Per la gestione dei rifiuti anche il Piemonte punta all’Ato unico. In quinta Commissione, presieduta in videoconferenza da Angelo Dago, si è svolta da parte dell’assessore Matteo Marnati la presentazione della riforma che porterà a questa nuova organizzazione. L’Ato è l’ambito territoriale omogeneo costituito per la gestione dei rifiuti.
Tecnicamente, si è trattato delle prime determinazioni in merito al disegno di legge 88 presentato dalla Giunta, “Modifiche alla legge regionale 10 gennaio 2018”, vale a dire le norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.

L’assessore ha spiegato che la nuova organizzazione prevede appunto un Ato unico e Sub-Ambiti di area vasta, corrispondenti con gli attuali consorzi.

Nel dettaglio l’Ato unico:

  • approva il piano d’ambito regionale sentiti i sub-ambiti di area vasta che, in coerenza con le indicazioni e i criteri stabiliti dal piano regionale, è finalizzato a programmare l’avvio a trattamento della frazione residuale indifferenziata, del rifiuto organico e del rifiuto ingombrante e la realizzazione degli impianti a tecnologia complessa individuati in ragione delle esigenze di riciclaggio, recupero e smaltimento;
  • approva il conseguente piano finanziario, determina i costi del segmento di servizio di competenza e fornisce ai consorzi di area vasta i relativi dati per la predisposizione dei piani  finanziari da proporre ai comuni;
  • definisce il modello organizzativo e individua le forme di gestione del segmento di servizio di competenza;
  • definisce la propria struttura organizzativa;
  • approva le modifiche della convenzione che disciplina la forma di cooperazione tra gli enti di area vasta;
  • fornisce ai consorzi di bacino indicazioni uniformi per la gestione delle raccolte in coerenza con le caratteristiche dell’impiantistica regionale;
  • fornisce indicazioni e/o linee guida per l’espletamento della funzione di controllo da parte dei Consorzi di area vasta che detengono partecipazioni in società in house;
  • svolge la funzione, eventualmente avvalendosi dei consorzi di area vasta, di Ente di governo d’ambito come prevista dall’Autorità di regolazione.

La trattazione del provvedimento proseguirà nelle prossime sedute.

In precedenza la Commissione aveva svolto l’audizione dell’Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime in merito al progetto “Life wolfalps”. I dati esposti hanno evidenziato la presenza sull’arco alpino italiano di circa 45 branchi con quasi 300 lupi sull’arco. In Piemonte branchi sono 27 e 151 i lupi in tutto.

 

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