011 al 51,9‰ del 2020.

Mentre negli anni pre Covid, uno dei maggiori problemi per l’imprenditoria giovanile era la sopravvivenza delle imprese, secondo i dati raccolti dal 2011 al 2018, quando riescono a superare la fase di avvio, i giovani “under 35” sono più resistenti rispetto agli altri imprenditori. Inoltre, un’impresa giovanile su 3 chiude i battenti nei primi 5 anni di vita e di queste quasi la metà non supera il biennio. Il risultato è che in otto anni si sono perse 122mila imprese “under 35”, portando a quota 575mila l’esercito delle iniziative imprenditoriali guidate da giovani.




BiIancio Regione Piemonte, nel 2022 entrate minori per 120 milioni di euro

Nel 2022 il bilancio di previsione della Regione Piemonte sconterà minori entrate extratributarie per circa 120 milioni di euro. Lo ha comunicato l’assessore regionale Andrea Tronzano oggi pomeriggio alla prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti.
Le minori entrate, ha spiegato Tronzano, “derivano da rientri da FinPiemonte ridotti rispetto agli anni passati, e dal fatto che il recupero Irpef e Irap da parte della Agenzia dell’entrate segna una diminuzione sull’anno precedente di circa 30 milioni di euro”.

Tronzano ha anche annunciato che il preconsuntivo del 2021 è stato approvato entro il 31 gennaio e che è stato rispettato il rientro del disavanzo.

In precedenza la Commissione aveva rinviato alla prossima settimana il parere sulla norma finanziaria del testo unificato sui disturbi alimentari, per verificare la possibilità di integrare le risorse sulla base della spesa storica e degli spazi di bilancio.

Durante la seduta sono intervenuti i consiglieri Silvio Magliano (Moderati), Domenico Rossi e Maurizio Marello (Pd), Sara Zambaia (Lega), Sean Sacco (M5s), Marco Grimaldi (Luv). I relatori del bilancio di previsione 2022-24 sono per ora Federico Perugini (Lega), Maurizio Marello (Pd), Sean Sacco (M5s), Marco Grimaldi (Luv) e Silvio Magliano (Moderati).




Rinnovato l’accordo tra Fondazione Torino wireless e Confindustria Piemonte

Rinnovata la partnership strategica tra Fondazione Torino Wireless e Confindustria Piemonte, che prevede una road map condivisa di azioni accompagnamento e supporto alle imprese piemontesi nei processi di trasformazione digitale, nel supporto alla crescita del comparto ICT piemontese e nel maggiore coinvolgimentro delle imprese in percorsi di trasferimento tecnologico. Centrali sono la collaborazione con i grandi atenei del territorio e la partecipazione ai progetti europei, anche attraverso Enterprise Europe Network (EEN) di cui Torino Wireless e Confindustria Piemonte sono partner.

Il rinnovo del partenariato strategico con Confindustria Piemonte è un passo importante perché rafforza la vocazione regionale di Torino Wireless ed è sinergico con il rilancio del ruolo di ente strumentale che si sta ridefinendo proprio in queste settimane con i soci fondatori, a partire da Regione Piemonte, Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Camera di commercio di Torino, Unione Industriali di Torino, Politecnico di Torino, Università di Torino e Links Foundation” sottolinea Massimiliano Cipolletta, presidente della Fondazione.

 

La trasformazione tecnologica e digitale è un passaggio fondamentale per migliorare la produttività, competere e rafforzare le filiere piemontesi. Il rinnovo dell’accordo con Torino Wireless va in questa direzione. Insieme alla programmazione 2021-2027 e ai bandi del PNRR le imprese della nostra regione saranno in grado di creare valore partendo dalla nostra capacità industriale, così il Piemonte potrà concretizzare questo cambiamento storico” evidenzia Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.




Ferrovie, 140 milioni di euro per il Piemonte dal Pnnr

Quanti e quali progetti relativi alla mobilità ferroviaria, la Regione  intende proporre al finanziamento del Pnnr? Questo l’interrogativo che il consigliere Pd Maurizio Marello ha rivolto all’assessore ai trasporti Marco Gabusi, nell’ambito dei question time.

“La premessa d’obbligo  – sottolinea Gabusi – è che non vi sono spese correnti finanziate sul trasporto pubblico, ci sono invece investimenti importanti in tema infrastrutturale, predisposti direttamente da RFI e dai Ministeri sulla base di un documento strategico nazionale, che vanno a rafforzare l’intermodalità tra merci e la direttrice Adriatica. Rispetto alle ferrovie regionali, la Regione Piemonte ha lo stanziamento maggiore in Italia con 140 milioni di euro per la Canavesana e la Torino-Ceres, che consentiranno l’ammodernamento, la funzionalità e l’interconnessione alla rete nazionale.

Abbiamo un’idea ben precisa di cosa vogliamo fare: il passante Posta Susa – Porta Nuova, la conclusione dei lavori di Novara – Boschetto, l’elettrificazione della Biella – Novara, l’ammodernamento e adeguamento alla capacità per il transito merci della linea Torino – Savona per dare uno sbocco logistico ulteriore alla Provincia di Cuneo, il raddoppio selettivo della Chivasso – Ivrea – Aosta. In serata – conclude –  parteciperò alla riunione con gli assessori regionali ai trasporti, sarà a quel tavolo che faremo valere le nostre istanze e le nostre richieste. Abbiamo individuato priorità anche su segnalazione dei territori”.

“Gran parte della regione, in particolare penso al sud del Piemonte, sarà tagliata fuori dai finanziamenti del Pnrr per le opere di investimento sulle ferrovie locali – ha sottolineato Maurizio Marello (Pd)  –  A questo si aggiunge il fatto che le dieci grandi opere che saranno finanziate per 4,3 miliardi di euro, non toccano sostanzialmente la nostra regione. Dopo i grandi annunci inizia ad emergere la debolezza della Giunta regionale e l’incapacità di programmare e progettare. Rischiamo di perdere una grande opportunità.”

Durante i question time è stata data risposta anche alle seguenti interrogazioni a risposta immediata di Sarah Disabato (M5S) sull’ospedale di Ciriè garantisca il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza; di Paolo Ruzzola (FI) su Interventi di messa in sicurezza del ponte di Quincinetto; di Francesca Frediani (M4O) la tragica morte di un ragazzino afgano di 15 anni, Ullah Rezwan Sheyzad, pone le istituzioni di fronte all’urgenza di intervenire a sostegno e tutela dei migranti al confine italo-francese;  di Alberto Avetta (Pd) su allarme disservizi all’ATC Piemonte Nord; di Paolo Bongioanni (FdI) su ripristino servizio ferroviario Cavallermaggiore Bra; di Sean Sacco (M5S) su variante nuovo polo logistico Alessandria importanti criticità nel rispetto della norma, del PPR e del Piano Territoriale Regionale; di Silvio Magliano (Moderati) su Ufficio Protesica Asl Città di Torino, permangono gravi ritardi nella concessione di ausili agli utenti; di Monica Canalis (Pd) su aggiudicazione logo Universiadi invernali 2025; di Marco Grimaldi (Luv) su preoccupazione per la sorte dei lavoratori di Terme di Acqui e per il futuro termale della cittadina.




Superbonus edilizi: Cnvv e Ance contro i nuovi vincoli alla cessione del credito

Anziché poter consolidare la ripresa, il settore edile, che ha puntato in modo massiccio sulle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e interventi di riqualificazione energetica e sismica, rischia la paralisi.

La denuncia arriva da Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) e Ance Novara Vercelli (l’associazione dei costruttori edili che ne fa parte), in seguito all’inserimento nel “Decreto Sostegni Ter” di una clausola che dal prossimo 7 febbraio impedisce la cessione multipla dei crediti d’imposta, bloccando di fatto tutte le nuove richieste e impattando sul perfezionamento di quelle in itinere.

Luigi Falabrino

«I nuovi vincoli alla cessione dei crediti per gli interventi derivanti dai bonus edilizi – spiegano il presidente di Cnvv, Gianni Filippa, e il presidente di Ance Novara Vercelli, Luigi Falabrino – avranno un impatto pesantissimo sui lavori in corso, con il rischio di creare migliaia di contenziosi e di bloccare interventi già avviati, con gravi ripercussioni per famiglie e imprese.

Chiediamo al mondo politico di intervenire per correggere al più presto questa stortura che rischia di mettere a repentaglio la ripresa di un settore che, pur in presenza di commesse significative, deve già far fronte all’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Per contrastare le frodi serve un sistema di qualificazione obbligatorio per chi utilizza gli incentivi statali, ma non si possono bloccare i fondi indistintamente, penalizzando le imprese più corrette e le famiglie meno abbienti, che rischiano di dover anticipare parte delle spese.

E, soprattutto, non si cambiano le regole quando si sta già giocando… Questa non è la prima modifica al funzionamento dei bonus edilizi: ogni mese ci troviamo di fronte a cambiamenti normativi che generano confusione tra gli operatori. L’incertezza, anche con provvedimenti retroattivi, mette in difficoltà le aziende e non è accettabile in un Paese normale».