Gli aiuti di 44,5 milioni alle Rsa in difficoltà economica per il Covid sono legge. Il Consiglio regionale ha infatti approvato il Disegno di legge 128, “Misure urgenti per la continuità delle prestazioni residenziali di carattere sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale per anziani, persone con disabilità, minori, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche”, licenziato ieri dalla Commissione Sanità e approvato oggi a maggioranza, con la non partecipazione al voto dell’opposizione.

Il provvedimento, presentato per la Giunta dall’assessore al Welfare Chiara Caucino, stanzia oltre 44,5 milioni di euro per ristori alle Rsa. Si tratta, in particolare, di 30 milioni per integrare le maggiori spese sostenute dalle strutture per sanificare gli ambienti, acquistare Dpi, pagare il personale, smaltire i rifiuti speciali, mettere in sicurezza gli ospiti e gli operatori e migliorare la qualità dell’assistenza; 10,1 milioni ai titolari di autorizzazione al funzionamento non convenzionati con il Sistema sociosanitario regionale delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali; 1,5 milioni per i fornitori accreditati di prestazioni domiciliari sociali e sanitarie e 3 milioni complessivi (uno, rispettivamente, per gli anni 2021, 2022 e 2023) per esentare dall’Irap le Aziende pubbliche di servizi alla persona.

Il disegno di legge è stato illustrato in Aula dai relatori di maggioranza Sara Zambaia (Lega) e di minoranza Monica Canalis (Pd), Marco Grimaldi (Luv) e Sean Sacco (M5s).

“Un provvedimento importante – ha sottolineato Zambaia, dettagliando le somme stanziate – che dimostra la grande sensibilità e attenzione della Giunta e del Consiglio nei confronti delle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali che in questo periodo di pandemia hanno sofferto tantissimo. Una dotazione importante non solo per quanto le strutture hanno sopportato in questi duri mesi ma anche per la consapevolezza che ancora una volta è la Regione a sopperire ai danni economici provocati dalla pandemia”.

“Il provvedimento era molto atteso e necessario – ha dichiarato Canalis, annunciando la non partecipazione del proprio gruppo al voto – soprattutto in una regione come la nostra, caratterizzata da una maggioranza di strutture piccole e medio piccole, legate al terzo settore no profit, ma si rivela invece per molti versi tardivo, insufficiente, iniquo e non risolutivo”. “Noi pensiamo che non siano si debbano rimborsare le strutture convenzionate appartenenti a società con interessi economici in altre regioni o nazioni e fatturati consistenti – ha detto Grimaldi – così come quelle che durante l’emergenza non abbiano rispettato i protocolli regionali e dello Stato”. Secondo Sacco, poi, “la pandemia ci ha dimostrato che le grandi strutture con grandi concentrazioni di ospiti non sono il massimo. Il benessere dei nostri anziani deve essere la nostra principale fonte d’ispirazione e l’obiettivo cui tendere”.

Nella discussione generale sono intervenuti i consiglieri Silvio Magliano (Moderati), Daniele ValleMaurizio Marello (Pd), Mario Giaccone (Monviso) e Francesca Frediani (Misto – 4 ottobre).

Il capogruppo della Lega Alberto Preioni si è detto soddisfatto “per il risultato e per il lavoro svolto dalla Giunta e dal Consiglio e felice per l’aiuto alle Rsa, comparto che ha pagato molto in questa battaglia. Gli aiuti serviranno a coprire i buchi di bilancio e per un adeguato sviluppo dopo l’emergenza Covid”.

Anche il capogeruppo di Fdi Paolo Bongioanni ha espresso soddisfazione per il fatto che la Regione abbia “recepito il grido d’allarme giunto dalle Rsa piemontesi: la Regione si è fatta interprete di un obbligo morale, sociale e umano fornendo una boccata d’ossigeno a un settore molto provato”.

Anche Silvio Magliano (Moderati), annunciando la non partecipazione al voto, ha sottolineato che il provvedimento rappresenta “un gesto di vicinanza della Giunta per ristorare un settore che necessita di essere riprogrammato anche alla luce dei dati sull’invecchiamento della popolazione”.

Per Alessandra Biletta (Fi) “quanto messo in campo per le Rsa è uno sforzo economico importante per sostenere un intero comparto e per continuare a erogare servizi ai cittadini attraverso le 1.800 strutture che operano in Piemonte”.

Nel corso della discussione sull’articolato l’Aula ha anche esaminato otto emendamenti, tre presentati rispettivamente da Canalis (Pd) e Grimaldi (Luv) e due da Sacco (M5s), senza approvarne nessuno. Ha inoltre respinto i due ordini del giorno collegati, presentati dalla prima firmataria Canalis (Pd), per l’attivazione di nuovi inserimenti in convenzione nelle Rsa piemontesi e per la piena applicazione della legge regionale 10/2010 per i servizi domiciliari alle persone non autosufficienti.

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