Piemonte, oltre 40mila vaccinati nelle Rsa

Sono oltre 40mila le persone vaccinate contro il Covid 19 nelle Rsa del Piemonte, 19 mila sono operatori e 21 mila sono ospiti delle varie strutture.
Questo è quanto emerge dalla relazione del Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive, svoltosi nella quarta Commissione presieduta dal vicepresidente Domenico Rossi.

La relazione – stimolata anche dalle domande dello stesso vicepresidente Rossi e del consigliere Daniele Valle (Pd) – ha illustrato ai Commissari le varie funzionalità della piattaforma di monitoraggio nelle RSA “Covid 19” e la sua evoluzione volta a migliorare il trattamento dei dati.

Nel corso della seduta sono stati presentati anche alcuni dati della piattaforma del Sistema informativo regionale delle vaccinazioni che monitora, oltre alle dodici Asl e le sei Aziende ospedaliere, anche le varie residenze per anziani.

Il dato complessivo emerso è appunto che la maggior parte dei 25 mila dipendenti e buona parte dei 30 mila pazienti delle residenze per anziani sono stati vaccinati contro il Covid 19. Nello specifico, si tratta esattamente di 40.152 vaccinati, di questi 19.012 sono unità di personale mentre, i rimanenti 21.140 sono ospiti delle Rsa.




Il Piemonte punta sugli infermieri di comunità

La Regione Piemonte adotterà un Piano di assistenza territoriale “con la costituzione di servizi a gestione infermieristica nell’ambito distrettuale delle Asl e con il potenziamento della figura dell’Infermiere di famiglia e di comunità, al fine di implementare i servizi di assistenza territoriale e domiciliare”. Lo prevede l’emendamento, presentato dalla prima firmataria Francesca Frediani (M4o), sottoscritto dai gruppi Luv, Pd e M5s e approvato all’unanimità dalla Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco.

L’emendamento è stato accolto dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi nell’ambito della discussione sul Ddl 127, “Sviluppo delle forme associative della Medicina generale”, che ha sottolineato come in effetti la misura sia coerente con l’azione del governo regionale sul potenziamento territoriale.

La discussione sul provvedimento, che prevede di stanziare 10 milioni di euro rispettivamente per il 2021 e il 2022 per riconoscere all’assistenza primaria il ruolo cardine dell’assistenza territoriale per garantire la continuità delle cure, la presa in carico della cronicità e una migliore accessibilità alle prestazioni, è giunta oggi all’articolo 4 bis, vedendo anche l’approvazione di due emendamenti all’articolo 3, proposti da Domenico Rossi (Pd), sugli obiettivi assegnati ai componenti delle forme associative.

La discussione in Commissione, che vede alcuni temi ancora aperti soprattutto in merito alla norma finanziaria, riprenderà domani.




Regione Piemonte: Nuovo numero verde sulla pandemia

La Regione Piemonte potenzia il servizio di call center per l’emergenza Coronavirus, attivato a pochi giorni dall’inizio della pandemia: da lunedì 1° febbraio si potrà telefonare al nuovo numero verde 800.95.77.95.

Gli operatori forniranno informazioni 7 giorni su 7 dalle ore 8 alle ore 20 su tutti gli aspetti legati al Covid-19, dagli adempimenti sanitari per i rientri in Italia alle procedure per isolamento e quarantena, indicazioni per gli operatori di comunità, sedi e modalità di accesso agli hotspot per l’esecuzione dei tamponi e ubicazione degli hotspot scolastici. Sarà inoltre possibile ottenere certificati sugli esiti dei tamponi ed ottenere informazioni sulle normative e le ordinanze regionali per la gestione dell’emergenza. In una seconda fase comunicheranno anche i riferimenti necessari per la campagna vaccinale della popolazione. Nei casi di richieste più specifiche, metteranno direttamente in contatto il cittadino con l’Asl competente per territorio.

Come illustra l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi “il nuovo numero eredita e potenzia il lavoro del numero verde sanitario attivato l’anno scorso nel giro di poche ore dopo il primo manifestarsi della pandemia in Piemonte. Un servizio che nei momenti più critici ha consentito di decongestionare i numeri unici dell’emergenza, rispondendo in modo puntuale ed efficace alle richieste dei cittadini. Ringrazio tutti i volontari che a qualsiasi titolo, in questi mesi hanno contribuito a mantenerlo attivo con grande spirito di collaborazione e generosità”.

Il nuovo numero verde fa capo al Dirmei, il Dipartimento interaziendale Malattie ed Emergenze infettive della Regione Piemonte sulla base di un progetto avviato in forma sperimentale nei mesi scorsi dall’Asl Città di Torino e ora allargato a tutto il territorio.

“Il nostro obiettivo – afferma Pietro Presti, consulente strategico Covid per la Regione Piemonte – è dare risposte uniformi e tempestive alle richieste e alle domande dei piemontesi. In questa prima fase il numero verde sarà in grado di gestire 2000 telefonate al giorno sulle varie questioni legate all’emergenza Covid-19, che saranno integrate successivamente da altre 1000 chiamate quotidiane per fornire informazioni sulle prossime campagne vaccinali”.




Volontari del trasporto sanitario, meno dell’1 per cento positivo al tampone

Dallo screening effettuato sul personale e i volontari del trasporto sanitario, solo lo 0,78 per cento è risultato positivo al tampone molecolare. A dicembre, solamente alla Croce Rossa sono stati assegnati 10 mila tamponi rapidi, di cui 2797 sono quelli finora eseguiti, con 22 positivi: risultati incoraggianti, a dimostrazione dell’alto grado di protezione raggiunto anche grazie ai dispositivi di protezione individuale assegnati.

In queste settimane sono in corso le vaccinazioni, su oltre 21 mila volontari hanno ricevuto la prima dose circa il 30 per cento, e contiamo di raggiungere il 50, cioè la totalità di coloro che operano sulle ambulanze”: è quanto hanno riferito i responsabili di Croce Rossa, Anpas, Sogit e Aresa, le associazioni che in Piemonte si occupano del trasporto sanitario, in un’audizione al gruppo di lavoro sulla gestione dell’emergenza Covid 19, presieduto da Daniele Valle.

Nella prima ondata della pandemia, quella del lockdown di marzo-aprile, una delle maggiori criticità riscontrate ha riguardato i dispositivi di protezione individuale: “I quantitativi forniti dall’Unità di crisi, che ha sempre dimostrato massima collaborazione su tutti i fronti, non erano sufficienti a coprire l’intero fabbisogno – hanno detto gli auditi – e ogni associazione ha cercato di approvvigionarsi sul mercato e grazie alle donazioni ricevute. La situazione è andata via via migliorando, ora siamo in attesa che ci vengano liquidati i costi sostenuti, che la Regione ci ha riconosciuto”.

La Regione si è anche impegnata a fornire i dpi per il periodo novembre 2020-marzo 2021, per oltre 2,3 milioni di euro di acquisti. L’incarico è stato dato all’Asl To3 e attualmente le consegne sono costanti.

Per far fronte all’aumento di attività dovuto all’emergenza e alla diminuzione di personale volontario per l’alto rischio connesso al lavoro svolto, le associazioni hanno provveduto a derogare ai limiti delle assunzioni, reclutando nuovo personale in accordo con le aziende sanitarie committenti per far fronte alle richieste.

Tra le proposte avanzate la richiesta alla Regione di valutare la possibilità di un bando per ottenere contributi a fondo perduto per l’acquisto di nuove ambulanze e mezzi sanitari, molti dei quali si sono usurati per l’utilizzo e le continue sanificazioni fatte. Inoltre la richiesta di una revisione delle convenzioni con le Asl per i trasporti secondari interospedalieri, alla luce delle mutate condizioni logistiche: l’emergenza legata al Covid ha infatti richiesto molti più mezzi, sanificazioni ripetute e percorrenze più lunghe tra le strutture, con problemi di sovrapposizione di servizi e ritardi.

 




Vaccinazioni covid, il Piemonte firma l’accordo anche con i farmacisti

Nella campagna di vaccinazione contro il covid-19, insieme ai medici di medicina generale in Piemonte scenderanno in campo anche i farmacisti. L’accordo con Federfarma Piemonte e Assofarm è stato siglato ieri sera nella sede dell’Assessorato regionale alla Sanità, alla presenza dell’assessore Luigi Genesio Icardi.

 

«Rimettiamo in pista il collaudato tandem farmacisti-medici di famiglia che in appena due mesi ha permesso di vaccinare quasi un milione di piemontesi contro l’influenza. Un sistema di distribuzione e somministrazione dei vaccini – osserva l’assessore Icardi – che ha dimostrato di funzionare bene e che sarà determinante anche sul fronte del covid19. E’ un risultato strategicamente molto importante, perché ribadisce il ruolo di primo piano dei farmacisti nell’ambito della medicina territoriale, consentendo una copertura vaccinale assolutamente capillare ed efficace».

 

Come nel caso dei medici di medicina generale, per il coinvolgimento dei farmacisti nel sistema della vaccinazione anti-covid19 bisognerà attendere la disponibilità del vaccino Astra Zeneca (o altro con analoghe caratteristiche), che consenta modalità di conservazione attraverso i normali frigoriferi in dotazione.

 

L’accordo con i farmacisti riguarda in particolare due aspetti fondamentali del sistema vaccinale: la logistica e la somministrazione diretta del vaccino.

Riguardo alla parte logistica, sulla quale la Sanità stanzierà circa un milione di euro, i farmacisti potranno occuparsi dello stoccaggio, della distribuzione e della consegna su prenotazione dei vaccini ai medici di medicina generale, secondo le collaudate procedure utilizzate nella campagna antinfluenzale.

 

In più, la somministrazione del vaccino potrà avvenire direttamente in farmacia, secondo quanto previsto dall’articolo 1 comma 471 della legge di Bilancio, con la supervisione di un medico. Sul piano economico, le inoculazioni verranno retribuite dalla Sanità pubblica alla pari di quelle effettuate dai medici di medicina generale (circa 6,50 euro a iniezione).

 

«Siamo molto soddisfatti di questo accordo con la Regione Piemonte, che riconosce il ruolo della farmacia, del farmacista e della distribuzione intermedia, consentendo di gestire ed eventualmente somministrare il vaccino covid in farmacia, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Anche in questa fase della pandemia la farmacia è quindi parte integrante della filiera sanitaria, accanto a medici e alla Regione sempre nell’interesse e a tutela del cittadino», dichiara Massimo Mana presidente di Federfarma Piemonte.

 

«Come coordinatore regionale delle farmacie comunali – commenta Mario Corrado membro della Giunta nazionale Assofarm – sono anche io molto soddisfatto del risultato raggiunto oggi: farmacie pubbliche e private insieme alla regione Piemonte per fornire un servizio fondamentale per la cittadinanza. Questo accordo ribadisce il ruolo della farmacia tutta, in una ottica di tutela della salute, lavorando tutti insieme, ciascuno con il proprio ruolo».

 




In Piemonte arrivano 40 mila vaccini a settimana

Ogni settimana arrivano in Piemonte 40 mila vaccini che vengono somministrati nei 28 punti di erogazione. Si stima che il personale che dovrà essere vaccinato nella prima fase (medici, anziani Rsa, personale medico) in Piemonte sia potenzialmente di 195.441 persone”.

Lo ha dichiarato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi nel corso dell’informativa, richiesta dalle minoranze, sulla prima fase della vaccinazione svolta in Quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco.

“La seconda fase – ha anticipato– vedrà arrivare in Piemonte un migliaio tra medici e infermieri scelti tra i tremila medici e i dodicimila infermieri che la Struttura commissariale per l’emergenza assumerà per destinarli alle regioni. Per raggiungere nel più breve tempo possibile l’immunità di gregge verranno coinvolti anche i medici di base, i pediatri e i farmacisti”.

L’accantonamento di vaccini per garantire l’avvio della seconda iniezione si attesta ora, in Piemonte, sul 20% di quelli ricevuti come misura prudenziale.

“Con l’articolo 5 del Decreto legge 1 del 5 gennaio scorso – ha osservato l’assessore – è stato finalmente risolto il problema del consenso informato al vaccino da parte degli ospiti delle Rsa incapaci di manifestare la propria volontà e privi di amministratori di sostegno grazie al coinvolgimento delle direzioni sanitarie delle strutture”.

“La platea dei vaccinandi – ha aggiunto l’assessore Icardi – è stata ampliata per analogia ai sanitari, ai medici di base e alle professionalità collegate in qualche modo alle strutture ospedaliere e sanitarie anche del comparto privato”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, Carlo Riva Vercellotti (Fi), Domenico Rossi, Mauro Salizzoni, Daniele Valle (Pd), Gianluca Gavazza (Lega), Sarah Disabato (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).

Al termine della comunicazione si è svolto il dibattito generale sul Disegno di legge per i ristori alle Rsa. Relatore di maggioranza del provvedimento in Aula sarà Sara Zambaia (Lega) e di minoranza saranno Monica Canalis (Pd), Grimaldi (Luv) e Sean Sacco (M5s)




Sono quasi 864.000 i piemontesi al momento vaccinati contro il virus dell’influenza stagionale

Per l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, “è un bilancio molto positivo, che ripaga dei tanti sforzi compiuti per organizzare questa inedita e strategica campagna vaccinale.

I medici di medicina generale hanno portato a termine le vaccinazioni programmate a tutti i soggetti aventi diritto che ne hanno fatto richiesta e conservano la disponibilità di un numero di dosi sufficiente per esaudire eventuali, ulteriori richieste. In più, alle farmacie sono state riservate quasi il doppio delle 16.500 dosi concordate all’inizio della campagna vaccinale per chiunque ne faccia richiesta tra le categorie non a rischio”.

Icardi ricorda anche le 100.000 dosi di vaccino ancora presenti nei frigoriferi dei medici di medicina generale pronte per essere somministrate, le ulteriori 38.438 dosi dislocate nei magazzini della sanità regionale, le 29.286 dosi messe a disposizione delle farmacie per la vendita al pubblico, previa ricetta medica.

Numeri che fanno dire all’assessore che “le nostre previsioni risultano perfettamente rispettate: avevamo ordinato 1.100.000 dosi, con la possibilità di ottenerne all’occorrenza 220.000 in più. Ne abbiamo avute dalla ditta appaltatrice 1.086.679, riuscendo a far fronte a tutte le necessità e con una discreta scorta per chi volesse ancora vaccinarsi”.

I richiami al rispetto degli obblighi contrattuali nei confronti della Sanofi, che a novembre aveva progressivamente rallentato la fornitura dei vaccini fino a interromperla, secondo Icardi “sono stati efficaci” e “tutti hanno avuto modo di vaccinarsi nei termini utili e ancora lo potranno fare per almeno tutto il mese di gennaio, tanto più tenendo conto che in Piemonte il virus dell’influenza non si è ancora manifestato”.

 




Consiglio regionale: gruppo lavoro Covid, il primo bilancio

Il gruppo di lavoro sull’emergenza Covid19, avviato a settembre, si è riunito 12 volte con audizioni di circa 40 soggetti, rappresentanti di una trentina di entità. L’attività si è concentrata soprattutto sulla prima ondata della pandemia ma, per i mesi a venire, contiamo di analizzare anche quanto avvenuto nella seconda fase”.

Lo ha dichiarato il coordinatore del gruppo di lavoro interno alla Commissione Sanità Daniele Valle illustrando in Aula la relazione intermedia sull’attività svolta e che dovrebbe concludersi entro giugno 2021. Valle ha aggiunto: “Pur avendo cominciato dopo la prima ondata di pandemia e nonostante le difficoltà legate alla seconda ondata, ci siamo riuniti in media una volta a settimana”.

Tra gli obiettivi raggiunti, ha spiegato, “spicca la raccolta di tutte le determine e le delibere relative alla gestione dell’emergenza che, grazie al contributo della Giunta, ha consentito di ricostruire nei dettagli la catena di comando nell’emergenza”. Tra le note dolenti, “la ritrosia ad entrare in possesso dei documenti adottati dall’Unità di crisi”.

Tra gli argomenti che verranno approfonditi nei prossimi mesi, “il potenziamento dei laboratori di analisi e delle terapie intensive, i problemi legati al diffondersi della pandemia in carcere, tra gli esponenti dell’associazionismo e del trasporto di volontari e l’analisi di problemi che riguardano alcuni presidi ospedalieri”.

Il dibattito è stato aperto dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi che ha sottolineato la necessità di sollecitare l’Unità di crisi per avere quanto dovuto e sottolineando l’impegno delle task force per il rinnovamento della sanità territoriale e ospedaliera.

Per il Pd sono intervenuti i consiglieri Maurizio Marello Domenico Rossi che hanno rilevato come alcune carenze evidenziate nella prima ondata si siano ripetute nella seconda, “a cominciare da alcune situazioni verificatesi nelle Rsa, nelle tempistiche per il processamento dei tamponi e nell’intasamento degli ospedali che hanno portato a ulteriori allungamenti delle liste d’attesa”.

Marco Grimaldi (Luv) ha elencato una serie criticità ricordando che “il Piemonte è stato tra le regioni peggiori per il tracciamento, la gestione quasi ospedaliera dell’epidemia, la scarsa difesa del personale medicosanitario e il rapporto con le Rsa. La minoranza ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo nella gestione della pandemia e diverse volte vi ha dato suggerimenti che non avete accolto”.

Per la Lega Alberto Preioni ha sottolineato che “si è riusciti a curare sia i piemontesi sia i pazienti provenienti da fuori regione e, nell’emergenza, tutti coloro che avevano compiti e posizioni di vertice hanno dato il massimo. Abbiamo un sistema ospedaliero che funziona e ha strutture di grande eccellenza ma dobbiamo creare una rete di Case della salute per potenziare la medicina territoriale”.

Il presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco ha evidenziato che il Piemonte ha pagato una serie di problemi stratificatisi e accumulatisi negli anni. Ma che l’indagine conoscitiva, proposta da tutti i presidenti dei gruppi e votata all’unanimità, “non deve rappresentare un’opportunità per uno scontro tra opposizione e maggioranza. È necessaria un’analisi delle competenze dello Stato e della Regione durante l’emergenza e un’analisi storica delle politiche sanitarie degli ultimi decenni”.

Per il M5s Francesca Frediani ha sostenuto la necessità “di continuare ad approfondire la situazione nelle carceri e nelle scuole, che potrebbero riaprire a breve i battenti”.

 




Il Vax Day in Piemonte

Si è concluso in Piemonte il VaxDay, la giornata con la quale l’Unione Europea ha inteso dare il via simbolico alla vaccinazione anti-Covid.

Le 910 dosi del vaccino della Pfizer/Biontech destinate al Piemonte sono state consegnate all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino dalle Forze armate, incaricate del trasporto dall’Istituto Spallanzani di Roma ed inserite in cryo-box, borsa che consente di mantenerlo ad una temperatura tra i 2 e gli 8°, unitamente ai materiali per la somministrazione (siringhe, aghi, diluenti).

Il personale dell’Amedeo di Savoia, punto di concentrazione del Piemonte, ha provveduto alla  suddivisione delle quantità assegnate alle 10 strutture individuate per la partenza simbolica della campagna vaccinale, dove la consegna delle fiale è stata affidata alla Protezione civile regionale.

I preparativi all’Amedeo di Savoia

Si è iniziato alle ore 9 nell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, alla presenza dell’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, del commissario generale dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo, del commissario dell’Area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi Antonio Rinaudo, del direttore dell’Asl Citta di Torino Carlo Picco e del responsabile delle Malattie infettive dell’Amedeo di Savoia, Giovanni Di Perri, che è stato il primo vaccinato, seguito dalla dott.ssa Valeria Ghisetti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia.

In mattinata inizio delle vaccinazioni anche alle Molinette, al Mauriziano e al San Giovanni Bosco di Torino.

Si è quindi proseguito nel resto del Piemonte:

  • ad Asti nella casa di riposo “Città di Asti” (presente il vicepresidente della Regione Fabio Carosso)
  • ad Alessandria nell’ospedale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo (presenti gli assessori regionali Vittoria Poggio e Marco Protopapa)
  • a Rodello (CN) nella Rsa La Residenza (presente il presidente Alberto Cirio con Marco Brunetti, vescovo di Alba e delegato della Conferenza episcopale piemontese per la Pastorale della salute)
  • a Novara nell’ospedale Maggiore della Carità e poi alle 13 nella Rsa De Pagave (presente l’assessore Matteo Marnati)
  • “La speranza riparte da questa giornata – ha dichiarato il presidente Cirio – Un po’ di luce dopo tanti mesi di buio. Il vaccino è un’opportunità che ha i suoi piedi ben radicati nella scienza e una mente che guarda lontano ed è davvero una fonte di speranza per l’anno nuovo che sta per iniziare. Oggi è stata una giornata storica, perché abbiamo un’arma in più, ma anche una giornata simbolica per dire che il vaccino non è obbligatorio ma è fortemente raccomandato dalla comunità scientifica. Ora siamo tra il 70 e l’80% di persone che hanno dato la disponibilità al vaccino, ma le giornate come questa servono per comunicare che bisogna avere fiducia nelle istituzioni del farmaco, europee ed italiane, che hanno vagliato questo strumento. Spetterà a noi istituzioni lavorare per sensibilizzare e dire che è un gesto di amore per se stessi ma anche nei confronti degli altri. Sono dosi che portano la vita”.

    “È stato un inizio simbolico – ha affermato l’assessore Icardi – Domani e dopodomani arriveranno ulteriori 40.000 dosi e cominceremo davvero a vaccinare i nostri sanitari, il personale socio-sanitario e i soggetti più fragili, che sono gli ospiti delle Rsa. Ci stiamo organizzando anche con altri tipi di vaccini. Sarà una campagna epocale, ci saranno anche delle assunzioni di personale. Abbiamo di fronte ancora qualche mese di sofferenza, ma inizia la discesa”.

    L’assessore alla Ricerca Covid, Matteo Marnati, ha puntualizzato che “aspettavamo questo giorno da febbraio, i vaccini finalmente sono arrivati, è la svolta nella lotta al Covid”.




Vaccino Covid, ecco le 10 strutture del 27 dicembre

Anche il Piemonte prenderà parte, domenica 27 dicembre, al Vaccine Day e somministrerà le prime 910 dosi di vaccino Anticovid in sette strutture ospedaliere e tre Case di riposo”. Lo hanno annunciato questa mattina in Quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi e il coordinatore per la gestione dell’area giuridico-amministrativa dell’Unità di crisi Antonio Rinaudo.

“Le strutture ospedaliere coinvolte – hanno aggiunto – saranno l’Amedeo di Savoia, il San Giovanni Bosco, il Mauriziano e la Città della Salute a Torino, l’Arrigo ad Alessandria, il Maggiore della Carità a Novara e il Santa Croce e Carle a Cuneo. Le Case di riposo, invece, quella della Città di Asti, la De Pagave di Novara e quella di Rodello a Cuneo. Sono già stati costituiti i team di chi vaccinerà e raccolti i dati di chi si sottoporrà alla vaccinazione, che verranno poi registrati sulla piattaforma nazionale”.

Dopo le festività natalizie, invece, avrà inizio la prima fase della vaccinazione, “che riguarderà il personale sanitario di tutti i presidi ospedalieri e tutto il personale sanitario, amministrativo e di servizio che vi opera, inclusi i volontari delle Croci e il personale delle Case di cura private per ottenere un sistema di Ospedali quanto più possibile Covid free”.

L’assessore Icardi, con la direttrice del Servizio di riferimento regionale di epidemiologia (Seremi) Chiara Pasqualini e il direttore della Sanità Fabio Aimar, ha poi ribadito che il comportamento del Piemonte nella gestione e nella trasmissione dei dati al Ministero della Salute, da inizio pandemia a oggi, è stato “di assoluta correttezza”, illustrando alla Commissione i documenti dell’Istituto superiore di Sanità che lo certificano. L’argomento – è stato annunciato – verrà ulteriormente approfondito nella seduta di domani del Consiglio regionale attraverso la risposta a interrogazioni e interpellanze presentate dalle minoranze sul tema.

L’assessore alla Ricerca applicata per la gestione del Covid 19 Matteo Marnati, con il consulente strategico Pietro Presti, ha annunciato che “da oggi parte la riapertura della platea cui verrà effettuato il tampone, che coinvolgerà i contatti stretti, anche asintomatici, di chi è positivo”. Ed è possibile, inoltre, “fino al 6 gennaio, la prenotazione del tampone, tramite il medico di base, da parte degli over 65 con alcune patologie, non a scopo epidemiologico ma di prevenzione sanitaria e psicologica”.

Sono intervrenuti, per richiesta di approfondimento sulle tre informative, i consiglieri Mario Giaccone (Monviso), Domenico Rossi, Mauro Salizzoni, Daniele Valle (Pd), Francesca Frediani (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).