Ebano spa di Novara porta il capitale sociale di Cef publishing a un milione

Sviluppare in Italia il mercato della FAD, la formazione a distanza, con l’obiettivo di consolidare il posizionamento come principale player italiano del settore.

E’ con questi obiettivi che Ebano spa ha aumentato ad un milione il capitale sociale di CEF Publishing e l’ha trasformata in SPA.


La holding fondata e guidata dal Presidente della Piccola Industria di Confindustria Carlo Robiglio, a fine estate, aveva rilevato le quote di minoranza di CEF, diventandone proprietaria al 100%.

“Puntare sulla formazione è fondamentale per la crescita del Paese”, dichiara Robiglio. “Competenza e formazione continua saranno la chiave per l’occupazione e con CEF vogliamo fare la nostra parte. La ratio di questa scelta è nella volontà di irrobustire la capitalizzazione della società, che realizza corsi di formazione in modalità FAD per il mercato consumer.

Lavoriamo per apportare notevoli innovazioni di processo, con aspettative concrete di positive ricadute a breve, nonché innovazioni di prodotto, che a medio termine dovrebbe mettere ancor più CEF Publishing nella condizione di competere come azienda leader, nel mercato di riferimento nazionale”.

“Mai come in questa epoca – continua Robiglio – e, direi, in questo preciso momento ancor più per il nostro Paese, è fondamentale aggiornare e rafforzare continuamente le competenze. Il rischio altrimenti, in una società ipercompetitiva, è che in breve diventino obsolete, con la conseguente inevitabile fuoriuscita dal mondo del lavoro. La formazione continua a distanza può contribuire a reinserire la fascia 40/50 anni nel mondo del lavoro.


Dobbiamo passare dal concetto del ”valore del titolo” (cioè qualche cosa di acquisito e riconosciuto una volta per tutte e per la vita) al “valore della competenza” (che deve essere continuamente acquisita ed implementata) dove la formazione, insieme alla persona, diventano centrali”.

Sono i numeri a rappresentare la costante crescita del Gruppo Ebano: circa 18 milioni di fatturato nel 2018 ed una crescita negli ultimi 6 anni dell’800%, 8 società controllate, 15 partnership produttive, più di 250 dipendenti e collaboratori, una clientela media annuale che ormai supera le seimila unità per il solo business della formazione a distanza e un piano di crescita per linee interne ed esterne con investimenti nel solo 2018 di 700 mila euro.


L’azienda è stata premiata da Deloitte a maggio a Milano nella sede di Borsa Italiana con il Premio “Deloitte Best Managed Companies” (BMC): il riconoscimento rivolto alle aziende che si sono distinte per strategia, competenze, impegno verso le persone e performance, promosso da Deloitte in collaborazione con ALTIS Università Cattolica, Confindustria e ELITE, il progetto del London Stock Exchange Group che supporta lo sviluppo e la crescita delle imprese ad alto potenziale.


Il Gruppo Ebano, tramite Cef Publishing, è anche in Elite, il programma internazionale nato in Borsa Italiana nel 2012 in collaborazione con Confindustria e dedicato alle aziende più ambiziose, con un modello di business solido ed una chiara strategia di crescita. Il Gruppo è fortemente impegnato nel sociale e nella sostenibilità. La politica aziendale di Ebano, volta a perseguire alti standard in termini di sostenibilità e impatto sociale, ha permesso, attraverso la partecipata Cef Publishing, di ottenere la Certificazione b Corp®, rilasciata dalla B Corporation, l’ente non-profit americano.

I numeri di Cef Publishing

Più di quarantamila corsisti in dieci anni. Nella gran parte dei casi, destinatarie dei corsi di formazione a distanza sono donne. Accade in quattro delle cinque aree tematiche finora proposte  dai corsi di Cef Publishing: Estetica e benessere (98%), Sanità (97%), Sociale (92%), Animal care (76%). L’unica eccezione: la ristorazione. Corsi come quello per “Cuoco professionista chefuoriclasse” attraggono in pari misura uomini e donne. Non solo. La ristorazione è anche una delle due aree, insieme a Estetica e benessere, in cui i corsi di Cef Publishing/Gruppo Ebano registrano una frequenza pari ad almeno il 20% anche nelle regioni meridionali.


Tra i docenti dei corsi  lo Chef stellato Antonino Cannavacciuolo per il corso “Cuoco professionista CHEFuoriclasse” e il truccatore e imprenditore nel mondo della cosmetica Diego Dalla Palma per il corso “Professionista della Bellezza e del Benessere. Percorso Immagine”.
In generale, il tasso di maggior frequenza si rileva nel Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia), con oscillazioni che, a seconda delle tematiche, vanno dal 36 al 39% degli iscritti complessivi.

I numeri degli iscritti ai corsi di Cef Publishing/Gruppo Ebano dicono che la Fad è utilizzata soprattutto da soggetti con un titolo di studio medio: diploma professionale o maturità. A seconda della tipologia di corsi, l’incidenza sul totale passa da un minimo del 26% a un massimo del 37% per la maturità e da un minimo del 29% a un massimo del 37% per il diploma professionale.
Non manca una fascia cospicua di corsisti in possesso di licenza media, così come, sul fronte opposto, una quota di laureati, con incidenza che sfiora il 10%.


Quanto all’età dei corsisti, per almeno il 70-80% si tratta di soggetti dai 17 ai 45 anni. Con partecipazione complessivamente più folta per la fascia 26-35, mentre tra i più giovani (17-25) sono particolarmente seguiti (41%) i corsi dell’area Animal care.


La formazione a distanza, tra gli altri meriti, ha quello di ridurre tempi, costi e inquinamento ambientale, in una logica di sviluppo sostenibile sempre più attuale e inderogabile. 




DL Flussi, Confagricoltura Piemonte: numeri insufficienti per il territorio piemontese  

Sono complessivamente 82.705 gli ingressi di lavoratori previsti dal nuovo Decreto flussi, di cui 44.000 per il lavoro stagionale e di questi 22.000 sono riservati alle Associazioni datoriali di categoria: una quota che sembra essere insufficiente per non rischiare di compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi”. Lo ha affermato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte commentando i risultati del clickday di ieri e facendo il punto sulla carenza di manodopera in agricoltura.

 

Dall’analisi dell’annata agraria 2022, possiamo presumere che il contingente assegnato al settore primario in Piemonte non potrà soddisfare le richieste delle campagne: da 67 mila operai agricoli censiti nel 2021, di cui una significativa parte è rappresentata dagli stagionali, siamo passati ai quasi 81 mila necessari lo scorso anno e non si esclude un ulteriore incrementoin controtendenza rispetto al dato nazionale che vede diminuire gli occupati del settore primario” ha proseguito il presidente che ha espresso apprezzamento per la possibilità di programmare, in prospettiva triennale, le necessità di manodopera stagionale aumentando le quote d’ingresso legali per i lavoratori stranieri, e anche per le modalità di assunzione semplificate.

 

Tuttavia, Allasia evidenzia con altrettanta fermezza che mancheranno ancora lavoratori extracomunitari per le operazioni tardo primaverili ed estive e quindi l’insoddisfazione del territorio piemontese che fa delle eccellenze agroalimentari il fiore all’occhiello dell’economia regionale.

In Regione sono presenti diversi prodotti di nicchia – ha concluso Allasia – che permettono alle aziende agricole di trovare spazio all’interno di economie redditizie e sostenibili: si pensi, quale esempio per tutti, la coltivazione dei piccoli frutti che negli ultimi anni ha interessato sempre più terreni e di conseguenza, un aumento della manodopera anche specializzata. È per questo motivo che necessitiamo di più operatori anche concentrati in particolari periodi dell’annoAuspichiamo quindi che venga emanato al più presto un nuovo decreto flussi per integrare la quota di lavoratori da qui a ottobre e che venga mantenuta la formula del silenzio/assenso, secondo cui se in 30 giorni non c’è diniego da parte delle amministrazioni, la richiesta deve intendersi accolta”.




POLITO: Un’agorà di servizi per rafforzare cooperazione tra Università Europee

Il progetto aUPaEU- A University Partnership for Acceleration of European Universities, beneficerà di un finanziamento di 3.4 milioni dalla Commissione Europea nel contesto del bando European Research Area. Il fine sarà lo sviluppo di servizi che facilitino ed accelerino le attività delle Alleanze Universitarie, consorzi, atenei e istituti europei. Muovendo dal concetto greco dell’agorà, il progetto realizzerà uno spazio condiviso nel quale tutti gli utenti coinvolti potranno offrire e avvalersi di questi servizi di accelerazione, condividendo le proprie conoscenze e competenze. Uno spazio che risulterà accessibile, variegato e inclusivo.

L’obiettivo principale di aUPaEU è in sostanza quello di convogliare in un’agorà di accelerazione metodologie, piani di sostenibilità, servizi di coaching e tecnologie digitali per fornire ad Alleanze Universitarie, consorzi, atenei e istituti europei strategie di R&I integrate, condivise e a lungo termine. Sei le aree principali del progetto: capacità; condivisione di infrastrutture e di risorse; attrattività dei percorsi di ricerca; collaborazione con l’ecosistema degli attori coinvolti nella R&I; open science; impatto sociale; parità di genere.

Per Jesús Alcober, Professore all’Universitat Politècnica de Catalunya e Coordinatore del progetto: “Gli sforzi collaborativi dei partner aUPaEU hanno l’obiettivo di costruire e impiegare modelli di servizi di accelerazione da condividere con istituzioni simili, in particolare quelle che si trovano in Paesi in crescita, favorendo l’applicazione dei risultati dei progetti UNITE.H2020 e EPICUR-Research e la loro esperienza collettiva all’interno di Alleanze Universitarie, consorzi, atenei e istituti europei”.

 

aUPaEU si basa sulla collaborazione di due Alleanze Europee che si trovano sotto la European Universities Initiative, ovvero Unite!  e EPiCUR. Cinque saranno le Università coinvolte, spaziando dall’Est all’Ovest dell’Europa: sul versante Unite!, Universitat Politècnica de Catalunya · BarcelonaTech, compresa IThinkUPCGrenoble INP – UGA Institut d’ingénierie et de management e Politecnico di Torino; per EPiCUR, Uniwersytet im. Adama Mickiewicza w Poznaniu e Karlsruher Institut für Technologie (KIT).

 

Tutti i risultati del progetto dipenderanno dagli sforzi collaborativi delle cinque importanti Università, che condividono una vasta esperienza in merito alle reti e Alleanze Europee: tale agorà sarà pertanto validata dagli utilizzatori e stakeholder delle due Alleanze, con l’intento di costituire un vero e proprio modello per altre organizzazioni.

“aUPaEU ci dimostra che le Alleanze Europee sono in grado di consolidare idee e collaborazioni tra le Università coinvolte, creando sinergie con ulteriori Alleanze. I servizi di accelerazione sviluppati dal progetto rafforzeranno le trasformazioni di R&I attualmente in corso nell’Alleanza Unite!, grazie alle attività pilota del suo progetto H2020”, dichiara Roberto Zanino, Key Liaison Officer per Unite! e coordinatore di UNITE.H2020 al Politecnico di Torino.

“Tutte le Università Europee lavorano a soluzioni innovative negli ambiti della ricerca, dell’insegnamento, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. Grazie ad aUPaEU, i partner di queste due Alleanze hanno – per la prima volta in Europa – unito le proprie forze per fondere la loro conoscenza, la loro creatività e il loro potere” afferma Michael Zacherle del Karlsruhe Institute of Technology (KIT), che coordina il progetto EPICUR-Research SwafS e ha in ruolo di Liaison Officer per aUPaEU. EPICUR-Research si occupa di sviluppare un programma di ricerca condiviso affinché tutte le Università partner possano migliorare e rafforzare l’interazione tra scienza e società, con un focus sulle carriere dei giovani ricercatori.

Unite! ed EPiCUR

 

Unite! – University Network for Innovation, Technology and Engineering nasce dall’alleanza tra nove Università Europee, è strategica, agile e dinamica. Si basa sulla condivisione di valori, fiducia e della stessa visione. L’obiettivo di Unite! è essere un motore per la tecnologia e l’innovazione, un campus transeuropeo multilingue che vada a formare gli esperti della transizione digitale ed ecologica del futuro.

 

EPiCUR – the European University Alliance appartiene alla prima generazione di Alleanze Europee. Riunisce nove Università partner impegnate a creare un’Università Europea grazie all’impiego di un nuovo approccio che intensifichi la collaborazione tra atenei e istituti europei.




CCIAA Torino: Ecco i nomi dei 215 Maestri del Gusto 2021-2022

Svelati questa mattina, dopo lunga attesa, i nomi dei 215 Maestri del Gusto 2021-2022, selezionati da Camera di commercio, Slow Food e Laboratorio Chimico camerale per rappresentare al meglio la tradizione e il futuro dell’enogastronomia torinese.

 

È un momento in cui abbiamo bisogno di buone notizie e i nostri Maestri del Gusto, in costante crescita negli anni in termini di numero e di qualità, rappresentano davvero una buona notizia per questo territorio, perché sono proprio loro tenacemente a tenere alto il nome della migliore tradizione enogastronomica torinese – ha sottolineato il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina.Per questo abbiamo voluto rendere noti oggi i risultati della selezione, rinviando a tempi più consoni la consueta cerimonia di premiazione: chi diventa Maestro del Gusto o chi si riconferma come tale ha, infatti, la legittima urgenza di far conoscere l’ottimo risultato sia ai propri clienti più affezionati, ma soprattutto ai nuovi consumatori, che proprio in un periodo come questo possono attivamente sostenere l’economia locale acquistando prodotti torinesi eccellenti, anche in vista del Natale”.

 

Siamo davvero felici di poter annunciare, anche in questo anno particolare e difficile per tutti, i Maestri del Gusto di Torino e provincia 2021-2022. Si tratta di un progetto virtuoso che andrebbe preso come esempio nella promozione e tutela delle eccellenze di un territorio. Quest’azione – sostiene Carlo Bogliotti, Amministratore delegato di Slow Food Editore – negli anni ha invogliato molti altri a fare sempre meglio, a inventare nuove vie di produzione e di distribuzione gastronomica locale e a metterle a disposizione di un pubblico sempre più informato ed esigente. Per questo salutiamo i nuovi e “vecchi” Maestri del Gusto con particolare attenzione. Siamo giunti alla decima edizione di questo evento, un’iniziativa che vede da sempre la collaborazione di Slow Food. Una cifra tonda che avrebbe meritato una celebrazione con tutti i crismi del caso, con tutti i protagonisti in presenza, ma siamo sicuri che avremo occasione al più presto di recuperare ciò che ora ci impongono le restrizioni sanitarie. Nel frattempo, abbiamo a disposizione un elenco e un racconto di 215 aziende esemplari in cui fare acquisti e che possiamo sostenere per godere nelle nostre case delle loro meraviglie”.

 

I Maestri 2021–2022

L’ampio lavoro di selezione realizzato ogni due anni da Camera di commercio di Torino, Slow Food e Laboratorio Chimico camerale ha individuato per questa edizione 215 aziende, distinte in 26 categorie, dalle aceterie ai viticoltori, passando per pasticcerie, gelaterie, case da tè, liquorerie, panetterie, macellerie e molte altre.

 

Sono 75 i Maestri con sede principale a Torino, gli altri 140 in provincia, sparsi tra comuni dell’hinterland fino alle vallate di alta montagna. Tra questi aziende agricole, casari, viticoltori, ma anche piccole botteghe “boutique” nei centri storici di molti comuni. Tra sedi principali e secondarie, sono 90 infatti i comuni che possono vantare la presenza di almeno un maestro nel proprio territorio.

 

190 le aziende riconfermate dalla precedente selezione, tutte realtà che, una volta entrate nel progetto, hanno proseguito nel cammino di miglioramento e crescita proposto, confermando costantemente o addirittura migliorando i livelli di qualità già raggiunti. Sono 107, invece, i “Maestri da sempre”, ovvero i premiati da almeno 5 edizioni consecutive, e 14 le aziende presenti nel progetto dalla prima edizione del 2002.

 

Sono ben 25, inoltre, i nuovi Maestri, che entrano oggi a far parte della famiglia, dopo aver superato una rigorosa selezione che partiva da 61 candidature. Tra questi, ad esempio, si trova la pasticcera che produce salatini minuscoli e piccole paste elaborate del peso non superiore ai 4 grammi, il panettiere specializzato in grissini colorati, il macellaio che propone salumi aromatizzati al gin, l’apicoltore che fa viaggiare le api in tour dalla pianura all’alta montagna per ottenere un miele dai mille sapori, la giovane specializzata nella produzione di sciroppo d’ambra, ottenuto attraverso la macerazione dei fiori in acqua e zucchero.

 

Si compone così un articolato universo fatto di storie d’azienda e scelte di vita, giovani imprenditori e artigiani da generazioni, prodotti tradizionali e innovazioni inedite, gusti familiari e nuovi accostamenti, tutto rigorosamente all’insegna della qualità, della scelta delle migliori materie prime, della tipicità, dell’osservanza delle norme igienico – sanitarie e dei requisiti definiti nel regolamento tecnico, dalle buone pratiche ambientali all’informazione al consumatore, dalla promozione del territorio ai prodotti locali, come verificato con le visite e le analisi del Laboratorio Chimico camerale.

 

Per quanto riguarda le 26 categorie, quella più numerosa è rappresentata dalle pasticcerie con 25 selezionati, seguita dai viticoltori (19) e dalle gelaterie e dalle macellerie, con 18 Maestri. Un solo rappresentante per le aceterie, solo 2 le salumerie e le case da tè, mentre arrivano a 3 Maestri le drogherie, i produttori di gofri e miasse, le liquorerie, i molini, le pescherie, i produttori di oli e quelli di vermut: un affresco completo di antico e moderno per comporre la migliore tavola tipica torinese.

 

Sempre più frequenti poi, nella grande famiglia dei Maestri, le “contaminazioni” o le collaborazioni tra vari esercenti, con eventi di presentazione congiunti, l’utilizzo reciproco delle materie prime nella creazione di nuove proposte o semplicemente la presenza di alcuni prodotti di altri Maestri del Gusto nei rispettivi punti vendita.

 

Le aziende che entrano a fare parte del progetto sono costantemente coinvolte in iniziative e attività; per citarne solo alcune, in questo momento si possono trovare i Maestri nelle vetrine virtuali di Terra Madre Salone del Gusto, di Golosaria Fiera Online o sulle pagine social dell’iniziativa Freisa Friday mentre, se realizzabili, sono già in programma il prossimo anno eventi come il Festival del Giornalismo Alimentare, Messer Tulipano, Una Mole di Panettoni, Vendemmia Torino, Dolci portici, Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, Degustè, Festival del Teatro e Letteratura della Val di Susa e tanti altri appuntamenti diffusi sul territorio torinese e non solo.

 

Durante questo particolare 2020, inoltre, molti Maestri sono stati protagonisti di gesti di grande solidarietà, attraverso donazioni di prodotti agli operatori sanitari e alle mense cittadine, dimostrandosi così anche Maestri di solidarietà. Proprio in questi giorni, infine, moltissime aziende si stanno riorganizzando per fornire attraverso l’asporto o il delivery i propri prodotti ai cittadini di Torino e provincia.

 

Tutti i nominativi e gli indirizzi dei Maestri del Gusto sono sul sito  interamente rinnovato, con schede di approfondimento per ciascun Maestro, su Facebook (15.200 follower) e Instagram (1.460 follower). Gli stessi Maestri sono sempre più spesso sul web: sono 182 le aziende che hanno una pagina facebook, 107 sono su Instagram, 180 hanno un sito, 62 propongono l’acquisto on line.

 

 

 




Saipem e Garbo insieme per lo sviluppo di una nuova tecnologia per il riciclo delle plastiche

Saipem e Garbo, azienda chimica italiana, hanno sottoscritto un accordo per il supporto all’industrializzazione, lo sviluppo e la commercializzazione a livello globale di una nuova tecnologia per il riciclo delle plastiche.

Si tratta di ChemPET, una tecnologia di depolimerizzazione di cui Garbo è proprietaria, che consente di convertire i rifiuti plastici di polietilene tereftalato, comunemente noto come PET, in nuovo PET di alta qualità e, quindi, di alto valore per l’industria chimica e alimentare. L’accordo prevede, inoltre, la collaborazione tra Saipem e Garbo per la realizzazione su scala industriale del primo impianto di riciclo chimico della plastica in Italia, localizzato a Cerano in provincia di Novara.

ChemPET si basa su una tecnologia a riciclo chimico che, a differenza di quello meccanico, permette di riciclare tipologie di plastica per cui oggi non esistono soluzioni alternative (come, ad esempio, le plastiche colorate) e produce materiale di maggiore qualità che, a differenza del processo meccanico, non perde le proprie proprietà man mano che si ricicla. ChemPET, inoltre, consente una maggiore semplicità del processo e della gestione di sottoprodotti e non prevede l’utilizzo di sostanze infiammabili o pericolose. Rappresenta, dunque, una soluzione alla crescita di domanda prevista per il riciclo di materiali plastici e di PET in particolare, anche alla luce di normative sempre più stringenti.

Oggi il PET è, infatti, utilizzato principalmente per la produzione di bottiglie e packaging. Fabrizio Botta, Chief Commercial Officer di Saipem, ha commentato: “Questo accordo è in linea con la strategia Saipem nei segmenti industriali low carbon e ci consente di arricchire il nostro portafoglio di tecnologie e soluzioni disponibili per l’economia circolare e la chimica sostenibile”. Guido Fragiacomo, CEO di Garbo, ha dichiarato: “Questo accordo permette a ChemPET di consolidare la leadership tecnologica in ambito crPET tramite l’immediata industrializzazione delle 2 unità da 22,5 kTA di Cerano ed il licensing della tecnologia su scala globale”.




Nuovo Governo, Confagricoltura: “Nella transizione ecologica l’agricoltura ha un ruolo centrale

 Il settore agroalimentare può dare un solido contributo alla ricostruzione sociale ed economica che è al centro del programma presentato al Parlamento dal Presidente del Consiglio Mario Draghi”.

E’ il commento del presidente di Asti Agricoltura Gabriele Baldi, alle linee programmatiche del nuovo Governo. Baldi e il direttore di Asti Agricoltura Mariagrazia Baravalle plaudono soddisfatti alla nascita di questo nuovo esecutivo, i cui temi di sviluppo sono molto orientati verso il comparto agricolo.

La ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro possono accelerare con il rilancio della produzione agricola e dell’attività di trasformazione e commercializzazione dei nostri prodotti. Servono investimenti, ma prima di tutto sono necessari un progetto e una visione strategica”.

Nel processo di transizione ecologica l’agricoltura interpreta sicuramente un ruolo fondamentale, ma in una dimensione globale. “Per Asti Agricoltura la tutela dell’ambiente rappresenta una priorità, ma al tempo stesso abbiamo a cuore il progresso e il benessere sociale”, dichiarano Baldi e Baravalle. A questo proposito infatti Confagricoltura, con le parole del presidente Massimiliano Giansanti, ha lanciato al nuovo Governo la proposta di un’iniziativa, da realizzare durante la presidenza italiana del G20, per discutere sul legame tra sostenibilità ambientale, protezione delle risorse naturali e ruolo delle innovazioni tecnologiche.

Un altro passaggio importante e fortemente innovativo del discorso di Draghi, ad avviso di Confagricoltura, è quello relativo alla protezione delle attività economiche che non possono essere tutte sostenute in modo indifferenziato.
Ci auguriamo – evidenziano il presidente e il direttore di Asti Agricolturache sia il primo passo verso una concentrazione degli incentivi e degli investimenti sulle imprese che hanno un futuro, perché producono per il mercato, danno lavoro e sono aperte alle innovazioni”.

Infine la formazione: “Abbiamo particolarmente apprezzato l’attenzione che il Premier intende riservare agli Istituti tecnici superiori nel quadro dei percorsi scolastici e formativi”, concludono i vertici di Asti Agricoltura. “Come già si verifica in altri Paesi Europei, gli Istituti possono essere un punto di riferimento per il crescente interesse dei giovani nei confronti del mondo agricolo”.