Confagricoltura Piemonte ha iniziato la rilevazione dei danni dell’alluvione

I tecnici di Confagricoltura Piemonte nelle giornate di ieri e di oggi (5 ottobre) hanno effettuato una prima rilevazione dei danni causati dall’alluvione del 2 e 3 ottobre nelle aziende agricole maggiormente danneggiate. Tutte le province hanno patito la furia del maltempo, con una maggiore concentrazione e nelle aree risicole tra il Casalese in provincia di Alessandria, Vercelli e il Basso Novarese.

Le aree maggiormente danneggiate in provincia di Alessandria sono Casale Monferrato, Frassineto Po, Balzola, Ovidio.

In provincia di Vercelli la lista dei comuni già rilevati è lunga: oltre al capoluogo troviamo Albano, Asigliano, Balocco, Borgo Vercelli, Buronzo, Caresana, Caresanablot, Carisio, Collobiano, Quinto Vercellese, Formigliana, Lignana, Olcenengo, Oldenico, Arborio , Ghislarengo, Pezzana, Prarolo, Recetto, Vicolungo, Ronsecco, Rovasenda, Salussola, Villarboit, Villata, Motta de’ Conti.

A Novara Confagricoltura ha già rilevato danni a Sillavengo, Mandello, Briona, Landiona, Romagnano Sesia, San Nazzaro Sesia.

Danni anche nel Torinese, a Verrua Savoia, Ivrea, Banchette, Salerano, Fiorano, Strambino, Vestignè e Vische.

Nell’Astigiano è stato danneggiato sono state danneggiate le coltivazioni nel comune capoluogo e ad Azzano, Castello d’Annone, Rocca d’Arazzo, Rocchetta Tanaro e Cerro Tanaro. Lunga la lista dei comuni colpiti in provincia di Cuneo: tutta l’alta Val Tanaro, ma anche la zona dell’Albese, con La Morra, Bra, Cherasco, Castagnito, Barbaresco, Guarene.

Tra le coltivazioni danneggiate mais, soia, colza, riso –  anche pregiato riso da semesorgo, prati, noccioleti, coltivazioni orticole in pieno campo e sotto serra, vivai, grano saraceno.

Oggi il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello, componente della giunta nazionale di Confagricoltura, insieme al direttore di Confagricoltura Alessandria Cristina Bagnasco e al presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella Giovanni Perinotti, ha compiuto una sopralluogo nelle zone danneggiate insieme all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa. Con una serie di sopralluoghi nelle aziende danneggiate ci si potuti rendere conto dell’entità del danno, particolarmente rilevante.

I dati che finora ha rilevato Confagricoltura Piemonte con la sua rete di tecnici – precisa il presidente dell’organizzazione Enrico Allasiariferiscono di circa 2.850 ettari di superficie alluvionata, per una mancata produzione di oltre 8,6 milioni di euro”.

Si tratta di una prima sommaria stima delle perdite di produzione che, data l’emergenza in cui si sta operando, risulta molto approssimativa, con i dati della superficie danneggiata e dell’entità del danno ipotizzato inevitabilmente destinati a salire, anche tenendo conto del fatto che in questo momento non è possibile capire con esattezza quali detriti siano depositati sui terreni allagati e quali operazioni di pulizia e bonifica si renderanno necessarie. Inoltre le rilevazioni di Confagricoltura devono ancora essere completate per le province di Cuneo, Biella e Verbano Cusio Ossola.

Ai danni per il mancato raccolto – spiega Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemontesi dovranno sommare le spese per l’asporto dei detriti, la bonifica dei terreni e il ripristino della fertilità del suolo, oltre alle spese per il livellamento dei campi, per lo scavo dei fossi e dei canali di gronda, per la riparazione o sostituzione degli impianti di irrigazione e della viabilità interpoderale. A questi costi si aggiungeranno quelli causati alle strutture: la furia del vento ha scoperchiato fabbricati, magazzini e serre, con danni pesantissimi”.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte ha scritto all’assessore Protopapa sottolineando “la gravità del fenomeno, che accresce le difficoltà di un settore già duramente provato dall’emergenza della pandemia e dalla perdurante crisi dei prezzi delle nostre produzioni.  Per questo – sostiene Enrico Allasia –  contiamo sull’attenzione della Regione Piemonte per far si che i nostri territori possano ottenere un adeguato sostegno dal governo nazionale, indispensabile per poter superare questa difficilissima emergenza”.

 

 

 




Nuove nomine del Consiglio regionale

Il Consiglio regionale nella seduta odierna ha votato diverse nomine:

 

  • Marco Cesare Bellion, già consigliere regionale, come membro della Commissione di Garanzia in sostituzione di Paolo Cattaneo. La votazione richiedeva i due terzi dei componenti del Consiglio regionale.
  • Simona Delbosco come membro del cda dell’Azienda pubblica di servizi alla persona – Apsp Casa Benefica.
  • Alessio Borro come rappresentante nell’assemblea dei delegati del consorzio di irrigazione e bonifica “Associazione irrigazione est Sesia” di Novara.

L’Aula all’unanimità ha inoltre modificato il dispositivo della deliberazione di nomina di Gian Paolo Zanetta nel cda Ires (Istituto di ricerche economico e sociali) che verrà svolta a titolo gratuito, in conformità della legge sugli incarichi a persone in stato di quiescenza.




Recovery Fund: il Piemonte chiede oltre 13 miliardi

Ammontano a 13,14 miliardi di euro le richieste avanzate dalla Giunta regionale al governo sull’impiego delle risorse europee del Recovery Fund per il Piemonte. La cifra è stata resa nota oggi pomeriggio, nel corso della discussione sul tema in prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti. Le proposte regionali sono contenute nelle schede inviate dalla Regione lo scorso 5 novembre, scadenza fissata da Roma, e ora all’esame della Conferenza Stato-Regioni che sta discutendo proprio di Recovery Fund.

Le richieste riguardano alcune macroaree, sulla scorta delle linee guida della Commissione europea e del governo: circa 8 mld per la rivoluzione verde e la transizione economica, 1,7 miliardi per la salute, 1,34 mld per istruzione, formazione, ricerca e cultura, 1,22 per le infrastrutture per la mobilità, 736 milioni per la digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, 24 milioni per l’equità sociale e territoriale.

“Sono richieste che derivano dal nostro piano per la competitività e dal confronto con i territori”, ha spiegato l’assessore al bilancio Andrea Tronzano. “Parliamo di risorse molto importanti, che possono cambiare volto al Piemonte e permettergli di tornare a essere quella locomotiva che ha rappresentato nel passato”. Tronzano si è detto interessato al confronto con l’opposizione: “I tempi per la presentazione erano molto stretti, ma siamo ancora all’inizio. Le schede non sono la Bibbia, sono modificabili, migliorabili, per questo è utile confrontarsi”.

Dall’opposizione, che da tempo chiedeva di poter discutere sul Recovery Fund, sono state avanzate molte critiche. Per i consiglieri di Pd, M5s e Luv c’è assenza di visione, solo una pluralità di interventi che rischiano di spezzettare le risorse invece di orientarle su precise priorità capaci di rilanciare lo sviluppo. È stata anche contestata la disparità di trattamento di alcune province rispetto ad altre e l’assenza di alcuni temi importanti per la nostra regione.

Soddisfazione invece nella maggioranza, con Alberto Preioni (Lega) che ha anche annunciato la definizione di un pacchetto di misure per il VCO, tra cui la tangenziale di Verbania.

In prima Commissione si è parlato poi di alluvione e sostegno alle imprese vittime del maltempo. La proposta avanzata da Raffaele Gallo (Pd), attraverso un emendamento all’assestamento, di destinare 5 milioni di euro per contributi in conto interessi alle aziende colpite dall’ultima alluvione, sarà ripresa nel bilancio di previsione 2021-2023. L’assessore Tronzano ha mostrato attenzione e si è detto disponibile a cercare le risorse, al massimo un milione di euro, per finanziare la misura nel prossimo bilancio.
In precedenza l’assessore Maurizio Marrone aveva relazionato sulla situazione del protocollo con il Tribunale per l’applicazione della legge sul contrasto all’usura e il sostegno alle vittime.




Contributi a fondo perduto per l’acquisizione di aziende in crisi o impianti produttivi chiusi

La misura “Interventi integrati per l’acquisizione di aziende in crisi, di impianti produttivi chiusi o a rischio chiusura” della Regione Piemonte intende contrastare processi di deindustrializzazione, al fine di recuperare i siti industriali dismessi o a rischio di dismissione e favorire il miglioramento e/o il recupero dei livelli occupazionali.

Il bando incentiva, attraverso un contributo a fondo perduto, l’acquisizione di un’azienda in crisi, di un ramo d’azienda, oppure di un impianto, uno stabilimento produttivo o di un centro di ricerca localizzati in Piemonte già chiusi o che, se non fossero acquisiti, chiuderebbero per cessazione dell’attività.

Per “Azienda in crisi” si intende un’imprese che hanno formalmente avviato una procedura di licenziamento collettivo o di cassa integrazione straordinaria per crisi, oppure una procedura concorsuale.

L’ammontare delle risorse disponibili è suddiviso in base a 2 tipologie di intervento:
– 2.529.104,83 € per progetti relativi ad investimenti;
– 871.850,17 € per i progetti relativi all’occupazione.

Beneficiari del Bando Regione Piemonte

Il bando sostiene micro, piccole, medie e grandi imprese italiane o estere, localizzate in Piemonte (o che si impegneranno a localizzarsi in Piemonte al momento dell’erogazione del contributo), nell’acquisizione di imprese in crisi.

Le imprese beneficiarie devono essere iscritte al Registro Imprese, o ad analogo Registro del paese di provenienza, non essere in difficoltà e appartenere alle Categorie Ateco ammesse all’agevolazione.

Tipologia di investimento ammesso al bando per l’acquisizione di aziende in crisi

L’incentivo finanzia i progetti di investimento iniziale, finalizzati a rilevare
– aziende localizzate in Piemonte in situazione di crisi conclamata, con i relativi impianti e stabilimenti produttivi ed i connessi attivi materiali ed immateriali;
– impianti, stabilimenti produttivi o centri di ricerca localizzati in Piemonte, a rischio di definitiva chiusura o già chiusi per cessazione dell’attività o dell’impresa;
– rami d’azienda o singoli lotti funzionali di uno stesso impianto/stabilimento produttivo o di un centro di ricerca localizzati in Piemonte da parte di diverse realtà imprenditoriali.
Sono ammessi anche progetti di intervento che prevedano l’affitto di aziende o rami d’azienda finalizzati alla successiva acquisizione a titolo definitivo.
La durata dei progetti è di 24 mesi dalla data di sottoscrizione dell’atto di adesione.
Le spese ammesse riguardano 2 tipologie di intervento:
– Investimenti:
a) acquisto e/o ristrutturazione di immobili;
b) acquisto del suolo aziendale, sue sistemazioni (escluse le bonifiche) e relative spese di progettazione;
c) opere murarie e assimilate;
d) infrastrutture specifiche aziendali;
e) macchinari e impianti (anche revamping), attrezzature;
f) attivi immateriali;
e) due diligence (fino ad un importo massimo di 100.000 €).
Le voci di spese a), b), c) non possono superare il 70% del totale dei costi. L’investimento minimo deve essere pari ad almeno 1.500.000 €.
– Occupazione
a) acquisizione di contratti in corso;
b) nuove assunzioni (escluso apprendistato e lavoro intermittente).

Agevolazione prevista dal Bando Piemonte

1) Investimenti (contributo massimo di 2.000.000 €)
Il bando prevede un contributo a fondo perduto, di intensità diversificata in base alla zona di intervento e alla tipologia di impresa:
– Tutto il territorio regionale: dal 10% al 20% dell’equivalente sovvenzione lordo (ESL agevolazione al lordo delle tasse);
– Aree 107.3 c: dal 20% al 30% dell’ESL.
2) Occupazione
La misura mette a disposizione un contributo a fondo perduto pari ad un massimo di 6.300 € per ogni assunzione, fino ad un ammontare totale massimo di 400.000 €.

Scadenza del Bando per l’acquisizione di aziende in crisi

Lo sportello per la presentazione delle domande rimarrà aperto fino al 30 dicembre 2020.




Confagricoltura Piemonte: Misure antismog, pesanti gli oneri per l’agricoltura

Per il settore primario sono previste forti limitazioni, che riassumiamo di seguito.
Le responsabilità politiche di questa situazione, che si sono accumulate nel corso degli anni, sono enormi. Oggi le misure, purtroppo, non sono rinviabili: il nostro Paese, per troppo tempo, non ha tenuto conto in modo adeguato delle disposizioni dell’Unione europea e ora – se non vogliamo pagare il conto della procedura d’infrazione – non ci sono alternative.

Nel novembre scorso l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea per il superamento dei limiti di PM10 (ed è in procinto di esserlo anche per l’NOx – ossidi di azoto).

La sentenza è stata notificata all’inizio del dicembre scorso.
Per evitare le sanzioni è necessario che il nostro Paese presenti, entro il 5 marzo 2021, un piano urgente comprendente tutte le azioni da attuare per il rientro nei limiti: è questo il motivo per cui la Regione Piemonte ha adottato, insieme alle Regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, le misure straordinarie per contenere l’inquinamento da polveri sottili nel Bacino Padano.

L’esecuzione del piano verrà monitorata dall’Unione europea che, in caso di inadempienza o di inefficacia dei provvedimenti individuati, comminerà le sanzioni previste dalla sentenza sotto forma di tagli ai fondi POR e PSR.
L’ammontare delle penalità è compreso tra 200 milioni e 2 miliardi di euro.
Una stima verosimile quantifica il taglio intorno agli 800 milioni di euro, divisi al 50% tra POR e PSR. A questo importo potrebbe aggiungersi anche quello per il superamento dei limiti di NOx.




Accesso gratuito per i Comuni al Modulo unico per l’edilizia

Regione Piemonte e CSI consentono a tutti i Comuni piemontesi di attivare gratuitamente per tutto il 2020 Mude Piemonte, il Modello unico digitale per l’edilizia.

“La decisione – annota l’assessore ai Servizi digitali, Matteo Marnati – è sulla scia delle recenti disposizioni per contrastare il Coronavirus e per incentivare la Pubblica amministrazione a utilizzare soluzioni informatiche a fornire servizi on line a cittadini, professionisti e imprese, evitando così ogni spostamento non necessario.

Stiamo usando tutti gli strumenti possibili per aiutare imprese e professionisti ad accorciare la filiera della burocrazia, in questo caso anche economico perché il servizio sarà gratuito”. “L’emergenza sanitaria come quella che stiamo affrontando – aggiunge l’assessore all’urbanistica, Fabio Carosso – necessita di un grande impegno da parte di tutti e la tecnologia può darci una grande mano in questo momento”.




Analisi trimestrale dell’export delle province di Novara e di Vercelli

Il secondo trimestre del 2020 è stato condizionato, ancor più pesantemente del primo, dalle misure di lockdown adottate dal governo per arginare il dilagare della pandemia di Covid- 19.

Introdotte l’8 marzo, sono infatti rimaste in essere fino al 4 maggio, per essere poi gradualmente e infine completamente rimosse il 18 maggio. Le performance registrate in questo Rapporto sono pertanto fortemente negative risentendo, oltre che dell’introduzione delle misure restrittive, anche della situazione internazionale e della frenata subita dal commercio mondiale.

1. La dinamica dell’export complessivo e manifatturiero delle province di Novara e Vercelli globalmente considerate

Nel secondo trimestre del 2020 le esportazioni complessive delle province di Novara e Vercelli sono diminuite nel loro insieme del -26,1%, quelle nazionali del -27,8%, accentuando il trend negativo già registrato nel primo trimestre. Il dato relativo al primo semestre evidenzia un calo del -15,9% a livello delle due province globalmente considerate, e del -15,3% a livello nazionale.

Considerando le sole esportazioni manifatturiere delle province di Novara e Vercelli, risultate pari a 3,3 miliardi di euro nel primo semestre 2020, esse hanno registrato un calo tendenziale pari al -15,8%. La flessione ha interessato tutti i comparti, con le sole eccezioni degli articoli farmaceutici che, al contrario, hanno registrato una forte crescita in conseguenza dell’emergenza sanitaria in atto (+53,9%); dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,7%) e del legno, carta e stampa (+4,3%). Quanto agli altri settori, in ordine di performance decrescente, i mezzi di trasporto sono calati del -56,7%; i prodotti petroliferi raffinati del -47,5%. L’aggregato “prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori” flette del – 30,8% con al suo interno il comparto dei prodotti tessili che registra una caduta del -34,6% e quello più grande degli articoli di abbigliamento che si riduce del -30,7%. Gli articoli in gomma e materie plastiche segnano un calo del -22,8%; i computer e prodotti ottici si contraggono del -22,4%; i macchinari ed apparecchi del -16,4%, con al loro interno le macchine di impiego generale che flettono del -16%; l’export di sostanze e prodotti chimici si contrae del -15,7%; quello dei metalli e prodotti in metallo del -14,8%, quello degli apparecchi elettrici del -11,8%.

Per quanto riguarda la ripartizione geografica dell’export, nel primo semestre 2020 si osserva un calo delle vendite sia verso l’Unione europea sia verso i Paesi extra-Ue 27, nella misura del -11,5% e del -21% rispettivamente. Le esportazioni di manufatti dirette verso i 27 Paesi Ue, pari a 1,9 miliardi di euro, rappresentano nel primo semestre del 2020 il 57,9% dell’export manifatturiero delle province di Novara e Vercelli considerate insieme; quelle dirette verso i mercati extra-Ue, pari a 1,4 miliardi di euro, equivalgono al 42,1% dell’export manifatturiero delle due province.

Quanto ai singoli mercati di sbocco, nel primo semestre del 2020 l’elemento più evidente è la contrazione dell’export manifatturiero delle due province verso tutti i principali Paesi di destinazione, con la sola eccezione della Polonia (+3,9%), che riduce notevolmente il ritmo di crescita rispetto al primo trimestre, e dei Paesi Bassi (+2,4%). Contrazioni a due cifre si registrano verso Regno Unito (-24,2%), Spagna (-20,5%), Svizzera (-19,9%), Cina (-19,6%), Stati Uniti (-16,1%) e Francia (-10,3%). L’export verso la Germania si riduce del -7,5%, quello verso il Belgio di un più esiguo -0,5%. In questo contesto, nonostante le flessioni registrate, Germania, Francia, Stati Uniti e Svizzera si confermano i primi 4 Paesi di destinazione dell’export manifatturiero provinciale, verso i quali si dirige il 45,4% delle esportazioni delle due province. Nel complesso, l’export verso questi 4 Paesi si è ridotto del -12,1% rispetto al primo semestre del 2019.

Sul fronte delle importazioni manifatturiere, come già osservato nel primo trimestre, anche nel primo semestre del 2020 si registra un calo dell’import da tutti i principali mercati di approvvigionamento, fatta eccezione per la Cina, dalla quale le due province di Novara e Vercelli registrano un incremento delle importazioni pari al +46,2%, e il Giappone che registra una crescita del +3%. Da tutti gli altri principali Paesi di provenienza dell’import manifatturiero si osserva invece un calo, più sostenuto per Tunisia (-35,5%), Stati Uniti (- 29%), Francia (-24,7%), Paesi Bassi (-23,8%) e Germania (-22,5%); più contenuto, ma comunque rilevante, per Spagna (-16,6%), Regno Unito (-16,5%) e Belgio (-7,9%). I principali mercati di approvvigionamento delle due province si confermano, nell’ordine, Germania, Cina, Francia, Stati Uniti: da questi soli 4 Paesi proviene il 57,2% dell’import manifatturiero delle province di Novara e Vercelli, risultato in calo del -14,3% rispetto al primo semestre del 2019.

2. ProvinciadiNovara
• Osservatorio Macchine di impiego generale

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteria-valvolame) sono risultate in calo del -24,1% a livello provinciale e del – 29% a livello nazionale; il dato relativo al primo semestre, che contempla un primo trimestre meno negativo rispetto al secondo, evidenzia una flessione dell’export del – 14,3% per la provincia di Novara e un calo del -19,1% a livello nazionale.

Per quanto riguarda i principali Paesi di destinazione, nel primo semestre del 2020 le esportazioni provinciali appaiono ancora in crescita verso la Spagna (+2,4%), seppur a un ritmo inferiore a quello registrato nel primo trimestre, la Polonia (+2,5%) e i Paesi Bassi (+16,3%); questi ultimi mettono a segno l’incremento maggiore e, con riferimento al solo secondo trimestre dell’anno, sopravanzano la Spagna posizionandosi quinti all’interno della classifica. In flessione, invece, l’export verso tutti gli altri principali mercati di sbocco: Regno Unito (-36,2%); Germania e Grecia (- 18,7%); Stati Uniti (-17,2%); Francia (-14,9%); Belgio (-2,2%); Svizzera (-0,3%).

Nel primo semestre Germania, Francia, Stati Uniti e Regno Unito si confermano i principali mercati di sbocco dell’export novarese di rubinetteria-valvolame, ma con la Germania che sopravanza la Francia, posizionandosi in cima alla classifica. La quota complessiva di export diretta verso questi 4 Paesi è pari al 44,7%, in calo del -20,3% rispetto al primo semestre del 2019.

All’interno della classifica la Grecia sopravanza la Polonia collocandosi al nono posto e facendo retrocedere quest’ultima in decima posizione.

• Osservatorio Prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento della provincia di Novara sono calate del -44,3%, invertendo il trend (ancora) positivo del primo trimestre dell’anno, quelle nazionali del -42,4%. Il dato relativo al primo semestre indica un calo del -18% per l’export novarese, e un calo del -24,5% per l’export italiano del settore.

Quanto ai principali mercati di sbocco, nel primo semestre del 2020 l’attenzione è puntata sul calo generalizzato che ha caratterizzato tutti i principali Paesi di destinazione dell’export novarese di prodotti tessili e abbigliamento, con la sola eccezione della Svizzera che, tuttavia, ridimensiona di molto il ritmo di crescita complessivo del periodo (+4,4%, a fronte del +158,3% del primo trimestre e a seguito del calo registrato nel secondo trimestre dell’anno). Quanto agli altri Paesi della classifica, l’export verso gli Stati Uniti flette del -47,7%; quello verso la Spagna del – 36,5%; Germania -36,2%; Tunisia -33,4%; Regno Unito -31,8%; Repubblica Ceca – 29,9%; Corea del Sud -29,7%; Francia -17,3%; Giappone -6,1%. La Svizzera si conferma il principale mercato di sbocco della provincia di Novara per i prodotti tessili e dell’abbigliamento, verso la quale si è diretto nel primo semestre dell’anno il 51,4% dell’export settoriale provinciale.

Riguardo ai posizionamenti nella classifica, il Giappone, che si colloca quarto, ha sopravanzato la Germania che diviene quinta; gli Stati Uniti hanno scalzato la Tunisia posizionandosi settimi e facendo retrocedere quest’ultima in ottava posizione. La Corea del Sud si posiziona nona, al posto della Repubblica Ceca che diviene decima.

3. Provincia di Vercelli
• Osservatorio Macchine di impiego generale

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteria-valvolame) della provincia di Vercelli sono calate del -33,3%, quelle italiane del -29%. Il dato semestrale evidenzia un calo del -20,1% a livello provinciale e un calo del -19,1% a livello nazionale.

Nel primo semestre del 2020 l’export flette verso tutti i principali Paesi di destinazione dell’export vercellese di rubinetteria e valvolame, fatta eccezione per la Germania, che registra una crescita pari al +14,4%. Quanti agli altri Paesi, l’Ungheria flette del 41,8%; la Spagna del -39,5%; la Francia del -28,1%; il Regno Unito del -27,8%; l’Austria del -22%; l’Arabia Saudita del -18,7%; i Paesi Bassi del -11,6%; gli Stati Uniti del -8,7%; la Svizzera di un più esiguo -1,2%. Germania, Francia e Spagna si confermano i principali mercati di sbocco dell’export settoriale provinciale: i tre Paesi considerati hanno assorbito nel primo semestre 2020 il 40,9% dell’export, in flessione del -15,4% rispetto al primo semestre 2019. Nella classifica, la Svizzera, che si colloca quinta, ha sopravanzato il Regno Unito che si posiziona sesto, mentre l’Arabia Saudita ha scalzato l’Austria posizionandosi settima, facendo scivolare quest’ultima in ottava posizione.

• Osservatorio Prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento della provincia di Vercelli sono calate del -54,6%; quelle nazionali del -42,4%. Peggiorano dunque ulteriormente le performance emerse all’inizio dell’anno, portando il dato relativo al primo semestre al -42,9% per quanto riguarda le esportazioni a livello provinciale e al -24,5% per l’export nazionale.

Quanto ai principali mercati di sbocco, nel primo semestre del 2020 si registra una contrazione dell’export verso tutti i primi 10 Paesi di destinazione delle esportazioni vercellesi di tessile-abbigliamento. Molto sostenuta è la flessione dell’export verso Hong-Kong (-61,9%) e Regno Unito (-51,1%), ma anche verso Francia (-49,6%), Stati Uniti (-47,3%), Giappone (-44,9%), Svizzera (-37,6%), Corea del Sud (-36%), Russia (-34,8%), Cina (-30,8%) e Germania (-28,7%). La classifica ha subito molteplici variazioni in termini di posizionamenti; in particolare, la Cina da quinto Paese di destinazione diviene seconda; la Francia da seconda diventa terza; il Regno Unito perde due posizioni divenendo quinto; la Corea ne conquista quattro, salendo al sesto posto; il Giappone ne guadagna due, posizionandosi settimo; la Russia e la Svizzera ne perdono tre, collocandosi nona e decima rispettivamente.




Unioncamere Piemonte: oltre 3.500 aziende in meno nei primi tre mesi del 2020

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nei primi tre mesi del 2020 siano nate 7.181 aziende in Piemonte, a fronte di 10.712 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio).

Il saldo è risultato negativo per 3.531 unità (nel I trimestre 2019 era stato di 3.067).
Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 424.844 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,82%, peggiore rispetto a quanto registrato nel I trimestre del 2019 (-0,71%). Gli effetti conseguenti allo stato di eccezionalità in cui l’economia reale si sta muovendo appesantiscono ulteriormente il risultato di un bilancio che nei primi tre mesi dell’anno chiude sempre in rosso per effetto delle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente.

Va evidenziato come, nel periodo gennaio-marzo 2020, tutti i settori e tutte le realtà provinciali della nostra regione abbiano subito delle flessioni in termini di numerosità d’impresa. Il calo inoltre è risultato superiore rispetto a quello evidenziato a livello nazionale (-0,50%).

“Abbiamo una grande responsabilità verso le aziende del nostro territorio. Il Piemonte, già in questo primo trimestre dell’anno, non è performante e registra un trend peggiore rispetto a quello italiano: i primi segni dell’emergenza da Covid-19 si fanno già vedere. Il tasso di natimortalità delle imprese piemontesi è negativo per tutti i settori, anche per il ‘turismo’ e per gli ‘altri servizi’ che hanno sempre registrato andamenti migliori. Il tasso è negativo anche per tutte le province della regione e, tra forme giuridiche, tengono solo le società di capitale, più strutturate e organizzate per attraversare mari in tempesta.

Il nostro sistema si è però sempre basato su una fitta rete di piccole e medie imprese: a loro dobbiamo pensare in questa delicata fase con misure immediate, straordinarie e davvero efficaci. Non possiamo rischiare di perdere la nostra identità imprenditoriale: è necessario evitare subito che cresca la disoccupazione. Dobbiamo aiutare le imprese a traghettare questa pandemia. E dobbiamo farlo subito” afferma Ferruccio Dardanello, vicepresidente vicario di Unioncamere Piemonte.

Non emergono novità di rilievo analizzando la natimortalità delle imprese per classe di natura giuridica. A conferma di un trend ormai consolidato, infatti, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo solo per le imprese costituite in forma di società di capitale, che hanno registrato nel I trimestre 2020 un tasso di crescita del +0,32%. Continuano a ridursi, invece, le ditte individuali (-1,13%), le società di persone (-1,04%) e le altre forme (-0,54%).

Valutando i tassi annuali di variazione percentuale dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come nessun comparto mostri tendenze espansive nei primi mesi del 2020. La performance peggiore appartiene al commercio (-1,43%), seguito a breve distanza dall’agricoltura (-1,30%). Decisamente negativo, per la prima volta negli ultimi anni, il trend del turismo, che segna una flessione dell’1,0%. Il linea con il dato medio regionale si colloca il comparto manifatturiero (-0,89%), mentre contrazioni di entità minore caratterizzano le costruzioni (-0,57%) e gli altri servizi (-0,25%).


A livello territoriale si evidenziano flessioni superiori alla media regionale per Alessandria (-1,04%), Novara (-0,92%), Verbania (-0,89%) e Biella (-0,86%). In linea con il dato piemontese si collocano Cuneo (-0,83%) e Vercelli (-0,82%), mentre, con flessioni significative, ma inferiori a quelle delle altre realtà piemontesi, troviamo Torino (-0,77%) e Asti (-0,72%).




Apicoltura, via libera al nuovo regolamento

La terza Commissione, presieduta da Claudio Leone, ha espresso questo pomeriggio parere favorevole a maggioranza sulla proposta di regolamento dell’apicoltura piemontese.

Il regolamento, presentato per la Giunta regionale dall’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa in attuazione di quanto previsto dalla legge 1/2019 (Riordino in tema di apicoltura), intende disciplinare un settore primario dell’agricoltura piemontese, finora non adeguatamente normato: regola il ruolo multifunzionale dell’apicoltura per uno sfruttamento adeguato delle risorse nettarifere, fornisce le linee guida per individuare i soggetti produttivi e definisce i parametri relativi alla pratica del nomadismo, tenendo conto degli interessi sia dei piccoli sia dei produttori professionali.

Tre dei quattro emendamenti presentati al testo, illustrato in Commissione nei mesi scorsi ed esaminato con parere favorevole da parte del Cal, sono stati approvati all’unanimità e uno è stato respinto.

Si tratta di emendamenti tecnici, ritenuti importanti dalla Giunta: due presentati da Monica Canalis (Pd) e uno da Angelo Dago (Lega).

Al termine l’assessore allo Sviluppo delle attività produttive Andrea Tronzano ha illustrato alla Commissione, sempre per l’espressione del parere preventivo, la proposta di regolamento su “Indirizzi regionali per il riempimento dei vuoti di cava” in attuazione della legge regionale 23/2016. Tronzano ha sottolineato che “si tratta del primo regolamento in Italia sul tema, stilato da un gruppo interdirezionale regionale e sottoposto a un’informativa con associazioni di categoria e funzionari provinciali competenti per materia”.

I principi e i criteri che ispirano il documento, ha spiegato, sono la tutela delle acque sotterranee, la precauzione e correzione alla fonte dei danni arrecabili all’ambiente, la qualità ambientale e la tutela della salute umana e la tracciabilità dei materiali conferiti e la loro localizzazione. Particolarmente importante, ha sottolineato, è l’articolo 5, relativo alle priorità nel riempimento totale o parziale dei vuoti.

Domenico Rossi (Pd) ha posto alcuni interrogativi e chiesto all’assessore che, prima dell’espressione del parere, sia dato alla Commissione il tempo necessario per approfondirne il contenuto e proporre eventuali emendamenti.




Il Gruppo Storico Pietro Micca ospite a Palazzo Cisterna per la visita animata

È stato il Gruppo Storico Pietro Micca ad animare e a rendere ancora più interessante la visita odierna a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede aulica della Città metropolitana di Torino. La mattinata è iniziata nel cortile d’onore con la presentazione e l’esibizione del gruppo storico ed è proseguita con un tour guidato che ha attraversato gli ambienti della biblioteca, le sale settecentesche e, percorrendo lo scalone d’onore, il piano nobile con gli arredi, le vetrate e i preziosi soffitti a cassettoni.
Il Gruppo Storico Pietro Micca nasce nel 1974 all’interno dell’Associazione Amici del Museo Pietro Micca e dell’Assedio di Torino fondata dal Generale Guido Amoretti, una realtà che presta la propria attività a supporto dell’omonimo museo fin dal 1968 con l’obiettivo di divulgare, tutelare e conservare l’eccezionale patrimonio di gallerie di contromina della Città di Torino, legato alle vicende della Guerra di Successione Spagnola.
Il Gruppo Storico Pietro Micca, nominato nel 1992 Gruppo Storico cittadino, si pone l’obiettivo di ricostruire in maniera dinamica le realtà di alcuni reggimenti dell’armata sabauda che si distinsero nella difesa della Città di Torino dall’assedio franco-ispanico del 1706.