Da lunedì 26 aprile Piemonte in giallo tranne Cuneo

Il Piemonte tornerà in zona gialla da lunedì 26 aprile. La nuova classificazione varrà per tutte le province tranne Cuneo.

La Granda diventerà gialla da giovedì 29 aprile, in modo da completare il periodo di permanenza in arancione di 14 giorni previsto dalle indicazioni nazionali.

Sul ritorno a scuola del 70% degli studenti delle superiori deciso dal Governo al posto del 60% chiesto dalle Regioni, l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi afferma che “faremo il massimo sforzo, ma diciamo apertamente che non è la situazione migliore e che potrebbero esserci disagi che non sono dovuti all’inefficienza o all’incapacità di programmare, ma al fatto che in un giorno è complicato mettere in pista scelte differenti”.

“Abbiamo dei piani approvati al 75% già a gennaio, che prevedono il doppio turno a scuola, ma è evidente che questo in un giorno non si può attivare e bisogna anche pensare al fatto se sia opportuno farlo nell’ultimo mese e mezzo, quando c’è un meccanismo in corso anche per gli esami – aggiunge Gabusi – Noi assicuriamo il nostro impegno e lo sforzo massimo delle aziende di trasporto, chiedendo alle persone di rispettare le regole, perché naturalmente vogliamo garantire ai nostri studenti di andare a scuola in sicurezza. I primi giorni ci serviranno anche per ritarare i servizi e mettere a disposizione tutti i mezzi che abbiamo, che non sono infiniti così come non sono infiniti gli autisti”.




Aumentano a dismisura i danni da cinghiali, Confagricoltura Piemonte chiede l’intervento dei prefetti

Ogni anno, con l’avvio delle semine primaverili, si registrano attacchi sempre più massicci di cinghiali alle coltivazioni, in particolare delle zone contigue ai parchi e nelle aree vicine alle zone boscate con la presenza di incolti.

È una situazione sempre più pesante, che provoca frustrazione ed esasperazione tra gli agricoltori che vedono i loro raccolti distrutti, con scarse possibilità di ottenere un risarcimento dei danni. “Infatti, per un’interpretazione discutibile della normativa comunitaria, la Regione Piemonte nel 2015 ha equiparato il risarcimento dei danni a un contributo che come tale è soggetto alla normativa sugli aiuti di Stato – chiarisce il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro –  che fissa un tetto di 25mila euro in tre anni per questo tipo di interventi”. Così molte imprese sono ci trovano a dover subire i danni senza poter ottenere i risarcimenti, alimentando a loro spese la selvatica a spese.

Ci troviamo in una situazione paradossale – dichiara il presidente Confagricoltura Piemonte  Enrico Allasiache, con una lunga serie di distinguo politici, mancanza di risorse e conflitti di competenze crea un danno enorme all’attività d’impresa e rischi sempre più elevati per quanto riguarda la diffusione della peste suina africana, di cui i cinghiali sono vettori, come purtroppo è già dimostrato in molte aree del Nord Europa. Abbiamo chiesto, per l’ennesima volta, l’intervento delle autorità competenti e ora – annuncia Allasia – ci siamo rivolti ai prefetti delle province piemontesi, affinché, come rappresentanti del governo a livello territoriale, assumano il coordinamento delle iniziative tra i vari enti per porre un freno a questo scempio”.

Confagricoltura sottolinea che “con l’idea bizzarra che le campagne siano di tutti si distruggono le proprietà private, si vanifica il lavoro degli agricoltori e si creano danni irreparabili alle imprese. Pochi si indignano per i danni prodotti dei cinghiali alle coltivazioni di mais – aggiunge Confagricoltura – mentre sarebbe decisamente più alta l’attenzione se una mandria di cinghiali entrasse indisturbata in un supermercato o in un qualsiasi altro stabilimento produttivo.

Occorre rendersi conto della situazione e affrontare Il problema con senso di responsabilità, prima che si arrivi a un punto di non ritorno – conclude Allasia – anche perché ogni anno abbiamo oltre 5.000 segnalazioni di danni ai coltivi in Piemonte e più di 1.100 indicenti stradali, alcuni dei quali purtroppo mortali. Quanto dobbiamo ancora attendere perché si affronti in modo risolutivo la questione?”.

 




Torino. Esenzione dal canone occupazione temporanea suolo pubblico di fronte farmacie

Questa mattina la Giunta Comunale – a seguito del perdurare della grave situazione emergenziale creata dal Covid 19 – su proposta di Sergio Rolando e Alberto Sacco, rispettivamente assessori al Bilancio e al Commercio della Città di Torino, ha approvato di esentare dal canone di occupazione del suolo pubblico, secondo la nuova disciplina regolamentare del canone unico, i farmacisti (titolari della farmacia o direttori tecnici o legali rappresentanti) che richiedono la concessione temporanea di suolo pubblico esclusivamente per la sistemazione delle strutture esterne alla farmacia idonee alla vaccinazione anti Codiv 19 o alla sorveglianza dei pazienti.

Con il ‘Decreto Sostegni’ i farmacisti, opportunamente formati e in via sperimentale, hanno infatti la possibilità per quest’anno di somministrare vaccini ma, per rispettare le misure di sicurezza necessarie al fine di garantire la corretta esecuzione delle vaccinazioni, devono poter disporre di spazi all’esterno della farmacia per l’attesa, la somministrazione (se non eseguite all’interno delle farmacie) e la sorveglianza successiva. Per questo motivo si è previsto – nel caso in cui la farmacia non sia provvista di un’area da dedicare alla vaccinazione e al monitoraggio dei pazienti – l’utilizzo di spazi esterni separati al di fuori della farmacia anche mediante l’allestimento di unità mobili (es: gazebo).

I farmacisti, per ottenere l’esenzione, dovranno presentare l’istanza di concessione del suolo; il modulo di adesione al programma vaccinale, compilato, sottoscritto e inviato ai destinatari previsti dall’Accordo Quadro nazionale sottoscritto in data 29/3/2021 dal Governo, Presidente della Conferenza delle Regioni e dalle Associazioni di categoria FEDERFARMA e ASSOFARM; una dichiarazione con la quale espressamente si specifica l’uso per cui viene richiesto lo spazio esterno.

L’esenzione terminerà nel momento in cui le Autorità, anche Regionali, fisseranno la data di scadenza dell’emergenza vaccinale.




Michela Alladio eletta nuova presidente
 di Confartigianato Cuneo – Zona di Dronero

È iniziato con l’Assemblea degli Associati della Zona di Dronero il lungo percorso di rinnovi dei vertici dirigenziali che quest’anno vedrà impegnato il Sistema Confartigianato Cuneo e che porterà, il prossimo 5 dicembre, al Congresso territoriale nell’ambito del quale verrà nominata la nuova presidenza provinciale.

Dopo l’Assemblea di Dronero, svoltasi in modalità on-line lo scorso 7 aprile, nei due giorni successivi si sono svolte le elezioni presso l’ufficio di Zona.
Eletta alla guida della Zona Michela Alladio, imprenditrice nel campo dei manufatti in cemento di Caraglio. Sarà affiancata dai vicepresidenti Giorgio Verutti (presidente uscente) e Alessandro Dao.

Michela Alladio è da anni attiva componente della vita associativa di Confartigianato Cuneo. In passato ha ricoperto anche l’incarico di Presidente territoriale del Movimento Donne Impresa e, più recentemente, ha rivestito il ruolo di componente della Giunta esecutiva.
«Ringrazio i colleghi per la fiducia accordatami – commenta la neopresidente Alladio – e mi impegno ad affrontare con entusiasmo e dedizione questo ruolo, importate collettore tra le esigenze e le problematiche delle imprese del territorio.

Mi auguro che con la nuova squadra del Consiglio direttivo zonale che si andrà presto a costituire si riusciranno a sviluppare progetti e iniziative in favore del comparto artigiano locale».
«In questi anni – aggiunge il presidente uscente Verutti – si è riusciti a fare molto, grazie all’impegno dei dirigenti artigiani, che costituiscono componente fondamentale ed essenziale della nostra Associazione. Ringrazio quindi colleghi e personale della struttura Confartigianato per il grande supporto ricevuto».

Nella stessa occasione sono stati anche eletti i delegati zonali dei “Gruppi di opinione”. Per il Movimento Donne Impresa confermata nel ruolo la delegata Angela Astesano, affiancata dalla vicedelegata Giorgia Peirano Fagiolo. Nuovo delegato del Movimento Giovani Imprenditori Umberto Brignone.
Prossimo “step”, propedeutico alla formazione del Consiglio della Zona di Dronero, l’elezione dei rappresentanti zonali di categoria, che avverrà in modalità on-line, attraverso una piattaforma web dedicata.

«Ha preso avvio – ha concluso il presidente territoriale Luca Crosetto – un importante processo di democrazia, che esprime al meglio la trasparenza del nostro Sistema e dà valore alla partecipazione e all’impegno dei tanti imprenditori che mettono a disposizione della nostra Associazione competenze, passione e orgoglio di rappresentare l’artigianato e le PMI cuneesi».

La Zona di Dronero comprende, per giurisdizione i seguenti 21 comuni: Acceglio, Bernezzo, Busca, Canosio, Caraglio, Cartignano, Castelmagno, Celle di Macra, Dronero, Elva, Macra, Marmora, Montemale di Cuneo, Monterosso Grana, Pradleves, Prazzo, Roccabruna, San Damiano Macra, Stroppo, Valgrana e Villar San Costanzo.




Coronavirus Piemonte, il presidente Cirio: “Progressivo miglioramento”

“I dati del pre-report settimanale, che verrà validato domani dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, confermano un progressivo miglioramento della situazione epidemiologica in Piemonte – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Il valore Rt è infatti sceso ulteriormente sotto l’1, attestandosi a 0.9 per l’Rt puntuale e a 0.88 per l’Rt medio.

Si riduce il numero di nuovi casi segnalati e anche il numero di focolai attivi o nuovi. La pressione ospedaliera resta alta, ma in fase di stabilizzazione (59% l’occupazione dei posti di terapia intensiva e 67% l’occupazione dei posti letto ordinari).

A conferma del quadro in sensibile miglioramento, anche i dati trasmessi oggi a Roma dalla Regione Piemonte vedono l’incidenza scendere sotto il valore soglia di allerta di 250 casi ogni 100.000 abitanti. Naturalmente il report deve essere validato entro domani dalla Cabina di regia nazionale, ma in base a questi parametri siamo fiduciosi che il Piemonte possa ritornare arancione già dalla prossima settimana. È fondamentale però che non venga meno la prudenza da parte di nessuno. Questi segni di miglioramento sono preziosi e vanno difesi con i nostri comportamenti. I vaccini, la prudenza e il rispetto delle regole sono le uniche vere armi per uscire da questa emergenza e poter finalmente ripartire”.




Flai, Fai, Uila Piemonte presidio per manifestare il disagio dei lavoratori agricoli

Le Segreterie Regionali di Fai, Flai e Uila Piemonte, rappresentano il disagio di circa 45.000 mila lavoratori agricoli, esclusi dal Decreto Sostegni e da ogni tipologia di ristoro.

Il Decreto Sostegni, infatti, riconosce una indennità di 2.400 euro per i lavoratori stagionali e a tempo determinato e di importo variabile per altre categorie, ma come i precedenti decreti non prevede alcun ristoro per i lavoratori agricoli, malgrado abbiano subito le perdite di cospicue giornate di lavoro a causa dell’emergenza Covid.

A questo, si aggiunge la preoccupazione per il riemergere, attraverso alcune dichiarazioni a mezzo stampa, della tentazione di modificare, semplificandola, l’attuale normativa sui voucher in agricoltura, nonostante il contratto collettivo nazionale garantisce già tutta la flessibilità di cui necessitano le Imprese.Inoltre, lo stallo dei rinnovi contrattuali provinciali, sta evidenziando l’estrema difficoltà nel proseguire le trattative in tutta Italia, ad oggi in nessuna Provincia del Piemonte è stato rinnovato il CPL.

Per questi motivi, le segreterie regionali di Fai, Flai e Uila, hanno da indicazione delle Segreteria Generali Nazionali, indetto presidi davanti alle Prefettura di tutta Italia, noi abbiamo scelto di concentrare il presidio nella giornata di sabato 10 aprile,con appuntamento alle ore 10.00davanti alla Prefettura di Cuneo, in rappresentanza di tutte le Prefetture Piemontesi.

In tale occasione verrà consegnato al Prefetto la presente comunicazione, che sarà punto di partenza di una serie di azioni atte a spiegare le richieste di modifica ed integrazioni al Decreto Sostegni.La presente iniziativa, segue quella del 31 marzo 2021, con presidio delle lavoratrici e dei lavoratori davanti al Senato della Repubblica.Se non si troveranno risposte positive alle giuste richieste dei lavoratori agricoli nelle prossime settimane, saranno implementate ulteriormente le iniziative di mobilitazione




#siamosicuRIpartiamo, CNA Piemonte organizza un presidio in Piazza Castello a Torino

Venerdì 9 aprile alle 11 la CNA del Piemonte (CNA Piemonte, CNA Torino, CNA Alessandria, CNA Asti, CNA Cuneo, CNA Piemonte Nord) organizza un presidio in Piazza Castello a Torino come primo evento di una serie di altri appuntamenti sul territorio regionale e contemporaneamente alla campagna stampa incentrata su due parole chiave: Sicurezza e ripartenza.

 

“Ripartiamo in sicurezza. Non chiediamo solo di riaprire. Chiediamo di ripartire. Chiediamo fiducia perché gli imprenditori rispettano regole e protocolli e il calo dei contagi sul luogo di lavoro registrato negli ultimi mesi lo dimostra. Alla luce di questo, la nostra richiesta è una sola: ‘Ripartiamo insieme’”. Così il segretario regionale Delio Zanzottera, insieme a tutti i segretari territoriali della CNA in Piemonte, sintetizza i concetti alla base della mobilitazione di venerdì e della campagna stampa che l’ha preceduta.

 

“Ai Parlamentari Piemontesi, al Governo, alla Regione Piemonte, alla Conferenza Stato-Regioni chiediamo di allentare la politica delle restrizioni e di focalizzare l’attenzione su controlli, campagna vaccinale, moratorie bancarie e ristori congrui. lo chiediamo anche nome delle nostre famiglie e dei nostri dipendenti”, ha concluso Zanzottera.

 




CNA Piemonte: Delio Zanzottera è il nuovo segretario regionale

Staffetta in CNA Piemonte: Delio Zanzottera è il nuovo segretario regionale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa piemontese.

 

La direzione della CNA Piemonte ha conferito l’incarico a Zanzottera dopo la nomina di Filippo Provenzano alla guida di CNA Torino, che lascia così la carica dopo nove anni.

 

Il nuovo segretario è Delio Zanzottera, classe 1973, laureato in Scienze della Comunicazione, sportivo (maratoneta e ciclista) e appassionato di tecnologia e comunicazione.

 

In CNA Zanzottera è stato responsabile regionale del tesseramento e sviluppo associativo tra il 2020 e il 2021, ma da undici anni è dirigente in CNA Torino dove ha ricoperto numerosi ruoli.

 

Per oltre tre anni è stato Responsabile CNA Produzione, Industria, Internazionalizzazione, Cinema & Audiovisivo ed è stato Coordinatore Giovani Imprenditore, Coordinatore Nazionale Consortium Italian Technology – automazione e robotica. Fino al 2017 è stato Responsabile di quattro Sedi Territoriali torinesi dove è giunto dopo quattro anni come Responsabile Marketing, Sviluppo Associativo ed Organizzazione (dal novembre 2010 al dicembre 2014). Nel suo lungo impegno per la CNA, ha partecipato a numerose missioni all’estero di internazionalizzazione delle imprese in Europa e in Sud America.

 

Dal gennaio 2010 al dicembre 2015 è stato Membro Consiglio Direttivo, Assemblea, Coordinatore Comitato Tecnico Sostegno al Reddito dell’EBAP Ente Bilaterale Artigianato Piemontese.

 

“Dobbiamo saper cogliere il mutamento in atto e trasformarlo in opportunità. Per la confederazione e per le imprese. Da un lato dobbiamo valorizzare le strutture e dall’altro aiutare gli imprenditori a svilupparsi in un panorama di difficoltà. Ma è una sfida che vogliamo vincere tutti insieme. Non abbiamo mai chiuso siamo sempre stati qui a fare il nostro mestiere. Non si tratta solo di svolgere un ruolo sindacale, ma sentiamo forte e mai come in questo momento la nostra responsabilità sociale”, ha affermato il segretario neoeletto.




Fauna selvatica: Asti Agricoltura ringrazia la Provincia per le azioni intraprese

Continua l’infausto compito degli agricoltori di quantificare i danni provocati dalla fauna selvatica, in modo particolare da cinghiali e caprioli. I danni nell’ultimo anno sono aumentati a livello esponenziale, complici i vari lock-down (soprattutto quello primaverile dello scorso anno) che hanno favorito una maggiore proliferazione di questi animali, dovuta ad una quasi assente circolazione di mezzi e di persone.

Un grande problema non solamente per le colture agricole, ma anche per la viabilità su strada, la quale negli ultimi anni è stata teatro di parecchi incidenti, talvolta anche mortali.
I provvedimenti di chiusura stabiliti dal Governo per contrastare la pandemia hanno inoltre rallentato il controllo su questi ungulati e causato sospensioni all’attività venatoria, compreso il contenimento. Proprio da questa ultima attività è arrivata la risposta più concreta come si evince dai dati comunicati dalla Provincia di Asti, dai quali emerge che sono state organizzate più di 1000 battute di caccia specifiche che hanno portato all’abbattimento di 1431 cinghiali sul territorio astigiano nel 2020 e di altri 297 nei primi mesi del 2021.

Il presidente di Asti Agricoltura Gabriele Baldi ha elogiato questa lodevole iniziativa, ringraziando la Provincia di Asti per l’impegno profuso: “Ringraziamo e ci complimentiamo con la Provincia per i risultati raggiunti e per altre iniziative atte a fronteggiare questo flagello, come ad esempio le gabbie per la cattura dei cinghiali di recente sperimentazione anche sul nostro territorio”, ha affermato Baldi. “Adesso non bisogna abbassare la guardia, ma anzi proseguire con quest’opera di abbattimento in modo ancora più massiccio e incisivo per riuscire a contenere questo problema e salvaguardare il nostro territorio”.
Siamo di fronte a una vera e propria emergenza che richiede la collaborazione di tutti gli attori locali in modo tale da dare una risposta immediata sia al comparto agricolo che a tutta la collettività”, ha dichiarato il direttore di Asti Agricoltura Mariagrazia Baravalle. “Chiediamo adeguati indennizzi per i danni diretti e indiretti che subiscono le aziende agricole e auspichiamo una semplificazione delle procedure per la valutazione dei danni e del conseguente tempestivo ristoro”.

 

Filiera della carne di cinghiale

 

Nell’ottica di un eventuale coinvolgimento diretto dell’agricoltore, nei giorni scorsi si è parlato anche di filiera della carne di cinghiale. Durante un incontro (in videoconferenza) ci si è soffermati sulla necessità di coinvolgere anche macellai, agriturismi e ristoranti, tramite una promozione mirata prendendo spunto da altri progetti già preesistenti in Italia. Allo stato attuale permangono però ancora diversi ostacoli legati in parte alla difficoltà di fare rientrare l’attività di macellazione e vendita di carne di fauna selvatica nell’ambito di un’attività agricola o connessa e, dall’altra, all’assenza ad oggi di una filiera che sia in grado soprattutto di acquistare e/o utilizzare il prodotto.
E’ evidente come siamo favorevoli ad ogni iniziativa che possa ridurre la pressione dei capi sul territorio portando nel contempo benefici agli agricoltori che, loro malgrado, sono coloro che ‘sfamano’ i cinghiali dal momento che questi ultimi si cibano del prodotto seminato dagli agricoltori medesimi”, ha affermato il presidente Baldi.

 

Referendum sulla caccia

 

Posizione molto critica da parte di Confagricoltura in merito all’apertura da parte della Corte di Cassazione verso un eventuale iter che porterebbe alla promulgazione di un referendum abrogativo della legge sulla caccia (157/1992).
Secondo il direttore Baravalle: “Se malauguratamente venisse abrogata la legge, si creerebbe un preoccupante vuoto normativo. Le imprese agricole sarebbero invase da una fauna selvatica completamente fuori controllo, con una crescita di rischi anche per i cittadini. E’ necessario mettere da parte una mentalità ambientalistica troppo radicale e poco ragionata e rimettere al centro l’interazione tra natura ed economia, valorizzando contemporaneamente la biodiversità e le attività produttive locali che coesistono da sempre”.




Sportello anti-usura Al via in CCIAA Torino il nuovo servizio gratuito di ascolto e accompagnamento

 

Il servizio, riservato agli imprenditori, è gratuito e riservato.

 

Siamo i primi in Piemonte ad attivare questo Sportello per le imprese, per fronteggiare un problema sempre più ricorrente e invasivo soprattutto a seguito della crisi pandemica– spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Con questo servizio vogliamo garantire un punto di ascolto riservato e competente per valutare insieme all’imprenditore le soluzioni percorribili di fronte ad un sovraindebitamento e prevenire così il ricorso a forme di finanziamento illecite”.

 

Il servizio è accessibile on line sulla pagina è sufficiente compilare un modulo in cui indicare il settore di attività e un numero telefonico. Non si richiede di inserire né un nominativo né la denominazione dell’azienda.

 

 

Le Associazioni di categoria che contribuiscono al progetto mettendo a disposizione gratuitamente un proprio esperto facilitatore sono Confagricoltura Torino, Coldiretti Torino, CNA, Confartigianato Torino, Casartigiani, Confesercenti Torino, Ascom Torino, Confcooperative Piemonte Nord, Collegio Costruttori Edili, Unione Industriale Torino, API Torino, Confindustria Canavese. I facilitatori intervengono a rotazione sulla base del settore di appartenenza.

 

Lo Sportello anti-usura della Camera di commercio di Torino è riservato agli imprenditori. Per i privati cittadini in difficoltà finanziarie sono attivi i servizi delle Fondazioni anti-usura torinesi: