In chiusura della Campagna Agraria 2021/2022 Confagricoltura fa il punto sui dati dell’annata

Le condizioni atmosferiche hanno condizionato pesantemente l’andamento delle colture ma il sistema agrario provinciale ha tenuto. Asti Agricoltura: “Chiediamo interventi rapidi per la valorizzazione delle nostre produzioni”

 

Siccità estrema e temperature elevate: sono i due elementi che hanno dominato lo scenario meteorologico di quest’anno con gravi conseguenze sulle colture. È quanto è emerso lunedì mattina a Torino, presso il Circolo del Design, durante la conferenza stampa del bilancio dell’annata agraria 2021-2022, organizzata da Confagricoltura Piemonte. Ospite d’eccezione, il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, collegato in videoconferenza.

L’annata agraria 2021/2022, che si concluderà nella giornata di domani, sarà ricordata principalmente per lo straordinario andamento climatico, caratterizzato da una perdurante assenza di piogge che ha sottoposto a un pesante stress tutte le coltivazioni, causando una sensibile riduzione della produzione di mais, prative e foraggere. Hanno tenuto meglio le produzioni cerealicole invernali, quali grano e orzo; leggermente in calo, ma non in modo significativo, i raccolti di frutta, nocciole e uva, che hanno fatto registrare livelli qualitativi buoni, con punte di eccellenza.

Il comparto agricolo sta vivendo un periodo di forte difficoltà – ha affermato il presidente Giansanti – dopo aver superato la pandemia da Covid, ha dovuto subire le conseguenze del conflitto russo ucraino che ha portato ad un incremento vertiginoso dei prezzi. E’ nostro compito sensibilizzare le istituzioni ad una politica sempre più orientata verso le imprese, trasmettendo al Governo il valore territoriale dell’agricoltura, per fare in modo di aumentare produttività e competitività“.

Gli effetti del cambiamento climatico – afferma Federico Spanna del Settore Fitosanitario Regione Piemonte –   mai come quest’anno si sono manifestati sul territorio padano, ed in particolare su quello piemontese, con grande intensità e persistenza. Siccità estrema e temperature elevate sono i due elementi che hanno dominato uno scenario meteorologico che ha ben pochi riscontri nel passato e che non accenna a rientrare in parametri più ordinari neanche nella stagione autunnale”.

Il bilancio complessivo – ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteè positivo, ma il futuro è incerto per quanto riguarda la tenuta dei prezzi agricoli all’origine. L’aumento dei costi energetici preoccupa le imprese, soprattutto quelle zootecniche, che a fronte dei rincari dei mangimi e dei foraggi e di un modesto aumento del valore delle produzioni di carne e latte non riescono più a far quadrare i conti”.

Stesso andamento ma con risultati meno pesanti anche per la provincia di Asti, territorio in cui i seminativi e tutte le colture foraggere hanno sofferto parecchio gli effetti della siccità, ma dove, stante la maggiore diffusione di vite (14.165 ettari) e nocciolo (6.105 ettari), che hanno parzialmente resistito alle condizioni meteo sfavorevoli, gli effetti sono stati complessivamente meno devastanti. Per quanto riguarda la vite si è registrato un calo della produzione rispetto all’anno scorso a causa della siccità che ha influito in modo sensibile sulla maturazione delle uve, anche se la qualità è rimasta soddisfacente. Anche per quanto concerne il comparto corilicolo c’è stata una produzione di qualità, con poco “cimiciato” e con una pezzatura solo leggermente inferiore alla norma.

Crisi totale invece per quanto riguarda il settore zootecnico che ha sofferto maggiormente il vertiginoso incremento dei prezzi derivanti dallo scoppio del conflitto russo ucraino. Dall’aumento del prezzo dei cereali – alla base di tutti i mangimi animali – deriva un innalzamento dei costi di alimentazione che si attestavano già su valori elevati. Ne consegue quindi una perdita netta per ogni capo allevato e una forte difficoltà da parte delle aziende a sostenere i costi di allevamento. Su questo punto l’Assessore  all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa, intervenuto a chiusura della conferenza stampa ha tenuto a precisare: “Abbiamo avviato un percorso di valorizzazione della carne piemontese che passerà attraverso precisi e rigorosi impegni da parte della GDO e la ristorazione”.

Il dato a livello regionale che preoccupa maggiormente è la vertiginosa riduzione delle imprese agricole: negli ultimi cinque anni infatti si è registrata una contrazione delle attività di circa il 13%, passando da 46.667 unità del 2018 a 40.866 di quest’anno; anche in provincia di Asti, solo nell’ultimo anno, si sono perse 197 aziende! Crescono invece in Piemonte gli addetti agricoli, che a giugno di quest’anno erano 81mila, con un netto incremento rispetto ai 63mila medi del 2021, in controtendenza rispetto al dato nazionale che vede gli occupati del settore primario in diminuzione.

Con il miglioramento delle produzioni, l’innovazione tecnologica e la ricerca di nuovi mercati – affermano il presidente e il direttore della Confagricoltura di Asti, Gabriele Baldi e Mariagrazia Baravallele imprese agricole piemontesi si stanno impegnando ogni giorno per contrastare questa congiuntura sfavorevole. Alla politica chiediamo interventi rapidi, procedure snelle e un contributo coordinato per la valorizzazione delle nostre produzioni, per consentirci di superare la crisi nell’interesse dell’agricoltura e del territorio”.




Giornata del turismo in Piemonte: obiettivi, visioni e direttrici di un settore strategico

Con l’obiettivo di definire obiettivi, visioni e direttrici per il settore turistico, Unioncamere Piemonte ha organizzato per martedì 26 marzo prossimo, a partire dalle ore 10.15, la “Giornata del turismo in Piemonte” che si pone come una piattaforma di confronto e condivisione di idee tra i protagonisti chiave del comparto regionale.

Dopo i saluti istituzionali di Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte e di Vittoria Poggio, Assessore Cultura, Turismo, Commercio Regione Piemonte seguiranno quattro relazioni tecniche: Paola Tournour-Viron, giornalista TTG Italia affronterà il tema de “Le Macrotendenze del Turismo Globale; Sarah Bovini, Responsabile Ufficio Studi e Statistica Unioncamere Piemonte, illustrerà “I Dati dell’Economia del Turismo”; Saverio Mucci, Vice President – Government Lead Italia Mastercard, offrirà “La Lettura del Turismo attraverso i Dati Mastercard” e infine Cristina Bergonzo, Responsabile Osservatorio Turistico Regionale Visit Piemonte parlerà di “Andamenti e Prospettive del Turismo Regionale”.

Seguirà la Tavola Rotonda “Le Direttrici di Sviluppo del Turismo in Piemonte“, moderata dal giornalista di Torino Oggi Massimiliano Sciullo, a cui parteciperanno Giancarlo Banchieri, Presidente Confesercenti Piemonte; Francesco Bordino, Coordinatore Regionale Piemonte e Valle d’Aosta Associazione Borghi più Belli d’Italia; Fabio Borio, Presidente Federalberghi Torino; Alessandro Zanon, Direttore Visit Piemonte e Laura Zegna, Presidente della Commissione Industria del Turismo Confindustria Piemonte

L’ultimo intervento sarà di Paolo Bertolino, Segretario Generale Unioncamere Piemonte, che trarrà le conclusioni della mattinata.




CCIAA Novara: risorse per oltre due milioni alle imprese novaresi

Ammontano a 2,3 milioni di euro le risorse messe a disposizione dalla Camera di Commercio di Novara per supportare l’economia del territorio nel 2020, di cui 1,5 milioni sono stati stanziati appositamente come sostegno alle imprese nella difficile ripartenza dopo il ​lockdown​.

«​La chiusura positiva del bilancio 2019 ha spinto il Consiglio camerale a voler rafforzare gli interventi a favore delle imprese, già previsti per l’anno corrente nella misura di oltre 750mila euro, andando sostanzialmente a triplicarli»​ spiega ​Maurizio Comoli​, presidente dell’Ente Camerale.

«​La priorità per gli imprenditori è poter contare su aiuti immediati, ma con una visione d’insieme: la Camera di Commercio ha messo in campo tutte le risorse a sua disposizione, che verranno erogate sotto forma di servizi e contributi, puntando in particolare su aspetti strategici quali export e digitale​».

La parte più corposa dello stanziamento sarà infatti destinata ad uno specifico bando di contributo, in via di ultimazione, che verrà pubblicato nel mese di giugno. Sono inoltre previste collaborazioni per iniziative di livello regionale e locale, come ad esempio il supporto alla campagna promozionale “Ripartiamo insieme”, già avviata con le associazioni di categoria FIMAA e FIAIP in favore del sistema immobiliare locale.

Per quanto riguarda il bilancio consuntivo 2019 dell’Ente, si è chiuso con un avanzo di parte corrente di poco meno di 80mila euro, che salgono a 495mila considerando anche la gestione straordinaria. A fronte di poco meno di 4,5 milioni di proventi netti, derivanti in massima parte dal diritto annuale camerale (62%) e dai diritti di segreteria (31%), la Camera di Commercio ne ha destinati circa 825mila, poco meno di un quinto del totale, a interventi per lo sviluppo del sistema imprenditoriale locale.

Gli interventi 2019 sono stati finalizzati prevalentemente all’accrescimento della competitività e allo sviluppo delle imprese e del territorio (453mila euro), all’internazionalizzazione (198mila euro), attraverso l’attività dell’Azienda speciale E.V.A.E.T., nonché all’orientamento al lavoro e all’imprenditorialità, che ha assorbito 159mila euro, consentendo di avviare importanti iniziative di innovazione della didattica, sul fronte della cultura imprenditoriale e su quello della robotica. Circa 14mila euro sono stati poi destinati alla regolazione del mercato, volta a garantire la sicurezza dei prodotti e a promuovere le soluzioni extragiudiziarie di risoluzione delle controversie (arbitrato e mediazione).

Nell’ambito delle risorse sopra indicate, 280mila euro sono inoltre ritornati alle imprese del territorio sotto forma di contributi, finalizzati essenzialmente alla digitalizzazione e all’accoglienza di studenti delle scuole secondarie di secondo grado in percorsi di alternanza scuola lavoro.




Agenzia del demanio e PoliTo insieme per la rigenerazione del patrimonio immobiliare

Un accordo di collaborazione tecnico-scientifica al fine di progettare, avviare e implementare iniziative per la riqualificazione del patrimonio pubblico che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, del Green Deal europeo e del PNRR, è stato firmato dall’Agenzia del Demanio e dal Politecnico di Torino. Si tratta di una cooperazione anche a fini divulgativi e formativi in aree di interesse comune quali architettura, paesaggistica, urbanistica, efficientamento energetico e digitale, riduzione del rischio sismico.

L’accordo punta ad individuare soluzioni innovative e best practices, da mettere a disposizione anche di altre Amministrazioni Pubbliche, finalizzate al miglioramento della qualità architettonica degli interventi da realizzare sugli immobili pubblici e ad elaborare linee guida per la qualità strutturale, sismica, energetica, urbanistico-ambientale e paesaggistica della progettazione possibile attraverso la condivisione e l’analisi dei dati relativi alla gestione del patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato. A conclusione di questa fase di studio preliminare, saranno elaborati concept, documenti di indirizzo per progettazione, studi di fattibilità tecnico-economica e project monitoring.

Inoltre, la collaborazione con il Politecnico di Torino consentirà di accelerare lo sviluppo dei processi di digitalizzazione del patrimonio immobiliare statale gestito dall’Agenzia del Demanio, con modalità e strumenti orientati al BIM e metodologie innovative per diagnosi e valutazioni specialistiche come quelle urbanistiche, di efficientamento energetico e comportamento strutturale.

Grazie a questa collaborazione, l’Ateneo potrà disporre di un patrimonio informativo e conoscitivo per sviluppare nuovi progetti di ricerca, analisi e approfondimento accademico e avviare ricerche avanzate sulle tecniche di adeguamento sismico e di consolidamento strutturale, nonché sulle tecniche d’intervento specifiche per il restauro e la ristrutturazione degli immobili caratterizzati da vincoli di tutela paesaggistica e monumentale.




Decreto rilancio: la PA non ha pagato 11 miliardi di debiti ai fornitori

Anche quando le risorse economiche sono accessibili ad un costo molto contenuto, la Pubblica Amministrazione (PA) non paga i propri fornitori. La denuncia è sollevata dalla CGIA di Mestre che torna ad occuparsi di un tema che sta molto a cuore a centinaia e centinaia di migliaia di imprese che lavorano per lo Stato.

Cosa è successo nelle ultime settimane ? Tramite la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), il decreto Rilancio ha messo a disposizione delle Aziende Sanitarie Locali (ASL), delle Regioni e degli enti locali 12 miliardi di euro per liquidare i debiti commerciali maturati prima della fine del 2019. Entro lo scorso 7 luglio, termine entro il quale le articolazioni periferiche della PA dovevano presentare la richiesta di denaro alla CDP, sembra che, secondo alcune indiscrezioni riportate dalla stampa specializzata, sia stato richiesto solo un miliardo.

La conferma di questo clamoroso flop emerge dalla lettura delle bozze del decreto Agosto: all’art. 55 il Governo ha riaperto i termini per la presentazione della domanda alla CDP. Pertanto, ASL, Regioni ed enti locali potranno chiedere l’anticipazione di liquidità per pagare i creditori tra il 21 settembre e il 9 ottobre prossimi.

 

 Altro che indignarsi per i 600 euro: è più immorale non pagare 11 miliardi di debiti

“In questi giorni tutta l’opinione pubblica è indignata per i 600 euro di bonus incassati da parlamentari e consiglieri regionali – denuncia il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – ma, a nostro avviso, è decisamente più immorale che moltissime ASL, Regioni e Comuni non abbiano pagato 11 miliardi di euro ai propri creditori, sebbene la CDP abbia messo a disposizione un prestito trentennale ad un tasso dell’1,22 per cento.

Per risolvere l’eccessivo stock di debito commerciale accumulato dalla PA c’è solo una cosa da fare: bisogna consentire la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti dell’Amministrazione verso le imprese e le passività fiscali e contributive in capo a queste ultime. Grazie a questo automatismo potremmo risolvere questa cattiva abitudine in tempi ragionevolmente brevi, salvaguardando il futuro di tantissime imprese”.

Stando al trend in atto in questi ultimi anni, i ritardi dei pagamenti penalizzerebbero soprattutto le Pmi.

“Dalla segnalazione riportata dalla Corte dei Conti 1 – afferma il segretario Renato Mason – si starebbe consolidando una tendenza in atto da alcuni anni che vede le Amministrazioni pubbliche saldare con puntualità le fatture di importo maggiore e ritardare intenzionalmente la liquidazione di quelle di dimensione meno elevate. Una modalità operativa che, ovviamente, penalizzerebbe le piccole imprese che, generalmente, lavorano in appalti o forniture di importi nettamente inferiori a quelli “riservati” alle attività produttive di dimensione superiore. Senza liquidità molte Pmi non hanno futuro e, paradossalmente, rischiano di chiudere per troppi crediti inesigibili”.

Nel 2° trimestre di quest’anno 8 ministeri su 13 hanno pagato in forte ritardo. Gli altri non hanno aggiornato i dati

A dimostrazione della difficoltà in cui versano le aziende che lavorano con la PA, segnaliamo i tempi di pagamento dei ministeri italiani. Nel secondo trimestre di quest’anno 8 su 13 hanno pagato in ritardo i propri fornitori. Gli altri 5 non hanno ancora aggiornato l’indice di tempestività dei pagamenti che misura i giorni di ritardo o di anticipo in cui vengono saldati i fornitori rispetto alle scadenze previste dal contratto . La situazione più difficile è in capo alle attività economiche che hanno lavorato per il ministero dell’Interno: tra aprile e giugno sono state liquidate mediamente con 62 giorni di ritardo .

Seguono le aziende che hanno instaurato un rapporto commerciale con il ministero delle Politiche Agricole (61 giorni di ritardo) e quelle con il ministero dell’Ambiente (+53 giorni). Forti ritardi nei pagamenti hanno registrato anche il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (+ 49 giorni), i Beni Culturali (+30 giorni), la Difesa (+16 giorni), l’Economia e Finanze (+14 giorni) e lo Sviluppo Economico (+12,5 giorni).

Contravvenendo alle disposizioni di legge, cinque ministeri (Lavoro, Esteri, Giustizia, Salute e Istruzione) non hanno ancora aggiornato i dati del secondo trimestre. Quelli della Giustizia e della Salute, non come tutte le altre Amministrazioni pubbliche, oltre all’ Indice di Tempestività nei Pagamenti (calcolato ai sensi dell’art. 9 del D.P.C.M. del 22 settembre 2014) hanno l’obbligo di pubblicare sul proprio sito anche il numero dei creditori e l’ammontare complessivo dei debiti (art. 33 comma 1 del D.Lgs n. 33/2013 così come modificato dall’art. 29 del D.Lgs. 97/2016) maturati ogni trimestre e alla fine di ciascun anno per le seguenti voci di spesa: somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali.

Dal 2013, a seguito del recepimento nel nostro ordinamento della normativa europea contro i ritardi di pagamento (Direttiva UE/2011/7), i tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra enti pubblici italiani e aziende private non possono superare di norma i 30 giorni (60 per alcune tipologie di forniture, in particolare quelle sanitarie) hanno addirittura ancora reso disponibili gli indici di tempestività del primo trimestre del 2020 .

Secondo le stime della Banca d’Italia i debiti della nostra PA ammontano a 53 miliardi

Secondo gli ultimi dati disponibili riportati nella “Relazione annuale 2018”, presentata il 31 maggio 2019 dalla Banca d’Italia, l’ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra PA sarebbe pari a circa 53 miliardi di euro, metà dei quali ascrivibili ai ritardi di pagamento .

L’utilizzo del condizionale è d’obbligo, visto che il periodico monitoraggio condotto dai ricercatori di via Nazionale si basa su indagini campionarie condotte sulle imprese e dalle segnalazioni di vigilanza da cui emergono dei risultati che, secondo gli stessi estensori delle stime, sono caratterizzati da un elevato grado di incertezza . Tuttavia, di una cosa siamo certi: le statistiche di Bruxelles ci dicono che, nonostante gli sforzi fatti in questi ultimi anni, la nostra PA è comunque tra le peggiori pagatrici d’Europa.

 

 

 

 




Il Piemonte zona gialla dall’11 al 16 gennaio

Da lunedì 11 gennaio, e almeno fino a sabato 16 gennaio, il Piemonte sarà in zona gialla. A confermarlo sono i dati dell’ultimo Report validato nel pomeriggio dal Ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, che riscontra un indice Rt sotto a 1.

Il presidente Alberto Cirio vuole comunque osservare che “è però fondamentale per tutti noi non abbassare il livello di attenzione, perché i dati confermano una circolazione del virus alta in Italia, con valori che in tutte le regioni vanno verso l’arancione. Se oggi il Piemonte ha una situazione epidemiologica migliore è perché raccogliamo i frutti dei sacrifici fatti finora, che è indispensabile non vanificare”.

Le regole della zona gialla

Per ogni chiarimento sulle disposizioni in vigore consultare questo link




Il Consiglio chiede l’applicazione del fattore famiglia

L’Aula di Palazzo Lascaris impegna la Giunta regionale ad attuare il fattore famiglia. Così, con il voto favorevole di maggioranza e opposizione, si chiede l’applicazione della legge dell’aprile 2019 passata al vaglio della Corte Costituzionale, come stabilito con l’approvazione dell’ordine del giorno 273, primo firmatario Mario Giaccone (Monviso).

Il fattore famiglia è un indicatore sintetico della situazione reddituale e patrimoniale delle famiglie per garantire a chi ne ha più bisogno l’accesso alle prestazioni regionali, quali servizi sanitari, sociali, scolastici, del trasporto pubblico locale, eccetera.

Il documento, inoltre, chiede di valutare l’integrazione delle risorse necessarie all’applicazione della legge e a istituire l’Osservatorio per l’attuazione del fattore famiglia.




Vittime del lavoro, Allasia: “Sicurezza è priorità sociale”

Domenica 11 ottobre si è celebrata la 70esima Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro.

In apertura di seduta il Consiglio regionale ha dedicato uno speciale momento di ricordo per coloro che in Piemonte hanno perso la vita sul posto di lavoro, dando lettura di tutti i nomi.

Per il presidente Stefano Allasia “la Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul lavoro è un’occasione preziosa per riflettere sui dati. Da quelli in nostro possesso, in Piemonte nel 2019, ci sono stati 47 infortuni mortali.
I numeri ci dicono che, rispetto al 2018, si è verificato un lieve calo, ma sono tuttora preoccupanti e ci devono aiutare per far crescere la cultura e l’impegno della sicurezza nei luoghi di lavoro.
La sicurezza di chi lavora è una priorità sociale ed è uno dei fattori più rilevanti per la qualità della nostra convivenza. Non possiamo accettare passivamente le tragedie che continuiamo ad avere di fronte. Sono stati compiuti importanti passi in avanti nella legislazione, nella coscienza comune, nell’organizzazione stessa del lavoro. Ma tanto resta da fare.
Questo deve essere comunque un momento di richiamo forte al tema della sicurezza sul lavoro.
Il numero di questi incidenti, causati dal mancato rispetto di norme esistenti resta infatti inaccettabile, ma possono e devono essere evitati richiamando alla responsabilità tutte le parti, politiche, sociali ed imprenditoriali.
Il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime e al profondo dolore dei loro familiari, cui esprimiamo una sincera vicinanza”.

Infine il presidente ha voluto ringraziare “anche a nome dell’Assemblea, per la loro partecipazione qui oggi, la dott.ssa Vita Rocca Romaniello, Vicario della Direzione regionale Inail, che fa le veci del Dott. Giovanni Asaro che non è presente per un inderogabile impegno sopravvenuto, e il Reggente Territoriale della Sede di Torino dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, Balistreri Elio, che è stato delegato dal Presidente piemontese Silvio Olivero impossibilitato per motivi familiari”.




Il Piemonte celebra il 75° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani con un Flashmob

In occasione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Giornata Mondiale per i Diritti Umani, più di 400 ragazzi e ragazze provenienti dalle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado del Piemonte hanno dato vita, al Parco Dora di Torino,  a un coinvolgente flash-mob.

L’evento, organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte e dal Comitato regionale per i Diritti Umani e Civili, ha visto i giovani protagonisti esprimere la loro solidarietà e impegno nei confronti dei valori fondamentali sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. L’energia e la passione dei partecipanti hanno reso il flash-mob un’occasione unica, sottolineando l’importanza di educare le giovani menti sulla necessità di rispettare e promuovere i diritti umani. Gli studenti hanno dimostrato creatività e impegno, con coreografie e performance che hanno catturato l’attenzione di tutti i presenti.

Attraverso una nota il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia ha inviato un messaggio ai ragazzi ” In questi tempi di guerra, di violenza, viene calpestata la dignità delle persone, in molti, troppi paesi del mondo, c’è davvero bisogno di ricostruire luoghi dove donne, uomini, giovani e anziani si prendono a cuore gli altri anziché pensare solo a sé stessi. Tutti noi dobbiamo dimostrare di voler fare la pace, una pace giusta, in prima persona e non invocarla solamente e sperare che la faccia qualcun altro al posto nostro. La politica ha la responsabilità primaria di lavorare incessantemente per fermare ogni forma di guerra e violenza, tutelando i diritti umani di ogni singolo individuo in ogni parte del mondo”.

“ll flash mob di questa mattina – hanno puntualizzato i vicepresidenti del Comitato diritti umani e civili Giampiero Leo e Sara Zambaia – non è solo un momento di celebrazione, ma anche un invito alla riflessione su come ciascuno di noi può contribuire a preservare e promuovere i diritti fondamentali di ogni individuo. La scuola, oltre a fornire istruzione, svolge un ruolo fondamentale nella formazione di cittadini consapevoli e responsabili, capaci di difendere e promuovere i valori universali dei diritti umani. In un momento in cui il rispetto dei diritti umani è più cruciale che mai, è incoraggiante vedere la gioventù del Piemonte abbracciare questo impegno con tanta passione e dedizione. Il flash-mob è stato un risultato del lavoro collaborativo tra le istituzioni locali, le scuole e gli studenti, dimostrando l’importanza di unire le forze per promuovere la consapevolezza dei diritti umani. L’evento ha creato un’atmosfera positiva e inclusiva, riflettendo l’impegno collettivo verso la costruzione di una società che rispetti e tuteli i diritti fondamentali di ogni individuo.

Chiaro anche il messaggio del consigliere segretario Gianluca Gavazza presente alla manifestazione di Parco Dora “Se si semina rispetto, si raccoglie pace”.




Premiata la Fedeltà Associativa della zona di Cuneo di Confartigianato

Un riconoscimento significativo alla fedeltà associativa, a cui si è affiancato anche un focus sull’intraprendenza giovanile per coniugare, durante la celebrazione della longevità imprenditoriale, i due aspetti fondanti del “valore artigiano”: tradizione ed innovazione.
Con questo programma si è festeggiata la Fedeltà Associativa della zona di Cuneo di Confartigianato nell’ampio salone del Varco di piazza Foro Boario a Cuneo.
In apertura la relazione del presidente di Confartigianato – zona di Cuneo Valerio Romana, alla quale sono seguiti i saluti della sindaca di Cuneo Patrizia Manassero e le riflessioni sulla difficile situazione attuale da parte del vicepresidente di Confartigianato Imprese Cuneo Michele Quaglia.
A seguire, la testimonianza di quattro imprenditori “giovani”, Alessio Giordanengo titolare della Iron Make di Peveragno che produce tavoli e arredo in legno, ferro e resina, Mattia Maccaferri contitolare di Mek Phoebe Tatoo – studio di tatuaggi, Gabriele Fronzè titolare di Elemento Modular Cloud – nuove soluzioni digitali, e Rossella Campisi titolare di Pas de Mots, sarta specializzata in Kimono, tutti e tre di Cuneo. Dalle loro parole sono emersi passione, creatività e sguardo fiducioso verso il futuro, sentimenti che hanno offerto anche alle generazioni precedenti una visione prospettica di grande speranza. A chiusura di questa parentesi “under 40” sono intervenuti Omar Garino presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Cuneo e Gabriele Druetta presidente del Fab Lab, realtà innovativa interna all’Associazione.
La mattinata si è conclusa con la consegna dei riconoscimenti per i 35 e i 50 anni di Fedeltà Associativa.
«È un appuntamento importante – ha dichiarato Valerio Romana – che ad ogni edizione sottolinea l’operosità e la capacità dei nostri artigiani. È stato anche un’occasione per richiamare l’attenzione su tematiche più che mai attuali e con le nuove generazioni lanciare uno sguardo speranzoso verso il futuro. Non dimentichiamo, infine, che questo evento ha rappresentato anche un piacevole momento di convivialità, dopo due anni di ristrettezze sociali dovute al Covid, e un gesto di riconoscimento all’impegno dei nostri artigiani associati della zona».
«L’iniziativa – ha concluso Michele Quaglia – ha voluto innanzitutto rendere omaggio a imprenditrici e imprenditori che si riconoscono nei principi della Confartigianato, costituendo la base associativa di quella che è la seconda Associazione in Italia per numero di aderenti. Di particolare rilievo, poi, gli interventi dei giovani imprenditori, attraverso i quali è emersa con chiarezza la grande vitalità che sta alla base dell’imprenditoria locale. Vi è infine, il senso più profondo della “Fedeltà Associativa”: un ringraziamento verso queste imprese che, come baluardi di un’economia sana e vivace, sono un importante presidio del territorio, generando economie e relazioni, dando occupazione e contribuendo allo sviluppo del nostro tessuto sociale».

Elenco imprese insignite della “Fedeltà Associativa”

35 ANNI
Aime Olga – Acconciatori – Castelletto Stura
Alpiservice srl – Meccatronica – Peveragno
Autonoleggio F.lli Menardi di Valter & Silvio Menardi snc – Autonoleggiatori – Cervasca
B.G. di Barale G. & C. snc – Meccanica e Subfornitura – Cuneo
Baiocco Daniele – Elettricisti – Cuneo
Barale Valter – Orafi/ lavorazione metalli preziosi – Cuneo
Brignone Ghio Pellegrino di Ghio Ilario & C. snc – Edili – Cuneo
C.D.E. snc di Diego Ronchetto Salvana & C. – Antennisti – Cuneo
Edilscavi srl – Scavi e movimento terra – Cuneo
Ferreri Pier Mario – Carrozzieri – Villafalletto
Fulcheri Marco & C. snc – Carpenteria Meccanica – Cuneo
Gioielli Tassone di Tassone Cinzia e Flavia sas – Orafi/lavorazione metalli preziosi – Cuneo
Giordano Claudio – Elettricisti – Cuneo
Grosso Serramenti srl – Produzione porte e serramenti – Peveragno
Pellegrino Car Service snc – Carrozzieri – Cuneo
Piumatti Gilberto – Corniciai – Cuneo
R.C.M. srl – Carpenteria Meccanica – Villafaletto
Riba Aurelio – Meccatronica – Boves
Romana Danilo – Acconciatori – Cuneo
S.H.D. di Bassignana Enrico &C. srl – Elettronica industriale – Cuneo
Shado Acconciature Donna di Galaverna Stefania – Acconciatori – Cuneo
Shado By di Brignone Anna Emanuela – Acconciatori – Cuneo

50 ANNI
Armando Renato – Trasporto Merci – Cervasca
Baudino Adriano & Figli snc – Serramenti e infissi – Boves
Colombero snc di Colombero S. & Magnabosco N. – Termoidraulici – Cuneo
Dutto Sebastiano & C. snc – Meccanica e subfornitura – Cuneo
Idrotermo sanitaria di Demarchi Fulvio & C. snc – Termoidraulici – Cuneo
Ma.Ri.Cu. di Gatti Bruno & C. snc – Ascensoristi – Cuneo
Pellegrino macchine Agricole di Pellegrino Vincenzo & C. snc – Riparazione macchine agricole – Cuneo
Pellicceria Ceratto snc – Pellicce – Cuneo
TI.PI. Tipografia Piemonte Editrice di Carlo & Giorgio Felici sas – Tipografi – Cuneo