CCIAA TO: A Dubai per costruire opportunità

500 partecipanti provenienti da oltre 100 paesi, 80 speaker internazionali, 40 sessioni di dibattito sui temi dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico. Questi i numeri della 12a edizione del World Chambers Congress, il Congresso Mondiale delle Camere di commercio, che si apre domani a Dubai fino al 25 novembre.

 

Tema della manifestazione sarà “Generation Next: Chambers 4.0”, dedicato alle trasformazioni che stanno rivoluzionando il commercio e il business globale: l’evento rappresenta un momento di confronto e di benchmarking tra le Camere di commercio di tutto il mondo, per delineare quali servizi si possono offrire alle imprese locali per affrontare i cambiamenti, cogliere le opportunità, rimanere competitivi.

 

In questo contesto, la Camera di commercio di Torino partecipa all’evento con una delegazione guidata dal Presidente Dario Gallina, già membro del Board dell’Executive Council di ICC WCF (International Chamber of commerce – World Chambers Federation). Previsto anche uno spazio espositivo all’interno dell’area fieristica del Congresso, base per incontri istituzionali e presentazioni del territorio torinese e piemontese.

 

Andiamo a Dubai per sviluppare una rete di contatti a beneficio delle nostre imprese: nel 2020 l’interscambio Piemonte-Emirati Arabi ha raggiunto, nonostante la pandemia, i 224,3 milioni di euro, con una bilancia commerciale nettamente a nostro favore – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – In questi giorni vogliamo quindi consolidare i rapporti già esistenti, grazie all’ampia rete internazionale garantita dalle Camere di commercio di tutto il mondo. Rinnoveremo accordi di collaborazione con partner istituzionali emiratini, come la Camera di commercio di Sharjah – e sigleremo nuovi accordi con enti prestigiosi come DAFZA (la Dubai Airport Free Zone), per facilitare l’accesso delle imprese torinesi non solo al mercato emiratino, ma all’intera area dei paesi del Golfo di cui gli Emirati rappresentano il maggiore hub logistico”.

 

Nel 2020 il Piemonte ha esportato negli Emirati Arabi 211,2 milioni di euro con un calo del 19,2% rispetto al 2019 che si era chiuso con 261,3 milioni di euro. Nei primi sei mesi del 2021 il Piemonte ha già esportato per 123,6 milioni di euro, in netta crescita rispetto allo stesso periodo del 2020 che si era chiuso con 102,1 milioni.

Il 97,9% dell’export è costituito da prodotti delle attività manifatturiere; esportiamo principalmente macchinari (22,3%), prodotti alimentari (22,1%), prodotti tessili e abbigliamento (15%), prodotti chimici (7,6%) e mezzi di trasporto (6,2%). Siamo la 5° regione italiana per export negli Emirati Arabi Uniti e incidiamo per il 5,3% sull’export nazionale.

 

La Camera di commercio di Torino è attiva da anni negli Emirati Arabi e nell’area del Golfo. Nel 2020 è stato siglato un accordo con l’Halal Trade and Marketing Centre di DUBAI (HTMC), ente emiratino specializzato nel training e nel matching commerciale per facilitare l’accesso delle imprese alle opportunità offerte dal mercato Halal internazionale nei settori food&beverage, cosmetica, fashion e design.

 

Da questo accordo è nato nel 2021 il progetto “Torino-Emirati Arabi”, mirato ad accompagnare le aziende dei settori food & beverage e cosmetica nell’accesso al mercato della Grande Distribuzione Organizzata emiratina: l’iniziativa, consistente in un percorso di informazione, formazione e incontri commerciali, prevede lo sviluppo delle vendite sia via e-commerce sia on-site.

 

La Camera di commercio di Torino, inoltre, mette inoltre a disposizione delle imprese torinesi servizi di informazione specifici dedicati ai mercati dell’area MENA (Middle East and North Africa): sia nell’ambito dello sportello per l’internazionalizzazione Wordpass con focus su import-export e certificazione Halal, sia nell’ambito del progetto Export Library attraverso la realizzazione di materiale informativo sui vari paesi dell’area, a disposizione di imprese e operatori economici sul sito della Camera di commercio di Torino.

 

 

 

 

 




Confartigianato Torino: Dino De Santis confermato Presidente

Dino De Santis è stato confermato, per acclamazione, alla Presidenza di Confartigianato Torino, associazione di categoria che rappresenta circa 3.500 aziende artigiane della città e dell’area metropolitana. È questo l’esito dei lavori assembleari, che si sono svolti alla presenza del consiglio direttivo. Sono stati nominati anche i due vicepresidenti: Giuseppe Falcocchio e Claudio Rizzolo.

 

Dino De Santis, ringraziando per la fiducia, si è soffermato sugli aspetti più preoccupanti che le micro e piccole imprese artigiane sono chiamate a fronteggiare, ovvero la quarta ondata pandemica con rischio di nuove restrizioni e l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime. Ha inoltre rimarcato il ruolo fondamentale delle associazioni di categoria nella ridefinizione delle politiche finalizzate alla ripresa, nel Paese come nella città di Torino, dove Confartigianato Torino auspica un confronto continuo ed una costruttiva collaborazione con il nuovo Sindaco e la sua Giunta.

 

Dino De Santis  ha sottolineato come il nostro territorio, con le sue micro, piccole e medie imprese, esprime una qualità manifatturiera di alto livello che va sostenuta, anche attraverso le risorse del Pnrr, che devono ricadere anche sulle piccole imprese, che costituiscono oltre il 92% dell’ossatura economica del Paese. Il Presidente ha, inoltre, lanciato un appello al Comune e alla Regione affinchè vengano creati degli strumenti che possano permettere alle micro e piccole imprese di accedere alle risorse per sviluppare gli investimenti sulla ricerca e sull’innovazione.

De Santis ha, infine, rimarcato che le micro e piccole imprese non possono aspettare che la cinghia di trasmissione dell’industria crei opportunità per le imprese che lavorano nell’indotto.

 

 




CNA Piemonte: In Regione si proceda velocemente con la terza dose vaccinale

In Regione si proceda velocemente con la terza dose vaccinale, il vaccino ai bambini e il Green Pass selettivo solo per i vaccinati. È la ricetta della CNA Piemonte per affrontare l’aumento dei numeri dei contagiati da Covid19 anche in Piemonte. E di questo si fa portavoce coi decisori della Regione Piemonte. 

“Avanti con la terza dose e con il green pass selettivo. È necessario per tutelare le imprese ed evitare un Natale disastroso. Permettiamo alle nostre aziende di poter programmare le feste, le prenotazioni alberghiere, le aperture dei ristoranti. Garantiamo dopo due anni l’apertura dei comprensori sciistici. Un altro lockdown sagnerebbe la fine di migliaia di imprese che hanno responsabilmente resistito ad una vera e propria tempesta che le ha colpite. Non lasciamo che un colpo di coda le spazzi via. Il trend dei contagi è preoccupante. Bisogna agire subito e fare delle scelte. Riprendendo le parole del presidente Mattarella “Insensate teorie contro la scienza non possono prevalere”, Cna Piemonte sceglie di stare dalla parte della responsabilità”, ha affermato il segretario regionale Delio Zanzottera. 




CCIAA Cuneo: Marta Bassino testimonial del cuneese

Lunedì 22 novembre 2021, presso il Salone d’Onore della Camera di Commercio di Cuneo, è stato ufficializzato un nuovo rapporto di collaborazione tra il territorio Cuneese e l’atleta della Federazione Italiana di Sci Alpino Marta Bassino.

Partner del progetto di promozione sono la Camera di Commercio di Cuneo, la Fondazione CRC, l’Associazione per il Turismo WOW che si aggiungono ad ATL del Cuneese, Cuneo Neve ed Ente Gestione Aree Protette delle Alpi Marittime già uniti dal 2020 con un progetto di sponsorizzazione dell’atleta volto alla promozione delle Alpi di Cuneo. Il nuovo protocollo d’intesa mira in particolar modo al sostegno delle terre colpite dalla tempesta Alex nell’ottobre 2020, nell’ottica di un tangibile rilancio economico e turistico.

A dare ufficialmente il via alla collaborazione, il Presidente della Camera di Commercio di Cuneo, Mauro Gola: “L’essere riusciti a mettere insieme così tanti soggetti e istituzioni per condividere un progetto di questa importanza è un grande risultato. Il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo e sono sicuro che insieme ai nostri partner sapremo utilizzare in maniera ottimale la splendida immagine di Marta Bassino per valorizzare nel miglior modo possibile i territori feriti dalla pandemia e dall’alluvione dell’ottobre 2020”.

“Il volto di Marta Bassino, giovane campionessa cuneese impegnata nella rosa della Nazionale Italiana di sci alpino ci sta aiutando, da un anno a questa parte, a far conoscere e riconoscere la nostra amata terra in Italia e all’estero – ha dichiarato il Presidente dell’ATL del Cuneese, Mauro Bernardi – In un momento così particolare, unire le forze per la ripresa turistica ed economica del territorio è senz’altro un messaggio positivo che vogliamo trasmettere. Questo progetto abbina l’immagine vivace della campionessa azzurra alle mille opportunità di praticare attività outdoor nelle nostre vallate. L’ATL ha creduto sin da subito nelle potenzialità di Marta e siamo orgogliosi che, attraverso questa operazione, si rafforzi il suo ruolo di ambasciatrice della sua terra natia.”

“Il turismo outdoor rappresenta un asse di sviluppo fondamentale per il futuro della nostra provincia, che può vantare un’offerta davvero unica in tutte le stagioni. La possibilità di legare la promozione di questo territorio, che porta ancora i segni degli eventi alluvionali dell’autunno 2020, all’immagine di Marta Bassino, campionessa cuneese ormai nota in tutto il mondo e particolarmente legata alla sua terra, rappresenta un’occasione unica che la Fondazione CRC è particolarmente felice di poter cogliere. Un grazie sentito va a Marta e ai tanti enti che condividono con noi questa avventura, consentendo di costruire insieme un progetto di promozione turistica che porterà frutti davvero importanti” ha commentato Ezio Raviola, Vice Presidente della Fondazione CRC.

Secondo Beppe Artuffo, Presidente dell’Associazione per il Turismo Outdoor “WOW”: “Il Cuneese ha una forte vocazione alle vacanze attive a alla pratica degli sport in palestre naturali di ineguagliabile bellezza: poter abbinare ai nostri paesaggi anche l’immagine di un’atleta vincente non può che essere positivo e promettente.”

“È con un’emozione speciale che oggi rinnoviamo il progetto di collaborazione con l’atleta cuneese. – ha asserito il Presidente di Cuneo Neve, Roberto Gosso – Dopo una splendida annata, Marta è diventata la prima sciatrice italiana a salire sul podio di Coppa in cinque discipline differenti e siede tra le grandi campionesse internazionali. Questo per noi è motivo di orgoglio, perché come ha ricordato lei stessa, è sulle piste delle Stazioni di Cuneo Neve che ha iniziato a sciare ed è qui che torna ogni anno ad allenarsi. Consapevoli che i podi conquistati non siano un punto d’arrivo, ma un trampolino verso nuovi e ambiziosi traguardi, la accompagneremo e saremo al suo fianco nelle prossime stagioni”.

“Sono felice perché questo progetto nato lo scorso anno con l’ATL del Cuneese e Cuneo Neve non solo prosegue, ma si allarga con il coinvolgimento di altri partner importanti quali la Camera di Commercio di Cuneo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e l’Associazione per il Turismo WOW – ha affermato il Presidente dell’Ente Aree Protette Alpi Marittime, Piermario Giordano – Marta Bassino è un talento naturale affezionata alle nostre montagne, che frequenta dalla tenera età con la famiglia. Insieme, e nel nome di Marta Bassino, possiamo continuare a far crescere e valorizzare il nostro bel territorio.”

“Questo progetto è senza dubbio molto importante per me e sono fiera di farne parte. – dichiara l’atleta del Centro Sportivo Esercito Marta Bassino – Il legame che ho con la mia terra è da sempre molto forte e sono orgogliosa di continuare ad essere la testimonial del territorio cuneese. La mia volontà è quella di contribuire in maniera concreta alla valorizzazione del territorio, delle stazioni sciistiche e dei parchi che ne fanno parte. Dopo questo momento difficile, mi impegnerò per farci tornare “Grandi” insieme.”

 




DDL Concorrenza: una bomba per il comparto del Trasporto persone

Confartigianato Imprese Piemonte Trasporti chiede lo stralcio dell’articolo 8 del DDL Concorrenza in quanto è  un duplicato della delega già in essere per la riforma del trasporto pubblico locale non di linea ed esprime preoccupazione per assetti di mercato che potrebbero compromettere le prospettive di accesso al mercato degli operatori e alcuni dei principi cardine del nostro ordinamento anche in contrasto con la Costituzione, che riconosce e tutela il valore dell’artigianato e della cooperazione.

 

Una disinvolta apertura alle piattaforme che si basano sull’intermediazione del lavoro mina proprio le caratteristiche tipiche dell’esercizio autonomo e mutualisticamente organizzato delle attività di trasporto di persona non di linea, con il rischio di trasformare migliaia di imprese in “lavoratori subordinati”. Tra l’altro non apportando per l’utente alcun miglioramento del servizio come già sperimentato in altre nazioni nelle quali si sta tornando all’assetto precedente. Deve essere marcata la differenza tra intermediazione e interconnessione, per evitare che si verifichi un vero e proprio attacco al lavoro che privilegi pericolosamente strumenti che lo intermediano anziché produrlo. Occorre tutelare il lavoro, non l’intermediazione del lavoro.

 

“La libertà d’impresa – sottolinea Carlo Baglione, Presidente Confartigianato Imprese Trasporti Taxi – non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, non può recare danno alla sicurezza, alla liberta e alla dignità umana, come previsto dall’art. 41 della Costituzione, nell’ottica dell’interesse collettivo che nel nostro settore deve essere sempre garantita, in quanto servizio pubblico, e il provvedimento non può prescindere dalla difesa dell’artigianato e della cooperazione – settori tutelati dall’art. 45 della Costituzione. Dobbiamo continuare a sostenere quanto contenuto nell’art. 117 della Costituzione sulle competenze specifiche delle Regioni in materia di Trasporto Pubblico Locale. Superare l’autonomia regionale contraddice e fa venir meno i principi della programmazione territoriale, della regolazione e del livello dei servizi, della garanzia di servizio pubblico che le Regioni in questi anni hanno assicurato”.

 

Per tali ragioni Confartigianato Imprese proclama, mercoledì 24 novembre alle ore 11.00  la “Giornata Nazionale di agitazione della categoria”: una assemblea nazionale degli iscritti in videoconferenza con i rappresentanti delle istituzioni .

 

Confartigianato Imprese considera che, in questo momento, l’adesione al fermo nazionale è una prematura forzatura che in questa fase, in considerazione del prevedibile iter parlamentare del provvedimento, rischia di compromettere la strada di una responsabile interlocuzione con le Istituzioni.

 

La collettività o le Istituzioni (Governo, Parlamento, Conferenza Unificata, Regioni, Comuni) devono essere portate a condividere che la regolazione del nostro servizio – prevista nella normativa europea – va nell’interesse dei cittadini e dell’utenza. A questi noi ci rivolgiamo.

 

“Le categorie del trasporto persone, durante la pandemia, e per contrastarne gli effetti hanno svolto un essenziale ruolo di servizio pubblico riconosciuto dalle istituzioni locali e dai cittadini – conclude Baglione –  ed hanno prodotto ore di servizio senza corrispettivo, hanno svolto la propria attività in condizioni difficili con dignità e spirito collaborativo; hanno visto la loro operatività ridotta a causa degli indici di carico, associata ad una mobilità fortemente ridotta. Una situazione che ha comportato una seria minaccia per l’equilibrio finanziario e la sopravvivenza di un importante numero di imprese nell’intero territorio regionale e nazionale. Per tutto ciò ci attendevamo attenzione; non farlo o peggio essere inseriti nel DDL concorrenza non è una risposta degna dello spirito di sacrificio e del senso di responsabilità sociale dimostrati dagli operatori”.

 

Per questi motivi e nell’interesse generale della collettività e delle imprese, Confartigianato Imprese:

 

  • proclama lo stato di agitazione degli associati;
  • chiede lo stralcio dell’art. 8 del DDL Concorrenza e l’apertura immediata di un tavolo di confronto con Parlamento e Governo per riattivare quel processo di riforme previsto con l’approvazione della legge 12/2019, mai portato a termine;
  • non prenderà parte alla manifestazione nazionale del 24 p.v. per le motivazioni in premessa;
  • attende che la richiesta di incontro al Governo, formulata per le vie brevi, sia accolta per rispetto del contributo che le categorie hanno dato durante la pandemia come segno di comprensione delle difficoltà ancora oggi sostenute;
  • si riserva – in futuro e in ragione del proseguo della vertenza – di mettere in campo eventuali ulteriori iniziative di rivendicazione e lascia liberi gli associati sul territorio, in merito al comportamento da tenere, il 24 p.v.;
  • organizza, per il giorno 24 alle ore 11.00, in videoconferenza, la assemblea nazionale degli iscritti, invitando rappresentanti delle Istituzioni.

 

 

 




L’e-leadership per i manager della Sanità che si innova

Il mondo del lavoro si sta trasformando a causa delle nuove tecnologie, ma questo cambiamento non coinvolge solamente gli strumenti tecnologici, muta il ruolo dei “leader”, trasformandoli in “e-leader”. Per far si che la digital transformation non fallisca, ci deve essere anche un’evoluzione culturale e organizzativa dell’azienda e dell’imprenditore; per questo è fondamentale il ruolo dell’e-leader, perché capace di motivare e guidare al cambiamento, per poi raggiungere gli obiettivi preposti.

L’e-leadership propone un nuovo approccio, spronando sia il singolo individuo, che il team, ad abbracciare l’evoluzione.

I leader del domani quindi, per essere e-leader dovranno avere una spiccata propensione per l’innovazione, essere poliedrici e versatili e ovviamente possedere competenze digitali.
I leader digitali hanno l’opportunità di utilizzare la tecnologia per cambiare il modo di fare business:
captando in anticipo come l’azienda potrà eccellere grazie all’uso della tecnologia
organizzando un chiaro percorso di digital transformation.

La definizione di e-leadership è abbastanza intuitiva, ovvero vedere la leadership in chiave digitale. La trasformazione da leadership a e-leadership fa capire come il digitale si sia inserito nel mondo del lavoro e nella quotidianità. Cambiare un’idea ormai consolidata non è mai semplice, ma bisogna farlo per evitare di rimanere indietro ed essere svantaggiati, rispetto a chi abbraccia il cambiamento.

C’è sempre stato un gap tra l’utente e gli esperti in ambito informatico e digitale, ed è per questo che nasce l’e-leadership, per colmare questo divario di conoscenze.

L’e-leadership indica una figura con grandi doti di comunicazione, che sa coinvolgere i colleghi sulle iniziative dell’azienda, che riesce a motivare chi gli sta intorno, e che ha indubbiamente le competenze necessarie nel digitale; è una persona sempre aperta al cambiamento, infatti è sempre al passo con la tecnologia e riesce a trasmettere questa voglia di cambiamento a tutti. Deve essere una persona molto preparata nel business, perché solo conoscendo il contesto in cui lavora, può individuare al meglio il cambiamento introdotto con l’avvento del digitale.
L’e-leader è un professionista dalle mille sfaccettature e il suo profilo è un insieme di competenze in continua evoluzione.

L’e-leader non solo deve avere competenze digitali, ma dovrà anche prestare attenzione nell’ambito dei dati e della sicurezza utilizzando gli strumenti che lui ritiene più opportuni per la gestione. Le competenze di e-leadership richieste sono le soft skill come: comunicazione, pianificazione e organizzazione.

L’e-leader deve essere in grado di avere una visione orientata al futuro e deve saper utilizzare le nuove tecnologie, non solo ottimizzando l’esistente, ma soprattutto anticipando bisogni e dinamiche future.

Dunque l’e-leader deve essere abile nel gestire al meglio le risorse tecnologiche presenti e future, con l’intenzione di ottimizzare costi e tempo, e saper gestire in maniera efficace il suo team.

Per quanto riguarda le competenze del mondo digitale, l’e-leader deve conoscere: la sicurezza IT: ovvero conosce i principali strumenti per la gestione della sicurezza online
le applicazioni: conosce e sa utilizzare le applicazioni in maniera tradizionale, ma anche basate sui dispositivi mobili i dati: è informato sul valore dei dati e conosce i principali strumenti tecnologici per la gestione e condivisione l’innovazione digitale: crede nelle potenzialità del digitale per ottimizzare i tempi progetti di innovazione: conosce le principali metodologie e processi che caratterizzano l’innovazione digitale.

Come acquisire le competenze digitali
Spesso sentiamo parlare di competenze digitali, ma cosa sono? E perché sono diventate indispensabili all’interno dell’azienda? Le competenze digitali consistono nel saper utilizzare con dimestichezza gli strumenti informatici, e sono caratteristiche ormai indispensabili sul posto di lavoro. Le aziende classificano i dipendenti in base a tre livelli:
base: dipendenti con basse conoscenze tecnologiche
medio: soggetti che hanno una formazione digitale idonea per svolgere mansioni utilizzando strumenti digitali
avanzato: professionisti del settore, come per esempio i programmatori informatici o manager nel marketing digitale.

Se in passato non era necessario avere queste competenze, adesso le aziende sono sempre più alla ricerca di utenti con skill digitali medio-alte.

Ci sono diverse metodologie per apprenderle, grazie a:
università
master
portali online
corsi di specializzazione

E-leadership: dote innata o appresa?

Ci sono due teorie riguardo questo argomento, c’è chi pensa che esista una particolare attitudine innata, e chi invece sostiene che anche senza particolari doti, si possa comunque emergere raggiungendo qualsiasi tipo di obiettivo, basta impegnarsi ed essere fortemente motivati. Ovviamente può esserci una predisposizione al mondo digitale, ma tutti possono cimentarsi e acquisire competenze digitali; un bravo e-leader deve essere ferrato nel spiegare, motivare, esercitare un’influenza positiva e accompagnare il collega al raggiungimento del suo traguardo.
Senza ombra di dubbio i migliori e-leader sono coloro che hanno una combinazione di abilità innata e abilità apprese; ma non tutti quelli che sono “già bravi in qualcosa” hanno desiderio di apprendere e crescere, a volte per scarsa curiosità, ma non bisogna mai dare un limite alla conoscenza, non si deve mai smettere di essere affamati di sapere.
I punti chiave per un’efficace leadership digitale quindi sono: la capacità di coinvolgere attraverso gli strumenti digitali che si hanno a disposizione, creare condizioni per sperimentare, stimolare e responsabilizzare e fornire una visione di obiettivi finali da poter raggiungere.
Un bravo leader digitale deve saper anticipare le tendenze di mercato per ottimizzare tempi e costi, in periodi turbolenti. L’e-leader combina forti capacità organizzative e di comunicazione con doti digitali, anche grazie alla sua flessibilità al cambiamento e innovazione. Per sopravvivere nell’era del digitale, è necessario sviluppare competenze digitali, che possono portare a grandi risultati e soddisfazioni, se guidati da mani esperte.

Quali competenze per i manager della Sanità?
Nell’attuale contesto economico e sociale le nuove tecnologie informatiche e di telecomunicazioni vengono ad assumere un ruolo pervasivo, in grado di modificare le attività economiche delle imprese e il comportamento dei singoli individui. Nel nuovo modello di sviluppo, assume quindi grande rilievo l’alfabetizzazione generalizzata alle tecnologie dell’informazione.
AICA (Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) in collaborazione con SDA Bocconi, ha avviato nel 2004 un’indagine focalizzata su un’area di grande rilevanza sociale, quale è la Sanità, avendo ben chiaro che gli obiettivi di efficienza e produttività assumono, in questo settore, connotazioni assai particolari che lo distinguono dagli altri comparti economici.
L’Ignoranza Informatica in Sanità (Il “non sapere” informatico) comporta il rischio di un mancato adeguamento delle specifiche professionalità a un ambiente che necessariamente diverrà più complesso e che comporta anche dei costi di improduttività.
Risulta, in particolare, come il personale medico sanitario sia quello che più potrebbe contribuire all’aumento di produttività dell’intero sistema. La maggioranza dei professionisti è pronta al cambiamento e la consapevolezza del valore d’impiego delle tecnologie nei processi di diagnosi e cura, non solo a livello gestionale e formativo, è acquisita e deve confrontarsi con nuove competenze da acquisire, soprattutto tecnologiche.
Per tanti medici e professionisti questo “obbligo alla digitalizzazione” è visto come un peso.

Spesso si confondono le “competenze digitali” con le competenze di e-Leadership, ma con qualche esempio diventa facile capire la differenza: che una segretaria sappia usare uno smartphone, un Personal Computer, il pacchetto Office, installare un’App e proteggersi dai virus, è una condizione base per l’assunzione; che un manager abbia le stesse competenze non è un obbligo, senza sarebbe solo un vecchio manager, ma il vero danno aziendale si evidenzia quando quel manager si dimostra incapace di guidare un Team che lavora con strumenti digitali, quando i report debbono essergli stampati uno ad uno. Ma quando quel manager si dimostra incapace di capire le opportunità offerte dalla trasformazione digitale o si lascia fuorviare dai fornitori questo è un problema serio.

Nella Sanità il management apicale, la Direzione strategica (costituita generalmente dal Direttore Generale, Direttore Sanitario, Direttore Amministrativo) controlla con l’aiuto di un piccolo staff, circa un miliardo di euro per ciascuna azienda sanitaria; ipotizzando che, come è noto, il 70% sia destinato agli stipendi, esistono certamente spazi per finanziare la trasformazione digitale, se si sapesse guidarla.
Anche senza immaginare il coinvolgimento in primis della direzione strategica, i Capi Dipartimento, i Direttori di Distretto, i Direttori di Unità Operative complesse e persino i Direttori di Unità Operative Dipartimentali, possono modificare, utilizzando l’ICT per migliorare efficacia, efficienza e appropriatezza, i processi di diagnosi e cura, anche con modelli “bottom up”, proponendo alla Direzione Strategia PDTA (percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali) innovazioni con il supporto delle tecnologie digitali.
Sono spesso frenati dalla paura che nasce dall’ignoranza, dai pericoli legali che esistono solo nelle loro teste, dalla mancata conoscenza di esperienze di successo e da una mancata fiducia nel digitale.

Gli elementi chiave sono legati al fatto che oggi:

Non è prevista alcuna competenza di e-Leadership abilitante per il top management del SSN
Non sono previste incentivazioni alla formazione in questo settore e di conseguenza esiste solo una minima offerta di formazione di livello universitario per una vera e-Leadership per il manager sanitario
Si continua a parlare del tema sbagliato, le competenze digitali e non della capacità di LEADERSHIP digitale, che vuol dire guidare il cambiamento, non (solo) saper usare un Personal Computer, un tablet o uno smartphone

Queste competenze digitali non fanno normalmente parte del percorso di studio e formazione.

Servono quindi politiche comuni e condivise di adozione di strumenti ICT e soluzioni di tipo “eHealth” che, combinate con opportuni cambiamenti organizzativi e con l’acquisizione di nuove skill, producano risparmi e aumenti di produttività (riduzione degli errori medici, attenuazione delle cure non necessarie, diminuzione delle file d’attesa, riduzione materiale cartaceo, ecc.) che possono incidere positivamente sui bilanci sempre più esigui delle regioni.

La questione più importante è stare sempre al passo con l’evoluzione e non rimanere mai indietro!




Marsiaj: “Iveco, forte delle sue radici torinesi, è pronta ad affrontare il mercato globale”

“Davvero un’ottima notizia!” dice Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali di Torino, commentando lo spin-off di Iveco. “Ho sempre creduto nella sua importanza come tassello strategico del sistema industriale e della mobilità del nostro Paese.

La creazione di una società autonoma con il quartiere generale a Torino e il nuovo polo logistico europeo a San Mauro testimonia di come Iveco valorizzi le sue radici torinesi per affrontare il mercato globale. La logistica, infatti, è un elemento centrale in ogni piano di sviluppo. Saranno molto importanti anche le ricadute occupazionali con – spero – la creazione di nuove opportunità per i giovani”.




Meno CO2 per vincere CO&GO lancia un concorso nella bassa Valle di Susa

“Meno CO2 e più vinci” è il concorso riservato agli abitanti della bassa Valle di Susa, la zona scelta per sperimentare il car pooling nell’ambito del progetto europeo Co&Go, finanziato dal programma transfrontaliero Alcotra Italia-Francia.

L’iniziativa di Città metropolitana di Torino è gestita da Achab srl ed è attiva fino al prossimo mese di marzo 2022.
Possono aderire tutti i maggiorenni che vivono o lavorano nei Comuni di Almese, Alpignano, Avigliana, Bussoleno, Caprie, Casalborgone, Caselette, Collegno, Chianocco, Condove, Leinì, Pianezza, San Gillio, Susa, Vaie, Venaus e Villar Dora che devono effettuare l’iscrizione sulla community Co&Go dell’applicazione dedicata al progetto nella piattaforma JoJob RT.

L’obiettivo del progetto è quello di far risparmiare CO2 grazie agli spostamenti effettuati in carpooling e certificati attraverso l’app, incentivando comportamenti riconosciuti come positivi che rappresentano valori condivisi in campo ambientale.

Il carpooling è inteso come strumento per ridurre le emissioni nocive legate ai trasporti.

Ai fini del concorso conterà il numero di punti raccolti da chi usufruirà del car pooling entro fine marzo 2022: durante l’utilizzo dell’app per organizzare i tragitti in carpooling verranno assegnati all’utente 65 grammi di CO2 non emessa per ogni km di percorso in condivisione, sia come autista che come passeggero.

Al 31 marzo del prossimo anno tutti coloro che avranno raggiunto i 200 grammi di CO2 non emessa parteciperanno all’estrazione di 100 buoni sconto del valore di 25 euro da spendere nella Bottega Binaria del Centro Commensale di Gruppo Abele nei punti vendita di Torino e Rivalta Torinese.




Dl controlli, Felici: Per incentivi settore casa doveroso il contrasto alle frodi

“Prevenire gli abusi e l’uso distorto degli incentivi del settore casa è indispensabile a tutela dei tanti contribuenti ed imprese che operano con correttezza sul mercato. Ma l’urgenza dell’intervento, concretizzatasi in un decreto legge, blocca, di fatto, l’utilizzo delle detrazioni e delle cessioni dei crediti per lavori edilizi. Meglio sarebbe stato intervenire con un emendamento in legge di bilancio che avrebbe concesso più respiro a tutti gli attori in campo”.

 

Lo sottolinea Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte) che aggiunge “da oggi per CAF e professionisti sarà impossibile inviare le comunicazioni di opzione per sconto in fattura o cessione dei crediti all’Agenzia delle entrate, anche per l’assenza di chiarimenti”.

 

“Appare incomprensibile – sottolinea Felici – richiedere il visto di conformità e l’asseverazione della congruità delle spese per tutti gli interventi, compresi quelli per recupero del patrimonio edilizio e per efficienza energetica: la sostituzione di una semplice caldaia o anche solo di una finestra, per poter beneficiare dello sconto in fattura, non solo comporta il sostenimento di un nuovo onere ma anche di un nuovo adempimento. Peraltro, l’introduzione di un nuovo decreto che stabilisca per determinati beni i relativi valori massimi di spesa, di fatto si traduce in un blocco delle nuove asseverazioni e quindi dei cantieri.

 

“Continuare a complicare il quadro di accesso alle misure senza tener conto del loro impatto – conclude Felici – compromette inevitabilmente la forza degli incentivi che sinora hanno contribuito in maniera robusta alla ripresa. Si rischia di raffreddare il trend positivo e la fiducia delle tante imprese oneste e di non raggiungere gli obiettivi di transizione green”.

 

In Piemonte nel sistema casa operano 81.422 imprese (oltre la metà riguardano l’edilizia) di cui il 48,9% artigiane (39.800 realtà), che impiegano oltre 170mila addetti.

A Torino le imprese attive del sistema casa sono 40.072, (20.340 riguardano il settore costruzioni) di cui il 45,2% artigiane (18.114 realtà) che impiegano 80.886 addetti; a Cuneo le imprese artigiane del sistema casa sono 7.417 che impiegano 32.250 addetti; ad Alessandria: 3.598 imprese artigiane con 17.858 addetti; a Novara: 3.067 imprese artigiane con 13.100 addetti; ad Asti: 2.457 imprese artigiane con 8.916 addetti; a Biella: 1.807 imprese artigiane con 6.438 addetti; nel Verbano: 1.713 imprese artigiane con 6.844 addetti e infine a Vercelli conta 1.627 imprese artigiane con 6.046 addetti.

 

 

 

 

 

 

 




Online la piattaforma telematica nazionale delle CCIAA per la composizione negoziata delle crisi

Ai nastri di partenza la composizione negoziata della crisi d’impresa attraverso la piattaforma telematica nazionale delle Camere di Commercio.

Perno fondamentale del nuovo istituto divenuto legge ad ottobre, è il sito  che costituisce il punto di riferimento su cui viaggia in automatico l’intera procedura volontaria, finalizzata a recuperare e riportare “in bonis” tutte le aziende, dalle commerciali alle agricole, che pur strutturalmente sane versano in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico/finanziario.

La piattaforma camerale è composta da due aree, una pubblica di tipo informativo e l’altra “riservata” alle istanze formali, che guidano passo dopo passo l’imprenditore nel percorso individuato dalle misure attuative messe a punto dal ministero della Giustizia, per cercare di raggiungere, se ne esistono le condizioni, il punto di equilibrio migliore tra le diverse esigenze dei creditori e del debitore.

“L’assegnazione di questo compito alle Camere di commercio evidenzia una volta di più il ruolo strategico del sistema camerale – sottolinea il Presidente Mauro Gola. – Con l’attivazione di questa piattaforma telematica nazionale le Camere di commercio ribadiscono la propria competenza in ambito digitale e mettono a disposizione delle imprese uno strumento che faciliterà il dialogo tra aziende e pubblica amministrazione.”

Permettere alle imprese di riconoscere i segnali di crisi prima che si arrivi all’insolvenza, è fondamentale sia per le imprese interessate, ma anche per i creditori e l’indotto. Attraverso questo strumento, già nel giro di un anno e mezzo, si conta di potere contribuire a ridurre del 10% le oltre 48mila procedure concorsuali presentate tra il 2019 e il 2020. A regime si stima che la piattaforma possa essere utilizzata su scala nazionale da 10mila imprenditori che chiederanno la collaborazione di un esperto per ristrutturare l’azienda, redigere un piano di risanamento per evitare, così, di ricorrere alle tradizionali strade giudiziali, spesso anticamera del procedimento di liquidazione giudiziale.

Il convegno “La riforma della crisi d’impresa – Il nuovo istituto della composizione negoziata” in programma a Cuneo venerdì 26 novembre e organizzato in collaborazione con Confindustria Cuneo e gli Ordini professionali di commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro sarà occasione per acquisire informazioni sul nuovo ruolo delle Camere di commercio nella composizione delle crisi e sul punto di vista espresso da imprese e professionisti sulla riforma.
La legge prevede che gli imprenditori vengano affiancati da esperti per la ricerca e la messa in atto di possibili soluzioni. Per venire incontro alle esigenze dei professionisti interessati “Universitas Mercatorum”, ateneo telematico delle Camere di Commercio italiane, organizza la formazione prevista dalla legge attraverso un corso, suddiviso in 11 moduli, avente durata di 55 ore.