Epatite c, in Piemonte stanziati 5,6 mln di euro per il 2021/22

“L’Organizzazione mondiale della sanità prevede di eliminare l’epatite C entro il 2030. Ciò significa diagnosticare almeno il 90% dei pazienti eleggibili. In considerazione dell’obiettivo che si è posta l’Oms, in Italia è stato emanato un Decreto-legge che permetterà di far arrivare in Piemonte, nei prossimi due anni, 5,6 milioni di euro. In dettaglio, 2,3 milioni nel primo anno e 3,3 milioni di euro nel secondo“.
Lo ha affermato il Dottor Cosimo Colletta, Referente Epatologia Centro COQ, Ospedale di Omegna, in occasione del corso di formazione ECM sulla gestione dei tossicodipendenti con epatite C, organizzato dal provider Letscom E3 con il contributo non condizionante di AbbVie.
Il corso, dal titolo ‘La rete dei servizi nella lotta all’HCV tra i pazienti in carico al Ser.D. – L’esperienza della ASL Verbano Cusio Ossola’, rientra nell’ambito di ‘Hand – Hepatitis in Addiction Network Delivery’, il progetto di networking a livello nazionale patrocinato da quattro società scientifiche (SIMIT, FeDerSer.D., SIPaD e SITD) che dal 2019 coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i Centri di cura per l’HCV afferenti a diverse città italiane.
Il Dottor Colletta ha fornito la ricetta per utilizzare al meglio i fondi destinati alla regione Piemonte, spiegando che “l’obiettivo è ridurre l’incidenza.
Dobbiamo dunque indirizzare le risorse allo screening ma, allo stesso tempo, differenziare i percorsi di diagnosi e cura. Tra l’altro, il Decreto prevede lo stanziamento di questi fondi per lo screening verso tre differenti categorie: i nati tra il 1969 ed il 1989, tra cui anche gli stranieri temporaneamente presenti (Stp), i Ser.D. e la popolazione carceraria”.
Colletta ha poi sottolineato la necessità di differenziare i percorsi di diagnostica e cura. Il medico ha informato che “per la prima coorte, cioè quella ’69-89′, indubbiamente una parte delle risorse andrà riservata alle attività di chiamata attiva. Ogni incontro che poi questi soggetti avranno con la struttura sanitaria, dal Pronto soccorso al Day hospital fino ad una visita ambulatoriale, dovrà diventare un’occasione per eseguire lo screening.
Per i Ser.D. e le carceri, invece, bisognerà privilegiare l’esecuzione di test rapidi, proprio per evitare quello che in questi anni è accaduto: attualmente lo screening in questi centri è infatti limitato al 25% dei soggetti afferenti. In regione Piemonte ci sono infatti 13.000 soggetti afferenti ai Ser.D. ma, purtroppo, solo il 25% è stato testato. Infine, una parte di questi contributi sicuramente dovrà essere concentrata su campagne di informazione, da realizzare attraverso opuscoli e social media, proprio per concentrarsi sull’importanza dello screening e della diagnosi precoce”.
Ha partecipato al corso anche il Dottor Angelo Bove, Dirigente Medico, SOC Ser.D. – ASL VCO, che si è soffermato sui test rapidi, definendoli una vera e propria “carta vincente perché- ha detto- noi li utilizziamo dallo scorso mese di aprile e abbiamo visto praticamente raddoppiare lo screening. Se pensiamo che nel 2020, con il dosaggio degli anti HCV e la conferma HCV RNA ne abbiamo testati il 38%, per un totale di 327 pazienti, quest’anno, dopo quattro mesi di utilizzo dei test rapidi, abbiamo già testato 177 pazienti, una percentuale molto alta che ci indica che stiamo percorrendo la strada vincente”.
Secondo il Dottor Bove “sarebbe importante potenziare i servizi territoriali anche dal punto di vista della diagnosi e del trattamento. Indirizzarsi, cioè, verso lo schema del ‘Test and treat’: testare il paziente all’interno dello stesso sistema e arrivare al trattamento in poche ore. Questo vuol dire che avremo una compliance sicuramente molto più elevata da parte dei pazienti, che non saranno più ‘inviati’ ai vari servizi”.
Secondo il Dottor Bove “questi finanziamenti arrivano al momento giusto ma- ha tenuto a precisare- devono anche essere distribuiti ai vari servizi, perchè questo potrebbe permettere di implementare una serie di funzioni all’interno dei nostri stessi servizi, come quello del dosaggio dell’HCV RNA direttamente, poter contare su personale dedicato e, infine, aumentare il numero dei centri prescrittori”.
Il Dottor Bove ha poi reso noto che “i pazienti che nel 2020 hanno afferito alla nostra struttura sono stati circa 870, di cui 329 positivi per HCV RNA, dunque circa il 38% dei nostri pazienti. Una percentuale che correla con i dati nazionali, dove le percentuali oscillano tra il 40 ed il 60%”.
Il Dirigente Medico, SOC Ser.D. – ASL VCO si è infine soffermato sui trattamenti ed ha sottolineato che “stanno funzionando molto bene, perchè abbiamo quasi il 100% di pazienti guariti, ossia su 80 pazienti trattati solo due sono risultati ‘drop out’, hanno cioè abbandonato il trattamento. Dunque, i farmaci di seconda generazione sono davvero la carta vincente per l’eradicazione dell’epatite C”.
Il Dottor Colletta ha proseguito spiegando che “per quanto riguarda il Piemonte, si stima che almeno il 60/70% dei trattamenti siano stati effettivamente già svolti. Tuttavia, nel 2020, in termini di farmaci antivirali abbiamo avuto una flessione della spesa pro capite del 70% rispetto al 2019. E questo soltanto in parte deve essere ricondotto alla riduzione del costo medio di questi farmaci ma purtroppo gran parte è addebitabile alla riduzione di trattamenti avviati. L’impatto della pandemia da Covid-19 ha determinato da un lato la riconversione dei reparti ospedalieri, dall’altro una maggiore difficoltà di individuare pazienti che, per lo più, sono asintomatici.
Il Dottor Colletta ha infine precisato che “negli ultimi sei anni presso il nostro Centro qui ad Omegna sono stati trattati 1.500 pazienti, con risultati eccellenti, il 98% dei quali ha conseguito l’eradicazione dell’infezione. Negli ultimi tre mesi abbiamo inoltre assistito ad un recupero, ad un aumento dei trattamenti richiesti, grazie soprattutto a questi progetti locali che hanno consentito di implementare, attraverso test rapidi, l’attività di screening. Su questo dato si basa la nostra convinzione di partecipare attivamente al progetto nazionale per l’eliminazione dell’epatite C. La platea degli eleggibili in Piemonte è di 1 milione e centomila soggetti e sarà dunque molto importante stratificare le risorse”, ha concluso.



A Rivara è tempo di fiera autunnale

Nonostante le difficoltà dovute all’incertezza sulle normative anti Covid-19, a Rivara il Comune, la Pro Loco e le altre associazioni locali sono riusciti ad organizzare la 152ª Fiera Autunnale, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino. Gli eventi si aprono sabato 11 settembre alle 15 nel parco di Villa Ogliani con il pomeriggio dedicato al Palio dei Rioni.

A seguire, alle 17 nelle ex serre della storica villa si inaugura la mostra “Tutti i colori di Giacomo Savattone”, dedicata all’artista rivarese ad un anno dalla sua scomparsa. Alle 18 si inaugura la mostra “R-esistiamo”, con le immagini scattate da Piero Nizzia nell’ospedale di Cuorgnè nel periodo più buio della pandemia. In piazza Martiri della Libertà alle 19,30 la Pro Loco propone “Gnocco fritto in piazza”.

La giornata dedicata alla Fiera Autunnale è quella di mercoledì 15 settembre, con il mercato fieristico allestito nel parco di Villa Ogliani e nelle piazze Martiri della Libertà e Benevenuta a partire dalle 8 del mattino. La rassegna zootecnica si svolge nel parco di Villa Ogliani. Alle 21,15 nel campo sportivo di via Pertusio è in programma uno spettacolo pirotecnico, mentre alle 22 il Palio dei Rioni propone la staffetta a coppia in carriola.

Domenica 19 settembre alle 14 è in programma la corsa ciclistica del Memorial Francesco Data, valida per la classifica del campionato provinciale della categoria Allievi. Organizzano il Velo Club Eporediese e Data Officine. Alle 21 nel parco di Villa Ogliani è invece in programma la proiezione del film “Lui è mio padre”. L’introduzione e il dibattito finale saranno in compagnia del regista Roberto Gasparro. Per partecipare alla serata occorre prenotare telefonicamente ai numeri 0124-31114 o 335-275416.




Covid, in Piemonte terapie intensive in aumento

“Sono 651 i posti letto di terapia intensiva al momento presenti in Piemonte e oltre un centinaio verrà attivato al più tardi entro un anno”. Lo ha dichiarato il coordinatore dell’Area sanitaria dell’Unità di crisi Emilpaolo Manno nel corso della seduta della Commissione Sanità dedicata a un approfondimento sull’argomento.

“Alle 327 terapie intensive ‘storiche’ – ha spiegato Manno – si sono in questi mesi aggiunti 164 posti letto quiescenti che non derivano da riconversioni ma dalla quota letti prevista nel Piano Arcuri (che ne prevede complessivamente 299) e da letti allestiti e non occupati nei vari ospedali, nonché da 160 posti letto funzionali predisposti e finanziati con fondi regionali. Un numero che dovrebbe permettere di affrontare con relativa tranquillità la quarta ondata di pandemia, dal momento che al 31 marzo 2020 (prima ondata) i posti occupati erano 459, al 22 novembre 2020 (seconda ondata) 414 e al 22 marzo 2021 (terza ondata) 364”.

“Dei pazienti Covid attualmente ricoverati in degenza ordinaria – ha aggiunto – il 67% non è vaccinato o ha ricevuto una sola dose, mentre il 33% ha ricevuto la vaccinazione completa; di quelli in terapia intensiva, invece, il 70% non è vaccinato o ha una sola dose e il 30% lo è, ma si tratta di pazienti con patologie pregresse”.

Ai componenti del gruppo Pd Manno ha risposto che “si auspica, con la quarta ondata, di non creare nuovi Covid Hospital ma s’intende tutelare le attività ad alta specializzazione di ogni Azienda per non bloccare ulteriormente le liste d’attesa”.

Al capogruppo di Luv ha espresso la necessità di “prestare attenzione alle fasce più giovani della popolazione per cercare di evitare il più possibile che vengano ricoverati in ospedale”.

Al presidente della Commissione (Lega) e al M5s ha spiegato che “la disponibilità di terapie intensive consentirà, anche dopo la pandemia, di fare un’analisi dei bisogni regionali e potrà consentire, sugli esempi israeliano e svedese, di mantenere posti perfettamente funzionali da attivare celermente in caso di bisogno”.

La Commissione ha poi iniziato l’esame delle Proposte di legge su prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare, presentate rispettivamente dai gruppi Pd e Moderati.

Su proposta dei primi firmatari si è stabilito di procedere alla costituzione di un gruppo di lavoro – presieduto dal presidente della Commissione e a cui prenderà parte anche l’Assessorato alla Sanità – per affrontare i nodi critici rilevati da associazioni ed enti interessati nel corso delle consultazioni on line che consenta di arrivare a un testo condiviso da tutte le forze politiche.




Felici:”L’artigianato piemontese nutre ancora preoccupazioni sulla possibilità di una piena ripresa”

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte pubblica il compendio dati del primo semestre 2021 riguardante gli indicatori principali che caratterizzano il trend del comparto artigiano piemontese.

Dalle indagini congiunturali trimestrali realizzate da Confartigianato Imprese Piemonte nell’ultimo trimestre 2020 e nei primi tre del 2021 emerge il perdurare di un certo pessimismo, dovuto alla situazione di preoccupazione e disagio conseguenti alla pandemia da Covid–19 il cui impatto sull’economia, oltre che sulla sanità, non può ancora dirsi superato.

“L’artigianato piemontese –commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte– nutre ancora preoccupazioni in ordine alla possibilità di una totale ripresa. La chiave per la ripartenza è ora legata all’impiego corretto delle ingenti risorse del Recovery Fund e di riforme strutturali degli ammortizzatori sociali, del mercato del lavoro e della burocrazia che tengano conto delle piccole e medie imprese, che costituiscono il 98 per cento del tessuto produttivo del nostro Paese”.

“Il credito –continua Felici– si conferma strategico per le micro e piccole imprese. Infatti a livello territoriale, in merito al costo del credito, nel primo trimestre 2021 il tasso d’interesse pagato dalle imprese in Italia è del 3,51%. Le imprese del Mezzogiorno pagano un tasso di interesse del 4,77%, 126 punti base sopra il 3,33% del Centro-Nord. Nel dettaglio regionale i tassi più alti si rilevano in Calabria (6,54%, + 303 punti base), Molise (5,67%, + 216 punti), Sardegna (5,24%, + 173 punti), Sicilia (5,11% + 160 punti). Credito relativamente meno costoso in Trentino-Alto Adige (2,92%, – 59 punti sotto la media), Lombardia (3,10%, -41 punti), Veneto (3,13%, – 38 punti).  In Piemonte il valore è 3,41%, – 42 punti”.

In base ai dati dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 30 giugno 2021, le imprese artigiane piemontesi ammontavano a 117.315; secondo le previsioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte nel secondo semestre dell’anno 2021 è stimabile una piccola riduzione di imprese molto contenuta pari a 20 unità produttive.

Dal monitoraggio dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, aggiornato al 31 agosto 2021, risulta che gli apprendisti, rispetto ai 20.116 del 2020 sono 16.833, confermando, dopo i quattro anni di crescita (dal 2016 al 2019), una sensibile riduzione, imputabile in gran parte alla situazione pandemica, che ha ridotto le opportunità occupazionali anche per gli apprendisti.

Al 30 giugno 2021 l’occupazione nell’artigianato in Piemonte si posiziona sulle 238.298 unità lavorative, di cui 130.717 autonomi e 107.581 dipendenti; nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita complessiva, nel periodo preso in esame, di 75.235 posti di lavoro.

Il miglioramento della situazione sanitaria, conseguente all’avvicinarsi dell’immunità di gregge dovuta al successo della campagna vaccinale, anche a causa della progressiva estensione del green pass, comincia a produrre effetti positivi sull’economia. Secondo le stime OCSE si prevede che l’economia italiana recuperi i livelli del 2019 entro la prima metà del 2022, dopo una crescita stimata per quest’anno al 5,9%, mentre il debito pubblico salirà quasi al 160% del PLI nel 2021.

“Un ulteriore elemento di criticità per le imprese –conclude Felici– è costituito dai ritardi nei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni. Infatti ben il 60,2% dei Comuni italiani non rispetta il termine di legge di 30 giorni per pagare le aziende fornitrici di beni e servizi.  Nel 2020 i debiti commerciali della PA verso i fornitori privati sono saliti a 58 miliardi, con un aumento di 4 miliardi rispetto al 2019. I debiti della Pubblica Amministrazione sull’economia nazionale pesano per 3,1 punti di PIL a fronte della media europea dell’1,7. I ritardi nei pagamenti peggiorano le condizioni dei piccoli imprenditori, che hanno già dovuto fronteggiare le difficoltà economiche derivanti dalla pandemia. Si auspica quindi che le riforme legate al PNRR contribuiscano anche ad accelerare i tempi di pagamento della PA, in modo da non superare il termine dei 30 giorni”.




CCIAA: Il territorio di Alessandria e Asti: boom dell’export nel 1° semestre 2021

Con la riforma del sistema camerale, a quasi un anno dalla nascita della nuova Camera di commercio di Alessandria – Asti, sono numerose le iniziative e i progetti avviati sui territori delle due province. 

La nuova Camera di commercio alla data del 30 giugno 2021 conta oltre 65.000 aziende iscritte al Registro delle Imprese, il 15,2% del tessuto imprenditoriale regionale e l’1,07% di quello nazionale. Il tessuto imprenditoriale assorbe oltre 171.000 lavoratori di cui 48.000 in qualità di collaboratore familiare e 123.000 in qualità di addetti subordinati. 

La struttura aziendale è molto parcellizzata, con il 70,6% delle aziende che ha al massimo un addetto, il 29% che si colloca nella fascia da 2 a 49 addetti e soltanto lo 0,5% che ha da 50 addetti in su.

Il “peso” della componente di piccole e medie imprese è molto importante, non solo in Italia, ma anche all’interno dello scenario economico e produttivo internazionale. Emerge infatti che nell’area dell’OCSE (37 Paesi distribuiti in vari continenti), le PMI sono i principali motori della produttività in molte aree e regioni e rappresentano circa il 60% dell’occupazione complessiva e tra il 50% e il 60% del valore aggiunto prodotto.

Se da un lato la struttura imprenditoriale medio piccola ha dimostrato una maggiore capacità di adattamento e di flessibilità nel lungo periodo di crisi congiunturale che ha caratterizzato l’economia del nostro Paese, dall’altro lato la dimensione medio-piccola può essere un fattore di debolezza in quanto le imprese hanno minore capacità di controllo dei mercati, sono più vulnerabili ai processi evolutivi in atto, hanno più difficoltà ad attuare significativi processi di innovazione e a raggiungere volumi produttivi sufficienti a coprire la domanda internazionale.

Sotto il profilo settoriale emerge la seguente distribuzione imprenditoriale:

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                             Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Infocamere

Le imprese che operano nel settore agricolo sono poco più di 13.300 e rappresentano circa il 20% del totale, quasi il doppio rispetto alla media regionale e nazionale che si attesta intorno al 12%. La vitivinicoltura è il settore più rilevante con circa 4.800 imprese e impiega circa il 38% dei lavoratori complessivi del comparto.

A seguito dell’aggregazione, il territorio di competenza della Camera di commercio di Alessandria-Asti comprende il 59% della superficie vitata e della produzione di vino del Piemonte (superando la provincia di Cuneo). La superficie coltivata a vite delle due province, con riferimento all’anno 2020, è pari a 24.710 ettari. La produzione totale di uva supera i 2 milioni 100 mila quintali, corrispondenti a una produzione vinicola di oltre 1 milione e 500 mila ettolitri, il 59% della produzione piemontese. 

 Ciò che caratterizza in particolare il distretto aggregato è l’elevata qualità, con oltre il 76% della produzione rappresentata da vini DOC e DOCG. Sono 10 le DOCG e 20 le Doc dell’area che spaziano dalla Barbera al Gavi, dal Grignolino al Cortese, dal Moscato alla Freisa e che fanno della Camera di commercio di Alessandria-Asti la prima in Italia in tema di vitivinicoltura.

Produzione vitivinicola Alessandria – Asti annata 2020
   Vini DOC

e DOCG

Vini da tavola totale
Superficie (ha)  21.012 3.698 24.710
Produzione uve (q)  1.620.920 507.144 2.128.064
Produzione vinicola (hl)  1.151.726 363.576 1.515.302

Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Istat e Regione Piemonte – anagrafe unica delle aziende agricole

La vitivinicoltura caratterizza le due province non soltanto sul piano economico, ma anche sotto il profilo della cultura, delle tradizioni e della caratterizzazione del paesaggio. Nel 2014 l’area del Monferrato (che si sviluppa tra Alessandria e Asti), con le Langhe ed il Roero, è entrata a far parte della World Heritage List Unesco. Il riconoscimento al “Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” ha inteso tutelare l’insieme geografico-sociale e culturale di una zona tra le più integre d’Italia, dove da secoli il territorio viene plasmato dall’uomo e dalla coltivazione della vite. 

Il valore aggiunto prodotto dal settore agricolo nel 2018 (ultimo dato disponibile), pari 424,2 milioni di euro, rappresenta soltanto il 2,6% del totale e risulta particolarmente contenuto se rapportato al fatto che le imprese agricole costituiscono un quinto dell’intero sistema imprenditoriale. Le motivazioni sono differenti. La redditività in agricoltura è condizionata da molteplici fattori che spesso sfuggono al controllo degli imprenditori. Il mercato è instabile e i prezzi dei prodotti non sono sufficientemente remunerativi poiché risentono degli effetti della globalizzazione, della forte concorrenza di vecchi e nuovi esportatori, dell’evoluzione dei consumi, delle sperequazioni all’interno della filiera (cresce il potere contrattuale della catena distributiva a scapito della componente agricola e di quella della trasformazione). Anche i cambiamenti climatici hanno effetti rilevanti in tal senso.  

Il settore agroalimentare ed enologico riveste un ruolo di primo piano, non solo in ambito agricolo, ma anche in quello manifatturiero. Sono oltre 850 le imprese dell’agroindustria a cui si aggiungono, ragionando in termini di filiera, le imprese del comparto dell’enomeccanica e quelle di installazione e manutenzione macchine, per un totale di 1.700 aziende e oltre 12.000 addetti. Va ricordato che in provincia di Asti, nell’area a Sud di Asti, si è sviluppato, a partire dagli anni ’60, il distretto industriale dell’enomeccanica specializzato nella produzione di macchinari e attrezzature in grado di supportare ogni fase della produzione vitivinicola: dai macchinari per l’agricoltura alle linee di imbottigliamento, dalle etichettatrici agli imballaggi.

Il valore aggiunto prodotto dall’industria in senso stretto per l’anno 2018 (ultimo dato disponibile) ha raggiunto 3.748 milioni di euro, corrispondenti al 23,2% del valore aggiunto totale.

Il settore turistico è un comparto che nel corso dagli anni ha registrato dati in costante crescita. Purtroppo il settore è stato fortemente penalizzato dalla pandemia, ma il periodo estivo ha dimostrato buone capacità di ripresa, con il ritorno di numerosi turisti stranieri interessati a vacanze all’aria aperta, lontano dalle mete troppo affollate. Le imprese turistiche sono 4.300, più del 90% riferite ad attività di ristorazione. Grazie all’impegno degli operatori nella ricerca della qualità attraverso l’utilizzo di materie prime eccellenti e la valorizzazione delle antiche ricette della tradizione piemontese, il territorio è diventato un punto di richiamo per gourmet e appassionati del buon bere e della buona cucina. 

Il valore aggiunto prodotto dai settori commercio e turismo ammonta a 4.024,2 milioni di euro e rappresenta il 25% del totale territoriale.

Il commercio con l’estero

Dai dati appena resi disponibili dall’lstat, il valore delle esportazioni nel 1° semestre 2021 con riferimento al territorio aggregato di Alessandria e di Asti ha sfiorato i 4.625 milioni di euro, a fronte di importazioni per 2.514 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale risulta pertanto positivo per 2.111 milioni di euro, registrando un incremento di 467 milioni di euro rispetto ai primi sei mesi del 2020.

Nel 1° semestre, nonostante i problemi collegati alla terza ondata epidemiologica, il commercio con l’estero delle province di Alessandria e Asti ha evidenziato un trend in forte crescita registrando un aumento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente del 32,5% per le esportazioni e del 36% con riferimento alle importazioni. Guardando ai dati delle singole province l’export astigiano è cresciuto del 44%, mentre quello alessandrino si è attestato a + 26,6%. I risultati conseguiti da Asti e Alessandria, per quanto siano ancora leggermente inferiori ai volumi delle transazioni del periodo pre-Covid, sono superiori alla media regionale che si attesta intorno a un +30% sia per l’import che per l’export e alla media nazionale (+24%).

ALESSANDRIA ASTI  PIEMONTE  ITALIA 
IMPORTAZIONI (in milioni di euro)  2.514 17.158 221.398
Variazione % rispetto al 1° sem. 2020  +36,1% +30% +24,1%
ESPORTAZIONI (in milioni di euro)  4.625  24.035 250.099
Variazione % rispetto al 1° sem.2020 +32,5% +29,5 +24,2%
Saldo BILANCIA COMMERCIALE

(in milioni di euro)

+2.111  +6.877 +28.701

     Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Istat

Pressoché tutti i settori hanno evidenziato dati in sensibile crescita. Il volume di vendite oltre confine di vino e distillati si è attestato a 377,5 milioni di euro, con un’incidenza dell’8% sul totale dell’export delle due province e una variazione del +24% rispetto al primo semestre 2020. Gli Stati Uniti sono il partner commerciale più importante: nei primi 6 mesi dell’anno hanno acquistato dalle aziende astigiane e alessandrine prodotti alcolici per oltre 113 milioni di euro, con un incremento del 67% rispetto allo stesso periodo 2020. Seguono, in ordine per volume d’affari, la Germania (55 milioni di euro, +13%), la Francia (18 milioni di euro, -18%), il Regno Unito (16 milioni di euro, –21%), il Belgio (13 milioni di euro, -19%), la Svezia (10 milioni di euro, +42%), la Polonia, la Danimarca e la Svizzera con oltre 9 milioni di euro e acquisti in crescita rispettivamente del 61%, 52% e 15%. Tra i Paesi che, pur con volumi più ridotti, hanno visto crescere sensibilmente la domanda di vino abbiamo la Croazia (+265%), la Lituania (+198%), gli Emirati Arabi (+193%), la Romania (+147%), la Corea del Sud (+112%) e la Cina (+69%).

Guardando agli altri prodotti, risultano particolarmente richiesti all’estero i macchinari e le apparecchiature, tra cui quelli dell’enomeccanica, che, con vendite per 727 milioni di euro incidono per il 16% sull’export totale segnando un incremento del 42% rispetto al 2020, l’oreficeria con un volume di export intorno ai 700 milioni di euro, pari al 15,1% del totale e con un incremento del 36% sull’anno precedente, i prodotti chimici (630 milioni, +16%), i prodotti metallurgici (554 milioni, + +60%), mezzi di trasporto, parti e accessori per autoveicoli (538 milioni, +47%), articoli in gomma e materie plastiche (352 milioni, +20%).

Commercio con l’estero – Confronto prodotti esportati 1° semestre 2021/2020

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Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Istat

Analizzando la destinazione dei prodotti, l’Europa, con 2.927 milioni di euro, assorbe più del 63% dell’export delle province di Asti e Alessandria, confermandosi quale principale bacino di riferimento. In ambito europeo i principali partner commerciali sono la Germania (558,6 milioni di euro, +33%), la Francia (555 milioni, +119%), l’Irlanda (259 milioni, +177%), la Spagna (201 milioni, +108%), la Turchia (164 milioni, +110%), il Regno Unito (129 milioni, +80), la Polonia (126 milioni, +132%) e la Svizzera (122 milioni, +93%).

Il mercato americano ha acquistato beni per 1 miliardo 26 milioni di euro, di cui 434 milioni assorbiti dagli Stati Uniti, 373 dal Brasile e 116 dal Messico. Nel continente asiatico sono stati esportati prodotti per 549 milioni di euro, il 29% in più rispetto allo stesso periodo 2020. I principali Paesi partner in Oriente sono la Cina che ha acquistato prodotti per 131 milioni di euro (+137%), Hong Kong (130 milioni, +158%), l’India (62 milioni, +172%), il Giappone (56 milioni, +75%).

L’export verso l’Africa ammonta a 98 milioni di euro (+16,6%). In Oceania sono state vendute merci per 25 milioni di euro, che rappresentano soltanto lo 0,5% del totale, con una contrazione del 5% rispetto all’anno precedente.

Commercio con l’estero: i principali Paesi di destinazione

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            Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Alessandria-Asti su dati Istat

 




Anche il Comune di Busca riduce la TARI per le “utenze non domestiche”

Era stata una delle richieste espresse da Confartigianato alla Politica in fase di definizione del DL Sostegni bis e il risultato non si era fatto attendere. Nel decreto, infatti, erano stati stanziati 600 milioni di euro (per l’anno 2021), finalizzati alla concessione da parte dei Comuni di una riduzione della TARI (Tassa rifiuti) per le attività chiuse per emergenza sanitaria. 

A seguito della pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale Confartigianato Cuneo aveva scritto a tutti i Comuni della Granda sollecitando l’applicazione della nuova normativa, quale importante segnale a sostegno delle imprese del territorio impegnate nel difficile percorso della ripartenza.

Ora anche il Comune di Busca ha recepito l’appello e ridotto il costo della Tari per le utenze non domestiche. Importanti le percentuali di sconto. Gli uffici comunali hanno inviato alle aziende apposita comunicazione con il modello predisposto per la richiesta del parziale rimborso. Le istanze dovranno essere presentate entro il 29/10/2021.

«Le nostre istanze – spiega Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Cuneo – partivano dai “mancati sconti” che le imprese avrebbero dovuto leggere in bolletta e che già avevamo richiesto durante il primo lockdown del 2020 e deliberati da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ma che, purtroppo, non avevano trovato completa applicazione».

«Si tratta – aggiunge Michela Alladio, presidente di Confartigianato Cuneo – Zona di Dronero – di un importante risultato a favore delle imprese, per le quali la TARI può rappresentare un onere di migliaia di euro. L’applicazione degli sconti non poteva che essere la giusta ed equa soluzione per attività produttive chiuse che non avevano prodotto rifiuti per diversi mesi nel corso del 2020. Ringraziamo il Sindaco Marco Gallo e l’amministrazione comunale buschese per la grande disponibilità confermata anche in questa occasione».

«Apprendiamo con favore – conclude Luca Crosetto, presidente territoriale di Confartigianato Cuneo – della delibera del Comune di Busca, che si aggiunge a quelle di altri Comuni cuneesi e alla quale, auspichiamo, ne seguiranno altre. Più in generale continueremo ad impegnarci, ad ogni livello, per arrivare ad un più consistente alleggerimento della fiscalità a favore dell’intero mondo produttivo».




Deposito unico scorie nucleari, la città metropolitana di Torino sollecita Sogin Spa

La Città Metropolitana di Torino intende ulteriormente sollecitare alla Sogin spa una risposta alle osservazioni alla proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e al progetto preliminare per la collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari.

L’Ente di area vasta convocherànei prossimi giorni un videoincontro con i parlamentari piemontesi e con i vertici dell’amministrazione regionale, al termine del quale si terrà unaconferenza stampa, per illustrare le ulteriori iniziative volte ad ottenere in tempi certi una risposta alle centinaia di pagine di osservazioni tecniche presentate alla Sogin, che, al momento, non ha consegnato agli Enti locali interessati una serie di documenti tecnici citati nella Carta.

Il timore è che la mancata risposta alle osservazioni sia indicativa del fatto che la scelta del sito in cui collocare il deposito unico nazionale sia già stata fatta.

 




Felici (Confartigianato imprese Piemonte): “Basta vessilli ideologici, servono politiche attive”

 “Le buone notizie sul versante del Pil non devono alimentare facili illusioni ne’ farci dimenticare che l’economia reale è ancora in grande difficoltà ma devono essere l’occasione per una riforma complessiva delle politiche attive del lavoro, e fa davvero piacere sentire a Cernobbio il ministro dell’economia Daniele Franco promettere un ridisegno del carico fiscale “più favorevole ai fattori della produzione”, quindi riduzione del cuneo fiscale e meno tasse.

Il nostro auspicio è che si chiuda con i provvedimenti ‘bandiera’, come il Reddito di cittadinanza. Un provvedimento ideologico, che ha prodotto ben pochi risultati concreti, deludendo le aspettative iniziali. Occorre anche definire un programma pensionistico che realizzi davvero la staffetta generazionale che al momento non si è vista. I numeri impietosi ci raccontano una realtà con un tasso di sostituzione dello 0,45, come dire neanche mezzo giovane al posto di un anziano, ma generando un costo di circa 6 miliardi”.

“Il reddito di cittadinanza, fiore all’occhiello dei pentastellati e fortemente voluto dal ministro Di Maio, anziché abolire la povertà ha fatto accomodare i poveri sul divano, rivelandosi in troppi casi non una forma di protezione sociale ma un disincentivo al lavoro, senza peraltro riuscire ad intercettare i veri bisognosi. Disoccupazione e mancata crescita non possono essere affrontati con strumenti ‘sperimentali’ ma solo con politiche attive ben strutturate, investimenti e un taglio delle tasse, mettendo al centro le imprese. Siamo noi imprenditori che creiamo lavoro, non certo i navigator o simili, quindi è giunto il momento di deporre i vessilli ideologici e riconnettersi con la realtà”.




Confagricoltura Alessandria: le prime impressioni sulla vendemmia

Settembre, tempo di vendemmia. E’ ancora presto per effettuare un bilancio, ma è un buon momento per una panoramica sulla vendemmia del nostro territorio. Così, come ogni anno Confagricoltura Alessandria ha raccolto le prime testimonianze di dirigenti ed associati per ciascuna zona viticola della provincia.

Così commenta il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello: “Siamo nel periodo di raccolta dei vini bianchi, per cui non possiamo già dire che il nostro sia un resoconto sulla vendemmia 2021, ma si tratta delle prime impressioni dei nostri viticoltori, che si sono presi cura dei vigneti in questa annata agraria che si sta concludendo con la raccolta delle uve. A un primo acchito, la qualità sembra elevata mentre la quantità non abbonda”.

Il presidente Luca Brondelli prosegue: “Speriamo che sopraggiungano adeguate precipitazioni senza eventi estremi, che quest’anno sarebbero fondamentali, dopo la prolungata siccità, per garantire una equilibrata maturazione delle uve. Quest’anno purtroppo verrà ricordato dagli imprenditori agricoli per l’andamento meteorologico, contraddistinto da ogni possibile avversità: dall’inverno caratterizzato da temperature molto miti al gelo primaverile e ancora temporali con bruschi rovesci, trombe d’aria e grandinate violente, per arrivare alla elevata siccità estiva. Saranno premiati i produttori che avranno saputo gestire bene il vigneto durante tutto il corso della stagione”.




Unione industriale di Torino Hub del Forum organizzato da The European House-Ambrosetti

L’Unione Industriale di Torino partecipa alla 47esima edizione del Forum “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” che The European House – Ambrosetti organizza nei giorni 3, 4 e 5 settembre 2021 a Villa d’Este di Cernobbio.

La collaborazione, rinnovata dopo il successo del 2020, si inquadra nella rete di Hub italiani e internazionali – selezionati per la loro dinamicità e coinvolgimento nel proprio territorio. Gli ospiti seguiranno in diretta i lavori di Cernobbio dalla sede torinese di via Fanti.

In occasione del Forum, inoltre, l’Unione Industriale di Torino ospiterà il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, per un seminario incentrato sulla riforma della Pubblica Amministrazione.

 “Siamo lieti di collaborare nuovamente con The European House – Ambrosetti in occasione di questo tradizionale appuntamento – ha dichiarato Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino – In questo momento di grande complessità e incertezza, la partecipazione al Forum offre ai nostri imprenditori importanti e apprezzati spunti di riflessione sull’evoluzione degli scenari globali e della nostra economia. Quello che stiamo vivendo è un passaggio cruciale per il futuro dell’Italia: gli investimenti e le riforme previsti dal PNRR costituiranno le basi per una crescita solida, così da essere ancora più competitivi nel mercato globale. In questo senso, siamo onorati dell’intervento del Ministro Brunetta, che ha un compito delicatissimo: il percorso di innovazione della Pubblica Amministrazione oggi è un tema chiave per dare nuovo impulso allo sviluppo del nostro Paese”.