Presentati oggi a Palazzo Birago e on line i dati di un’indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino con Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord, sullo stato di salute delle cooperative torinesi e sugli effetti della crisi sanitaria in questo primo semestre 2020.
“I numeri evidenziano l’impatto significativo della crisi sanitaria sul sistema cooperativo torinese che nel primo semestre dell’anno registra un calo del -3,1%, con un raddoppio delle cessazioni d’attività – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Dall’indagine qualitativa, tuttavia, si intravede un sistema che resiste: il 41% delle cooperative intervistate dichiara un effetto della crisi minimo e comunque gestibile nel medio periodo. Non solo: il 22% addirittura approfitta del momento per ripensare i prodotti e i servizi offerti e il 47% per investire in innovazione”.
Secondo Dimitri Buzio, Presidente di Legacoop Piemonte: “I dati presentati ci raccontano le difficoltà riscontrate dalle cooperative, soprattutto in alcuni settori come l’edilizia, la ristorazione e la logistica non legata alla grande distribuzione, ma ci restituiscono anche la forte capacità di innovazione e impegno della cooperazione per offrire risposte ai bisogni dei soci e dei lavoratori; l’indagine qualitativa evidenzia infatti che il 70% delle imprese intervistate dichiara di aver attuato piani strategici, in misura significativa per il rilancio della propria impresa, a dimostrazione della continua tutela del lavoro e dell’impegno della cooperazione per il sostegno e lo sviluppo dell’economia del territorio, in un’ottica intergenerazionale che è uno dei capisaldi dell’essere impresa cooperativa”.
Gianni Gallo, Presidente di Confcooperative Piemonte Nord così commenta l’indagine: “I numeri che emergono dall’annuale ricerca della Camera di commercio di Torino danno il segno di una cooperazione che ha saputo immettere grandi energie per affrontare la prima fase della crisi derivante dalla pandemia mondiale, che ancora stiamo vivendo. Tutti si sono attrezzati per dare continuità alle attività in corso: sia chi doveva garantire servizi pubblici essenziali sia chi è stato chiamato a garantire continuità all’occupazione e il reddito ai propri soci. Gli scenari attuali impongono di far convergere tutte le energie disponibili, a partire da quelle interne alle cooperative per arrivare a quelle pubbliche, per attivare un’azione di trasformazione delle attività dell’impresa stessa. Una trasformazione che possa essere coerente con i cambiamenti che si prospettano all’orizzonte imposti dalla pandemia: la digitalizzazione dei processi in primis. Solo i soggetti cooperativi che sapranno configurarsi secondo questo nuovo scenario si potranno candidare a svolgere anche in futuro il ruolo di soggetto emancipatore”.
Dati 2019
A fine 2019 (ultimo dato disponibile) le 1.319 cooperative attive nella città metropolitana di Torino avevano generato una ricchezza economica pari a 2,6 miliardi di euro (valore della produzione) e impiegato nel complesso 46.153 addetti. È il terziario (servizi alle persone e alle imprese) a realizzare quasi il 58% del valore della produzione e a dare lavoro al 91% degli addetti totali.
Le associazioni di categoria del territorio rivestono un ruolo importante per il mondo cooperativo: Legacoop Piemonte e Confcooperative Piemonte Nord raccolgono insieme 636 cooperative associate. Di queste 581 hanno sede legale nella città metropolitana di Torino, realizzano 1,6 miliardi di valore della produzione (il 61% del totale) e impiegano 24.505 addetti (il 53%).
Dati al primo semestre 2020
A fine giugno 2020 sul territorio si contano 1.278 cooperative attive: rispetto a fine 2019 si registra una diminuzione del -3,1%.
Dal 2010 ad oggi si è assistito ad un calo costante della presenza di cooperative nel torinese: se tra il triennio 2015-2017 il numero si era quasi stabilizzato, nell’ultimo biennio si è assistito ad un’erosione più marcata, fino a toccare il valore più basso nel I semestre del 2020.
La crisi sanitaria Covid-19 non ha sicuramente aiutato la ripresa del sistema imprenditoriale torinese e, di conseguenza, delle cooperative.
Dall’analisi delle cessazioni avvenute nei primi sei mesi del 2020, esce con forza la criticità che il mondo cooperativo ha dovuto affrontare: rispetto ai primi sei mesi del 2019, le cessazioni sono raddoppiate (da 303 a 600 unità), con picchi più elevati nel trimestre aprile-giugno 2020.
Rispetto a fine 2019, quindi, i servizi alle imprese – il primo settore per numero di cooperative attive con il 43,2% del totale – registrano anche la flessione più marcata (- 3,7%); seguono i servizi alle persone (il 26,1%; -3,5%) e le costruzioni (9,1%; -3,3%).
Componenti imprenditoriali del sistema cooperativo torinese
Più di un quarto (25,7%) delle cooperative sono imprese femminili, anche se in decrescita rispetto al 2019 del -3,5%: si occupano principalmente di servizi alle persone, settore in cui sono attive il 41,6% delle cooperative in rosa.
Le cooperative straniere rappresentano il 5,7% del totale, ma rispetto a fine 2019 sono diminuite del -2,7%, evidenziando quindi una flessione più contenuta rispetto al mondo cooperativo complessivo. Oltre il 60% è attiva nei servizi orientati alle imprese e, nel 20% dei casi, nelle costruzioni.
Infine, le cooperative attive giovanili sul territorio a fine giugno 2020 pesano per il 4,1% del totale. Il calo della consistenza di questa componente è più marcato e tocca il – 7,1%. Rispetto al 2012 (primo dato disponibile), la presenza delle cooperative giovanili in provincia è più che dimezzata; il lungo processo di erosione è incominciato nell’anno 2014, e ha subito un’accelerazione in particolare nel triennio 2017-2019.
L’indagine: il clima di fiducia e la gestione dell’emergenza Covid-19
Uno specifico approfondimento dell’indagine ha avuto l’obiettivo di valutare le misure adottate nella contingenza del lockdown e nel periodo successivo, e di comprendere se l’emergenza abbia fatto da innesco allo sviluppo di soluzioni e attività innovative. L’indagine è stata somministrata nel mese di luglio 2020: hanno risposto 268 cooperative, il 21% delle attive in provincia di Torino.
Durante l’emergenza sanitaria: Fase 1
Solo il 20% delle cooperative ha interrotto completamente la propria attività (fra le altre imprese la percentuale era superiore al 60%), facendo ricorso all’utilizzo di ammortizzatori sociali ordinari (il 22%) o in deroga (il 42%), di ferie e congedi (il 13%) e al supporto di strumenti finanziari per gestire il periodo di sospensione (il 13%). Invece il 41% delle cooperative ha proseguito nello svolgimento della propria attività – soprattutto nei settori della salute, del sociale e dei servizi.
Fase 2
Nel complesso, fra le cooperative rispondenti all’indagine una buona parte (il 41%) afferma che durante la Fase 2 l’effetto della crisi sia stato minimo, con ricadute pur sempre gestibili nel breve/medio periodo.
Il 13%, invece, ritiene grave l’impatto subito, al punto da mettere in discussione il proseguimento dell’attività (ma questa percentuale saliva al 35% nell’indagine relativa alle altre forme imprenditoriali torinesi).
Sentiment
Intervistate sull’andamento dell’anno in corso a luglio il 73,5% delle cooperative si dichiara moderatamente o molto pessimista, mentre nelle indagini precedenti, i pessimisti, seppur in crescita, si fermavano al 37,7% nel 2018 e al 46,3% nel 2019.
Andamento del fatturato
Se l’anno 2019 si era chiuso per il sistema cooperativo torinese senza grandi variazioni rispetto al 2018, in termini di trend del fatturato e dell’occupazione, il 2020 ha invece ridimensionato le aspettative: per il periodo corrispondente alla Fase 1 dell’emergenza sanitaria, il 77,8% delle cooperative ha rilevato una contrazione del fatturato. Considerando complessivamente i trend del biennio precedente tale percentuale si fermava al 29,4% nel 2018 e al 30,2% nel 2019.
Il futuro
Per il dopo emergenza, il 70% delle cooperative ha dichiarato di aver elaborato o di prevedere l’elaborazione di un piano strategico aziendale volto a rivedere l’attività imprenditoriale. La scelta ha coinvolto maggiormente alcuni settori – fra tutti credito e finanza, cultura e sport, salute e sociale e produzione e lavoro e meno altri, come ad esempio le cooperative agricole.
Particolarmente significativa la presenza di cooperative che hanno sviluppato piani di rilancio (il 33%) – volti quindi a far emergere nuove opportunità a fronte della crisi – mentre è quasi residuale la quota di imprese che hanno mantenuto un approccio difensivo, di riduzione delle dimensioni o di abbandono di alcune attività. È una prospettiva, quella del tessuto di cooperative torinesi, quasi ribaltata rispetto a quanto emerge fra le altre forme imprenditoriali dove la propensione ad attuare strategie di rilancio è risultata contenuta (il 16%).
L’emergenza sanitaria sembra anche esser stata foriera di innovazione. Alla domanda se, a fronte della crisi connessa a Covid-19, le imprese abbiano investito in alcune attività innovative, è emersa una significativa percentuale di risposte affermative, tra cui soprattutto la scelta di migliorare prodotti e servizi esistenti (o svilupparne di nuovi) – innovazione voluta dal 22% delle imprese rispondenti.
Al di là delle esigenze emerse in occasione dell’emergenza sanitaria, la propensione all’innovazione tecnologica è stata indagata anche nel medio periodo: nel triennio 2020 – 2022 il 47% delle cooperative prevede investimenti tecnologici in chiave Impresa 4.0.