Sono 31.215 (+ 27) i positivi a Covid 19

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 23.573 (+226 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2722 (+29) Alessandria, 1370 (+21 ) Asti, 808(+3) Biella, 2235 (+7) Cuneo, 2.130 (+34) Novara, 12.242 (+124) Torino, 989 (+6) Vercelli, 925 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 152 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 1.509 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 6 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4.045 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 668 Alessandria, 251 Asti, 208 Biella, 393 Cuneo, 355 Novara, 1.783 Torino, 217 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 38 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 31.215 (+ 27 rispetto a ieri, di cui 20 asintomatiche; delle 27: 14 screening, 8 contatti e 5 casi sospetti sintomatici) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4046 Alessandria, 1871 Asti, 1042 Biella, 2847 Cuneo, 2772 Novara, 15.840 Torino, 1.318 Vercelli, 1124 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 261 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 94 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 17 (-5 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 358 (-5 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 1713. I tamponi diagnostici finora processati sono 387.713, di cui 213.556 risultati negativi.




Sono 31.131 (+41 rispetto) i positivi Covid 19

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 22.894 (+139 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2598 (+19) Alessandria, 1310 (+18) Asti, 802 (+0) Biella, 2192 (+16) Cuneo, 2019 (+8) Novara, 11.945 (+76) Torino, 958 (+0) Vercelli, 919 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 151 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 1826 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 8 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4026 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 663 Alessandria, 250 Asti, 208 Biella, 392 Cuneo, 350 Novara, 1.776 Torino, 217 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 38 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 31.131 (+41 rispetto a ieri, di cui 27 asintomatiche; delle 41: 9 contatti di caso, 17 in Rsa, 14 screening e 1 indagine in corso) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4034 Alessandria, 1867 Asti, 1042 Biella, 2834 Cuneo, 2749 Novara, 15.820 Torino, 1.315 Vercelli, 1118 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 260 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 92 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 25 (-3 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 448 (-24). Le persone in isolamento domiciliare sono 1912. I tamponi diagnostici finora processati sono 377.165, di cui 207.334 risultati negativi.




Sono 31.059 (+30 rispetto a ieri) le persone positive al Covid 19

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 22.451 (+276 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2.462 (+19) Alessandria, 1.279 (+31) Asti, 802 (+0) Biella, 2.168 (+36) Cuneo, 1.983 (+2) Novara, 11.737 (+171) Torino, 957 (+10) Vercelli, 913 (+6) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 150 (+1) provenienti da altre regioni. Altri 1.948 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 6 decessi di persone positive al test del Covid-19, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 4.012 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 663 Alessandria, 248 Asti, 208 Biella, 391 Cuneo, 344 Novara, 1.769 Torino, 217 Vercelli, 131 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 31.059 (+30 rispetto a ieri, di cui 26 asintomatiche; dei 40: 16 screening; 10 contatti di caso; 3 RSA; 1 in fase di verifica) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4010 Alessandria, 1864 Asti, 1042 Biella, 2829 Cuneo, 2740 Novara, 15.791 Torino, 1316 Vercelli, 1116 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 262 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 89 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 26 (-1 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 517 (+7 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 2.105. I tamponi diagnostici finora processati sono 368.065, di cui 203.316 risultati negativi.




Sono 7 i decessi di persone positive al test del Covid-19

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 20.246 (+374 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2144 (+33) Alessandria, 1092 (+30) Asti, 774 (+1) Biella, 2015 (+37) Cuneo, 1796 (+57) Novara, 10.505 (+172) Torino, 883 (+43) Vercelli, 899 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 138 (+1) provenienti da altre regioni. Altri 2.498 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 al momento registrato nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.934 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 649 Alessandria, 237 Asti, 206 Biella, 388 Cuneo, 336 Novara, 1.736 Torino, 215 Vercelli, 127 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 30.845 (+38 rispetto a ieri, di cui 10 in Rsa e 10 a seguito di test sierologico; dei 38 riscontrati 19 sono asintomatici) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 3.965 Alessandria, 1.855 Asti, 1039 Biella, 2.800 Cuneo, 2.721 Novara, 15.696 Torino, 1.309 Vercelli, 1.111 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 261 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 88 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 37 (-3 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 684 (-59 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 3.586. I tamponi diagnostici finora processati sono 340.176, di cui 188.407 risultati negativi.




Ripartire in sicurezza nell’attività sanitaria

È a disposizione di medici, operatori del settore sanitario, pazienti e caregiver, il documento congiunto di Ordine dei Medici e Politecnico di Torino contenente le raccomandazioni su misure e comportamenti da adottare nei luoghi di assistenza per evitare il diffondersi del contagio da SARS-CoV-2 durante le attività sanitarie.

Il documento individua le azioni che consentono l’erogazione dei servizi con un livello di sicurezza adeguato. È frutto di uno studio condotto da ricercatori del Politecnico e da medici dell’Ordine di Torino, in cui è stato valutato l’effettivo rischio di contagio negli ambienti, a seconda del tempo di permanenza e della conformazione strutturale.

Questo rapporto si inserisce nell’ambito del progetto di studio e ricerca “Imprese aperte, lavoratori protetti” ed è frutto, come i precedenti dedicati ad altre specifiche realtà, del lavoro di un team di esperti coordinato dal professor Marco Knaflitz, che ringrazio, che ha analizzato un ambito, come quello sanitario e assistenziale, che richiede un’attenzione ancora più particolare nelle Fasi 2 e 3 –  commenta il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco -. Le indicazioni che emergono, proprio perché condivise con l’Ordine dei Medici della Provincia di Torino, sono molto operative e ci auguriamo possano contribuire a dare un aiuto concreto ad incrementare la sicurezza per medici e pazienti”.

“Sono molto soddisfatto del risultato di questa collaborazione con il Politecnico – sottolinea il presidente dell’Ordine dei Medici Guido Giustetto -. Abbiamo messo in campo le nostre competenze in un vero e proprio lavoro di ricerca interdisciplinare. In questi mesi molti colleghi hanno chiesto all’Ordine indicazioni su come comportarsi per ridurre al massimo i rischi per sé e per i propri pazienti. Finalmente questo documento darà una risposta esaustiva alle loro domande”.

Gli ambiti presi in considerazione sono gli studi dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, dei medici di continuità assistenziale e degli specialisti ambulatoriali, le residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e alcune strutture del territorio. Realtà che, a differenza degli ospedali, possono non disporre di figure professionali specifiche, in grado di pianificare gli interventi di contenimento del contagio all’interno delle strutture.

Sono dunque state effettuate modellizzazioni delle diverse condizioni di erogazione delle prestazioni sanitarie, attribuendo un fattore di rischio in base alla possibilità di affollamento, al tipo di servizio e alla modalità di interazione tra i professionisti sanitari e i pazienti. Per ogni situazione sono state formulate raccomandazioni utili a mitigare i rischi, con approfondimenti sulle corrette procedure di sanificazione di superfici e ambienti, sull’uso dei dispositivi di protezione individuale e sull’importanza di intensificare l’informatizzazione dell’attività sanitaria, dal punto di vista amministrativo e clinico.

 

Di seguito, una breve sintesi delle indicazioni fornite nel documento (che è in allegato).

 

Per quanto riguarda gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri, ad esempio, è importante che:

  • le visite siano effettuate per quanto possibile solo su appuntamento e dopo triage telefonico;
  • ciascun medico preferisca modalità a distanza (mail e telefono) sia per le prenotazioni sia per l’invio al paziente del promemoria della ricetta dematerializzata;
  • la sala d’attesa sia organizzata in modo da garantire una distanza fra le persone di più di un metro e vengano previsti accorgimenti specifici (come non usare gli apriporta automatici) per controllare l’ingresso dei pazienti;
  • medici, pazienti e personale di studio indossino gli opportuni dispositivi di protezione e igienizzino le mani;
  • a ogni visita, il medico provveda a sanificare le superfici con le quali il paziente è venuto a contatto e disponga nuovo materiale monouso a protezione del lettino, se utilizzato durante la visita;
  • il paziente rispetti gli orari e non si presenti con temperatura frontale superiore a 37,5°;
  • i locali siano, quando possibile, areati in modo naturale e siano installati, laddove necessario, sistemi di ventilazione e filtrazione (esistono a tal proposito soluzioni efficaci e sostenibili economicamente);
  • venga rispettato in modo integrale il protocollo proposto per le visite domiciliari di pazienti No Covid;
  • sia promossa una massiccia campagna di vaccinazione antinfluenzale per il prossimo autunno.

Per quanto riguarda gli studi dei medici di continuità assistenziale valgono le medesime indicazioni sia sulla gestione delle visite ambulatoriali sia sulla gestione delle visite domiciliari. Inoltre:

  • ogni Asl dovrebbe individuare spazi adatti per lo svolgimento delle attività: un ambulatorio in cui svolgere le visite e una zona ristoro/riposo per il medico di turno, dotata di biancheria monouso e bagno. I locali dovrebbero essere igienizzati ad ogni turno.

Per quanto riguarda le Rsa, si raccomanda nello specifico:

  • la sanificazione completa della struttura, nel caso in cui non fosse stata ancora effettuata;
  • la predisposizione di un solo punto di accesso e l’adozione di due percorsi separati, Covid e No Covid;
  • l’adozione di opportune precauzioni per personale, visitatori, fornitori/addetti esterni che entrano nella struttura (dpi, igienizzazione delle mani, misurazione della temperatura);
  • l’individuazione di un referente per la prevenzione e il controllo delle infezioni e per Covid-19 e la formazione del personale;
  • l’effettuazione periodica di tamponi e test sierologici per gli operatori sanitari;
  • la riorganizzazione degli spazi, suddividendoli in tre categorie: pazienti positivi al Covid, negativi e negativizzati, con la separazione anche del personale assegnato;
  • che le visite dei parenti (quando saranno nuovamente possibili) avvengano solo su appuntamento, in una sala dedicata e previo triage telefonico per i visitatori;
  • che l’inserimento di nuovi ospiti sia effettuato solo con evidenza di tampone negativo nelle 72 ore precedenti, sia seguito da isolamento di 14 giorni dopo l’inserimento in struttura e sino a che non si ottenga un nuovo tampone negativo.

Particolare attenzione va riservata per il rientro in struttura di ospiti dopo ricovero ospedaliero: in caso di pazienti positivi, è necessario il ricovero in strutture intermedie Covid; in caso di pazienti negativizzati, si raccomanda l’isolamento per 14 giorni, al termine dei quali si effettua un ulteriore tampone. Con esito negativo, l’ospite potrà tornare nella sua stanza; in caso di pazienti già negativi, si raccomanda isolamento per il tempo necessario a effettuare un secondo tampone entro 48 ore dal primo. In caso di esito negativo, l’ospite potrà tornare nella sua stanza.

 

Per quanto riguarda i servizi territoriali:

  • prevedere spazi adeguati fra gli sportelli e nelle sale d’attesa, con percorsi differenziati di ingresso e uscita;
  • organizzare le visite per evitare assembramenti: valutare se effettuare le visite su 10-12 ore giornaliere e valutare l’opportunità e la fattibilità dell’estensione dell’orario lavorativo anche al sabato e domenica;
  • informatizzare il più possibile tutte le procedure amministrative. Ogni azienda sanitaria dovrebbe istituire un servizio di call center dedicato per le richieste di informazioni;
  • per i prelievi: erogare il servizio principalmente su prenotazione, scaglionando in modo opportuno l’arrivo dei pazienti;
  • garantire l’attività dei consultori e le vaccinazioni, nel rispetto delle misure di precauzione.

 

Elemento comune a tutti questi ambiti è l’importanza di implementare l’informatizzazione delle procedure cliniche e amministrative, attraverso la quale non solo si riducono i rischi di nuove ondate di contagio, ma è possibile migliorare l’efficienza del sistema sanitario.

Si raccomanda dunque non solo di rafforzare strumenti come i portali e i sistemi di prenotazione on line, metodi utili per evitare che i cittadini si rechino di persona per espletare le pratiche, ma anche di incentivare le attività di telemedicina (come televisita, teleconsulto, telemonitoraggio).

 

 

 

 

 




Coronavirus, sono 30.758 (+24 rispetto a ieri) le persone positive

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 19.502 (+335 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2.067 (+37) Alessandria, 1.043 (+51) Asti, 757 (+8) Biella, 1.932 (+32) Cuneo, 1.722 (+87) Novara, 10.121 (+114) Torino, 831 (+4) Vercelli, 893 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 136 (+1) provenienti da altre regioni. Altri 2.790 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 12 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi, (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.910 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 649 Alessandria, 236 Asti, 205 Biella, 384 Cuneo, 335 Novara, 1.721 Torino, 214 Vercelli, 127 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39, residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

Sono 30.758 (+24 rispetto a ieri, di cui 8 positività riscontrate in Rsa e 6 asintomatiche) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 3.945 Alessandria, 1.850 Asti, 1.037 Biella, 2.787 Cuneo, 2.710 Novara, 15.662 Torino, 1.307 Vercelli, 1.111 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 257 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 92 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 43 (-1 rispetto a ieri), i ricoverati non in terapia intensiva sono 808 (- 33 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 3.705. I tamponi diagnostici finora processati sono 331.241, di cui 183.611 risultati negativi.




Cirio: “Dal 3 giugno torneranno a valere le norme del decreto del presidente Conte”

Non sarà prorogata l’ordinanza, in vigore fino alla mezzanotte di domani, che obbliga a indossare le mascherine anche all’aperto nei centri abitati e nelle aree commerciali.

“Dal 3 giugno – precisa il presidente Cirio – torneranno a valere le nome del decreto del presidente Conte, ma siamo pronti però a nuovi interventi se si verificheranno delle storture. Ricordo a tutti che la regola è quella dell’obbligatorietà della mascherina ovunque non sia possibile garantire il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro.

La scelta specifica adottata in Piemonte per questo lungo ponte del 2 giugno è stata giusta, i controlli sono stati svolti in maniera intelligente e ci sono state, finora, poche contravvenzioni”.




Mascherine, CIDOS-CNA: “Forniamo attrezzature alla sanità, ma non possiamo venderle a 50 centesimi”

Un fine settimana con l’obbligo di mascherina anche all’aperto. E ancora una volta per la vendita a prezzo agevolato delle protezioni la rete delle aziende ortopediche e sanitarie è stata tagliata fuori .

 

“Costruiamo protesi ad alta tecnologia e serviamo le Asl con ogni tipo di attrezzatura specialistica, ma ci hanno tagliati fuori dalla distribuzione delle mascherine a prezzo calmierato, concedendole invece ai tabaccai”.

La protesta arriva da Corrado Iozzelli, presidente di CIDOS (Associazione Imprese Ortopediche e Sanitarie del Piemonte e Valle d’Aosta) affiliata a CNA Benessere e Sanità.

 

Sono circa 200 le imprese in Piemonte che si occupano della vendita e distribuzione di presidi di ortopedia tecnica. Occupano complessivamente oltre un migliaio di dipendenti e lavorano in strettissimo collegamento con il sistema sanitario. “In questo periodo di lockdown ci siamo spesso trovati in prima linea nella distribuzione del materiale, quando spesso gli utenti non potevano accedere agli uffici delle Asl chiusi per quarantena. Abbiamo continuato a costruire protesi, plantari, busti e distribuire materiale per degenti post colostomia, nonostante la quarantena, per il bene dei pazienti. Poi, quando è stato il momento di creare una rete di vendita per presidi sanitari, come le mascherine, a prezzi agevolati, si è parlato solo di farmacie, parafarmacie e tabaccherie. E noi veniamo tagliati fuori”.

 

La presa di posizione di CIDOS, per voce del presidente è già stata consegnata attraverso una lettera al presidente della Giunta Regionale Alberto Cirio, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi, al ministro della Salute Roberto Speranza e al Commissario Straordinario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri.

 

“Inoltre, il Governo indicando il prezzo calmierato delle mascherine ha di fatto reso invendibili quelle scorte di materiale che abbiamo in magazzino. In piena crisi, infatti, per approvvigionarci, i fornitori applicavano per ogni mascherina un costo superiore a un euro più IVA. Alla luce di questo, i nostri prezzi al pubblico risulterebbero fuori mercato e quasi provocatori agli occhi dei cittadini-consumatori”, ha concluso Iozzelli.




Coronavirus: il bollettino della Regione Piemonte

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 17.072 (+593 rispetto a ieri).

Questa la suddivisione per provincia: 1724 (+71) Alessandria, 815 (+27) Asti, 695 (+17) Biella, 1683 (+45) Cuneo, 1480 (+76) Novara, 8962 (+307) Torino, 740 (+31) Vercelli, 847 (+16) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 126 (+3) provenienti da altre regioni. Altri 3.463 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 10 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 al momento registrato nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.838 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 638 Alessandria, 233 Asti, 203 Biella, 367 Cuneo, 332 Novara, 1693 Torino, 209 Vercelli, 125 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 38 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 30.445 (+58 rispetto a ieri, di cui 19 rilevate nelle Rsa) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise per provincia: 3.895 Alessandria, 1.806 Asti, 1.032 Biella, 2.759 Cuneo, 2.679 Novara, 15.527 Torino, 1.294 Vercelli, 1.109 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 253 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 91 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 64 (-4 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 1058 (60 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 4.950. I tamponi diagnostici finora processati sono 304.358, di cui 168.670 risultati negativi.




Mascherine generiche, in arrivo i riferimenti sulle prestazioni filtranti e i metodi di prova

Nei prossimi mesi milioni di italiani utilizzeranno le mascherine “generiche” di comunità per le quali – sino ad oggi – non esisteva alcun riferimento utile a valutarne le prestazioni filtranti e la respirabilità.

Ecco perché UNI Ente Italiano di Normazione – su richiesta del Politecnico di Torino – ha messo a punto in tempi molto rapidi due nuovi progetti di prassi di riferimento che da oggi e sino all’11 giugno prossimo saranno sottoposti alla consultazione pubblica al fine di raccogliere le osservazioni da parte del mercato prima di procedere alla stesura del testo definitivo.

Eccoli in breve:

  • “Maschere di comunità – Parte 1: Requisiti, classificazione e marcatura”, che fornisce i requisiti prestazionali, inclusi gli elementi utili per una loro classificazione e marcatura e indicazioni relative alla valutazione di conformità
  • “Maschere di comunità – Parte 2: Metodi di prova”, con le indicazioni per lo svolgimento di un metodo di prova innovativo per misurarne le prestazioni filtranti mediante due prove distinte, ovvero l’efficienza di rimozione delle particelle e la resistenza all’attraversamento dell’aria.

Questi due documenti avranno un impatto diretto su tutte le mascherine (monouso o lavabili, anche autoprodotte) che nella cosiddetta “fase due” di convivenza con il Covid-19, saremo tutti obbligati ad indossare.

Ad eccezione delle categorie di lavoratori che hanno bisogno di dispositivi medici o di protezione individuale, i cittadini potranno infatti utilizzare le mascherine di comunità, così come indicato nel DPCM del 26 aprile 2020, considerate una misura indispensabile per contenere la diffusione del virus, pur non avendo le caratteristiche di dispositivo medico UNI EN 14683 “Maschere facciali ad uso medico”, né di dispositivo di protezione individuale UNI EN 149 “Semimaschere filtranti antipolvere”.

Secondo Paolo Tronville, docente di Fisica Tecnica Ambientale presso il Politecnico di Torino e Project leader delle prassi di riferimento, “A seguito della grande richiesta di valutazione delle prestazioni di dispositivi che non si configurano né come dispositivi medici né come DPI, il Politecnico di Torino ha condotto una serie di misure per valutare le prestazioni filtranti delle ‘maschere di comunità’, riscontrando una gamma molto ampia di prestazioni, alcune prossime alle maschere facciali ad uso medico, altre chiaramente inadeguate allo scopo.

Con queste Prassi di Riferimento proponiamo un metodo di prova innovativo per misurare esclusivamente le prestazioni filtranti delle “maschere di comunità”. In tal modo sarà possibile valutare le prestazioni in modo utile e completo, nonché in tempi molto più brevi rispetto a quanto previsto in altri metodi di prova”.

 

Il direttore generale UNI Ruggero Lensi spiega che “il progetto di prassi di riferimento si aggiunge ad una serie di iniziative che ha visto la normazione coinvolta in prima linea per dare il proprio supporto alla gestione dell’emergenza, tra le quali si ricorda l’immediata messa a disposizione con libero scarico delle norme a supporto delle attività di prevenzione da Covid-19, a favore di oltre 20.000 utilizzatori in rappresentanza di imprese, istituzioni e cittadini.”

 

I due progetti di prassi di riferimento in consultazione possono essere liberamente scaricati dal sito UNI al seguente indirizzo

 

Cosa sono le prassi di riferimento

Le prassi di riferimento sono documenti che definiscono prescrizioni tecniche o modelli applicativi di norme tecniche, elaborati con un rapido processo di condivisione ristretta, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva a una società in cambiamento. Tutte le prassi di riferimento sono gratuitamente scaricabili dal sito accedendo alla sezione “Catalogo”.