Solo cattive notizie per i centri di revisione italiani: i termini per le revisioni che avrebbero dovuto essere effettuati dal 01/09/2020 al 30/06/2021 sono stati prorogati per un periodo di 10 mesi. Gli stessi certificati di revisione si considerano validi per un periodo di 10 mesi oltre la data di scadenza naturale.

È l’effetto, da mesi paventato dalla categoria, dell’articolo 5 del cosiddetto decreto Omnibus 2, pubblicato in Gazzetta ufficiale. Viene quindi recepita la possibilità, concessa dal Regolamento UE 2021/267, di prorogare la validità di attestati, patenti e revisioni.

 

La CNA Piemonte si è battuta coinvolgendo i Parlamentari piemontesi per portare all’attenzione del pubblico decisore i danni economici derivanti dalla scelta di prorogare la scadenza delle revisioni dei veicoli.

 

“Allo scopo di evitare questa ulteriore proroga della scadenza delle revisioni anche per i veicoli fino a 35 quintali, abbiamo presentato una proposta di emendamento, all’art. 5 del Regolamento, in maniera tale che la deroga da parte degli Stati Membri possa riguardare anche il singolo insieme di veicoli, cioè solo i veicoli pesanti. Abbiamo comunque chiesto al Ministero dei di non prorogare la scadenza dei veicoli fino a 35 quintali anche senza la modifica del Regolamento, poiché è prerogativa dello Stato decidere come gestire e organizzare i controlli e di conseguenza cosa necessiti di essere prorogato” affermano i vertici della CNA Piemonte.

 

Purtroppo, queste iniziative non hanno sortito i risultati attesi. Il Ministero dei Trasporti non ha voluto prorogare solo le scadenze dei veicoli pesanti perché avrebbe dovuto implicitamente ammettere che i gravi disservizi che pregiudicano gravemente la sicurezza della circolazione nel nostro paese non dipendono dagli operatori privati ma dalla Pubblica Amministrazione.

 

Francesco Circosta, il Presidente regionale di CNA Servizi alla Comunità, categoria che rappresenta anche centri di revisione, è durissimo: “Siamo stanchi delle continue proroghe che pregiudicano prima di tutto la sicurezza stradale.

Inoltre, il settore delle revisioni offre lavoro a 30 mila persone in Italia, da anni non adegua la tariffa nemmeno all’ISTAT. I mancati guadagni mettono in gravissima difficolta le aziende, per non parlare dei mancati ricavi erariali da gettito Iva. A determinare frustrazione nei centri di revisione italiani è anche il fatto che sull’adeguamento delle tariffe, ferme da 12 anni, finalmente ottenuto a dicembre nella Legge di Stabilità, manca ancora all’appello il varo del decreto attuativo.

Una beffa ulteriore per la categoria, che rilancia l’urgenza di un cambio di passo e di un tempestivo intervento del nuovo Governo, anche alla luce del fatto che sempre più imprese del settore vorrebbero fossero avviate azioni legali per la richiesta di un vero e proprio risarcimento dei danni subiti”.

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