Il Consiglio affari esteri dell’Unione europea che si è riunito oggi (lunedì 22 marzo) ha annunciato l’applicazione di sanzioni nei confronti del Myanmar per le ripetute violazioni dei diritti umani ai cittadini birmani che hanno intrapreso manifestazioni in seguito al colpo di Stato del 1 febbraio.
Per Confagricoltura si tratta di una decisione “necessaria e assolutamente giustificata”.
L’Unione europea – si legge in una nota di Confagricoltura – continuerà ad esaminare tutte le possibili opzioni per inasprire le sanzioni. Va anche considerata, ad avviso di Confagricoltura, la rapida sospensione delle agevolazioni tariffarie sulle importazioni da Myanmar, quale Paese meno avanzato, destinate alla UE.
Confagricoltura ricorda che, relativamente al settore agroalimentare, le importazioni di riso Japonica, in assenza di dazi doganali, sono passate da 31.500 tonnellate nel 2018 a 158.700 alla fine dello scorso anno.
“La situazione in Myanmar – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – non è meno grave di quella che ha portato alla decisione di sospendere per violazione dei diritti umani le concessioni tariffarie a favore della Cambogia: i vantaggi delle concessioni commerciali della UE non arrivano fino ai produttori di riso. Si concentrano su pochi operatori commerciali, tra cui rientrano alcune strutture vicine o controllate dalle forze armate del Paese birmano e solo una quota molto limitata delle esportazioni verso gli Stati membri dell’Unione è gestita da società private del Myanmar”.
Nelle settimane scorse l’Ente Risi aveva chiesto ufficialmente al Ministero degli Esteri di adottare azioni che, oltre a contrastare gli effetti del colpo di Stato, agissero a tutela della risicoltura italiana ed europea rispetto all’aumento dell’export di riso Japonica dal Myanmar verso la Ue.
Il 18 gennaio 2019 il regolamento di esecuzione (UE) n. 2019/67 aveva già reintrodotto il dazio all’importazione di riso di tipo Indica dalla Cambogia e dal Myanmar. Attualmente l’export della varietà Japonica è esente da dazi comunitari. L’Italia è il primo produttore in Europa di riso Japonica e l’aumento della concorrenza asiatica ha fatto scendere a livelli molto bassi il prezzo del riso “Made in Italy”.
“In un mondo globalizzato il rispetto di regole comuni è fondamentale per assicurare un regime di concorrenza leale”, dichiara Allasia. “Il Myanmar, che ha costi di produzione assai inferiori a quelli europei, non è rispettoso dei diritti umani: per questo ci auguriamo che vengano introdotti con urgenza i dazi alle importazioni di riso Japonica”, conclude Allasia.