Le persone positive al Covid-19 sono 84.580 (+ 3171 rispetto a ieri)

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 36.086 così suddivisi su base provinciale: Alessandria 4060, Asti 1936, Biella 1155, Cuneo 3906, Novara 3213, Torino 18.670, Vercelli 1609, Verbano-Cusio-Ossola 1197, extraregione 238, oltre a 75 in fase di definizione.

Sono 39 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 9 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid). Il totale è ora 4520 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 723 Alessandria, 281 Asti, 238 Biella, 435 Cuneo, 440 Novara, 1978 Torino, 245 Vercelli, 137 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 43 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 84.580 (+ 3171 rispetto a ieri) di cui 1477 (46%) sono asintomatici. I casi sono così ripartiti: 1069 screening, 699 contatti di caso, 1043 con indagine in corso; per ambito: 255 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 357 scolastico, 2559 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 7720 Alessandria, 4041 Asti, 2730 Biella, 10.390 Cuneo, 6435 Novara, 46.389 Torino, 3050 Vercelli, 2370 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 564 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 891 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 249 (+16 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 3698 (+173 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 40.027. I tamponi diagnostici finora processati sono 1.095.992 (+16.885 rispetto a ieri), di cui 603.246 risultati negativi.

 




Consiglio regionale: esami e visite, “garantite le attività improrogabili”

Il Piemonte sarà in grado di recuperare visite, screening ed esami saltati nei mesi scorsi durante il lockdown anche alla luce dell’ormai conclamata seconda ondata di contagi da Covid 19?

È questa la domanda alla base dell’interrogazione a risposta immediata che il presidente del gruppo Pd, Raffaele Gallo ha rivolto oggi, nell’ambito dei question time, a Luigi Icardi, assessore regionale alla sanità.

“Tutte le attività ambulatoriali improcrastinabili saranno garantite, cosi come saranno tutelate tutte le patologie urgenti come ictus, infarto e malattie oncologiche – ha dichiarato l’assessore – La nuova pandemia inevitabilmente ci costringe oggi a ridurre le attività di recupero esami programmate nei mesi scorsi, per fare spazio ai numeri dei nuovi contagiati. Avevamo avviato un piano di lavoro dettagliato per il recupero delle prestazioni sospese durante la prima ondata Covid, abbiamo dato indicazioni organizzative rispetto a nuove assunzioni e mobilità del personale, messo a punto un cronoprogramma fin da subito adottato dalle Asl e dai presidi ospedalieri. Oggi – ha riferito Icardi – la necessità di tutelare la salute di tutti, impone un nuovo rallentamento all’attività ordinaria.”

“Recentissima è la decisione della Giunta regionale di convertire 16 ospedali piemontesi alla cura del Covid, conversione che prevede la sospensione di tutte le attività ordinarie procrastinabili, di ricovero e ambulatoriali, con il conseguente rinvio a data da destinarsi delle numerosissime visite programmate

Il peggioramento delle liste d’attesa – ha ribattuto Raffaele Gallo – rappresenta una vera e propria emergenza nell’emergenza e deve essere inserita, senza indugi, tra le priorità dell’azione di governo regionale. Prendiamo atto del fatto che l’Assessore alla Sanità condivida le nostre preoccupazioni – ha conclulso il presidente del gruppo Pd – tuttavia ci chiediamo perché non abbia approfittato dei mesi concessi dall’indebolimento della pandemia per prevedere un piano che evitasse la chiusura dei reparti ordinari e, a fronte di una nuova seconda ondata e consentisse di non sospendere, ancora una volta, screening e interventi”.

Durante i question time è stata data inoltre risposta alle interrogazioni di: Diego Sarno (Pd) su Organizzazione tamponi, contact tracing e tamponi rapidi; Paolo Bongioanni (Fdi) su Centri diurni disabili; di Giorgio Bertola (M5S) su remunerazione dei servizi di mobilità dei medici di continuità assistenziale resi dagli operatori della Centrale Torino Taxi; Monica Canalis (Pd) su come viene monitorato l’operato dei SISP delle ASL?; Francesca Frediani (M5S) su Bandi regionali per il settore Cultura; Silvio Magliano (Moderati) su Bandi cultura, ora l’urgenza è assoluta: quali sono le tempistiche?; Marco Grimaldi (Luv) su mancanza di piani per l’individuazione tempestiva di Covid hospital.




Consiglio regionale, Icardi: “L’obiettivo è ridurre i ricoveri”

È importante contenere il numero di ricoveri, perché l’elemento più critico dell’attuale fase pandemica è “il fatto che con questo incremento nessun sistema sanitario al mondo, non dico il Piemonte, può reggere”. Per questo, ha spiegato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi nel corso della sua informativa in Consiglio regionale, “dobbiamo cercare di curare a domicilio tutti coloro per i quali è possibile”.

La seduta si è svolta in videoconferenza con la presidenza di Stefano Allasia.

“Si fanno molti ricoveri – ha detto l’assessore – e i tecnici ritengono che molti casi potrebbero però essere trattati a domicilio. Il Veneto ha addirittura fatto un’ordinanza in questo senso: noi abbiamo l’accordo integrativo con i medici”. Come esempio da seguire, Icardi ha citato quello di Ovada (Al) dove “il progetto Covid-Home prevede che all’accesso al pronto soccorso si facciano approfonditi esami e chi può viene rimandato a casa, quindi seguito dalla medicina territoriale e dalle Usca. “In questo modo si è registrato una diminuzione dei ricoveri del 50 per cento”. Oggi “Sulla base delle curve di contagio e delle proiezioni a sette giorni, in Piemonte emerge che ogni 100 sintomatici in più si devono attendere entro pochi giorni 16 ricoveri ordinari, e ogni 100 ricoveri ordinari ce ne sono 16 in terapia intensiva”.

Sempre in quest’ottica l’assessore ha ricordato appunto che “il 13 maggio è stato siglato l’accordo con i medici di medicina generale, che ha moltiplicato capillarmente la possibilità di intercettare il virus sul territorio. Abbiamo messo diversi milioni su questo contratto integrativo”.

Il carico degli ospedali alla data di ieri ha fatto registrare “3187 posti occupati per il Covid su una disponibilità di 5580. L’incremento nelle TI è lineare. Non si sta assistendo a un incremento rapido, ma a una costanza di aumento. Tuttavia con questi numeri nessun sistema sanitario al mondo può dare una risposta certa per lungo tempo”. Icardi ha anche spiegato che rispetto alla prima ondata, oggi abbiamo pressione sui posti ordinari e meno su quelli di terapia intensiva.

“L’andamento dei ricoveri ordinari mostra incremento dal 16 agosto. Sino a quel punto eravamo a 2 posti letto occupati. Nel periodo estivo i casi erano in maggioranza importati (il 59 percento), cioè avvenuti altrove. Dal 14 settembre è ricominciato l’aumento esponenziale”.

Icardi, nel corso della sua informativa, ha anche ripercorso nel dettaglio tutte le iniziative intraprese dalla Regione Piemonte per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, a partire dal febbraio scorso. Ha rifiutato le critiche che accusano la Sanità piemontese di navigare a vista, descrivendo in modo dettagliato le decisioni prese e le direttive impartite alle Asl, chiarendo anche come i protocolli prevedano particolareggiatamente le azioni da intraprendere secondo i parametri registrati e i report settimanali che tutte le Regioni inviano al Ministero.




RSA, Confindustria Piemonte: le misure per contrastare la seconda ondata

L’arrivo della seconda ondata non trova impreparate le RSA del Piemonte. A dichiararlo è Paolo Spolaore, Vicepresidente della Commissione Sanità di Confindustria Piemonte: «Rispetto all’emergenza e alle criticità dei mesi di marzo e aprile, assistiamo a una vera e propria inversione di tendenza.

Ora, grazie alla disponibilità dei tamponi rapidi siamo in grado di fronteggiare con maggiori strumenti il riacutizzarsi della situazione. Nelle strutture sono partite infatti le verifiche cui ogni 15 giorni vengono sottoposti ospiti e personale e oggi, grazie a questo nuovo supporto, le RSA sono il luogo più sicuro per la difesa degli anziani, il posto più controllato.

Tra la parte garantita dall’Asl e quanto è stato acquistato privatamente, possiamo monitorare la diffusione del contagio e garantire la massima condizione di sicurezza per gli assistiti e gli operatori».

«Adesso dobbiamo dedicarci a un altro aspetto sensibile – continua Spolaore – la formazione degli infermieri e degli operatori socio-sanitari. Una carenza che è venuta prepotentemente a galla durante la prima fase della pandemia.

Da anni chiediamo alla Regione di attivare nuovi corsi di formazione che in questa fase sono indispensabili. Questo può davvero diventare il tallone d’Achille per tutto il sistema territoriale. Se oggi – come credo sia palese – siamo convinti che il mondo da difendere sia quello delle RSA, sollecitiamo da parte della Regione la stessa attenzione e lungimiranza sul tema del personale.

Auspichiamo quindi che i bandi pubblici in corso non indeboliscano troppo gli organici delle strutture private, con il rischio poi, nell’eventualità di emergenze, di sovraccaricare gli ospedali anche per i casi più banali. Come imprenditori siamo ovviamente disponibili ad affiancare l’amministrazione nelle fasi di avvio di nuovi corsi».

 




Le persone risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 72.660 (+2.024 rispetto a ieri)

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti guariti sono complessivamente 33.852 così suddivisi su base provinciale: Alessandria 3893, Asti 1841, Biella 1100, Cuneo 3541, Novara 3100, Torino 17.429, Vercelli 1568, Verbano-Cusio-Ossola 1152, extraregione 228.

Sono 11 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4394 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 715 Alessandria, 267 Asti, 227 Biella, 425 Cuneo, 422 Novara, 1926 Torino, 234 Vercelli, 135 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 43 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 72.660 (+2.024 rispetto a ieri), di cui 839 (41%) asintomatici.

I casi sono così ripartiti: 983 screening, 543 contatti di caso, 498 con indagine in corso: per ambito: 121 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 238 scolastico, 1665 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 6852 Alessandria, 3589 Asti, 2390 Biella, 8922 Cuneo, 5826 Novara, 39.007 Torino, 2736 Vercelli, 2059 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 509 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 770 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 179 (+5 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.844 (+161 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 31.391. I tamponi diagnostici finora processati sono 1.039.308 (+10.249 rispetto a ieri), di cui 571.169 risultati negativi.




Le persone positive al covid19 sono 59.618 (+2458 )

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 32.092 così suddivisi su base provinciale:Alessandria 3749, Asti 1737, Biella 1030, Cuneo 3313, Novara 2977, Torino 16.458, Vercelli 1508, Vco 1102, extraregione 218

Sono 13 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4286 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 700 Alessandria, 261 Asti, 223 Biella, 412 Cuneo, 402 Novara, 1882 Torino, 231 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 42 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 59.618 (+ 2458 rispetto a ieri) di cui 1171 (48%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: per il motivo del tampone 750 screening, 771 contatti di caso, 937 con indagine in corso; per l’ambito: 183 Rsa/Strutture socio-assistenziali, 295 scolastico, 1980 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5930 Alessandria, 3030 Asti, 1938 Biella, 7345 Cuneo, 4968 Novara, 31.305 Torino, 2362 Vercelli, 1702 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 430 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 608 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 121 (+19 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2016 (+167 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 21.103

I tamponi diagnostici finora processati sono 968. 047 (+12.547 rispetto a ieri), di cui 525.680 risultati negativi.




Le persone positive al Covid-19 in Piemonte sono 55.535 (+2287 rispetto a ieri)

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.968 (+70 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3635 (+2) Alessandria, 1681 (+6) Asti, 936 (+2) Biella, 3030 (+11) Cuneo, 2860 (+18) Novara, 15.120 (+25) Torino, 1428 (+2) Vercelli, 1068 (+4) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 210 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 1431 sono guariti clinicamente.

I decessi sono 4259. Sono 11 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid). Il totale è ora 4259 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 696 Alessandria, 261 Asti, 221 Biella, 409 Cuneo, 398 Novara, 1869 Torino, 231 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

La situazione dei contagi. I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 55.535 (+2287 rispetto a ieri) di cui 1028 (45%) sono asintomatici.  I 2287 casi sono così ripartiti: per il motivo del tampone 825 screening, 693 contatti di caso, 769 con indagine in corso. Per l’ambito: 193 Rsa/Strutture socio-assistenziali, 360 scolastico, 1734 popolazione generale; 4 sono importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5708 Alessandria, 2826 Asti, 1830 Biella, 6691 Cuneo, 4758 Novara, 28.963 Torino, 2225 Vercelli, 1605 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 407 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 522 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 94 (+6 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 1601 (+118 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 18.182. I tamponi diagnostici finora processati sono 944.133 (+12.657 rispetto a ieri), di cui 511.261 risultati negativi.




Da lunedì 26 ottobre divieto di spostamento in Piemonte dalle 23 alle 5

Da lunedì 26 ottobre e fino al 13 novembre 2020 saranno vietati in tutto il Piemonte gli spostamenti dalle 23 alle 5 del mattino dopo. Faranno eccezione comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e urgenza, motivi di salute oppure il rientro a casa o presso la propria dimora, che dovranno essere certificate con una autodichiarazione.

A stabilirlo è l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza d’intesa con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi della pandemia.

“Sono misure dolorose ma condivise – sostiene Cirio – perché l’aumento del contagio degli ultimi giorni impone regole più rigide. Il sistema sanitario regionale piemontese e tutto il personale stanno facendo il massimo. ll potenziamento dei posti letto, delle terapie intensive e dei laboratori ci permette di combattere questa battaglia con maggior forza, ma servono comunque misure di contenimento modulate sull’evolversi dell’epidemia. Per questo lavoriamo ogni giorno con gli altri Presidenti, il Ministero della Salute e i nostri epidemiologi, monitorando ora per ora la situazione, pronti ad assumere, con la prudenza che ci ha contraddistinto fin dall’inizio, ogni decisione si renda necessaria per tutelare la salute pubblica. D’accordo con i sindaci del territorio, abbiamo cercato di evitarlo intervenendo con misure chirurgiche, ma gli ultimi dati ci costringono a questa decisione”.

L’ordinanza è stata predisposta al termine di una lunga giornata di confronto in costante contatto con il Ministero della Salute e con il territorio. Fin dal mattino il presidente e la Giunta sono stati impegnati nel dialogo con i sindaci dei Comuni capoluogo, i presidenti delle Province, le Prefetture, i rappresentanti degli enti locali e delle forze economiche e produttive, per valutare la situazione e decidere le misure da adottare e tutti hanno condiviso questa decisione.

 




Covid, Cirio: “Emergenza diversa da quella della primavera scorsa”

“Rispetto alla primavera scorsa la situazione in Piemonte, per quanto riguarda l’emergenza Covid, è notevolmente cambiata”. Lo ha annunciato il presidente della Giunta regionale Alberto Cirio in apertura della seduta della quarta Commissione del 19 ottobre, presieduta dal presidente Alessandro Stecco alla presenza degli assessori alla Sanità Luigi Icardi e alla Ricerca Matteo Marnati.

“In linea di massima – ha aggiunto – dobbiamo attenderci un’epidemia meno grave ma più diffusa, ovvero con maggiore necessità di posti letto per ricoveri ordinari che di terapie intensive”.

“Negli ultimi decenni la Sanità piemontese è stata sottoposta a numerosi tagli che hanno provocato notevoli difficoltà strutturali alla medicina territoriale – ha detto –. E, per affrontare l’emergenza, siamo partiti da tale situazione”.

“Sotto il profilo organizzativo – ha evidenziato – l’istituzione del Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive (Dirmei) funge da ‘Azienda zero’ per l’emergenza monitorando in tempo reale, per ogni azienda sanitaria, le forniture di dispositivi di protezione individuale, il personale, l’attività dei laboratori e il numero di posti letto per consentire un quadro della situazione sempre aggiornato. Il Dirmei coordina la parte sanitaria all’interno dell’Unità di crisi che dalla scorsa settimana ha nuovamente potenziato l’orario ed è attiva 24 ore su 24”.

“Il numero di posti letto per la terapia intensiva – ha dichiarato – grazie al Programma pandemico progressivo è ora in linea con quanto previsto dal parametro nazionale mentre, per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale (Dpi) il Dirmei monitora gli approvvigionamenti delle Aziende e dispone di una scorta di riserva in caso di necessità”.
Circa il personale medico e sanitario, ha aggiunto, “il Piemonte ha messo sotto contratto negli ultimi mesi 2.503 tra medici, infermieri e alte professionalità, 276 operatori sanitari sono stati dedicati alla scuola e abbiamo attivato una convenzione con 80 medici per operare come consulenti per le Rsa più piccole e prive di direttore sanitario”.

Situazione dei laboratori: “Anche a loro il Dirmei ha chiesto di prevedere approvvigionamenti di reagenti per almeno quattro mesi. Quelli attualmente operativi sono 28 e, al momento, solo quello di Alessandria ha carenza di reagenti e non raggiunge l’obiettivo di 800 tamponi al giorno. La capacità complessiva minima è di 10.898 tamponi giornalieri, in linea con la soglia indicata dal Governo di 11mila”.

Cirio si è anche soffermato sull’utilizzo dei tamponi “rapidi” (antigenici), affidabili in modo certificato in caso di negatività, che risultano meno invasivi di quelli molecolari e danno il responso entro un quarto d’ora. “La Regione – ha affermato – ne ha acquistati un milione che potranno anche essere messi a disposizione delle classi nelle quali sia presente una persona positiva per individuare subito i negativi”.

Sui vaccini antinfluenzali Icardi ha ribadito che “le vaccinazioni avranno inizio dal 26 ottobre” e ha spiegato che “la Regione ne ha acquistati quest’anno il 54% in più dello scorso anno per un totale di 1,1 milioni di dosi, l’1,5% dei quali (circa 16.000 esemplari) verrà destinato alle farmacie”. Ha inoltre sottolineato che la Regione ha deciso di abbassare a proprie spese, da 65 a 60 anni, l’età per la somministrazione gratuita del vaccino.

Per quanto riguarda i reagenti, infine, Marnati ha spiegato che per ogni tampone ne sono necessari di tue tipi, uno per l’estrazione e uno per l’amplificazione e che “al momento le criticità riguardano quelli per l’estrazione. Con l’Università di Torino abbiamo realizzato materiale per produrre 100.000 reagenti per quanto riguarda l’amplificazione, che richiedono però una certificazione che dovrebbe arrivare a giorni. In caso dovessero finire i reagenti per l’estrazione, stiamo valutando l’utilizzo della termolisi”.

Nel corso del dibattito i gruppi di minoranza hanno sottolineato, con accenti diversi, i passi avanti compiuti ma hanno evidenziato che i problemi e gli scogli da superare sono ancora molti.

Mauro Salizzoni – intervenuto per il Pd con Domenico RossiRaffaele Gallo e Daniele Valle – ha ammonito che “i numeri per i posti di rianimazione rischiano di portare a un grosso equivoco perché non è possibile trasformare una corsia normale in una corsia di rianimazione e urge formare personale specifico in grado di imparare a fondo l’utilizzo dei respiratori”.

“Moltiplicare i numeri accontentandosi del fatto che siano grandi – ha concluso – non è sufficiente. Bisogna che siano efficienti”.

Marco Grimaldi (Luv) ha sottolineato le numerose richieste di informative sull’argomento, in Aula e in Commissione, non esaudite e ha evidenziato la necessità di sveltire le comunicazioni sull’esito del tampone a chi viene messo in isolamento fiduciario. Ha anche ammonito sulla necessità di prevedere per tempo strutture dove alloggiare eventuali malati di Covid ospiti delle Rsa pubbliche.

Francesca Frediani (M5s) ha rimarcato criticità inerenti la gestione dei casi nelle scuole. “Per alcuni dirigenti scolastici – ha affermato – i compagni di classe non sono considerati contatti stretti. E cinque giorni tra il riconoscimento dei sintomi e l’esito del tampone rappresentano un’eternità per un virus che corre così veloce”.

Per la maggioranza Riccardo Lanzo (Lega) e Davide Nicco (Fdi) hanno ringraziato per l’informativa “chiara, precisa e obiettiva che evidenzia i dati positivi e quelli migliorabili di fronte ai rischi e all’emergenza” e hanno espresso il proprio sostegno all’Esecutivo.




Nuovo Dpcm, ecco i dettagli delle nuove misure di contenimento del contagio

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno firmato il nuovo dpcm contenente le misure di contenimento per contrastare la diffusione del Covid-19.

Un provvedimento che il presidente Conte ha illustrato ieri sera in conferenza stampa e che interviene soprattutto con una stretta sulla movida e sullo sport di contatto.

Di seguito tutte le misure:

 

Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale

1. Ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19, al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 ottobre 2020 sono apportate le seguenti modificazioni:

  1. all’articolo 1, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente: “2-bis. Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.”;
  2. all’articolo 1, comma 4, dopo le parole “possono essere utilizzate” è inserita la seguente “anche”;
  3. all’articolo 1, comma 5, le parole “delle mascherine di comunità” sono sostituite dalle seguenti “dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie”;
  4. all’articolo 1, comma 6:
  1. la lettera e) è sostituita dalla seguente: “e) sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali; per tali eventi e competizioni è consentita la presenza di pubblico, con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e di 200 spettatori per manifestazioni sportive in luoghi chiusi, esclusivamente negli impianti sportivi nei quali sia possibile assicurare la prenotazione e assegnazione preventiva del posto a sedere, con adeguati volumi e ricambi d’aria, a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia frontalmente che lateralmente, con obbligo di misurazione della temperatura all’accesso e l’utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva, enti organizzatori. Le regioni e le province autonome, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori, possono stabilire, d’intesa con il Ministro della salute, un diverso numero massimo di spettatori in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi e degli impianti; con riferimento al numero massimo di spettatori per gli eventi e le competizioni sportive non all’aperto, sono in ogni caso fatte salve le ordinanze già adottate dalle regioni e dalle province autonome, purché nei limiti del 15% della capienza. Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni Sportive Nazionali;”
  2. la lettera g) è sostituita dalla seguente “g) lo svolgimento degli sport di contatto, come individuati con provvedimento del Ministro dello Sport, è consentito nei limiti di cui alla precedente lettera e). L’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale e non sono consentite gare e competizioni. Sono altresì sospese tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale;
  3. alla lettera l), dopo le parole “sono consentite” sono aggiunte le seguenti “dalle ore 8,00 alle ore 21,00”;
  4. alla lettera n), il quinto periodo è sostituito dai seguenti “Sono vietate le sagre e le fiere di comunità. Restano consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale, previa adozione di Protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico di cui all’ art. 2 dell’ordinanza 3 febbraio 2020, n. 630, del Capo del Dipartimento della protezione civile, e secondo misure organizzative adeguate alle dimensioni ed alle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro;”;
  5. dopo la lettera n) è aggiunta la seguente: “n-bis) sono sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali, ad eccezione di quelle che si svolgono con modalità a distanza; tutte le cerimonie pubbliche si svolgono nel rispetto dei protocolli e linee guida vigenti e a condizione che siano assicurate specifiche misure idonee a limitare la presenza del pubblico; nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni; è fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza;”;
  6. la lettera r) è sostituita dalla seguente: “r) fermo restando che l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza, per contrastare la diffusione del contagio, previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n. 275, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00. Allo scopo di garantire la proporzionalità e l’adeguatezza delle misure adottate è promosso lo svolgimento periodico delle riunioni di coordinamento regionale e locale previste nel Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021(cd. “Piano scuola”), adottato con D.M. 26 giugno 2020, n. 39, condiviso e approvato da Regioni ed Enti locali, con parere reso dalla Conferenza Unificata nella seduta del 26 giugno 2020, ai sensi dell’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo n. 281 del 1997. Sono consentiti i corsi di formazione specifica in medicina generale nonché le attività didattico-formative degli Istituti di formazione dei Ministeri dell’interno, della difesa, dell’economia e delle finanze e della giustizia. I corsi per i medici in formazione specialistica e le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie e medica possono in ogni caso proseguire anche in modalità non in presenza. Sono parimenti consentiti i corsi abilitanti e le prove teoriche e pratiche effettuate dagli uffici della motorizzazione civile e dalle autoscuole, i corsi per l’accesso alla professione di trasportatore su strada di merci e viaggiatori e i corsi sul buon funzionamento del tachigrafo svolti dalle stesse autoscuole e da altri enti di formazione, nonché i corsi di formazione e i corsi abilitanti o comunque autorizzati o finanziati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In presenza di un particolare aggravamento della situazione epidemiologica e al fine di contenere la diffusione dell’infezione da Covid-19,  sentito il Presidente della Regione o delle Regioni interessate, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti è disposta la temporanea sospensione delle prove pratiche di guida di cui all’articolo 121 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 da espletarsi nel territorio regionale e la proroga dei termini previsti dagli articoli 121 e 122 del citato decreto legislativo in favore dei candidati che non hanno potuto sostenere dette prove. Sono altresì consentiti gli esami di qualifica dei percorsi di IeFP, secondo le disposizioni emanate dalle singole Regioni nonché i corsi di formazione da effettuarsi in materia di salute e sicurezza, a condizione che siano rispettate le misure di cui al «Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione» pubblicato dall’INAIL. Al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa. Le riunioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado possono essere svolte in presenza o a distanza sulla base della possibilità di garantire il distanziamento fisico e, di conseguenza, la sicurezza del personale convocato. Il rinnovo degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche può avvenire secondo modalità a distanza nel rispetto dei principi di segretezza e libertà nella partecipazione alle elezioni. Gli enti gestori provvedono ad assicurare la pulizia degli ambienti e gli adempimenti amministrativi e contabili concernenti i servizi educativi per l’infanzia. L’ente proprietario dell’immobile può autorizzare, in raccordo con le istituzioni scolastiche, l’ente gestore ad utilizzarne gli spazi per l’organizzazione e lo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative, non scolastiche né formali, senza pregiudizio alcuno per le attività delle istituzioni scolastiche medesime. Le attività dovranno essere svolte con l’ausilio di personale qualificato, e con obbligo a carico dei gestori di adottare appositi protocolli di sicurezza conformi alle linee guida di cui all’allegato 8 e di procedere alle attività di pulizia e igienizzazione necessarie. Alle medesime condizioni, possono essere utilizzati anche centri sportivi pubblici o privati”;
  7. la lettera t) è sostituita dalla seguente: “t) le università, sentito il Comitato Universitario Regionale di riferimento, predispongono, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza in funzione delle esigenze formative tenendo conto dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria ed, in ogni caso, nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca, di cui all’allegato 18, nonché sulla base del protocollo per la gestione di casi confermati e sospetti di covid-19, di cui all’allegato 22; le disposizioni di cui alla presente lettera si applicano, per quanto compatibili, anche alle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica;”; 
  8. la lettera ee) è sostituita dalla seguente: “le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5,00 sino alle ore 24,00 con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolo, e sino alle ore 18.00 in assenza di consumo al tavolo; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze; le attività di cui al primo periodo restano consentite a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi; detti protocolli o linee guida sono adottati dalle Regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali e comunque in coerenza con i criteri di cui all’allegato 10; continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente; è fatto obbligo per gli esercenti di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti”;
  9. alla lettera ff) dopo la parola “siti” sono aggiunte le seguenti “nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade,”;
  1. l’allegato 8 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 ottobre 2020 è sostituito dall’allegato A al presente decreto.
  2. all’articolo 3, comma 1, dopo la lettera a) è inserita la seguente: a-bis) al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni, è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività;

 

Disposizioni finali

1. Le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 19 ottobre 2020, ad eccezione di quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, lettera d), n. 6, che si applica a far data dal 21 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 13 novembre 2020.

2. Restano salvi i diversi termini previsti dalle disposizioni del presente decreto.

3. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.