Sembra aprirsi una nuova stagione per i Confidi, i consorzi di garanzia che prestano garanzie per agevolare l’accesso ai finanziamenti alle imprese e che parevano incamminati sulla strada del declino.
Nel 2020 la crisi innescata dalla pandemia del Covid-19 ha rilanciato questi enti, che hanno fatto registrare una crescita importante dei volumi garantiti, grazie a un rinnovato rapporto cooperativo col sistema bancario.
Fra l’ altro, finite le misure eccezionali prese in considerazione della crisi pandemica (garanzie pubbliche e moratorie), possono rappresentare una zattera di salvataggio per le micro e piccole imprese in difficoltà e quindi a rischio usura.
E’ quanto sostiene il rapporto 2021 dell’Osservatorio permanente sui Confidi, realizzato dal Comitato Torino Finanza, organo della Camera di Commercio di Torino. Il voluminoso e dettagliato studio è stato presentato mercoledì 12 maggio con un convegno in diretta streaming, cui hanno presenziato Guido Bolatto, Segretario Generale Camera di commercio di Torino, Mario Comana, Presidente Organismo Confidi Minori e Vladimiro Rambaldi, Presidente Comitato Torino Finanza. Le relazioni sono state svolte da docenti universitari, manager pubblici, economisti, imprenditori, esponenti del Terzo settore.
“Dopo anni di declino, nel bel mezzo di una crisi – dice Rambaldi – i confidi danno prova di essere solidi e radicati nella realtà imprenditoriale. Ci sono segnali di vitalità, intelligenza e innovazione, che sono indice della capacità di accettare le difficili sfide di questa stagione”.
Dal rapporto, coordinato da Diego Bolognese e Salvatore Vescina, emerge che nel 2020 il flusso annuale delle controgaranzie del Fondo di garanzia per le PMI sulle operazioni dei confidi è raddoppiato rispetto al 2019, passando da 1,5 a 3 miliardi di euro a fronte di prestiti per 3,8 miliardi di euro.
Anche il legislatore sembra conscio del contributo che questi enti possono svolgere a sostegno delle micro, piccole e medie imprese italiane – fondamentali per la tenuta sociale del Paese – una volta finita la stagione delle misure eccezionali, e di conseguenza svolgere un ruolo di contenimento del rischio di una diffusione significativa del fenomeno dell’ usura.
Difatti nel corso del 2020 è stata prevista la possibilità che i confidi detengano partecipazioni in operatori di microcredito ed eroghino direttamente prestiti utilizzando le risorse del fondo per la prevenzione usura del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
I Confidi si dividono fra 34 “maggiori”, che sono sottoposti alla vigilanza della Banca d’ Italia e che hanno in media un livello elevato di solidità rispetto ai rischi assunti, e “minori”, fino ad ora una “sorta di oggetto misterioso”, ma da circa un anno in fase di profonda trasformazione con la creazione dell’ Organismo Confidi Minori, una sorta di piccola authority a sua volta vigilata dalla Banca d’Italia e di un nuovo elenco, al quale ad oggi sono iscritti 176 intermediari.
Stando ai dati della Banca d’Italia nel 2019 lo stock complessivo della garanzie dei confidi risultava pari a 11,3 miliardi di euro. Di queste garanzie il 66,5 per cento era riferibile ai confidi vigilati dalla Banca d’Italia, la quota residua ai confidi minori.