Le persone positive al Covid-19 sono 43.990 (+1123)

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti sono 29.308 (+62 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3577 (+4) Alessandria, 1666 (+0) Asti, 923 (+7) Biella, 2885 (+19) Cuneo, 2746 (+11) Novara, 14.859 (+12) Torino, 1402 (+2) Vercelli, 1046 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 204 (+5) provenienti da altre regioni. Altri 651 sono “in via di guarigione”.

Due i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4198 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 688 Alessandria, 257 Asti, 214 Biella, 402 Cuneo, 388 Novara, 1848 Torino, 227 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Ore 17. La situazione dei contagi. I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 43.990, +1123 rispetto a ieri di cui 687 (61%) asintomatici.

Di questi 1123 casi: il motivo del tampone riguarda 357 screening, 471 contatti di caso, 295 con indagine in corso; la distinzione per ambiti ne riporta 140 in Rsa, 179 nella scuola, 804 tra la popolazione generale; 3 gli importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 4926 Alessandria, 2370 Asti, 1430 Biella, 4868 Cuneo, 4051 Novara, 22.346 Torino, 1895 Vercelli, 1379 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 357 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 368 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 55 (+4 rispetto a ieri), i ricoverati non in terapia intensiva sono 780 (+79). Le persone in isolamento domiciliare sono 8998. 

I tamponi diagnostici finora processati sono 859.206 (+9721 rispetto a ieri),di cui 455.553 risultati negativi.




Covid 19, nuovi posti letto per contagi di bassa/media intensità

Nuovi posti letto per pazienti con sintomi che non necessitano di assistenza in terapia intensiva o semintensiva. È quanto previsto nell’aggiornamento del Piano Pandemico operativo Covid-19 della Regione Piemonte. A ufficializzarlo una nota scritta dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, letta in consiglio regionale nell’ambito dei question time, in risposta all’interrogazione del consigliere del Movimento cinque Stelle, Sean Sacco sulla nuova programmazione dei posti letto in previsione di un aumento della curva dei contagi Covid.

In aggiunta agli oltre 800 posti letto di media e bassa intensità, già presenti su tutto il territorio piemontese, l’assessore Icardi ha comunicato che saranno attivati fino al 40-50 per cento dei posti letto nei presidi sanitari SPOKE (locali) e fino al 35-45 per cento negli Hub centrali. Ogni ospedale attiverà un reparto di almeno 20 posti letto di degenza ordinaria, prontamente utilizzabili in base all’andamento dei ricoveri e progressivamente incrementabili in base al flusso di pazienti; ai Covid hospital di Saluzzo, Borgosesia, Carmagnola e Tortona, si aggiungono l’Amedeo di Savoia e l’Oftalmico di Torino; ogni Asl sta infine attivando tutte le possibilità per reperire rapidamente posti letto di bassa intensità di cura e di assistenza alberghiera.

Secondo il consigliere cinque stelle Sean Sacco “la Giunta fa il gioco delle tre carte. La Regione non è pronta per la seconda ondata. Nel Piano pandemico del Piemonte non c’è nessuna soluzione. I posti letto per i pazienti Covid, semplicemente, vengono creati sottraendoli ad altri reparti. Il rischio è evidente: centinaia di persone che potrebbero avere bisogno di cure verranno lasciate a casa, con tutte le conseguenze del caso. Come se non bastasse, nel documento non vi è alcuna indicazione chiara per le Aziende sanitarie che, ancora una volta, vengono abbandonate a sé stesse. Nulla è cambiato dunque dalla prima ondata di contagi: se a marzo scorso la Giunta poteva avere qualche giustificazione plausibile – conclude il consigliere – oggi non ce ne sono”.

Durante i  question time è stata data inoltre risposta alle interrogazioni del  consigliere Silvio Magliano (Moderati)  su Protocolli per la gestione dei doposcuola presso gli istituti scolastici e le associazioni di volontariato; di Monica Canalis (Pd) sull’attivazione dell’assistenza domiciliare per le persone che abbiano ricevuto dall’UVG dell’ASL Città di Torino una valutazione di non autosufficienza dopo il primo luglio 2020;  di Carlo Riva Vercellotti (FI) su quali azioni per garantire entro marzo la funzionalità del canale Cavour e della rete irrigua per la risicoltura e l’agricoltura piemontese; di Domenico Ravetti (Pd) sulla necessità di chiarimenti circa le modalità di gestione operative dei Pronto soccorso dei presidi ospedalieri dell’ASL di Alessandria;  di Maurizio Marello (Pd) sugli eventi alluvionali 2-3 ottobre 2020  e quali danni ai privati.; di Francesca Frediani (M5S) sulla richiesta tempestiva dei test diagnostici per alunni e personale scolastico con sospetta infezione da Covid-19; di Sarah Disabato (M5S) su quali azioni di supporto agli Enti locali nello sviluppo e realizzazione dei progetti di prevenzione del dissesto idrogeologico; di Marco Grimaldi (Luv) sulla  riduzione dei tempi di attesa per il tampone.




Covid, Raviolo ricostruisce la prima emergenza

Mario Raviolo, direttore della Maxiemergenza regionale 118, è stato sentito oggi, in qualità di primo commissario dell’unità di crisi per la gestione dell’emergenza Covid in Piemonte, dal gruppo di lavoro che sta svolgendo l’indagine conoscitiva all’interno della quarta Commissione.

Raviolo ha ricostruito le attività svolte prima in qualità di referente sanitario della Protezione civile regionale, poi di commissario dell’unità di crisi dal 22 febbraio, data di apertura della struttura, al 17 marzo, quando il coordinamento è passato a Vincenzo Coccolo: “in quella fase – ha spiegato – si è lavorato per dare supporto in prevalenza ai servizi ospedalieri, i primi sui quali ha impattato l’emergenza”.

Su richiesta del capogruppo Pd, Raffaele Gallo, e dei colleghi Diego Sarno e Domenico Rossi, l’ex commissario ha parlato dell’organizzazione interna dell’unità di crisi regionale e del suo rapporto con l’assessorato alla Sanità e l’unità nazionale: “Per le necessità di quella prima fase è stata rispettato il cosiddetto ‘metodo Augustus’, il sistema utilizzato per la pianificazione degli interventi in caso di maxi emergenza, che prevede un tavolo virtuale a cui siedono tutte le funzioni che impattano sulla società civile e che devono scambiarsi informazioni utili a prendere le decisioni operative. Gran parte di quelle strutture erano presenti nell’unità di crisi. Venne anche creato il Comitato tecnico scientifico, che si riuniva per dare risposte all’organo politico e all’Unità di crisi”.

Raviolo ha precisato che le riunioni dell’unità nazionale si svolgevano in collegamento con quelle regionali, che potevano intervenire per segnalare criticità: “In un primo momento partecipavano anche i referenti sanitari di Protezione civile, snodo importante nella gestione dell’emergenza – ha precisato – che poi sono stati esautorati della loro valenza istituzionale a livello nazionale”.

Raviolo ha anche risposto alle domande dei consiglieri Pd e del capogruppo di Luv, Marco Grimaldi, su tamponi, dispositivi di protezione individuale e residenze sanitarie assistite.
Sulla questione tamponi, l’ex commissario ha spiegato che il primo problema da affrontare è stato quello di organizzare la diagnostica per rispondere all’assalto di richieste: “I due laboratori attrezzati per processarli hanno risposto in modo egregio, lavorando anche di notte e nei fine settimana.

E’ stato fatto uno sforzo immane, tenuto conto che il personale era tarato per rispondere ad un’organizzazione ordinaria del lavoro e che un’attività di questo tipo non può essere svolta da chiunque, ma richiede professionalità e formazione specifiche”. Nella prima fase, erano gli stessi laboratori abilitati a comunicare il numero di tamponi che era possibile effettuare e l’autorizzazione veniva data dall’unità di crisi, sulla base delle motivazioni contenute nella richiesta.

Sui dpi, Raviolo ha affermato che da una prima ricognizione delle scorte e dei fabbisogni delle singole aziende sanitarie, fatta ancora prima dell’insediamento dell’unità di crisi, emerse una carenza generalizzata per far fronte ad una situazione straordinaria, per cui si decise di acquistarli e distribuirli centralmente.

L’ex commissario ha infine precisato che la situazione delle Rsa non gli venne sottoposta fino alla sua destituzione se non su segnalazione di casi specifici come quelli di Tortona e Villanova Mondovì: “Nei primi venti giorni dell’emergenza la mia attività si è concentrata sugli ospedali. Non posso affermare che quella delle Rsa fosse in quel momento una situazione tale da richiedere con tutta evidenza un impegno acuto e per la quale le risposte dovevano comunque essere date da un organo regionale”.




Il Centro unico di prenotazione regionale (Cup) si estende

Il Centro unico di prenotazione regionale (Cup), attivo al momento in quattordici Aziende del Sistema sanitario piemontese, sarà presto allargato a quelle di Asti, Cn2, To3 e Città della Salute.

È stato annunciato questa mattina in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco alla presenza dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, dove è continuato l’approfondimento sul Piano di contenimento delle liste di attesa nelle prestazioni sanitarie.

I funzionari dell’Assessorato hanno illustrato, in particolare, la complessa situazione del Centro unico di prenotazione (Cup), che presentava criticità già da prima del lockdown, e gli interventi in atto per potenziarlo e migliorarlo.

Tra gli strumenti per migliorarne il servizio è stato rilevato l’incremento delle ore settimanali di presenza al call-center, che dal 2018 a settembre 2020 sono salite da 2.000 a 3.573, e la velocità media di risposta, scesa da luglio a settembre da 9 a 5 minuti. Da non sottovalutare anche la crescita dell’utilizzo da parte dei cittadini della app e del sito web, passato da luglio a settembre da 7,2 mila a 16 mila utenti. Per monitorare meglio la qualità del call-center, inoltre, partirà nelle prossime settimane un servizio di registrazione delle chiamate.

Per rendere più agevole alla popolazione più anziana il servizio di prenotazioni è stato, tra l’altro, avviato un confronto con le farmacie per la sottoscrizione di un accordo e una verifica per capire se sia possibile estendere il servizio alle parafarmacie ed è in corso la ricognizione delle prestazioni programmate dalle Aziende sanitarie regionali per l’erogazione di prestazioni ambulatoriali in televisita.

Al termine dell’illustrazione Sean Sacco (M5s) ha sottolineato che, per verificare l’efficacia del call-center, più che il numero di chiamate sarebbe importante valutare il numero di prenotazioni andate a buon fine.

Daniele Valle (Pd) ha chiesto all’Assessorato di rendere noti quali saranno gli interventi messi in atto in caso di recrudescenza della pandemia e di un ritorno dell’emergenza Coronavirus.

Marco Grimaldi (Luv) ha proposto un sopralluogo della Commissione al call-center del Cup per conoscere direttamente dagli operatori le principali criticità.

Mario Giaccone (Monviso) ha chiesto di avere delucidazioni sulla possibile convenzione con le parafarmacie che, a differenza delle farmacie, non fanno parte del Servizio sanitario regionale.




Le persone positive sono 28261 (+86 rispetto a ieri)

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 28261 (+86 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3474 (+14) Alessandria, 1643 (+1) Asti, 891 (+2) Biella, 2754(+9) Cuneo, 2599 (+13) Novara, 14.339 (+30) Torino, 1340 (+16) Vercelli, 1025 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 196 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 385 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

 I DECESSI SONO 4167

1 decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale rimane quindi 4167 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 683 Alessandria, 256 Asti, 209 Biella, 401 Cuneo, 380 Novara, 1840 Torino, 225 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 36.183 (+ 173 rispetto a ieri, di cui 126 asintomatici. Dei 173 casi, 62 sono screening, 73 contatti di caso, 38 con indagine in corso. Ambito: 19 RSA, 20 scolastico, 134 popolazione generale. I casi importati sono 6 su 173 ) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4428 Alessandria, 2014 Asti, 1189 Biella, 3574 Cuneo, 3442 Novara, 18.076 Torino, 1691 Vercelli, 1225 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 301 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 243 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 13 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 216 (+2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3141

I tamponi diagnostici finora processati sono 744.159 di cui 410.291 risultati negativi.

 




Consiglio regionale: le cifre della piattaforma Covid-19

Oltre 12 mila utenti abilitati, 420 mila soggetti testati, 405 mila contatti di cura tra eventi ospedalieri, isolamenti, quarantene e decessi, 715 mila test registrati (tamponi e sierologici), 37 mila test veloci sul personale scolastico: sono alcuni dei dati registrati al 27 settembre dalla piattaforma regionale Covid 19 realizzata dal Csi, la cui attività è stata oggetto dell’audizione del Consorzio da parte del gruppo di lavoro che svolge l’indagine conoscitiva sulla gestione della pandemia.

La piattaforma, che in termini tecnici conta 25 applicazioni e 30 server che gestiscono una media di 78 richieste al minuto, è nata a marzo, su richiesta dell’Unità di crisi, per rispondere in tempo reale alle esigenze emergenziali, dal tracciamento della domanda e della risposta sui tamponi, al monitoraggio della disponibilità di posti letto ospedalieri, alla rilevazione dei fabbisogni di dispositivi di protezione individuale da parte delle aziende sanitarie per gli acquisti centralizzati.

“I numeri sono cresciuti in modo esponenziale – è stato spiegato – sia rispetto alla popolazione sanitaria monitorata, sia rispetto agli utenti che usavano la piattaforma, Servizi di igiene e sanità pubblica (Sisp), Forze dell’ordine, Sindaci, laboratori che processano i tamponi e i test sierologici, medici di medicina generale e pediatri, Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), che sono stati così messi nelle condizioni di poter dialogare tra loro e scambiarsi informazioni sui decorsi dei pazienti”.

Tra i processi sviluppati in piattaforma non solo quelli legati agli aspetti sanitari veri e propri, ma anche quelli relativi agli acquisti dei dpi, al loro stoccaggio e distribuzione, ai bandi di concorso e all’assunzione di personale medico e infermieristico. Inoltre, un modulo specifico è stato dedicato alle residenze sanitarie assistite, per la rilevazione dei posti letto occupati, la dotazione di personale sanitario, il numero di ospiti sospetti e isolati, eccetera.
Da luglio, finita la fase critica dell’emergenza, si è lavorato al consolidamento dell’interoperabilità con i laboratori, alla gestione dei medici sostituti, alle richieste legate al mondo della scuola.

Hanno posto domande i consiglieri dei gruppi Pd, Luv, Forza Italia e Lega.

I consiglieri di Pd e Luv hanno chiesto ulteriori approfondimenti per conoscere quali siano stati, nelle fasi emergenziali, i tempi medi intercorsi tra la segnalazione da parte dei medici di medicina generale dei casi sospetti Covid ai Sisp e la successiva richiesta di tampone in capo a questi ultimi.




Il Piemonte punterà sulla ricerca sanitaria

La ricerca sanitaria avrà un corridoio facilitato tra gli investimenti con i fondi europei nella nostra regione. Lo ha spiegato l’assessore alla Ricerca e Innovazione, intervenendo in sesta Commissione per illustrare gli obiettivi nelle sue materie previsti dal Defr 2021-23.

L’assessore ha ricordato che la crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia, ha fortemente condizionato anche le strategie di intervento regionali attuate con i Fondi Strutturali. Dopo le modifiche ai regolamenti Ue 1301/2013 e 1303/2013, sulla priorità di investimento, viene prevista la possibilità di “promuovere gli investimenti necessari a rafforzare la capacità di risposta alle crisi dei servizi sanitari”. Tale ampliamento consentirà, modificando il Por-Fesr, di sostenere spese connesse all’emergenza sanitaria.

Dieci milioni di euro, previsti dal bando Infra-P a sostegno della ricerca, saranno dedicati a progetti di ricerca specifici sul Covid, con un finanziamento minimo di 250 mila euro a progetto: si tratta di fondi già rimodulati ma fermi in attesa delle necessarie autorizzazioni ministeriali e di cui saranno beneficiari gli atenei piemontesi.
L’assessore ha anche precisato che i 60 milioni del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) previsti nell’ambito della programmazione 2014-2020 e destinati alle Città della Salute di Torino e Novara per progetti di ricerca e per attrarre sul territorio piemontese aziende farmaceutiche estere, potranno essere spesi entro il 2021.

Tra gli obiettivi generali illustrati dall’assessore, anche quelli di incrementare le collaborazioni tra imprese per lo sviluppo di attività di ricerca e innovazione, potenziare il trasferimento tecnologico tra imprese e organismi di ricerca, promuovere investimenti per rafforzare la capacità di risposta alla crisi dei servizi sanitari. Inoltre, aumentare il numero di enti serviti da Regione Piemonte in qualità di intermediario tecnologico sui pagamenti e diffondere il patrimonio informativo del sistema pubblico territoriale attraverso la “smart data platform” per lo sviluppo di una nuova cultura della fruibilità dei dati.

Il M5s ha chiesto se siano previsti finanziamenti per la promozione di metodi sostitutivi alla sperimentazione animale, per favorire la connettività delle scuole e per coinvolgere i centri di recupero della fauna selvatica in attività di ricerca.  In particolare, sui fondi destinati alla scuola per la connettività, l’assessore ha spiegato che non sono arrivati dal Governo i 32 milioni di trasferimenti previsti e che sarà dunque difficile intervenire in tal senso.

L’esame del Defr proseguirà in Commissione la prossima settimana con l’illustrazione del documento in tema di istruzione e diritto allo studio universitario.

In una congiunta Terza e Sesta è stato invece stabilito di affrontare l’esame dei nodi tecnici delle proposte di legge n. 66 e n. 72  per la modifica della legge regionale 2/2009 (“Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell’attività di volo in zone di montagna”) in un gruppo di lavoro che si terrà la prossima settimana.

 




Disponibili tamponi Covid-19 a pagamento, scopri le modalità per accedere

Il perdurare dello stato di emergenza sanitaria connessa alla necessità di garantire la maggiore sicurezza possibile nel ritorno alla normali attività da parte di tutta la cittadinanza ha indotto l’Amministrazione regionale a estendere la possibilità di sottoporsi al tampone anche ai cittadini paganti.

Resta garantito il diritto di tutti a sottoporsi gratuitamente alla diagnosi di infezione da SARS-COV-2 mediante tampone oro-faringeo quando necessario per motivi di cura e tutela della salute pubblica. In aggiunta, in alcune situazione particolari normate dalla Regione, è possibile accedere alla prestazione a spese proprie.

Contestualmente la Regione Piemonte ha ampliato la possibilità di effettuare la diagnosi ai laboratori privati autorizzati, individuando quelli che:

  • possono eseguire nella propria struttura l’analisi su tampone oro/rino-faringeo per la ricerca di COVID-19, a seguito di validazione da parte di laboratorio pubblico regionale di riferimento
  • non potendo eseguire direttamente l’analisi, possono raccogliere il tampone delle alte vie aeree per lo svolgimento, in altri laboratori validati per la ricerca di Covid-19



Palazzo Lascaris s’illumina di arancione

Domani, 17 settembre, il Consiglio regionale aderirà alla Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita con un gesto simbolico, illuminando di arancione la facciata di Palazzo Lascaris, aderendo così all’invito dell’Organizzazione mondiale della Sanità allo scopo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema, particolarmente sentito nel contesto dell’attuale emergenza pandemica.

L’iniziativa è il primo dei progetti che il Consiglio regionale, attraverso l’attività degli Stati generali dello sport e del benessere, intende promuovere e realizzare sulla salute pubblica, con l’intenzione di sensibilizzare la cittadinanza sulla prevenzione delle patologie e sul contributo che ciascuno può dare alla salvaguardia della salute di tutti.

“Questa giornata deve essere l’occasione per un confronto tra tutti coloro che operano in ambito sanitario sullo specifico tema della gestione del rischio clinico e per consolidare la collaborazione fra cittadini e aziende sanitarie nel processo di miglioramento della qualità e della sicurezza delle cure”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale. “Solo attraverso la promozione e la crescita di una cultura della salute più attenta e vicina al paziente e agli operatori si  potranno avere significativi cambiamenti nell’ambito della sicurezza delle cure e della persona assistita”.

Lo stesso giorno ricorre anche la Giornata mondiale per la sicurezza dei pazienti (World patient safety day), che l’Oms ha scelto di dedicare quest’anno proprio all’interrelazione fra sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti con lo slogan “Operatori sanitari sicuri, pazienti sicuri”.





Scuola, le indicazioni per il rientro in classe

Dal 14 settembre sono rientrati a scuola tutti gli studenti e le studentesse e tutte le persone che lavorano negli istituti.

La sfida che la scuola si prepara ad affrontare insieme alle famiglie è proprio nella partecipazione attiva e collaborativa di tutti i soggetti, ognuno per la propria parte di responsabilità.

L’obiettivo è una riapertura nella massima sicurezza e tranquillità per tutti. Un risultato ottenibile soltanto attenendosi scrupolosamente a tutti gli accorgimenti igienico-sanitari atti a limitare al massimo il rischio di contagio da Covid-19.

L’utilizzo dei mezzi pubblici

Per l’utilizzo dei mezzi pubblici è obbligatorio l’utilizzo della mascherina. La capienza del trasporto pubblico locale è stata autorizzata dal Governo all’80%. L’incremento dei servizi di trasporto è di circa il 20%. La Regione Piemonte ha attivato:

  • 20 treni aggiuntivi quotidiani nei giorni feriali per un totale di 1.074 km in più al giorno dedicati agli studenti piemontesi;
  • 500 corse dei bus in più al giorno: 250 sulle 1.400 attuali concentrate nell’ora di punta della mattina e altrettante nel pomeriggio per i rientri da scuola.

Le mascherine a scuola

Le linee guida nazionali definite dal Governo prevedono che a scuola venga utilizzata la mascherina chirurgica affidando alle scuole il compito di fornirle quotidianamente.

Il Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza (CTS) ribadisce che, nelle situazioni in cui non sia possibile garantire il distanziamento fisico di almeno 1 metro di distanza, sarà necessario l’utilizzo della mascherina per gli studenti di età superiore a 6 anni.

La mascherina può NON essere indossata in condizioni di staticità e nel rispetto del distanziamento di almeno un metro, quando ci si trova seduti al banco, durante l’attività motoria o mentre si consuma il pasto. Sono esclusi dall’obbligo della mascherina i bambini sotto i 6 anni e i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso.

La rilevazione della temperatura

La responsabilità della rilevazione è stata affidata dal Decreto del Governo alle singole famiglie, ma la Regione Piemonte con una propria ordinanza ha introdotto per le scuole l’obbligo di verificarlo. In particolare:

  1. è raccomandato a tutti gli istituti di misurare la temperatura agli alunni prima dell’ingresso a scuola;
  2. qualora l’istituto, per ragioni oggettive e comprovate, non fosse nelle condizioni di farlo, dovrà prevedere un meccanismo di verifica quotidiana per controllare che la temperatura sia stata effettivamente misurata dalla famiglia (attraverso una specifica autocertificazione che potrà essere fornita sul registro elettronico, sul diario, su un apposito modulo, su una chat di classe o in qualunque altro modo semplice scelto dalla scuola);
  3. nel caso in cui uno studente dovesse presentarsi senza tale autocertificazione, la scuola avrà l’obbligo di misurare la febbre prima dell’inizio dell’attività didattica. La Regione ha stanziato 500 mila euro per sostenere le scuole nell’acquisto di termometri e termoscanner.

Cosa fare in presenza di febbre o sintomi

Il Protocollo di sicurezza e le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico prevedono l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura oltre i 37,5° o altri sintomi simil-influenzali, sia per gli alunni sia per i lavoratori della scuola.

Nel caso in cui uno studente manifestasse dei sintomi, la scuola provvederà ad attivare l’iter per la gestione di una eventuale positività. Lo studente verrà accompagnato e assistito da un operatore scolastico in una stanza dedicata e verrà avvisata la famiglia affinché possa riportarlo al proprio domicilio.

Sia che i sintomi si manifestino a scuola o che si manifestino a casa, la famiglia dovrà contattare il proprio pediatra o medico (nel caso di età maggiore a 14 anni) che valuterà le condizioni di salute dello studente e deciderà se attivare la procedura per i casi di sospetto Covid, inserendo i dati sulla piattaforma regionale e richiedendo l’esecuzione del tampone (indicando anche alla famiglia, in base alle condizioni di salute, se utilizzare l’accesso diretto o attendere in casa l’unità sanitaria che eseguirà il test virologico).

Nel caso in cui la famiglia non disponesse o avesse difficoltà a mettersi in contatto con il proprio pediatra/medico, potrà segnalare il proprio caso al Dipartimento di Prevenzione/Guardia medica della propria Asl. Trascorse 24 ore, in assenza di un riscontro, la famiglia potrà accompagnare il bambino a uno degli hotspot ad accesso diretto per l’esecuzione del tampone, previa compilazione di un modulo di autocertificazione per effettuare il test diagnostico (già predisposto dalla Regione).

Cosa succede se un alunno risulta positivo

Nel caso in cui uno studente risulti positivo al tampone il SISP, in collaborazione con il referente covid scolastico, avvia il contact tracing e dispone l’isolamento fiduciario o la quarantena dei contatti stretti nelle 48 ore precedenti e la procedura di tampone. La scuola avvierà parallelamente le attività di sanificazione straordinaria degli ambienti venuti a contatto del soggetto positivo.

Priorità di accesso al tampone e hotspot scolastici

La Regione Piemonte ha previsto una corsia prioritaria per i tamponi necessari allo screening scolastico. Sono anche stati attivati in tutte le Asl del territorio già 29 hotspot/drive scolastici ad accesso diretto per accelerare le procedure di esecuzione dei tamponi. I punti di accesso diretto saranno presidiati da personale sanitario medico e pediatrico.

Cosa fare per il rientro a scuola

Nel caso in cui il tampone sia positivo sarà necessario attendere la certificazione della guarigione clinica con doppio test virologico negativo e l’attestazione del proprio pediatra/medico.
Nel caso in cui il tampone del caso sospetto sia negativo sarà necessario attendere a casa la guarigione clinica seguendo le indicazioni del proprio pediatra/ medico che alla fine consegnerà l’attestazione di esito negativo del tampone.
Nel caso di assenze da scuola per condizioni cliniche non sospette di Covid-19, per la riammissione a scuola sarà necessaria l’autocertificazione della guarigione da parte della famiglia

Utilizzo di locali in strutture scolastiche per attività extracurriculari

I locali adibiti ad attività scolastiche potranno essere utilizzati per altre attività (pre e post scuola, attività sportive etc) alle seguenti condizioni:

  • gli utenti si impegnano ad effettuare al termine delle attività procedure di igienizzazione in grado di assicurare lo stesso grado di efficacia di quelle previste per le attività scolastiche;
  • il gestore delle strutture (o l’Ente locale che con proprio provvedimento ha affidato gli spazi scolastici a terzi) è tenuto a verificare che tali attività siano effettivamente svolte nelle modalità indicate al fine di assicurare le garanzie previste.

 

SI RACCOMANDA di lavarsi spesso le mani con il gel igienizzante, di indossare la mascherina in tutti gli spostamenti e in ogni situazione dove non sia possibile rispettare il distanziamento.