Il 14 di settembre la campanella suonerà di nuovo per gli oltre 8 milioni di studenti del nostro Paese e i Dirigenti scolastici sono al lavoro per garantire una riapertura sicura.
Il Politecnico di Torino, proprio per contribuire a fornire indicazioni utili alla ripresa delle lezioni in aula, ha approfondito il Rapporto “Scuole aperte, Società protetta”, pubblicato nel mese di maggio da un gruppo di lavoro coordinato dall’Ateneo nell’ambito del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti”, che ha fornito le prime indicazioni per una ripresa di servizi e attività produttive nella Fase 2 e si è poi arricchito di approfondimenti tematici sui diversi settori della società per i quali il perdurare dell’emergenza sanitaria impone nuove regole.
Il Rapporto sulla riapertura delle scuole è stato redatto con il contributo di Città di Torino, Città Metropolitana, Regione Piemonte, Ufficio Scolastico Regionale, Ordine degli Ingegneri e di numerose associazioni e istituzioni che operano nel settore dell’educazione e della scuola.
Nella versione aggiornata del Rapporto sono stati inseriti alcuni nuovi contenuti, per rispecchiare le nuove informazioni provenienti dal Comitato Tecnico Scientifico. In particolare, sono stati valutati i layout delle aule e le indicazioni relative al distanziamento e all’utilizzo delle mascherine e, ad integrazione di quanto già descritto nelle prime versioni, sono state fatte nuove proposte operative relativamente a spunti per la formazione dei ragazzi sul corretto distanziamento.
Inoltre, il rapporto propone indicazioni relative all’organizzazione dei pasti scolastici, con diverse alternative in refettorio o in classe.
Gli approfondimenti tematici sono invece stati raccolti in tre appendici che riguardano tre ambiti specifici: Proposte operative per i Dirigenti scolastici; Nidi e scuole dell’infanzia; Percorsi estivi e autunnali per il recupero e il potenziamento.
La prima appendice pubblicata si rivolge direttamente ai Dirigenti scolastici, che saranno chiamati a garantire un rientro in sicurezza, con proposte circa le misure da adottare per l’accesso a scuola, il distanziamento (sia in aula, che nelle zone di transito), le buone pratiche di igiene e l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale, ma anche la sanificazione e il ricambio d’aria.
Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi che ciascun istituto autonomamente potrà decidere come implementare, si consiglia la strutturazione in sottogruppi di apprendimento, costanti nel tempo, e il rientro in presenza delle intere classi con priorità per le prime e le ultime di ciascun ciclo.
Dove fosse necessario organizzare dei turni, l’Appendice propone anche esempi che alternano attività in aula e in luoghi differenti dall’aula classica, come spazi esterni alla scuola e palestre.
In particolare, ai Dirigenti sono proposti metodi operativi e checklist per fotografare la situazione esistente e ipotizzare soluzioni e lay-out per i prossimi mesi.
Nella Appendice 2, dedicata a Nidi e scuole dell’infanzia, si riportano i risultati delle analisi svolte dal Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino con un gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Elena Vigliocco, relativamente ai Beta test svolti per la fascia 0-6 anni su 5 strutture edilizie che accolgono Servizi Educativi Prescolari (4 edifici per la fascia 0-3 anni e 1 per quella 3-6 anni) a Torino.
I risultati indicano che la capacità di “rientro” varia molto in base alla conformazione della struttura e dal numero di metri quadri disponibili per bambino: anche nella condizione migliore non sarà possibile accogliere la totalità dei bambini precedentemente iscritti. Per aumentare la capacità di accoglienza, sarà necessario individuare nuovi spazi e aumentare il numero degli operatori.
La proposta è quella di trattare la questione nella sua dimensione sistemica complessiva, coinvolgendo tutti gli stakeholder, in primo luogo famiglie e insegnanti.
Nella Appendice 3 si presenta il progetto “Nessuno resta indietro: percorsi estivi e autunnali per il recupero e il potenziamento”, una collaborazione tra Università d Torino e Politecnico di Torino per le fasce più deboli della popolazione scolastica.
Il progetto è attualmente in svolgimento e vede la cooperazione di un gruppo di lavoro esteso sotto il coordinamento delle professoresse Paola Ricchiardi e Angelica Arace dell’Università di Torino. Il progetto considera i grandi ostacoli emersi durante il periodo della chiusura delle scuole: carenza di formazione specifica sulle strategie efficaci di Didattica a distanza per le singole fasce d’età e di competenze tecnologiche, carenza di supporti da parte degli allievi (pc, tablet…) o di reti adeguate, possibilità differenziate nel supporto genitoriale, carenze culturali.
La proposta si concretizza nella realizzazione di percorsi a distanza di recupero e potenziamento delle competenze scolastiche essenziali per favorire la motivazione e la riuscita di alunni o studenti in difficoltà. Si va dal potenziamento delle competenze di base, allo sviluppo della curiosità nei confronti della scienza e all’acquisizione del senso ludico dell’apprendimento.
Si tratta di attività didattiche sfidanti che favoriscano la stimolazione cognitiva e lo sviluppo della motivazione per l’apprendimento, la scoperta, e l’acquisizione o il consolidamento di competenze fondamentali, con focus specifici ad esempio sulle materie STEM e sulle abilità linguistiche.
“La scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono essenziali per garantire il ritorno del Paese a una normalità ormai sempre più necessaria”, commenta il Rettore Guido Saracco, che prosegue: “Le esigenze e i diritti dei più piccoli sono stati, forse inevitabilmente, compressi nei primi mesi dell’emergenza, ma ora è il momento di ritornare in classe, per garantire a tutti il diritto all’istruzione e cercare di recuperare quelle disuguaglianze sociali tra i più giovani che l’epidemia ha senza dubbio reso ancora più evidenti”.