Il Regno Unito è il primo Paese a lasciare la UE da quando l’organizzazione internazionale è stata fondata: Londra aveva aderito nel 1973 e si ritira 47 anni dopo. L’ultimo passaggio necessario, ma formale, è stato il voto di ratifica dell’Europarlamento avvenuto ieri sera.
Da domani, 31 gennaio, il Regno Unito sarà quindi fuori formalmente, ma ci saranno 11 mesi di transizione durante i quali i rapporti commerciali con l’UE rimarranno gli stessi; tuttavia, una legge inglese, creata recentemente ad hoc, vieta l’estensione del periodo di transizione. Se entro fine anno non saranno raggiunti gli accordi su tutti i punti, il Regno Unito sarà comunque fuori.
Se i negoziati dei prossimi mesi non andranno a buon fine, potrebbero rispuntare i dazi sui prodotti scambiati tra Ue e Regno Unito e soprattutto il settore agroalimentare seguirà con attenzione che cosa succederà.
“Molti aspetti economici saranno più chiari nei prossimi mesi e si vedrà che cosa succederà per eventuali dazi. Una conseguenza prevedibile per i nostri imprenditori che esportano componenti di autoveicoli, prodotti agroalimentari o tessili è che le pratiche per l’esportazione saranno più complicate. Presumibilmente dovranno richiedere alla Camera di commercio alcuni documenti, come i Certificati di origine.
Già dall’anno scorso i certificati possono essere richiesti attraverso il pratico invio telematico di CERT’O, ma in questi giorni a Torino stiamo sperimentando anche la loro stampa direttamente in azienda – dichiara Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino – Guardando poi alla nostra bilancia commerciale, vorrei sottolineare che ci sono molti imprenditori che manifestano largamente la consapevolezza di trovarsi ad operare in un contesto mondiale con più fattori perturbanti; in particolare stiamo registrando l’atteggiamento degli imprenditori del manifatturiero e della componentistica automotive, dove uno su tre è preoccupato proprio dalla Brexit. Ma sono convinto che i rapporti con il Regno Unito continueranno su basi accettabili per tutti e, come sempre nei momenti di crisi, emergeranno delle opportunità anche per le nostre imprese. Dobbiamo capire il cambiamento, adattarci con maggior rapidità possibile e inserirci nel nuovo contesto normativo”.
La bilancia commerciale con Torino (al terzo trimestre 2019)
Dal punto di vista economico Torino esporta verso il Regno Unito circa il 5% delle proprie vendite complessive (dato del III trimestre 2019).
Nell’export il trend della provincia di Torino vede un calo con 710,2 milioni di euro (-5,7%), a cui si è contrapposta una crescita delle importazioni fino a 304,6 milioni di euro (+5,2%). Il saldo della bilancia commerciale rimane comunque positivo (+405,6 milioni di euro), ma in peggioramento rispetto al 2018.
Il 45% delle vendite torinesi è imputabile ai mezzi di trasporto, in calo del 9% rispetto al periodo gennaio-settembre 2018. Nella categoria, in particolare, a soffrire maggiormente sono le esportazioni di autovetture che vedono una battuta d’arresto del 19%; al contrario le vendite di parti e componenti di autoveicoli si mantengono positive (+1,9%), dato in controtendenza rispetto ai trend riscontrati verso altri grandi paesi europei come la Francia, dove le vendite di parti e componenti subiscono un rallentamento del -4,7%, e la Germania (-0,4%) ed extraeuropei (Stati Uniti -13,9%).
Se si analizzano altri settori importanti per le esportazioni verso il Regno Unito spiccano i prodotti alimentari torinesi (10%), con un trend positivo (+42%). Nello specifico, crescono le vendite di prodotti da forno (+2,1%) e di frutta e ortaggi (+9%).
Positivo, infine, anche il trend di prodotti tessili, di abbigliamento e calzature con un’incidenza del 4% in provincia di Torino, con un aumento delle esportazioni verso il Regno Unito del +18%
Alcuni dati dal settore automotive
Dati qualitativi piuttosto preoccupanti arrivano da alcune informazioni dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2019 realizzato da parte di Camera di commercio di Torino, Anfia e CAMI-Center for Automotive and Mobility Innovation dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. In generale, le imprese manifestano largamente la consapevolezza di trovarsi ad operare in un contesto mondiale con più fattori perturbanti che in modo ineluttabile condizionano le proiezioni sul futuro, ma quasi un’impresa piemontese su tre (stesso trend a livello italiano) si preoccupa per la Brexit che rende incerto il futuro delle relazioni tra Unione Europea e Regno Unito.
Il Certificato di Origine – www.to.camcom.it/certificati-di-origine
Il Certificato di Origine è un documento, rilasciato dalla Camera di commercio territorialmente competente, che attesta l’origine della merce e che accompagna i prodotti esportati in via definitiva.
CERT’O è il servizio che la Camera di commercio di Torino mette a disposizione degli utilizzatori di Certificati per l’invio telematico delle loro richieste. Sulla base di quanto ricevuto, la Camera di commercio effettua l’istruttoria e produce il documento cartaceo (Certificato) da consegnare al richiedente. La modalità telematica, che presenta molti vantaggi, può essere usata solo per la presentazione della richiesta dei Certificati di origine, perché in genere le autorità doganali estere esigono la produzione della copia cartacea con la firma autografa del funzionario camerale. L’impresa ritira il certificato richiesto telematicamente, senza fare code, tramite un incaricato o inviando un corriere.
In questi giorni è attivo un nuovo servizio sperimentale per la stampa in azienda dei Certificati di origine. Il servizio è riservato alle imprese che posseggano almeno uno dei seguenti requisiti: certificazione AEO, essere esportatore autorizzato o registrato nel sistema REX o in quello camerale Italiancom. La Camera di commercio invia il testo del Certificato di origine in formato PDF con il timbro previsto e la firma olografa del funzionario responsabile. Il file PDF dovrà essere stampato sui formulari in bianco che verranno consegnati alle ditte accreditate. Poiché la Camera di commercio di Torino è entrata a far parte del network ICC/WCF (World Chambers Federation), i certificati emessi potranno essere verificati entrando nel sito