Nuovo Dpcm, ecco i dettagli delle nuove misure di contenimento del contagio

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno firmato il nuovo dpcm contenente le misure di contenimento per contrastare la diffusione del Covid-19.

Un provvedimento che il presidente Conte ha illustrato ieri sera in conferenza stampa e che interviene soprattutto con una stretta sulla movida e sullo sport di contatto.

Di seguito tutte le misure:

 

Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale

1. Ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19, al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 ottobre 2020 sono apportate le seguenti modificazioni:

  1. all’articolo 1, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente: “2-bis. Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.”;
  2. all’articolo 1, comma 4, dopo le parole “possono essere utilizzate” è inserita la seguente “anche”;
  3. all’articolo 1, comma 5, le parole “delle mascherine di comunità” sono sostituite dalle seguenti “dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie”;
  4. all’articolo 1, comma 6:
  1. la lettera e) è sostituita dalla seguente: “e) sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali; per tali eventi e competizioni è consentita la presenza di pubblico, con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e di 200 spettatori per manifestazioni sportive in luoghi chiusi, esclusivamente negli impianti sportivi nei quali sia possibile assicurare la prenotazione e assegnazione preventiva del posto a sedere, con adeguati volumi e ricambi d’aria, a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia frontalmente che lateralmente, con obbligo di misurazione della temperatura all’accesso e l’utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva, enti organizzatori. Le regioni e le province autonome, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori, possono stabilire, d’intesa con il Ministro della salute, un diverso numero massimo di spettatori in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi e degli impianti; con riferimento al numero massimo di spettatori per gli eventi e le competizioni sportive non all’aperto, sono in ogni caso fatte salve le ordinanze già adottate dalle regioni e dalle province autonome, purché nei limiti del 15% della capienza. Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni Sportive Nazionali;”
  2. la lettera g) è sostituita dalla seguente “g) lo svolgimento degli sport di contatto, come individuati con provvedimento del Ministro dello Sport, è consentito nei limiti di cui alla precedente lettera e). L’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale e non sono consentite gare e competizioni. Sono altresì sospese tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale;
  3. alla lettera l), dopo le parole “sono consentite” sono aggiunte le seguenti “dalle ore 8,00 alle ore 21,00”;
  4. alla lettera n), il quinto periodo è sostituito dai seguenti “Sono vietate le sagre e le fiere di comunità. Restano consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale, previa adozione di Protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico di cui all’ art. 2 dell’ordinanza 3 febbraio 2020, n. 630, del Capo del Dipartimento della protezione civile, e secondo misure organizzative adeguate alle dimensioni ed alle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro;”;
  5. dopo la lettera n) è aggiunta la seguente: “n-bis) sono sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali, ad eccezione di quelle che si svolgono con modalità a distanza; tutte le cerimonie pubbliche si svolgono nel rispetto dei protocolli e linee guida vigenti e a condizione che siano assicurate specifiche misure idonee a limitare la presenza del pubblico; nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni; è fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza;”;
  6. la lettera r) è sostituita dalla seguente: “r) fermo restando che l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza, per contrastare la diffusione del contagio, previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n. 275, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00. Allo scopo di garantire la proporzionalità e l’adeguatezza delle misure adottate è promosso lo svolgimento periodico delle riunioni di coordinamento regionale e locale previste nel Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021(cd. “Piano scuola”), adottato con D.M. 26 giugno 2020, n. 39, condiviso e approvato da Regioni ed Enti locali, con parere reso dalla Conferenza Unificata nella seduta del 26 giugno 2020, ai sensi dell’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo n. 281 del 1997. Sono consentiti i corsi di formazione specifica in medicina generale nonché le attività didattico-formative degli Istituti di formazione dei Ministeri dell’interno, della difesa, dell’economia e delle finanze e della giustizia. I corsi per i medici in formazione specialistica e le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie e medica possono in ogni caso proseguire anche in modalità non in presenza. Sono parimenti consentiti i corsi abilitanti e le prove teoriche e pratiche effettuate dagli uffici della motorizzazione civile e dalle autoscuole, i corsi per l’accesso alla professione di trasportatore su strada di merci e viaggiatori e i corsi sul buon funzionamento del tachigrafo svolti dalle stesse autoscuole e da altri enti di formazione, nonché i corsi di formazione e i corsi abilitanti o comunque autorizzati o finanziati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In presenza di un particolare aggravamento della situazione epidemiologica e al fine di contenere la diffusione dell’infezione da Covid-19,  sentito il Presidente della Regione o delle Regioni interessate, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti è disposta la temporanea sospensione delle prove pratiche di guida di cui all’articolo 121 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 da espletarsi nel territorio regionale e la proroga dei termini previsti dagli articoli 121 e 122 del citato decreto legislativo in favore dei candidati che non hanno potuto sostenere dette prove. Sono altresì consentiti gli esami di qualifica dei percorsi di IeFP, secondo le disposizioni emanate dalle singole Regioni nonché i corsi di formazione da effettuarsi in materia di salute e sicurezza, a condizione che siano rispettate le misure di cui al «Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione» pubblicato dall’INAIL. Al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa. Le riunioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado possono essere svolte in presenza o a distanza sulla base della possibilità di garantire il distanziamento fisico e, di conseguenza, la sicurezza del personale convocato. Il rinnovo degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche può avvenire secondo modalità a distanza nel rispetto dei principi di segretezza e libertà nella partecipazione alle elezioni. Gli enti gestori provvedono ad assicurare la pulizia degli ambienti e gli adempimenti amministrativi e contabili concernenti i servizi educativi per l’infanzia. L’ente proprietario dell’immobile può autorizzare, in raccordo con le istituzioni scolastiche, l’ente gestore ad utilizzarne gli spazi per l’organizzazione e lo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative, non scolastiche né formali, senza pregiudizio alcuno per le attività delle istituzioni scolastiche medesime. Le attività dovranno essere svolte con l’ausilio di personale qualificato, e con obbligo a carico dei gestori di adottare appositi protocolli di sicurezza conformi alle linee guida di cui all’allegato 8 e di procedere alle attività di pulizia e igienizzazione necessarie. Alle medesime condizioni, possono essere utilizzati anche centri sportivi pubblici o privati”;
  7. la lettera t) è sostituita dalla seguente: “t) le università, sentito il Comitato Universitario Regionale di riferimento, predispongono, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza in funzione delle esigenze formative tenendo conto dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria ed, in ogni caso, nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca, di cui all’allegato 18, nonché sulla base del protocollo per la gestione di casi confermati e sospetti di covid-19, di cui all’allegato 22; le disposizioni di cui alla presente lettera si applicano, per quanto compatibili, anche alle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica;”; 
  8. la lettera ee) è sostituita dalla seguente: “le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5,00 sino alle ore 24,00 con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolo, e sino alle ore 18.00 in assenza di consumo al tavolo; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze; le attività di cui al primo periodo restano consentite a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi; detti protocolli o linee guida sono adottati dalle Regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali e comunque in coerenza con i criteri di cui all’allegato 10; continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente; è fatto obbligo per gli esercenti di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti”;
  9. alla lettera ff) dopo la parola “siti” sono aggiunte le seguenti “nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade,”;
  1. l’allegato 8 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 ottobre 2020 è sostituito dall’allegato A al presente decreto.
  2. all’articolo 3, comma 1, dopo la lettera a) è inserita la seguente: a-bis) al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni, è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività;

 

Disposizioni finali

1. Le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 19 ottobre 2020, ad eccezione di quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, lettera d), n. 6, che si applica a far data dal 21 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 13 novembre 2020.

2. Restano salvi i diversi termini previsti dalle disposizioni del presente decreto.

3. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.




Le persone positive al Covid-19 sono 43.990 (+1123)

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti sono 29.308 (+62 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3577 (+4) Alessandria, 1666 (+0) Asti, 923 (+7) Biella, 2885 (+19) Cuneo, 2746 (+11) Novara, 14.859 (+12) Torino, 1402 (+2) Vercelli, 1046 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 204 (+5) provenienti da altre regioni. Altri 651 sono “in via di guarigione”.

Due i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4198 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 688 Alessandria, 257 Asti, 214 Biella, 402 Cuneo, 388 Novara, 1848 Torino, 227 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Ore 17. La situazione dei contagi. I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 43.990, +1123 rispetto a ieri di cui 687 (61%) asintomatici.

Di questi 1123 casi: il motivo del tampone riguarda 357 screening, 471 contatti di caso, 295 con indagine in corso; la distinzione per ambiti ne riporta 140 in Rsa, 179 nella scuola, 804 tra la popolazione generale; 3 gli importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 4926 Alessandria, 2370 Asti, 1430 Biella, 4868 Cuneo, 4051 Novara, 22.346 Torino, 1895 Vercelli, 1379 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 357 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 368 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 55 (+4 rispetto a ieri), i ricoverati non in terapia intensiva sono 780 (+79). Le persone in isolamento domiciliare sono 8998. 

I tamponi diagnostici finora processati sono 859.206 (+9721 rispetto a ieri),di cui 455.553 risultati negativi.




Covid 19, nuovi posti letto per contagi di bassa/media intensità

Nuovi posti letto per pazienti con sintomi che non necessitano di assistenza in terapia intensiva o semintensiva. È quanto previsto nell’aggiornamento del Piano Pandemico operativo Covid-19 della Regione Piemonte. A ufficializzarlo una nota scritta dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, letta in consiglio regionale nell’ambito dei question time, in risposta all’interrogazione del consigliere del Movimento cinque Stelle, Sean Sacco sulla nuova programmazione dei posti letto in previsione di un aumento della curva dei contagi Covid.

In aggiunta agli oltre 800 posti letto di media e bassa intensità, già presenti su tutto il territorio piemontese, l’assessore Icardi ha comunicato che saranno attivati fino al 40-50 per cento dei posti letto nei presidi sanitari SPOKE (locali) e fino al 35-45 per cento negli Hub centrali. Ogni ospedale attiverà un reparto di almeno 20 posti letto di degenza ordinaria, prontamente utilizzabili in base all’andamento dei ricoveri e progressivamente incrementabili in base al flusso di pazienti; ai Covid hospital di Saluzzo, Borgosesia, Carmagnola e Tortona, si aggiungono l’Amedeo di Savoia e l’Oftalmico di Torino; ogni Asl sta infine attivando tutte le possibilità per reperire rapidamente posti letto di bassa intensità di cura e di assistenza alberghiera.

Secondo il consigliere cinque stelle Sean Sacco “la Giunta fa il gioco delle tre carte. La Regione non è pronta per la seconda ondata. Nel Piano pandemico del Piemonte non c’è nessuna soluzione. I posti letto per i pazienti Covid, semplicemente, vengono creati sottraendoli ad altri reparti. Il rischio è evidente: centinaia di persone che potrebbero avere bisogno di cure verranno lasciate a casa, con tutte le conseguenze del caso. Come se non bastasse, nel documento non vi è alcuna indicazione chiara per le Aziende sanitarie che, ancora una volta, vengono abbandonate a sé stesse. Nulla è cambiato dunque dalla prima ondata di contagi: se a marzo scorso la Giunta poteva avere qualche giustificazione plausibile – conclude il consigliere – oggi non ce ne sono”.

Durante i  question time è stata data inoltre risposta alle interrogazioni del  consigliere Silvio Magliano (Moderati)  su Protocolli per la gestione dei doposcuola presso gli istituti scolastici e le associazioni di volontariato; di Monica Canalis (Pd) sull’attivazione dell’assistenza domiciliare per le persone che abbiano ricevuto dall’UVG dell’ASL Città di Torino una valutazione di non autosufficienza dopo il primo luglio 2020;  di Carlo Riva Vercellotti (FI) su quali azioni per garantire entro marzo la funzionalità del canale Cavour e della rete irrigua per la risicoltura e l’agricoltura piemontese; di Domenico Ravetti (Pd) sulla necessità di chiarimenti circa le modalità di gestione operative dei Pronto soccorso dei presidi ospedalieri dell’ASL di Alessandria;  di Maurizio Marello (Pd) sugli eventi alluvionali 2-3 ottobre 2020  e quali danni ai privati.; di Francesca Frediani (M5S) sulla richiesta tempestiva dei test diagnostici per alunni e personale scolastico con sospetta infezione da Covid-19; di Sarah Disabato (M5S) su quali azioni di supporto agli Enti locali nello sviluppo e realizzazione dei progetti di prevenzione del dissesto idrogeologico; di Marco Grimaldi (Luv) sulla  riduzione dei tempi di attesa per il tampone.




Covid, Raviolo ricostruisce la prima emergenza

Mario Raviolo, direttore della Maxiemergenza regionale 118, è stato sentito oggi, in qualità di primo commissario dell’unità di crisi per la gestione dell’emergenza Covid in Piemonte, dal gruppo di lavoro che sta svolgendo l’indagine conoscitiva all’interno della quarta Commissione.

Raviolo ha ricostruito le attività svolte prima in qualità di referente sanitario della Protezione civile regionale, poi di commissario dell’unità di crisi dal 22 febbraio, data di apertura della struttura, al 17 marzo, quando il coordinamento è passato a Vincenzo Coccolo: “in quella fase – ha spiegato – si è lavorato per dare supporto in prevalenza ai servizi ospedalieri, i primi sui quali ha impattato l’emergenza”.

Su richiesta del capogruppo Pd, Raffaele Gallo, e dei colleghi Diego Sarno e Domenico Rossi, l’ex commissario ha parlato dell’organizzazione interna dell’unità di crisi regionale e del suo rapporto con l’assessorato alla Sanità e l’unità nazionale: “Per le necessità di quella prima fase è stata rispettato il cosiddetto ‘metodo Augustus’, il sistema utilizzato per la pianificazione degli interventi in caso di maxi emergenza, che prevede un tavolo virtuale a cui siedono tutte le funzioni che impattano sulla società civile e che devono scambiarsi informazioni utili a prendere le decisioni operative. Gran parte di quelle strutture erano presenti nell’unità di crisi. Venne anche creato il Comitato tecnico scientifico, che si riuniva per dare risposte all’organo politico e all’Unità di crisi”.

Raviolo ha precisato che le riunioni dell’unità nazionale si svolgevano in collegamento con quelle regionali, che potevano intervenire per segnalare criticità: “In un primo momento partecipavano anche i referenti sanitari di Protezione civile, snodo importante nella gestione dell’emergenza – ha precisato – che poi sono stati esautorati della loro valenza istituzionale a livello nazionale”.

Raviolo ha anche risposto alle domande dei consiglieri Pd e del capogruppo di Luv, Marco Grimaldi, su tamponi, dispositivi di protezione individuale e residenze sanitarie assistite.
Sulla questione tamponi, l’ex commissario ha spiegato che il primo problema da affrontare è stato quello di organizzare la diagnostica per rispondere all’assalto di richieste: “I due laboratori attrezzati per processarli hanno risposto in modo egregio, lavorando anche di notte e nei fine settimana.

E’ stato fatto uno sforzo immane, tenuto conto che il personale era tarato per rispondere ad un’organizzazione ordinaria del lavoro e che un’attività di questo tipo non può essere svolta da chiunque, ma richiede professionalità e formazione specifiche”. Nella prima fase, erano gli stessi laboratori abilitati a comunicare il numero di tamponi che era possibile effettuare e l’autorizzazione veniva data dall’unità di crisi, sulla base delle motivazioni contenute nella richiesta.

Sui dpi, Raviolo ha affermato che da una prima ricognizione delle scorte e dei fabbisogni delle singole aziende sanitarie, fatta ancora prima dell’insediamento dell’unità di crisi, emerse una carenza generalizzata per far fronte ad una situazione straordinaria, per cui si decise di acquistarli e distribuirli centralmente.

L’ex commissario ha infine precisato che la situazione delle Rsa non gli venne sottoposta fino alla sua destituzione se non su segnalazione di casi specifici come quelli di Tortona e Villanova Mondovì: “Nei primi venti giorni dell’emergenza la mia attività si è concentrata sugli ospedali. Non posso affermare che quella delle Rsa fosse in quel momento una situazione tale da richiedere con tutta evidenza un impegno acuto e per la quale le risposte dovevano comunque essere date da un organo regionale”.




Il Centro unico di prenotazione regionale (Cup) si estende

Il Centro unico di prenotazione regionale (Cup), attivo al momento in quattordici Aziende del Sistema sanitario piemontese, sarà presto allargato a quelle di Asti, Cn2, To3 e Città della Salute.

È stato annunciato questa mattina in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco alla presenza dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, dove è continuato l’approfondimento sul Piano di contenimento delle liste di attesa nelle prestazioni sanitarie.

I funzionari dell’Assessorato hanno illustrato, in particolare, la complessa situazione del Centro unico di prenotazione (Cup), che presentava criticità già da prima del lockdown, e gli interventi in atto per potenziarlo e migliorarlo.

Tra gli strumenti per migliorarne il servizio è stato rilevato l’incremento delle ore settimanali di presenza al call-center, che dal 2018 a settembre 2020 sono salite da 2.000 a 3.573, e la velocità media di risposta, scesa da luglio a settembre da 9 a 5 minuti. Da non sottovalutare anche la crescita dell’utilizzo da parte dei cittadini della app e del sito web, passato da luglio a settembre da 7,2 mila a 16 mila utenti. Per monitorare meglio la qualità del call-center, inoltre, partirà nelle prossime settimane un servizio di registrazione delle chiamate.

Per rendere più agevole alla popolazione più anziana il servizio di prenotazioni è stato, tra l’altro, avviato un confronto con le farmacie per la sottoscrizione di un accordo e una verifica per capire se sia possibile estendere il servizio alle parafarmacie ed è in corso la ricognizione delle prestazioni programmate dalle Aziende sanitarie regionali per l’erogazione di prestazioni ambulatoriali in televisita.

Al termine dell’illustrazione Sean Sacco (M5s) ha sottolineato che, per verificare l’efficacia del call-center, più che il numero di chiamate sarebbe importante valutare il numero di prenotazioni andate a buon fine.

Daniele Valle (Pd) ha chiesto all’Assessorato di rendere noti quali saranno gli interventi messi in atto in caso di recrudescenza della pandemia e di un ritorno dell’emergenza Coronavirus.

Marco Grimaldi (Luv) ha proposto un sopralluogo della Commissione al call-center del Cup per conoscere direttamente dagli operatori le principali criticità.

Mario Giaccone (Monviso) ha chiesto di avere delucidazioni sulla possibile convenzione con le parafarmacie che, a differenza delle farmacie, non fanno parte del Servizio sanitario regionale.




Le persone positive sono 28261 (+86 rispetto a ieri)

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 28261 (+86 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3474 (+14) Alessandria, 1643 (+1) Asti, 891 (+2) Biella, 2754(+9) Cuneo, 2599 (+13) Novara, 14.339 (+30) Torino, 1340 (+16) Vercelli, 1025 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 196 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 385 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

 I DECESSI SONO 4167

1 decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale rimane quindi 4167 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 683 Alessandria, 256 Asti, 209 Biella, 401 Cuneo, 380 Novara, 1840 Torino, 225 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 36.183 (+ 173 rispetto a ieri, di cui 126 asintomatici. Dei 173 casi, 62 sono screening, 73 contatti di caso, 38 con indagine in corso. Ambito: 19 RSA, 20 scolastico, 134 popolazione generale. I casi importati sono 6 su 173 ) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4428 Alessandria, 2014 Asti, 1189 Biella, 3574 Cuneo, 3442 Novara, 18.076 Torino, 1691 Vercelli, 1225 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 301 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 243 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 13 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 216 (+2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3141

I tamponi diagnostici finora processati sono 744.159 di cui 410.291 risultati negativi.

 




Consiglio regionale: le cifre della piattaforma Covid-19

Oltre 12 mila utenti abilitati, 420 mila soggetti testati, 405 mila contatti di cura tra eventi ospedalieri, isolamenti, quarantene e decessi, 715 mila test registrati (tamponi e sierologici), 37 mila test veloci sul personale scolastico: sono alcuni dei dati registrati al 27 settembre dalla piattaforma regionale Covid 19 realizzata dal Csi, la cui attività è stata oggetto dell’audizione del Consorzio da parte del gruppo di lavoro che svolge l’indagine conoscitiva sulla gestione della pandemia.

La piattaforma, che in termini tecnici conta 25 applicazioni e 30 server che gestiscono una media di 78 richieste al minuto, è nata a marzo, su richiesta dell’Unità di crisi, per rispondere in tempo reale alle esigenze emergenziali, dal tracciamento della domanda e della risposta sui tamponi, al monitoraggio della disponibilità di posti letto ospedalieri, alla rilevazione dei fabbisogni di dispositivi di protezione individuale da parte delle aziende sanitarie per gli acquisti centralizzati.

“I numeri sono cresciuti in modo esponenziale – è stato spiegato – sia rispetto alla popolazione sanitaria monitorata, sia rispetto agli utenti che usavano la piattaforma, Servizi di igiene e sanità pubblica (Sisp), Forze dell’ordine, Sindaci, laboratori che processano i tamponi e i test sierologici, medici di medicina generale e pediatri, Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), che sono stati così messi nelle condizioni di poter dialogare tra loro e scambiarsi informazioni sui decorsi dei pazienti”.

Tra i processi sviluppati in piattaforma non solo quelli legati agli aspetti sanitari veri e propri, ma anche quelli relativi agli acquisti dei dpi, al loro stoccaggio e distribuzione, ai bandi di concorso e all’assunzione di personale medico e infermieristico. Inoltre, un modulo specifico è stato dedicato alle residenze sanitarie assistite, per la rilevazione dei posti letto occupati, la dotazione di personale sanitario, il numero di ospiti sospetti e isolati, eccetera.
Da luglio, finita la fase critica dell’emergenza, si è lavorato al consolidamento dell’interoperabilità con i laboratori, alla gestione dei medici sostituti, alle richieste legate al mondo della scuola.

Hanno posto domande i consiglieri dei gruppi Pd, Luv, Forza Italia e Lega.

I consiglieri di Pd e Luv hanno chiesto ulteriori approfondimenti per conoscere quali siano stati, nelle fasi emergenziali, i tempi medi intercorsi tra la segnalazione da parte dei medici di medicina generale dei casi sospetti Covid ai Sisp e la successiva richiesta di tampone in capo a questi ultimi.




Il Piemonte punterà sulla ricerca sanitaria

La ricerca sanitaria avrà un corridoio facilitato tra gli investimenti con i fondi europei nella nostra regione. Lo ha spiegato l’assessore alla Ricerca e Innovazione, intervenendo in sesta Commissione per illustrare gli obiettivi nelle sue materie previsti dal Defr 2021-23.

L’assessore ha ricordato che la crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia, ha fortemente condizionato anche le strategie di intervento regionali attuate con i Fondi Strutturali. Dopo le modifiche ai regolamenti Ue 1301/2013 e 1303/2013, sulla priorità di investimento, viene prevista la possibilità di “promuovere gli investimenti necessari a rafforzare la capacità di risposta alle crisi dei servizi sanitari”. Tale ampliamento consentirà, modificando il Por-Fesr, di sostenere spese connesse all’emergenza sanitaria.

Dieci milioni di euro, previsti dal bando Infra-P a sostegno della ricerca, saranno dedicati a progetti di ricerca specifici sul Covid, con un finanziamento minimo di 250 mila euro a progetto: si tratta di fondi già rimodulati ma fermi in attesa delle necessarie autorizzazioni ministeriali e di cui saranno beneficiari gli atenei piemontesi.
L’assessore ha anche precisato che i 60 milioni del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) previsti nell’ambito della programmazione 2014-2020 e destinati alle Città della Salute di Torino e Novara per progetti di ricerca e per attrarre sul territorio piemontese aziende farmaceutiche estere, potranno essere spesi entro il 2021.

Tra gli obiettivi generali illustrati dall’assessore, anche quelli di incrementare le collaborazioni tra imprese per lo sviluppo di attività di ricerca e innovazione, potenziare il trasferimento tecnologico tra imprese e organismi di ricerca, promuovere investimenti per rafforzare la capacità di risposta alla crisi dei servizi sanitari. Inoltre, aumentare il numero di enti serviti da Regione Piemonte in qualità di intermediario tecnologico sui pagamenti e diffondere il patrimonio informativo del sistema pubblico territoriale attraverso la “smart data platform” per lo sviluppo di una nuova cultura della fruibilità dei dati.

Il M5s ha chiesto se siano previsti finanziamenti per la promozione di metodi sostitutivi alla sperimentazione animale, per favorire la connettività delle scuole e per coinvolgere i centri di recupero della fauna selvatica in attività di ricerca.  In particolare, sui fondi destinati alla scuola per la connettività, l’assessore ha spiegato che non sono arrivati dal Governo i 32 milioni di trasferimenti previsti e che sarà dunque difficile intervenire in tal senso.

L’esame del Defr proseguirà in Commissione la prossima settimana con l’illustrazione del documento in tema di istruzione e diritto allo studio universitario.

In una congiunta Terza e Sesta è stato invece stabilito di affrontare l’esame dei nodi tecnici delle proposte di legge n. 66 e n. 72  per la modifica della legge regionale 2/2009 (“Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell’attività di volo in zone di montagna”) in un gruppo di lavoro che si terrà la prossima settimana.

 




Disponibili tamponi Covid-19 a pagamento, scopri le modalità per accedere

Il perdurare dello stato di emergenza sanitaria connessa alla necessità di garantire la maggiore sicurezza possibile nel ritorno alla normali attività da parte di tutta la cittadinanza ha indotto l’Amministrazione regionale a estendere la possibilità di sottoporsi al tampone anche ai cittadini paganti.

Resta garantito il diritto di tutti a sottoporsi gratuitamente alla diagnosi di infezione da SARS-COV-2 mediante tampone oro-faringeo quando necessario per motivi di cura e tutela della salute pubblica. In aggiunta, in alcune situazione particolari normate dalla Regione, è possibile accedere alla prestazione a spese proprie.

Contestualmente la Regione Piemonte ha ampliato la possibilità di effettuare la diagnosi ai laboratori privati autorizzati, individuando quelli che:

  • possono eseguire nella propria struttura l’analisi su tampone oro/rino-faringeo per la ricerca di COVID-19, a seguito di validazione da parte di laboratorio pubblico regionale di riferimento
  • non potendo eseguire direttamente l’analisi, possono raccogliere il tampone delle alte vie aeree per lo svolgimento, in altri laboratori validati per la ricerca di Covid-19



Palazzo Lascaris s’illumina di arancione

Domani, 17 settembre, il Consiglio regionale aderirà alla Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita con un gesto simbolico, illuminando di arancione la facciata di Palazzo Lascaris, aderendo così all’invito dell’Organizzazione mondiale della Sanità allo scopo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema, particolarmente sentito nel contesto dell’attuale emergenza pandemica.

L’iniziativa è il primo dei progetti che il Consiglio regionale, attraverso l’attività degli Stati generali dello sport e del benessere, intende promuovere e realizzare sulla salute pubblica, con l’intenzione di sensibilizzare la cittadinanza sulla prevenzione delle patologie e sul contributo che ciascuno può dare alla salvaguardia della salute di tutti.

“Questa giornata deve essere l’occasione per un confronto tra tutti coloro che operano in ambito sanitario sullo specifico tema della gestione del rischio clinico e per consolidare la collaborazione fra cittadini e aziende sanitarie nel processo di miglioramento della qualità e della sicurezza delle cure”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale. “Solo attraverso la promozione e la crescita di una cultura della salute più attenta e vicina al paziente e agli operatori si  potranno avere significativi cambiamenti nell’ambito della sicurezza delle cure e della persona assistita”.

Lo stesso giorno ricorre anche la Giornata mondiale per la sicurezza dei pazienti (World patient safety day), che l’Oms ha scelto di dedicare quest’anno proprio all’interrelazione fra sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti con lo slogan “Operatori sanitari sicuri, pazienti sicuri”.