Inaugurazione ToNite,  progetto europeo per valorizzazione aree intorno alla Dora

Venerdì 14 febbraio presso la scuola Holden – piazza Borgo Dora, 49 a partire dalle ore 18 –    si terrà l’evento di inaugurazione del progetto europeo ToNite.

“La prima di mille notti” sarà l’evento inaugurale, il cui titolo richiama la raccolta di favole mediorientali de “Le mille e una notte”.  Obiettivo di ToNite è quello di rafforzare l’elemento della notte, e nel contempo, essere un’occasione di coinvolgimento della comunità locali attive nelle aree intorno alla Dora, poiché proprio su questo fiume insistono varie realtà pubbliche e private, circoli, commercianti, associazioni, l’Università con il suo Campus, un ambiente con delle potenzialità polifunzionali e una sua mobilità e percorribilità dedicata.

ToNite è il progetto con cui la Città di Torino ha vinto la call sul tema “Urban security” del programma europeo Urban Innovative Actions, come capofila di un partenariato composto da Fondazione Torino Wireless, Engineering Ingegneria informatica, Experientia, SocialFare, EFUS, Espereal Technologies e ANCI.

Le politiche inclusive per promuovere la cura del territorio e la sua valorizzazione sono la base valoriale che ha accompagnato la Città di Torino nelle due progettazioni UIA, quella di Co-City e dei Patti di Collaborazione per i Beni Comuni, ormai al termine, e quella del progetto ToNite che apre una stagione nuova di collaborazione che mette al centro gli abitanti e le abitanti del territorio.

L’approccio scelto dalla Città di Torino, premiato dalla Commissione Europea, pone al centro le comunità locali e le potenzialità del territorio, in un’ottica d’innovazione sociale e riqualificazione urbana

ToNite analizzerà i fenomeni sociali urbani i quali verranno affrontati attraverso politiche inclusive per promuovere la cura del territorio e la sua valorizzazione. Il progetto triennale si concentrerà nelle aree lungo il fiume Dora, prevede azioni di ricerca, analisi, valutazione e attività di animazione e co-design finalizzate a definire interventi sugli spazi pubblici e a supportare, attraverso un sostegno tecnico e finanziario, l’attivazione di nuovi servizi di prossimità rivolti principalmente alle ore notturne. Sarà il racconto sul ruolo della Dora, dell’immaginario di un fiume, da Parco Dora alla Colletta, nonché le storie dei ponti che la attraversano.

Sulla Dora insistono varie realtà pubbliche e private, circoli, commercianti, associazioni, l’Università con il suo Campus, un ambiente con delle potenzialità polifunzionali e una sua mobilità e percorribilità dedicata.

“Il progetto ToNite – spiega Marco Giusta, Assessore ai Diritti e alle Periferie –

ha un valore essenziale, quello della partecipazione e del co-design. Sussidiarietà, è una delle parole che sta al centro: ogni soggetto, comitato, associazione, comunità è riconosciuto e coinvolto, ognuno con la propria peculiarità e competenza ad interagire con il processo. Questo progetto racconta e coinvolge diverse singolarità, il ruolo della Città è saperle far lavorare in sinergia. Le politiche inclusive per promuovere la cura del territorio e la sua valorizzazione sono la base valoriale che ha accompagnato la Città di Torino nelle due progettazioni UIA, quella di Co-City e dei Patti di Collaborazione per i Beni Comuni, ormai al termine, e quella del progetto ToNite che apre una stagione nuova di collaborazione che mette al centro gli abitanti e le abitanti del territorio”.

L’Assessore all’Innovazione e Smart City, Marco Pironti dichiara: “Riconosco nel progetto ToNite molti ingredienti chiave dell’innovazione, come ad esempio il focus sulle comunità, che rappresentano gli attori principali dei processi di innovazione dal basso verso l’alto; l’impatto sociale dell’innovazione, ovvero la capacità di creare valore con un senso di responsabilità per chi vive e lavora nel territorio; la progettazione collaborativa, ovvero la sinergia tra vari punti di interesse a favorire una innovazione aperta, che contamini in positivo la città intera. Credo che ToNite rappresenti una grande opportunità per la Città di Torino di raccontare l’innovazione che nasce dall’azione positiva urbana, e dalla sicurezza di voler coinvolgere ogni quartiere e ogni comunità nel percorso”.

“ToNite è una nuova opportunità di sviluppo e di trasformazione di un pezzo di città finora posto in ombra, ma che conserva grandi possibilità di crescita – sottolinea l’assessore all’Ambiente, Alberto Unia -. Come è avvenuto per CoCity, ToNite si offre come terreno di confronto aperto ai cittadini, che partecipano alle scelte come protagonisti del cambiamento. Come hanno dimostrato le altre esperienze di riqualificazione dei nostri quartieri, questo approccio è il più efficace per ottenere un effetto duraturo del cambiamento, perché produce senso di appartenenza e di corresponsabilità nella cura e nel rispetto del territorio, in quanto bene comune da preservare”.

“La Circoscrizione 7 – evidenzia il Presidente Luca Deri – è felice di collaborare con ToNite.  All’interno di questa iniziativa progettuale si possono creare ottime sinergie con quanto noi stiamo facendo. Abbiamo avviato un percorso ideativo ed organizzativo, al fine di avere una visione complessiva. È quindi nato e si è formalizzato un Coordinamento Allargato che vede come protagoniste le diverse forme di rappresentanza con anche il mondo dell’Università e del Politecnico. Si è avviata una dialettica costruttiva, nel merito del Piano di Sviluppo Locale Condiviso, ancora aperto e modificabile. Si tratta di poli che possono entrare trasversalmente in sinergia con le possibili future azioni ed i contenuti del Progetto ToNite”.

Le risorse assegnate al progetto superano i 4,5 milioni di euro di cui 1,5 milioni di euro verranno destinati ad interventi fisici sul Lungo Dora, mentre 1 milione di euro verrà destinato a supportare l’attivazione di progetti e servizi sul territorio.




Consiglio regionale: attività 2021 all’insegna dell’online per il Comitato Resistenza

Il Covid è un’emergenza che sta cambiando radicalmente le nostre priorità e il nostro modo di lavorare, ma le tecnologie ci aiuteranno a realizzare quanti più progetti possibile. Vogliamo portare nelle case dei piemontesi il messaggio che il Comitato continuerà a portare avanti i valori e le finalità per cui è nato, anche grazie alle risorse aggiuntive che abbiamo stanziato nei mesi scorsi.

È il commento del presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, e del vicepresidente Mauro Salizzoni durante la plenaria del Comitato Resistenza e Costituzione, riunito per un primo confronto sulle attività del 2021.

Dagli Istituti Storici e dalle Associazioni è arrivato forte l’invito a sfruttare le tecnologie a distanza per non interrompere le attività, a partire dal Progetto di Storia Contemporanea, e continuare le collaborazioni con gli istituti scolastici della regione.

Il Comitato si è dato appuntamento prima della fine dell’anno per definire nel dettaglio i progetti futuri.

Alla riunione sono intervenuti anche i consiglieri Daniele Valle (Pd) e Francesca Frediani (M5S).

In chiusura Allasia ha anticipato che chiederà al Consiglio regionale di prendere le distanze dalle violenze che hanno colpito duramente Torino nei giorni scorsi.




Aiuti alle Rsa, maggioranza e opposizione dissentono sulla tempistica

Si delinea un percorso non agevole per il provvedimento che prevede gli aiuti alle Rsa piemontesi. Da un lato l’assessore al Welare Chiara Caucino ha dichiarato oggi in quarta Commissione presieduta da Alessandro Stecco, che “la Giunta ritiene il Ddl indifferibile e urgente per sostenere le Rsa in questa perdurante pandemia”.

Dall’altro Raffaele Gallo, capogruppo Pd, ha promesso una lunga discussione, in quanto “è difficile esaminare due Disegni di legge come quelli per la continuità delle prestazioni residenziali e per lo sviluppo delle forme associative della Medicina generale, che prevedono complessivamente uno stanziamento di circa 65 milioni, senza nemmeno aver iniziato l’esame del bilancio annuale e pluriennale della Regione”.

Il presidente Stecco, dichiarando l’impossibilità di interrompere o di procrastinare l’iter dei provvedimenti in Commissione, ha anche annunciato che la Giunta “ha previsto alcuni emendamenti tecnici proprio in merito alle ricadute economiche del provvedimento”. L’assessore ha quindi illustrato gli otto emendamenti, il più importante dei quali – e di cui gli altri sono diretta conseguenza – è la sostituzione della variazione di bilancio, prevista all’articolo 11, con la norma finanziaria.

“Chiediamo inoltre in via preliminare – ha aggiunto Gallo – di ricevere un’informativa sui conti della Sanità relativi al 2020, dal momento che il Ddl sulle Rsa incide in parte sul Fondo sanitario e quello sulla Medicina generale tocca capitoli di spesa relativi ai Livelli essenziali di assistenza e al trasporto pubblico locale”.

Prima della seduta la Commissione aveva audito i rappresentanti di enti e associazioni che operano a stretto contatto con le Rsa per anziani e disabili: Fondazione Promozione sociale (Maria Grazia Breda e Andrea Ciattaglia), Anaste Piemonte (Michele Assandri), Alleanza ConfCooperative (Luca Facta e Maurizio Serpentino), Forum Terzo Settore (Giancarlo D’Errico) e ConfApi (Michele Colaci).

Pur chiedendo un’erogazione in tempi brevi, gli auditi hanno espresso – con sfumature diverse – la propria contrarietà a finanziamenti che definiscono “a pioggia” rivolti indistintamente a tutte le Rsa, chiedendo invece un controllo della qualità del servizio erogato e della quantità degli operatori impiegati durante i mesi più difficili del contagio. Inoltre, è stato chiesto di aiutare direttamente le famiglie degli ospiti che in molti casi si sono fatte carico al proprio domicilio degli anziani ritirati dalle Rsa per mancanza di una assistenza adeguata.

Il secondo argomento affrontato è stato la necessità della presenza di un direttore sanitario all’interno delle Rsa (figura oggi non sempre presente). In molti hanno sottolineato che si tratta di un direttore con compiti esclusivamente amministrativi, che non ha possibilità di intervenire su temi sanitari. Inoltre ora si pone il problema del consenso per il vaccino anticovid da somministrare alle persone non in grado di farlo in prima persona.

Prima di decidere di erogare “ristori” alle strutture residenziali e per fare una precisa previsione di spesa per il 2021, le associazioni hanno chiesto di verificare con precisione il numero dei posti letto nelle Rsa e quello degli effettivi ricoverati, le unità di personale e la loro contrattualizzazione, e anche quali prestazioni siano riconoscibili nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e, quindi, da finanziare obbligatoriamente.

Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, i consiglieri Daniele Valle (Pd), Valter Marin (Lega) e Marco Grimaldi (Luv).




Il Comune di Milano ha aderito al CSI Piemonte

L’amministrazione lombarda ha individuato nel CSI un partner strategico, che con oltre 40 anni di esperienza nell’innovazione tecnologica e nella digitalizzazione della pubblica amministrazione, potrà dunque contribuire all’evoluzione e alla gestione delle infrastrutture e dei sistemi informatici dell’ente, consentendogli di beneficiare degli investimenti tecnologici e delle economie di scala del Consorzio.

L’annuncio ufficiale è arrivato al termine dell’iter di approvazione in consiglio comunale che a inizio settimana ha deliberato l’adesione del Comune di Milano al Consorzio in qualità di “Ente consorziato ordinario”, come consolidamento di una collaborazione pluriennale.

Come socio ordinario il Comune di Milano avrà l’opportunità di acquisire prodotti e servizi, beneficiare delle infrastrutture del Consorzio e avvalersi della consulenza specialistica sui progetti ICT, con conseguenti risparmi economici e semplificazione delle procedure di acquisto.

“Siamo lieti che il Comune di Milano abbia scelto di aderire al CSI, ente in house che raccoglie una pluralità di enti, grandi e piccoli, con l’obiettivo di garantire a tutti le medesime opportunità di innovazione e così contribuire a ridurre le differenze nell’accesso alle nuove tecnologie”, ha sottolineato Letizia Maria Ferraris, Presidente del CSI. “Il CSI nel suo ruolo di promotore di cultura digitale, in collaborazione con la Regione Piemonte ha avviato proprio in questi giorni un ciclo di webinar sulla cybersecurity e sulla protezione dei dati personali rivolto alle pubbliche amministrazioni. È un’iniziativa che prevede un webinar al mese per tutto il 2021 e che si aggiunge al panorama degli eventi volti a diffondere la conoscenza e la formazione su temi strategici per gli enti locali”.

“Il consorziamento del Comune di Milano è un fatto davvero significativo”. Ha commentato Pietro Pacini, Direttore Generale CSI Piemonte. “Il CSI si arricchisce di una realtà importante che sceglie di affidarsi a noi, a conferma di un percorso straordinario che ha visto in questi ultimi due anni un numero sempre maggiore di enti, anche non piemontesi, scegliere il Consorzio come partner tecnologico. Oggi il CSI è un’azienda che può davvero supportare tutta la Pubblica Amministrazione, con competenze e progetti innovativi da realizzare anche a partire dalle grandi potenzialità offerte dal Recovery Fund”.




Chiara Appendino incontra Linarello,  primo comandante del Corpo di Polizia Metropolitana

Dal 1 luglio con la nomina del comandante Massimo Linarello è stato istituito il Corpo di Polizia Locale della Città Metropolitana di Torino per svolgere attività di vigilanza nell’ambito delle funzioni proprie o delegate dalla Regione Piemonte in materia di tutela e valorizzazione dell’ambiente, tutela e gestione della fauna nonché di controllo del trasporto privato sulla viabilità metropolitana.

Rappresenta per l’amministrazione metropolitana un importante traguardo sia in termini di organizzazione che di riconoscimento e valorizzazione delle professionalità degli agenti che finora hanno svolto un fondamentale ruolo di controllo del territorio.

Incontrando il comandante Linarello, la Sindaca Metropolitana Chiara Appendino ha voluto sottolineare come il nostro Ente possa finalmente vantare di avere un corpo di Polizia Locale.

“L’istituzione della, Polizia Metropolitana rientra a pieno titolo nel percorso di riorganizzazione dell’Ente avviata nel 2018 per rispondere sempre più efficacemente alle sfide di un Ente di area vasta con un territorio così articolato. Abbiamo deciso di rafforzare il coordinamento degli agenti metropolitani e delle centinaia di volontari che ogni giorno svolgono la loro preziosa attività di controllo del territorio”.

Appendino ha augurato buon lavoro al comandante, agli agenti ed ai volontari “che in questi anni non facili hanno prestato il loro servizio con impegno ed abnegazione, nella certezza che il neo costituito corpo saprà dare un importante valore aggiunto alla funzione della Città metropolitana di tutela del nostro territorio.”

Aggiunge il vicesindaco metropolitano Marco Marocco quanto fosse importante l’assunzione di un comandante di significativa esperienza: “questo passaggio non può che rappresentare l’inizio di una nuova corso che vedrà un accresciuto riconoscimento delle capacità degli agenti che facevano capo ai singoli Dipartimenti. Ora faranno riferimento ad un Comandante che abbiamo selezionato accuratamente e che siamo convinti che saprà guidarli verso obiettivi di crescita professionale e risultati sul territorio”.

Massimo Linarello vanta un’esperienza ventennale nella polizia locale, dalla città di Valenza a quella di Perugia, per finire con Ciriè e quella di Borgaro Torinese: “sono orgoglioso di aver superato la selezione per diventare il primo comandante del corpo della Polizia Metropolitana torinese. E’ un onore per me ricoprire questo ruolo così prestigioso e farò il possibile per valorizzare il personale che mi è stato affidato. Il territorio è vasto ma attraverso l’organizzazione e la pianificazione delle strategie di miglioramento delle attività a noi affidate cercherò di portare la mia esperienza al servizio di questa grande comunità territoriale”.




Stop all’export di vini e liquori verso la Russia

Il testo definitivo in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della UE potrebbe salvare, sul filo di lana, una parte significativa delle esportazioni di vini italiani sul mercato della Federazione Russa, precisa Confagricoltura.

Per colpire i “prodotti di lusso”, inclusi i vini, è stata fissata una soglia pari a 300 euro a unità, che può essere riferita, nel caso specifico, alla singola bottiglia o alla cassa.
Sotto il profilo procedurale, la bozza di provvedimento redatta dalla Commissione è stata discussa in sede tecnica e successivamente approvata dal COREPER, il Comitato dei Rappresentanti Permanenti degli Stati membri presso la UE.

Il via libera finale è intervenuto nella mattinata di oggi con procedura scritta. La pubblicazione del provvedimento del Consiglio è attesa per la giornata di domani 16 marzo.




Nomine, Consiglio regionale: pubblicati 5 bandi

La Commissione consultiva per le Nomine del Consiglio regionale ha pubblicato 5 nuovi bandi per diverse nomine. In particolare, si tratta di individuare tutti i componenti del nuovo Comitati diritti umani (20 membri esperti in materie di diritti umani e civili, 2 consiglieri regionali cessati dal mandato).

Ci sono poi due sostituzioni da effettuare, una come Revisore dei conti in Atc centrale, l’altra come componente del Coresa (Consiglio regionale sanità e assistenza).

Le altre nomine a bando riguardano un componente dell’ente di gestione dei Sacri Monti, un revisore del collegio Convitto municipale di Trevisio (Casale Monferrato, Al), un componente Cda della fondazione Radici, un componente Cda fondazione Funivie Oropa e un componente del consiglio direttivo dell’associazione Abbonamento Musei.

Tutti i dettagli per i requisiti richiesti e le scadenze per la presentazione delle candidature sono stati pubblicati sul Bur e si possono trovare sul sito del Consiglio regionale cliccando qui




Comune Torino e Rete Dafne: I servizi a favore delle vittime di reato hanno bisogno di un coordinamento d’area vasta

Istituire una rete nazionale di servizi a favore delle vittime di reato e affidarne la gestione alle Città metropolitane. È quanto si propongono gli Enti di area vasta che si sono riuniti on line oggi, su sollecitazione della Città metropolitana di Torino, dove già esiste da anni un servizio gestito da una realtà d’eccellenza, la Rete Dafne di Torino.

L’idea di costituire una rete nazionale – che colleghi enti locali, autorità giudiziaria, servizi sanitari e privato sociale – è l’obiettivo che si è dato a partire dal 2018 il Tavolo di coordinamento costituito dal Ministero della giustizia, con la partecipazione di Ministero dell’interno, Conferenza Stato-Regioni, Conferenza delle Regioni, Consiglio Nazionale Forense, Conferenza dei rettori delle Università italiane, Rete Dafne Italia, Consiglio superiore della magistratura, Cassa delle Ammende.

In quest’ottica, e nell’intento di dare ottemperanza alla direttiva Ue che impone la creazione di servizi generalisti coordinati a livello nazionale che offrano assistenza a tutte le vittime di reato, senza distinzione né di genere, né di tipo di reato, il Ministero della Giustizia ha stanziato risorse perché a livello territoriale siano organizzati servizi mirati.

Tuttavia sinora, come ha fatto notare il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco che ha le deleghe alle politiche sociali, di questi fondi non sono stai ancora stabiliti i criteri di ripartizione e destinazione.

La Città metropolitana di Torino parte avvantaggiata nella riflessione grazie al lavoro sul territorio svolto dalla Rete Dafne, che si è costituita nel 2008, su impulso della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino. Nel novembre 2015, quale naturale prosecuzione, è nata l’associazione Rete Dafne onlus i cui soci fondatori sono gli stessi partner storici del progetto: la Città metropolitana di Torino (ex Provincia di Torino), la Città di Torino, l’A.S.L. Città di Torino, l’associazione Gruppo Abele, l’associazione Ghenos e la Compagnia di San Paolo.

Rete Dafne Italia ha avanzato al Tavolo di coordinamento nazionale una proposta affinché la rete di servizi e i fondi vengano gestiti tramite le Città metropolitane, come ha spiegato il segretario generale della Rete Giovanni Mierolo.

Mierolo ha fatto notare che sul territorio nazionale esistono molti servizi specializzati ed efficienti nel contrasto a particolari tipologie di reato, ma sono invece quasi totalmente assenti quelli voluti dall’Unione europea, come Rete Dafne, che sono generalisti e quindi in grado di accompagnare nel modo più adeguato le vittime di qualsiasi reato e aumentare fra operatori e cittadini la consapevolezza dei diritti.

Interesse e condivisione sono venute sia dall’Anci nazionale, rappresentata da Antonio Ragonese, sia dalle Città metropolitane intervenute all’incontro: Bari, Genova, Firenze, Milano, Roma capitale, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, anche se molti rappresentanti hanno fatto notare la disomogeneità di deleghe sulle politiche sociali e il depauperamento di compiti e risorse subito dalle Città metropolitane rispetto alle Province.

“Per questa ragione” ha concluso l’incontro il vicesindaco metropolitano di Torino Marco Marocco “dobbiamo riprenderci quella centralità istituzionale che ci compete: le Città metropolitane – alla luce della funzione delle proprie competenze in materia di sviluppo sociale – sono le più indicate per gestire direttamente questo tipo di servizi. Non abbiamo la vastità delle Regioni ma un’ottica ampia dei problemi e dei bisogni correlata alla stretta conoscenza del territorio e dei Comuni, che spesso non hanno le forze per gestire da soli un servizio di questo genere e di mettere a sistema la collaborazione con tutte le risorse specializzate del territorio”.

Questa proposta permetterà di dare assistenza e protezione in una fase iniziale e immediata a un cittadino italiano su tre (circa 22 milioni su 60) e consentirà di non disperdere il patrimonio di esperienza e di realtà operative già consolidate sui territori.




Agricoltura100, un’azienda di Caluso sul podio nazionale

C’è anche un’azienda torinese, la Società Agricola dei Fratelli Robiola di Caluso, sul podio di Agricoltura100, l’iniziativa di Reale Mutua e Confagricoltura nata nel 2020 e volta a promuovere il contributo dell’agricoltura alla crescita sostenibile e al rilancio del Paese, che misura il livello di sostenibilità dell’impresa considerando il numero e l’intensità delle iniziative adottate in tutte le aree produttive.

Il rapporto di Agricoltura100, realizzato da Innovation Team (società del Gruppo Cerved) ha preso in esame 2.162 imprese (+16,9% rispetto a quelle della prima edizione) sull’universo delle circa 715 mila imprese agricole attive iscritte alle Camere di Commercio, applicando coefficienti basati su tre variabili: area geografica, dimensione aziendale, specializzazione produttiva.

Il modello di scoring, elaborando ben 234 variabili, attribuisce a ogni impresa che ha partecipato all’indagine un punteggio su scala da 0 a 100, l’Indice AGRIcoltura100, che misura il livello generale di sostenibilità dell’impresa. Confluiscono in questo punteggio quattro indici parziali, relativi ad altrettante aree di sostenibilità ESGD: sostenibilità ambientale (E), sostenibilità sociale (S), gestione dei rischi e delle relazioni (G) e qualità dello sviluppo (D).

Il rapporto è stato presentato questa mattina (1 febbraio) a Roma, al Museo dell’Ara Pacis, al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, con il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, il direttore generale di Reale Mutua Luca Filippone e il consigliere d’amministrazione della società assicuratrice torinese, il chivassese Vittorio Viora.

Terza in classifica generale di Agricoltura100 si è posizionata la Società Agricola F.lli Robiola Paolo e Lorenzo di Caluso (Torino), specializzata in coltivazioni foraggere e cerealicole, con allevamento di vacche da latte di razza pezzata rossa.

I fratelli Paolo e Lorenzo Robiola, di 38 e trent’anni, con le loro famiglie conducono un’azienda agricola biologica e biodinamica, praticando l’allevamento bovino allo stato semi brado: complessivamente allevano 500 animali, di cui 200 in lattazione, su circa 200 ettari di terreno. In azienda hanno introdotto, nel pieno rispetto dell’ambiente, innovazioni tecnologiche con l’uso dell’intelligenza artificiale, coniugando modernità e tradizione. Grazie alla collaborazione con l’Università di Torino hanno praticamente eliminato l’uso di concentrati dalla razione alimentare delle bovine, sostituendoli con  foraggi di qualità; le macchine operano sotto controllo GPS da remoto e gli effluenti zootecnici vengono distribuiti degli strumenti a basso impatto ambientale. Il latte prodotto viene commercializzato attraverso un’apposita filiera, che consente di valorizzare il lavoro svolto, garantendo anche la sostenibilità economica degli investimenti.

La sostenibilità e l’innovazione sono fortemente connesse – ha dichiarato Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torino, complimentandosi con i giovani calusiesi – e le misure volute da Confagricoltura per il rinnovamento tecnologico del settore primario stanno accompagnando con successo le imprese agricole verso una maggiore competitività anche sul fronte della sostenibilità ambientale. Confagricoltura e Reale Mutua – ha aggiunto Visca –   con sostengono il processo di queste nuove giovani aziende che dimostrano come si possa svolgere in modo moderno e sostenibile uno dei mestieri maggiormente ancorati alla nostra tradizione”.




Il vicesindaco di Torino nominato rappresentante delle Province piemontesi  nell’Osservatorio regionale Rsa

Il vicesindaco della Città metropolitana di Torino è stato nominato rappresentante delle province piemontesi in qualità di vicepresidente della Consulta delle Aree Vaste dell’Anci nel costituendo Osservatorio regionale Rsa.

Sin dalla metà di aprile, in piena emergenza Coronavirus, la Città metropolitana ha partecipato a una cabina di regia che ha coinvolto anche Prefettura di Torino, Regione Piemonte, i sindaci dei Comuni dove hanno sede le strutture Rsa, le Asl del territorio metropolitano, le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali del settore per mettere a fuoco le criticità che le strutture hanno registrato, con particolare riferimento alla diffusione del contagio tra ospiti e operatori, carenza di personale, sui tamponi e sul reperimento dei presìdi di protezione individuale (guanti, mascherine, etc.).

Il clima, positivo e improntato alla massima collaborazione da parte di tutti, ha consentito all’Area funzionale dell’Unità di crisi regionale e alle Asl di mettere subito in campo le indispensabili azioni di supporto per affrontare le criticità emerse.

Dall’esperienza della cabina di regia (47 Comuni coinvolti e 70 tra residenze sanitarie assistenziali e residenze assistenziali flessibili) è nata l’idea di costituire un Osservatorio permanente regionale che è ora in fase di costituzione.

“Voglio ringraziare il Presidente della Consulta e i membri, che sono i presidenti delle Province, per la fiducia che mi hanno accordato” spiega il Vicesindaco metropolitano. “Durante l’emergenza abbiamo, come Città metropolitana, svolto un lavoro importantissimo e non facile di collegamento con il territorio per contrastare il Coronavirus nelle residenze sanitarie “è con soddisfazione che vediamo quell’esperienza diventare un Osservatorio permanente. L’emergenza non è finita e non abbassiamo la guardia”.