CCIAA Torino: Diventare Maestro del gusto, c’è tempo fino a domenica 13 giugno per candidarsi

La miglior gastronomia della città, il giovane casaro delle valli, la cioccolateria del centro, l’agricoltore di provincia o il rivenditore di primizie selezionate: sono numerosi i rappresentanti eccellenti dell’enogastronomia torinese, ma solo i migliori possono candidarsi per diventare Maestri del Gusto di Torino e provincia.

 

Il progetto nato nel 2002 per volere della Camera di commercio di Torino, in collaborazione con il suo Laboratorio Chimico e Slow Food, è rivolto alle attività agroalimentari medio-piccole e piccole di Torino e provincia, aziende agricole, commerciali o artigianali, con almeno due anni di attività allo scadere del 13 giugno 2021.

 

La selezione è biennale ed è gratuita per le imprese: le caratteristiche valutate riguardano la “torinesità” e la tipicità dei prodotti, l’eccellenza e la varietà dell’offerta, la capacità di coniugare tradizione e innovazione, oltre che il rispetto di tutti gli aspetti igienico sanitari, valutati dal Laboratorio Chimico camerale. Questo attento lavoro di verifica e selezione ha fatto crescere negli anni la famiglia dei Maestri del Gusto, passati dai 50 del 2002 ai 215 dell’edizione 2021/2022, inseriti in 26 categorie, dalla A di aceterie alla V di viticoltori.

 

La nuova selezione, le cui candidature scadono domenica 13 giugno, individuerà i nuovi Maestri per la stagione 2023/2024.

 

Invitiamo tutti coloro che si sentono già Maestri nel proprio campo a mettersi in gioco e affrontare la nostra selezione per entrare a far parte del nuovo elenco di testimoni eccellenti dell’enogastronomia torinese – afferma Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – A questi imprenditori offriamo, oltre alla consulenza del nostro Laboratorio per un miglioramento continuo di tutti gli aspetti igienico sanitari, anche un ricco programma di iniziative ed eventi promozionali per garantire opportunità di promozione e visibilità”.

 

Le candidature

Le imprese devono compilare e inviare entro il 13 giugno una scheda di presentazione e prendere visione del documento tecnico che descrive tutti i passaggi della procedura selettiva. Tra i requisiti richiesti, compaiono anche temi come la sicurezza alimentare, la sostenibilità, l’etica, oltre che la disponibilità a partecipare a iniziative ed eventi a marchio “Maestri del Gusto”.

 

La selezione

La Camera di commercio di Torino, avvalendosi anche delle indicazioni delle associazioni di categoria provinciali, raccoglie tutte le segnalazioni pervenute e, in stretta collaborazione con il suo Laboratorio Chimico e Slow Food, redige l’elenco delle aziende candidate al riconoscimento. I diversi requisiti saranno poi oggetto di verifica, anche attraverso visite in incognito, da parte di Slow Food e del Laboratorio Chimico camerale. Le aziende che otterranno il parere positivo verranno inserite nel nuovo elenco biennale 2023-2024.

 

 




Unioncamere Piemonte: la produzione manifatturiera torna a crescere

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 198ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.

La rilevazione è stata condotta nei mesi di aprile e maggio con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2021 e ha coinvolto 1.796 imprese manifatturiere piemontesi, per un numero complessivo di 89.530 addetti e un valore pari a circa 49 miliardi di euro di fatturato.

Il 2020 è stato un anno terribile a causa dell’esplosione della crisi sanitaria. A livello d’industria manifatturiera regionale il calo medio produttivo per l’intero anno è stato del 5,9%, ancora contenuto rispetto alle difficoltà che il tessuto imprenditoriale ha dovuto affrontare. Già alla fine del I trimestre 2020, per contenere gli effetti della pandemia, è stato infatti imposto a livello nazionale il fermo delle attività, scelta che, sebbene inevitabile, ha comportato già nel periodo gennaio-marzo 2020, una contrazione della produzione manifatturiera piemontese del 5,7%. Nell’analizzare i risultati positivi di questo primo trimestre del 2021 va quindi ricordato che l’intensità della crescita degli indicatori deve essere letta anche alla luce del periodo con il quale viene effettuato il confronto.

Nel periodo gennaio-marzo 2021 torna il segno più per la produzione manifatturera regionale. L’output si incrementa a livello medio piemontese del 5,0% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Si tratta di un incremento frutto dei risultati positivi evidenziati dalla maggior parte dei settori e delle realtà territoriali. A livello di dimensione di impresa la crescita caratterizza tutte le classi dalle micro alle grandi aziende.

 

Il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia, commenta: “Il Piemonte ha tutte le carte in regola per affrontare con coraggio e capacità di innovazione questo 2021. Le imprese hanno fatto e stanno facendo del loro meglio per continuare nel loro percorso di ‘fare impresa’, ma noi dobbiamo aiutarle. Ora, nuovamente e con più forza, spetta all’intero mondo istituzionale dare una risposta concreta e ampia ai vari settori: dal turismo al commercio, all’artigianato e all’agricoltura. E penso al ruolo importante del credito e del sostegno all’export. Avremo a disposizione le risorse che l’Europa ci metterà a disposizione: guardiamo con coraggio all’innovazione e alla trasformazione digitale, vere chiavi di volta dello sviluppo economico”.

 

Fin dall’inizio della pandemia UniCredit – ha dichiarato Fabrizio Simonini, regional manager nord ovest di UniCredit – si è messa al tavolo con le associazioni, le istituzioni e l’ABI, dando il proprio apporto di esperienza e supportando le misure governative. Insieme ai nostri clienti e dipendenti abbiamo insomma affrontato un contesto difficile, del tutto inaspettato, dal quale abbiamo però appreso moltissimo e oggi siamo pronti per gestire questo nuovo scenario economico e lavorare insieme alla ripartenza.

E per la ripartenza anche in Piemonte le banche si pongono come interlocutore principale di amministrazioni pubbliche, imprese e clientela privata, affiancando sia le grandi aziende che le Pmi. Rispetto alle crisi passate, peraltro, oggi il settore finanziario si presenta in condizioni migliori e si pone come parte della soluzione potendo agire come cinghia di trasmissione per dispiegare gli effetti delle politiche governative.

E per ricoprire una funzione allocativa fondamentale, dato che siamo alla vigilia di massicci investimenti pubblico-privati, grazie alla profonda conoscenza dei clienti e dei territori in cui operiamo. È tuttavia fondamentale una corretta gestione della delicata fase che si aprirà con la fine delle moratorie. A ciò il settore bancario si sta preparando con accantonamenti volti ad assorbire potenziali perdite future su prestiti; un’adeguata propensione al rischio e coerenti politiche di erogazione creditizia investendo sull’analisi dei dati dei propri clienti, rafforzando il processo di monitoraggio per continuare ad accompagnarli nel percorso di ottimizzazione della loro struttura di capitale/debito”.

 

Teresio Testa, responsabile Direzione regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo: “I dati presentati fotografano un anno sì durissimo, ma che ci ha anche condotto verso una svolta radicale, oggi possibile. In futuro vedremo quali tendenze saranno transitorie e quali potrebbero consolidarsi. È importante mettere a fuoco la possibilità imperdibile di operare un cambio di passo per l’economia italiana e piemontese. Gli investimenti saranno decisivi: in Piemonte nel 2020 sono affluiti 6,3 miliardi di euro sui depositi bancari delle società non finanziarie, carburante prezioso per il “motore Italia” che Intesa Sanpaolo vuol far ripartire rendendo disponibili ulteriori 50 miliardi di euro di nuovo credito, di cui 5,3 per il Nord Ovest.

Abbiamo l’opportunità concreta di investire in un futuro che sia più sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. È l’orizzonte degli S-Loans, una linea di finanziamenti specifici, che si affiancano al plafond destinato da Intesa Sanpaolo agli investimenti in circular economy. Altro elemento importante sarà la ripresa dei consumi: anche i privati in Italia nel corso del 2020 hanno accumulato un extra-risparmio, che se fosse speso avrebbe un impatto aggiuntivo pari a 62 miliardi. Segnali molto positivi arrivano dalla Cina, dove la crisi ha avuto origine e il nostro export ha registrato un balzo del 43% nel primo trimestre di quest’anno. Una buona accelerazione delle esportazioni è attesa negli Stati Uniti. Su queste e altre opportunità di crescita estera stiamo coinvolgendo le imprese in un ciclo di webinar. Tra l’altro, l’investimento dell’azienda più grande può avere una ricaduta positiva su tutta la filiera e stimolarne la ripartenza. Per questo stiamo estendendo il nostro programma di sostegno alle filiere ai mercati internazionali”.

 

All’incremento del 5,0% della produzione industriale piemontese si associano, nel trimestre in esame, crescite anche per tutti gli altri indicatori. Il fatturato totale registra un aumento del 6,2% sul I trimestre 2020, grazie soprattutto al trend positivo a doppia cifra evidenziato dai metalli e dai mezzi di trasporto. Il fatturato estero cresce del 3,1%, sostenuto dal ritmo espansivo dei metalli e dell’elettricità ed elettronica. Sul fronte degli ordinativi, lo sviluppo sul mercato interno si attesta al +5,4% rispetto all’analogo periodo del 2020. Su questo risultato incide pesantemente la crescita del 16,1% registrata dai mezzi di trasporto. La variazione tendenziale degli ordinativi esteri risulta pari a +3,4%, frutto di una forte contrazione segnata dalla filiera tessile più che controbilanciata dall’aumento evidenziato dalle aziende dell’elettricità e dell’elettronica e da quelle dei metalli. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 64,2%, ovviamente superiore al 57,0% del I trimestre 2020, ma ancora inferiore rispetto al 66,2% del I trimestre 2019.

 

A livello settoriale risultano in ripresa i trend di tutti i comparti ad eccezione del tessile e abbigliamento (-4,6%) e dell’alimentare (-1.9%). Se per la filiera tessile si tratta di una prosecuzione attenuata della crisi vissuta nel 2020, per l’alimentare va invece evidenziato che il confronto a livello produttivo viene effettuato su un I trimestre 2020 in cui il settore registrava ancora una tenuta. Il segno più caratterizza tutte le altre manifatturiere. In particolare i metalli segnano l’incremento più elevato (+11,4%), seguiti dai mezzi di trasporto (+7,8%). La crescita per le industrie meccaniche si attesta al 6,4% mentre quella della filiera del legno e delle aziende dell’elettricità e dell’elettronica risulta rispettivamente pari a +5,4% e +5,2%.

 

Focalizzando l’attenzione sul comparto dei mezzi di trasporto, si rileva come la performance positiva del I trimestre 2021 risulti il frutto di una consistente e diffusa crescita della componentistica autoveicolare, attenuata da dati ancora negativi per gli autoveicoli e l’aerospazio.    

 

Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate sotto il profilo dimensionale emerge come le medie imprese (50-249 addetti) siano quelle che registrano una crescita più consistente (+6,6%), seguite dalle imprese di grandi dimensioni (250 addetti e oltre) che incrementano la produzione del 5,9% rispetto all’analogo periodo del 2020. Le aziende di piccole dimensioni (10-49 addetti) evidenziano uno sviluppo della produzione (+3,4%) inferiore alla media complessiva regionale e le micro realtà (2-9 addetti) mostrano di aver intrapreso più lentamente il percorso di crescita (+1,6%).

 

A livello territoriale i risultati appaiono in netto miglioramento per tutte le province. Solo Biella, a causa delle criticità vissute ancora dal comparto tessile, segna ancora una flessione tendenziale della produzione industriale manifatturiera complessiva (-2,5%).

Sostanzialmente stabile appare il dato di Vercelli (+0,4%), realtà in cui la forte crescita della chimica/plastica è stata annullata dal calo a doppia cifra del tessile. Alessandria mostra un incremento della produzione del 2,0%, risultato da un lato del buon andamento della metalmeccanica e del comparto orafo e dall’altro del calo dell’industria alimentare.

+0,4%

Asti cresce del 3,9%. Anche in questo caso sono andate bene le imprese della metalmeccanica e quelle della chimica; stabile, invece, l’alimentare, all’interno del quale la componente delle bevande ha assunto il segno meno.

Di poco superiore al dato medio regionale l’incremento della produzione manifatturiera cuneese (+5,2%), supportata dallo sviluppo della metalmeccanica e da un trend in controtendenza rispetto agli altri territori del comparto tessile.

Novara e Torino mostrano entrambe una variazione del +6,3%, spiegata dal contributo espansivo dell’aziende della metalmeccanica. Nel novarese è stata molto intensa la crescita produttiva di rubinetteria e valvolame. Il risultato migliore appartiene a Verbania (+7,6%): anche per questa realtà le aziende della metalmeccanica hanno sostenuto la produzione provinciale.

 

FOCUS DIGITALIZZAZIONE DELLE IMPRESE

La digitalizzazione aziendale è una delle tante sfide che, in questo periodo storico, il tessuto imprenditoriale deve affrontare. Nonostante la tecnologia sia diventata parte integrante della nostra esistenza, molte imprese faticano ancora a introdurla in maniera strutturale nei propri processi.

Per comprendere meglio qual è il grado di digitalizzazione della manifattura piemontese, l’indagine del I trimestre 2021 ha monitorato la diffusione dei sevizi e delle tecnologie digitali presso il tessuto regionale.

Emerge una notevole differenza nell’impiego di servizi e tecnologie digitali a seconda della dimensione aziendale.

In media in Piemonte il 41% delle aziende manifatturiere utilizza tali tecnologie, contro un 59% che dichiara di non utilizzarle. Se si considerano le imprese di grandi dimensioni l’impiego sale al 100% delle realtà intervistate. Per le imprese medie si attesta all’89%, solo l’11% si dichiara, infatti, estranea al fenomeno. Il peso delle realtà ancora non conoinvolte nel processo di digitalizzazione aumenta al diminuire della dimensione. Nelle imprese piccole solo 37% utilizza servizi e tecnologie digitali e nelle micro realtà lo fanno solo tre aziende su dieci.

 

Tra i servizi e le tecnologie più utilizzati troviamo i software gestionali (ERP, CSR; SCM; etc), seguiti dai sensori per monitorare la produzione, il controllo digitale di movimento e software di business intelligence/data analytics.

 

 

I principali ostacoli alla digitalizzazione evidenziati dalle imprese piemontesi, infine, sono gli alti costi da sostenere per i progetti di innovazione digitale, i problemi organizzativi e di regolamentazione (ad esempio le incertezze burocratiche e normative), l’elevato carico fiscale e la mancanza di personale qualificato.

 




Cuneo. Congiuntura industriale I trimestre: in aumento del 5,2% la produzione

La produzione industriale in provincia di Cuneo nel I trimestre 2021 ha realizzato una variazione del +5,2% rispetto all’analogo periodo del 2020, in linea con il dato regionale (+5,0%). Risultato, quello cuneese, che mostra come le imprese del territorio abbiano saputo reagire con capacità e resilienza al difficile periodo generato dalla crisi sanitaria Covid-19.

Il positivo risultato emerge dalla 198ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali nei mesi di aprile e maggio 2021 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2021. La ricerca che ha coinvolto 1.796 imprese industriali piemontesi, di cui 244 cuneesi rappresentate da un totale di 7.107 addetti e un valore di oltre 1,7 miliardi di euro di fatturato.

Nel I trimestre 2021 il rilancio dell’output si associa ai risultati positivi di tutti gli indicatori congiunturali analizzati. A fronte di un fatturato totale del +6,0%, con ordinativi interni che registrano un +4,2%. Allo stesso modo, riprende la dinamica sui mercati stranieri con un fatturato estero del +4,0% accompagnato da ordinativi esteri del +5,6%. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 66,96%.

“È confortante vedere, dopo lungo tempo, tutti gli indicatori economici preceduti dal segno positivo – sottolineano i vertici camerali – perché dietro a quel semplice più ci sono imprenditori che producono, lavoratori che operano in azienda e non sono in Cassa integrazione, macchinari a pieno regime, merci destinate ai mercati italiani e stranieri. L’auspicio, dopo tante false partenze, grazie ai sacrifici fatti in questi mesi e all’accelerazione del Piano vaccinale, è che si possa tornare alla normalità. Le aziende della provincia di Cuneo sono pronte a mettere in campo tutto il loro bagaglio di professionalità, operosità, capacità e competenza per aiutare il Paese in questa nuova fase di rilancio”.

Nel I primo trimestre 2021, tutti i comparti mostrano segno positivo eccezion fatta per l’alimentare che registra un -1,3%. Buona la performance del tessile-abbigliamento-calzature con un +10,6%, decisamente migliore rispetto al dato regionale (-4,6%), a cui seguono le industrie metalmeccaniche con il +9,2% e le altre industrie manifatturiere (+8,3%).

Scendendo nel dettaglio dimensionale d’impresa emerge come in termini di output prodotto tutte le imprese abbiano riportato risultati positivi. La variazione tendenziale della produzione industriale registra +2,0% per le micro imprese (0-9 addetti); +2,5% per le piccole imprese (10-49 addetti); +4,8% per le medie imprese (50-249 addetti) e +15,6% per le realtà di maggiori dimensioni (oltre 250 addetti).

 




Pandemia e crisi economica, Chieri stanzia 30mila euro a favore di piccole imprese e lavoratori autonomi

Il Comune di Chieri ha stanziato un contributo di 30mila euro per favorire l’accesso al credito delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi presenti sul proprio territorio, aderendo alla nuova linea di finanziamento attivata dal Fondo di solidarietà “SO.RRI.SO” (Solidarietà che riavvicina e sostiene), progetto della Fondazione Don Mario Operti.

Lo scorso anno il Comune di Chieri aveva stanziato complessivamente 35mila euro a favore del Fondo di solidarietà SO.RRI.SO”, al fine di attivare micro-prestiti sociali a favore di persone e nuclei familiari residenti sul proprio territorio e che si trovassero in situazioni di difficoltà economica e lavorativa a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Questa nuova misura è finalizzata all’erogazione di prestiti d’impatto destinati a piccole imprese (fino a 5 dipendenti), lavoratori autonomi o partite IVA, con sede operativa nel territorio di Chieri, che si trovano in momentanea difficoltà a causa dei blocchi periodici delle attività e delle restrizioni antipandemiche e che fanno fatica ad usufruire dei ristori e sostegni pubblici, ed è resa possibile dalla nuova convenzione che la Fondazione don Mario Operti ha stipulato con Intesa Sanpaolo, che si affianca a quella con Unicredit, che rimane orientata alla concessione di prestiti sociali a persone e famiglie.

«La Fondazione Operti, attraverso Intesa Sanpaolo, favorisce l’erogazione di un prestito fino a 20mila euro, allo scopo di favorire la ripartenza o la riapertura delle attività-spiega l’assessore alle Politiche sociali Raffaela VIRELLI-il prestito andrà restituito in 6 anni, con un tasso di interesse dello 0,4%.

L’importo complessivo delle erogazioni effettuate dalla banca è pari al triplo delle risorse messe a disposizione, quindi il contributo di 30mila euro del Comune di Chieri consentirà di attivare prestiti per 90mila euro. Inoltre, viene superato il vincolo della residenza che era richiesto per i microprestiti a persone e famiglie, in questo caso basta che l’attività si svolga sul territorio di Chieri.

Non solo, ma visto che il nostro obiettivo è quello di non lasciare per strada nessuno, è prevista l’erogazione di un prestito fino a 5mila euro anche per quelle microimprese che non danno piena garanzia di solvibilità, in quanto inadempienti o con sofferenze già note (protesti, pignoramenti, sconfinamenti, ecc.).

Siamo assolutamente consapevoli della grave situazione in cui si sono venuti a trovare piccoli imprenditori, commercianti, artigiani e lavoratori autonomi.

Tutte realtà che hanno sempre vissuto del loro lavoro, contribuendo alla ricchezza della comunità, che ora si trovano in difficoltà temporanea e che hanno bisogno di essere aiutate a ripartire. Anche alla luce di quanto discusso in Consiglio comunale, riteniamo che il meccanismo del prestito d’impatto sia un modo utile e concreto per dare sostegno a piccoli imprenditori e lavoratori autonomi, genera un effetto moltiplicatore, preferibile a regalie di qualche cent




Torino. Pubblicato bando contributi per attività culturali 2021

È stato pubblicato oggi sul sito www.comune.torino.it/bandi il ‘bando per la selezione di proposte e l’assegnazione di contributi economici a sostegno di progetti e iniziative in ambito culturale per l’anno 2021’.

L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha determinato notevoli criticità che richiedono un rinnovato impegno per supportare le realtà culturali, sociali ed economiche in forte crisi e, questo bando, nasce con l’obiettivo di dare un sostegno al sistema culturale cittadino, rafforzare le relazione tra i diversi soggetti che operano sul nostro territorio e le esperienze comunque maturate in quest’ultimo anno.

Per perseguire tale risultato la Città, attraverso questo avviso pubblico, ha deciso di sostenere progettualità volte alla ripresa della capacità produttiva degli enti e degli operatori culturali no profit, stimolando lo sviluppo di percorsi innovativi e collaborativi – capaci di attrarre nuovo pubblico oltre a mantenere e fidelizzare il vecchio – da attuare sia in presenza, sia attraverso le tecnologie digitali.

Il bando è strutturato secondo due ambiti culturali: a) musica; b) arte contemporanea, patrimonio culturale, divulgazione scientifica, promozione del libro e della lettura, cinema

Come negli anni precedenti sarà una commissione mista – composta da soggetti esterni esperti in produzione e consumi culturali e da componenti interni che hanno, per esperienza e professionalità, ampia conoscenza in merito alla produzione culturale – a valutare le candidature e, poiché i progetti per essere ammessi, devono rispondere alle linee guida definite dall’Amministrazione, nel bando sono dettagliatamente specificati i criteri di valutazione, tutti gli elementi necessari per conoscere il sistema di attribuzione dei punteggi e le indicazioni circa le modalità di calcolo della quota di contributo assegnabile ai progetti beneficiari.

Per incentivare il più possibile il sistema culturale ciascun progetto potrà essere finanziato dalla Città fino all’80% del budget totale pur nel rispetto dei limiti di contributo definiti per i diversi ambiti e valutati in un massimo di 15.000€ per i progetti candidati sull’ambito A e in 11.000€ per i progetti candidati sull’ambito B.

Ai fini della semplificazione amministrativa e nel rispetto delle indicazioni dettate dal Codice dell’Amministrazione digitale (CAD) le candidature dovranno pervenire esclusivamente tramite PEC, dovranno essere fornite sui modelli precompilati messi a disposizione dalla Città e firmate in maniera digitale.

Le candidature dovranno essere inviate entro e non oltre le ore 12.00 del 9 luglio 2021 secondo le modalità dettagliate nel bando reperibile su sito www.comune.torino.it/bandi

 




Infrastrutture “al palo”, Unione industriali Torino: nel 2020 avanzano solo il 31% dei progetti nel Nord Italia

Nel 2020 su 68 progetti infrastrutturali monitorati in tutto il Nord Italia, 23 risultano completamente fermi (pari al 34%); 24 invece (35%) hanno avuto un avanzamento inferiore ai programmi e solamente 21 (31%) hanno soddisfatto le aspettative.

Tra le cause, oltre alla pandemia, si riscontra il mancato finanziamento di molti progetti, come nel caso delle ferrovie di adduzione ai Tunnel svizzeri del Gottardo e del Loetchberg; la burocrazia legata alle procedure e ai processi decisionali, per esempio nelle opere di accessibilità ferroviaria e stradale a Malpensa; e il persistere di veti e indecisioni politiche su diversi progetti, come la Gronda di Genova e il collegamento stradale Vigevano-Malpensa.

Sono invece proseguite secondo le aspettative le opere dove è stato forte il commitment politico come il tunnel ferroviario del Brennero e le tratte di alta velocità Brescia-Verona e Verona-Padova.

Sono alcune delle principali evidenze contenute nell’Osservatorio Territoriale Infrastrutture Nord (OTI Nord), giunto alla 20° edizione. Quest’anno l’Osservatorio, grazie all’adesione – per la prima volta – di tutte le Confindustrie del Nord Italia, amplia il monitoraggio sullo stato di avanzamento dei progetti infrastrutturali strategici di questa parte del Paese, proponendo soluzioni per affrontare le criticità esistenti.

Ad Assolombarda, Confindustria Genova e Unione Industriale di Torino – promotori dell’analisi – si aggiungono Confindustria Emilia-Romagna, Confindustria Friuli Venezia Giulia, Confindustria Liguria, Confindustria Lombardia, Confindustria Piemonte, Confindustria Trento, Assoimprenditori Alto Adige e Confindustria Veneto, dando al progetto un respiro nazionale.

I risultati di OTI Nord sono stati presentati questa mattina nel corso dell’evento “Il futuro delle infrastrutture per un’Europa più vicina”, trasmesso in live streaming su “Genio & Impresa”, webmagazine di Assolombarda. L’appuntamento è stato anche l’occasione per rimarcare il ruolo delle infrastrutture per il rilancio economico del Paese e per portare all’attenzione del Governo la necessità di fare scelte strategiche per la competitività del Nord.

Al dibattito hanno preso parte Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda; Giorgio Marsiaj, Presidente Unione Industriale di Torino; Enrico Carraro, Presidente Confindustria Veneto; Giovanni Mondini, Presidente Confindustria Genova. Tra gli altri relatori: Umberto Lebruto, Amministratore Delegato FS Sistemi Urbani; Vittorio Biondi, Direttore Politiche Industriali e Competitività del Territorio Assolombarda; Armando Brunini, Amministratore Delegato SEA Aeroporti di Milano; Marco Bucci, Commissario straordinario per la Ricostruzione e Sindaco di Genova; Matteo Gasparato, Presidente UIR – Unione degli Interporti Riuniti; Guido Ottolenghi, Presidente Comitato Tecnico Logistica e Trasporti, Confindustria; Mario Virano, Direttore Generale TELT.

“Non dovrebbero mai capitare drammi come quello della funivia Stresa-Mottarone. L’investimento nelle infrastrutture deve essere una priorità per lo sviluppo del territorio che, per essere realmente vivibile, competitivo e attrattivo, deve puntare ad essere sempre più sicuro e connesso. In questo scenario, il Nord Italia, al centro della grande manifattura europea, gioca un ruolo fondamentale di traino – ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. L’obiettivo deve essere quello di rafforzare, attraverso un sistema infrastrutturale integrato, i collegamenti tra Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto ed Emilia-Romagna che, insieme, rappresentano un grande “rettangolo produttivo nel cuore dell’Europa”. Una piattaforma unica di rilancio del Paese.

È dunque fondamentale valorizzare la grande occasione del PNRR, dimostrando capacità di esecuzione rispetto alle opere strategiche e contrastando la burocrazia per realizzarle. Da questo punto di vista, un primo importante banco di prova riguarderà le infrastrutture previste per le Olimpiadi di Milano-Cortina, una straordinaria opportunità di crescita e di innovazione per i nostri territori. Infine, per promuovere un Paese davvero integrato, propongo di costruire un monitoraggio di sistema anche per le infrastrutture digitali, che sono condizione essenziale per lo sviluppo”.

“L’Osservatorio è nato vent’anni fa per divulgare i programmi, le strategie, i progetti e le priorità relativi alle infrastrutture – ha sottolineato Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino -. Lo scopo è da sempre sensibilizzare e stimolare i soggetti politici ed economici, affinché i programmi vengano pianificati e gli interventi realizzati con adeguate risorse, con procedure trasparenti e nel rispetto dei tempi previsti e delle esigenze dei territori interessati.

Con l’ampliamento dell’Osservatorio a tutto il Nord Italia, il progetto assume un respiro nazionale. È un passo molto importante nella direzione di creare un sistema competitivo e sostenibile di tutte le infrastrutture della mobilità, collegando in modo efficiente tra di loro e con il resto dell’Europa aree strategiche per l’economia italiana. Completare le infrastrutture – non solo fisiche, ma anche digitali – utili a connettere il Nord con il resto del Paese e con l’Europa è una responsabilità inderogabile. Penso, ad esempio, alla urgente necessità di ultimare la progettazione della tratta nazionale della Tav, di cui ancora in questi ultimi giorni si sta discutendo. L’obiettivo è aumentare la produttività delle imprese e del nostro Paese in generale”.

«OTI Nord è la naturale evoluzione del progetto OTI Nord Ovest – ha commentato Enrico Carraro, Presidente Confindustria Veneto – Confindustria Veneto, insieme alle altre Confindustrie Regionali del Nord Est, ha voluto esserci perché riteniamo che sia fondamentale, in una logica di sistema, considerare il Nord del Paese come area privilegiata di interconnessione con l’Europa per innescare processi virtuosi di mobilità sostenibile e di sviluppo della logistica. Attraverso le nostre regioni passano infatti diversi corridoi europei che garantiscono i collegamenti est-ovest e nord-sud, favorendo l’integrazione di relazioni e filiere produttive rilevanti per tutta Europa e garantendo gli indispensabili flussi di merci, materie prime, componentistica, necessarie a tutto il sistema paese e a tutta l’Unione Europea.»

“Nel nostro Paese i tempi che intercorrono tra la progettazione di un’opera e la sua realizzazione sono estremamente lunghi – ha sottolineato Giovanni Mondini, Presidente Confindustria Genova -. Terzo Valico ferroviario e Gronda di Ponente, le due principali opere infrastrutturali attese dal nostro territorio e, in generale, da tutto il nord ovest, sono state concepite quando i traffici su gomma e via ferro, sia di merci che di persone, erano ben inferiori agli attuali.

La fine lavori del Terzo Valico è slittata al 2024; della Gronda di Ponente, invece, non sono stati ancora aperti i cantieri. Il nodo metropolitano genovese e in particolare la rete autostradale ligure – già fortemente “stressati” dall’agosto del 2018 a seguito del crollo del ponte Morandi, sull’autostrada A10 Genova-Ventimiglia, e dal crollo di un viadotto sull’autostrada A6 Savona-Torino, avvenuto il 24 novembre 2019 – sono stati interessati nel corso del 2020 da importanti lavori di manutenzione che ne hanno fortemente limitato la capacità e percorribilità.

Urgenti e indifferibili interventi sui viadotti gravemente ammalorati e nelle gallerie ritenute non rispondenti agli standard europei hanno determinato nell’estate scorsa chiusure giornaliere e notturne della rete, nonché gravi limitazioni per massa e sagoma imposte dai concessionari autostradali con conseguenti congestionamenti sia della rete autostradale che di quella ordinaria, sulla quale si è inevitabilmente riversato il traffico sia leggero che pesante”.

“Il Rapporto OTI Nord è un formidabile strumento di ragionamento sullo stato delle infrastrutture e sulla loro programmazione – ha osservato Guido Ottolenghi, Presidente Comitato Tecnico Logistica e Trasporti di Confindustria –. Il sistema produttivo italiano, e i milioni di famiglie che ne traggono sostentamento, ha bisogno di un’ottima logistica per approvvigionarsi e per inviare le merci prodotte ai mercati di destinazione.

Per questo serve ammodernare strade e ferrovie, interporti e aeroporti, snodi ferroviari e porti marittimi. Lo stato di avanzamento dei progetti già adottati è modesto e, inoltre, servirebbe elaborarne di nuovi. Per progredire occorre dialogo tra decisori politici e ceto produttivo, molta e costante buona volontà e migliori regole di attuazione. Infatti, molti ritardi sono dovuti proprio a complessità a livello amministrativo e giudiziario. Il PNRR si ripropone di affrontare alcuni di questi temi, ma non tutti, quindi occorre mantenere viva la visione complessiva del sistema infrastrutturale e logistico”.

Come si legge nell’OTI Nord, rimane drammatica la mobilità del trasporto merci – e in particolare dei trasporti eccezionali – sulla rete stradale esistente. La mancata programmazione delle chiusure di tratte stradali e autostradali ai mezzi pesanti per i necessari lavori di ammodernamento e manutenzione ha paralizzato e continua a paralizzare la circolazione in Liguria.

Ne derivano conseguenze pesanti, come l’aumento, anche di un terzo, dei costi dei trasporti e della logistica da e per i porti liguri e l’incremento, di circa sei volte, del tempo impiegato dai trasporti eccezionali in partenza da Genova per raggiungere il Terzo Valico, vista l’inutilizzabilità della strada statale dei Giovi. Anche nelle altre Regioni non è garantita la continuità degli itinerari stradali, in particolare laddove limitazioni al transito su ponti e viadotti impediscono la possibilità di passare da una Regione all’altra e di raggiungere i porti di partenza dei manufatti eccezionali come quelli di Marghera e Ravenna.

Per quanto riguarda le opere di potenziamento dei grandi assi stradali, che consentirebbero di garantire itinerari merci sicuri, si evidenzia un grave ritardo. Delle 15 opere monitorate, solamente il 20% (quindi 3 opere) sono proseguite secondo le aspettative, mentre il rimanente 80% ha visto avanzamenti inferiori alle attese o è rimasto fermo. In particolare, sono rimasti fermi i potenziamenti autostradali connessi al nodo politico non ancora sciolto della revoca o meno delle concessioni autostradali come, ad esempio, la Gronda di Ponente di Genova e i potenziamenti autostradali lungo la A13 e la A14.

Inoltre, risultano in sofferenza i nodi infrastrutturali delle città metropolitane del Nord. Sulle 26 opere monitorate, 22 (l’84%) non hanno avuto avanzamenti oppure hanno avuto avanzamenti inferiori a quelli previsti. In particolare, è rimasto fermo il 33% dei progetti di linee metropolitane, il 40% dei nodi ferroviari, il 50% dei nodi viari.

Anche le opere afferenti alle reti TEN-T, che permettono all’Italia sia di rimanere agganciata ai grandi flussi europei sia di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità previsti dal Green Deal Europeo (ovvero trasferire il 75% delle merci trasportate su ferrovia), vanno avanti a rilento. Delle 15 opere riguardanti i grandi assi ferroviari, 6 sono avanzate secondo le aspettative (il 40%), mentre 7 (il 47%) sono rimaste sostanzialmente ferme e le altre hanno avuto avanzamenti inferiori alle attese. In particolare, se sono andate avanti le opere lungo il Corridoio Mediterraneo, Baltico-Adriatico e Scandinavo-Mediterraneo, hanno subito ritardi quelle poste lungo il Corridoio Reno-Alpi così come la ferrovia del Ponente Ligure e il corridoio plurimodale Tirreno Brennero (TI.BRE). Analogamente è ferma la realizzazione del Passante di Bologna, della Bretella Campogalliano Sassuolo e della Cispadana.

Infine, tra le priorità condivise dai promotori di OTI Nord, c’è il completamento di alcune opere strategiche per il territorio, che si sarebbero dovute concludere tra la fine di quest’anno e il prossimo. Dalle opere di connessione ai valichi svizzeri lungo il Corridoio Reno-Alpi al nodo stradale di San Benigno, dal nodo ferroviario di Genova al completamento del servizio ferroviario metropolitano di Torino; dal potenziamento stradale tra Rho-Monza, la variante stradale Varesina e il prolungamento della metropolitana 1 a Monza; alla nuova strada Magenta-Abbiategrasso-Vigevano per quanto riguarda le connessioni all’aeroporto di Malpensa. Oltre al potenziamento del terminal intermodale di Milano Smistamento; alle opere di potenziamento infrastrutturale del porto di La Spezia, alla Pedemontana Veneta.




Aziende, Consiglio regionale: no alla Pdl di restituzione fondi regionali

Il Consiglio regionale ha respinto la Pdl presentata da Francesca Frediani (M4o), che avrebbe previsto la restituzione di eventuali contributi regionali percepiti da parte di aziende che in seguito avessero delocalizzato la produzione fuori dal Piemonte o non avessero applicato le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e le norme ambientali. Il testo era già stato licenziato con voto negativo in Commissione.

L’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano, ha ricordato che “sono numerose le nostre proposte per favorire l’attrattività imprenditoriale del Piemonte. La nostra strategia non è quella di mettere più vincoli, ma far rispettare le norme già esistenti”.

Sono le misure previste a non trovare d’accordo la maggioranza, secondo il relatore Andrea Cane (Lega): “La Commissione ha esaminato i contenuti della proposta di legge – ha dichiarato – raccogliendo anche l’orientamento e la posizione della Giunta regionale e svolgendo approfondimenti sul tema della delocalizzazione produttiva con l’ausilio di IRES Piemonte. Al termine degli approfondimenti svolti, pur condividendo le finalità del provvedimento, la Commissione non ha ritenuto opportuno esprimere un orientamento favorevole alle diverse misure contenute nel testo”.

La Pdl era stata presentato nella passata legislatura, per poi essere ripresentata e analizzata in terza Commissione, dove aveva appunto ottenuto parere contrario.

“Si sarebbe trattato di uno strumento utile per arginare, almeno in parte, casi fin troppo frequenti in Italia e nella nostra regione dove aziende in piena salute, dopo aver beneficiato di contributi pubblici, spostano la produzione in paesi in cui il costo del lavoro è più basso. Non approvando il testo, è stata un’occasione sprecata” ha sottolineato Frediani.

Per Raffaele Gallo (Pd), anche lui relatore di Minoranza, la Pdl apre la discussione su come non fare concorrenza fra i Paesi della Ue e interviene sui fondi regionali alle imprese. Ma è troppo rigida, sarebbe da emendare.

 




Smart Money, Mise: 9,5 milioni di euro per le startup innovative. Contributi a fondo perduto

A partire dal 24 giugno 2021 le startup innovative potranno richiedere l’incentivo Smart Money che prevede un contributo a fondo perduto per l’acquisto di servizi prestati da parte di incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo di imprese innovative.

Il Ministero dello sviluppo economico mette a disposizione della misura 9,5 milioni di euro per sostenere le spese connesse alla realizzazione di un piano di attività e di sviluppo, nonché favorire investimenti nel capitale di rischio delle start-up innovative.

 

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Incidente Funivia Stresa-Mottarone. Arpiet vicina alle famiglie delle vittime

L’Arpiet, l’Associazione piemontese degli impianti a fune, porge il suo più profondo cordoglio per le vittime del tragico incidente della funivia Stresa-Mottarone.
“È una tragedia terribile – ha dichiarato il Presidente Giampiero Orleoni – Esprimiamo la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime colpite da questo dramma, in attesa che le indagini facciano chiarezza sulle cause”.




La situazione del comparto extralberghiero all’Assemblea di Agriturist Alessandria

Una situazione ancora tutt’altro che rosea è quella emersa dall’Assemblea di Agriturist Alessandria che si è tenuta ieri sera in modalità on line tra i soci dell’associazione che si occupa del comparto extralberghiero di Confagricoltura.

Dopo i saluti agli intervenuti, il presidente provinciale e titolare di Podere La Rossa di Morsasco (AL) Franco Priarone e il presidente regionale titolare di Tenuta Fiscala Lorenzo Morandi hanno evidenziato le principali criticità del momento e le azioni mirate dell’associazione per la ripresa del comparto duramente colpito dalla pandemia.

I due Presidenti provinciale e regionale hanno commentato: “La diminuzione del numero di prenotazioni e presenze, sia per quanto riguarda il pernottamento che la ristorazione, è evidente, anche se esistono alcune realtà più fortunate che hanno potuto continuare a lavorare come chi ha camere o alloggi vicini ad aziende e città con clientela business. Altri agriturismi hanno addirittura chiuso per gran parte della stagione autunnale e invernale. La stragrande maggioranza confida nelle presenze di turisti italiani ma anche stranieri a partire da adesso e per tutta l’estate, visto l’andamento epidemiologico e quello vaccinale”.
Il direttore provinciale di Confagricoltura Cristina Bagnasco ha poi dato lettura dei bilanci (consuntivo e preventivo).

Si sono passate in rassegna, poi, tutte le iniziative associative: la campagna promozionale “Riparti naturalmente. Riparti con noi” presente sui social e sul sito provinciale , creata appositamente per il rilancio del comparto in questa situazione di emergenza con foto scattate negli agriturismi associati; un’ulteriore opportunità a sostegno del settore agroalimentare è l’iniziativa “L’agricoltura a domicilio”, la campagna specifica di Confagricoltura Alessandria che promuove, attraverso i siti internet associativi, i social Instagram e Twitter ed il passaparola, le aziende agricole e agrituristiche associate che consegnano prodotti a casa del consumatore; infine, si è parlato di fattorie didattiche, forse le maggiormente e duramente colpite dall’emergenza sanitaria per la sospensione delle attività didattiche extrascolastiche. Per loro Agriturist sta realizzando un progetto legato all’opuscolo didattico “Scatta il verde, vieni in campagna”, che sarà presentato al pubblico tra qualche tempo.

“Offriamo luoghi incontaminati, attività in campagna accompagnate da cibo e vino ottimi. Questa caratteristica ha consentito alle nostre imprese di diventare un segmento importante dell’offerta turistica italiana, consentendoci di partire avvantaggiati. Occorre però – ha dichiarato Priarone – cogliere l’occasione e incrementare questo potenziale, guardando alla sostenibilità delle aziende, all’innovazione, alla digitalizzazione e alle infrastrutture. Inoltre, la pandemia sta cambiando le abitudini: il lavoro in smart working è sempre più frequente, per cui perchè non in campagna tramite i servizi di ‘Holiday working’ degli agriturismi?”.

“Agriturist intende coinvolgere i turisti, ponendo l’accento sul valore della vacanza in campagna, luogo che permette relax, ampi spazi all’aria aperta e cibi di qualità locali” ha concluso Morandi.