Torino e il territorio unite per prevenire e curare il diabete

Si è insediato il 1 marzo online il comitato esecutivo piemontese del programma internazionale ”Cities Changing Diabetes”.

Il Comune di Torino infatti insieme alla Città metropolitana di Torino, ad ANCI Piemonte e all’Università di Torino è stato inserito tra le realtà che a livello mondiale fanno parte dell’ambizioso programma (Aarhus, Bari, Beirut, Belgrado, Berlino, Bologna, Buenos Aires, Bogotà, Città del Messico, Copenaghen, Cracovia, Genova, Hangzhou, Houston, Istanbul, Jakarta, Johannesburg, Lisbona, Kōriyama, Leicester, Mérida, Malmo, Manchester Madrid, Milano, Pechino, Philadelphia, Roma, Seoul, Shanghai, Strasburgo, Tianjin, Vancouver, Xiamen, Jakarta e Varsavia).

Con il coordinamento del prof. Andrea Lenzi – presidente dell’Health City Institute e del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie le scienze della vita Presidenza del Consiglio dei Ministri – e del prof. Ezio Ghigo – direttore del dipartimento di medicina generale e specialistica dela Città della Salute e della Scienza della Università di Torino – il comitato torinese riunisce esperti, associazioni, istituzioni per lavorare insieme a soluzioni improntate ad un progressivo miglioramento della qualità di vita sul nostro territorio e per sensibilizzare i cittadini alla prevenzione e alla cura del diabete.

Fondamentali i temi del movimento e dello sport con la definizione di percorsi dedicati, come ha sottolineato il piemontese campione olimpico di Mosca 1980 e due volte campione del mondo di marcia Maurizio Damilano, che nel progetto è attivamente coinvolto.

Promuovere la salute urbana consentirà di considerare Torino e la cintura una “palestra naturale” grazie alla varietà di percorsi pedonali, ai viali alberati, aree verdi e piste ciclabili senza dimenticare i gruppi di camminata attivi.

Va tenuto presente che Torino sta vivendo un lento declino demografico da oltre vent’anni, con un indice di vecchiaia superiore ad altre città del Nord Italia, ma allo stesso tempo il territorio metropolitano è molto frammentato e la prevalenza del diabete varia molto da quartiere a quartiere.

I numeri per la sfida del diabete a Torino ci dicono che la prevalenza del diabete è del 6,8% (aumentata dal 3,8% al 6,8% dal 2003 al 2018) e che il 25% delle persone di età compresa tra i 18 e i 69 anni è in sovrappeso, mentre il 7% è obeso.

Nella riunione del comitato esecutivo, l’epidemiologo prof Giuseppe Costa e la ricercatrice Ires Cristina Bargero hanno richiamato gli studi a dimostrazione del fatto che la prevalenza del diabete non è la stessa in tutti i quartieri della città di Torino, dove le zone nord, ovest oltre ad alcune zone a sud registrano la prevalenza maggiore, mentre l’intera area oltre il fiume Po e alcuni quartieri del centro storico registrano i valori più bassi, una differenza collegata anche a fattori socio economici con sovrappeso e obesità più alti del 35% nelle persone con un basso livello di istruzione scolastica.

Il programma Torino Cities Changing Diabetes condurrà ulteriori analisi dei dati per rafforzare la base di conoscenze e fornire nuove strategie di intervento considerando sia il trattamento che la prevenzione della malattia.

 

 




9782 vaccinati contro il covid in Piemonte

Sono 9.782, tra cui 6.514 ultraottantenni, le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate oggi all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 17.35). A 240 è stata somministrata la seconda dose.

Dall’inizio della campagna si è quindi proceduto all’inoculazione di 392.228 dosi (delle quali 138.124 come seconda), corrispondenti all’81,7% delle 480.150 finora disponibili per il Piemonte.

 




Sono iniziate, in tutto il Piemonte le vaccinazioni delle persone ultra80enni

Nel primo giorno, domenica 21 febbraio, sono state inoculate 3.296 dosi.

“La Regione punta a vaccinarli nel giro di un mese, perché questo vuol dire salvare vite umane nella fascia di età più fragile – ha dichiarato il presidente Alberto Cirio, che in mattinata si è recato nei punti allestiti nel poliambulatorio di via Gorizia 114 a Torino e nell’ospedale San Lazzaro di Alba – In Piemonte gli over80 sono 370.000: circa 20.000 sono già stati vaccinati nelle case di riposo, dagli altri 350.000 sono arrivate al momento 216.000 preadesioni. Contiamo di vaccinare tra 10.000 e 13.000 persone al giorno per chiudere entro il mese di marzo. Il Piemonte va avanti, attendiamo però le munizioni, cioè le dosi, che sono fondamentali per proseguire con il nostro programma”.

“Tutto il sistema sta facendo un grande sforzo per affrontare al meglio questa nuova fase della campagna vaccinale – ha aggiunge l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi – Ringraziamo tutti, a cominciare dai medici di famiglia che stanno supportando le preadesioni con una grande rapidità e gli operatori delle nostre Asl e Aziende ospedaliere, ma anche chi è impegnato nella complessa macchina informatica che c’è dietro la vaccinazione di massa”.

Il commissario dell’area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi Antonio Rinaudo ha reso noto che “questa giornata simbolica è anche il segnale che si parte con la vaccinazione di tutte le categorie più fragili, a cominciare dagli over80 ma in contemporanea e parallelamente anche dai disabili, persone che devono essere tutelate immediatamente per abbassare i livelli di letalità che ha il virus”.

 

Si ricorda che le persone con più di 80 anni (nati nel 1941 compresi) possono segnalare la loro volontà di ricevere il vaccino al proprio medico di famiglia, che provvedere a registrarla sull’apposita piattaforma regionale. L’Asl di competenza provvede a definire gli appuntamenti e a indicare luogo, data e ora della convocazione per la vaccinazione tramite sms o mail (si può indicare anche un cellulare/e-mail di un parente o altra persona fidata).

 




Consiglio regionale: Vacciniamoci informati, convegno online

Il vaccino contro il Covid-19 è veramente sicuro, anche se è stata realizzato in tempi così brevi? Quanto dura la sua protezione? Ci sono persone per le quali è sconsigliato? Può provocare effetti collaterali importanti? Per rispondere a queste e altre domande e favorire un’adesione informata e consapevole all’imminente campagna vaccinale, il Consiglio regionale ha coinvolto due esperti, il professor Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive, primario all’ospedale Amedeo di Savoia, responsabile scientifico del Dirmei e il dottor Guido Giustetto, presidente Ordine dei medici Torino, nel convegno “Vacciniamoci informati”, che verrà trasmesso lunedì 22 febbraio a partire dalle ore 12 e successivamente disponibile sui canali Facebook e Youtube dell’Assemblea legislativa piemontese. Nella stessa giornata verranno pubblicate delle infografiche a disposizione di tutta la cittadinanza.

L’iniziativa è stata promossa dalla Commissione Sanità del Consiglio e dagli Stati generali della prevenzione e del benessere.

“Con questo momento informativo che mettiamo a disposizione di tutta la cittadinanza vogliamo combattere un’importante malattia sociale, quella della disinformazione, aiutando tutti a capire l’importanza di vaccinarsi contro il Covid-19. Un gesto importante per sconfiggere il virus e tornare a quella normalità che tutti conosciamo e desideriamo ritrovare”, ha dichiarato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale.

“Oggi grazie al vaccino abbiamo un’arma in più per guardare al futuro con speranza”, ha affermato Alberto Cirio, presidente della Giunta regionale. “Un vaccino che non sarà obbligatorio, perché è giusto che sia una scelta, ma una scelta fortemente raccomandata. Il Piemonte è pronto per la vaccinazione di massa e ha predisposto, prima regione in Italia, accordi con farmacie e medici di medicina generale. L’esercito del vaccino è pronto a fare la sua parte: ci crediamo perché così facendo riusciremo a buttarci alle spalle il Covid-19 e a guardare il tempo che verrà con una prospettiva nuova”.

“Dopo un anno circa in cui il virus ha messo all’angolo la nostra società ora è il momento di riversarci nell’area di rigore avversaria, volendo usare una metafora calcistica. E lo possiamo fare perché è scesa in campo la scienza, che ha elaborato una rapida risposta vaccinale, ma anche nuovi farmaci sempre più evoluti”, ha commentato Alessandro Stecco, presidente della Commissione Sanità. “Ora vediamo finalmente la possibilità di riprendere i nostri spazi, ma perché ciò sia realizzabile dobbiamo ridurre al massimo la circolazione del virus e quindi dobbiamo avere il numero più alto possibile di cittadini che si vaccinano”.

“In un momento drammatico come quello attuale bisogna avere la lucidità per capire che ci sono scelte che sono etiche e scelte che non lo sono”, ha aggiunto Domenico Rossi, vicepresidente della Commissione Sanità. “Il vaccino è sì una scelta individuale, ma ha ricadute sull’intera collettività e sul destino condiviso che stiamo vivendo. È quindi il momento di non di chiudersi in gusci negazionisti ma di fidarsi della scienza, delle istituzioni ed essere responsabili verso se stessi e gli altri. Mi auguro che momenti informativi come questo possano servire per orientare le persone verso una scelta consapevole ed etica”.

“Penso che per ridurre al massimo il virus, oltre all’organizzazione della vaccinazione, sia fondamentale combattere le numerose fake news che circolano da tempo: un appuntamento formativo serio e puntuale come questo convegno è quindi essenziale per vincere la diffidenza delle persone e far comprendere loro che il vaccino, insieme al mantenimento delle buone pratiche igieniche e del distanziamento sociale, è lo strumento per recuperare presto la piena libertà, una libertà che hanno diritto a ritrovare tutti, dai più giovani fino agli ultracentenari”, ha affermato Andrea Cane, vicepresidente della Commissione Sanità.

“Abbiamo messo in campo una rete di 1.600 farmacie che lavorerà in tandem con 3.200 medici di medicina generale per garantire in modo capillare alla popolazione la vaccinazione grazie a un sistema già ben collaudato”, ha concluso Luigi Icardi, assessore regionale alla Sanità. “Oltre ad essere una protezione individuale che ci ha permesso di sconfiggere malattie come il vaiolo e di proteggerci dagli effetti di altre importanti patologie, la vaccinazione diventa un dovere sociale nel momento in cui apparteniamo a una comunità, per difendere anche chi non può vaccinarsi, limitando al massimo la circolazione del virus”.

Il dottor Guido Giustetto durante il convegno ha proposto un approfondimento sulle grandi epidemie nella storia e ha sottolineato come l’ignoranza della popolazione, intesa come non conoscenza dei vantaggi e degli svantaggi dei vaccini, il dubbio sui loro benefici e le problematiche sulla distribuzione degli stessi siano tre fattori ricorrenti che si stanno ripresentando ma che non devono più verificarsi. È essenziale infatti rendere possibile raggiungere con la somministrazione molte persone in poco tempo.

Infine il professor Giovanni Di Perri ha specificato le caratteristiche del vaccino anti Covid-19 già presente, il suo meccanismo di azione, le differenze con i vaccini che a breve saranno disponibili, sottolineando per tutti l’alto profilo di sicurezza e di efficacia, l’elevata tollerabilità oltre all’alta tecnologia che ha reso possibile arrivare alla sua formulazione in tempi così brevi.




Covid, “in Piemonte aumenta il contagio tra i giovani”

C’è una novità rispetto alle ultime rilevazioni sull’andamento del Covid in Piemonte: “Registriamo un trend crescente nella fascia di età 6-10 anni. I giovani si stanno contagiando di più rispetto agli anziani”.

Lo ha spiegato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, nel corso di un’informativa tenuta in Consiglio regionale. Anche giovani e bambini stanno entrando nelle statistiche, ragione per cui le raccomandazioni di massima attenzione e di cautela per l’ingresso nelle scuole di alunni che presentino anche solo i sintomi del raffreddore vengono ribadite. Altro dato emerso dall’informativa è che la Giunta sta pensando alla possibilità di istituire zone rosse circoscritte laddove ci fossero focolai di varianti Covid sul nostro territorio.

“La media giornaliera di contagiati è di 718 casi – ha proseguito Icardi – la riduzione è molto lenta, si evidenzia una generale costanza nei riscontri epidemiologici, con la ‘novità’ di questo dato di positivi di giovane età”. Si registra anche una decrescita molto lenta dei ricoveri nelle terapie intensive, sub intensive e nei posti letto ordinari”.
Rispondendo a una domanda di Mauro Salizzoni (Pd) circa la possibile incidenza delle varianti, in generale l’assessore ha spiegato che “abbiamo tutte le condizioni per rimanere in zona gialla, tutti i parametri ci dicono che è ragionevole pensare di restare in questa condizione. Certo, le previsioni sul possibile andamento dei contagi per quanto riguarda le varianti non sono rosee, per questo stiamo chiedendo al Governo di avere più dosi di vaccini”.

“Il vero collo di bottiglia per poter vaccinare la popolazione è l’approvvigionamento dei vaccini – ha sottolineato Icardi -, per questo abbiamo incaricato Scr di fare ricerche internazionali sulla possibilità di rifornimenti alternativi, compatibilmente con le garanzie sulla qualità del prodotto. La velocità con cui riusciamo a vaccinare è fondamentale per contrastare la diffusione delle varianti, su cui abbiamo istituito un gruppo lavoro presso il Dirmei”.

Al momento la variante inglese circola nelle Regioni con percentuali fino al 59%, con una media del 17%, “per fortuna è intercettata dal vaccino ma è molto più contagiosa della versione originale e non ci sono evidenze sulla maggiore o minore virulenza. In Piemonte sono stati individuati 23 casi”.

Icardi ha annunciato che la Giunta sta predisponendo una delibera con misure organizzative per contrastare la diffusione delle varianti: “Domani ci sarà un confronto con Prefettura e Anci per affrontare i dettagli del provvedimento, per ora solo in bozza. Università e zooprofilattico stanno facendo tipizzazioni del virus, abbiamo anche test per individuare le varianti. Sono previste zone rosse più ampie dei singoli comuni, se si presenta la necessità di isolare focolai: è fondamentale bloccare le varianti sul nascere”.
Secondo Domenico Rossi (Pd) “vediamo che le altre regioni fanno molti più tamponi molecolari, mentre noi molti antigenici. Quelli di prima e seconda generazione non sono validi per la variante inglese”. Icardi ha risposto che “l’ultima gara della Regione Piemonte prevede appunto l’acquisto dei tamponi antigenici di terza generazione”.

Sul tema delle varianti sono intervenuti anche Sarah Disabato (M5s) e Daniele Valle (Pd), mentre un apprezzamento per il lavoro svolto è arrivato da Alessandra Biletta (Fi). Secondo il presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco (Lega) è molto positivo che si pensi a una politica di zonizzazione settoriale di distretto e di area. “Ritengo auspicabile che una regione complessa come la nostra abbia risposte diverse a seconda delle situazioni locali che dovessero presentarsi”.




Dal 15 febbraio le adesioni di ultra80enni e personale scolastico e universitario

Altri due importanti traguardi per la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 della Regione Piemonte: lunedì 15 febbraio i medici di medicina generale inizieranno a raccogliere l’adesione alla vaccinazione degli assistiti con più di 80 anni e il personale docente e non docente delle scuole e delle Università potrà esprimere la volontà di farsi vaccinare.

Over80

Da lunedì 15 febbraio le persone con più di 80 anni (nati nel 1941 compresi) potranno segnalare la loro volontà di ricevere il vaccino al proprio medico di famiglia.

Ogni medico indicherà eventuali priorità sulla base del quadro clinico dell’assistito e ne registrerà l’adesione sull’apposita piattaforma regionale. L’Asl di competenza provvederà a definire gli appuntamenti e a indicare luogo, data e ora della convocazione per la vaccinazione tramite sms o mail (si può indicare anche un cellulare/e-mail di un parente o altra persona fidata).

La somministrazione delle dosi avverrà a partire dal V-Day del 21 febbraio nei 97 centri vaccinali finora individuati, aumentati rispetto ai 61 inizialmente previsti per raggiungere capillarmente tutte le zone del Piemonte. Chi non sarà in grado di spostarsi sarà vaccinato a domicilio a cura dell’Asl di appartenenza.

Personale scolastico e universitario

Sempre dal 15 febbraio il personale, docente e non docente, in servizio presso gli istituti scolastici e universitari pubblici e privati, compresi quelli di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) ed i servizi educativi privati e paritari potrà manifestare la propria volontà di aderire alla vaccinazione anti Covid-19 tramite il portale www.ilpiemontetivaccina.it Le prime inoculazioni verranno effettuate dal 19 febbraio.

In questa fase per avviare la campagna verrà usato il vaccino AstraZeneca indicato per la popolazione con meno di 55 anni. Gli over55 possono comunque manifestare la propria adesione sul portale e saranno convocati successivamente con le modalità e le tempistiche previste dal Piano nazionale.

Si precisa che nel personale non docente rientrano: assistenti amministrativi, assistenti tecnici, collaboratori scolastici, cuochi (presso convitti), direttori dei servizi generali ed amministrativi, dirigenti scolastici, guardarobieri (impiegati presso convitti) e infermieri (impiegati presso convitti).

Coloro che, invece, soffrono di particolari patologie non dovranno usare il portale per manifestare l’adesione perché saranno informati successivamente in modo specifico sulle modalità loro riservate.

Chi non ha il proprio medico di famiglia in Piemonte può comunque aderire alla campagna vaccinale, ma con delle specifiche modalità che saranno comunicate nei prossimi giorni.

Lo svolgimento delle due fasi è stato illustrato dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, dal commissario generale dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo, dal commissario dell’Area giuridico-amministrativa Antonio Rinaudo, dal consulente strategico Covid della Regione Pietro Presti e dal Capo di Gabinetto della Giunta Gian Luca Vignale.

“La tempistica è chiara e precisa, l’esercito è pronto e operativo. – ha affermato Cirio – Abbiamo potenziato i punti vaccinali per gli over80 perché abbiamo voluto andare loro incontro e farli vaccinare nel punto più vicino. Il sistema di prenotazione per gli anziani è molto facile e immediato, anche perché per loro abbiamo scelto di avvalerci dei medici di medicina generale”.

I vaccini unica arma

Per quanto riguarda l’approvvigionamento dei vaccini, il presidente ha fatto presente che “siamo sabaudi e rispettiamo le regole”, ma pure rivelato che “anche oggi abbiamo proseguito nel lavoro di ricerca autonoma sul mercato internazionale. Abbiamo dato mandato a Scr, la Società di committenza regionale, di cercare tre milioni di pezzi. E’ un mandato conoscitivo, però mette già a disposizione una indagine di mercato per individuare quali prodotti e a quale prezzo. Questi vaccini sono per le aziende, perché prima mettiamo in sicurezza i loro dipendenti, prima può essere messo in sicurezza il prodotto interno lordo del Piemonte”.




CCIAA Cuneo: “Per accelerare la ripartenza in sicurezza, sosteniamo la campagna vaccinale privata”

Salvaguardare la produttività delle aziende e sollevare il sistema sanitario pubblico dalle vaccinazioni delle fasce che non sono prioritarie, avviando in parallelo una campagna vaccinale di cui le imprese sono pronte a farsi carico per i propri dipendenti.

E’ l’obiettivo condiviso dalla Camera di Commercio di Cuneo insieme ad Unioncamere Piemonte e agli altri Enti Camerali territoriali, tra i firmatari della letterache il presidente della Regione Alberto Cirio ha inviato al neo presidente del Consiglio Mario Draghi.
“Nel pieno rispetto delle regole italiane, europee e in accordo con le autorità nazionali, sosteniamo la Regione che ha raccolto un’istanza partita dalle imprese stesse – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Cuneo, Mauro Gola – disposte ad accollarsi il costo economico e organizzativo di parte del piano vaccinale”.

L’obiettivo è alleggerire il sistema di vaccinazione pubblico e accelerare l’iter dell’immunizzazione per poter garantire la ripartenza delle imprese, consentendo a lavoratori e lavoratrici, in primis quelli impegnati nel comparto dell’export, di muoversi in piena sicurezza.

Con oltre 270 mila dosi già inoculate, la nostra è tra le Regioni che stanno procedendo con maggiore rapidità nella campagna vaccinale anti Covid-19. Abbiamo chiesto al Presidente Draghi di avallare la fattibilità di un doppio percorso, consentendo l’intervento privato nel piano vaccinale pubblico, per poter garantire la ripartenza delle nostre imprese attraverso l’immunizzazione del personale più esposto al contagio.
Conclude il Presidente Gola: “In attesa che la Società di Committenza Regionale (S.c.r.) chiarisca quanti vaccini siano effettivamente acquistabili a livello europeo e quale sia il costo, il sistema camerale sta approfondendo a livello giuridico la possibilità di fare da tramite nei confronti delle aziende che vogliano acquistare i vaccini”.




In Piemonte 243mila vaccini, di cui 102mila seconde dosi

Fino a ieri le dosi di vaccino somministrate sono state circa 243 mila e di queste oltre 102 mila sono state seconde dosi, corrispondenti a più del 42% del totale somministrato. Si tratta quindi di oltre il 96% delle 252.580 dosi (247.780 della ditta Pfizer e 4.800 Moderna) di vaccino consegnate alla Regione al 2 febbraio.

Il dato inserisce il Piemonte al terzo posto in Italia dopo Lombardia ed Emilia Romagna e davanti a regioni con una popolazione più numerosa.

Queste le cifre esposte dall’assessore Luigi Icardi nel corso della seduta in videoconferenza della quarta Commissione, presieduta dal vicepresidente Domenico Rossi.

Dopo questa prima fase incentrata sulla copertura del personale sanitario, degli ospiti e del personale delle Rsa, dal 21 febbraio è prevista la partenza della vaccinazione per gli over 80 che, in Piemonte, sono quasi 374 mila (compresi gli oltre 15 mila già vaccinati nelle Rsa). I medici di famiglia definiranno gli elenchi degli over 80 secondo le priorità e li caricheranno sulla piattaforma regionale. Le Asl comunicheranno l’appuntamento al paziente e al medico di famiglia (compresa la data e il luogo del richiamo). Le persone inabili alla mobilità riceveranno il vaccino a domicilio.

L’8 febbraio è fissato l’inizio delle vaccinazioni per le forze dell’ordine e, il 15 febbraio, è previsto l’avvio della campagna vaccinale per il personale scolastico.

Per questa fase, al momento, sono stati individuati 60 punti per la somministrazione dei vaccini sul territorio piemontese ma si sta operando per ampliarne il numero. Nella prima fase gli oltre 500 punti di somministrazione approntati in Piemonte lo mettevano al primo posto in Italia.

La comunicazione è stata anche stimolata dalle domande di alcuni consiglieri, Sarah Disabato (M5s), Daniele Valle (Pd), Silvio Magliano (Moderati), Francesca Frediani (Misto – M4o), Marco Grimaldi (Luv), Diego Sarno (Pd) e dello stesso vicepresidente Rossi.

Tra le varie risposte, l’assessore ha assicurato sulla continuità nella vigilanza nelle Rsa, rispetto alla necessità di garantire la vaccinazione ai nuovi degenti e al personale subentrante per il turn over. Vi è anche l’impegno nei confronti di coloro che devono assistere malati gravi, disabili, anziani e minori presso le strutture ospedaliere e sociosanitarie. È stato chiarito che sul tema delle priorità da assegnare alle varie categorie ed ai diversi tipi di pazienti e le loro fragilità, come sulla questione dei volontari e della scuola ci si deve rifare alle decisioni prese a livello nazionale.

Entro marzo dovranno arrivare in Italia 5,3 milioni di dosi del preparato di Astra Zeneca e, di queste, il  7,22% arriverà in Piemonte.




Covid-19, Filippa (Cnv): le nostre aziende disponibili per vaccinare collaboratori e loro familiari

Utilizziamo le strutture e i medici delle aziende per vaccinare i nostri collaboratori e i loro familiari. In questo modo saremo utili alla comunità, miglioreremo la competitività del sistema economico e velocizzeremo la campagna di messa in sicurezza della popolazione».

Lo dice il presidente Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, proponendo di implementare la campagna vaccinale di contrasto al Coronavirus grazie alla collaborazione dei medici aziendali in appositi spazi da ricavare all’interno degli stabilimenti. «Se iniziamo a organizzarci da subito – spiega – potremo essere operativi appena le forniture di vaccini saranno a regime, accelerando in modo notevole l’iter della campagna e fornendo una dimostrazione concreta dei risultati positivi che possono dare le sinergie tra sistema sanitario e aziende quando siano condivisi obiettivi, metodi e strumenti».

«Per le nostre imprese – prosegue Filippa – è indispensabile avere collaboratori con il maggior livello possibile di difesa dal Covid-19; questo sia per garantire la continuità produttiva negli impianti sia per riattivare al meglio le strutture commerciali e quelle di assistenza diretta all’estero. A causa delle limitazioni agli spostamenti imposte dalla pandemia, infatti, è ancora complicato inviare squadre di tecnici per realizzare nuovi impianti o per effettuare riparazioni in molti Paesi, solo per fare un esempio, e i nostri competitor cinesi ci stanno battendo sui tempi anche da questo punto di vista. Non possiamo perdere competitività anche su questi aspetti».

«Come sistema confindustriale – conclude Filippa – abbiamo già avviato un’interlocuzione con la Regione per verificare la possibilità e le modalità di un coordinamento tra le Asl e i medici delle aziende. Riteniamo che si tratti di un’iniziativa realizzabile senza alcun costo per il sistema sanitario e che, una volta avviata, consentirà di gestire nel modo migliore le dosi che saranno a disposizione e abbreviare notevolmente i tempi della campagna vaccinale alla popolazione».




Giornata mondiale contro il cancro, il consiglio regionale aderisce alla “21 giorni challenge”

Ci vogliono 21 giorni per creare un’abitudine positiva. In occasione della Giornata mondiale contro il cancro 2021, il Consiglio regionale ha deciso di aderire alla “21 giorni challenge”, la sfida promossa dall’UICC (Union for International cancer Control) e sostenuta dalla LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) per sensibilizzare e far riflettere su  quanto ciascuno possa fare concretamente per combattere il cancro.

Poco importa se si è giovani, adulti o anziani, se si è operatori sanitari, rappresentanti delle istituzioni o cittadini che si occupano d’altro: tutti, possono domandarsi come aiutare chi sta lottando contro il cancro, come informarsi adeguatamente e nel modo corretto, come seguire uno stile di vita volto alla prevenzione e come offrire il proprio sostegno alla ricerca scientifica. Il “21 giorni challenge” è un passaggio concreto all’azione, scegliendo semplicemente  la sfida in cui impegnarsi per 21 giorni:

Cinque le sfide a cui aderire:

1.Mi concentrerò sulla mia salute. Le sfide quotidiane si concentreranno sul muoversi di più, mangiare bene e vivere con attenzione.

2. Sosterrò qualcuno che conosco con il cancro,  azioni semplici e significative per portare cura e attenzione a una persona cara con il cancro.

3. Parlerò del cancro. Suggerimenti quotidiani per  parlare di cancro e  contribuire al sostegno e al cambiamento delle politiche.

4. Mi informerò sul cancro.  Lezioni quotidiane per saperne di più sul cancro e su come influisce su noi stessi, sulle nostre comunità e sul nostro mondo.

5. Aiuterò ad eliminare il cancro cervicale. Guida quotidiana per aumentare la consapevolezza della strategia globale per l’eliminazione del cancro cervicale.

“Gli ultimi 12 mesi sono stati drammaticamente segnati dalla pandemia, – ha sottolineato il presidente del Consiglio Stefano Allasia – l’emergenza sanitaria che ne è scaturita ha inciso profondamente sulla vita dei cittadini, causandone forzati arresti e limitazioni che hanno impattato notevolmente a livello sanitario. Per combattere il cancro occorre fare prevenzione. È indispensabile recuperare screening e controlli rinviati a causa del Covid. Non meno importante è  l ‘educazione ad una vita più salutare, con maggiore attenzione al comportamento alimentare e all’attività fisica. Piccole azioni quotidiane possono prevenire l’insorgenza della malattia tumorale. Per questo, come presidente  del Consiglio e degli Stati generali della prevenzione e del benessere, non posso che aderire alle sfide proposte dalla “21 giorni challenge”, gesti semplici, a costo zero, in grado però di modificare comportamenti e atteggiamenti verso una malattia che ancora troppo spesso colpisce  e condiziona le nostre vite”.

“I am and I will” lo slogan di questi ultimi 3 anni per la Giornata Mondiale contro il Cancro. “Prevenire è Vivere” è infatti lo slogan della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori –  ha dichiarato Maria Vittoria Oletti, presidente della consulta femminile LILT Torino –  In questo anno, in cui qualcosa di sconosciuto ha colpito il mondo provocando tante morti rapide, entrambi gli slogan rinnovano il loro valore. Solo presso la sede di Torino, nel corso del 2020, sono pervenute 1.441 richieste di informazioni sulla  prevenzione, 648 sono state le visite effettuate. Noi ci siamo, e con la Prevenzione possiamo fare la differenza. Tutte le informazioni sulla “21 giorni challenge “ anche  sul sito della LILT Torino