Al via PA Social Day, evento nazionale dedicato alla comunicazione e informazione digitale

Mercoledì 20 maggio dalle 9.00 alle 19.00 torna il PA Social Day, la terza edizione dell’evento nazionale dedicato alla comunicazione e informazione digitale via web, social, chat, intelligenza artificiale.L’evento, come ogni anno, coinvolgerà in contemporanea 18 città in tutto il Paese: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Campobasso, Cava dè Tirreni, Cosenza, Firenze, Genova, Lanciano, Milano, Monfalcone, Padova, Palermo, Perugia, Roma, Rovereto, Torino.

A causa dell’emergenza per la diffusione del Coronavirus l’evento, solitamente organizzato con eventi in presenza, quest’anno si svolgerà con un format interamente online.

Un live per l’intera giornata che coinvolgerà tanti ospiti, relatori e partecipanti, in diretta sulla pagina dedicata all’evento sui canali facebook e Youtube di Pa Social e sulla nostra pagina Facebook con l’hashtag #pasocial.

Tanti gli argomenti che saranno approfonditi legati alla tematica generale: dalla sanità alla gestione di emergenze ed eventi, dallo smart working alle opportunità del digitale, dalla lotta alle fake news al turismo, dalla nuova legge e riforma della comunicazione pubblica alla sostenibilità, dal rilancio delle città alla comunicazione di genere, dal rapporto tra giornalismo e social alla gestione delle community social, dalla partecipazione sociale al cultural heritage marketing, dalla cultura accessibile all’innovazione nei servizi digitali, dalla media education alla reputazione digitale degli enti pubblici, dall’antropologia digitale alla comunicazione della Bellezza fino al linguaggio inclusivo e molto altro.

Il coordinamento piemontese e valdostano di PA SOCIAL ha scelto il tema “Antropologia digitale: nuove relazioni e linguaggi al banco di prova della PA”.

L’evento ha il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte, di Unioncamere Piemonte, della Città metropolitana di Torino e di Atc Piemonte centrale, media partner Corriere della Sera Torino.

Dalle ore 12 circa gli interventi di:

Annalisa D’errico, coordinatrice PA Social Piemonte-Valle d’Aosta

Alice Avallone, antropologa digitale e docente Scuola Holden

Bruno Mastroianni, filosofo e social media manager

Marco Castelnuovo, direttore Corriere della Sera – Torino

Alessandro De Cillis, coordinatore dei presidenti dei Corecom italiani e presidente Corecom Piemonte

Daniela Converso, Dipartimento Psicologia Clinica Università di Torino

Maurizio Gomboli, responsabile Comunicazione Csi Piemonte

“L’attività di PA Social non si è mai fermata – spiega Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social – abbiamo risposto all’emergenza portando avanti gli appuntamenti di divulgazione e formazione online e mettendo in campo delle novità, sfruttando le opportunità offerte da social e chat e soprattutto, grazie alla nostra rete nazionale di professionisti, enti, imprese, stiamo supportando il lavoro delle fonti ufficiali per dare informazioni, comunicazione e servizi utili e di qualità ai cittadini. Una grande occasione di confronto, partecipazione, scambio di buone pratiche, una ulteriore opportunità di crescita per la rete nazionale della comunicazione e informazione digitale.

L’emergenza Coronavirus ha acceso i riflettori sul digitale, sull’utilizzo delle piattaforme di comunicazione e informazione come social e chat, “sbloccato” il dibattito sullo smart working, sulle modalità e gli strumenti di lavoro, sulle nuove professionalità, sulla necessità di un coordinamento e di un’organizzazione diversa, parleremo anche di questo”.

Il PA Social Day è ideato e organizzato dall’Associazione PA Social e realizzato grazie ai partner L’Eco della Stampa, Hootsuite, InfoCamere e ai media partner Agenzia Dire, IPress Live, Igers Italia, cittadiniditwitter.it, ilgiornaledellaprotezionecivile.it, Velocità Media, Innovazione 2020, Digital Media.

 

 




Il CSI Piemonte è partner di biennale tecnologia, due gli eventi all’interno della manifestazione

Il futuro in anticipo: nuovi modi di vivere e lavorare” e Una sanità per le persone: dai dati all’intelligenza artificiale”.

Sono questi i due eventi che il CSI propone all’interno di Biennale Tecnologia, la rassegna del Politecnico di Torino, che offre alla cittadinanza una riflessione sul ruolo decisivo che la tecnologia ha assunto in tutti gli ambiti della vita umana, dalla salute all’ambiente, dai rapporti personali alla stessa democrazia.

Il CSI è a fianco dell’Ateneo in qualità di partner dell’iniziativa e organizza due eventi che saranno trasmessi gratuitamente on line sul sito di Biennale Tecnologia.

Il primo appuntamento intitolato “Il futuro in anticipo: nuovi modi di vivere e lavorare” si terrà venerdì 13 novembre alle ore 14.30. In un mondo dove servizi digitali e smart working sono parte del nostro modo di vivere e lavorare, l’irrompere dell’emergenza sanitaria ha accelerato l’utilizzo delle tecnologie nella vita quotidiana, determinando anche nella pubblica amministrazione cambiamenti significativi.

Gli ospiti faranno il punto sui diversi aspetti di questa piccola rivoluzione. Apre l’incontro Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI, dialogano Massimo Temporelli, divulgatore appassionato di innovazione, Ernesto Belisario, avvocato, gli assessori all’innovazione Matteo Marnati per la Regione Piemonte e Marco Pironti per la Città di Torino, e il Ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone.

Si potranno seguire i lavori collegandosi all’indirizzo

Il secondo appuntamento è dedicato a “Una sanità per le persone: dai dati all’intelligenza artificiale” si terrà sabato 14 novembre alle ore 11. La tecnologia aiuta a realizzare servizi sanitari semplici, sicuri e vicini alle persone. Dati e informazioni disponibili e utilizzabili da chi ne ha bisogno, nel formato adeguato e nei tempi richiesti sono un diritto dei cittadini e dei professionisti sanitari. Gli ospiti approfondiranno i progressi della genomica legati all’uso dell’intelligenza artificiale e i programmi per la sanità digitale piemontese. Apre i lavori Letizia Maria Ferraris, Presidente del CSI. La giornalista Milena Boccadoro modera l’incontro con Antonio Amoroso, Direttore del Centro Regionale Trapianti, Dario Roccatello, Direttore del Centro di Ricerche lmmunopatologia e Documentazione su Malattie Rare, Carla Gaveglio, Direttore Sanità digitale del CSI. Chiuderà i lavori l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi.

Sarà possibile seguire la diretta dell’evento da questo link

 




Opere pubbliche: al via l’archivio informatico

Prende il via l’AINOP, l’Archivio informatico nazionale delle Opere pubbliche per il monitoraggio delle opere in Italia e l’interoperabilità delle amministrazioni coinvolte.

È stato firmato in data 8 ottobre dalla Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola de Micheli il decreto attuativo del decreto Genova per la condivisione dei dati e delle informazioni relative alle opere pubbliche in Italia.

La firma costituisce un decisivo passo in avanti verso una gestione razionale, coordinata e condivisa delle opere a cui saranno chiamati tutti coloro che a vario titolo, gestiranno, manuterranno, controlleranno e supervisioneranno lo stato di salute delle opere stesse.

L’AINOP permetterà di censire l’ingente patrimonio di opere pubbliche presenti sull’intero territorio nazionale di competenza degli Enti e delle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, delle Regioni, delle autonomie locali e di tutti i Comuni.

Attraverso un’unica piattaforma sarà possibile identificare un’opera e la sua collocazione nel contesto territoriale, visualizzarne i dati, le informazioni e i documenti per un monitoraggio tecnico dell’opera che ne prevenga anche le criticità.
Impostare quindi un flusso di lavoro che renda efficiente la creazione, la manutenzione, la gestione e la cessazione dell’opera.

All’archivio sarà affiancato inoltre un Tavolo tecnico permanente, istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ne regolerà lo svolgimento e assicurerà il rispetto delle tempistiche previste.

Una vera rivoluzione in tema di gestione delle opere pubbliche che grazie a un monitoraggio continuo e la programmazione degli interventi, ne assicurerà sicurezza e risparmio.




Re Learn è La Miglior Startup dell’Anno per CNA Piemonte

Il Piemonte ha scelto la Miglior Startup dell’Anno. La giuria regionale del Premio Cambiamenti di CNA ha consegnato i riconoscimenti a quattro nuove realtà imprenditoriali (fondate dopo il 2017) e ha nominato il suo portacolori per la finalissima nazionale del contest delle Startup che CNA Nazionale organizzerà a Roma il prossimo 19 novembre.

Alla Sala Auditorium del Polo del 900 di Torino il segretario regionale di CNA Piemonte Delio Zanzottera ha accolto i 15 finalisti del concorso lanciato nell’estate scorsa dalla Confederazione, i semifinalisti arrivati a un passo dalla sfida finale, il presidente regionale di CNA Giovani Imprenditori Andrea Valentini e il responsabile del Marketing di CNA Luca Iaia. Hanno aperto e chiuso i lavori gli assessori regionali Matteo Marnati (Ambiente, Energia, Innovazione, Ricerca) e Andrea Tronzano(Sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese).

“Si tratta di un evento che ha come obiettivo quello di esaltare la creatività e la capacità di innovazione delle micro e piccole imprese, e questo concorso vuole premiare e sostenere le migliori start up che hanno saputo innovare prodotti e processi, oltre a promuovere e valorizzare il territorio piemontese – ha spiegato il presidente regionaleBruno Scanferla, aprendo i lavori -.

Il pensiero innovativo è infatti l’elemento fondamentale in questa epoca di radicale cambiamento delle attività produttive. È un’opportunità per tutte le startup di guardare al futuro e renderlo più vicino, il Premio vuole riconoscere il pensiero innovativo, valorizzarlo, incoraggiando in modo tangibile le neo imprese a perseverare nonostante le tante difficoltà che tutti giorni si incontrano, per fare tesoro della genialità e del talento in loro possesso.

Innovazione, sostenibilità ambientale, Inclusività e solidarietà sociale, sono le tre categorie considerate che verranno premiate nel corso della serata. Queste sono le sfide attuali promosse dal PNRR, le sfide decisive in quest’epoca di radicale cambiamento delle attività e del mercato.

A nostro parere, uno sviluppo generato solo dalla trasformazione tecnologica e che nel contempo non sia sostenibile ed inclusivo, non può essere vero sviluppo. Alle start up e a tutte le neo imprese auguro di cuore un futuro di successi e di grandi soddisfazioni, sappiate essere tenaci di fronte alle difficoltà e orgogliosi del vostro talento, e non smettete mai di sognare”.

Ospiti della serata anche Anna Siccardi (Rete del Dono), Maurizio Campia (Pharmercure – ultimo vincitore di Cambiamenti Piemonte) e il cantautore biellese Quanto(Matteo Buranello).

I numeri

Sono oltre 1000 le imprese che concorreranno al premio finale di 25 mila euro per la Miglior Startup dell’Anno di Premio Cambiamenti.

Il Piemonte con 58 imprese iscritte ha aumentato di oltre un terzo il numero di concorrenti rispetto all’ultima edizione, quella del 2019. 34 imprese, da cinque province (Torino, Alessandria, Cuneo, Verbania e Biella) sono passate al vaglio della giuria per il premio finale e il passaggio del turno. Torino è risultata la quarta provincia nella classifica nazionale per quantità di startup iscritte.

La giuria è stata composta da: Aleardo Benuzzi (CRU Unipol), Maria Grazia De Magistris (AIRC Piemonte), Rosanna Ventrella (Compagnia di San Paolo), SilviaCartotto (Giovane Imprenditrice CNA biellese), Mattia Puleo (Imprenditore CNA Cinema e dell’Audiovisivo).

I premi

Miglior Startup dell’Anno Re Learn (TORINO) 

https://www.premiocambiamenti.it/imprese/re-learn-srl/

Re Learn srl sviluppa soluzioni innovative volte al miglioramento del processo di gestione dei rifiuti. Il prodotto principale è Nando, un cestino intelligente in grado di differenziare automaticamente i rifiuti che vengono inseriti al suo interno grazie all’intelligenza artificiale. Nando è in grado differenziare automaticamente sia le macro categorie (Carta, Plastica, Vetro e Alluminio) che le micro categorie di rifiuti (Differenti colori del vetro, PET, HDPE, PVC, LDPE, PP, PS). I punti di forza di Nando sono la compattezza, la varietà di rifiuti che riesce a riconoscere, e la velocità di riconoscimento. Il modello di business pensato da Re Learn prevede sia la vendita di Nando che il suo utilizzo tramite abbonamento mensile a privati e società (B2B2A). Si aggiungono un servizio di consulenza ambientale volto a rendere le aziende Carbon Neutral, e la vendita dei dati che Nando colleziona.

Menzione Innovazione Digitale OrthoDigital (DOMODOSSOLA) 

https://www.premiocambiamenti.it/imprese/orthodigital-srl/

Il Progetto OrthoDigital mira a creare il primo prototipo, scalabile e replicabile, di FabLab Odontotecnico specificatamente dedicato al supporto dell’Odontoiatria pubblica infantile: un centro servizi che, attraverso una piattaforma tecnica, logistica, strumentale ed organizzativa, sia in grado di consentire alle ASL l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza odontoiatrici per l’età evolutiva nelle aree interne e montane del Paese, grazie ad un utilizzo combinato delle opportunità digitali.

Menzione Sostenibilità Ambientale Atelier Riforma (TORINO) 

https://www.premiocambiamenti.it/imprese/atelier-riforma/

Il settore moda è uno dei più inquinanti, a causa del suo modello lineare di produzione e consumo. Atelier Riforma mira a creare un sistema circolare, in cui nessun capo usato viene buttato, ma al contrario viene continuamente rimesso in circolazione, rigenerando il suo valore. A tal fine, stiamo sviluppando una tecnologia per permettere la digitalizzazione e catalogazione dei rifiuti tessili, collegata a una piattaforma marketplace B2B per incanalare quanti più capi usati possibile verso impieghi sostenibili.

Menzione Inclusività e Solidarietà WeGlad (TORINO) 

https://www.premiocambiamenti.it/imprese/essedarii-s-r-l-s-b-weglad/

We Glad è un Social Navigator che semplifica la mobilità e l’autonomia delle persone con difficoltà e disabilità motorie fornendo dati di accessibilità legati a strade, trasporti e locali, mettendo a disposizione una community di persone con difficoltà simili e volontari digitali, su cui si applica il gamified crowdsourcing.




L’e-leadership per i manager della Sanità che si innova

Il mondo del lavoro si sta trasformando a causa delle nuove tecnologie, ma questo cambiamento non coinvolge solamente gli strumenti tecnologici, muta il ruolo dei “leader”, trasformandoli in “e-leader”. Per far si che la digital transformation non fallisca, ci deve essere anche un’evoluzione culturale e organizzativa dell’azienda e dell’imprenditore; per questo è fondamentale il ruolo dell’e-leader, perché capace di motivare e guidare al cambiamento, per poi raggiungere gli obiettivi preposti.

L’e-leadership propone un nuovo approccio, spronando sia il singolo individuo, che il team, ad abbracciare l’evoluzione.

I leader del domani quindi, per essere e-leader dovranno avere una spiccata propensione per l’innovazione, essere poliedrici e versatili e ovviamente possedere competenze digitali.
I leader digitali hanno l’opportunità di utilizzare la tecnologia per cambiare il modo di fare business:
captando in anticipo come l’azienda potrà eccellere grazie all’uso della tecnologia
organizzando un chiaro percorso di digital transformation.

La definizione di e-leadership è abbastanza intuitiva, ovvero vedere la leadership in chiave digitale. La trasformazione da leadership a e-leadership fa capire come il digitale si sia inserito nel mondo del lavoro e nella quotidianità. Cambiare un’idea ormai consolidata non è mai semplice, ma bisogna farlo per evitare di rimanere indietro ed essere svantaggiati, rispetto a chi abbraccia il cambiamento.

C’è sempre stato un gap tra l’utente e gli esperti in ambito informatico e digitale, ed è per questo che nasce l’e-leadership, per colmare questo divario di conoscenze.

L’e-leadership indica una figura con grandi doti di comunicazione, che sa coinvolgere i colleghi sulle iniziative dell’azienda, che riesce a motivare chi gli sta intorno, e che ha indubbiamente le competenze necessarie nel digitale; è una persona sempre aperta al cambiamento, infatti è sempre al passo con la tecnologia e riesce a trasmettere questa voglia di cambiamento a tutti. Deve essere una persona molto preparata nel business, perché solo conoscendo il contesto in cui lavora, può individuare al meglio il cambiamento introdotto con l’avvento del digitale.
L’e-leader è un professionista dalle mille sfaccettature e il suo profilo è un insieme di competenze in continua evoluzione.

L’e-leader non solo deve avere competenze digitali, ma dovrà anche prestare attenzione nell’ambito dei dati e della sicurezza utilizzando gli strumenti che lui ritiene più opportuni per la gestione. Le competenze di e-leadership richieste sono le soft skill come: comunicazione, pianificazione e organizzazione.

L’e-leader deve essere in grado di avere una visione orientata al futuro e deve saper utilizzare le nuove tecnologie, non solo ottimizzando l’esistente, ma soprattutto anticipando bisogni e dinamiche future.

Dunque l’e-leader deve essere abile nel gestire al meglio le risorse tecnologiche presenti e future, con l’intenzione di ottimizzare costi e tempo, e saper gestire in maniera efficace il suo team.

Per quanto riguarda le competenze del mondo digitale, l’e-leader deve conoscere: la sicurezza IT: ovvero conosce i principali strumenti per la gestione della sicurezza online
le applicazioni: conosce e sa utilizzare le applicazioni in maniera tradizionale, ma anche basate sui dispositivi mobili i dati: è informato sul valore dei dati e conosce i principali strumenti tecnologici per la gestione e condivisione l’innovazione digitale: crede nelle potenzialità del digitale per ottimizzare i tempi progetti di innovazione: conosce le principali metodologie e processi che caratterizzano l’innovazione digitale.

Come acquisire le competenze digitali
Spesso sentiamo parlare di competenze digitali, ma cosa sono? E perché sono diventate indispensabili all’interno dell’azienda? Le competenze digitali consistono nel saper utilizzare con dimestichezza gli strumenti informatici, e sono caratteristiche ormai indispensabili sul posto di lavoro. Le aziende classificano i dipendenti in base a tre livelli:
base: dipendenti con basse conoscenze tecnologiche
medio: soggetti che hanno una formazione digitale idonea per svolgere mansioni utilizzando strumenti digitali
avanzato: professionisti del settore, come per esempio i programmatori informatici o manager nel marketing digitale.

Se in passato non era necessario avere queste competenze, adesso le aziende sono sempre più alla ricerca di utenti con skill digitali medio-alte.

Ci sono diverse metodologie per apprenderle, grazie a:
università
master
portali online
corsi di specializzazione

E-leadership: dote innata o appresa?

Ci sono due teorie riguardo questo argomento, c’è chi pensa che esista una particolare attitudine innata, e chi invece sostiene che anche senza particolari doti, si possa comunque emergere raggiungendo qualsiasi tipo di obiettivo, basta impegnarsi ed essere fortemente motivati. Ovviamente può esserci una predisposizione al mondo digitale, ma tutti possono cimentarsi e acquisire competenze digitali; un bravo e-leader deve essere ferrato nel spiegare, motivare, esercitare un’influenza positiva e accompagnare il collega al raggiungimento del suo traguardo.
Senza ombra di dubbio i migliori e-leader sono coloro che hanno una combinazione di abilità innata e abilità apprese; ma non tutti quelli che sono “già bravi in qualcosa” hanno desiderio di apprendere e crescere, a volte per scarsa curiosità, ma non bisogna mai dare un limite alla conoscenza, non si deve mai smettere di essere affamati di sapere.
I punti chiave per un’efficace leadership digitale quindi sono: la capacità di coinvolgere attraverso gli strumenti digitali che si hanno a disposizione, creare condizioni per sperimentare, stimolare e responsabilizzare e fornire una visione di obiettivi finali da poter raggiungere.
Un bravo leader digitale deve saper anticipare le tendenze di mercato per ottimizzare tempi e costi, in periodi turbolenti. L’e-leader combina forti capacità organizzative e di comunicazione con doti digitali, anche grazie alla sua flessibilità al cambiamento e innovazione. Per sopravvivere nell’era del digitale, è necessario sviluppare competenze digitali, che possono portare a grandi risultati e soddisfazioni, se guidati da mani esperte.

Quali competenze per i manager della Sanità?
Nell’attuale contesto economico e sociale le nuove tecnologie informatiche e di telecomunicazioni vengono ad assumere un ruolo pervasivo, in grado di modificare le attività economiche delle imprese e il comportamento dei singoli individui. Nel nuovo modello di sviluppo, assume quindi grande rilievo l’alfabetizzazione generalizzata alle tecnologie dell’informazione.
AICA (Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) in collaborazione con SDA Bocconi, ha avviato nel 2004 un’indagine focalizzata su un’area di grande rilevanza sociale, quale è la Sanità, avendo ben chiaro che gli obiettivi di efficienza e produttività assumono, in questo settore, connotazioni assai particolari che lo distinguono dagli altri comparti economici.
L’Ignoranza Informatica in Sanità (Il “non sapere” informatico) comporta il rischio di un mancato adeguamento delle specifiche professionalità a un ambiente che necessariamente diverrà più complesso e che comporta anche dei costi di improduttività.
Risulta, in particolare, come il personale medico sanitario sia quello che più potrebbe contribuire all’aumento di produttività dell’intero sistema. La maggioranza dei professionisti è pronta al cambiamento e la consapevolezza del valore d’impiego delle tecnologie nei processi di diagnosi e cura, non solo a livello gestionale e formativo, è acquisita e deve confrontarsi con nuove competenze da acquisire, soprattutto tecnologiche.
Per tanti medici e professionisti questo “obbligo alla digitalizzazione” è visto come un peso.

Spesso si confondono le “competenze digitali” con le competenze di e-Leadership, ma con qualche esempio diventa facile capire la differenza: che una segretaria sappia usare uno smartphone, un Personal Computer, il pacchetto Office, installare un’App e proteggersi dai virus, è una condizione base per l’assunzione; che un manager abbia le stesse competenze non è un obbligo, senza sarebbe solo un vecchio manager, ma il vero danno aziendale si evidenzia quando quel manager si dimostra incapace di guidare un Team che lavora con strumenti digitali, quando i report debbono essergli stampati uno ad uno. Ma quando quel manager si dimostra incapace di capire le opportunità offerte dalla trasformazione digitale o si lascia fuorviare dai fornitori questo è un problema serio.

Nella Sanità il management apicale, la Direzione strategica (costituita generalmente dal Direttore Generale, Direttore Sanitario, Direttore Amministrativo) controlla con l’aiuto di un piccolo staff, circa un miliardo di euro per ciascuna azienda sanitaria; ipotizzando che, come è noto, il 70% sia destinato agli stipendi, esistono certamente spazi per finanziare la trasformazione digitale, se si sapesse guidarla.
Anche senza immaginare il coinvolgimento in primis della direzione strategica, i Capi Dipartimento, i Direttori di Distretto, i Direttori di Unità Operative complesse e persino i Direttori di Unità Operative Dipartimentali, possono modificare, utilizzando l’ICT per migliorare efficacia, efficienza e appropriatezza, i processi di diagnosi e cura, anche con modelli “bottom up”, proponendo alla Direzione Strategia PDTA (percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali) innovazioni con il supporto delle tecnologie digitali.
Sono spesso frenati dalla paura che nasce dall’ignoranza, dai pericoli legali che esistono solo nelle loro teste, dalla mancata conoscenza di esperienze di successo e da una mancata fiducia nel digitale.

Gli elementi chiave sono legati al fatto che oggi:

Non è prevista alcuna competenza di e-Leadership abilitante per il top management del SSN
Non sono previste incentivazioni alla formazione in questo settore e di conseguenza esiste solo una minima offerta di formazione di livello universitario per una vera e-Leadership per il manager sanitario
Si continua a parlare del tema sbagliato, le competenze digitali e non della capacità di LEADERSHIP digitale, che vuol dire guidare il cambiamento, non (solo) saper usare un Personal Computer, un tablet o uno smartphone

Queste competenze digitali non fanno normalmente parte del percorso di studio e formazione.

Servono quindi politiche comuni e condivise di adozione di strumenti ICT e soluzioni di tipo “eHealth” che, combinate con opportuni cambiamenti organizzativi e con l’acquisizione di nuove skill, producano risparmi e aumenti di produttività (riduzione degli errori medici, attenuazione delle cure non necessarie, diminuzione delle file d’attesa, riduzione materiale cartaceo, ecc.) che possono incidere positivamente sui bilanci sempre più esigui delle regioni.

La questione più importante è stare sempre al passo con l’evoluzione e non rimanere mai indietro!




Il 21 ottobre un worksop dedicato alla digitalizzazione delle PMI

Si chiama #digitalizzazione #pmi – dai voucher ai nuovi servizi per la trasformazione digitale il workshop organizzato dalla Fondazione Torino Wireless con la collaborazione di Regione Piemonte, Camera di Commercio e InfoCamere al Centro congressi Torino Incontra

Quali sono le risorse disponibili per sostenere gli investimenti nel digitale? Che cosa significa acquisire un “digital mindset”? Esistono buone prassi a cui ispirarsi? Sono queste alcune delle domande intorno alle quali verterà il workshop #digitalizzazione #pmi – dai voucher ai nuovi servizi per la trasformazione digitale, organizzato lunedì 21 ottobre presso il Centro congressi Torino Incontra (via Nino Costa 8).

Al mattino il programma prevede un seminario aperto alle PMI che hanno avviato un percorso di digitalizzazione, con particolare focus sulle imprese che hanno ricevuto o richiesto i Voucher digitali Impresa 4.0; a seguire un pranzo di networking e, nel pomeriggio, una sessione di lavoro a numero chiuso – massimo 60 aziende – per fare il punto su cybersecurity e applicazione del GDPR.

Durante il workshop sarà possibile ricevere il supporto all’accesso ai documenti e informazioni della tua impresa, grazie al Cassetto digitale dell’imprenditore. Porta con te uno degli strumenti di autenticazione: Firma digitale, CNS, tessera sanitaria con PIN o SPID per aprire il tuo cassetto digitale.




Invitalia, Talent’s Tour rimandata al 1 aprile la tappa di Torino

Dopo le prime due sfide di Palermo e Pisa, è stata rimandata al 1 aprile la terza tappa in programma presso l’incubatore di impresa I3P Torino del AI & Robotics for Climate Change, il Talent’s Tour di Fondazione Mondo Digitale e Invitalia, in collaborazione con i più importanti atenei.

Nei quattro hackathon, start up e giovani talenti offrono un personale e originale contributo alla causa ambientale sfidandosi nella ricerca di soluzioni robotiche per un mercato sostenibile dell’industria 4.0.

Per la sfida di Torino è possibile candidarsi online entro il 26 marzo 2020 all’indirizzo , individualmente o in team, proponendo un’idea di prototipo accompagnata da un modello di business.

I partecipanti selezionati avranno otto ore di tempo per sviluppare idee innovative che mirino a ridurre l’impatto ambientale dell’economia e alla responsabilizzazione dei comportamenti dei cittadini-consumatori, secondo i principi di eco sostenibilità e inclusione.

I vincitori delle 3 sfide si danno appuntamento a Roma, dal 21 al 24 aprile in occasione della RomeCup 2020, per la sfida finale.

Ai team vincitori viene riconosciuto un contributo economico, la possibilità di essere accompagnati da Invitalia in un percorso di follow up dell’idea di business e la partecipazione alla quattordicesima edizione della RomeCup.




CCIAA di Cuneo e UNCEM insieme per la digitalizzazione di imprese ed enti locali

Un piano di investimenti certo, sicuro nei tempi di attuazione, a beneficio di tutte le imprese. Camera di Commercio di Cuneo e Uncem, insieme con Anci chiedono insieme, alle istituzioni centrali e regionali, di accelerare il Piano nazionale per la banda ultralarga e realizzare infrastrutture capaci di limitare il divario digitale che si sta ampliando tra le aree urbane e le zone rurali. A beneficio delle imprese, dei distretti che resistono nelle valli, degli Enti locali, delle intere comunità. Non a caso la Camera di Commercio di Cuneo è impegnata nell’attuazione del programma Ultranet, varato da Ministero dello Sviluppo economico e Unioncamere per superare “l’analfabetismo digitale”, la mancanza di reti (anche telefoniche), la crecende disparità tra territori. Gap di sviluppo che limitano la crescita economica e il benessere.

Ferruccio Dardanello, Presidente della Camera di Commercio, non ha dubbi: “Sul Piano banda ultralarga è necessaria un’accelerazione e occorrono tempi certi – sottolinea – . Il ruolo del sistema camerale, con il progetto Ultranet, è diffondere la conoscenza e la consapevolezza delle opportunità della connessione, per favorire da un lato la sostituzione dei ripetitori e da un altro la  domanda e l’offerta di servizi digitali alle imprese e alle comunità locali, oggi imprescindibili in un territorio che vede nel turismo e nell’export i pilastri del proprio sviluppo”.Da mesi, Anci Piemonte ha lanciato a Regione e Mise la proposta di istituire dei “digital angels” capaci di sostenere Pubblica amministrazione e anche imprese nella transizione al digitale. “Non senza però un’adeguata infrastrutture – evidenzia il Vicepresidente Anci Piemonte, Michele Pianetta, delegato all’Innovazione – Perché se non puoi navigare, se la connessione manca, se la linea cade, se non puoi telefonare, è impossibile per un Comune o per un’azionda pensare di innovare processi o digitalizzarli. Nessuno vuol restare indietro. Il Piano banda ultralarga è in ritardo e Anci vuole lavorare per evitare ulteriore perdite di tempo”.

“Abbiamo tutte le Unioni montane, tutti i Comuni che aspettano i poter utilizzare fibra ottica e avere infrastrutture moderne – sottolinea Lido Riba, Presidente Uncem Piemonte – Il tempo passa, le città vanno avanti, si modernizzano, mentre nei nostri territori le imprese scontano ritardi e non riescono a essere competitive come vorrebbero. Per questo l’impegno congiunto Uncem e Camera di Commercio è importante. Diamo una sveglia a chi deve attuare il Piano banda ultralarga. E con la Regione, con il CSI Piemonte, troviamo strumenti per la digitalizzazione dei processi, a partire dal cloud e dalla sicurezza nella gestione dei dati“.

 




Otto Comuni piemontesi esclusi dal piano banda ultralarga. Ecco quali sono

Il Piano nazionale Banda ultralarga non smette di stupirci. In negativo ovviamente. Non solo due anni di ritardo. Non solo la scelta di tagliar fuori le “case sparse”, non solo le lungaggini che passano tra progettazioni, avvio dei lavori, fine dei lavori, attivazione.
Non solo la “fibra a casa” è da richiedere e le ditte tornano a collegare dopo mesi la casa all’armadio. L’ultima novità è arrivata qualche giorno fa da Regione Piemonte e Infratel: otto Comuni esclusi dal Piano.
“Vengono esclusi dal piano i seguenti otto comuni in quanto a seguito indagine puntuale derivante dalla progettazione si è rivelato che la copertura dei privati nelle aree più densamente abitate (poste a gara come aree obbligatorie) supera il 95% delle unità immobiliari in tali aree”, si legge nella Revisione del Piano Bul. Otto Comuni esclusi. Si tratta di Castelspina, Molino dei Torti, Argentera, Moiola, Pietraporzio, Sambuco, Bruino, Susa.
“Non ci risulta che le coperture della banda ad Argentera o a Pietraporzio siano particolarmente efficaci, per usare un eufemismo… – sottolineano Marco Bussone e Lido Riba, Presidenti nazionale e regionale di Uncem – Il Piano banda ultralarga è bloccato. E oggi otto Comuni vengono stralciati, con scarne comunicazioni ai Sindaci. Dicendo che essendo già coperti dai privati, in quei Comuni non vi è bisogno dell’intervento con fondi pubblici. Assurdità. Se il Piano BUL non si sblocca, siamo pronti a supportare i Sindaci, tutti i Comuni piemontesi e italiani, in azioni legali. Tre Comuni, solo 3 Comuni collaudati in Piemonte. Numeri non giustificabili”.



La banda larga è arrivata in cinque rifugi alpini delle Valli di Lanzo

Dall’inizio della settimana cinque rifugi dei territori dell’Unione Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone e dell’Unione Montana Alpi Graie usufruiscono di connessioni veloci ad Internet, grazie ad un contributo di 41.000 euro della Città metropolitana di Torino, che rientra in un più complessivo progetto per la riduzione del digital divideBeneficiano della connessione a banda larga il rifugio Paolo Daviso di Groscavallo a quota 2.280 metri, il “Bartolomeo Gastaldi” di Balme a 2659 metri, il “Luigi Cibrario” di Usseglio a quota 2616, il rifugio Ernesto Tazzetti di Usseglio a 2642 metri e il “Vulpot” che sorge ai 1805 metri del Lago di Malciaussia.

zona industriale di Riva presso Chieri. Nell’ambito del percorso partecipativo per l’elaborazione del Piano strategico metropolitano abbiamo promosso una ricognizione in tutti i Comuni del territorio, raccogliendo segnalazioni puntuali di aree non coperte dal servizio Internet a banda larga. Ci sono state segnalate anche esigenze e criticità nell’erogazione dei servizi di connessione, in particolare rispetto ai presìdi territoriali come Municipi, scuole, strutture sanitarie e alle attività produttive”.

La Consigliera Cambursano sottolinea inoltre che “nelle zone montane a forte frequentazione turistica la connessione veloce è fondamentale sia per gli imprenditori locali che per gli utenti, perché la banda larga agevola il rapporto con la clientela ma assicura anche l’efficienza e la tempestività dei servizi sanitari e delle operazioni di soccorso in quota”.

Per questo è stato condotto uno studio di fattibilità, in collaborazione con il CSI Piemonte, grazie al quale è stata stilata una lista degli interventi. Nel 2021 è stato stanziato un primo contributo di 500.000 euro, a cui ne è seguito un secondo per 200.000 euro nel 2022, per l’erogazione di contributi in conto capitale ai Comuni per un ulteriore potenziamento infrastrutturale del collegamento alla banda larga. Per i prossimi contributi, per i quali la Città metropolitana sta attivando una serie di accordi quadro con i Comuni, verrà mantenuta alta l’attenzione alle zone montane.