Recovery Plan. Confartigianto imprese: Un’occasione che non deve essere sprecata

Anche il nostro tessuto imprenditoriale necessita di un vaccino per sconfiggere le malattie croniche che bloccano il sistema di micro e piccole imprese del nostro Paese e del Piemonte (costituito da 117mila circa imprese artigiane). Le riforme, per le quali il recovery plan è il nostro libro dei sogni, rappresentano il vaccino per colmare i ritardi dell’Italia accumulati negli anni, ancora prima della crisi sanitaria, ancora in corso”.

Ad affermarlo Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte che aggiunge: “nel frattempo però bisogna anche gestire l’emergenza e per farlo servono provvedimenti straordinari: ci preoccupano le scadenze fiscali e quelle dei crediti. La moratoria che scade il 30 aprile va rinnovata per evitare che le imprese, alla riapertura, si ritrovino strangolate da adempimenti fiscali e mutui. Chiediamo, in sintesi, un biennio fiscale bianco. Ma per pensare seriamente ad una ripartenza occorre avviare delle riforme profonde del nostro sistema che rimane quello con un fisco troppo alto, un’inadeguata digitalizzazione della PA, una giustizia lenta, una burocrazia asfissiante.”

 

“Per garantire una vitale accelerazione della crescita dell’economia italiana -afferma Felici-vanno migliorate le condizioni di competitività delle imprese, anche attraverso una maggiore efficienza dei servizi erogati dalla Pubblica amministrazione. Una sfida non da poco, considerato il momento storico.”

 

In un sondaggio effettuato da Confartigianato Imprese  emerge che il 15% delle piccole e medie imprese del Piemonte ha perso il 50% del fatturato ed il 32% è a rischio operativo. Ecco perché non si può sbagliare la misura dei prossimi interventi.

 

Non si può dimenticare però che l’Italia, secondo la comparazione internazionale del rapporto Doing Business 2020 della Banca Mondiale (2020), è al 58° posto nel mondo e terzultima nell’UE a 27, per facilità di fare impresa. E tutto questo ben prima della pandemia.

 

“Molteplici sono i ritardi da colmare nel nostro Paese – continua Felici –  in primis: fisco, burocrazia e giustizia, ma anche la svolta digitale, le opere pubbliche, i tempi di svolgimento degli appalti, l’emergenza occupazionale per giovani e donne sono obiettivi imprescindibili se si vorrà avviare una vera ripresa dopo la pandemia. Ricordiamoci che in tredici indicatori su venti esaminati nel confronto internazionale, l’Italia è agli ultimi tre posti tra i 27 paesi dell’Unione europea”.

 

“Per questo insistiamo  -riprende Felici – che il Recovery Plan deve tener conto delle esigenze delle piccole e medie imprese italiane che restano la spina dorsale del nostro sistema produttivo. Troppe volte in passato abbiamo assistito al varo di leggi, provvedimenti e strategie di investimento pensate solo per i grandi. Se si applicheranno le logiche utilizzate in passato, avremo sprecato un’occasione unica e irripetibile”.

«Chiediamo inoltre  – conclude Felici – di rendere stabili gli incentivi per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici, la proroga a tutto il 2023 del superbonus 110%, la valorizzazione degli appalti a km0, incentivi per collaborazione tra enti di ricerca pubblici e micro e piccole imprese e per favorire le reti di imprese impegnate in attività di economia circolare e di transizione ecologica».




Giro d’Italia,Torino ospita la prima tappa

Sabato 8 maggio Torino ospiterà la prima tappa del 104° GIRO d’ITALIA.

La manifestazione sportiva si svolgerà interamente all’interno del territorio comunale, con una “cronometro individuale”, e interesserà gran parte della zona centro e la zona est della città (precollina), comprese entrambe le aree limitrofe le sponde del fiume Po, da Ponte Regina Margherita fino al Ponte Balbis.

La partenza della tappa sarà in piazza Castello, mentre l’arrivo è posizionato a ridosso di piazza Gran Madre di Dio, in Corso Moncalieri angolo via Gioannetti.

L’intera area sarà soggetta a modifiche viabili e divieti di sosta.

 

Durante la giornata di gara, l’intero percorso della manifestazione di circa 9 chilometri, sarà interdetta la circolazione dalle ore 08.00 alle ore 20.00.

 

Il circuito si snoderà lungo le seguenti vie:

PARTENZA piazza Castello, fronte Regione – piazza Castello, fronte via Roma – piazza Castello carreggiata nord contromano – piazza Castello fornici Prefettura – viale I Maggio – viale Partigiani – corso San Maurizio, carreggiata centrale – lungo Po Cadorna – lungo Po Diaz – corso Cairoli – Arco Monumentale dell’Artiglieria – viale Virgilio – viale Turr – viale Marinai d’Italia –  via Tiepolo (salita verso Galileo Galilei) – corso Galileo Galilei (direzione nord) – rotonda Dante – ponte Isabella – corso Moncalieri (direzione sud) –  corso Sicilia – piazza Zara (varco benzinaio) corso Moncalieri (direzione nord) – corso Moncalieri (ang. Gioannetti) ARRIVO.

 

Lungo tutto il percorso di gara e in alcune zone limitrofe sarà in vigore il divieto di sosta permanente e continuo, dalle ore 20.00 del giorno 7 maggio fino al termine della manifestazione.

 

Dalle ore 8.00 dell’8 maggio e fino all’ultimazione della gara, indicativamente intorno alle 20.00, per attraversare la città in direzione SUD provenendo da Corso Casale si dovrà aggirare l’area “Rossa” utilizzando Ponte Regina Margherita e Corso Regina Margherita, mentre in direzione NORD provenendo da Corso Moncalieri si dovrà aggirare l’area utilizzando corso Monterotondo, Ponte Balbis e corso Bramante.

 

Sarà consentito l’attraversamento dell’area di gara, soltanto fino alle ore 10.00, da nord a sud lungo la via Vanchiglia in ambo i sensi di marcia (intersezione Corso San Maurizio) e da est a ovest lungo Corso Vittorio Emanuele II in ambo i sensi di marcia (intersezioni corso Cairoli e corso Moncalieri).

 

Per raggiungere il centro città e la parte OVEST, scendendo dalla collina, si dovrà aggirare la zona di gara, utilizzando i ponti Balbis e Regina Margherita.

 

Anche i percorsi dei mezzi di trasporto pubblico che transiteranno nell’area interessata dalla manifestazione subiranno delle deviazioni. Sabato 8 maggio saranno deviate le linee 6 – 13 – 15 – 16CS – 16CD – 18 – 30 – 42 – 52 – 53 – 55 – 56 – 61 – 66 – 68 – 70 – 73.

 

La linea 73 subirà una variazione di percorso già dal 2 maggio e per tutta la settimana.

 

 




Previsione occupazionali, Unioncamere Piemonte: poco meno di 28mila entrate previste a maggio dalle imprese

Sono circa 27.820 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per maggio 2021, 9.750 unità in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e 1.910 unità in meno rispetto all’analogo periodo del 2019, quando il mercato del lavoro non aveva ancora dovuto affrontare le problematiche causate dalla pandemia da Covid-19.

Pur in un quadro ancora di incertezza si registra, però, una promettente ripresa dell’attività economica globale e, con essa, degli scambi commerciali sostenuti soprattutto da Cina e Usa: una situazione che, insieme a un clima di maggior fiducia delle imprese grazie ai recenti allentamenti delle restrizioni anti-Covid, produce per il mese in corso una crescita dei contratti sul mese precedente (+4.030).

Il 72,6% riguarderà lavoratori dipendenti, il 20,3% lavoratori somministrati, il 2,9% collaboratori e il 4,3% altri lavoratori non alle dipendenze. Nel 27% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 73% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre maggio-luglio 2021 le entrate stimate ammonteranno a 85.810, il 6,8% delle 1.269.210.000 programmate a livello nazionale.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Delle 27.820 entrate previste in Piemonte nel mese di maggio 2021 il 14% è costituito da laureati, il 33% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente il 26% e il 27%.

Anche nel mese di maggio sono i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con il 65% delle entrate (6.240 unità in più rispetto allo stesso mese del 2020, ma 1.750 in meno rispetto a maggio 2019).

Il comparto manifatturiero, genera circa il 25% della domanda di maggio 2021 mentre il settore edile, grazie anche ai nuovi incentivi, segna 2.580 entrate programmate nel mese di maggio e più di 7mila per l’intero trimestre maggio luglio 2021.

Complessivamente l’industria stima 9.650 entrate, 3.510 in più rispetto a maggio 2020, attestandosi su un valore analogo a maggio 2019 (-160 unità in più).

Il 18% delle entrate previste per maggio 2021 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici; il 33% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti; circa il 26% riguarderà professioni commerciali e dei servizi, solo l’11% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici produrranno il 12% delle assunzioni del mese.

A livello di area di funzionamento il peso maggiore è dato dalla produzione beni ed erogazione servizio (46%), segue l’area commerciale e vendita (117%) e quella tecnica e di progettazione (15%), la logistica si attesta all’11%, seguita dall’area amministrativa e finanziaria con il 7%. L’area direzionale, infine, pesa il 4% delle assunzioni previste.

 

 

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 32 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, quota analoga rispetto a quella media nazionale (31 imprese su 100).

Le professioni più difficili da reperire in regione a maggio 2021 sono medici e altri specialisti della salute (63 aziende su 100) e gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (57 aziende su 100). Per oltre un’impresa su due, infine, appare difficoltoso trovare anche progettisti, ingegneri e professioni assimilate nonché operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione di edifici.




Le montagne del Piemonte saranno “covid free”

Prosegue ed entra nel vivo la campagna vaccinale per rendere le montagne del Piemonte “Covid free”, con la vaccinazione di tutti i residenti e lavoratori degli oltre 200 Comuni montani e di alta collina, che presentano presìdi sanitari minimi, analogamente a quanto già fatto con le isole minori.

Come da programma, l’obiettivo della Regione è completare la campagna entro la settimana del 14 giugno, attraverso un fitto calendario di vaccinazioni definito in collaborazione con tutte le Asl e con i Comuni coinvolti.

Sono stati individuati molti punti vaccinali anche nelle singole vallate.

Per venire incontro alle esigenze dei cittadini delle zone montane, potranno essere vaccinati nell’ambito dell’iniziativa anche coloro che non hanno ancora effettuato la pre-adesione generale sulla piattaforma presentando l’auto-certificazione.

“In alta Valsesia, la prima vallata che ha aderito alla nostra campagna, sono già più di mille le persone vaccinate e nei giorni scorsi alle vette vercellesi si sono aggiunti molti altri territori impegnati nella vaccinazione delle varie fasce della popolazione – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi -. Ora proseguiamo entrando nel vivo con un fitto calendario che ci permetterà, come da programma, di completare nella settimana del 14 giugno le vaccinazioni necessarie a rendere le nostre montagne un luogo sicuro per chi lo vive ogni giorno, ma anche per accogliere i tanti turisti che amano le vette piemontesi. Un grazie particolare alle Asl e ai nostri sindaci, che si sono già attivati per sensibilizzare i loro cittadini e ad aiutare coloro che ne avessero necessità ad aderire alla campagna sul portale regionale”.

La campagna del Piemonte “Montagne Covid free” rientra nel Piano vaccinale nazionale e richiama quanto previsto dalla circolare del 5 maggio 2021, trasmessa alla Conferenza delle Regioni dal generale Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza Covid, sulle aree isolate e più difficilmente raggiungibili.




Le imprese piemontesi guardano all’Est Europa, aperte le iscrizioni al webinar

Un incontro online – mercoledì 30 giugno alle ore 10 – per fornire indicazioni sulle reali opportunità di partnership e di collaborazione per le aziende italiane negli undici Paesi di cui fa parte la rete di Confindustria Est Europa e presentare gli strumenti a supporto delle imprese gestiti dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e il sistema di sostegno finanziario di UniCredit nell’area.

Il webinar dal titolo Sostegni operativi per le imprese nei Paesi dell’Est Europa è organizzato da Confindustria Novara Vercelli ValsesiaConfindustria PiemonteConfindustria Est EuropaBanca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo in collaborazione con UniCredit.

Dopo il saluto di Alessandro Battaglia, presidente della Commissione Internazionalizzazione di Confindustria Piemonte, Maria Luisa Meroni, presidente di Confindustria Est Europa illustrerà le opportunità di business nei Paesi aderenti alla Federazione e il ruolo delle rappresentanze internazionali di Confindustria. Massimo Carnelos, direttore esecutivo aggiunto per l’Italia della BERS, parlerà del ruolo della Banca, mentre la presenza di Unicredit a supporto delle imprese nel processo di espansione del loro business in Est Europa verrà trattato da Alessandro Paoli, responsabile UniCredit International Center Italy. Concluderà l’incontro, prima della sessione di domande e risposte con i partecipanti, la testimonianza di Fabiano Coccato, amministratore delegato della Coccato & Mezzetti srl, aderente a Cnvv, sul tema “Avviare un business in Est Europa”.​

 

Registrazione a questo link

 

 

 

 




Giustizia: al via la richiesta di sei referendum abrogativi

A maggioranza assoluta e a scrutinio segreto il Consiglio regionale ha approvato nella seduta odierna sei proposte di deliberazione per presentare la richiesta di altrettanti referendum abrogativi sui temi della giustizia.

I documenti, illustrati in Aula dal primo firmatario Alberto Preioni(Lega) riguardano, in particolare, i seguenti temi: legge Severino, abusi sulla custodia cautelare, separazione della carriera dei magistrati, valutazione dei magistrati, responsabilità diretta dei magistrati e riforma del Consiglio superiore della Magistratura.

L’Assemblea ha poi designato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e il capogruppo della Lega Preioni quali delegati per il deposito delle richieste in Cassazione.

La richiesta di referendum da parte dell’Assemblea regionale si basa sull’articolo 75 della Costituzione e – in particolare – sulla possibilità che cinque Consigli regionali possano richiedere l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge. Con il Piemonte, hanno approvato la richiesta di referendum abrogativo anche i Consigli regionali di Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Sicilia.

Nel corso del dibattito generale sono intervenuti i consiglieri Alberto Avetta e Diego Sarno (Pd) per sottolineare che i temi riguardanti la riforma della giustizia sono estremamente delicati e meriterebbero di essere affrontati dal Parlamento.

Queste, in estrema sintesi, le richieste: abolire la legge Severino per garantire maggiori tutele per sindaci e amministratori e restituire ai giudici la facoltà di decidere se applicarne o meno l’interdizione dai pubblici uffici; limitare gli abusi della custodia cautelare nell’ottica di un equo processo; separare la carriera dei magistrati, che a inizio carriera dovranno scegliere la funzione giudicante o requirente; equa valutazione dei magistrati, che non possono essere controllati solo da altri magistrati; responsabilità diretta dei magistrati, introducendo la possibilità di poterli chiamare direttamente in causa per scongiurare abusi, azioni dolose o gravi negligenze; riformare il Consiglio superiore della Magistratura per permettere a chi intenda candidarsi di farlo anche autonomamente e non necessariamente all’interno di una corrente.

Con 23 voti contrari e 20 favorevoli, a scrutinio segreto, l’Assemblea ha invece bocciato la proposta di deliberazione a prima firma Marco Grimaldi (Luv) sulla richiesta di referendum per l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente).
La votazione è arrivata al termine di una lunga discussione cui hanno preso parte molti consiglieri di maggioranza e opposizione, che hanno espresso le posizioni dei gruppi ma anche personali rispetto ad un tema etico fortemente dibattuto come è l’eutanasia.




Confartigianato Cuneo ha aperto un nuovo ufficio recapito a Peveragno

Un nuovo locale ampio e accogliente, di facile accessibilità per gli associati, per essere sempre più vicini agli imprenditori e alle loro famiglie, rafforzando il legame con territorio e istituzioni locali.

Con questo obiettivo Confartigianato Imprese Cuneo ha inaugurato questa mattina (20 settembre) il suo nuovo ufficio recapito nel comune di Peveragno, alla presenza del sindaco Paolo Renaudi, della vice sindaco Vilma Ghigo e del consigliere Marco Peirone. Per Confartigianato Cuneo hanno partecipato il presidente territoriale Luca Crosetto, il direttore generale Joseph Meineri e il presidente della Zona di Cuneo Valerio Romana. 

L’ufficio, sito in Via Vittorio Veneto 42, va ad aggiungersi alle 12 “sedi di zona” (Alba, Borgo S.D., Bra, Carrù, Ceva, Cuneo, Dogliani, Dronero, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano) e ai 6 “uffici recapito” (Bagnolo Piemonte, Busca, Canale, Garessio, Racconigi, Santo Stefano Belbo).

«La presenza capillare in provincia e il radicamento sul territorio – spiegano i presidenti Crosetto e Romana – rappresentano da sempre un importante punto di forza della nostra Associazione. Questo ci permette di essere più vicini alle imprese, andando a intercettare esigenze e problematiche che risultano così differenti in un territorio grande come il nostro. Attraverso i nostri sportelli diamo concretezza alla nostra azione di rappresentanza e tutela del comparto artigiano e affianchiamo gli imprenditori con un ampio ventaglio di servizi, consulenze e opportunità, proponendoci alle imprese come un partner affidabile per nascere, competere e crescere in un mercato in continua evoluzione, grazie ad un sistema di soluzioni innovative e integrate».




Regione, in estate 300 nuovi dipendenti

Con l’inizio della prossima estate entreranno in Regione circa 300 nuovi dipendenti. Lo ha annunciato l’assessore regionale al personale Marco Gabusi, illustrando il Documento di economia e finanza regionale in prima Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti.
Gabusi ha sottolineato l’esigenza di ricoprire i vuoti di organico dovuti al blocco dei concorsi e all’alta età media dei dipendenti regionali, con conseguenti pensionamenti, ricordando che dal 2018 si è passati dagli oltre 3100 dipendenti di allora agli attuali 2600.

“Questo ha creato grossi problemi nel funzionamento della macchina, sia sul livello dirigenziale che su quello impiegatizio, in tutti i settori”, ha detto l’assessore.

“I bandi attivi in questo momento, cui partecipano oltre 15 mila candidati, porteranno entro l’inizio dell’estate a un nuovo ingresso di personale, circa 300 unità, che saranno di grande sollievo per il funzionamento dell’amministrazione regionale”.

Poi l’assessore ha tenuto una breve informativa sullo ‘smart working’ tra i dipendenti della Giunta regionale: “Siamo passati dal 70% coinvolti nel lavoro agile nel pieno della pandemia all’attuale 15%, come previsto dal decreto”.

Dalla minoranza (M5s, M4o, Luv) sono venuti inviti a credere nello ‘smart working’ e a rilanciarlo come elemento profondo di innovazione, da sostenere sul piano organizzativo.




Confindustria e Regione Piemonte insieme nell’orientamento scuola-lavoro

Confindustria Piemonte ha condiviso con la Regione Piemonte il position paper “Prepararsi al futuro: orientamento scuola-lavoro e inclusione dei giovani al lavoro, life long learning” realizzato con le otto associazioni territoriali regionali di Confindustria.

Il documento propone misure e azioni per favorire l’evoluzione del contesto scolastico-formativo nell’arco della programmazione europea 2021-2027.

Particolare attenzione viene dedicata all’ingresso e alla permanenza nel mondo del lavoro, promuovendo la capacità di imparare ad apprendere in una logica di lifelong learning. L’auspicio è facilitare la gestione delle attività di formazione, orientamento e servizi al lavoro da parte degli operatori accreditati, insieme all’accesso da parte delle aziende e dei singoli cittadini. Questo anche tramite semplificazione e snellimento burocratici.

Una velocizzazione del processo, ancora più urgente dopo l’emergenza Covid-19 e in relazione ai cambiamenti sociali ed economici legati al web, alle nuove tecnologie 4.0 e alla crescente attenzione ai temi dell’economia circolare. Scuola e Formazione devono recuperare centralità, solo così si potranno ridurre i preoccupanti tassi di disoccupazione giovanile e il numero crescente di Neet in Italia, per ridurre l’attuale carenza di figure tecniche richieste dalle imprese.

L’Orientamento scuola-lavoro

Sono 120.000 gli studenti che ogni anno in Piemonte concludono la scuola secondaria di primo grado e più ai 200.000 quelli che terminano il secondo ciclo di istruzione. A loro, alle famiglie e ai docenti è necessario fornire un’azione strutturata di orientamento al lavoro, affinché siano più consapevoli nelle scelte scolastico-formative. L’orientamento dovrà quindi generare una percezione completa che incroci gli interessi ed attitudini degli studenti, fornendo ai docenti strumenti per costruire percorsi di valutazione correlabili al mondo del lavoro. Ciò dovrà avvenire tramite un piano di orientamento che delinei percorsi strutturati per definire quali e quante sono le figure più richieste dal mercato del lavoro.

La Scuola e il ruolo dei Docenti

La scuola post-pandemia, guardando all’evoluzione tecnologica e organizzativa, dovrà l’elaborare un modello formativo basato su una didattica collaborativa, che integri gli assi culturali con quelli tecnico-professionalizzanti. Un approccio duale necessario che integri conoscenza ed esperienza, generando le competenze richieste dal nuovo mercato del lavoro. Ciò darà vita a un dialogo più fluido che è obbligato per ogni attore del sistema educativo ed economico.

ITS e Lauree Professionalizzanti

Gli ITS formano tecnici e professionisti divenuti introvabili ma sempre più richiesti dalle imprese, perché indispensabili per ogni strategia. In Piemonte gli ITS hanno altissimi livelli di performance. In un decennio, infatti, si è dato vita a un progressivo incremento sia del numero di Fondazioni ITS (da 3 a 7) sia del numero dei percorsi (dai 4 iniziali agli attuali 35) con un numero totale di allievi coinvolti che è passato dai 120 allievi (nell’anno 2011) ai circa 1600 allievi attuali, compresi gli iscritti ai corsi appena approvati, e gli allievi iscritti nell’anno 2020 e al secondo anno. Il sistema confindustriale piemontese è presente in 5 ITS dei 7 piemontesi.

Affinché questa progressione continui, gli Its devono avere garantita una stabilità nei finanziamenti nel medio/lungo periodo per consentire strategie di sviluppo e consolidare le strutture. E’ altrettanto importante conservare la misurazione della loro efficacia per garantire che la flessibilità didattica non sia disgiunta dal conseguimento di risultati occupazionali. Lo snellimento della governance, pur con la garanzia dei controlli, rappresenta un altro importante tassello per la crescita, accanto alla infrastrutturazione di proprie sedi autonome dotate di laboratori e tecnologie all’avanguardia.

È necessario favorire, in coerenza con il disegno di legge in discussione in questi giorni, la possibilità che per gli Its di un’offerta formativa integrata di un 3° anno per permettere l’acquisizione di un titolo di studio del tutto analogo a quello Universitario tradizionale, in parallelo sono auspicati accordi con le Università per il completamento del riconoscimento dei crediti con il sistema delle lauree professionalizzanti.

La formazione in ingresso e degli occupati: le Academy

L’Academy risponde al fabbisogno formativo di una impresa, di un gruppo di imprese o di un territorio (filiera distrettuale) ed è un punto di accesso qualificato al mercato del lavoro, in grado di sviluppare nuove competenze coerenti con i fabbisogni delle imprese e valorizzare le competenze presenti in azienda. Sono circa 50.000 le persone che ogni anno partecipano in Piemonte a percorsi formativi. Circa la metà frequenta percorsi di formazione al lavoro (formazione iniziale e superiore), un quarto frequenta percorsi di formazione continua o in apprendistato, la restante parte segue percorsi di formazione permanente

Alcune imprese hanno investito ed attivato propri sistemi di Academy aziendali, le altre ritengono strategica la realizzazione di nuove Academy per far fronte alla crescente difficoltà di reperimento di personale tecnico qualificato. L’obiettivo è accelerare l’adeguamento delle competenze e facilitare l’applicazione di nuove tecnologie, anche attraverso metodologie formative innovative, quali micro-learning o sessioni formative in modalità in streaming/e-learning.

“Iniziamo a vedere i frutti di due anni confronto. Adesso si parte. In questo documento c’è una visione a 360 gradi e c’è la volontà di tradurla in strumenti funzionali. La collaborazione con Confindustria Piemonte è stata ed è fondamentale, nell’ambito di una politica che ascolta le reali necessità di un territorio con l’obiettivo di trasformarli in strumenti concreti. Sull’orientamento professionale abbiamo stanziato sette milioni di euro, non solo per il momento della scelta del nuovo ciclo scolastico, ma per garantire un accompagnamento lungo tutto l’anno scolastico e anche dopo, per indirizzare e aiutare i giovani. Bisogna stare però attenti a rendere ben chiari, le richieste e gli sbocchi reali. Abbiamo lavorato a snellire le procedure, con sportelli aperti sempre in grado di accogliere in modo non rigidi le esigenze dei lavoratori. L’obiettivo è continuare a lavorare insieme per mettere a terra le politiche” commenta l’Assessore all’Istruzione, Lavoro e Formazione professionale, Diritto allo Studio universitario, Elena Chiorino.

Osserva Ermanno Rondi, delegato al Capitale Umano, del presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay: “Appare evidente come la carenza di tecnici di cui lamentano le imprese da lungo tempo, sia legata a problemi strutturali e culturali del Paese. Sono convinto che una prima ed efficace risposta a questa criticità possa arrivare dall’impegno della Regione Piemonte per la costituzione delle Academy, per le quali è previsto a breve il primo bando sperimentale sui settori Automotive e Tessile. Non può inoltre che essere condiviso lo sforzo finanziario del PNRR di incentivare la crescita dei corsi ITS, uno strumento particolarmente efficace ed apprezzato dalle imprese, che garantisce ottimi risultati occupazionali, grazie alla coerenza tra il percorso formativo e lo sbocco occupazionale. Strategico il tema orientamento da impostare su un nuovo approccio verso giovani e famiglie, basato su tre cardini: consapevolezza delle proprie attitudini, esigenze occupazionali prospettiche dei vari ambiti ed infine i percorsi formativi più attinenti”.

 




Confartigianato imprese Piemonte: A dicembre 2021, le imprese artigiane piemontesi attive sono 117.315

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha elaborato il compendio dati del secondo semestre 2021 sulla base degli indicatori più significativi che riguardano l’andamento del comparto artigiano nella nostra regione.

 

Le indagini congiunturali trimestrali condotte da Confartigianato Imprese Piemonte nel 2021 sono caratterizzate, nei primi tre trimestri, da un certo pessimismo, attenuato dalle previsioni positive nel quarto, sul quale influiscono le prospettive di superamento della crisi pandemica, grazie al buon esito della campagna vaccinale, nonché le opportunità legate alla ripresa del settore delle costruzioni, favorita dal superbonus, ed alle risorse derivanti dal PNRR.

 

“Gli artigiani piemontesi – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – credono, nel complesso, nella ripartenza, dopo il dramma del lock down ed i precedenti anni di recessione. Per avviare realmente la ripresa e far sì che le risorse del PNRR non vengano utilizzate a fini meramente emergenziali, ma di carattere strutturale, occorrono vere riforme ed il pieno coinvolgimento delle imprese artigiane e delle piccole imprese, il cui modello coniuga sostenibilità sociale, economica ed ambientale”.

 

Per quanto riguarda il credito, la quantità dei prestiti alle imprese di minori dimensioni continua ad essere inferiore rispetto a quella erogata alle imprese medio-grandi. Inoltre, i tassi d’interesse bancari attivi sui prestiti connessi ad esigenze di liquidità sono, nel periodo dicembre 2019 – giugno 2021, mediamente doppi per le piccole imprese (da 5,82% a 6,08%) rispetto a quelle medio-grandi (da 2,99% a 3,00%).

 

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, a dicembre 2021, le imprese artigiane piemontesi attive sono 117.315; secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte nel primo semestre dell’anno 2022 non vi saranno variazioni significative, ma si assisterà ad una situazione di stallo, anche alla luce degli ultimi provvedimenti governativi di contrasto e contenimento della pandemia. Conseguentemente, nella prima metà del 2022 si riscontrerà una sostanziale tenuta della consistenza numerica delle imprese con un piccolo incremento pari 79 unità produttive, con le seguenti variazioni per dimensione: da 0 a 1 addetti: + 80; da 2 a 4 addetti 0; da 5 a 10 addetti -1; da 11 a 20 addetti e oltre i 20 addetti 0.

 

A dicembre 2021 l’occupazione nell’artigianato in Piemonte si colloca sulle 238.298 unità lavorative, di cui 130.717 autonomi e 107.581 dipendenti; nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita complessiva, nel periodo considerato, pari a 75.235 posti di lavoro.

 

In base al monitoraggio dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, aggiornato al dicembre 2021, si evince che gli apprendisti, rispetto ai 20.116 del 2020, sono 28.118. Sul consistente aumento degli apprendisti in quest’anno dopo la forte riduzione del 2020, ha inciso il miglioramento delle prospettive economiche ed occupazionali a seguito dei provvedimenti del Governo, del positivo andamento della campagna vaccinale e conseguente contenimento della pandemia, nonché delle positive aspettative legate all’attuazione del PNRR.

 

Secondo le stime della Banca d’Italia il nostro Paese conclude il 2021 con un tasso di crescita del PLI pari al 6,2%, mentre la crescita nel 2022 dovrebbe essere del 4% e nel 2023 del 2,5%. Un sostegno considerevole all’economia proviene dalla legge di bilancio, che in particolare conferma i bonus edilizia, e dagli interventi delineati nel PNRR quale volano per le riforme e gli investimenti pubblici.

Preoccupazione desta però il pesante rialzo dei prezzi, ed in particolare delle materie energetiche, con l’inflazione che, secondo le stime, salirebbe dall’ 1,9% nel 2021 al 2,8% nel 2022, mentre per il 2023 e 2024 è previsto un rallentamento all’1,5% ed all’1,7% rispettivamente.

 

“E’opportuno che lo Stato si riappropri della titolarità di alcuni asset strategici come l’energia e il credito. Con particolare riferimento al caro tariffe energetiche – conclude Felici – gli interventi del Governo, pur auspicabili, non saranno significativi senza un concreto Piano Energetico Nazionale con scelte strategiche non ideologizzate, in grado di consentire alle imprese di continuare l’attività. Altro ostacolo sulla via della ripresa è dato dalla diffusione della variante Omicron, per contrastare la quale è indispensabile intensificare le azioni volte a far sì che venga vaccinato l’insieme della popolazione”.