Le banche lasciano i territori, Uncem: “Scelte dannose, avviata mobilitazione”

Condove, nel cuore della Val di Susa, abbiamo con tanti Sindaci e moltissimi cittadini ripetuto con forza e determinazione quanto Uncem afferma da almeno dieci anni.

Le banche che chiudono sportelli sui territori, come stanno facendo in particolare Unicredit e Intesa-San Paolo, lo fanno in primis a loro danno. Perché perderanno migliaia di correntisti, peraltro al momento neanche informati delle chiusure degli uffici dove hanno il conto.

Lo fanno a danno di Comuni e comunità locali che di certo guarderanno ad altro, ad esempio a Poste Italiane, per aprire un conto, scegliere la carta di credito o per la tesoreria dell’Ente.

A proposito, nei giorni scorsi, dopo aver scritto ad Abi, la risposta ricevuta da Antonio Patuelli, alla guida dell’Associazione Bancaria Italiana, ha dell’incredibile. Patuelli mi segnala che se i Comuni hanno la tesoreria presso una banca, questa non chiuderà lo sportello.

Da dieci anni sappiamo invece benissimo che così non è e che il libero mercato, con una Politica purtroppo debole e indebolita da continui attacchi, ha fatto sì che le grandi banche come molte medie e piccole, decidessero unilateralmente, senza alcun dialogo con politica e territori, di andare e smobilitare quanto creato sui territori.

Patisce la montagna, la collina, ma non solo. Patuelli dovrebbe sapere che alle gare per affidare la tesoreria, Comuni e Unioni ricevono quasi sempre il due di picche dalle banche. Che manco rispondono oppure provano a dettare condizioni inaccettabili.

Il sistema non funziona e i territori spoliati non possono essere accusati di non saper guardare al futuro. Sappiamo benissimo cosa sia la moneta elettronica piuttosto che l’home banking on line. Ci crediamo.

Ma quello che le banche non sanno è che il Paese è fatto di piccoli Comuni, di territori montani, di fragilità e di terza età sempre più ampia. Andarsene è emblematico di un sistema che risponde all’alta finanza, che ignora le comunità, che guarda con sufficienza ai Sindaci, ma che incamera ogni anno milioni e milioni di euro di utili. Chiude lo sportello, blocca il bancomat.

Danneggia se stessa e favorisce quanti restano. Come le Poste, che stanno potenziando offerta e capillarità. Il patto con loro funziona. Ed è il patto che la Politica forte vuole, deve fare anche con Anas, Rfi, oltre a imporre regole alle società private di telecomunicazioni e forse alle banche, come detto dal Ministro Boccia agli Stati generali della Montagna. Il momento è giusto. Gli Enti locali faranno la loro parte”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, a poche ore dall’incontro pubblico convocato a Condove con il Sindaco Jacopo Suppo al quale hanno partecipato intervenendo molti Sindaci piemontesi, il Presidente dell’Unione montana Pacifico Banchieri, la Consigliera regionale Francesca Frediani e anche il Sindaco di Monticello d’Alba Silvio Artusio Comba a nome dei colleghi del Roero.




Al via il nuovo bando annuale di Torino arti performative

All’inizio del 2018 la Città di Torino ha attivato nuove modalità di intervento, interlocuzione, organizzazione e finanziamento per le associazioni e le compagnie, che operano con continuità e professionalità sul territorio cittadino nell’ambito delle arti performative.

Il nome assegnato al progetto condiviso e coordinato con le maggiori istituzioni teatrali del territorio è T.A.P. – Torino Arti Performative e fin dall’inizio il suo intento è stato dare vita a un dialogo tra domanda e offerta, tra produzione e distribuzione, oltre che favorire la collaborazione e coprogettazione tra compagnie e imprese culturali al fine di costruire un rapporto più efficace con il pubblico.

Un lavoro articolato e ad ampio spettro che nel corso del primo triennio ha offerto sostegni economici e alla mobilità internazionale, erogato servizi e opportunità di formazione, creando un modello di funzionamento aperto e trasparente, capace di premiare la qualità, le capacità e le idee.

La realizzazione del T.A.P. – Torino Arti Performative è stata affidata alla Fondazione del Teatro Stabile di Torino, sotto il coordinamento di una cabina di regia presieduta dall’assessorato alla cultura e composta da rappresentanti di ‘Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani’, ‘Fondazione Teatro Piemonte Europa’, ‘Piemonte dal Vivo!’ e ‘Osservato culturale del Piemonte’. 

Sul fronte specifico dei finanziamenti, secondo quanto stabilito nelle Linee guida per lo sviluppo e il sostegno alle arti performative per il triennio 2018-2020, il comparto delle arti performative ha potuto contare su un bando per un sostegno fisso e garantito di durata triennale per i soggetti sostenuti dalla Regione Piemonte o dal Mibact e su un bando annuale rivolto alle realtà più giovani o in via di sviluppo. 

I risultati ottenuti nel corso dei primi due anni di vita di questo specifico strumento di sostegno – sono state sostenute 16 stagioni, 10 rassegne/festival, 8 produzioni e 4 progetti specificamente orientati alla formazione – hanno permesso alla Città di partecipare a un ampio ventaglio di iniziative diffuse su tutto il territorio cittadino e hanno posto basi solide per il prossimo triennio 2021-2023.

Il bando, che è online a partire da oggi, ha come scadenza il 23 marzo 2020 e si può scaricare sul http://www.torinoartiperformative.it/ 




Torino. On line il nuovo stradario interattivo

Il catasto metropolitano delle strade, un servizio rivolto a tutti i soggetti privati o pubblici che necessitano di reperire informazioni sulla viabilità provinciale, presente sul sito della Città metropolitana di Torino, ha una nuova veste, al passo con i più moderni strumenti web service di consultazione cartografica, come Google Maps e Bing Maps.

Con la release attuale, l’utente può interrogare lo stradario interattivo e verificare la collocazione di una strada e le progressive chilometriche o eseguire una ricerca per Comune.

Le prossime versioni, in uscita in rapida successione, consentiranno di avere informazioni sui Circoli di riferimento, sulle Zone omogenee e sui servizi responsabili della gestione della viabilità.

Nella sezione dedicata allo stradario inoltre sono possibili consultazioni cartografiche, download di immagini e file del territorio metropolitano o di porzioni di esso. Sono inoltre consultabili rappresentazioni tabellari dei dati viabili.

Obiettivo del nuovo format è la distribuzione di informazioni attinenti il patrimonio stradale della Città metropolitana di Torino.

L’Ente territoriale di area vasta infatti è da tempo impegnato nel digitalizzare i propri database, nel predisporre e distribuire un’informazione aderente alla realtà territoriale, cercando di garantire il più possibile l’aggiornamento in tempo reale delle informazioni .

Lo stradario interattivo è all’indirizzo:




Smart working e smart learning, consumi luce e gas: come risparmiare fino a 265 euro

La diffusione del Coronavirus nel Nord Italia e la successiva decisione di chiudere scuole e Università ha portato da un lato all’applicazione dello smart working, per le attività lavorative che lo consentono, dall’altro alla diffusione dello smart learning.

Trascorrere più tempo in casa comporta maggiori consumi, in particolar modo di luce e gas: SosTariffe ha cercato di stimare il risparmio che è possibile ottenere passando a una tariffa del mercato libero.

Smart working e smart learning: sono queste le soluzioni attuate da molte aziende, scuole e Università, chiuse fino al 15 marzo in tutta Italia e fino al 3 aprile nella nuova zona rossa, a fronte delle restrizioni imposte per contenere la diffusione del Coronavirus.

Passare più ore in casa, in orari nei quali si è in genere sul posto di lavoro o a scuola, può avere come principale conseguenza un aumento dei costi, in particolar modo di quelli relativi alle bollette di luce e gas.

Una nuova analisi condotta da SosTariffe ha evidenziato quanto lo smart working e lo smart learning incideranno sul budget familiare, proponendo le alternative disponibili nel mercato libero dell’energia e del gas attraverso le quali sarà possibile risparmiare da un minimo di 50 euro fino a un massimo di 265 euro.

I profili di consumo analizzati

Lo studio di SosTariffe ha preso in considerazione tre diverse tipologie di profili, ovvero i single, le coppie e le famiglie. Per ognuno, il portale di comparazione tariffe, ha stimato la spesa annua per le utenze, partendo dai dati dei costi di luce e gas, relativi a marzo 2020, del mercato tutelato.

Al momento emerge che un single spende in media 260 euro sulla componente luce e 353 euro per il gas, per un totale di 613 euro all’anno.

Le spese di una coppia sono pari a 358 euro per l’energia elettrica e 688 euro per il gas, per un totale di 1.046 euro all’anno. Le famiglie con una fornitura di luce e gas attiva nel mercato tutelato spendono attualmente 1.647 euro all’anno, dei quali 550 euro sono relativi alla luce e 1.097 euro al gas.

Gli aumenti previsti con lo smart working e lo smart learning

Tra il tempo impiegato sui mezzi e quello riservato all’attività lavorativa in sé, in genere si è soliti trascorrere almeno 10 ore del proprio tempo lontani da casa: si pranza fuori e non si consuma gas in cucina, così come non si utilizzano i principali elettrodomestici durante il giorno, che in genere hanno anche un costo più alto per tutti quei clienti che hanno una tariffa di tipo biorario.

Lo stesso discorso è valido sul versante istruzione: la scuola tiene impegnati i ragazzi per tutta la mattinata, mentre gli universitari sono soliti stare in aula a seguire le lezioni o studiare anche intere giornate fuori casa.

È abbastanza intuitivo capire che, se da un lato lo smart working e lo smart learning sono uno strumento efficace per mantenere la produttività delle aziende e assicurare il proseguimento degli studi, dall’altro avranno un impatto sulle spese mensili, in particolar modo su quelle relative a luce e gas.

Lo studio di SosTariffe.it ha evidenziato un aumento del 29,6% sulla luce e del 22,1% sul gas per quanto riguarda i consumi dei single. Le coppie subiranno un aumento del 21,8% sulla luce e del 22,2% sul gas, mentre per le famiglie è stato stimato un aumento del 32,4% sull’energia elettrica e del 31,9% sul gas.

Risparmi da 66 e 130 euro sulla luce con il mercato libero

Il confronto con le migliori tariffe disponibili nel mercato libero dell’energia e del gas naturale ha fatto notare come la migrazione dal mercato tutelato permetterebbe di abbattere gli aumenti previsti, sia sulla bolletta della luce sia su quella del gas.

Dall’analisi comparativa tra i prezzi che caratterizzano i due mercati emerge infatti che i single potrebbero risparmiare 67 euro sulla bolletta dell’energia elettrica, attivando la migliore offerta del mercato libero, che prevede, a parità di consumo annuo in smart working, un costo di 270 euro.

Le coppie potrebbero risparmiare 66 euro, in quanto la tariffa del mercato libero al prezzo più basso è pari a 370 euro, mentre il risparmio totale di una famiglia sulla luce potrebbe arrivare fino a 130 euro, nonostante i costi in più relativi a smart working e smart learning.

Risparmi da 50 e 265 euro sul gas con il mercato libero

Le offerte gas del mercato libero garantirebbero risparmi ancora maggiori: un single potrebbero spendere 50 euro in meno, attivando una tariffa gas al costo di 381 euro, una coppia risparmierebbe fino a 137 euro con una tariffa che prevede una spesa di 704 euro, mentre le famiglie riuscirebbero a ridurre il costo della bolletta del gas fino a un massimo di 265 euro.

Nel totale, il passaggio da una tariffa del mercato tutelato a una del mercato libero permettere di ottenere un risparmio totale di 117 euro ai single, di 203 euro alle coppie e di 395 euro alle famiglie, che potrebbero tornare molto utili per altre necessità.

App e comparatore per trovare la tariffa più conveniente

Confrontare i prezzi delle offerte luce e gas disponibili sul mercato è davvero semplice: lo strumento di comparazione presente su SosTariffe consente di avere a propria disposizione una panoramica delle migliori soluzioni, con il dettaglio delle caratteristiche che le contraddistinguono.

In alternativa, per avere sempre a portata di smartphone le promozioni in offerta è consigliabile scaricare l’applicazioneSosTariffe, che è gratuita e presente sia nello store Android sia in quello iOS. Il meccanismo alla base del funzionamento dell’app è molto intuitivo: si potranno visionare le migliori tariffe luce e gas, confrontarle e scegliere di sottoscriverle direttamente attraverso lo smartphone.

Per chi a casa non avesse una connessione Internet e non potesse sostenere il peso di una tariffa casa di tipo ADSL o fibra, è possibile valutare l’attivazione di una SIM dati, per navigare da tablet e PC, oppure una delle tante offerte di telefonia mobile che, a prezzi abbastanza contenuti, mettono a disposizione un bundle di Giga ideale per professionisti e studenti che in genere non sono soliti approcciarsi a una modalità di lavoro e studio a distanza.




Protocollo coronavirus, Ravanelli: “Collaborazione per obiettivo comune, la salute dei lavoratori”

Laccordo raggiunto oggi rappresenta la sintesi tra un’azione di Governo rapida ed efficace e il grande senso di responsabilità di tutte le parti sociali.

Si tratta di una misura che – come abbiamo sostenuto dalla prima ora – responsabilizza ulteriormente le aziende del Paese.

Il Protocollo sottoscritto questa mattina pone al centro la sicurezza e la tutela dei lavoratori che saranno garantiti dalla stretta e puntuale osservanza di tutte le precauzioni previste.

In questo modo il Paese potrà arginare gli effetti economici dell’emergenza che in queste settimane ha già colpito duramente intere filiere produttive. Oggi abbiamo dimostrato come Istituzioni, imprese e parti sociali possano collaborare per raggiungere obiettivi comuni.

Scarica il Protocollo condiviso




FS italiane, treni gratuiti per i medici della task force “Medici per covid”

Il Gruppo FS Italiane, in coordinamento con la Protezione Civile, offre ai medici volontari selezionati per la task force “Medici per COVID”, a supporto delle strutture sanitarie in difficoltà nel Nord Italia, la possibilità di raggiungere gratuitamente le regioni maggiormente colpite dall’epidemia a bordo dei treni di Trenitalia.

Il biglietto gratuito può essere prenotato attraverso il sito web trenitalia.com e l’App di Trenitalia, indicando: nome, cognome, data di nascita e numero di iscrizione all’Albo dei medici.

A bordo treno al personale è necessario esibire, oltre al biglietto, il documento d’identità e il tesserino o altro documento che attesti l’iscrizione all’Albo dei medici.
La prenotazione può essere cambiata un numero illimitato di volte prima della partenza del treno attraverso gli stessi canali di acquisto.

L’opzione “Medici Covid-19” è valida durante tutto il periodo dell’emergenza per i viaggi della task force “Medici per COVID”.

FS Italiane ha messo in campo, sulla base delle direttive emanate dal Governo, un articolato e concreto piano di interventi per contenere la diffusione del Coronavirus COVID-19.




Protocollo d’intesa per le ulteriori misure di contenimento e assistenza socio-sanitaria

È stato firmato oggi da Regione Piemonte,Unità di Crisi, Prefetture, Province e Città metropolitana di Torino il protocollo d’intesa per le ulteriori misure di contenimento e le indicazioni operative sull’assistenza territoriale e nelle strutture assistenziali e socio-sanitarie, comprese le case di riposo.

Accanto al monitoraggio continuo e capillare già realizzato nelle Rsa piemontesi e al recente rilascio della Piattaforma Covid 19 per verificare lo stato di salute dei cittadini positivi (in quarantena e guariti), la Regione Piemonte valuterà la possibilità di un programma di graduale monitoraggio sierologico del personale e degli ospiti attingendo ai 300.000 test sierologici acquistati, che saranno seguiti dai tamponi nei casi necessari. Particolare attenzione viene posta anche al personale.




Imprese artigiane piemontesi, in un mese perdite stimate per 662mln

Dall’11 marzo al 22 marzo a causa del COVID 19, ben 68.751 le imprese artigiane del Piemonte sono state costrette a sospendere l’attività (pari al 59,6% del totale); il conto sale a 72.068 se si considerano anche le attività per le quali è prevista la possibilità di fare consegne a domicilio.

 

La stima della perdita di fatturato che le imprese artigiane piemontesi subiranno in questo mese di chiusura a causa del Coronavirus (dal 12 marzo al 13 aprile 2020), ammonta almeno a 662 milioni di euro.

 

La stima è stata costruita a partire dal fatturato di ciascun settore ATECO, calcolando la perdita sulla base dei giorni di chiusura di ciascuna attività a partire dal 12 marzo fino al 13 aprile 2020. I dati sono forniti dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre.

 

I comparti più colpiti sono anche quelli più rappresentativi di tutto il settore: le costruzioni, la manifattura (metalmeccanici, legno, chimica, plastica, tessile-abbigliamento, calzature, etc.) i servizi alla persona (acconciatori, estetiste, calzolai, etc.), la pasticceria ecc.

 

“La pandemia si sta portando via quello che resta delle micro imprese artigiane, già duramente provate da un decennio di crisi – dichiara Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – le pasticcerie e cioccolaterie artigianali hanno dovuto tenere chiusa la saracinesca proprio in uno dei periodi dell’anno più propizio. L’edilizia, che rappresenta numericamente il comparto più importante delle imprese artigiane, non può lavorare perché non è in grado di garantire gli standard previsti per la sicurezza, le imprese del benessere sono state tra le prime ad essere penalizzate, a fronte di un esercito di abusivi che, invece, lavora indisturbato ecc. Gli incassi sono azzerati, gli affitti delle botteghe e dei capannoni vanno comunque pagati, e la conseguenza di queste chiusure forzate è verosimile che comporterà entro quest’anno, la chiusura di tante imprese artigiane”.

 

Una situazione, quella che sta vivendo l’artigianato in queste settimane, molto difficile e che si sovrappone ad un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Tra il 2009 e il 2019, infatti, le aziende artigiane che in Piemonte hanno chiuso definitivamente sono state 20.673, pari al -15,2 %. Se nel 2009 lo stock era pari a 136.015, al 31 dicembre dell’anno scorso il numero è sceso a 115.342.

 

A fronte delle difficoltà che certamente si intensificheranno nei prossimi mesi, c’è un elenco di vecchi mestieri artigiani che, già in forte agonia, rischiano di scomparire definitivamente, o professioni che sono in via di estinzione a causa delle profonde trasformazioni tecnologiche in atto, come l’arrotino, il barbiere, il calzolaio, il canestraio, il ceraio, il cordaio, il vetraio ma anche il fotografo, il legatore, il guantaio, il materassaio, il mugnaio, l’ombrellaio, il sellaio ecc.

 

“La città di Torino sta perdendo lentamente i vecchi mestieri, che rischiano l’estinzione – continua  De Santis – tutto questo incide non solo sull’aspetto economico ma anche su quello sociale, perché in questo modo si interrompe la trasmissione di quel patrimonio di saperi e competenze che vengono irrimediabilmente perdute”.

 

“La chiusura di ogni singola bottega – prosegue De Santis – incide anche a livello sociale, perché ogni impresa, con la sola presenza, svolge il preziosissimo compito di presidiare il territorio assicurando, ai cittadini, una forma di sicurezza. Dove non ci sono botteghe, dove non c’è artigianato e commercio, ecco che potrebbe aprirsi la via al degrado e al malaffare”.

 

“Dobbiamo essere tempestivi e concreti per evitare che dall’emergenza sanitaria si passi a un’emergenza sociale – commenta De Santis – e il Piano Straordinario per la Liquidità delle Imprese, dell’ingente erogazione di credito, con la garanzia dello Stato, varata dal Decreto del Presidente del Consiglio, va nella direzione giusta per consentire la ripresa. Non va bene però che le imprese che avranno necessità di accedere a importi superiori a 25 mila euro, debbano fare in banca la trafila degli ordinari esami di sostenibilità economico finanziaria e di verifica andamentale. Cosa c’è di ordinario e normale in questi giorni, in queste settimane? “

“Dobbiamo essere messi nelle condizioni, in maniera semplice e diretta, di poter garantire il posto di lavoro ai nostri collaboratori e sostenere le nostre famiglie – conclude De Santis – Finita l’emergenza sanitaria non vorremmo assistere ad episodi estremi, come quello dei sucidi di imprenditori che non avevano retto le conseguenze della crisi durata per un decennio”.

 

 

 

 

 




Cirio: “Guardiamo al 4 maggio con positività e speranza”

Il presidente Alberto Cirio guarda alla data del 4 maggio “con grande positività e speranza. Lavoriamo per avere quel giorno davvero la possibilità di ripartire.

Ma questa è un’emergenza sanitaria, per cui ripartiremo soltanto quando ce lo diranno i dati dei sanitari, dei medici, degli scienziati.

E il giorno dopo non sarà più come prima: sarà una nuova normalità con cui dovremo confrontarci e con cui dovremo imparare a convivere. Dovremo accettarla, cambieranno alcune nostre abitudini, si introdurrà qualche nuova regola, ma ci permetterà di ripartire. I prossimi giorni saranno decisivi”.

Nella diretta Facebook di ieri sera il presidente Alberto Cirio ha ammonito che “la questione dell’orto non diventi la scusa per andare nella propria seconda casa, mi affido al buonsenso di tutti. Attenzione: l’orto non può essere il giardino della seconda casa, bisogna essere molto chiari. L’orto è solo quel piccolo fazzoletto di terreno che uno coltiva per il proprio sostentamento. Questo si può fare. Abbiamo fatto tanti sacrifici, stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel anche se l’attenzione deve rimanere alta e dobbiamo sopportare ancora le misure di contenimento perché tutto possa passare più in fretta”.

Inoltre Cirio ha annunciato su Facebook che “i laboratori di Cuneo, dell’Amedeo di Savoia di Torino e dell’Università del Piemonte orientale hanno già effettuato una serie di test per creare un protocollo piemontese da sottoporre allo Stato per la validazione dei sierologico e nei prossimi giorni avremo novità importanti. I test sierologici sono un tema delicato, purtroppo non è ancora arrivata una parola chiara da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, e questo è un peccato. Il test dà la patente di indennità a chi ha già fatto la malattia. Chi ce l’avrà potrà tornare al lavoro prima e muoversi con maggiore sicurezza”.




Usura, allarme per la Fase 2

Rischio indebitamento e possibilità di ricorso a prestiti d’usura, soprattutto all’inizio della fase 2. Quando le attività ripartiranno, alcune a corto di liquidità, il pericolo sarà concreto e attuale. Questa la conclusione dei lavori dell’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura estorsione e sovra indebitamento, che si è riunito ieri in un incontro in videoconferenza.

Le stime di Ires, pur in assenza di dati ancora certi, è che l’aumento di persone a rischio sia nell’ordine di 1 a 10. Hanno partecipato diverse associazioni ed enti coinvolti nel progetto, come Libera, appunto Ires, Usr, Federconsumatori e diverse Fondazioni (San Matteo, La Scialuppa, Operti), oltre a esperti del settore.

Secondo Libera, “La criminalità organizzata si sta attrezzando per sostituire il welfare che non arriva”. In generale, di fronte alle pesanti ricadute finanziarie che l’emergenza Coronavirus ha sulla società, l’Osservatorio del Consiglio regionale intende rispondere diffondendo capillarmente la conoscenza dei molteplici strumenti capaci di difendere i più deboli dalle offerte degli usurai. Una campagna di comunicazione che sarà rivolta particolarmente ai soggetti più deboli economicamente.

La seduta straordinaria dell’Osservatorio è stata coordinata dai due consiglieri delegati dall’Udp, Giorgio Bertola e Gianluca Gavazza.

“L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando con il conseguente lockdown di tutte le attività ha creato purtroppo uno nuovo spazio di azione per la criminalità organizzata che svolge attività usurarie e una maggiore facilità di infiltrazione nelle imprese – ha affermato Bertola. Allo stesso tempo sono calate drasticamente le richieste di aiuto dei cittadini coinvolti a causa proprio della difficoltà attuale di raggiungere gli enti e le associazioni che offrono soccorso e sostegno. In questo contesto l’attività dell’Osservatorio del Consiglio regionale è ancora più preziosa sia per esaminare l’andamento del fenomeno sia per proporre soluzioni resilienti e diffondere le informazioni tra i cittadini.”

“L’usura è una seconda pandemia – ha spiegato Gavazza – . Se fino all’anno scorso risultavano a rischio povertà soprattutto gli anziani, oggi l’indice di rischio povertà è quello economico e tocca soprattutto le famiglie. Bisogna diffidare dall’amico buono che propone un aiuto immediato pensando che tanto non appena si riprende a lavorare, si restituisce tutto subito e si salva l’azienda. Quell’amico al tempo della pandemia si trasformerà in nemico nella normalità che proporrà di cedere l’azienda, lasciandola guidare al diretto interessato che diventerà un impiegato con il minimo dello stipendio e il massimo dei rischi. Sappiamo bene che questo fenomeno esiste da tantissimo tempo, da sempre. Ma mai come oggi dobbiamo impegnarci, anche come Osservatorio, non solo con un grande lavoro di sensibilizzazione e informazione, con tutti i limiti dovuti alla quarantena e alla mancanza di contatto umano, ma dobbiamo anche cercare di alleggerire quella burocrazia dei pagamenti da parte degli Enti pubblici che spesso per le imprese diventano una maledizione”.

Pur in assenza di dati precisi, la sensazione diffusa tra i componenti dell’Osservatorio, operatori qualificati di fondazioni ed enti che si occupano delle vittime dell’usura, è come detto che la platea dei potenziali soggetti a rischio è in forte aumento. Si teme soprattutto in vista della cosiddetta “fase due” nella quale probabilmente molti lavoratori, sia autonomi sia dipendenti, potrebbero rimanere senza introiti o con entrate minime, per mancanza di lavoro.